Il più bel ricordo (l'ultimo) di Lucio Dalla
Il più bel ricordo (l'ultimo) di Lucio Dalla
Lucio Dalla era un angelo capitato per caso sulla terra e coperto di peli per non farsene accorgere. Era anche - oltre a tutto quello che sappiamo e possiamo ancora ascoltare - un grande amico mio, e del Fatto Quotidiano. L'avevo sentito ancora l'altroieri, per il blog che doveva inaugurare oggi sul nostro sito. Mi aveva mandato un suo scritto, poesia pura, che Marco Alemanno aveva letto ai ragazzi di un liceo di Zurigo proprio l'altro giorno durante un incontro pubblico con lui. Voleva raccontarci quotidianamente la sua tournèe in giro per l'Europa, quella che non è riuscito a terminare. Non ci sono parole per descrivere chi era il piccolo grande Lucio a chi non l'ha conosciuto. Voglio regalarvi le sue, quelle della sua ultima mail che accompagnava quell'intervento:
"Caro Marco,
questo è un mio scritto che Marco ha letto in un liceo di Zurigo: è rivolto a dei 'giovani incomprensibili' come vestiti senza armadio o passeri sotto la pioggia senza un filo dove appoggiarsi. Io ho speranza e vorrei passargliene un po' anche a loro, avvertendoli dei piccoli pericoli mortali che li circondano e che a volte nelle notti senza luna puntano dritti verso il loro cuore. Mi verrebbe da parlare per dei mesi di quello che ho visto e vedo e sogno un futuro da baciare in bocca ma a volte sembra che non solo la bocca ma anche il futuro non c'è!
Lucio".
(Marco Travaglio su FB)
"Caro Marco,
questo è un mio scritto che Marco ha letto in un liceo di Zurigo: è rivolto a dei 'giovani incomprensibili' come vestiti senza armadio o passeri sotto la pioggia senza un filo dove appoggiarsi. Io ho speranza e vorrei passargliene un po' anche a loro, avvertendoli dei piccoli pericoli mortali che li circondano e che a volte nelle notti senza luna puntano dritti verso il loro cuore. Mi verrebbe da parlare per dei mesi di quello che ho visto e vedo e sogno un futuro da baciare in bocca ma a volte sembra che non solo la bocca ma anche il futuro non c'è!
Lucio".
(Marco Travaglio su FB)
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Re: Il più bel ricordo (l'ultimo) di Lucio Dalla
Abbiamo perso un catante completo come lo era Lucio Battisti.Lucio Dalla cantava scriveva suonava un artista completo che ricorderemo sempre.
Dio si prende sempre in anticipo i migliori.Lui lo era anche al di fuori nella vita quotidiana.
Ciao Lucio
aolo11
Dio si prende sempre in anticipo i migliori.Lui lo era anche al di fuori nella vita quotidiana.
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Re: Il più bel ricordo (l'ultimo) di Lucio Dalla
Visto dal vivo nell'estate 2010 con De Gregori.... sublime!
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
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Re: Il più bel ricordo (l'ultimo) di Lucio Dalla
Mi tornano in mente i vecchi tempi in cui lo invitavamo come ARCi per dei concerti come pure per le feste dell'unita.
Era un po' a modo suo.
Alla sera quando era finito tutto ci trivavamo al ristorante(un po' tardino) per cenare assieme e per saldare il conto e poi si parlava un po' di tutto poiche si interessava di tutto e le ora si facevano piccole.
ciao
Era un po' a modo suo.
Alla sera quando era finito tutto ci trivavamo al ristorante(un po' tardino) per cenare assieme e per saldare il conto e poi si parlava un po' di tutto poiche si interessava di tutto e le ora si facevano piccole.
ciao
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: Il più bel ricordo (l'ultimo) di Lucio Dalla
Grazie di tutto
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: Il più bel ricordo (l'ultimo) di Lucio Dalla
Mi piace ricordarlo cosi'... http://www.youtube.com/watch?v=H8g8C1909fE
Ciao Lucio, che la terra ti sia lieve.
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Re: Il più bel ricordo (l'ultimo) di Lucio Dalla
Questa sera su rai3 a che tempo che fa bel ricordo da parte di Vecchioni che ha letto e commentato il testo di Caro Amico Ti Scrivo.
Emozionante! Peccato che questi vengano sempre e soltanto quando ritorni alla casa del Padre.
un salutone
Emozionante! Peccato che questi vengano sempre e soltanto quando ritorni alla casa del Padre.
un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
Re: Il più bel ricordo (l'ultimo) di Lucio Dalla
BLOG di Marco Travaglio
di Marco Travaglio | 6 marzo 2012
Lucio e Marco
Lucio Dalla fa miracoli anche da morto. Il funerale proprio il 4 marzo nella sua Piazza Grande. L’abbraccio di tutta Bologna e di un bel pezzo d’Italia dentro e fuori San Petronio, dopo due giorni interi passati ad ascoltare le sue note sparse nell’aria della sua città. E soprattutto il saluto finale di Marco Alemanno, il suo giovane innamorato, che ha straziato ma anche rinfrescato l’atmosfera della vecchia basilica, strappando l’unico applauso non stonato (per il resto, gli applausi in chiesa sono sempre stonati): l’applauso liberatorio per un gesto che ha squarciato il velo di tanta ipocrisia e anche, diciamolo pure, di tanta omofobia.
Non so se fosse previsto – nel rigido cerimoniale fissato dalla Curia bolognese, così rigido da negare a tutti noi persino un ritornello, una nota delle sue canzoni – che Marco leggesse, oltre al testo del brano “Le rondini”, anche il suo ricordo personale degli ultimi anni vissuti accanto a Lucio: quel ricordo che si è concluso con un “grazie!” urlato e commosso proprio sotto l’altare. Può darsi che si sia trattato di un fuori programma che ha colto di sorpresa anche qualcuno dei preti concelebranti avvolti nei paramenti viola-quaresima. Certo era voluto l’affettuoso accenno che padre Bernardo Boschi, amico e confessore di Lucio, ha dedicato a Marco nell’omelia (“questo tonfo… quasi crudele, vero Marco?… ci ha lasciati tutti più soli, più tristi”). Ma, sia che la cosa fosse prevista, sia che fosse un fuor d’opera, meglio così: è stata una benedizione anche per chi, come il sottoscritto, pensa che la vita sessuale di una persona sia un fatto privato, salvo che la persona stessa non decida di metterlo in pubblico.
Su questo hanno detto e scritto in tanti, dopo l’aspra invettiva-provocazione di Aldo Busi. Ma, comunque la si pensi, è un fatto che Lucio Dalla abbia condiviso gli ultimi anni della sua vita (i più sereni, fra l’altro, per unanime riconoscimento degli amici più cari) con un giovane uomo: Marco Alemanno, appunto. Quel che è accaduto in San Petronio, anche se non voluto fino in fondo, fa bene alla Chiesa: le scrolla di dosso un’immagine sessuofobica e omofoba che tanti dolori ha provocato a molti credenti omosessuali e soprattutto ai loro famigliari e che ancora, al funerale di domenica, è echeggiata nelle parole di monsignor Gabriele Cavina, numero tre della Curia bolognese, che ha presentato Alemanno come “collaboratore” di Dalla e ha rammentato il dovere della confessione e della penitenza per non “accostarsi all’Eucarestia in peccato mortale”.
Un precetto che molti han trovato superfluo e soprattutto stonato, in quel contesto. Ma il piccolo miracolo di San Petronio fa bene anche al mondo dell’informazione che, se possibile, riesce talvolta a essere più ipocrita e omofobo persino di certe gerarchie ecclesiastiche, ossessionate dal sesso e digiune d’amore. Prima che Marco ci liberasse con un semplice grazie da tante tartuferie, molti giornali, tv e siti web l’avevano presentato come “amico”, “collega”, “stretto collaboratore” e altri ridicoli e imbarazza(n)ti giri di parole per non usare la più bella e la più semplice delle espressioni: compagno innamorato.
In prima fila, in basilica, c’erano politici di destra e di sinistra che per anni sono stati al governo o in Parlamento e non sono riusciti, anzi sono riusciti a non dare all’Italia una legge che riconosca i diritti minimi a due innamorati di sesso “sbagliato”. Conoscendo Lucio, quei politici sapevano tutto di lui e di Marco: a loro quel che è accaduto in San Petronio non ha rivelato nulla. Se ora, usciti di chiesa e tornati in Parlamento, la presentassero e la votassero tutti insieme, quella legge che manca solo all’Italia, compirebbero un gesto semplicemente doveroso, soprattutto per i non famosi. Un gesto tutt’altro che coraggioso, perché ci vuole un bel coraggio a non compierlo. Sarebbe l’ultimo miracolo di Lucio.
Il Fatto Quotidiano, 6 Marzo 2012
di Marco Travaglio | 6 marzo 2012
Lucio e Marco
Lucio Dalla fa miracoli anche da morto. Il funerale proprio il 4 marzo nella sua Piazza Grande. L’abbraccio di tutta Bologna e di un bel pezzo d’Italia dentro e fuori San Petronio, dopo due giorni interi passati ad ascoltare le sue note sparse nell’aria della sua città. E soprattutto il saluto finale di Marco Alemanno, il suo giovane innamorato, che ha straziato ma anche rinfrescato l’atmosfera della vecchia basilica, strappando l’unico applauso non stonato (per il resto, gli applausi in chiesa sono sempre stonati): l’applauso liberatorio per un gesto che ha squarciato il velo di tanta ipocrisia e anche, diciamolo pure, di tanta omofobia.
Non so se fosse previsto – nel rigido cerimoniale fissato dalla Curia bolognese, così rigido da negare a tutti noi persino un ritornello, una nota delle sue canzoni – che Marco leggesse, oltre al testo del brano “Le rondini”, anche il suo ricordo personale degli ultimi anni vissuti accanto a Lucio: quel ricordo che si è concluso con un “grazie!” urlato e commosso proprio sotto l’altare. Può darsi che si sia trattato di un fuori programma che ha colto di sorpresa anche qualcuno dei preti concelebranti avvolti nei paramenti viola-quaresima. Certo era voluto l’affettuoso accenno che padre Bernardo Boschi, amico e confessore di Lucio, ha dedicato a Marco nell’omelia (“questo tonfo… quasi crudele, vero Marco?… ci ha lasciati tutti più soli, più tristi”). Ma, sia che la cosa fosse prevista, sia che fosse un fuor d’opera, meglio così: è stata una benedizione anche per chi, come il sottoscritto, pensa che la vita sessuale di una persona sia un fatto privato, salvo che la persona stessa non decida di metterlo in pubblico.
Su questo hanno detto e scritto in tanti, dopo l’aspra invettiva-provocazione di Aldo Busi. Ma, comunque la si pensi, è un fatto che Lucio Dalla abbia condiviso gli ultimi anni della sua vita (i più sereni, fra l’altro, per unanime riconoscimento degli amici più cari) con un giovane uomo: Marco Alemanno, appunto. Quel che è accaduto in San Petronio, anche se non voluto fino in fondo, fa bene alla Chiesa: le scrolla di dosso un’immagine sessuofobica e omofoba che tanti dolori ha provocato a molti credenti omosessuali e soprattutto ai loro famigliari e che ancora, al funerale di domenica, è echeggiata nelle parole di monsignor Gabriele Cavina, numero tre della Curia bolognese, che ha presentato Alemanno come “collaboratore” di Dalla e ha rammentato il dovere della confessione e della penitenza per non “accostarsi all’Eucarestia in peccato mortale”.
Un precetto che molti han trovato superfluo e soprattutto stonato, in quel contesto. Ma il piccolo miracolo di San Petronio fa bene anche al mondo dell’informazione che, se possibile, riesce talvolta a essere più ipocrita e omofobo persino di certe gerarchie ecclesiastiche, ossessionate dal sesso e digiune d’amore. Prima che Marco ci liberasse con un semplice grazie da tante tartuferie, molti giornali, tv e siti web l’avevano presentato come “amico”, “collega”, “stretto collaboratore” e altri ridicoli e imbarazza(n)ti giri di parole per non usare la più bella e la più semplice delle espressioni: compagno innamorato.
In prima fila, in basilica, c’erano politici di destra e di sinistra che per anni sono stati al governo o in Parlamento e non sono riusciti, anzi sono riusciti a non dare all’Italia una legge che riconosca i diritti minimi a due innamorati di sesso “sbagliato”. Conoscendo Lucio, quei politici sapevano tutto di lui e di Marco: a loro quel che è accaduto in San Petronio non ha rivelato nulla. Se ora, usciti di chiesa e tornati in Parlamento, la presentassero e la votassero tutti insieme, quella legge che manca solo all’Italia, compirebbero un gesto semplicemente doveroso, soprattutto per i non famosi. Un gesto tutt’altro che coraggioso, perché ci vuole un bel coraggio a non compierlo. Sarebbe l’ultimo miracolo di Lucio.
Il Fatto Quotidiano, 6 Marzo 2012
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- Iscritto il: 21/02/2012, 22:29
Re: Il più bel ricordo (l'ultimo) di Lucio Dalla
Ieri ero al lavoro e ho incrociato una giornalista che penso abbia passato sette ore in sala trucco.
Quando non si accetta la propria maturazione si vive male.
Comunque, appena passata, ho cominciato a canticchiare
RICORDO UN’ATTRICE CICCIONA INGUANTATA DA TUTA SINTETICA PER FAR SUDARE LE NATICHE
NELLA SPIAGGIA DI RIMINI
E RICORDO UNA FATA TURCHINA BASSINA CHINATA INZUPPATA CHE MI ACCAREZZA LE VONGOLE
NELLA SPIAGGIA DI RIMINI
RIMINI
COM’È CHE LE PERSONE A RIMINI
VOGLION SEMBRAR SEMPRE PIÙ GIOVANI
AMAMI
SEGUIMI
SOLO COSÌ TI GODI RIMINI
SOLO COSÌ SI RESTA GIOVANI
AMAMI
eccetera
Quando non si accetta la propria maturazione si vive male.
Comunque, appena passata, ho cominciato a canticchiare
RICORDO UN’ATTRICE CICCIONA INGUANTATA DA TUTA SINTETICA PER FAR SUDARE LE NATICHE
NELLA SPIAGGIA DI RIMINI
E RICORDO UNA FATA TURCHINA BASSINA CHINATA INZUPPATA CHE MI ACCAREZZA LE VONGOLE
NELLA SPIAGGIA DI RIMINI
RIMINI
COM’È CHE LE PERSONE A RIMINI
VOGLION SEMBRAR SEMPRE PIÙ GIOVANI
AMAMI
SEGUIMI
SOLO COSÌ TI GODI RIMINI
SOLO COSÌ SI RESTA GIOVANI
AMAMI
eccetera
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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