Renzi
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Re: Renzi
UncleTom ha scritto:11 apr 2018 10:26
FIGLIO DI UN PD MINORE: IL FASSINIANO MARTINA ABBANDONATO DA TUTTI. PIU’ D’UN TRAGHETTATORE SEMBRA CARONTE
– IL DUCETTO NON VUOLE PROMUOVERLO DA REGGENTE A SEGRETARIO E LO MOLLA PURE ANDREA ORLANDO CHE LANCIA ZINGARETTI
Zingaretti deve pensare al Lazio. Il segretario deve essere Cuperlo, così il partito si riunifica con Mdp.
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Re: Renzi
.... NELLA VALLE DEI MORTI VIVENTI
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Traversata nel deserto
Toc toc, c'è qualcuno al Nazareno?
Rintronato dalla sconfitta epocale, il partito è come una statua rotta. «E ci vorrà un anno solo per numerare i pezzi». Nel frattempo ci si domanda: mi si nota di più se resto all'opposizione, o se partecipo a un governo?
di Susanna Turco
13 aprile 2018
11
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http://espresso.repubblica.it/palazzo/2 ... =HEF_RULLO
Venghino, signori, non perdano lo spettacolo. Alla più travolgente débâcle della storia del Pd, che fatalmente coincide con la più monumentale sconfitta della sinistra negli ultimi settant’anni, si aggiunge in queste settimane una emozionante battaglia interna sul da dirsi e il da farsi - ci si spacca persino sull’ipotesi di fare un referendum tra gli iscritti, o di ridiscutere la linea il martedì piuttosto che il sabato. Cose alle quali, nel bene e nel male, la striminzita era renziana aveva disabituato. Sullo sfondo la tentazione ultima: andare oltre il Pd. Partito «devastato», «andato in pezzi», «incidentato come un motociclista» - le metafore cambiano a seconda dell’orizzonte fenomenologico del parlamentare interpellato. Comunque, a sconfitta fuori questione, ci si domanda anzitutto se sia più disdicevole restare all’opposizione o partecipare a un governo. Eccolo, l’orizzonte politico, la visione del mondo, lo stare tra la gente. Nonostante tutto, il partito resta avviticchiato alla colonna sonora azzeccata a suo tempo da Veltroni, quando i milioni di votanti erano 12 (oggi sono 6): «Mi fido di te, quanto sei disposto a perdere?». Un elettore su due, è la risposta, drammaticamente provvisoria.
Più segretari che iscritti
Nei giorni del primo giro di consultazioni al Quirinale, dette anche «modello Bersani» per l’intrinseca probabilità di successo (si ricordi il glorioso «preincarico» che l’allora segretario ricevette nel 2013 da Napolitano), nel partito del Nazareno si sta concentratissimi sul toto nomi per la prossima segreteria. Dice: ma che c’entra? C’entra. Anzi c’è una serie di nomi candidabili. Tra cui Maurizio Martina, il reggente, il volto del renzismo sconfitto, l’uomo pescato dal quasi anonimato dopo il referendum costituzionale e che fino a pochi mesi fa risultava irriconoscibile persino al barista di fronte alla sede nazionale del Pd («ma ora le cose sono cambiate», si afferma volenterosi nella ridotta renziana). C’è Debora Serracchiani, già veltroniana, franceschiniana e rottamatrice ante litteram che ha preferito il Parlamento alla ricandidatura in Friuli e poi, visto il successo anche là, ha offerto le dimissioni da segretaria regionale con la solita perfetta sincronia che è tra le principali sue doti. C’è Matteo Richetti, renziano dell’ora zero, già recuperato per il terzo tempo, il quale indomito ha voluto ricominciare dal palcoscenico dell’Acquario romano, laddove nel 2013 il Pd poté comodamente mandare in tecnicolor la diretta della propria sconfitta (auguri). Ci sono anche altri, figurarsi. Ad esempio Graziano Delrio, che ha la dote eccelsa di essere l’unico a mettere d’accordo il Giglio magico (non piace né a Boschi, né a Lotti): peccato continui a dire di no, come gli hanno raccomandato di fare anche i figli («saggio consiglio», è la reazione più diffusa). «Ma tutti questi che si candidano, vogliono davvero fare i segretari?», è la domanda verace che circola tra i quadri residui del partito. Macché, certo che no. È uno stile da vita spericolata, alla Vasco: «Ognuno con il suo viaggio, ognuno diverso, ognuno in fondo perso dietro i fatti suoi».
Effetto lumache
Ma allora cosa c’entra la guida del Pd? Poiché Renzi si è dimesso, è apparentemente contendibile anche la linea del partito. In realtà, come spiegano, non è affatto detto che sia così, visto che lui continua ad avere la maggioranza, in posti come il Senato o l’Assemblea nazionale del Pd, e visto pure che «elezioni e congresso sono due cose diverse». Ma poiché, come le lumache, i democratici tendono naturalmente a raggrupparsi nei posti più protetti dal vento, queste maggioranze potrebbero cambiare nelle prossime settimane, anche senza un nuovo congresso. È già successo all’epoca del passaggio tra Bersani e Renzi, e innumeri volte prima. Così, adesso, ciascuna sfumatura di candidato segretario incarna una risposta leggermente diversa alla domanda: partecipiamo o no a un governo, alla fine?
Non vedo l’ora
I renziani di stretta osservanza seguono la pista con più sicurezza del loro mentore: «Non vedo l’ora che giuri un governo Salvini-Di Maio», scrive su Facebook Andrea Marcucci, il renziano che ha preso il posto di Zanda come presidente dei senatori Pd. Ovviamente il presupposto è che presto sia chiaro che quel governo non va da nessuna parte. Ma sarà davvero così? E ce l’ha Renzi il tempo di aspettare? Non lo sa neanche lui.
Non auspico
La faccenda è talmente ambigua, che si riflette pure nella linea di Maurizio Martina. Capofila di un linguaggio da Enciclica papale. Il reggente del Pd dice che il partito anche dall’opposizione può fare tante cose diverse, mica è congelato: «Non auspico un governo M5S Lega, dico che l’esito elettorale ci consegna una funzione, stare all’opposizione. Ma questo non significa isolarci o metterci nel freezer».
Non mi auguro
Ecco perché dal «non auspico», si arriva presto al «non mi auguro», che sta però dall’altra parte del fiume - dalla parte che si sporcherebbe le mani per fare un governo, eccome. «Non mi auguro che Lega e Cinque Stelle facciano il governo. Un esecutivo populista-sovranista non è una prospettiva positiva per il Paese. Io in realtà non vedo l’ora che falliscano». Con queste parole Walter Verini, veltroniano, spiega come una parte del Pd sarebbe pronta a rientrare il gioco. È la linea governista, quella che va da Dario Franceschini ad Andrea Orlando passando per gli altri big non renziani e che sarebbe più pronta a raccogliere i solleciti del Quirinale per scendere dall’Aventino.
Sette per cento
È il teorema utilizzato da Renzi per chiarire che il governo coi Cinque stelle non si può fare. «Ci vorrebbe praticamente tutto il Pd, Il 93 per cento dei gruppi. E diciamo che almeno il 7 per cento sta con me, questo almeno potete concedermelo?». Non pochi però ipotizzano per Renzi un futuro a stampo socialista. Craxiano, anche quanto a percentuali. Un partito piccolo, agile: da 7 per cento appunto.
Statua, o astronave
Ma il partito? Metafora di un deputato Pd, al battesimo della legislatura: «È un partito devastato interiormente. È come una statua rotta. Ci vorrà un anno per numerare i vari pezzetti, capire cosa è rimasto. Dopodiché si deciderà se con quei pezzi ci si vuol rifare la statua o una astronave».
© Riproduzione riservata
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Traversata nel deserto
Toc toc, c'è qualcuno al Nazareno?
Rintronato dalla sconfitta epocale, il partito è come una statua rotta. «E ci vorrà un anno solo per numerare i pezzi». Nel frattempo ci si domanda: mi si nota di più se resto all'opposizione, o se partecipo a un governo?
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13 aprile 2018
11
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Venghino, signori, non perdano lo spettacolo. Alla più travolgente débâcle della storia del Pd, che fatalmente coincide con la più monumentale sconfitta della sinistra negli ultimi settant’anni, si aggiunge in queste settimane una emozionante battaglia interna sul da dirsi e il da farsi - ci si spacca persino sull’ipotesi di fare un referendum tra gli iscritti, o di ridiscutere la linea il martedì piuttosto che il sabato. Cose alle quali, nel bene e nel male, la striminzita era renziana aveva disabituato. Sullo sfondo la tentazione ultima: andare oltre il Pd. Partito «devastato», «andato in pezzi», «incidentato come un motociclista» - le metafore cambiano a seconda dell’orizzonte fenomenologico del parlamentare interpellato. Comunque, a sconfitta fuori questione, ci si domanda anzitutto se sia più disdicevole restare all’opposizione o partecipare a un governo. Eccolo, l’orizzonte politico, la visione del mondo, lo stare tra la gente. Nonostante tutto, il partito resta avviticchiato alla colonna sonora azzeccata a suo tempo da Veltroni, quando i milioni di votanti erano 12 (oggi sono 6): «Mi fido di te, quanto sei disposto a perdere?». Un elettore su due, è la risposta, drammaticamente provvisoria.
Più segretari che iscritti
Nei giorni del primo giro di consultazioni al Quirinale, dette anche «modello Bersani» per l’intrinseca probabilità di successo (si ricordi il glorioso «preincarico» che l’allora segretario ricevette nel 2013 da Napolitano), nel partito del Nazareno si sta concentratissimi sul toto nomi per la prossima segreteria. Dice: ma che c’entra? C’entra. Anzi c’è una serie di nomi candidabili. Tra cui Maurizio Martina, il reggente, il volto del renzismo sconfitto, l’uomo pescato dal quasi anonimato dopo il referendum costituzionale e che fino a pochi mesi fa risultava irriconoscibile persino al barista di fronte alla sede nazionale del Pd («ma ora le cose sono cambiate», si afferma volenterosi nella ridotta renziana). C’è Debora Serracchiani, già veltroniana, franceschiniana e rottamatrice ante litteram che ha preferito il Parlamento alla ricandidatura in Friuli e poi, visto il successo anche là, ha offerto le dimissioni da segretaria regionale con la solita perfetta sincronia che è tra le principali sue doti. C’è Matteo Richetti, renziano dell’ora zero, già recuperato per il terzo tempo, il quale indomito ha voluto ricominciare dal palcoscenico dell’Acquario romano, laddove nel 2013 il Pd poté comodamente mandare in tecnicolor la diretta della propria sconfitta (auguri). Ci sono anche altri, figurarsi. Ad esempio Graziano Delrio, che ha la dote eccelsa di essere l’unico a mettere d’accordo il Giglio magico (non piace né a Boschi, né a Lotti): peccato continui a dire di no, come gli hanno raccomandato di fare anche i figli («saggio consiglio», è la reazione più diffusa). «Ma tutti questi che si candidano, vogliono davvero fare i segretari?», è la domanda verace che circola tra i quadri residui del partito. Macché, certo che no. È uno stile da vita spericolata, alla Vasco: «Ognuno con il suo viaggio, ognuno diverso, ognuno in fondo perso dietro i fatti suoi».
Effetto lumache
Ma allora cosa c’entra la guida del Pd? Poiché Renzi si è dimesso, è apparentemente contendibile anche la linea del partito. In realtà, come spiegano, non è affatto detto che sia così, visto che lui continua ad avere la maggioranza, in posti come il Senato o l’Assemblea nazionale del Pd, e visto pure che «elezioni e congresso sono due cose diverse». Ma poiché, come le lumache, i democratici tendono naturalmente a raggrupparsi nei posti più protetti dal vento, queste maggioranze potrebbero cambiare nelle prossime settimane, anche senza un nuovo congresso. È già successo all’epoca del passaggio tra Bersani e Renzi, e innumeri volte prima. Così, adesso, ciascuna sfumatura di candidato segretario incarna una risposta leggermente diversa alla domanda: partecipiamo o no a un governo, alla fine?
Non vedo l’ora
I renziani di stretta osservanza seguono la pista con più sicurezza del loro mentore: «Non vedo l’ora che giuri un governo Salvini-Di Maio», scrive su Facebook Andrea Marcucci, il renziano che ha preso il posto di Zanda come presidente dei senatori Pd. Ovviamente il presupposto è che presto sia chiaro che quel governo non va da nessuna parte. Ma sarà davvero così? E ce l’ha Renzi il tempo di aspettare? Non lo sa neanche lui.
Non auspico
La faccenda è talmente ambigua, che si riflette pure nella linea di Maurizio Martina. Capofila di un linguaggio da Enciclica papale. Il reggente del Pd dice che il partito anche dall’opposizione può fare tante cose diverse, mica è congelato: «Non auspico un governo M5S Lega, dico che l’esito elettorale ci consegna una funzione, stare all’opposizione. Ma questo non significa isolarci o metterci nel freezer».
Non mi auguro
Ecco perché dal «non auspico», si arriva presto al «non mi auguro», che sta però dall’altra parte del fiume - dalla parte che si sporcherebbe le mani per fare un governo, eccome. «Non mi auguro che Lega e Cinque Stelle facciano il governo. Un esecutivo populista-sovranista non è una prospettiva positiva per il Paese. Io in realtà non vedo l’ora che falliscano». Con queste parole Walter Verini, veltroniano, spiega come una parte del Pd sarebbe pronta a rientrare il gioco. È la linea governista, quella che va da Dario Franceschini ad Andrea Orlando passando per gli altri big non renziani e che sarebbe più pronta a raccogliere i solleciti del Quirinale per scendere dall’Aventino.
Sette per cento
È il teorema utilizzato da Renzi per chiarire che il governo coi Cinque stelle non si può fare. «Ci vorrebbe praticamente tutto il Pd, Il 93 per cento dei gruppi. E diciamo che almeno il 7 per cento sta con me, questo almeno potete concedermelo?». Non pochi però ipotizzano per Renzi un futuro a stampo socialista. Craxiano, anche quanto a percentuali. Un partito piccolo, agile: da 7 per cento appunto.
Statua, o astronave
Ma il partito? Metafora di un deputato Pd, al battesimo della legislatura: «È un partito devastato interiormente. È come una statua rotta. Ci vorrà un anno per numerare i vari pezzetti, capire cosa è rimasto. Dopodiché si deciderà se con quei pezzi ci si vuol rifare la statua o una astronave».
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Re: Renzi
http://www.dagospia.com/rubrica-3/polit ... 171703.htm
17 apr 2018 11:04
SE MATTARELLA ORDINA… IL PD RISPONDE – RENZI PRONTO PER UN ''GOVERNO DEL PRESIDENTE'' (CHE SALVEREBBE LA FACCIA A TUTTI I PARTITI), MA FAREBBE GIOCARE LA PRIMAVERA DEL NAZARENO. LO CHIEDE TUTTO IL PARTITO E PURE IL GIGLIO MAGICO – UNICA CONDIZIONE: DEVONO STARCI ANCHE M5S E LEGA – MARTINA: DA AUTOREGGENTE A MEZZACALZETTA - ED IL DUCETTO VOLA IN QATAR
17 apr 2018 11:04
SE MATTARELLA ORDINA… IL PD RISPONDE – RENZI PRONTO PER UN ''GOVERNO DEL PRESIDENTE'' (CHE SALVEREBBE LA FACCIA A TUTTI I PARTITI), MA FAREBBE GIOCARE LA PRIMAVERA DEL NAZARENO. LO CHIEDE TUTTO IL PARTITO E PURE IL GIGLIO MAGICO – UNICA CONDIZIONE: DEVONO STARCI ANCHE M5S E LEGA – MARTINA: DA AUTOREGGENTE A MEZZACALZETTA - ED IL DUCETTO VOLA IN QATAR
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Re: Renzi
Molise, vince il centrodestra a guida FI. Altro crollo per i dem
http://elezioni.espresso.repubblica.it/ ... =HEF_RULLO
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Re: Renzi
....DA PREDAPPIO A RIGNANO, 100 ANNI DI STORIA ITALIANA
Documento digitale per la Stazione dei Carabinieri di Sesto San Giovanni e la Polizia postale di Via Moisè Loira 74 in Milano
Dal libro di MAURIZIO BELPIETRO CON GIACOMO AMADORI E FRANCESCO BORGONOVO
I SEGRETI DI RENZI
Affari, Clan, Banche, Trame
<<TUTTO QUELLO
CHE NON VOGLIONO
FARVI SAPERE>>
Sperling & Kupfer
Dalla post copertina:
<<Si possono elaborare favole me-
ravigliose da raccontare, e per un
pò magari funziona. Ma alla fine
sono i fatti che contano. E i fatti,
come le notizie sgradite, prima o
poi riemergono.
In queste pagine ci sono solo fatti:
documenti, inchieste, carte, inter-
cettazioni, sms, telefonate, nomi e
cognomi. E riguardano questioni
di enorme interesse pubblico.>>
...........MAURIZIO BELPIETRO
Dalla copertina interna di prima pagina:
<<Sapete chi sono- chi sono veramente, inten-
do- gli uomini e le donne che Matteo Renzi ha
piazzato in tutte le posizioni strategiche del
Paese? E, soprattutto, avete idea di quali sono
gli interessi - i reali interessi - che il Giglio
magico sta portando avanti? No. Tutto questo
non potete saperlo. Perchè oggi chi si mette di
traverso rispetto a questo sistema di potere
viene imbavagliato, o perde il posto.
Questo libro vi porta dietro le quinte della com-
media renziana e vi svela gli intrecci tra finanza
e politica, le relazioni internazionali nascoste
e gli affari condotti finora a vostra insaputa.
Perchè Renzi sarà pure 'un maleducato di ta-
lento', come lo ha definito qualcuno, ma quando
si tratta di esercitare il potere si muove senza
indugi, e senza remore. Entrerete nella stanza
dei bottoni, leggerete sms e ascolterete telefo-
nate minacciose, vi affaccerete nelle enclavi in
cui si concludono le trattative che riguardano
il destino dell'Italia, e in cui spesso si respira
uno 'stantio odore di massoneria', verrete a
conoscenza di tutti i segreti che cercano dispe-
ratamente di non farvi conoscere sul premier:
i clan, gli amici degli amici, le trame, i rapporti
con la finanza, le multinazionali, la sanità, le
banche.
Questo libro che Matteo Renzi non vi farebbe
mai leggere.
E dopo averlo letto non potrete fare a meno
di chiedervi: ma possiamo davvero far riscrivere
la Costituzione da quest'uomo?>>
===========================================================================
NB.
Dal libro di Marcello Foa:
GLI STREGONI
DELLA NOTIZIA
...ATTO SECONDO
Come
si fabbrica
informazione
al servizio
dei governi
GUERINI
E ASSOCIATI
====================================================================
QUESTA NOTTE, ALLE 02,47, LA BANDA CRIMINALE RENZIANA HA TOLTO IL COLLEGAMENTO CANCELLANDO QUANTO AVEVO SCRITTO
====================================================================
RIPARTO DA QUANTO HANNO CANCELLATO
INNANZITUTTO QUANTO SCRIVE MARCELLO FOA NEL LIBRO:
GLI STREGONI
DELLA NOTIZIA
ATTO SECONDO
Pagina 248
Persino giornali di destra come Libero e il Giornale ebbero periodi di simpatia per il Blair italiano.
Documento digitale per la Stazione dei Carabinieri di Sesto San Giovanni e la Polizia postale di Via Moisè Loira 74 in Milano
Dal libro di MAURIZIO BELPIETRO CON GIACOMO AMADORI E FRANCESCO BORGONOVO
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CHE NON VOGLIONO
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pò magari funziona. Ma alla fine
sono i fatti che contano. E i fatti,
come le notizie sgradite, prima o
poi riemergono.
In queste pagine ci sono solo fatti:
documenti, inchieste, carte, inter-
cettazioni, sms, telefonate, nomi e
cognomi. E riguardano questioni
di enorme interesse pubblico.>>
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non potete saperlo. Perchè oggi chi si mette di
traverso rispetto a questo sistema di potere
viene imbavagliato, o perde il posto.
Questo libro vi porta dietro le quinte della com-
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e politica, le relazioni internazionali nascoste
e gli affari condotti finora a vostra insaputa.
Perchè Renzi sarà pure 'un maleducato di ta-
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si tratta di esercitare il potere si muove senza
indugi, e senza remore. Entrerete nella stanza
dei bottoni, leggerete sms e ascolterete telefo-
nate minacciose, vi affaccerete nelle enclavi in
cui si concludono le trattative che riguardano
il destino dell'Italia, e in cui spesso si respira
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conoscenza di tutti i segreti che cercano dispe-
ratamente di non farvi conoscere sul premier:
i clan, gli amici degli amici, le trame, i rapporti
con la finanza, le multinazionali, la sanità, le
banche.
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Re: Renzi
Per il resto , il conformismo era assoluto, tranne in rete, su blog, testate alternative e pagine social dove non sono mai mancate le critiche, (rintuzzat5e<<< OPCR) rintuzzate da Sensi che per contrastarle organizzò squadre di troll ovvero di blogger che dietro pseudonimo e ovviamente senza dichiarare la propria affiliazione, scorazzavano per il web al fine di difendere Renzi e di attaccare i suoi oppositori.UncleTom ha scritto:....DA PREDAPPIO A RIGNANO, 100 ANNI DI STORIA ITALIANA
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pò magari funziona. Ma alla fine
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come le notizie sgradite, prima o
poi riemergono.
In queste pagine ci sono solo fatti:
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cettazioni, sms, telefonate, nomi e
cognomi. E riguardano questioni
di enorme interesse pubblico.>>
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piazzato in tutte le posizioni strategiche del
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gli interessi - i reali interessi - che il Giglio
magico sta portando avanti? No. Tutto questo
non potete saperlo. Perchè oggi chi si mette di
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media renziana e vi svela gli intrecci tra finanza
e politica, le relazioni internazionali nascoste
e gli affari condotti finora a vostra insaputa.
Perchè Renzi sarà pure 'un maleducato di ta-
lento', come lo ha definito qualcuno, ma quando
si tratta di esercitare il potere si muove senza
indugi, e senza remore. Entrerete nella stanza
dei bottoni, leggerete sms e ascolterete telefo-
nate minacciose, vi affaccerete nelle enclavi in
cui si concludono le trattative che riguardano
il destino dell'Italia, e in cui spesso si respira
uno 'stantio odore di massoneria', verrete a
conoscenza di tutti i segreti che cercano dispe-
ratamente di non farvi conoscere sul premier:
i clan, gli amici degli amici, le trame, i rapporti
con la finanza, le multinazionali, la sanità, le
banche.
Questo libro che Matteo Renzi non vi farebbe
mai leggere.
E dopo averlo letto non potrete fare a meno
di chiedervi: ma possiamo davvero far riscrivere
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NB.
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si fabbrica
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QUESTA NOTTE, ALLE 02,47, LA BANDA CRIMINALE RENZIANA HA TOLTO IL COLLEGAMENTO CANCELLANDO QUANTO AVEVO SCRITTO
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INNANZITUTTO QUANTO SCRIVE MARCELLO FOA NEL LIBRO:
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Pagina 248
Persino giornali di destra come Libero e il Giornale ebbero periodi di simpatia per il Blair italiano.
Il tutto in maniera opaca, dalle stanze di Palazzo Chigi in evidente violazione dei corretti dettami della comunicazione istituzionale.
Sensi seguiva le orme del suo idolo, Campbell, e di questi scrupoli se n'è sempre infischiato.
=====================================================================
NB.
DA TROLL SI SONO TRASFORMATI IN HACKER
=====================================================================
RIPRENDENDO IL LIBRO DI MAURIZIO BELPIETRO:
Carrai, il prestacasa di Renzi
<<QUANDO la pianti di rompermi i coglioni?>> Era la mattina del 18 marzo 2014 e la voce che stavo ascoltando al cellulare era stata preceduta da una laconica comunicazione <<Centralino di Palazzo Chigi. Le passo il presidente del
Consiglio>>.
Matteo Renzi è così: diretto.
Non è un Mario Monti e nemmeno un Enrico Letta, due uomini che da capi del governo mai avrebbero sollevato la cornetta per dire a un direttore di giornale che stava rompendo i coglioni.
Renzi non è neanche un Berlusconi.
L'ex Cavaliere, se infuriato per un articolo, si sarebbe certo lamentato con il direttore, ma con garbo, cercando di convincere l'interlocutore o piuttosto sedurlo.
No, Renzi è Renzi.
Un maleducato di talento, secondo la definizione di Ferruccio de Bortoli, ex numero uno del Corriere della Sera e destinatario di sms non sempre cortesi.
CONTINUA
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Re: Renzi
UncleTom ha scritto:Per il resto , il conformismo era assoluto, tranne in rete, su blog, testate alternative e pagine social dove non sono mai mancate le critiche, (rintuzzat5e<<< OPCR) rintuzzate da Sensi che per contrastarle organizzò squadre di troll ovvero di blogger che dietro pseudonimo e ovviamente senza dichiarare la propria affiliazione, scorazzavano per il web al fine di difendere Renzi e di attaccare i suoi oppositori.UncleTom ha scritto:....DA PREDAPPIO A RIGNANO, 100 ANNI DI STORIA ITALIANA
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Dal libro di MAURIZIO BELPIETRO CON GIACOMO AMADORI E FRANCESCO BORGONOVO
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<<Si possono elaborare favole me-
ravigliose da raccontare, e per un
pò magari funziona. Ma alla fine
sono i fatti che contano. E i fatti,
come le notizie sgradite, prima o
poi riemergono.
In queste pagine ci sono solo fatti:
documenti, inchieste, carte, inter-
cettazioni, sms, telefonate, nomi e
cognomi. E riguardano questioni
di enorme interesse pubblico.>>
...........MAURIZIO BELPIETRO
Dalla copertina interna di prima pagina:
<<Sapete chi sono- chi sono veramente, inten-
do- gli uomini e le donne che Matteo Renzi ha
piazzato in tutte le posizioni strategiche del
Paese? E, soprattutto, avete idea di quali sono
gli interessi - i reali interessi - che il Giglio
magico sta portando avanti? No. Tutto questo
non potete saperlo. Perchè oggi chi si mette di
traverso rispetto a questo sistema di potere
viene imbavagliato, o perde il posto.
Questo libro vi porta dietro le quinte della com-
media renziana e vi svela gli intrecci tra finanza
e politica, le relazioni internazionali nascoste
e gli affari condotti finora a vostra insaputa.
Perchè Renzi sarà pure 'un maleducato di ta-
lento', come lo ha definito qualcuno, ma quando
si tratta di esercitare il potere si muove senza
indugi, e senza remore. Entrerete nella stanza
dei bottoni, leggerete sms e ascolterete telefo-
nate minacciose, vi affaccerete nelle enclavi in
cui si concludono le trattative che riguardano
il destino dell'Italia, e in cui spesso si respira
uno 'stantio odore di massoneria', verrete a
conoscenza di tutti i segreti che cercano dispe-
ratamente di non farvi conoscere sul premier:
i clan, gli amici degli amici, le trame, i rapporti
con la finanza, le multinazionali, la sanità, le
banche.
Questo libro che Matteo Renzi non vi farebbe
mai leggere.
E dopo averlo letto non potrete fare a meno
di chiedervi: ma possiamo davvero far riscrivere
la Costituzione da quest'uomo?>>
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NB.
Dal libro di Marcello Foa:
GLI STREGONI
DELLA NOTIZIA
...ATTO SECONDO
Come
si fabbrica
informazione
al servizio
dei governi
GUERINI
E ASSOCIATI
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QUESTA NOTTE, ALLE 02,47, LA BANDA CRIMINALE RENZIANA HA TOLTO IL COLLEGAMENTO CANCELLANDO QUANTO AVEVO SCRITTO
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RIPARTO DA QUANTO HANNO CANCELLATO
INNANZITUTTO QUANTO SCRIVE MARCELLO FOA NEL LIBRO:
GLI STREGONI
DELLA NOTIZIA
ATTO SECONDO
Pagina 248
Persino giornali di destra come Libero e il Giornale ebbero periodi di simpatia per il Blair italiano.
Il tutto in maniera opaca, dalle stanze di Palazzo Chigi in evidente violazione dei corretti dettami della comunicazione istituzionale.
Sensi seguiva le orme del suo idolo, Campbell, e di questi scrupoli se n'è sempre infischiato.
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NB.
DA TROLL SI SONO TRASFORMATI IN HACKER
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RIPRENDENDO IL LIBRO DI MAURIZIO BELPIETRO:
Carrai, il prestacasa di Renzi
<<QUANDO la pianti di rompermi i coglioni?>> Era la mattina del 18 marzo 2014 e la voce che stavo ascoltando al cellulare era stata preceduta da una laconica comunicazione <<Centralino di Palazzo Chigi. Le passo il presidente del
Consiglio>>.
Matteo Renzi è così: diretto.
Non è un Mario Monti e nemmeno un Enrico Letta, due uomini che da capi del governo mai avrebbero sollevato la cornetta per dire a un direttore di giornale che stava rompendo i coglioni.
Renzi non è neanche un Berlusconi.
L'ex Cavaliere, se infuriato per un articolo, si sarebbe certo lamentato con il direttore, ma con garbo, cercando di convincere l'interlocutore o piuttosto sedurlo.
No, Renzi è Renzi.
Un maleducato di talento, secondo la definizione di Ferruccio de Bortoli, ex numero uno del Corriere della Sera e destinatario di sms non sempre cortesi.
CONTINUA
Vi chiederete che cosa avesse indotto un premier da poco nominato a trascurare i suoi molteplici impegni per telefonare a un direttore
di giornale e invitarlo a non rompergli più i coglioni?
La risposta è facile : gli articoli che Libero andava dedicando alla faccenda della casa che il sindaco di Firenze, Renzi, aveva affittato per quasi tre anni, ma che qualcun altro aveva pagato per lui.
Tutto era cominciato la settimana prima, a meno di un mese dall'insediamento di Matteo a Palazzo Chigi.
Giacomo Amadori, un collega all'epoca in servizio a Libero che annusa le notizie come un segugio i tartufi, si era appassionato a una storia apparentemente banale: il trasferimento di residenza del Presidente del Consiglio quando era alla guida di Palazzo Vecchio.
Come tutti sanno, Renzi è di Rignano sull'Arno, un paese della provincia, e con moglie e figli abita a Pontassieve, non a Firenze.
Una volta diventato primo cittadino del capoluogo toscano, per essere più vicino al Municipio- o così almeno dà ad intendere- decide di prendere casa in città.
-
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- Iscritto il: 11/10/2016, 2:47
Re: Renzi
........INTERVALLO......
Dal capitolo : Le balle di Renzi, del libro di Peter Gomez: Il vecchio che avanza
La migliore. <<E' del tutto evidente che se perdo il referendum, considero fallita la mia esperienza in politica>> (29 dicembre 2015)
<<Ho già preso il solenne impegno: se perderemo il referendum lascio la politica>> (15 gennaio 2016)
<<Se non passa il referendum, la mia carriera politica finisce. Vado a fare altro>> (11 maggio 2016)
<<O cambio l'Italia o cambio mestiere>> (1 giugno 2016).
Seconda classificata.<<Diamo un hastag: #enrico staisereno. Vai avanti, fai le cose che devi fare. Io mi fido di Letta, è lui che non si fida. Non sto facendo manfrine per togliergli il posto>> (16 gennaio 2014).
<<Sono tantissimi i nostri che dicono: ma perché dobbiamo andare al governo senza elezioni? Ma chi ce lo fa fare? Ci sono anch'io tra questi>> (9 febbraio 2014)
Stangata.<<E' impressionante il numero di 91 miliardi stimati di evasione fiscale. Bisogna cambiare approccio verso il cittadino che si deve sentire moralmente accompagnato. Per chi sbaglia non ci sono scappatoie, va stangato>> (27 novembre 2014)
Renzi ha triplicato la soglia oltre la quale l'evasione è reato (quintuplicata per l'omesso versamento Iva) e quella per l'uso del contante (da 1000 a 3000euro), e ha varato due condoni sui capitali all'estero e la rottamazione delle cartelle di Equitalia.
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L'IDENTIFICAZIONE CON "PINOCCHIO MUSSOLONI" E' PIU CHE MERITATA
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Dal capitolo : Le balle di Renzi, del libro di Peter Gomez: Il vecchio che avanza
La migliore. <<E' del tutto evidente che se perdo il referendum, considero fallita la mia esperienza in politica>> (29 dicembre 2015)
<<Ho già preso il solenne impegno: se perderemo il referendum lascio la politica>> (15 gennaio 2016)
<<Se non passa il referendum, la mia carriera politica finisce. Vado a fare altro>> (11 maggio 2016)
<<O cambio l'Italia o cambio mestiere>> (1 giugno 2016).
Seconda classificata.<<Diamo un hastag: #enrico staisereno. Vai avanti, fai le cose che devi fare. Io mi fido di Letta, è lui che non si fida. Non sto facendo manfrine per togliergli il posto>> (16 gennaio 2014).
<<Sono tantissimi i nostri che dicono: ma perché dobbiamo andare al governo senza elezioni? Ma chi ce lo fa fare? Ci sono anch'io tra questi>> (9 febbraio 2014)
Stangata.<<E' impressionante il numero di 91 miliardi stimati di evasione fiscale. Bisogna cambiare approccio verso il cittadino che si deve sentire moralmente accompagnato. Per chi sbaglia non ci sono scappatoie, va stangato>> (27 novembre 2014)
Renzi ha triplicato la soglia oltre la quale l'evasione è reato (quintuplicata per l'omesso versamento Iva) e quella per l'uso del contante (da 1000 a 3000euro), e ha varato due condoni sui capitali all'estero e la rottamazione delle cartelle di Equitalia.
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