Come se ne viene fuori ?
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Re: Come se ne viene fuori ?
La proprietà transitiva
Se A è uguale a B e B è uguale a C, allora si puo’ legittimamente affermare che A è uguale a C.
Allora Renzi che ci fa nel Pd?
Diverso il discorso se il sindaco di Firenze, prima o poi, dovesse prendere la guida dei democratici.
Ma qualcuno pensa veramente che Renzi possa prendere la guida del Pd?
*
Per adesso Montezemolo è al 3,5 %, anche se aspira a diventare il primo partito di Merlonia.
Montezemolo ci crede e spera in Renzi e Lega
Di Andrea Carugati 25 maggio 2012
Più che un semaforo verde, un “warm up”, quello di mercoledì per Luca di Montezemolo. La lettera al Corriere della Sera, con quel «potrebbe» esserci una lista di Italia Futura alle politiche 2013, è stato solo un giro di riscaldamento, per tastare la tenuta di strada.
A Via Properzio, il quartier generale montezemoliano nella Capitale, ieri è stato il giorno delle analisi. Per capire l’impatto dell’uscita sull’opinione pubblica, più che sul mondo politico che, a dire il vero, ha reagito molto freddamente. «Ma i contatti sul nostro sito sono quintuplicati», festeggia Andrea Romano, il direttore dell’associazione. «In due giorni abbiamo avuto 900 nuovi iscritti, abbiamo superato quota 50mila».
Anche sui territori (l’associazione è già presente in 18 regioni) si registra un «di più» di attenzione. Non solo della mitica gente comune, ma anche di tanti politici «che temono di ritrovarsi tra pochi mesi senza partito e bussano alla nostra porta», spiega Andrea Causin, uno dei coordinatori veneti. «Ma hanno sbagliato indirizzo». Le previsioni del professor Luca Ricolfi, che pronostica un risultato fino al 25%, hanno scaldato gli animi.
Anche perché, spiegano, l’obiettivo non è quello di fare un partitino del 10%, costretto poi a vivacchiare a Montecitorio.
«Certo che delle alleanze si dovranno fare, ma noi puntiamo a diventare il primo partito e a ricevere l’incarico di formare un governo di impronta liberale», racconta uno dei dirigenti.
Che conferma i contatti in corso con Matteo Renzi. «Il suo impianto culturale è identico al nostro, ma non credo che lascerà il Pd».
Diverso il discorso se il sindaco di Firenze, prima o poi, dovesse prendere la guida dei democratici.
Ma il partito Ferrari guarda anche a Nord. Non solo all’associazione di Cacciari, Verso Nord, che sta confluendo dentro If, ma anche alla nuova Lega. «Con Maroni e Tosi potremmo ragionare».
Infine, l’Udc: «Se la legge elettorale dovesse restare questa, con Casini si potrebbe discutere di un’alleanza, in fondo lui è il meno peggio, anche se è poco liberale». Gli unici di cui non vogliono sentir neppure parlare sono Berlusconi e Alfano. «Con Silvio sarebbe un suicidio», ha ribadito il coordinatore Federico Vecchioni.
Resta il rebus della candidatura di Montezemolo, che nella sua lettera ha detto «no ai superuomini». «È prudente, prima vuole aspettare che si diradi la nebbia nel campo del centrodestra», ragiona il professor Roberto D’Alimonte. «Sa perfettamente, come tutti noi, che Berlusconi resta un personaggio capace di sorprese e di invenzioni spiazzanti...».
L'Unità.it
Se A è uguale a B e B è uguale a C, allora si puo’ legittimamente affermare che A è uguale a C.
Allora Renzi che ci fa nel Pd?
Diverso il discorso se il sindaco di Firenze, prima o poi, dovesse prendere la guida dei democratici.
Ma qualcuno pensa veramente che Renzi possa prendere la guida del Pd?
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Per adesso Montezemolo è al 3,5 %, anche se aspira a diventare il primo partito di Merlonia.
Montezemolo ci crede e spera in Renzi e Lega
Di Andrea Carugati 25 maggio 2012
Più che un semaforo verde, un “warm up”, quello di mercoledì per Luca di Montezemolo. La lettera al Corriere della Sera, con quel «potrebbe» esserci una lista di Italia Futura alle politiche 2013, è stato solo un giro di riscaldamento, per tastare la tenuta di strada.
A Via Properzio, il quartier generale montezemoliano nella Capitale, ieri è stato il giorno delle analisi. Per capire l’impatto dell’uscita sull’opinione pubblica, più che sul mondo politico che, a dire il vero, ha reagito molto freddamente. «Ma i contatti sul nostro sito sono quintuplicati», festeggia Andrea Romano, il direttore dell’associazione. «In due giorni abbiamo avuto 900 nuovi iscritti, abbiamo superato quota 50mila».
Anche sui territori (l’associazione è già presente in 18 regioni) si registra un «di più» di attenzione. Non solo della mitica gente comune, ma anche di tanti politici «che temono di ritrovarsi tra pochi mesi senza partito e bussano alla nostra porta», spiega Andrea Causin, uno dei coordinatori veneti. «Ma hanno sbagliato indirizzo». Le previsioni del professor Luca Ricolfi, che pronostica un risultato fino al 25%, hanno scaldato gli animi.
Anche perché, spiegano, l’obiettivo non è quello di fare un partitino del 10%, costretto poi a vivacchiare a Montecitorio.
«Certo che delle alleanze si dovranno fare, ma noi puntiamo a diventare il primo partito e a ricevere l’incarico di formare un governo di impronta liberale», racconta uno dei dirigenti.
Che conferma i contatti in corso con Matteo Renzi. «Il suo impianto culturale è identico al nostro, ma non credo che lascerà il Pd».
Diverso il discorso se il sindaco di Firenze, prima o poi, dovesse prendere la guida dei democratici.
Ma il partito Ferrari guarda anche a Nord. Non solo all’associazione di Cacciari, Verso Nord, che sta confluendo dentro If, ma anche alla nuova Lega. «Con Maroni e Tosi potremmo ragionare».
Infine, l’Udc: «Se la legge elettorale dovesse restare questa, con Casini si potrebbe discutere di un’alleanza, in fondo lui è il meno peggio, anche se è poco liberale». Gli unici di cui non vogliono sentir neppure parlare sono Berlusconi e Alfano. «Con Silvio sarebbe un suicidio», ha ribadito il coordinatore Federico Vecchioni.
Resta il rebus della candidatura di Montezemolo, che nella sua lettera ha detto «no ai superuomini». «È prudente, prima vuole aspettare che si diradi la nebbia nel campo del centrodestra», ragiona il professor Roberto D’Alimonte. «Sa perfettamente, come tutti noi, che Berlusconi resta un personaggio capace di sorprese e di invenzioni spiazzanti...».
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Re: Come se ne viene fuori ?
Finiremo male,....molto male....
La lezione di maggio non è servita.
"Con questa classe dirigente non vinceremo mai"
Nanni Moretti - Piazza Navona - 3 febbraio 2002
http://www.youtube.com/watch?v=8kuVgaPZyts
Zoggia, Pd: «Che vuol fare da grande Di Pietro?»
26 maggio 2012 A -
Davide Zoggia, della segreteria nazionale del Pd, replica al leader Idv che a La7, in sintonia con Vendola, ha invocato una nuova "foto di Vasto": «Consegneremo brevi manu a Di Pietro l'elenco delle invettive, degli insulti e delle provocazioni che da mesi sta riservando al Pd. Lo ha fatto anche oggi. È singolare il percorso che ha in mente Di Pietro: dare cazzotti a quello che dovrebbe essere il principale alleato e guida della coalizione. La nostra risposta è semplice: decida cosa vuole fare da grande Di Pietro».
FARINONE, PD: NO AD AUT AUT DI DI PIETRO E VENDOLA
«No gli aut aut di Di Pietro e Vendola. Serve un'alleanza larga per l'utilità del Paese, che riunisca le forze del centrosinistra e chi ha dimostrato di essere responsabile». Lo afferma il deputato del Pd Enrico Farinone, vicepresidente della Commissione Affari Europei. «La crisi è tutt'altro che finita - conclude - e gli estremismi non servono a risolvere i problemi della gente».
La lezione di maggio non è servita.
"Con questa classe dirigente non vinceremo mai"
Nanni Moretti - Piazza Navona - 3 febbraio 2002
http://www.youtube.com/watch?v=8kuVgaPZyts
Zoggia, Pd: «Che vuol fare da grande Di Pietro?»
26 maggio 2012 A -
Davide Zoggia, della segreteria nazionale del Pd, replica al leader Idv che a La7, in sintonia con Vendola, ha invocato una nuova "foto di Vasto": «Consegneremo brevi manu a Di Pietro l'elenco delle invettive, degli insulti e delle provocazioni che da mesi sta riservando al Pd. Lo ha fatto anche oggi. È singolare il percorso che ha in mente Di Pietro: dare cazzotti a quello che dovrebbe essere il principale alleato e guida della coalizione. La nostra risposta è semplice: decida cosa vuole fare da grande Di Pietro».
FARINONE, PD: NO AD AUT AUT DI DI PIETRO E VENDOLA
«No gli aut aut di Di Pietro e Vendola. Serve un'alleanza larga per l'utilità del Paese, che riunisca le forze del centrosinistra e chi ha dimostrato di essere responsabile». Lo afferma il deputato del Pd Enrico Farinone, vicepresidente della Commissione Affari Europei. «La crisi è tutt'altro che finita - conclude - e gli estremismi non servono a risolvere i problemi della gente».
Re: Come se ne viene fuori ?
Quindi , dopo 55 pagine, secondo il gotha del Pd , " se ne viene fuori" con la grande ammucchiata...cinematograficamente parlando :
il mucchio selvaggio, la grande abbuffata , tutti insieme appassionatamente ... grande acume nel pd, grande senso della realtà.
manco un tgv sul cofano li farebbe svegliare. meglio che ce ne facciamo una ragione, supplementare.
il mucchio selvaggio, la grande abbuffata , tutti insieme appassionatamente ... grande acume nel pd, grande senso della realtà.
manco un tgv sul cofano li farebbe svegliare. meglio che ce ne facciamo una ragione, supplementare.
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Re: Come se ne viene fuori ?
FARINONE, PD: NO AD AUT AUT DI DI PIETRO E VENDOLA
*
Uno se chiede,.. e da dove spunta sto Farinone???
biografia
Nato a Varallo, in Valsesia, nel 1957 è cresciuto a Sesto San Giovanni, città della quale è stato consigliere comunale per la Democrazia Cristiana.
Ecco,....appunto, della Democrazia Cristiana.
PD = Partito Democristiano = Partito Defunto
Pure indigeno iè....e chi lo ha mai sentito?
*
Uno se chiede,.. e da dove spunta sto Farinone???
biografia
Nato a Varallo, in Valsesia, nel 1957 è cresciuto a Sesto San Giovanni, città della quale è stato consigliere comunale per la Democrazia Cristiana.
Ecco,....appunto, della Democrazia Cristiana.
PD = Partito Democristiano = Partito Defunto
Pure indigeno iè....e chi lo ha mai sentito?
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Re: Come se ne viene fuori ?
Il problema è che va a carte quarantotto il Paese, visto che dall'altra parte ci sono fasulli di maggiore caratura.Amadeus ha scritto:Quindi , dopo 55 pagine, secondo il gotha del Pd , " se ne viene fuori" con la grande ammucchiata...cinematograficamente parlando :
il mucchio selvaggio, la grande abbuffata , tutti insieme appassionatamente ... grande acume nel pd, grande senso della realtà.
manco un tgv sul cofano li farebbe svegliare. meglio che ce ne facciamo una ragione, supplementare.
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Re: Come se ne viene fuori ?
I ladri galantuomini
di Marco Travaglio | 26 maggio 2012
Commenti (84)
Va di moda la giustizia fai da te. Non c’è più bisogno di “attendere con fiducia le sentenze”, per poi gabellare le prescrizioni per assoluzioni. Ora le assoluzioni le distribuiscono direttamente i giornalisti e i politici. Prendete Piero Sansonetti: da un po’ di tempo fa la parte di “quello di sinistra che ce l’ha coi giudici”, molto più richiesto nei salotti televisivi di “quello di destra che ce l’ha coi giudici”. Un po’ come il pizzaiolo che fa la pizza alle fragole. Il sottotesto dice: “Io sono di sinistra, dunque non ce l’ho coi giudici perché me l’ha chiesto Berlusconi, ma perché ho ragione”.
L’altra sera, a Servizio Pubblico su mafia e politica, il popolare Samsonite annuncia che il processo a Ottaviano Del Turco, arrestato quand’era governatore d’Abruzzo, è finito nel nulla: e ora chi risarcirà quel sant’uomo e una Regione decapitata dai giudici? Faccio sommessamente notare che Del Turco e i suoi coimputati, arrestati da un gip su richiesta di tre pm, decisione confermata da vari giudici del Riesame e della Cassazione, e rinviati a giudizio da un gup, sono tuttora sotto processo al Tribunale di Pescara e nessuna sentenza, a parte quella di Sansonetti e di altri difensori d’ufficio a mezzo stampa e tv, è stata ancora emessa. Allora Samsonite ribatte che il processo è durato troppo: dev’essere per questo che lui ha deciso di anticipare l’assoluzione.
Nelle stesse ore la Camera votava la legge-truffa sui soldi pubblici ai partiti, pomposamente presentata dalla stampa di regime come “la riforma che dimezza i rimborsi elettorali”: in realtà, a conti fatti, i partiti maggiori si tagliano un misero 30%; espropriano del potere di controllo l’unico organismo deputato a esercitarlo: la Corte dei Conti; regalano sgravi fiscali favolosi ai finanziatori privati (legalizzando le tangenti preventive, come osserva Curzio Maltese); e negano i rimborsi elettorali ai movimenti e alle liste civiche come 5 Stelle (che peraltro non li vuole) con la scusa che non hanno uno statuto (e pazienza se gli statuti dei partiti sono incostituzionali perché li equiparano ad associazioni private).
La sublime porcata poteva contenere un paio di norme di minima decenza: la proposta Idv di revocare i rimborsi ai partiti che candidano condannati; e quella del pd Fontanelli per obbligare i tesorieri a dichiarare non solo la propria posizione patrimoniale, ma anche quella dei congiunti di primo e secondo grado. Emendamenti puntualmente respinti. Contro quello pidino s’è scatenato Ugo Sposetti, tesoriere dei Ds (che non esistono più ma hanno ancora incredibilmente un tesoriere, dunque un tesoro): l’ha definito “un tentativo di criminalizzare la figura del tesoriere” (come se non bastassero i Lusi, i Naro e i Belsito). Poi, con aria ispirata e posa ciceroniana, s’è lanciato in una commossa difesa di tutti i tesorieri presenti, futuri, ma soprattutto passati: “Voto contro in memoria di galantuomini come Severino Citaristi, Renato Pollini e Marcello Stefanini, sempre assolti dopo lunghe sofferenze”.
Per la cronaca, il galantuomo Citaristi, tesoriere Dc, ricevette 74 avvisi di garanzia e fu condannato definitivamente a un totale di 16 anni di carcere e 8 miliardi di lire di multe per corruzione e finanziamento illecito, oltre a risultare beneficiario di un conto svizzero intestato a un parente e gestito dal faccendiere Pacini Battaglia. Quanto ai galantuomini Pollini e Stefanini, ultimi tesorieri del Pci, uscirono dalle inchieste in parte per assoluzione, in parte per prescrizione, in parte per amnistia, mentre il loro braccio operativo Greganti veniva condannato a 3 anni e 6 mesi per corruzione e finanziamento illecito al partito. Però Sposetti li ha assolti tutti, e tanto basta. La sua catilinaria è stata accolta con vivi applausi da tutto l’emiciclo, specialmente dai banchi del Pdl e dell’Udc. Telegrammi di felicitazioni da Arsenio Lupin e Pietro Gambadilegno. La Banda Bassotti ha inviato una tessera onoraria.
di Marco Travaglio | 26 maggio 2012
Commenti (84)
Va di moda la giustizia fai da te. Non c’è più bisogno di “attendere con fiducia le sentenze”, per poi gabellare le prescrizioni per assoluzioni. Ora le assoluzioni le distribuiscono direttamente i giornalisti e i politici. Prendete Piero Sansonetti: da un po’ di tempo fa la parte di “quello di sinistra che ce l’ha coi giudici”, molto più richiesto nei salotti televisivi di “quello di destra che ce l’ha coi giudici”. Un po’ come il pizzaiolo che fa la pizza alle fragole. Il sottotesto dice: “Io sono di sinistra, dunque non ce l’ho coi giudici perché me l’ha chiesto Berlusconi, ma perché ho ragione”.
L’altra sera, a Servizio Pubblico su mafia e politica, il popolare Samsonite annuncia che il processo a Ottaviano Del Turco, arrestato quand’era governatore d’Abruzzo, è finito nel nulla: e ora chi risarcirà quel sant’uomo e una Regione decapitata dai giudici? Faccio sommessamente notare che Del Turco e i suoi coimputati, arrestati da un gip su richiesta di tre pm, decisione confermata da vari giudici del Riesame e della Cassazione, e rinviati a giudizio da un gup, sono tuttora sotto processo al Tribunale di Pescara e nessuna sentenza, a parte quella di Sansonetti e di altri difensori d’ufficio a mezzo stampa e tv, è stata ancora emessa. Allora Samsonite ribatte che il processo è durato troppo: dev’essere per questo che lui ha deciso di anticipare l’assoluzione.
Nelle stesse ore la Camera votava la legge-truffa sui soldi pubblici ai partiti, pomposamente presentata dalla stampa di regime come “la riforma che dimezza i rimborsi elettorali”: in realtà, a conti fatti, i partiti maggiori si tagliano un misero 30%; espropriano del potere di controllo l’unico organismo deputato a esercitarlo: la Corte dei Conti; regalano sgravi fiscali favolosi ai finanziatori privati (legalizzando le tangenti preventive, come osserva Curzio Maltese); e negano i rimborsi elettorali ai movimenti e alle liste civiche come 5 Stelle (che peraltro non li vuole) con la scusa che non hanno uno statuto (e pazienza se gli statuti dei partiti sono incostituzionali perché li equiparano ad associazioni private).
La sublime porcata poteva contenere un paio di norme di minima decenza: la proposta Idv di revocare i rimborsi ai partiti che candidano condannati; e quella del pd Fontanelli per obbligare i tesorieri a dichiarare non solo la propria posizione patrimoniale, ma anche quella dei congiunti di primo e secondo grado. Emendamenti puntualmente respinti. Contro quello pidino s’è scatenato Ugo Sposetti, tesoriere dei Ds (che non esistono più ma hanno ancora incredibilmente un tesoriere, dunque un tesoro): l’ha definito “un tentativo di criminalizzare la figura del tesoriere” (come se non bastassero i Lusi, i Naro e i Belsito). Poi, con aria ispirata e posa ciceroniana, s’è lanciato in una commossa difesa di tutti i tesorieri presenti, futuri, ma soprattutto passati: “Voto contro in memoria di galantuomini come Severino Citaristi, Renato Pollini e Marcello Stefanini, sempre assolti dopo lunghe sofferenze”.
Per la cronaca, il galantuomo Citaristi, tesoriere Dc, ricevette 74 avvisi di garanzia e fu condannato definitivamente a un totale di 16 anni di carcere e 8 miliardi di lire di multe per corruzione e finanziamento illecito, oltre a risultare beneficiario di un conto svizzero intestato a un parente e gestito dal faccendiere Pacini Battaglia. Quanto ai galantuomini Pollini e Stefanini, ultimi tesorieri del Pci, uscirono dalle inchieste in parte per assoluzione, in parte per prescrizione, in parte per amnistia, mentre il loro braccio operativo Greganti veniva condannato a 3 anni e 6 mesi per corruzione e finanziamento illecito al partito. Però Sposetti li ha assolti tutti, e tanto basta. La sua catilinaria è stata accolta con vivi applausi da tutto l’emiciclo, specialmente dai banchi del Pdl e dell’Udc. Telegrammi di felicitazioni da Arsenio Lupin e Pietro Gambadilegno. La Banda Bassotti ha inviato una tessera onoraria.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Ho letto su questo forum che la foto di Vasto non va bene ....certo è una formula di "real politik", ma cosa abbiamo in mano di diverso?
Se neanche noi di sx crediamo a formule che prevedono aiuti alle famiglie ed alle coppie di fatto, diritto allo studio con lotta alla dispersione scolastica (foriera di forze alla criminalità al sud e sfruttamento del lavoro minorile al nord), alleanza per difesa del lavoro produttivo, abolizione del lavoro precario con sostegno nei periodi di disoccupazione, difesa dell'ambiente da discariche distruttive, politiche energetiche verso le rinnovabili, ecc. ecc. e crediamo solo nel "rigore di bilancio", finanziamento del debito tramite mercati speculativi, riduzione del welfare fino alla sua scomparsa, considerare "privilegi" i diritti dei lavoratori, costruire opere pubbliche faraoniche ed inutili, spendere per una difesa offensiva con dispiegamento di forze militari all'estero in finte "operazioni di pace", ecc...
ebbene
se crediamo a questi (dis) valori che ci stiamo a fare nella sinistra?
E' noto che né il PD, né IDV e SEL danno risposte valide alle istanze della sx, quindi secondo me non ci resta che lavorare per un nuovo partito o movimento di sx partendo dal basso, senza scimmiottare M5S.
Bisogna sporcarsi le mani in prima persona e partecipare a nuove iniziative.
In questo nuovo forum abbiamo tutti le idee chiare e non ci perdiamo in dispute verbali inutili, ma l'unico documento "valido" che siamo riusciti a produrre è stato "il manifesto" dei forumisti.
mariok ed altri amici amministratori e fondatori, perchè non ci impegniamo a produrre qualcosa di scritto che elenca un lista di cose che riteniamo imprescindibili per essere rappresentati da un partito o movimento che si definisce di sinistra?
un saluto
Se neanche noi di sx crediamo a formule che prevedono aiuti alle famiglie ed alle coppie di fatto, diritto allo studio con lotta alla dispersione scolastica (foriera di forze alla criminalità al sud e sfruttamento del lavoro minorile al nord), alleanza per difesa del lavoro produttivo, abolizione del lavoro precario con sostegno nei periodi di disoccupazione, difesa dell'ambiente da discariche distruttive, politiche energetiche verso le rinnovabili, ecc. ecc. e crediamo solo nel "rigore di bilancio", finanziamento del debito tramite mercati speculativi, riduzione del welfare fino alla sua scomparsa, considerare "privilegi" i diritti dei lavoratori, costruire opere pubbliche faraoniche ed inutili, spendere per una difesa offensiva con dispiegamento di forze militari all'estero in finte "operazioni di pace", ecc...
ebbene
se crediamo a questi (dis) valori che ci stiamo a fare nella sinistra?
E' noto che né il PD, né IDV e SEL danno risposte valide alle istanze della sx, quindi secondo me non ci resta che lavorare per un nuovo partito o movimento di sx partendo dal basso, senza scimmiottare M5S.
Bisogna sporcarsi le mani in prima persona e partecipare a nuove iniziative.
In questo nuovo forum abbiamo tutti le idee chiare e non ci perdiamo in dispute verbali inutili, ma l'unico documento "valido" che siamo riusciti a produrre è stato "il manifesto" dei forumisti.
mariok ed altri amici amministratori e fondatori, perchè non ci impegniamo a produrre qualcosa di scritto che elenca un lista di cose che riteniamo imprescindibili per essere rappresentati da un partito o movimento che si definisce di sinistra?
un saluto
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
Re: Come se ne viene fuori ?
Caro Jo, ma non credi che liste ed elenchi , preghiere ed implorazioni , spunti e suggerimenti siano stati prodotti e sottoposti a sufficienza? " chi ha orecchie per intendere, intenda" continuare è un'offesa alla nostra, di intelligenza .
( oltre che a quella di Fazio, Saviano e altri molto più in vista di noi )
a Capri non hanno fatto attraccare l'aliscafo per protestare contro il caro tariffe.
forse è ora di togliere le dita dalle tastiere e unirsi a proteste pacifiche , simboliche, che valgono più di qualsiasi elenco.
( oltre che a quella di Fazio, Saviano e altri molto più in vista di noi )
a Capri non hanno fatto attraccare l'aliscafo per protestare contro il caro tariffe.
forse è ora di togliere le dita dalle tastiere e unirsi a proteste pacifiche , simboliche, che valgono più di qualsiasi elenco.
Re: Come se ne viene fuori ?
Concordo solo in parte con Amalia.
In linea di principio ha ragione, non so se in pratica per alcuni di noi le sue giuste osservazioni non finiscano per essere un alibi per stare a guardare comprensibilmente sfiduciati.
In linea di principio ha ragione, non so se in pratica per alcuni di noi le sue giuste osservazioni non finiscano per essere un alibi per stare a guardare comprensibilmente sfiduciati.
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Re: THE CATHOLIC QUESTION
Day after day
Apocalypse now
La polverizzazione di Merlonia
Leggendo i quotidiani di stamani si ricava la netta sensazione che il processo di polverizzazione di Merlonia questa settimana abbia subito un’accelerazione sensibile e inarrestabile.
Nanni Moretti nel finale del suo film “Il caimano” chiude con una condanna del caro estinto. Si ferma però lì, non racconta cosa succede dopo, se non una immediata reazione violenta dei suoi fans all’uscita del tribunale contro il collegio giudicante.
http://www.youtube.com/watch?v=KhmJJvZ1eac
La realtà per lo meno oggi è alquanto diversa. Se ci sarà condanna nel caso Ruby, influenzerà poco il destino del Caimano che sembra già segnato dagli eventi italiani ed esteri.
Ieri, su Repubblica a pagina 9, Francesco Bei e Carmelo Lopapa, concludevano così i risultati dell’intervento effettuato dal caro estinto e della sua spalla, Angelino senza quid, nella sala Kock di palazzo Madama, venerdì scorso:
….Così si è consumata, nello spazio di un mattino, la <<grande novità politica>> preannunciata da Alfano un mese fa.
<<E’ già tanto se andiamo nei Tg della sera, commentava sconsolato ieri un ex ministro di Berlusconi lasciando la sala Kock.
Anche i più fedeli bucanieri avvertono di essere arrivati a “Gli ultimi giorni di Salò”. La guerra è persa e il duze di Hardcore, mal consigliato tenta la via di fuga personale, e questo ai fedeli bucanieri non è affatto piaciuto.
Il Pdl è allo sbando proprio come negli ultimi giorni di Salò il vecchio Pnf.
Il titolo dell’articolo dei due giornalisti del quotidiano romano prende lo spunto dall’ennesima uscita del duze-cavaliere-caimano-caro estinto, SB:
Il Cavaliere obbligato a candidarsi
“Se mi faccio da parte il Pdl scompare”
Da anni il caro estinto ha abituato Merlonia a subire le sue uscite fantasiose e le sue repentine smentite, come se fossero la normalità e non un caso clinico.
Solo giovedì scorso 24 maggio 2012, Francesco Bei sempre su Repubblica a pagina 11 raccontava un’altra realtà.
Il retroscena
Ecco la nuova creatura del Cavaliere
“Un listone civico nazionale”
Selezionati già 300 candidati, Bertolaso guida la “macchina”
ROMA – Eccola la nuova creatura berlusconiana, tra pochi giorni si alzerà il sipario. Ci sta lavorando zitto zitto da mesi ormai, nel riserbo più totale.
E’ una lista nuova di zecca, non un partito per carità. In tempi di grillismo quella parola è tabù. Si svela quindi l’arma segreta del Cavaliere per risalire la china: un listone nazionale di società civile, nemmeno un politico candidato.
Si dice che ne abbia già selezionati 300, in gran parte imprenditori, ma anche giovani provenienti dal vivaio del Ppe e professionisti, li ha incontrati uno ad uno lunedì ad Arcore. Una riedizione di Forza Italia, se si vuole. L’Ispirazione è sempre quella. A capo della macchina chiamerà una vecchia volpe, un personaggio ultra-collaudato nell’organizzazione in tempi ristretti come l’ex commissario della protezione civile Guido Bertolaso.
E il Pdl? Berlusconi pare aver rinunciato all’idea di trasformarlo in qualche cosa d’altro. Oramai, nelle sue parole, <<è irrecuperabile>>. Troppe correnti, troppe <<vecchie facce>>, troppe aspirazioni da dover soddisfare. Tanto vale lasciarlo ad Alfano e agli ex An, sperando che non lo distruggano del tutto.
Una sorta di “bad company” con la quale comunque non tagliare i ponti. Anzi.
<<Casini e Montezemolo – ragiona in privato l’ex premier – accampano la scusa di una mia presenza troppo ingombrante per non costruire la casa dei moderati. Benissimo, io tolgo il disturbo e vediamo cosa fanno>>.
Ma uscire dalla politica, fare il <<padre nobile>>, come vorrebbero molti degli stessi dirigenti del Pdl, Berlusconi non ci pensa proprio.
*
Poche ore dopo aveva già cambiato idea, qualcuno deve avergli proposto il Quirinale come soluzione definitiva per i suoi guai giudiziari.
Continua
Apocalypse now
La polverizzazione di Merlonia
Leggendo i quotidiani di stamani si ricava la netta sensazione che il processo di polverizzazione di Merlonia questa settimana abbia subito un’accelerazione sensibile e inarrestabile.
Nanni Moretti nel finale del suo film “Il caimano” chiude con una condanna del caro estinto. Si ferma però lì, non racconta cosa succede dopo, se non una immediata reazione violenta dei suoi fans all’uscita del tribunale contro il collegio giudicante.
http://www.youtube.com/watch?v=KhmJJvZ1eac
La realtà per lo meno oggi è alquanto diversa. Se ci sarà condanna nel caso Ruby, influenzerà poco il destino del Caimano che sembra già segnato dagli eventi italiani ed esteri.
Ieri, su Repubblica a pagina 9, Francesco Bei e Carmelo Lopapa, concludevano così i risultati dell’intervento effettuato dal caro estinto e della sua spalla, Angelino senza quid, nella sala Kock di palazzo Madama, venerdì scorso:
….Così si è consumata, nello spazio di un mattino, la <<grande novità politica>> preannunciata da Alfano un mese fa.
<<E’ già tanto se andiamo nei Tg della sera, commentava sconsolato ieri un ex ministro di Berlusconi lasciando la sala Kock.
Anche i più fedeli bucanieri avvertono di essere arrivati a “Gli ultimi giorni di Salò”. La guerra è persa e il duze di Hardcore, mal consigliato tenta la via di fuga personale, e questo ai fedeli bucanieri non è affatto piaciuto.
Il Pdl è allo sbando proprio come negli ultimi giorni di Salò il vecchio Pnf.
Il titolo dell’articolo dei due giornalisti del quotidiano romano prende lo spunto dall’ennesima uscita del duze-cavaliere-caimano-caro estinto, SB:
Il Cavaliere obbligato a candidarsi
“Se mi faccio da parte il Pdl scompare”
Da anni il caro estinto ha abituato Merlonia a subire le sue uscite fantasiose e le sue repentine smentite, come se fossero la normalità e non un caso clinico.
Solo giovedì scorso 24 maggio 2012, Francesco Bei sempre su Repubblica a pagina 11 raccontava un’altra realtà.
Il retroscena
Ecco la nuova creatura del Cavaliere
“Un listone civico nazionale”
Selezionati già 300 candidati, Bertolaso guida la “macchina”
ROMA – Eccola la nuova creatura berlusconiana, tra pochi giorni si alzerà il sipario. Ci sta lavorando zitto zitto da mesi ormai, nel riserbo più totale.
E’ una lista nuova di zecca, non un partito per carità. In tempi di grillismo quella parola è tabù. Si svela quindi l’arma segreta del Cavaliere per risalire la china: un listone nazionale di società civile, nemmeno un politico candidato.
Si dice che ne abbia già selezionati 300, in gran parte imprenditori, ma anche giovani provenienti dal vivaio del Ppe e professionisti, li ha incontrati uno ad uno lunedì ad Arcore. Una riedizione di Forza Italia, se si vuole. L’Ispirazione è sempre quella. A capo della macchina chiamerà una vecchia volpe, un personaggio ultra-collaudato nell’organizzazione in tempi ristretti come l’ex commissario della protezione civile Guido Bertolaso.
E il Pdl? Berlusconi pare aver rinunciato all’idea di trasformarlo in qualche cosa d’altro. Oramai, nelle sue parole, <<è irrecuperabile>>. Troppe correnti, troppe <<vecchie facce>>, troppe aspirazioni da dover soddisfare. Tanto vale lasciarlo ad Alfano e agli ex An, sperando che non lo distruggano del tutto.
Una sorta di “bad company” con la quale comunque non tagliare i ponti. Anzi.
<<Casini e Montezemolo – ragiona in privato l’ex premier – accampano la scusa di una mia presenza troppo ingombrante per non costruire la casa dei moderati. Benissimo, io tolgo il disturbo e vediamo cosa fanno>>.
Ma uscire dalla politica, fare il <<padre nobile>>, come vorrebbero molti degli stessi dirigenti del Pdl, Berlusconi non ci pensa proprio.
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Poche ore dopo aveva già cambiato idea, qualcuno deve avergli proposto il Quirinale come soluzione definitiva per i suoi guai giudiziari.
Continua
Ultima modifica di camillobenso il 27/05/2012, 16:32, modificato 1 volta in totale.
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