Botta e risposta tra il comico genovese e il suo candidato.
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Botta e risposta tra il comico genovese e il suo candidato.
Botta e risposta tra il comico genovese e il suo candidato. Grillo: "Non ha vinto Pizzarotti, ma i cittadini". Il primo cittadino: "Ho vinto io, non tu.
Il botta e risposta dopo la vittoria
Grillo: "E ora Berlino"
08:37 - "I cittadini di Parma hanno eletto me e non sicuramente Grillo". "A Parma non ha vinto Pizzarotti, ma i cittadini". Arriva il primo botta e risposta a distanza tra Federico Pizzarotti, neo-sindaco di Parma sotto le insegne del Movimento 5 Stelle, e Beppe Grillo, fondatore del Movimento, a poche ore dalla vittoria più importante. Pizzarotti ha sempre affermato l'indipendenza della sua vittoria.
Pizzarotti n una delle tante interviste tv rilasciate nonostante il divieto posto da Grillo sui salotti televisivi, ha affermato l'indipendenza della sua vittoria: "I cittadini hanno eletto me, non Grillo". Sia chiaro, nessuno scontro o allontanamento, solo la presa d'atto di due diversi ruoli, ha precisato Pizzarotti. "Non sarei qui se non fosse stato Beppe Grillo a votare la spinta propulsiva del Movimento 5 Stelle - ha affermato riconoscente - . Ma i cittadini hanno votato noi e la giunta la porteremo avanti noi. Sono due elementi che andranno a braccetto per cercare di cambiare questo Paese".
La risposta di Grillo in un video su Youtube: "A Parma non ha vinto Pizzarotti, ma i cittadini. Il M5S è uno strumento che serve ai cittadini per amministrare loro stessi, attraverso gli eletti".
Al neo sindaco il comico ha mandato un sms ma non c'è stata nessuna telefonata: "Ci ha e si è fatto i complimenti", ha raccontato Pizzarotti. "Non penso che ci sentiremo spesso nel lavoro che faremo nei prossimi anni - ha affermato - . Magari se ci sarà da fare qualche iniziativa, qualche evento per aggregare l'opinione pubblica chiameremo Grillo. Ma lui è il primo che ha detto che dobbiamo camminare con le nostre gambe".
da http://www.tgcom24.mediaset.it/
MI sembra un buon inizio, speriamo che continui così
Il botta e risposta dopo la vittoria
Grillo: "E ora Berlino"
08:37 - "I cittadini di Parma hanno eletto me e non sicuramente Grillo". "A Parma non ha vinto Pizzarotti, ma i cittadini". Arriva il primo botta e risposta a distanza tra Federico Pizzarotti, neo-sindaco di Parma sotto le insegne del Movimento 5 Stelle, e Beppe Grillo, fondatore del Movimento, a poche ore dalla vittoria più importante. Pizzarotti ha sempre affermato l'indipendenza della sua vittoria.
Pizzarotti n una delle tante interviste tv rilasciate nonostante il divieto posto da Grillo sui salotti televisivi, ha affermato l'indipendenza della sua vittoria: "I cittadini hanno eletto me, non Grillo". Sia chiaro, nessuno scontro o allontanamento, solo la presa d'atto di due diversi ruoli, ha precisato Pizzarotti. "Non sarei qui se non fosse stato Beppe Grillo a votare la spinta propulsiva del Movimento 5 Stelle - ha affermato riconoscente - . Ma i cittadini hanno votato noi e la giunta la porteremo avanti noi. Sono due elementi che andranno a braccetto per cercare di cambiare questo Paese".
La risposta di Grillo in un video su Youtube: "A Parma non ha vinto Pizzarotti, ma i cittadini. Il M5S è uno strumento che serve ai cittadini per amministrare loro stessi, attraverso gli eletti".
Al neo sindaco il comico ha mandato un sms ma non c'è stata nessuna telefonata: "Ci ha e si è fatto i complimenti", ha raccontato Pizzarotti. "Non penso che ci sentiremo spesso nel lavoro che faremo nei prossimi anni - ha affermato - . Magari se ci sarà da fare qualche iniziativa, qualche evento per aggregare l'opinione pubblica chiameremo Grillo. Ma lui è il primo che ha detto che dobbiamo camminare con le nostre gambe".
da http://www.tgcom24.mediaset.it/
MI sembra un buon inizio, speriamo che continui così
Re: Botta e risposta tra il comico genovese e il suo candida
Io spero che non finisca già a schifio.
Se così fosse la avrebbero vinta quelli che di cambiare non ne vogliono sapere.
Ma sarebbe una vittoria di Pirro, perché a quel punto l'alternativa la gente se la andrebbe a cercare da qualche altra parte, magari in qualche altra avventura autoritaria che in questo paese è sempre dietro l'angolo.
Se così fosse la avrebbero vinta quelli che di cambiare non ne vogliono sapere.
Ma sarebbe una vittoria di Pirro, perché a quel punto l'alternativa la gente se la andrebbe a cercare da qualche altra parte, magari in qualche altra avventura autoritaria che in questo paese è sempre dietro l'angolo.
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Re: Botta e risposta tra il comico genovese e il suo candida
Non lo so.
Anni fa sono andato a sentirlo Grillo.
Si sentiva puzza di Ricci, tapiri e veline lontano un miglio.
Ciao.
soloo42000
Anni fa sono andato a sentirlo Grillo.
Si sentiva puzza di Ricci, tapiri e veline lontano un miglio.
Ciao.
soloo42000
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Re: Botta e risposta tra il comico genovese e il suo candida
mariok ha scritto:Io spero che non finisca già a schifio.
Se così fosse la avrebbero vinta quelli che di cambiare non ne vogliono sapere.
Ma sarebbe una vittoria di Pirro, perché a quel punto l'alternativa la gente se la andrebbe a cercare da qualche altra parte, magari in qualche altra avventura autoritaria che in questo paese è sempre dietro l'angolo.
Non mi stupisco affatto di quanto sta succedendo nel dopo “Parmageddon”. Le reazioni e i comportamenti umani sono in fondo questi.
E’ per questo motivo che avremmo bisogno sul forum di tecnici specializzati in materia di antropologia, sociologia e psicologia, perché abbiamo bisogno di capire nel profondo i comportamenti umani che in fondo possono in prima battuta disorientare e stupire i più dopo una vittoria sui “Parmacotti” che sa del clamoroso.
L’osservazione di mario è fondamentale in questo transitorio:
Se così fosse la avrebbero vinta quelli che di cambiare non ne vogliono sapere.
In questo momento la consapevolezza della necessità immediata di un cambiamento è totale se consideriamo che solo un 2,5 % degli italiani è favorevole a questi partiti falliti.
E perché questo avvenga ci sono due strade.
La prima è quella pacifica nell’alveo costituzionale di un ricambio progressivo. Molti, per comodità paragonano l’esperienza della Lega ai suoi albori a quella del M5S.
Non è proprio così.
Il fondatore della Lega era un noto personaggio che se avesse incontrato chi ha inventato il lavoro lo avrebbe fatto nero,…….come minimo.
Il mondo ideale dell’Umbertino era obbligatoriamente quello della politica, dove prevale il “fanigottismo”, il paradiso di chi non ha voglia di lavorare e vivere bene. In più, la politica offre la possibilità di arricchirsi se ci si sa fare.
Non devono quindi stupire le recenti informative sul cerchio magico, e la vita da principino del Trota. Il padre aveva fatto centro vincendo all’Enalotto della politica puntando sui mal di pancia del gran merlame padano,…..un allevamento molto proficuo e diffuso.
Il Beppe, diversamente dall’Umbertino, invece non ha bisogno dei danèè, se li è fatti in altro modo. Non ha bisogno di andare a Roma ladrona per riempirsi le tasche.
Giusto o sbagliato che sia sta proponendo una nuova classe politica su base teoricamente diversa da quella esistente.
Che poi che ci riesca oppure no, è tutto un altro discorso, perché recita un proverbio italiano:
Tra il dire e il fare,.. c’è di mezzo il mare.
E’ un lavoro improbo quello che spetta ai grillini, che ridotto ai minimi termini equivale a immergersi completamente nel grande builonone tricolore rimanendo intonsi.
Dal punto di vista della fisica, non riesco a vedere come potranno mantenersi intonsi,….anche se mi auguro che rimangano tali,… se no ha ragione mario.
Se non si riesce a sfondare in questa direzione (ho tantissimi dubbi riportando il tutto alla politica nazionale) al punto in cui siamo non ci rimane che la rivoluzione o la guerra civile per cambiare temporaneamente la situazione.
Ma la situazione in questa direzione mi preoccupa non poco, perché i risultati della rivoluzione francese e quella russa li conosciamo bene. C’è sempre chi gioca al “chiodo schiaccia chiodo”, “vai via tu che sul seggiolone mi ci siedo io”. Abbiamo visto cosa è successo dieci anni dopo la liberazione nel Bel Paese”, nel 1945. Ma anche la recente storia patria, con la Lega che negli anni ’90 esibiva il cappio in Parlamento per i socialisti e amici al seguito.
La Lega non ha fatto altro che sostituirsi ai succhialisti.
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Re: Botta e risposta tra il comico genovese e il suo candida
mariok ha scritto:Io spero che non finisca già a schifio.
Se così fosse la avrebbero vinta quelli che di cambiare non ne vogliono sapere.
Ma sarebbe una vittoria di Pirro, perché a quel punto l'alternativa la gente se la andrebbe a cercare da qualche altra parte, magari in qualche altra avventura autoritaria che in questo paese è sempre dietro l'angolo.
Non mi stupisco affatto di quanto sta succedendo nel dopo “Parmageddon”. Le reazioni e i comportamenti umani sono in fondo questi.
E’ per questo motivo che avremmo bisogno sul forum di tecnici specializzati in materia di antropologia, sociologia e psicologia, perché abbiamo bisogno di capire nel profondo i comportamenti umani che in fondo possono in prima battuta disorientare e stupire i più dopo una vittoria sui “Parmacotti” che sa del clamoroso.
L’osservazione di mario è fondamentale in questo transitorio:
Se così fosse la avrebbero vinta quelli che di cambiare non ne vogliono sapere.
In questo momento la consapevolezza della necessità immediata di un cambiamento è totale se consideriamo che solo un 2,5 % degli italiani è favorevole a questi partiti falliti.
E perché questo avvenga ci sono due strade.
La prima è quella pacifica nell’alveo costituzionale di un ricambio progressivo. Molti, per comodità paragonano l’esperienza della Lega ai suoi albori a quella del M5S.
Non è proprio così.
Il fondatore della Lega era un noto personaggio che se avesse incontrato chi ha inventato il lavoro lo avrebbe fatto nero,…….come minimo.
Il mondo ideale dell’Umbertino era obbligatoriamente quello della politica, dove prevale il “fanigottismo”, il paradiso di chi non ha voglia di lavorare e vivere bene. In più, la politica offre la possibilità di arricchirsi se ci si sa fare.
Non devono quindi stupire le recenti informative sul cerchio magico, e la vita da principino del Trota. Il padre aveva fatto centro vincendo all’Enalotto della politica puntando sui mal di pancia del gran merlame padano,…..un allevamento molto proficuo e diffuso.
Il Beppe, diversamente dall’Umbertino, invece non ha bisogno dei danèè, se li è fatti in altro modo. Non ha bisogno di andare a Roma ladrona per riempirsi le tasche.
Giusto o sbagliato che sia sta proponendo una nuova classe politica su base teoricamente diversa da quella esistente.
Che poi che ci riesca oppure no, è tutto un altro discorso, perché recita un proverbio italiano:
Tra il dire e il fare,.. c’è di mezzo il mare.
E’ un lavoro improbo quello che spetta ai grillini, che ridotto ai minimi termini equivale a immergersi completamente nel grande builonone tricolore rimanendo intonsi.
Dal punto di vista della fisica, non riesco a vedere come potranno mantenersi intonsi,….anche se mi auguro che rimangano tali,… se no ha ragione mario.
Se non si riesce a sfondare in questa direzione (ho tantissimi dubbi riportando il tutto alla politica nazionale) al punto in cui siamo non ci rimane che la rivoluzione o la guerra civile per cambiare temporaneamente la situazione.
Ma la situazione in questa direzione mi preoccupa non poco, perché i risultati della rivoluzione francese e quella russa li conosciamo bene. C’è sempre chi gioca al “chiodo schiaccia chiodo”, “vai via tu che sul seggiolone mi ci siedo io”. Abbiamo visto cosa è successo dieci anni dopo la liberazione nel Bel Paese”, nel 1945. Ma anche la recente storia patria, con la Lega che negli anni ’90 esibiva il cappio in Parlamento per i socialisti e amici al seguito.
La Lega non ha fatto altro che sostituirsi ai succhialisti.
Re: Botta e risposta tra il comico genovese e il suo candida
Movimento 5 stelle, Grillo cerca tecnico per Parma. E riesplode il caso Tavolazzi
In un post scrive che il consigliere comunale di Ferrara espulso si sarebbe proposto per rientrare come direttore generale del comune. Il blogger genovese: "Ho saputo soltanto ieri sera della auto candidatura (appoggiata da un consigliere del Movimento dell'Emilia Romagna) del leader di Progetto per Ferrara a cui è stato inibito l'uso congiunto del suo simbolo con quello del Movimento 5 Stelle qualche mese fa . Ovviamente è una scelta impossibile, incompatibile e ingestibile politicamente"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | Parma | 24 maggio 2012
“Mi meraviglio che Tavolazzi si ripresenti ancora sulla scena per spaccare il Movimento 5 Stelle e che trovi pure il consenso di un consigliere dell’Emilia Romagna”. Chiusi i festeggiamenti per il successo elettorale, che ha consegnato al candidato cinque stelle Federico Pizzarotti le chiavi della città di Parma, nel Movimento riemergono le vecchie divergenze. È ancora una volta un post di Beppe Grillo a scatenare la bufera, il blogger genovese, intervenendo sulla nomina del direttore generale del comune, scrive: “Ho saputo soltanto ieri sera della auto candidatura (appoggiata da un consigliere del Movimento dell’Emilia Romagna) di Valentino Tavolazzi di Progetto per Ferrara a cui è stato inibito l’uso congiunto del suo simbolo con quello del Movimento 5 Stelle qualche mese fa – e aggiunge – Ovviamente è una scelta impossibile, incompatibile e ingestibile politicamente”.
L’ex-comico e fondatore del Movimento continua poi lanciando l’avviso pubblico di selezione. “La Rete non deve lasciare soli i sindaci del Movimento 5 Stelle. Tutto è avvenuto molto in fretta e c’è la necessità di ricoprire ruoli operativi. A Parma abbiamo bisogno di aiuto. Cerchiamo una persona con esperienza della gestione della macchina comunale per la carica di direttore generale al più presto. Incensurata, non legata ai partiti, di provata competenza”.Chi interessato, conclude, può mandare il curriculum direttamente al sito del comico genovese, selezionando la mascherina “Aiuto per Parma”. Poi la bordata contro il consigliere ferrarese, già allontanato dal Movimento a marzo, sempre per decisione di Grillo. “Mi meraviglio che Tavolazzi si ripresenti ancora sulla scena per spaccare il Movimento 5 Stelle e che trovi pure il consenso di un consigliere dell’Emilia Romagna”.
Ma Valentino Tavolazzi, chiamato in causa, smentisce ogni ipotesi di autocandidatura. Prima lo fa su Facebook, facendo capire attraverso di non essersi mai proposto per quel ruolo: “Stiamo scherzando? Siamo alle comiche. Dovete chiedere a Federico Pizzarotti”. E poi, al fattoquotidiano.it, dà la sua versione dei fatti. “Non è vero che mi sono autocandidato. È stato Federico Pizzarotti in persona, qualche giorno fa, a chiedermelo. Anche lui ovviamente ora si sta domandando l’utilità di questo post, che arreca più danno che vantaggio al Movimento”. Del resto, dice, il curriculum sarebbe adatto. “Quando me l’ha chiesto ho dato la mia disponibilità – continua – perché ho già ricoperto quel ruolo, quindi avrei i requisiti giusti. Ma la scelta non è mia. La decisione riguarda esclusivamente il sindaco. Lui per legge ha il diritto e il dovere di scegliere il direttore generale”.
Per ora il neosindaco di Parma non si esprime. Da ore si trova in una stanza del Comune con alcuni consiglieri, e rifiuta le chiamate dei giornalisti. Ma una mezza conferma Tavolazzi la trova nella replica dal consigliere dell’Emilia Romagna Giovanni Favia, al quale Grillo sembra fare riferimento nel post. “Per le informazioni che ho io Valentino Tavolazzi non si è mai auto candidato come direttore generale del comune di Parma – scrive su Facebook – Né tantomeno è stato appoggiato dai consiglieri regionali dell’Emilia Romagna, il cui ruolo non è quello di appoggiare o spingere candidature in perfetto stile partito, ma di vigilare che Parma non venga penalizzata nei trasferimenti di risorse regionali”. E poi rincara: “Prego chi ha fornito questa falsa informazione allo staff del blog di dichiararsi e chiedere scusa. Ed allo staff di verificare prima le informazioni che pubblica”.
Riemerge così, a 72 ore dalla vittoria del ballottaggio e alla vigilia della prova di governo più importante del Movimento 5 stelle, la questione delle espulsioni. Ritorna a galla riportando con sé anche vecchi veleni, sospetti e mal di pancia. Con una squadra ancora da formare e un comune tutto da disegnare, la prima grana per il sindaco di Parma Federico Pizzarotti è tutta interna. Sì, perché l’intervento di Grillo non solo ha riacceso tra gli attivisti il dibattito sul ruolo e le ingerenze di Grillo. Ma rischia anche di allungare la distanza tra gli eletti del Movimento e il loro ispiratore.
Tavolazzi era stato messo alla porta a inizio marzo, per aver partecipato a una due giorni organizzata a Rimini da alcuni attivisti. La decisione era stata comunicata da Grillo sempre attraverso un post online, dividendo attivisti ed eletti tra pro e contro epurazione. E se alcuni avevano accettato senza fiatare scegliendo di prendere le parti del fondatore del Movimento, altri avevano storto il naso, lamentando un’assenza di democrazia interna. I sospetti e i malumori erano rimasti poi sottotraccia durante l’intera campagna campagna elettorale, alla quale peraltro Tavolazzi, nonostante il divieto di usare il simbolo, ha sempre partecipato. “Se a Comacchio ci sono una lista e un sindaco è anche merito nostro (mio e del gruppo di Cento, ndr). Abbiamo lavorato per più di un anno. Noi stiamo continuando a fare quello che facevamo prima che Grillo decidesse di levarci il simbolo. E lo faremo ancora per molto perché crediamo in questo Movimento”.
di Giulia Zaccariello e Silvia Bia
In un post scrive che il consigliere comunale di Ferrara espulso si sarebbe proposto per rientrare come direttore generale del comune. Il blogger genovese: "Ho saputo soltanto ieri sera della auto candidatura (appoggiata da un consigliere del Movimento dell'Emilia Romagna) del leader di Progetto per Ferrara a cui è stato inibito l'uso congiunto del suo simbolo con quello del Movimento 5 Stelle qualche mese fa . Ovviamente è una scelta impossibile, incompatibile e ingestibile politicamente"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | Parma | 24 maggio 2012
“Mi meraviglio che Tavolazzi si ripresenti ancora sulla scena per spaccare il Movimento 5 Stelle e che trovi pure il consenso di un consigliere dell’Emilia Romagna”. Chiusi i festeggiamenti per il successo elettorale, che ha consegnato al candidato cinque stelle Federico Pizzarotti le chiavi della città di Parma, nel Movimento riemergono le vecchie divergenze. È ancora una volta un post di Beppe Grillo a scatenare la bufera, il blogger genovese, intervenendo sulla nomina del direttore generale del comune, scrive: “Ho saputo soltanto ieri sera della auto candidatura (appoggiata da un consigliere del Movimento dell’Emilia Romagna) di Valentino Tavolazzi di Progetto per Ferrara a cui è stato inibito l’uso congiunto del suo simbolo con quello del Movimento 5 Stelle qualche mese fa – e aggiunge – Ovviamente è una scelta impossibile, incompatibile e ingestibile politicamente”.
L’ex-comico e fondatore del Movimento continua poi lanciando l’avviso pubblico di selezione. “La Rete non deve lasciare soli i sindaci del Movimento 5 Stelle. Tutto è avvenuto molto in fretta e c’è la necessità di ricoprire ruoli operativi. A Parma abbiamo bisogno di aiuto. Cerchiamo una persona con esperienza della gestione della macchina comunale per la carica di direttore generale al più presto. Incensurata, non legata ai partiti, di provata competenza”.Chi interessato, conclude, può mandare il curriculum direttamente al sito del comico genovese, selezionando la mascherina “Aiuto per Parma”. Poi la bordata contro il consigliere ferrarese, già allontanato dal Movimento a marzo, sempre per decisione di Grillo. “Mi meraviglio che Tavolazzi si ripresenti ancora sulla scena per spaccare il Movimento 5 Stelle e che trovi pure il consenso di un consigliere dell’Emilia Romagna”.
Ma Valentino Tavolazzi, chiamato in causa, smentisce ogni ipotesi di autocandidatura. Prima lo fa su Facebook, facendo capire attraverso di non essersi mai proposto per quel ruolo: “Stiamo scherzando? Siamo alle comiche. Dovete chiedere a Federico Pizzarotti”. E poi, al fattoquotidiano.it, dà la sua versione dei fatti. “Non è vero che mi sono autocandidato. È stato Federico Pizzarotti in persona, qualche giorno fa, a chiedermelo. Anche lui ovviamente ora si sta domandando l’utilità di questo post, che arreca più danno che vantaggio al Movimento”. Del resto, dice, il curriculum sarebbe adatto. “Quando me l’ha chiesto ho dato la mia disponibilità – continua – perché ho già ricoperto quel ruolo, quindi avrei i requisiti giusti. Ma la scelta non è mia. La decisione riguarda esclusivamente il sindaco. Lui per legge ha il diritto e il dovere di scegliere il direttore generale”.
Per ora il neosindaco di Parma non si esprime. Da ore si trova in una stanza del Comune con alcuni consiglieri, e rifiuta le chiamate dei giornalisti. Ma una mezza conferma Tavolazzi la trova nella replica dal consigliere dell’Emilia Romagna Giovanni Favia, al quale Grillo sembra fare riferimento nel post. “Per le informazioni che ho io Valentino Tavolazzi non si è mai auto candidato come direttore generale del comune di Parma – scrive su Facebook – Né tantomeno è stato appoggiato dai consiglieri regionali dell’Emilia Romagna, il cui ruolo non è quello di appoggiare o spingere candidature in perfetto stile partito, ma di vigilare che Parma non venga penalizzata nei trasferimenti di risorse regionali”. E poi rincara: “Prego chi ha fornito questa falsa informazione allo staff del blog di dichiararsi e chiedere scusa. Ed allo staff di verificare prima le informazioni che pubblica”.
Riemerge così, a 72 ore dalla vittoria del ballottaggio e alla vigilia della prova di governo più importante del Movimento 5 stelle, la questione delle espulsioni. Ritorna a galla riportando con sé anche vecchi veleni, sospetti e mal di pancia. Con una squadra ancora da formare e un comune tutto da disegnare, la prima grana per il sindaco di Parma Federico Pizzarotti è tutta interna. Sì, perché l’intervento di Grillo non solo ha riacceso tra gli attivisti il dibattito sul ruolo e le ingerenze di Grillo. Ma rischia anche di allungare la distanza tra gli eletti del Movimento e il loro ispiratore.
Tavolazzi era stato messo alla porta a inizio marzo, per aver partecipato a una due giorni organizzata a Rimini da alcuni attivisti. La decisione era stata comunicata da Grillo sempre attraverso un post online, dividendo attivisti ed eletti tra pro e contro epurazione. E se alcuni avevano accettato senza fiatare scegliendo di prendere le parti del fondatore del Movimento, altri avevano storto il naso, lamentando un’assenza di democrazia interna. I sospetti e i malumori erano rimasti poi sottotraccia durante l’intera campagna campagna elettorale, alla quale peraltro Tavolazzi, nonostante il divieto di usare il simbolo, ha sempre partecipato. “Se a Comacchio ci sono una lista e un sindaco è anche merito nostro (mio e del gruppo di Cento, ndr). Abbiamo lavorato per più di un anno. Noi stiamo continuando a fare quello che facevamo prima che Grillo decidesse di levarci il simbolo. E lo faremo ancora per molto perché crediamo in questo Movimento”.
di Giulia Zaccariello e Silvia Bia
Re: Botta e risposta tra il comico genovese e il suo candida
a) qualcuno gli ha fornito una falsa pista per alzare polverone sul carro dei vincitori.
b) qualche problema ce l'hanno sul serio e prima o poi Grillo dovrà scendere dalla pianta dell'apolitica, apartitica etc etc ,e se scendendo ( male) rovina l'impegno di tanta gente seria avrà fatto più danno che bene .
b) qualche problema ce l'hanno sul serio e prima o poi Grillo dovrà scendere dalla pianta dell'apolitica, apartitica etc etc ,e se scendendo ( male) rovina l'impegno di tanta gente seria avrà fatto più danno che bene .
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