THE CATHOLIC QUESTION

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camillobenso
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Re: THE CATHOLIC QUESTION

Messaggio da camillobenso »

Papa a Milano, “La famiglia è fondata sul matrimonio di uomo e donna”
Il Santo Padre a un milione di fedeli: "Dio ha creato l’essere umano maschio e femmina, con pari dignità, ma anche con proprie e complementari caratteristiche” perché ha proseguito il Pontefice, “i due fossero dono l’uno per l’altro, si valorizzassero reciprocamente e realizzassero una comunità di amore e di vita"


di Redazione Il Fatto Quotidiano | 3 giugno 2012

Commenti (152)


Un milione di fedeli sul prato di Bresso, la politica nazionale e locale in platea. E’ una platea grande e forte quella che ha ascoltato le riflessioni di Papa Bendetto XVI su matrimonio e famiglia. Nella giornata mondiale dedicata a quello che è un sacramento per i cattolici e un istituto giuridico per i laici il Pontefice ha ripetuto, come già aveva fatto ieri, che la famiglia è “fondata sul matrimonio tra l’uomo e la donna. Dio ha creato l’essere umano maschio e femmina, con pari dignità, ma anche con proprie e complementari caratteristiche” perché ha detto il Papa, “i due fossero dono l’uno per l’altro, si valorizzassero reciprocamente e realizzassero una comunità di amore e di vita”.

Nel matrimonio gli sposi si donano “la vita intera. Il vostro amore è fecondo innanzitutto per voi stessi, perché desiderate e realizzate il bene l’uno dell’altro” ha argomentato il Santo Padre nella messa conclusiva. E’ “fecondo” poi “nella procreazione, generosa e responsabile, dei figli, nella cura premurosa per essi e nell’educazione attenta e sapiente”. E’ fecondo infine “per la società perchè il vissuto familiare è la prima e insostituibile scuola delle virtù sociali”. Queste virtù sociali, ha spiegato Benedetto XVI, sono “il rispetto delle persone, la gratuità, la fiducia, la responsabilità, la solidarietà, la cooperazione. Cari sposi abbiate cura dei vostri figli e, in un mondo dominato dalla tecnica, trasmettete loro, con serenità e fiducia, le ragioni del vivere, la forza della fede, prospettando loro mete alte e sostenendoli nelle fragilità. Ma anche voi figli sappiate mantenere sempre un rapporto di profondo affetto e di premurosa cura verso i vostri genitori, e anche le relazioni tra fratelli e sorelle siano opportunità per crescere nell’amore”.

Non c’è solo la famiglia tradizionale nei pensieri di Ratzinger: “Una parola vorrei dedicarla anche ai fedeli che, pur condividendo gli insegnamenti della Chiesa sulla famiglia, sono segnati da esperienze dolorose di fallimento e di separazione. Sappiate che il Papa e la Chiesa vi sostengono nella vostra fatica. Vi incoraggio a rimanere uniti alle vostre comunità, mentre auspico che le diocesi realizzino adeguate iniziative di accoglienza e vicinanza. Nel libro della Genesi, Dio affida alla coppia umana la sua creazione, perché la custodisca, la coltivi, la indirizzi secondo il suo progetto. In questa indicazione possiamo leggere il compito dell’uomo e della donna di collaborare con Dio per trasformare il mondo, attraverso il lavoro, la scienza e la tecnica”.

In prima fila ad ascoltare il Papa c’era il presidente del Consiglio, Mario Monti. Accanto a lui i ministri Andrea Riccardi, responsabile della Cooperazione internazionale e Lorenzo Ornaghi, responsabile dei Beni culturali e il ministro della Sanità, Renato Balduzzi. Il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, i presidenti di Regione e Provincia, Roberto Formigoni e Guido Podestà hanno rappresentato le autorità locali. Per la politica la presidente del Pd, Rosi Bindi, il presidente della Lega Nord, Umberto Bossi, il vice presidente della Camera, Maurizio Lupi. E poi il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni. Presente il prefetto di Milano, Gian Valerio Lombardi, che è stato anche commissario straordinario dell’evento. Sono sessanta i cardinali e 250 i vescovi erano presenti insieme al Papa sull’altare liturgico ospitato sul palco e anche 1.000 sacerdoti.

“Una società più giusta non si edifica con l’utilitarismo e la logica del massimo profitto - ha riflettuto il Papa -. L’uomo e la donna sono immagine di Dio anche in questa opera preziosa, che devono compiere con lo stesso amore del Creatore. Noi vediamo che, nelle moderne teorie economiche, prevale spesso una concezione utilitaristica del lavoro, della produzione e del mercato. Il progetto di Dio e la stessa esperienza mostrano, però – ha spiegato Ratzinger – che non è la logica unilaterale dell’utile proprio e del massimo profitto quella che può concorrere ad uno sviluppo armonico, al bene della famiglia e ad edificare una società più giusta, perchè porta con sè concorrenza esasperata, forti disuguaglianze, degrado dell’ambiente, corsa ai consumi, disagio nelle famiglie. Anzi la mentalità utilitaristica tende ad estendersi anche alle relazioni interpersonali e familiari, riducendole a convergenze precarie di interessi individuali e minando la solidità del tessuto sociale”. Per il Pontefice: “armonizzare i tempi del lavoro e le esigenze della famiglia, la professione e la maternità, il lavoro e la festa, è importante per costruire società dal volto umano. In questo privilegiate sempre la logica dell’essere rispetto a quella dell’avere: la prima costruisce, la seconda finisce per distruggere”.

“L’uomo, in quanto immagine di Dio, è chiamato anche al riposo e alla festa” ha ricordato a conclusione dell’omelia citando il racconto della creazione che si conclude:”Dio benedisse il settimo giorno e lo consacro. Per noi cristiani il giorno di festa è la domenica, giorno del Signore, Pasqua settimanale. E’ il giorno della Chiesa ma è anche il giorno dell’uomo e dei suoi valori: convivialità, amicizia, solidarietà, cultura, contatto con la natura, gioco, sport”.

Il cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano, prima dell’inizio della messa aveva fatto gli onori di casa dando nuovamente il benvenuto al Papa. “La presenza fisica della Santità Vostra in questi straordinari giorni fa brillare l’universalità della Chiesa qui convocata da tutte le diocesi del mondo. La Chiesa di Milano “è fiera” di ospitare questo evento in cui la famiglia è stata messa al centro delle riflessioni: “La famiglia fondata sul matrimonio, fedele e aperto alla vita, tra l’uomo e la donna”. Il pensiero torna sempre ai terremotati: “Non possiamo Beatissimo Padre, dimenticare in questa festosa giornata il dolore e le incertezze che vivono nel cuore di tanti nostri fratelli colpiti dai recenti terremoti in Emilia Romagna e in Lombardia. A tutti loro assicuriamo la nostra preghiera e la nostra concreta solidarietà”. Un pensiero va poi ai “bambini, gli anziani, gli ammalati, coloro che sono nell’ombra della morte e i più bisognosi”. A tutti loro va “l’abbraccio della moltitudine di fedeli” che si trovano qui, in “questa grande area aeroportuale che si è trasformata in un grande tempio a cielo aperto” ed “esprime l’amore ecclesiale per il successore di Pietro”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/06 ... na/250567/
camillobenso
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Re: THE CATHOLIC QUESTION

Messaggio da camillobenso »

I commenti dei lettori del Corriere


DGIORGIO 5 ore ago

Tra le autorità in platea anche ......., il presidente della Lega Nord, Umberto Bossi,che mostrava orgoglioso la cartelletta con scritto "family"


ConteZero76 5 ore ago in risposta a DGIORGIO

Beh, a Bossi si può contestare tutto fuorché di non essersi prodigato per la famiglia.


Ferdinando Gallozzi 4 ore ago in risposta a ConteZero76

Troppo amore per la propria famiglia significa egoismo falilistico e fregature verso gli altri che non ne fanno parte.


ermahico 4 ore ago in risposta a DGIORGIO

vero amore per la propria prole! santo subito!


ConteZero76 4 ore ago in risposta a ermahico

...e senza profilattico, altrimenti è peccato.


Sabrina Meneghel 4 ore ago in risposta a ConteZero76

Prendere l'AIDS invece e' un dono del Signore.


Ospite 4 ore ago in risposta a Sabrina Meneghel

Non so l'AIDS ma di certo il Trota non lo è.


krtgdl 4 ore ago in risposta a ConteZero76

ancora questa polemica sul profilattico basata interamente sull'ignoranza dell'epidemiologia dell'aids in africa?


ConteZero76 3 ore ago in risposta a krtgdl

No io parlo di quando, dopo le giornate della gioventù, nei giardini in cui s'erano accampati i papa-boys hanno trovato centinaia di preservativi usati.


krtgdl 3 ore ago in risposta a ConteZero76

e che c'è di strano?


Ospite 3 ore ago in risposta a krtgdl

Suppongo che di strano ci sia il fatto che si predichi bene e si razzoli parecchio male.


krtgdl 3 ore ago in risposta a Ospite

a me questa pare la norma, specialmente per i cattolicesimo, che si è sempre caratterizzato per il rifiuto di ogni rigorismo morale


Ospite 3 ore ago in risposta a krtgdl

E' indubbio. Ma va sempre sottolineata e ricordata l'ipocrisia.


krtgdl 3 ore ago in risposta a Ospite

non è ipocrisia, è un altro modo (più decente) di vedere la morale: ama e fa' ciò che vuoi


Ospite 2 ore ago in risposta a krtgdl

Ipocrisia è simulare un comportamento al posto del proprio naturale.
Non è un'altro modo di fare le cose se predico il non utilizzo del preservativo e poi lo uso.
E' mentire.


krtgdl 2 ore ago in risposta a Ospite

i papa-boys non predicano niente


SoniaToni 18 minuti ago in risposta a krtgdl

di strano? solo che la chiesa vieta i rapporti prima e fuori del matrimonio. ma forse i papa boys erano tutti regolarmente sposati...


Ferdinando Gallozzi 4 ore ago in risposta a ermahico

Spero che tu abbia un po' di pietà verso quelli che non sono riusciti a farsene una per i più svariati motivi e cercano in qualche modo di sopravvivere ed avere anche loro degli affetti.


ermahico 4 ore ago in risposta a Ferdinando Gallozzi

per esempio Lei? si compri un cane


cassiopea 4 ore ago in risposta a ermahico

un cane ......molto spesso meglio di certe persone


Tommyknocker 3 ore ago in risposta a cassiopea

nel caso di Gallozzi, sicuramente


Ferdinando Gallozzi 3 ore ago in risposta a ermahico

Non amo i cani come non amo l'omosessaulità e per questo sono solo. Meglio solo che male accompagnato.


Beholder 4 ore ago

Fa quasi tenerezza sentirsi dire queste cose
1. come deve essere fatta una famiglia, da chi non ce l'ha (per mandato)
2. che l'aborto non va praticato, da un uomo: che non ha la più pallida idea di cosa voglia dire essere madre
3. che dobbiamo vivere in povertà, dal capo dello stato con l'economia più solida del mondo
... e si potrebbe andare avanti molto, molto a lungo.
Ma perché questa gente parla sempre (e solo) di cose che non capisce o che non vuole capire?


Mirko Vela 3 ore ago in risposta a Beholder

Meno male che c'è gente come te che invece le capisce le cose...


Edgar J. Cooper 1 ora ago in risposta a Mirko Vela

Meno male che c'è gente come te che invece le argomenta le cose... (sono ironico, eh, a scanso di equivoci - tuoi)


krtgdl 3 ore ago in risposta a Beholder

un po' come quelli che parlano sempre del papa, di chiesa e della religione cattolica senza aver mai frequentato una parrocchia né aver studiato teologia
camillobenso
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Re: THE CATHOLIC QUESTION

Messaggio da camillobenso »

El pusè bel (Il più bello di tutti)

Foto 4-7-8-11

Sembra un generale golpista sudamericano il Celeste con quegli occhiali scuri.

Perché poi scuri se il cielo era nuvoloso e grigio?

http://milano.repubblica.it/cronaca/201 ... ef=HRER1-1
camillobenso
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Re: THE CATHOLIC QUESTION

Messaggio da camillobenso »

Per la visita del Papa a Milano il Corriere ha pubblicato la "zona rossa"

http://milano.corriere.it/cronache/Spec ... _ztl.shtml

Più rossa di così si muore.....Il Parco Nord confina con Bresso, Cinisello Balsamo, Sesto San Giovanni.

Tutte e quattro "giunte rosse".


A fare da contraltare il Celeste.
peanuts
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Re: THE CATHOLIC QUESTION

Messaggio da peanuts »

http://video.repubblica.it/politica/il- ... 7216/95598

Allora ragazzi, adesso la chiesa ha anche deciso che non si può manifestare sennò gli diamo fastidio.
Qualcuno spieghi a qualche prete con le idee un po' confuse che sul NOSTRO territorio siamo LIBERI di fare manifestazioni e comizi.
Se non gli sta bene può anche traferirsi in vaticano a occultare prove di reato.

Ma quando è che mettiamo le cose in chiaro?
Sveglia!
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
camillobenso
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Re: THE CATHOLIC QUESTION

Messaggio da camillobenso »

LA MISSIVA CHE ANNUNCIAVA L'UCCISIONE DELL'OSTAGGIO E' STATA SPEDITA DA BOSTON
Emanuela Orlandi, Mirella Gregori
e la pista dei preti pedofili a Boston

I legami con la città dello scandalo: una lettera col timbro postale di
«Kenmore Station» e le telefonate dell'«Amerikano»



ROMA - C'è un filo robusto - rimasto sottotraccia nelle decine di faldoni dell'inchiesta aperta da 29 anni presso la Procura di Roma - che lega la scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori allo scandalo dei preti pedofili a Boston. Una vicenda che nel 2002 sconvolse la Chiesa cattolica, lasciò sgomenti milioni di fedeli americani per i sistematici abusi su minori coperti dai vertici ecclesiastici e portò alle dimissioni dell'arcivescovo Bernard Francis Law, poi tornato a Roma nel 2005 in qualità di arciprete della basilica di Santa Maria Maggiore.

Mirella, Emanuela. Due ragazzine quindicenni accomunate da un atroce destino: la prima sparì nel piazzale di Porta Pia il 7 maggio 1983, dopo aver detto alla mamma che doveva incontrarsi con gli amici, e la seconda (figlia del messo pontificio di Wojtyla) il successivo 22 giugno, all'uscita della lezione di flauto a Sant'Apollinare. Un duplice mistero che da tre decenni fa perdere il sonno agli investigatori. E che - considerata l'ipotesi di una mai chiarita Vatican connection - solletica fantasie, ambizioni e congetture di stuoli di giallisti, detective, giornalisti, persino veggenti. L'ultimo colpo di scena, il 14 maggio, ha portato all'apertura della tomba del boss Enrico De Pedis, sepolto nella basilica a ridosso della scuola di musica della «ragazza con la fascetta».



Una manifestazione per la Orlandi (Corbis)
Ma ora c'è di più. Un timbro, un fermo posta: entrambi localizzati in Kenmore Station, nel centro di Boston. L'uno agli atti, l'altro no. Il primo risale alle prime rivendicazioni dell' affaire Orlandi-Gregori, il secondo fu usato dall'associazione pedofila Nambla (North American Man Boy Lover Association) ed è emerso 19 anni dopo. Vale la pena spiegarlo, questo indizio principe. Metterlo a fuoco, contestualizzarlo.
Macchina indietro di 29 anni: luglio 1983. Il Papa è da poco rientrato dai bagni di folla nella sua Polonia, le elezioni in Italia hanno appena spianato la strada a Bettino Craxi ma, sul doppio sequestro, è buio totale. Quello di Mirella è «silente» ormai da due mesi e lascia attoniti i genitori, gestori di un bar vicino alla stazione Termini, mentre quello di Emanuela, inaspettatamente, deflagra: è Giovanni Paolo II, con l'appello del 3 luglio all'Angelus («Sono vicino alla famiglia Orlandi, la quale è in afflizione per la figlia...»), a proiettare uno dei tanti casi di missing people in una dimensione planetaria. L'effetto è immediato. Il 5 luglio a casa del «postino» papale arriva la prima telefonata del cosiddetto «Amerikano», italiano incerto e poche battute in inglese, che getta sul piatto una richiesta secca: libereremo «tua figliola», dice, in cambio della scarcerazione di Ali Agca.

Vincenzo Parisi, del Sisde, traccerà il seguente profilo dell'inquietante personaggio: «Straniero, verosimilmente anglosassone, livello culturale elevatissimo, appartenente (o inserito) nel mondo ecclesiale, formalista, ironico, calcolatore...». Trattativa vera o di facciata, quella sull'attentatore di Wojtyla? Un dato è certo: di contatti con la Santa Sede, attraverso il famoso codice «158», il dominus dell'intera vicenda ne ebbe più d'uno.

Il giallo infiamma l'estate. A luglio l'«Amerikano» telefona ancora, lancia ultimatum sulla vita di Emanuela. Ma all'improvviso smette, tace. Agosto viene così «riempito» da un altro soggetto, il Fronte Turkesh, i cui messaggi (scoprirà l'ex giudice Ferdinando Imposimato) altro non sono che depistaggi della Stasi e del Kgb per tenere sotto scacco l'odiato Papa anticomunista e filo-Solidarnosc.

Settembre, mese chiave dell'intrigo. Il 4 l'«Amerikano» riappare e fa trovare una busta dentro un furgone Rai, contenente un messaggio a penna e uno spartito di Emanuela. Ancora: al bar dei Gregori, il 12, giunge una telefonata choc. Un anonimo elenca i vestiti indossati e la marca della biancheria intima di Mirella, che solo la madre conosce. È un complice dell'«Amerikano»? Entrambe le ragazze sono in suo pugno?
Ed eccoci al 27 settembre 1983, all'ulteriore rivendicazione (o messinscena?) che, riletta oggi, fa correre brividi lungo la schiena. Richard Roth, corrispondente da Roma della Cbs , riceve una lettera che preannuncia «un episodio tecnico che rimorde la nostra coscienza». Gli investigatori, scrive l' Ansa il giorno dopo, sono sicuri: si tratta dei «veri rapitori di Emanuela» o di «quelli che l'hanno tenuta prigioniera». Sulla busta c'è il timbro di partenza: Kenmore. Ma a quale episodio «tecnico» si allude? «L'imminente uccisione dell'ostaggio».

Non basta: una perizia grafologica accerta che il messaggio del 4 settembre e questo del 27 sono opera della stessa mano. L'«Amerikano» si è spostato sulla East coast? O ha trasmesso i suoi scritti a qualcuno, forse per continuare i depistaggi?

Tale pista all'epoca non fu percorsa ma adesso, alla luce dei nuovi indizi, potrebbe riprendere quota. Gennaio 2002, Boston: scoppia lo scandalo. Il cardinale Law è accusato di aver coperto per molti anni sacerdoti pedofili della diocesi. Maggio 2002, si apre il processo davanti alla Corte di Suffolk: Law nella deposizione risponde a monosillabi, si scusa per aver controllato poco i «collaboratori». 7 giugno 2002: fuori dal tribunale le mamme delle vittime (per lo più maschietti, ma non solo) protestano. E, dentro, l'interrogatorio è incalzante: «È emerso in una precedente deposizione - attacca il rappresentante dell'accusa - che 32 uomini e due ragazzi hanno formato il gruppo Nambla. Per contattarlo si può scrivere presso il Fag Rag, Box 331, Kenmore Station, Boston... Cardinale Law, ha inteso?». Pausa. Nell'aula risuona una frase sibilata, poco più di un soffio.

«I do», risponde l'arcivescovo. Sì, è vero. Il Fag Rag , che sta per «Giornalaccio omosessuale», faceva quindi proseliti per conto del temutissimo sodalizio pedofilo degli States, proprio dalla stazione da cui partì la lettera su Emanuela. Nella sequenza di omissioni e depistaggi che da sempre alimenta il giallo della «ragazza con la fascetta», la pista di Boston, 29 anni dopo, fa balenare il più spaventoso e sconvolgente degli scenari.

Fabrizio Peronaci
4 giugno 2012 | 13:39
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erding
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Re: THE CATHOLIC QUESTION

Messaggio da erding »

I “corvi”, la Chiesa sulla roccia e la Curia sulla sabbia
di Luigi Sandri


Allo stato dei fatti, non sappiamo chi siano, e quanti siano, i “corvi” in Vaticano: certamente un piccolo stormo. Perché hanno agito? Se (il condizionale è d’obbligo) lo avessero fatto per denaro, non si potrebbe che avere disprezzo per essi, traditori vigliacchi. Sembra, invece, che abbiano agito per motivi di coscienza: essendo testimoni di fatti sconcertanti e nella possibilità di visionare documenti probanti lotte di potere Oltretevere, e constatando che – coperte dall’omertà – queste manovre continuavano implacabili, hanno ritenuto “in coscienza” legittimo, e anzi necessario, violare la riservatezza connessa al loro ufficio, affinché la Chiesa sapesse. Insomma, in un doloroso conflitto di doveri, hanno deciso di sacrificare la parola data per contribuire a salvare la Chiesa. Onore alla loro scelta, dunque.

Ma si sono mai visti dei “corvi” che, da soli, ordiscono trame? Alle spalle dello stormo deve esserci un addomesticatore: qualcuno o, meglio, un gruppetto, che tira le fila. Questi registi, laici o (soprattutto) ecclesiastici, perché hanno agito? Per “salvare la Chiesa” o per invidia e gelosia? Per amore della verità o per sabotare carriere altrui? Impossibile, per ora, rispondere. In ogni caso, quali che fossero le loro intenzioni, è evidente che intendevano condizionare il prossimo conclave e, nel frattempo, il papa regnante.

Dalle lettere pubblicate (autentiche: lo riconosce la stessa Santa Sede) si deduce la ragnatela di potere che il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, si è costruito in questi anni; si vengono a conoscere decisioni autoritarie e, talora, fuori di ogni logica – come l’allontanamento da Roma di mons. Antonio Maria Viganò, che stava “risanando” il Governatorato – prese da Sua Eminenza. Ma chi ha posto il porporato ai vertici della Curia romana? Benedetto XVI. E, dopo le “storie” a dir poco sgradevoli, che vedono come epicentro Bertone, chi ha deciso di lasciarlo, almeno per ora, al suo posto? Papa Ratzinger. E sì che proprio il pontefice appare il convitato di pietra che, seppure indirettamente, molte delle lettere pubblicate accusano. Ciò nonostante, il 30 maggio, parlando all’udienza generale, egli ha “rinnovato” la sua fiducia ai suoi “più stretti collaboratori”. Una copertura politica ed ecclesiale dell’operato di Bertone.

Comunque, al di là delle persone e dei loro eventuali limiti, ci sembra evidente come le vicende venute alla luce dimostrino che le contraddizioni radicali stanno proprio nella struttura della Curia romana, che non regge più; e non regge perché non impunemente si può, come si è fatto, svuotare l’eredità del Vaticano II. È mai possibile che a cinquant’anni dal Concilio ancora vi sia la carica di “segretario di Stato”? È possibile che per tutti questi anni sia stata tollerata l’opacità dello Ior (Istituto per le Opere di Religione) e che ancor oggi la sua reale trasparenza sia una promessa non attuata? È possibile che, malgrado la proclamata disponibilità – espressa da papa Wojtyla e ribadita dal suo successore – a cambiare i “modi di esercizio” del primato petrino, essa sia continuamente differita nella sua attuazione?

Gesù disse un giorno – e Benedetto XVI lo ha ricordato il 26 maggio: «La casa fondata sulla roccia» non sarà distrutta dalle tempeste, mentre lo sarà quella «costruita sulla sabbia». Forse si riferiva alla Chiesa (ogni Chiesa) che Dio misericordioso tiene in piedi malgrado ogni suo errore. Non è detto, però, che la promessa riguardi la Curia romana: il Tevere è sabbioso.

* giornalista e saggista

http://www.adistaonline.it/?op=articolo&id=51703
mariok

Re: THE CATHOLIC QUESTION

Messaggio da mariok »

5/6/2012 Massimo Gramellini www.lastampa.it

La macchina del tempo

Erano da poco passate le otto di sera quando mi sono appisolato davanti al televisore mentre il direttore del Tg1 intervistava il segretario di Stato vaticano. Nell’appisolarmi ho sognato. E nel sognare ho rivisto il me stesso bambino addormentarsi davanti a un televisore in bianco e nero mentre il direttore del telegiornale intervistava il segretario di Stato vaticano. Che modi avevano allora, i direttori del telegiornale. Diritti e compunti sulla sedia come dinanzi al prete del loro matrimonio. E poi quelle domande felpate con la risposta già incorporata. E la faccia: protesa ad annuire in sincrono con l’intero corpo e paralizzata in una smorfia ineffabile di beatitudine. Anche i segretari di Stato vaticani erano ben strani, a quei tempi. Tradivano la scarsa conoscenza del mezzo televisivo e il loro eloquio curiale scorreva distante dalla realtà, caldo e inafferrabile come sciolina nelle orecchie: «La trasparenza è un fatto di solidarietà… Spesso avviene che le chiarificazioni siano frutto di un lavoro di dialogo… Questi non sono giorni di divisione ma di unità…»

Mi sono svegliato di soprassalto. La tv era diventata a colori, ma le facce erano rimaste le stesse. Anche le domande del direttore. Con le risposte già incorporate, anzi forse già scritte in precedenza, dal momento che il segretario di Stato le leggeva direttamente da un foglio. Nessun riferimento a corvi e maggiordomi di Curia, ma un solenne spot sulla solidità eterna della Chiesa. Anche se a noi appisolati d’Italia l’unica cosa solida, ma soprattutto eterna, sembra la sudditanza del Tg1 al Vaticano.
mariok

Re: THE CATHOLIC QUESTION

Messaggio da mariok »

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