La Questione Monti

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erding
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Re: La Questione Monti

Messaggio da erding »

camillobenso ha scritto:Qui ci vuole l’intervento tecnico dello psicologo, del sociologo e dell’esperto in comunicazione.

Se il giornalista Paolo Barnard (un cognome illustre) non avesse aggiunto “un criminale” di troppo, la teoria osè, nuova e tutta da dimostrare sarebbe stata presa in considerazione, oppure sarebbe scivolata via come l’accettazione di una scemenza a cui non valeva perdere tempo?
Le teorie di Barnard sono senz'altro “osè”, o meglio sensazionali.
Quanto ci può essere di vero in ciò che descrive in “ il più grande crimine” o cosa ci può essere di fondato
(non è l'unico a parlarne) sulle potenti influenze che si attribuiscono al club Bilderberg
nella politica economica mondiale? Tutte fantasie di complottisti?
Non mi sento in grado di giudicare, non mi azzardo, è certo che milioni di persone pagano pesantemente per colpe non sue.

Un saluto
camillobenso
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Re: La Questione Monti

Messaggio da camillobenso »

erding ha scritto:
camillobenso ha scritto:Qui ci vuole l’intervento tecnico dello psicologo, del sociologo e dell’esperto in comunicazione.

Se il giornalista Paolo Barnard (un cognome illustre) non avesse aggiunto “un criminale” di troppo, la teoria osè, nuova e tutta da dimostrare sarebbe stata presa in considerazione, oppure sarebbe scivolata via come l’accettazione di una scemenza a cui non valeva perdere tempo?
Le teorie di Barnard sono senz'altro “osè”, o meglio sensazionali.
Quanto ci può essere di vero in ciò che descrive in “ il più grande crimine” o cosa ci può essere di fondato
(non è l'unico a parlarne) sulle potenti influenze che si attribuiscono al club Bilderberg
nella politica economica mondiale? Tutte fantasie di complottisti?
Non mi sento in grado di giudicare, non mi azzardo, è certo che milioni di persone pagano pesantemente per colpe non sue.

Un saluto
L'ho risentito ancora 4/5 volte perché mi sembra piuttosto interessante.

E' vero quanto dice Beha, la crisi non può averla creata tutta Berlusconi, ma la classe politica degli ultimi trent'anni.

Ma qui si intersecano due crisi, quella tutta italiana e quella internazionale.

Quello poi che non è chiaro è perché dopo tanti anni l'Europa esiste solo dal punto di vista finanziario e non politico.
camillobenso
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Re: La Questione Monti

Messaggio da camillobenso »

Dalla rete

L’Euro fu pensato nel 1943 dal francese Francois Perroux con il dichiarato intento di “Togliere agli Stati la loro ragion d’essere”

Il giornalista e autore Paolo Barnard, che lavora da due anni con il gruppo di macroeconomisti del Levy Institute Bard College di New York sulla crisi dell’Eurozona, guidati dal Prof. L. Randall Wray dell’Università del Missouri Kansas City, che coordina altri 10 colleghi inglesi e australiani, scrive che:

a) l’Euro fu disegnato precisamente per affossare gli Stati del sud Europa, fra cui l’Italia;

b) esistono responsabili italiani ed europei di questo “colpo di stato finanziario di proporzioni storiche”. (una definizione del tutto ragionata offerta ell’economista americano Michael Hudson).

Dalle pagine del Financial Times, del Wall Street Journal e persino del New York Times, da mesi economisti del calibro di Martin Wolf, Joseph Stiglitz, Paul Krugman, Nouriel Roubini, Marshall Auerback. A Parigi, l’eccellente Prof. Alain Parguez dell’Università di Besancon ne ha trattato esaustivamente. Wray e i suoi colleghi Mosler, Tcherneva e Hudson pure. Nel dettaglio, essi hanno scritto che:

L’Italia è stata condannata a un’aggressione senza precedenti da parte dei mercati dall’operato dei governi di centrosinistra guidati da Romano Prodi che hanno portato il nostro Paese nel catastrofico costrutto dell’Eurozona. Le famiglie e le aziende italiane non devono pagare per colpe non loro.

L’Euro fu pensato nel 1943 dal francese Francois Perroux con il dichiarato intento di “Togliere agli Stati la loro ragion d’essere”.

La moneta unica è infatti un progetto franco-germanico da quasi mezzo secolo (Attali, Delors, Issing, Weigel e altri), col fine di congelare le svalutazioni competitive d’Italia e Spagna, e col fine di deprimere i redditi del sud Europa per delocalizzare in esso manodopera industriale per l’esclusivo vantaggio del Neomercantilismo franco-tedesco.

Specificamente, la moneta unica:

- Esclude un prestatore di ultima istanza sul modello Federal Reserve USA, proprio per portare la sfiducia dei mercati sui debiti dell’Eurozona.

- I debiti dell’Eurozona non sono più sovrani, poiché l’Euro è moneta che ogni Stato può solo usare, non emettere, e che ogni Stato deve prendere in prestito dai mercati di capitali privati che lo acquisiscono all’emissione. L’Euro è moneta di nessuno, non sovrana per alcuno.

- I due punti precedenti hanno distrutto il fondamentale più importante della macroeconomia di Stato, che è “Ability to pay”, cioè la capacità di uno Stato di onorare sempre il proprio debito emettendo la propria moneta sovrana. L’attuale aggressività dei mercati contro il nostro Paese (ed altri) è dovuta in larghissima parte proprio alla loro consapevolezza della nostra perdita di “Ability to pay”, la cui presenza è infatti l’unica rassicurazione che può calmare i mercati. Motivo per il quale il Giappone dello Yen sovrano, che registra il 200% di debito/PIL, non è da essi aggredito e ha inflazione vicina allo 0%. Motivo per cui l’Italia della Lira sovrana mai si trovò in condizioni simili al dramma attuale, nonostante parametri ben peggiori di quelli oggi presenti.

- L’Euro è moneta insostenibile, disegnata precisamente affinché l’assenza radicale di “Ability to pay” nei governi più deboli dell’Eurozona inneschi un circolo vizioso di crisi che alimenta la sfiducia dei mercati che alimenta crisi. Non se ne esce, qualsiasi correttivo non altera, né mai altererà, questo fondamentale negativo, e i mercati infatti non si placano.

- Le estreme misure di austerità per la riduzione del deficit di bilancio che vengono oggi imposte al Governo italiano, sono distruttive per la Aggregate Demand di cui qualsiasi economia necessita per crescere. Sono cioè il farmaco che causa la malattia, invece di curarla. Anche questo non accade per un caso.

- Tali misure ci vengono imposte proprio perché il nostro debito pubblico non è più sovrano, a causa dell’adozione di una moneta non sovrana. Infatti, ogni spazio di manovra del Governo italiano al fine di stimolare crescita e riduzione del debito attraverso scelte di spesa sovrana (fiscal policy), è stato annullato dall’adozione della moneta unica, che, ribadisco, l’Italia non può emettere come invece fanno USA o Giappone. Si tratta di una perdita di sovranità governativa senza precedenti nella storia repubblicana, e di cui le misure imposte dalla Commissione UE come il European Semester e l’Europact sono l’espressione più estreme, ma di cui noi cittadini paghiamo le estreme conseguenze.

- L’Euro e i Trattati europei che l’hanno introdotto, sbandierati a salvezza nazionale dal centrosinistra, stanno, per i motivi sopraccitati, umiliando l’Italia, nazione che ha uno dei risparmi privati migliori del mondo, 9.000 miliardi in ricchezza privata, una capacità industriale invidiata dai G20, banche assai più sane della media occidentale, e parametri di deficit che sono inferiori ad altri Stati dell’Eurozona.

Noi cittadini italiani ne soffriremo conseguenze devastanti per generazioni.

E’ necessario denunciare pubblicamente e urgentemente la realtà di questa moneta disegnata per fallire. Si deve smascherare le responsabilità del centrosinistra italiano e dei governi ‘tecnici’ in queste scelte sovranazionali catastrofiche.

Il team di macroeconomisti accademici del Levy Institute Bard College di New York e dell’Università del Missouri Kansas City, sono coloro che hanno strutturato il piano Jefes che ha portato l’Argentina dal default al divenire di una delle economie più in crescita del mondo di oggi. Essi potrebbero essere a disposizione per definire sia la strategia comunicativa che quella economica per salvare l’Italia da un destino tragico e che non meritiamo.

http://gek60.altervista.org/2011/12/l%E ... %E2%80%9D/
camillobenso
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Re: La Questione Monti

Messaggio da camillobenso »

Per uno sospettoso come il sottoscritto, nasce la domanda:

Ma l'Euro da fastidio al dollaro?
camillobenso
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Re: La Questione Monti

Messaggio da camillobenso »

Wikipedia non ci aiuta a capire

François Perroux
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


François Perroux
François Perroux (Saint-Romain-en-Gal, 19 dicembre 1903 – Stains, 2 giugno 1987) è stato un economista francese.

È stato professore al Collège de France, dopo aver insegnato presso l'Università di Lione (dal 1928 al 1937) e l'Università di Parigi (dal 1935 al 1955). Ha fondato l'Institut de Sciences Economiques Appliquées nel 1944.
camillobenso
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Re: La Questione Monti

Messaggio da camillobenso »

Tg3 - ore 19,00 - Un minuto fa, servizio sull'Euro, viene ribadito il concetto che gli Stati si devono tenere pronti per l'uscita dall'euro.

E il dollaro ne subirebbe anche lui o se ne avvantaggerebbe dalla fine della divisa europea?

E' un gran bel pasticcio.
Amadeus

Re: La Questione Monti

Messaggio da Amadeus »

Col crollo del muro di Berlino Kohl capisce che è il momento di chiedere l’unificazione delle due Germanie alle 4 potenze vincitrici , Usa, Gran Bretagna , Francia ( che se ne preoccupa molto per via dei confini ma la avalla , perché una Europa Unita avrebbe neutralizzato l’eventuale insorgenza di un nuovo pangermanesimo ) e URSS ( a cui viene chiesto il parere ma solo per formalità) . in Italia eravamo pure preoccupati tant’è che Andreotti disse : “io amo la Germania unita ma la preferisco divisa. “
Nel 1992 nasce l’euro col trattato di Maastricht , l’atto di nascita della moneta unica che avrebbe dovuto col tempo unire anche politicamente.
Le università americane ( gli accademici e gli economisti) erano fortemente contrarie , temevano l’euro come moneta concorrente rispetto al dollaro, ma per questioni diplomatiche accettarono a denti stretti .
il sistema a cambi fissi irrevocabili fra monete e con una moneta unica potevamo uscire dalle continue svalutazioni e si mettevano al riparo le economie più deboli. Infatti dei 27 paesi dell’ue 17 entrarono subito nella moneta unica ( 1-1-2002), e il ny times fece un articolone su come l’operazione in realtà era un trasferimento volontario e in tempo di pace della sovranità nazionale ( fatta di moneta, stato , territorio e cittadini )
L’euro è diventato subito la seconda moneta dopo il dollaro e malgrado la crisi dei paesi UE il tasso di cambio da allora ha perso solo 10 punti base ( 1,40 -1,30)

La risposta alla domanda è ( per come la vedo io ) : sì sicuramente je rode e allora attaccano i debiti pubblici dei singoli stati nazionali ( non potendo apertamente attaccare l’euro)
altra considerazione ...come poteva, chiunque, nel 1943 prevedere la costruzione e la demolizione del muro di berlino e di tutto ciò che simboleggiò e comportò?
mariok

Re: La Questione Monti

Messaggio da mariok »

Sì però non è che possiamo prendercela solo con gli amerikani.

Sono anche le banche europee che danno il loro contributo.

IL MONDO / Top 10 / 26 Maggio 2012

Bankia:Salvataggio da 19 mld,fusione con Bfa non priorità

Goirigolzarri presenta piano ricapitalizzazione dopo buco 3 mld

http://www.ilmondo.it/top10/2012-05-26/ ... 1871.shtml
Ma questi banchieri non pagano mai?

La BCE non ha anche compiti di vigilanza?

E Draghi che da lezione a tutti, che dice al riguardo?
mariok

Re: La Questione Monti

Messaggio da mariok »

Sarà vero?


SPENDING REVIEW

Giarda: "Alcuni tagli possibili subito
sotto esame 100 miliardi di spesa"


Il ministro spiega che gli intreventi riguarderanno "l'intero settore pubblico dallo Stato al più piccolo dei comuni". E parla di impegno condiviso da tutto l'esecutivo

ROMA - Ammonta a 100 miliardi la spesa pubblica "potenzialmente aggredibile nel breve periodo", mentre è di 300 miliardi quella che richiede un intervento al lungo periodo. Lo ha detto il ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda in un'intervista a Radio Vaticana. Giarda ha spiegato che la ricerca di "risparmi e tagli agli sprechi riguarda l'intero settore pubblico dallo Stato al più piccolo dei comuni" poiché "l'intero Paese non si è ancora adattato alle nuove condizioni economiche. Non ci sono posti o sezioni - ha sottolineato - in cui ci siano sprechi maggiori".

Giarda ha quindi detto che "alcuni interventi si possono fare subito" con una spesa di 100 miliardi "potenzialmente aggredibile nel breve periodo" che riguarda "lo Stato, gli enti previdenziali, le regioni e gli enti locali" mentre ulteriori interventi per complessivi 300 miliardi derivano da un lavoro "a lungo periodo". "Noi ci stiamo dedicando un po' a l'uno e un po' all'altro".

Impegno condiviso. "Diversamente dal passato non ci sono interessi di natura elettorale o di collegi da soddisfare; l'intero governo è pienamente convinto che bisogna intervenire, anzi, i ministri stanno progressivamente proponendo, sollecitati dalla direttiva del presidente del consiglio degli inizi di maggio, progetti di ristrutturazione della loro attività", ha sottolineato il ministro, che ha illustrato l'impegno dell'esecutivo sulla spending review. Il lavoro di revisione della spesa pubblica non sta incontrando ''resistenze'' da parte dei ministri di spesa che anzi stanno preparando ''dei progetti di ristrutturazione delle loro attività''. "Naturalmente - ha aggiunto - le resistenze cominceranno ad essere percepite quando i provvedimenti da progetto o da analisi si tradurranno in iniziative legislative e in riduzioni degli stanziamenti, ma per ora il clima è molto positivo". Giarda ha parlato anche dei tagli ai costi della politica, ricordando gli interventi del gopverno sugli enti locali, le auto blu e i voli di stato e quelli, in parte ancora in discussione in parlamento, sul finanziamento ai partiti, sulla spesa complessiva di camera e senato, sui vitalizi. "Un insieme di tante piccole decisioni - ha concluso - che lasceranno le tracce per chi si troverà a governare il paese nei prossimi anni".

(27 maggio 2012)

http://www.repubblica.it/economia/2012/ ... /?ref=fbpr
camillobenso
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Re: La Questione Monti

Messaggio da camillobenso »

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