Renzi

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
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UncleTom
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Re: Renzi

Messaggio da UncleTom »

E S C L U S I V O Lo scoop di “Sekret ”, sulla tv Loft

Un’intercettazione
su Consip inguaia ancora papà Renzi

Romeo discute con Russo (il galoppino del “babbo”)
del “barettino”, possibile luogo del vertice con Tiziano


In una telefonata
col figlio Matteo, aveva
ammesso di non essere in
grado di ricordare even-
tuali incontri “al bar”. Ora
la registrazione in mano ai pm apre interrogativi e ag-
giunge indizi su quei con-
tatti sinora sempre negati
qMARCO LILLO A PAG. 9
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Re: Renzi

Messaggio da UncleTom »

..................................LA LUNGA AGONIA

..........................CADAVERI POCO ECCELLENTI



Da queste parti dopo il floppissimo del venditore di bufale di Rignano, peraltro ampiamente previsto, si sono formate due correnti di pensiero.
1) SE NE VA' PERCHE' E' FINITO, STRABOLLITO

2) NON SE NE VA' PERCHE' UN ROMPICOGLIONI DI QUEL GENERE NON MOLLA FINO A QUANDO NON HA FATTO AFFONDARE L'ITALIA, E LO APPENDERANNO A PIAZZALE LORETO COME SUO NONNO BENITO

VEDREMO NEI PROSSIMI GIORNI.




Vedi:COSA NE PENSANO GLI ITALIANI SI PUO' VEDERE NEI COMMENTI ALL'ARTICOLO

IlFattoQuotidiano.it / Politica
Renzi: “La Sicilia? Da mesi cercano di mettermi da parte. Ma il 40% è vicino: l’abbiamo già raggiunto al referendum”

Già pubblicato altrove.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/11 ... m/3963870/
UncleTom
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Re: Renzi

Messaggio da UncleTom »

APPRENDISTATO
ALLA CATASTROFE


Matteo decida : o rifonda il Pd con
gli altri o fa il Macron tardivo
con un partito del Capo. Altrimenti
consegnerà il Paese alla destra

di Massimo Cacciari


La campagna elettorale siciliana è stata svolta dal Pd in modo così sciagurato da poter rendere plausibile l'idea che si tratti di un voto "locale".

Impossibile che si ripeta una situazione in cui il suo leader diserta ogni confronto fino a giungere all'esilarante battuta di "vinca il migliore".

Certo che i segnali di una sconfitta del centrosinistra alle prossime politiche si fanno prepotenti.

A ciò ha condotto la testarda e cieca insistenza nel non voler vedere il disfacimento dell'idea originaria del Pd, o meglio nel voler ignorare il suo non essere mai nato, procedendo ad una
consensuale e pacifica separazione tra le sue componenti, ciò che avrebbe consentito a ciascuna di prendersi cura magari con profitto delle proprie aree di riferimento.


Renzi oggi è il primo a rischiare di finire massacrato dal logorio di questi anni da "guerra dei Roses" (ricordate il grande film?).


"Liberati" sia Renzi che la "Sinistra" dalla triste necessità di dare ospitalità a perfatti nemici, e liberata" la scena dal deprimente spettacolo della loro stasis (guerra civile) in sedicesimo essi avrebbero magari potuto, ciascuno per la sua parte, costruire proposte più convincenti per quei settori della nostra società, sempre più ampi che soffrono in totale disorientamento l'attuale crisi, ben più che economica e sociale, etica.

La conclusione perfetta di questi anni di apprendistato alla catastrofe è stata la legge elettorale, salutata dagli applausi di coloro che gli dèi, volendone la rovina hanno evidentemente accecato.

Una legge che premia le coalizioni, comunque composte, che premia i più furbi e i più assetati di potere a ogni prezzo, e colpisce a morte, o quasi, che non dispongono di una tale arte.

In primis, i grillini, è ovvio.

Si è fatto come nel Palio di Siena, quando una contrada certa della sconfitta perchè ha sorteggiato il cavallo peggiore, all'unico scopo di far perdere la contrada nemica?

niMa con chi farà coalizione, di grazia, il Pd renziano?

Con Alfano e Verdini?

Per perdere automaticamente Pisapia?

Per perdere Alfano?(Verdini no - quello ci sarà sempre dietro giusto compenso - e farà sempre perdere voti di nostalgici, che rimangono tanti anche per il Pd di Renzi).

Si ricompatterà con Bersani e Speranza?

Può anche darsi - ma con D'Alema?

E poi, come?

Un patto semplice di desistenza nei collegi appare tecnicamente impraticabile, di nuovo grazie all'attuale stupefacente invenzione dell'amico Rosato.
CONTINUA
UncleTom
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Re: Renzi

Messaggio da UncleTom »

13 nov 2017 17:49
‘IO E RENZI SIAMO ACCOMUNATI DA MOLTI VALORI E NON CI DIVIDE NIENTE’ - VIDEO: FAUSTO BRIZZI ALLA LEOPOLDA 2012, QUANDO FACEVA PURE IL GHOSTWRITER DELL’ASCESA DEL CAZZARO DI RIGNANO: ‘IL SUO IMMAGINARIO È FORMATO DA PERSONE TOTALMENTE PULITE. E POI HA CAPITO CHE LA POLITICA NON È UN MESTIERE, HA PROMESSO CHE SE PERDE SE NE VA A CASA’ (CIAO CORE) - ‘IL MIO LIBRO PREFERITO? PINOCCHIO’
-
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Paolo Valentini per (il fu) ‘Pubblico Giornale’ del 1 dicembre 2012, pubblicata sul sito di Matteo Renzi,
http://www.matteorenzi.it/f
 
Ecco un renziano di ferro. Cosa condivide con lui?
 
Ci accomunano molti valori e non ci divide niente. Abbiamo fatto entrambi gli scout. Ci accomunano tantissimi riferimenti generazionali. A Renzi quando parli di comunicazione capisce immediatamente di cosa stiamo parlando.
 

MATTEO renzi CON FAUSTO brizzi
(Fausto Brizzi è regista e sceneggiatore italiano. I suoi ultimi film: Come è bello far l’amore, Ex, Maschi contro femmine, Femmine contro maschi)
 
Per capire il fenomeno Renzi bisogna capire il suo immaginario.
 
Il suo immaginario lo immagino simile a quello del Partito democratico degli Stati Uniti. E formato da persone totalmente pulite. Jannacci diceva che la politica è una cosa sporca. Osservando gli ultimi c’ha molto ragione. Non è soltanto una questione di rottamazione. Uno pensa subito alla rottamazione delle persone. In realtà, serve una rottamazione di un metodo di una modalità di fare politica. Il clientelismo politico è veramente la cosa da rottamare.
 
Ma lasciando stare l’America mi parli del suo pantheon, dei suoi riferimenti culturali e generazionali.
 
Io faccio parte della generazione Goldrake. Da bambino mi sono appassionato ai cartoni e sono cresciuto con quell’aria lì. Casa mia è un mausoleo agli anni 70-80. Sono cresciuto con i fumetti. Le mie letture sono stati i grandi classici a scuola, ma nel privato, leggevo tutti i fumetti possibili e immaginabili, che poi è l’arte più vicina al cinema, il cinema low cost.
 
Il suo libro preferito?
 
Pinocchio. L’ho letto decine di volte e lo vorrei fare un giorno al cinema. Si sono già cimentati in molti con alterne fortune. Il mio modello è quello di Comencini.

BRIZZI RENZI BOSCHI
 
Che musica ascolta?
 
La mia passione sono i cantautori. Quando ero adolescente sparivano i complessi degli anni 60 e arrivavano i cantautori. Guccini, Vecchioni, Bennato, De André. Sono andato subito a comprare De Gregori qualche giorno fa.
 
Il film preferito?
 
Darei un rene per aver girato Ritorno al futuro.
 
Ha un padre nobile?
 
No, direi di no. I modelli culturali erano più televisivi. Ti posso dire i personaggi che più stimavo: Renzo Arbore per me è stato un genio, ma non ci sono dei veri padri nobili. E’ una generazione abbandonata, la mia.
 
I terribili anni Ottanta!
 
Culturalmente sono stati terribili e hanno seminato i germi di quello che poi è stato il ventennio successivo. Ma io avevo diciotto anni e quindi per me erano meravigliosi. Se faccio il critico li devo contestare, se faccio lo spettatore lo devo amare.
 
Una cosa da cambiare in Italia.

MARIA ELENA BOSCHI
 
Tutto nasce dalla scuola. L’Italia si cambierà in 20 anni. Ma la mentalità è sbagliata, sin dalla scuola. Qualche anno fa ho affittato una casa in Francia, i nostri vicini di casa. Hanno voluto un’infinità di garanzie. Loro non si fidano degli italiani. Mi dicevano «sei italiano non ci fidiamo». All’estero siamo dei cialtroni riconosciuti. Dovremmo ripartire dalla coscienza civile dei nostri bambini.
 
Che film è stato il Pd fino ad ora?
 
Il Pd sembrava Kramer contro Kramer, per le sue continue le lotte interne, le sue correnti e fazioni. Il Pd è un grande partito, non si deve perdere in mille rivoletti.
 
E la campagna di Matteo che film è?
 
Non saprei.
 
Una commedia comunque?
 
Spero un film con un lieto fine.

fausto brizzi
 
Qual è la sua storia politica?
 
Io vengo dall’antipolitica. Ero adolescente negli anni Ottanta e ero quanto di più lontano dalla politica. Quando vedevo un politico mi dicevo: «Ma questi non ce l’hanno un mestiere?». Adesso sto aiutando Matteo ma poi tornerò a fare il regista. Lui mi ha risvegliato la coscienza politica.
 
Dei “vecchi” le piace qualcuno?
 
Be’, Walter Veltroni, che ha fatto un gran bene al mondo del cinema. Gli altri non li conosco, li ho solo visti in azione. Se vincesse Bersani? Lo voterei alle politiche senza dubbio. Tutti quelli che stanno facendo la campagna per Matteo sanno che se perde aiutiamo Bersani.
UncleTom
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Re: Renzi

Messaggio da UncleTom »

13 nov 2017 15:18
UN BUCO CHIAMATO ETRURIA

- TRA IL 2010 ED IL 2015 GLI ISPETTORI DI BANKITALIA SONO RIMASTI NELLA BANCA DI AREZZO PER UN ANNO E MEZZO. E NON SONO RIUSCITI A BLOCCARE IL CRACK

– IDEM LA CONSOB, CHE HA AUTORIZZATO I PROSPETTI SULL’EMISSIONE DI BOND CHE NON DOVEVANO ANDARE ALLA CLIENTELA. E INVECE...

-

Fabio Tonacci per la Repubblica
/
Quattrocentosessantaquattro giorni non sono bastati. Messe in fila, le tre ispezioni di Bankitalia che hanno messo il naso nei conti dell' Etruria tra il 2010 e il 2015 sono durate quasi un anno e mezzo. Eppure, non ne hanno impedito il collasso. Né la Consob è riuscita a tutelare i risparmiatori quando gli amministratori toscani hanno deciso la mossa della disperazione, cioè vendere titoli rischiosissimi a casalinghe, pensionati e operai. I quali niente sapevano di obbligazioni subordinate, né potevano conoscere il principio del "burden sharing" che, con la condivisione del rischio, le avrebbe tramutate in fumo.
Da quando Etruria è fallita, Consob e Bankitalia si sono difese accusandosi l' un l' altra. L' unico fatto certo, al momento, è che i protocolli sullo scambio di informazioni tra i due organi di vigilanza non hanno funzionato. Perché, per dirla con le parole di un ex commissario Consob, "Bankitalia punta alla stabilità e per salvare un malato mantiene la riservatezza, la missione della Consob invece è la trasparenza". Non è difficile prevedere che voleranno di nuovo gli stracci, quando la Commissione parlamentare d' inchiesta tratterà la "pratica" Etruria.
L' ISPEZIONE

E dire che è dal 2010 che Bankitalia la tiene nel mirino. L' allora governatore Mario Draghi inviò i suoi uomini ad Arezzo, insospettito dal fatto che si erano presi Banca Federico del Vecchio e Banca Popolare Lecchese, continuando a elargire con disinvoltura crediti milionari. Il referto del team ispettivo, già allora, era eloquente: gli investimenti erano "di ardua sostenibilità", la qualità del portafoglio "scadente", il patrimonio consolidato "esiguo", gli emolumenti per l' ex presidente Elio Faralli "eccessivi". Vennero fuori anche i primi conflitti di interesse dei consiglieri di amministrazione (Rigotti e Federici). L' ispezione, però, si concluse con una carezza.
Nonostante un giudizio "parzialmente sfavorevole", nessuno fu sanzionato da Banca d' Italia. Tutto si risolse con una serie di raccomandazioni, ovviamente cadute nel vuoto. Ma è con il bond Etruria che l' intero sistema di vigilanza è precipitato.
IL BOND ETRURIA SOTTOVALUTATO
Torniamo a quei giorni di aprile del 2013. Da mesi la banca toscana è sotto gli occhi di tutti: l' agenzia Fitch le ha assegnato un rating BB+, il peggiore tra tutte le medie banche italiane, il bilancio 2012 si è chiuso con una perdita di 285 milioni e gli ispettori di Bankitalia sono di nuovo ad Arezzo. Per rafforzare il patrimonio supplementare gli amministratori decidono allora di piazzare sul mercato obbligazioni subordinate per 110 milioni di euro, in due tranche.
Gli investitori istituzionali non avrebbero abboccato, ecco quindi l' idea che si rivelerà diabolica venderle alla clientela "retail", cioè i piccoli risparmiatori, con una cedola bassa al 3,5 per cento. Alla Consob dovrebbero accendersi le spie rosse di allarme, invece i quattro commissari, nella seduta del 18 aprile, autorizzano la pubblicazione del prospetto informativo del bond Etruria.

«La decisione non fu unanime», ha raccontato in seguito una fonte interna di Consob alla procura di Arezzo. Forse qualcuno subodorò l' azzardo, ma il prospetto ebbe comunque l' ok. Salvo poi, tre anni dopo e con 5.000 sottoscrittori rimasti senza niente in mano, accusare la Banca d' Italia di non aver condiviso le informazioni disponibili e lamentarsi di non aver ricevuto la lettera del governatore Visco ai vertici di Etruria datata 24 luglio 2012.
OMESSO L' UNICO DATO UTILE
«Facevamo 200 prospetti all' anno, non ricordo come avvenne il voto», racconta a Repubblica l' ex commissario Consob, con la garanzia dell' anonimato. «Tutti i dati che avevamo furono inseriti. Se manca qualcosa è perché Bankitalia non ce lo trasmise ». Il prospetto informativo è un documento di 138 pagine, illeggibile per i non addetti. L' unica cifra comprensibile, la percentuale del rischio di perdere il denaro investito, non c' è.

Secondo alcuni analisti, per il bond Etruria arrivava al 47 per cento. Si chiama scenario probabilistico, e una direttiva del presidente Consob Giuseppe Vegas ne ha impedito l' inserimento nei prospetti, come dimostra un carteggio del maggio 2011 con il suo responsabile Divisione emittenti Claudio Salini. Lo stesso Salini che, uscito da Consob, si è accomodato su una poltrona di consigliere nel cda di Etruria. Una porta girevole che si è aperta anche per Massimo Tezzon, ex direttore generale Consob, divenuto capo del collegio sindacale.
IL SUPPLEMENTO DI NATALE
A ottobre 2013, però, arriva a conclusione il lavoro del team ispettivo di Emanuele Gatti. La relazione finale è pronta, e Gatti tra le altre cose segnala l' anomalia delle subordinate con rendimenti da titolo di Stato. Ma perché quelle carte arrivino alla Consob tocca aspettare il 6 dicembre. Si perde tempo, inutilmente. Il 23 dicembre, due giorni prima di Natale, la Commissione fa pubblicare un supplemento al prospetto di aprile, dal quale si capisce che le condizioni della banca sono peggiorate, ma la gravità della situazione riportata da Gatti non traspare. Almeno, non a chi non è un addetto ai lavori.

«Le rettifiche sui crediti (chieste da Bankitalia, ndr) non assumono in ogni caso un' entità tale da pregiudicare il mantenimento dei requisiti prudenziali», si legge in un passaggio del supplemento. E pensare che pochi giorni prima il governatore Visco aveva scritto un' altra lettera al cda di Etruria, dai toni drammatici. «La Popolare ormai è condizionata in modo irreversibile ». Pure la tempistica è singolare. Il supplemento viene pubblicato a cavallo di Natale, con due giorni lavorativi di tempo per esercitare il diritto di rescindere il contratto. Nessuno, o quasi, lo ha fatto.
LE "DUE" BANKITALIA
Nell' ultima missiva Visco invitava i vertici di Etruria a fondersi al più presto con un «partner di elevato standing». Non indicava il nome della Popolare di Vicenza, ma che l' indirizzo fosse quello si deduce dal report della terza ispezione (dicembre- febbraio 2015), dove l' offerta dell' istituto vicentino è definita «l' unica giuridicamente rilevante». Per la mancata fusione i consiglieri sono stati sanzionati e gli sono stati chiesti 212 milioni di danni dal commissario liquidatore.
E però qualcosa non torna, perché nel 2014, quando si doveva fare l' operazione, la Popolare di Vicenza era già in crisi e difficilmente avrebbe potuto sostenere l' aggregazione. In quali condizioni fosse l' ha ricordato di recente il capo della vigilanza di Bankitalia Carmelo Barbagallo alla Commissione parlamentare. Sarà chiamato a spiegare anche questa contraddizione. Una delle tante del caso Etruria.


http://www.dagospia.com/rubrica-4/busin ... 160679.htm
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Re: Renzi

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13 nov 2017 15:18
UN BUCO CHIAMATO ETRURIA

- TRA IL 2010 ED IL 2015 GLI ISPETTORI DI BANKITALIA SONO RIMASTI NELLA BANCA DI AREZZO PER UN ANNO E MEZZO. E NON SONO RIUSCITI A BLOCCARE IL CRACK

– IDEM LA CONSOB, CHE HA AUTORIZZATO I PROSPETTI SULL’EMISSIONE DI BOND CHE NON DOVEVANO ANDARE ALLA CLIENTELA. E INVECE...

-

Fabio Tonacci per la Repubblica
/
Quattrocentosessantaquattro giorni non sono bastati. Messe in fila, le tre ispezioni di Bankitalia che hanno messo il naso nei conti dell' Etruria tra il 2010 e il 2015 sono durate quasi un anno e mezzo. Eppure, non ne hanno impedito il collasso. Né la Consob è riuscita a tutelare i risparmiatori quando gli amministratori toscani hanno deciso la mossa della disperazione, cioè vendere titoli rischiosissimi a casalinghe, pensionati e operai. I quali niente sapevano di obbligazioni subordinate, né potevano conoscere il principio del "burden sharing" che, con la condivisione del rischio, le avrebbe tramutate in fumo.
Da quando Etruria è fallita, Consob e Bankitalia si sono difese accusandosi l' un l' altra. L' unico fatto certo, al momento, è che i protocolli sullo scambio di informazioni tra i due organi di vigilanza non hanno funzionato. Perché, per dirla con le parole di un ex commissario Consob, "Bankitalia punta alla stabilità e per salvare un malato mantiene la riservatezza, la missione della Consob invece è la trasparenza". Non è difficile prevedere che voleranno di nuovo gli stracci, quando la Commissione parlamentare d' inchiesta tratterà la "pratica" Etruria.
L' ISPEZIONE

E dire che è dal 2010 che Bankitalia la tiene nel mirino. L' allora governatore Mario Draghi inviò i suoi uomini ad Arezzo, insospettito dal fatto che si erano presi Banca Federico del Vecchio e Banca Popolare Lecchese, continuando a elargire con disinvoltura crediti milionari. Il referto del team ispettivo, già allora, era eloquente: gli investimenti erano "di ardua sostenibilità", la qualità del portafoglio "scadente", il patrimonio consolidato "esiguo", gli emolumenti per l' ex presidente Elio Faralli "eccessivi". Vennero fuori anche i primi conflitti di interesse dei consiglieri di amministrazione (Rigotti e Federici). L' ispezione, però, si concluse con una carezza.
Nonostante un giudizio "parzialmente sfavorevole", nessuno fu sanzionato da Banca d' Italia. Tutto si risolse con una serie di raccomandazioni, ovviamente cadute nel vuoto. Ma è con il bond Etruria che l' intero sistema di vigilanza è precipitato.
IL BOND ETRURIA SOTTOVALUTATO
Torniamo a quei giorni di aprile del 2013. Da mesi la banca toscana è sotto gli occhi di tutti: l' agenzia Fitch le ha assegnato un rating BB+, il peggiore tra tutte le medie banche italiane, il bilancio 2012 si è chiuso con una perdita di 285 milioni e gli ispettori di Bankitalia sono di nuovo ad Arezzo. Per rafforzare il patrimonio supplementare gli amministratori decidono allora di piazzare sul mercato obbligazioni subordinate per 110 milioni di euro, in due tranche.
Gli investitori istituzionali non avrebbero abboccato, ecco quindi l' idea che si rivelerà diabolica venderle alla clientela "retail", cioè i piccoli risparmiatori, con una cedola bassa al 3,5 per cento. Alla Consob dovrebbero accendersi le spie rosse di allarme, invece i quattro commissari, nella seduta del 18 aprile, autorizzano la pubblicazione del prospetto informativo del bond Etruria.

«La decisione non fu unanime», ha raccontato in seguito una fonte interna di Consob alla procura di Arezzo. Forse qualcuno subodorò l' azzardo, ma il prospetto ebbe comunque l' ok. Salvo poi, tre anni dopo e con 5.000 sottoscrittori rimasti senza niente in mano, accusare la Banca d' Italia di non aver condiviso le informazioni disponibili e lamentarsi di non aver ricevuto la lettera del governatore Visco ai vertici di Etruria datata 24 luglio 2012.
OMESSO L' UNICO DATO UTILE
«Facevamo 200 prospetti all' anno, non ricordo come avvenne il voto», racconta a Repubblica l' ex commissario Consob, con la garanzia dell' anonimato. «Tutti i dati che avevamo furono inseriti. Se manca qualcosa è perché Bankitalia non ce lo trasmise ». Il prospetto informativo è un documento di 138 pagine, illeggibile per i non addetti. L' unica cifra comprensibile, la percentuale del rischio di perdere il denaro investito, non c' è.

Secondo alcuni analisti, per il bond Etruria arrivava al 47 per cento. Si chiama scenario probabilistico, e una direttiva del presidente Consob Giuseppe Vegas ne ha impedito l' inserimento nei prospetti, come dimostra un carteggio del maggio 2011 con il suo responsabile Divisione emittenti Claudio Salini. Lo stesso Salini che, uscito da Consob, si è accomodato su una poltrona di consigliere nel cda di Etruria. Una porta girevole che si è aperta anche per Massimo Tezzon, ex direttore generale Consob, divenuto capo del collegio sindacale.
IL SUPPLEMENTO DI NATALE
A ottobre 2013, però, arriva a conclusione il lavoro del team ispettivo di Emanuele Gatti. La relazione finale è pronta, e Gatti tra le altre cose segnala l' anomalia delle subordinate con rendimenti da titolo di Stato. Ma perché quelle carte arrivino alla Consob tocca aspettare il 6 dicembre. Si perde tempo, inutilmente. Il 23 dicembre, due giorni prima di Natale, la Commissione fa pubblicare un supplemento al prospetto di aprile, dal quale si capisce che le condizioni della banca sono peggiorate, ma la gravità della situazione riportata da Gatti non traspare. Almeno, non a chi non è un addetto ai lavori.

«Le rettifiche sui crediti (chieste da Bankitalia, ndr) non assumono in ogni caso un' entità tale da pregiudicare il mantenimento dei requisiti prudenziali», si legge in un passaggio del supplemento. E pensare che pochi giorni prima il governatore Visco aveva scritto un' altra lettera al cda di Etruria, dai toni drammatici. «La Popolare ormai è condizionata in modo irreversibile ». Pure la tempistica è singolare. Il supplemento viene pubblicato a cavallo di Natale, con due giorni lavorativi di tempo per esercitare il diritto di rescindere il contratto. Nessuno, o quasi, lo ha fatto.
LE "DUE" BANKITALIA
Nell' ultima missiva Visco invitava i vertici di Etruria a fondersi al più presto con un «partner di elevato standing». Non indicava il nome della Popolare di Vicenza, ma che l' indirizzo fosse quello si deduce dal report della terza ispezione (dicembre- febbraio 2015), dove l' offerta dell' istituto vicentino è definita «l' unica giuridicamente rilevante». Per la mancata fusione i consiglieri sono stati sanzionati e gli sono stati chiesti 212 milioni di danni dal commissario liquidatore.
E però qualcosa non torna, perché nel 2014, quando si doveva fare l' operazione, la Popolare di Vicenza era già in crisi e difficilmente avrebbe potuto sostenere l' aggregazione. In quali condizioni fosse l' ha ricordato di recente il capo della vigilanza di Bankitalia Carmelo Barbagallo alla Commissione parlamentare. Sarà chiamato a spiegare anche questa contraddizione. Una delle tante del caso Etruria.


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Re: Renzi

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nov 2017 17:49
IO E RENZI SIAMO ACCOMUNATI DA MOLTI VALORI E NON CI DIVIDE NIENTE’

- VIDEO: FAUSTO BRIZZI ALLA LEOPOLDA 2012, QUANDO FACEVA PURE IL GHOSTWRITER DELL’ASCESA DEL CAZZARO DI RIGNANO: ‘IL SUO IMMAGINARIO È FORMATO DA PERSONE TOTALMENTE PULITE. E POI HA CAPITO CHE LA POLITICA NON È UN MESTIERE, HA PROMESSO CHE SE PERDE SE NE VA A CASA’ (CIAO CORE)


- ‘IL MIO LIBRO PREFERITO? PINOCCHIO’
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Re: Renzi

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UncleTom ha scritto:APPRENDISTATO
ALLA CATASTROFE


Matteo decida : o rifonda il Pd con
gli altri o fa il Macron tardivo
con un partito del Capo. Altrimenti
consegnerà il Paese alla destra

di Massimo Cacciari


La campagna elettorale siciliana è stata svolta dal Pd in modo così sciagurato da poter rendere plausibile l'idea che si tratti di un voto "locale".

Impossibile che si ripeta una situazione in cui il suo leader diserta ogni confronto fino a giungere all'esilarante battuta di "vinca il migliore".

Certo che i segnali di una sconfitta del centrosinistra alle prossime politiche si fanno prepotenti.

A ciò ha condotto la testarda e cieca insistenza nel non voler vedere il disfacimento dell'idea originaria del Pd, o meglio nel voler ignorare il suo non essere mai nato, procedendo ad una
consensuale e pacifica separazione tra le sue componenti, ciò che avrebbe consentito a ciascuna di prendersi cura magari con profitto delle proprie aree di riferimento.


Renzi oggi è il primo a rischiare di finire massacrato dal logorio di questi anni da "guerra dei Roses" (ricordate il grande film?).


"Liberati" sia Renzi che la "Sinistra" dalla triste necessità di dare ospitalità a perfatti nemici, e liberata" la scena dal deprimente spettacolo della loro stasis (guerra civile) in sedicesimo essi avrebbero magari potuto, ciascuno per la sua parte, costruire proposte più convincenti per quei settori della nostra società, sempre più ampi che soffrono in totale disorientamento l'attuale crisi, ben più che economica e sociale, etica.

La conclusione perfetta di questi anni di apprendistato alla catastrofe è stata la legge elettorale, salutata dagli applausi di coloro che gli dèi, volendone la rovina hanno evidentemente accecato.

Una legge che premia le coalizioni, comunque composte, che premia i più furbi e i più assetati di potere a ogni prezzo, e colpisce a morte, o quasi, che non dispongono di una tale arte.

In primis, i grillini, è ovvio.

Si è fatto come nel Palio di Siena, quando una contrada certa della sconfitta perchè ha sorteggiato il cavallo peggiore, all'unico scopo di far perdere la contrada nemica?

niMa con chi farà coalizione, di grazia, il Pd renziano?

Con Alfano e Verdini?

Per perdere automaticamente Pisapia?

Per perdere Alfano?(Verdini no - quello ci sarà sempre dietro giusto compenso - e farà sempre perdere voti di nostalgici, che rimangono tanti anche per il Pd di Renzi).

Si ricompatterà con Bersani e Speranza?

Può anche darsi - ma con D'Alema?

E poi, come?

Un patto semplice di desistenza nei collegi appare tecnicamente impraticabile, di nuovo grazie all'attuale stupefacente invenzione dell'amico Rosato.
CONTINUA
Se si trattasse di Mattarellum, sarebbe una prospettiva anche possibile (a parte l'indecenza di ritrovarsi insieme dopo gli anatemi intercorsi) ma coi voti da conquistare al proporzionale, o è coalizione ovunque oppure, con la desistenza si chiede a un partito minore il puro e semplice sacrificio nei collegi uninominali, cioè l'impossibile.

Che fare, allora, per impedire che il risultato siciliano si catapulti su quello politico nazionale?

Basta i passo indietro di Renzi?

Se avvenissi senza alacun cenno autocritico, semplicemente perchè i sondaggi dicono.....sarebbe peggio il "taccone" del buco.

Renzi dovrebbe certo ammettere con serietà la propri sconfitta e di non essere il candidato premier.

Ma se il famoso passo indietro non appare conseguenza di un dibattito, che metta davvero in discussione non solo alcuni aspetti del "programma", ma natura e senso del Pd- cioè costruire un nuovo inizio - il sacrificio dell'ex leader massimo risulterebbe vano.

O Renzi percorre la strada di una rifondazione collegiale del partito, oppure compia lo strappo definitivo: si finga, seppur tardivamente, un Macron, spiazzi tutti, non accetti alcun gioco - spartitorio correntizio per le candidature, e si appelli, da quell'autentico populista che è sempre stato, al "popolo sovrano".

La prima strada non può che essere segnata da importanti eventi programmatici nei quali la voce di fedelissimi cortigiani lasci il posto a quella di chi cerca con responsabilità, disinteresse, e competenza via d'uscita realistiche dalla palude in cui stiamo affondando.

La seconda è più semplice, il naturale proseguimento di quella fin qui percorsa attraverso mille lacci e lacciuoli: l'eliminazione di ogni forma partito a un comitato promotore del Capo.

Non è detto che possa avere successo.

Dall’altra parte, la vittoria è sempre sul punto di trasformarsi in quella di Pirro.

Per quanto continuerà ad ardere il fuoco fatuo di Berlusconi?

E quanto potrà durare un governo di popolari europei, per quanto finti, con i Salvini e le Meloni?

Potranno i grillini sognare in eterno di raggiungere da soli il 51%?

Un Pd capace di giocare tutto contro tutti attraverso il suo leader finalmente “scatenato”, credo potrebbe puntare ancora, facendo leva sulle altrui contraddizioni e miserie, ad essere “il partito della nazione”.

Le elezioni europee al 40% non sono dell’altro secolo.

Certo è che Renzi non può più permettersi di barcamenarsi in mezzo al guado.

Sta in primis ai suoi compagni di partito, se ancora ne esistono, spingerlo e costringerlo per una via o per l’altra.
L’alternativa deve essere netta anche per loro: Renzi deve essere chiamato subito a decidersi.

E gli altri fare altrettanto, con nettezza e rapidità, di conseguenza.

Dovranno altrimenti rispondere dell’aver consegnato il governo del Paese, combattendo peggio che male, a una coalizione di destra quasi fantapolitica, che trova ancora in Berlusconi se non la propria guida, il fattore d’ordine e il collante decisivo.

Basta e avanza questo per il de profundis definitivo di un’intera classe politica.
UncleTom
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Re: Renzi

Messaggio da UncleTom »

16 nov 2017 09:57
IL DUCETTO, UNA PALLA AL PIEDE DELLA SINISTRA

– BERSANI SBEFFEGGIA RENZI: “UNITI SI PERDE” E D’ALEMA SFANCULA I TENTATIVI DI FASSINO

– PRODI IN MOVIMENTO: VEDE FRANCESCHINI E MARTINA

– IL TANDEM GRASSO-BOLDRINI COME LA “SORA CAMILLA”: TUTTI LI VOGLIONO E NESSUNO SE LI PIGLIA…

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Pure se Matteo Renzi è sicuro che dopo il 2 dicembre, quando sarà battezzata la lista unitaria di Mdp guidata da Piero Grasso, i compagni arriveranno a più miti consigli (così ha detto ad uno dei suoi interlocutori), ad oggi Pierluigi Bersani chiude la porta a un' intesa elettorale. Non solo rinviando a data da fissare un confronto con il delegato di Renzi alle alleanze a sinistra, Piero Fassino: al cui cospetto si presenterà magari Epifani e non certo D' Alema (che pare gli abbia già comunicato al telefono il suo «niet») o Bersani. Ma coniando uno slogan efficace, come quell' «uniti si perde», evocato dalla Gruber ieri sera.
L' ex segretario è persuaso infatti che andando in coalizione col Pd renziano, la sinistra unita perderebbe la sua forza propulsiva, per usare un termine in uso negli anni del Pci: dimezzando i suoi consensi. «C' è un pezzo di popolo del centrosinistra che non ne vuol sapere di Renzi e della sua arroganza», ha spiegato a Otto e Mezzo. Dove ha definito «un teatro» questa mediazione affidata a Fassino.

GRASSO-BOLDRINI ATTACCANO
Il clima non è dei migliori se i suoi uomini contrattaccano, «ieri dal Pd lo criticavano perchè starebbe assumendo un ruolo politico e oggi viene consultato dal delegato della segreteria pd...». E anche la Boldrini non sarebbe stata da meno, se è vero che ha rintuzzato le critiche, dicendo a Fassino che in questi anni sul merito delle politiche ha visto «contaminazioni con la destra» che l' hanno portata a dare quel giudizio sul Pd.
E se queste sono le premesse di due presidenti che ancora parlano senza avere ruolo, «abbiamo avuto un piacevole scambio di opinioni che ho espresso a titolo personale», chiarisce la Boldrini, non stupisce che Bersani si mostri tranchant, tagliando per ora i ponti col suo ex partito. «Uniti si perde. È cambiando che si vince. Questo a Renzi non è chiaro», dice l' ex leader. Che spara a zero. «Senza un cambio di politiche inutile ammucchiarsi. Vince la destra». Con una sola flebile apertura. «Se il Pd cancella il Jobs act e si tiene Renzi come leader ci stiamo alla grande. La gente che incontro io e non è disposta a votare Pd perché glielo dice Bersani».

IL PROF. DARÀ UNA MANO
Mentre Lorenzo Guerini, delegato per i centristi marcia in discesa (ieri ha visto Dellai, Casini, la Lorenzin), Fassino invece va in salita, ma non dispera di convincere Mdp, concedendo qualcosa di concreto. «Non siamo chiamati a dare un giudizio su come abbiamo governato ma a scrivere un programma con cui presentarci agli elettori. Nel fare questo si può andare oltre, introducendo le correzioni necessarie».
Il delegato per la sinistra oggi vedrà Romano Prodi, che ieri ha pranzato con Martina e Franceschini: il Professore, confida Arturo Parisi, ha apprezzato le aperture alle alleanze larghe: «Prodi ha sempre dichiarato la sua preoccupazione per la unità più ampia e non può che incoraggiare e se possibile mettere qualche buona parola», dice Parisi.

ULTIMATUM MDP A PISAPIA
E in questo calderone che è la sinistra, Pisapia (che sabato vedrà Fassino) incassa pure un duro strattone per uscire dal guado: in Transatlantico gira voce che si sia beccato un ultimatum da Mdp. Della serie: decidi entro il 26 novembre, giorno delle assemblee provinciali, o sei fuori dalla lista unitaria...

http://www.dagospia.com/rubrica-3/polit ... 160915.htm
UncleTom
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Re: Renzi

Messaggio da UncleTom »

16 nov 2017 18:24
SCENARI DALLE URNE (FUNERARIE)

- BERLUSCONI NON E’ COSI’ CONVINTO DELLE LARGHE INTESE CON IL PD: VEDE LA LEADERSHIP DI RENZI ANCORA PIU’ TRABALLANTE E TEME NUOVE FRATTURE NEL PARTITO

- I NUOVI SCISSIONISTI DEMOCRAT POTREBBERO, IN ACCORDO CON BERSANI, SOSTENERE UN GOVERNO A GUIDA GRILLINA


vedi fotomontaggio e articolo di Francesco Verderami


http://www.dagospia.com/rubrica-3/polit ... 160938.htm
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