Come se ne viene fuori ?

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UncleTom
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Re: Come se ne viene fuori ?

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......GLI INSEGNAMENTI SULLA MAGIA DEL "MAGO OTELMA" SONO SERVITI............





Notizia di testa de "il Fatto Quotidiano", di oggi:



I pm chiedono alla Lega 48 milioni di fondi pubblici, Salvini vuole ridarne 3. E
s'indaga per riciclaggio anche sul dopo - Bossi: 18 milioni sono spariti nel nulla


:twisted: :twisted: :twisted: :twisted:
BANDA HACKER IN AZIONE
NON FUNZIONA


Non che gli altri siano meglio, ma lo scannatoio per la corsa alla poltrona è motivata da questa manna del "Gratta e Vinci"
UncleTom
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.........PRENDERE COSCENZA DELLA SECONDA CAPORETTO.....................



Dal Fatto Quotidiano di mercoledì 31 gennaio 2018.



INCUBO LARGHE INTESE


LA CATASTROFE DELLO STATUS QUO

di SALVATORE SETTIS


"La vera catastrofe è lascia-
re che tutto continui co-
me ora. Questa profezia
di Walter Benjamin par
fatta su misura per l'Ita-
lia di oggi. Ma anche di
ieri. Lo capirono bene gli
elettori del 2013, rega-
lando al M5S 8.691.406
voti facendone il primo
partito d'Itala, e non
perchè avesse program-
mi di governi credibili,
bensì per una vaga ma
forte speranza i novità.

E fu solo grazie al Porcellum che non ai singoli partiti, ma le coalizioni raccolte intorno al Pd e a Berlusconi raccattarono più seggi.
All'indomani di quelle elezioni, Barbara Spinelli lanciò su Repubblica (9 marzo)un appello a Beppe Grillo.
Un patto per cambiare, se non ora quando?; un simile appello fu lanciato il giorno dopo sullo stesso giornale da Michele Serra(Spinelli ed io li firmammo entrambi).
Chiedevamo che "la speranza di cambiamento non venga travolta da interessi di partito, calcoli di vertice, chiusure settarie, diffidenze, personalismi".
Chiedevamo di impedire le "larghe intese" con Berlusconi che erano dietro l'angolo, formando un governo a termine che affrontasse alcune urgenze, come il conflitto d'interessi e la legge elettorale e lasciando nuovi "investimenti su territorio, energia, ricerca, scuola pubblica".

CONTINUA
UncleTom
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Re: Come se ne viene fuori ?

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.........CRONACA DI UNA DISFATTA.....




AD UN MESE DALLE ELEZIONI LA GUERRA TRA LE FAZIONI (I PARTITI SONO MORTI) SI FA SEMPRE PIU' ASPRA


Dal Fatto Quotidiano:



SANDRO BONDI



"Mi vergogno di Arcore
non dovevo stare lì'"


^^^^^

CORTE DEI CONTI Il sindaco ed ex Ad pagò 4,3 milioni il"verde" costato ai privati 1,6

Expo, i 6 mila Spelacchio di Sala:
s'indaga per 2,2 milioni di danni



E' una condizione normale per una società allo :twisted: s5tadio :twisted: finale della decomposizione
iospero
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Come se ne viene fuori ?
Con questa legge elettorale in cui i programmi dei partiti non contano niente perchè nessuno avrà la maggioranza per governare e tutto si deciderà dopo aver visto i risulrati elettorali, credo sia fondamentale per i cittadini sapere se gli iscritti al partito o movimento saranno consultati per accettare i nuovi programmi che una ipotetica maggioranza dovrebbe condividere. In Germania gli accordi fra Cdu-Csu della cancelliera Angela Merkel e i socialdemocratici di Martin Schulz del SPD devono essere approvati dalle rispettive basi degli iscritti e così sarebbe da farsi anche in Italia.
Forse non sono bene informato, ma credo che attualmente il M5S e LEU siano pronti per consultare la base degli iscritti , circa gli altri partiti o movimenti non trovo alcuna notizia.
Qualcuno è in grado di informarci ?
iospero
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Come se ne viene fuori ?

Con questa legge elettorale in cui i programmi dei partiti non contano niente perchè nessuno avrà la maggioranza per governare e tutto si deciderà dopo aver visto i risulrati elettorali, credo sia fondamentale per i cittadini sapere se gli iscritti al partito o movimento saranno consultati per accettare i nuovi programmi che una ipotetica maggioranza dovrebbe condividere. In Germania gli accordi fra Cdu-Csu della cancelliera Angela Merkel e i socialdemocratici di Martin Schulz del SPD devono essere approvati dalle rispettive basi degli iscritti e così sarebbe da farsi anche in Italia.
Forse non sono bene informato, ma credo che attualmente il M5S e LEU siano pronti per consultare la base degli iscritti , circa gli altri partiti o movimenti non trovo alcuna notizia.
Qualcuno è in grado di informarci ?

Oggi gli indecisi sono al momento il 17-18%. Circa il 37% dell’elettorato, d’altra parte, non crede che andrà a votare.
Forse giustamente Draghi una volta DISSE che abbiamo il pilota automatico, cioè l'Europa, per cui chiunque vaDA AL GOVERNO ha poche pssibilità di manovra salvo mandare tutto all'aria.
A questo punto ad essere realisti si dovrebbe scegliere il male minore e in particolare per la maggior parte che si trova in difficoltà ed è onesta la scelta resta un governo che controlli meglio gli evasori, i corruttori ,le varie mafie e nello stesso tempo investa nelle infrastrutture per miglirare le basi di una sana democrzia.
iospero
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Come se ne viene fuori ?

Con questa legge elettorale in cui i programmi dei partiti non contano niente perchè nessuno avrà la maggioranza per governare e tutto si deciderà dopo aver visto i risulrati elettorali, credo sia fondamentale per i cittadini sapere se gli iscritti al partito o movimento saranno consultati per accettare i nuovi programmi che una ipotetica maggioranza dovrebbe condividere. In Germania gli accordi fra Cdu-Csu della cancelliera Angela Merkel e i socialdemocratici di Martin Schulz del SPD devono essere approvati dalle rispettive basi degli iscritti e così sarebbe da farsi anche in Italia.
Forse non sono bene informato, ma credo che attualmente il M5S e LEU siano pronti per consultare la base degli iscritti , circa gli altri partiti o movimenti non trovo alcuna notizia.
Qualcuno è in grado di informarci ?

Oggi gli indecisi sono al momento il 17-18%. Circa il 37% dell’elettorato, d’altra parte, non crede che andrà a votare.
Forse giustamente Draghi una volta DISSE che abbiamo il pilota automatico, cioè l'Europa, per cui chiunque vaDA AL GOVERNO ha poche pssibilità di manovra salvo mandare tutto all'aria.
A questo punto ad essere realisti si dovrebbe scegliere il male minore e in particolare per la maggior parte che si trova in difficoltà ed è onesta la scelta resta un governo che controlli meglio gli evasori, i corruttori ,le varie mafie e nello stesso tempo investa nelle infrastrutture per miglirare le basi di una sana democrzia.
iospero
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Re: Come se ne viene fuori ?

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qlc non funziona ?
UncleTom
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Re: Come se ne viene fuori ?

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............AGONIA DI UNA REPUBBLICA








NAZARENO 2.0

Ultimo bluff di Renzi e B.
per salvare l'inciucione


"Se non vince nessuno si torna al voto". Ma dopo aver cambiato il Rosatullum
UncleTom
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Re: Come se ne viene fuori ?

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.....FACILE A DIRSI, .......MA COME FARE???????




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Magaldi: Italia da rifare, ma non con questi politici venduti


Scritto il 16/1/18 • nella Categoria: idee Condividi Tweet

«Magari fosse un pericolo per l’establishment, quel damerino di Di Maio», che invece ha tutta l’aria del bravo ragazzo innocuo. Renzi e Berlusconi concentrano su di lui i loro strali? Ovvio: fabbricando un nemico apparente, tentano di accreditarsi come politici autorevoli, in grado di cambiare il paese. Peccato che, «mentre i 5 Stelle al massimo hanno malgovernato Roma», il Pd e il centrodestra hanno a lungo “sgovernato” l’Italia: «Perché mai, in tutti questi anni, non hanno fatto nemmeno una delle strabilianti cose che adesso promettono, in campagna elettorale? Lo spettacolo che offrono è patetico». Ma c’è poco da ridere, avverte Gioele Magaldi a “Colors Radio”: la scontata non-vittoria di nessuno dei tre blocchi maggiori «è esattamente il risultato atteso e auspicato dalla supermassoneria reazionaria, interessata ad avere in Italia l’ennesimo governo debole e precario, sorretto da una maggioranza parlamentare friabile e quindi ancora più manipolabile e sottomesso ai grandi interessi economici sovranazionali, quelli che tengono in scacco l’intera Europa». Il peggiore degli scenari? Una replica del pessimo governo Letta, «creatura di quel “magnifico” oligarca che è stato Giorgio Napolitano». La risposta? «Popolare: di fronte all’inciucio di primavera, gli italiani faranno bene a chiedere nuove elezioni subito, per smascherare questa classe politica giunta al capolinea».

Inutile sperare in una scossa da gruppi come la “Lista del Popolo” promossa da Antonio Ingroia e Giulietto Chiesa: «Un tentativo affrettato e velleitario», secondo il presidente del Movimento Roosevelt, tenendo conto che «l’Ingroia politico lo si Berlusconi e Renziricorda più che altro per la caricatura di Crozza», preludio del clamoroso flop di “Rivoluzione Civile”, mentre Chiesa, «valente giornalista, sconta una provenienza targata estrema sinistra, cioè non adatta a intercettare l’enorme massa degli italiani delusi che si rifugiano nell’astensionismo». E che dire di “Liberi e Uguali”, che divorziano dal Pd a Roma per poi allearsi un minuto dopo col Pd alla Regione Lazio? Dice tutto il loro frontman, Pietro Grasso: «Un autentico “miracolato”, privo di qualsiasi carisma, selezionato da “quattro amici al bar” per fingere di salvare l’Italia, limitandosi in realtà a riciclare vecchie chiacchiere, per restare in campo e puntare a qualche poltrona». Su un punto insiste, Magaldi: «Il voto del 4 marzo finirà per aprire finalmente gli occhi degli italiani: capiranno che un ciclo è finito per sempre, quello dei partiti che dal 1992 hanno consegnato il paese al declino, obbedendo ai diktat del super-potere neoliberista e privatizzatore, neo-aristocratico e antidemocratico».

L’attuale Unione Europea, aggiunge Magaldi, è il vero incubo di ogni sincero europeista: «Siamo dominati da un mostro tecnocratico, quello di Bruxelles, in cui si specchia l’attuale mondializzazione, che ha globalizzato qualsiasi cosa tranne i diritti e la democrazia». Autore del saggio “Massoni” (Chiarelettere), che svela la natura supermassonica delle 36 Ur-Lodges internazionali al centro del vero potere, Magaldi non ha dubbi: «Il prossimo inciucio che ci aspetta, guidato dal personaggio necessariamente incolore che Mattarella dovrà scegliere per tenere insieme i non-vincitori del 4 marzo, è esattamente il risultato che i dominus europei si aspettano: l’esito perfetto per protrarre, ancora, l’agonia di un paese che sta sprofondando in una crisi sociale ed economica senza precedenti». A questo inevitabile destino sarebbero votati il simil-redivivo Cavaliere con le sue roboanti promesse, Salvini e la Meloni rassegnati ad ammainare le bandiere anti-Ue, il Pd renziano ormai all’ultima spiaggia. E gli stessi 5 Stelle, con Di Maio, non lasciano presagire niente di buono, men che meno di rivoluzionario, per unGioele Magaldipaese che avrebbe bisogno come l’aria di un terremoto politico, un cambio di paradigma assoluto: dire no al rigore per poter abbattere le tasse e creare lavoro, ripristinando la sovranità finanziaria nazionale.

«Dopo le elezioni del marzo 2018 niente sarà più come prima», ribadisce Magaldi, perché gli italiani «finalmente capiranno con chi hanno avuto a che fare, in questi 25 anni: politici che, fingendo di fare gli interessi dell’Italia, si sono limitati ad eseguire ordini provenienti da oligarchie sovranazionali». Il presidente del Movimento Roosevelt sogna un risveglio nazionale necessariamente popolare, di cui il costruendo Pdp, Partito Democratico Progressista, «potrebbe essere una componente, di concerto con una pluralità di soggetti». Magaldi ha una certezza: «Il Parlamento eletto il 4 marzo non andrà lontano, perché le larghe intese moltiplicheranno gli scontenti e i satelliti rimasti senza poltrona. Il che sarà un bene: prima si tornerà alle urne e meglio sarà». L’orizzonte: un “patto per l’Italia”, che metta insieme cittadini, gruppi e intelligenze attorno a un obiettivo cardinale, «rovesciare il tavolo europeo dell’austerity, smascherando i politici che obbediscono a mandanti sovranazionali». Finora il teatrino politico ha retto, ma perdendo pezzi: alle ultime elezioni regionali non ha votato nemmeno un elettore su due. «Caduto l’ultimo velo, dopo queste inutili elezioni, toccherà finalmente agli italiani scendere in campo direttamente, per salvare davvero la situazione e ripristinare le regole del gioco, Costituzione alla mano, imponendo il ritorno alla democrazia sostanziale e alla sovranità reale dei cittadini».
UncleTom
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Voto inutile, chiunque vinca: l’Italia non deve svegliarsi


Scritto il 11/2/18 • nella Categoria: idee Condividi

La crisi è sistemica – europea, mondiale – mentre le elezioni restano un fenomeno soltanto atmosferico, stagionale: se piove, si apre l’ombrello in attesa che passi il maltempo (che non passerà). Nulla di importante è alla portata dell’elettore italiano informato e consapevole, rassegnato all’irrilevanza. Chi si candida a governare il paese non ha soluzioni alternative al declino, presentato come squallida normalità. Le liste che invece mettono il dito nella piaga – tantissime, di ogni colore – devono munirsi di telescopio: per avvistare non certo Palazzo Chigi (missione impossibile), ma solo il miraggio di un seggio in Parlamento, da cui eventualmente riproporre, col megafono, la loro denuncia destinata a non essere raccolta da nessuno, né aula né sui grandi media. Chi votare, dunque? E soprattutto: perché? Per quale motivo andare al seggio elettorale, già sapendo che – sondaggi alla mano – neppure la coalizione data in vantaggio, il centrodestra, raccoglie forze stabili e coese? Salvini e Meloni conservano almeno la memoria della loro critica alla gestione Ue, mentre il loro capo Berlusconi – che da un lato propone la Flat Tax – dall’altro rassicura Bruxelles: giura che non toccherà il mortale tetto di spesa del 3%, imposto dai burocrati del rigore, i maggiordomi agli ordini dei grandi poteri economici che hanno sprofondato l’Italia nel disastro della disoccupazione di massa, portandole via milioni di posti di lavoro e 450 milardi di euro in soli tre anni.
Stessa musica a casa Pd, dove restano tabù i dogmi di Maastricht che sono all’origine della tragedia, la decadenza strutturale del made in Italy. Idem i 5 Stelle, che non sono corresponsabili della catastrofe ma si stanno attrezzando: propongono un taglio fantascientifico, l’amputazione del 40% del debito pubblico, cioè della spesa strategica per l’economia. Quali sono i paesi, storicamente, con il maggior debito statale? Stati Uniti e Giappone. Il problema è dunque il debito o la moneta in cui è denominato? La moneta, ovvio. Quindi i 5 Stelle cosa contestano, il debito o la moneta? Il debito, purtroppo: nulla deve cambiare. Deve restare in piedi il paradigma, falso, che vuole lo Stato in ginocchio, costretto a privatizzare per fare cassa, taglieggiando i contribuenti. Risparmi erosi, aziende senza crediti, dipendenti senza lavoro, studenti senza futuro, coppie senza figli. Ce lo chiede l’Europa: e noi all’Europa, ancora una volta, rispondiamo che va bene così. Siamo contenti di sprofondare. Felici, ancora una volta, di non poter scegliere – alle urne – nessuna opzione alternativa alla rassegnazione sistemica, alla resa di fronte a uno schema che punisce l’Italia come nazione, come società, come sistema produttivo, come partner europeo colpevole di esistere.
L’Italia ha tante colpe, in effetti: è un paese ammirato, invidiato e detestato perché potenzialmente ricchissimo, creativo, ingegnoso, padrone di un giacimento culturale senza pari al mondo, proteso nel cuore strategico del Mediterraneo. Guai se dovesse svegliarsi, il paese che seppe risorgere dalle macerie della guerra per diventare la quarta potenza industriale del pianeta, nonostante i suoi tumori endemici (mafia, corruzione, evasione fiscale). Guai, se l’Italia risvegliata mandasse a stendere Bruxelles e il suo 3%, Francoforte e la sua moneta privata, Berlino e la sua cancelliera privatizzata. Per questo sono sempre così delicate, per l’oligarchia dominante, le elezioni italiane: è fondamentale che l’Italia resti in letargo, in coma farmacologico. Faccia come crede, purché voti Berlusconi, Renzi o Di Maio. Il risultato, per Bruxelles, è già in cassaforte: chiunque prevalga, di quei tre, non impensierirà nessuno dei nemici dell’Italia. Il voto-contro, per chi alle fiabe non crede più? Niente paura: sarà disperso in mille rivoli, nessuno dei quali (dicono i sondaggi) raggiungerà neppure l’anticamera del Parlamento. In più, nessuno dei maggiori candidati avrà i numeri per governare. Due sole ipotesi: larghe intese o nuove elezioni. Nulla che, in ogni caso, riguardi gli italiani stanchi di dormire, e di vedere il loro paese trattato come un malato terminale ingombrante, in parte ancora ricco. Un malato da spolpare fino all’ultimo, da tenere in vita solo per evitare l’imbarazzo del funerale.
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