terremoto in Emilia:la ricostruzione
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Re: terremoto in Emilia:la ricostruzione
Ecche qua,.....ce semo (e ci resteremo),.....puntualissimi.......
Ma è mai possibile che si debbano sentire queste cose all'interno di un disastro nazionale extra terremoto???
Per fare le cose normali che si fanno in queste occasioni, che si deve fare? Sperare che arrivino i colonnelli e facciano un colpo di Stato???
IL SISMA E L'INDUSTRIA
Terremoto in Emilia, l'allarme di Squinzi :
«Possibile stop a produzione per 4-6 mesi»
Il presidente di Confindustria: «Nell'area si produce un po' di più dell'1% del nostro Pil, ora ci sono 10 mila posti a rischio»
http://www.corriere.it/economia/12_giug ... 5fc6.shtml
Ma è mai possibile che si debbano sentire queste cose all'interno di un disastro nazionale extra terremoto???
Per fare le cose normali che si fanno in queste occasioni, che si deve fare? Sperare che arrivino i colonnelli e facciano un colpo di Stato???
IL SISMA E L'INDUSTRIA
Terremoto in Emilia, l'allarme di Squinzi :
«Possibile stop a produzione per 4-6 mesi»
Il presidente di Confindustria: «Nell'area si produce un po' di più dell'1% del nostro Pil, ora ci sono 10 mila posti a rischio»
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Re: terremoto in Emilia:la ricostruzione
IL PASSAGGIO DAI SISMOGRAMMI ALLA RICOSTRUZIONE DELLE FAGLIE E DELL’ENERGIA CHE SI LIBERA
Così viene studiato il terremoto dell'Emilia
Ancora possibili scosse attorno ai 5 Richter. Ma la scossa del Ravennate non fa parte della sequenza
MILANO - La scossa di 4.5 Richter al largo di Ravenna avvenuta alle ore 6,08 del 6 giugno non può considerarsi come facente parte della sequenza emiliana circoscritta alle coltri appenniche più superficiali, ma riguarda piuttosto una deformazione interna della microplacca Adriatica più a est. Lo precisa il sismologo Alessandro Amato, dirigente di ricerca dell'Istituto nazionale di geofisica (Ingv).
STRUMENTI - Quali strumenti e metodi stanno usando i sismologi per individuare e descrivere le strutture geologiche responsabili della sequenza sismica emiliana; per valutare le dinamiche in atto, le energie già rilasciate e quelle che potrebbero essere liberate in futuro? Anche se il fenomeno é iniziato da oltre due settimane (20 maggio), un tempo purtroppo lungo per chi lo subisce, ma brevissimo se confrontato alle maggiori sequenze sismiche italiane, che solitamente durano mesi o anni, emergono già alcune certezze e ipotesi ben fondate. Eccone una succinta rassegna.
COMPRESSIONE - La prima certezza riguarda il movimento di compressione che si esercita lungo una direttrice nord-sud, facendo scattare, a ripetizione, un complesso sistema di faglie o fratture della crosta terrestre con orientamento est-ovest. Ne fanno le spese le località che si trovano in una fascia di una cinquantina di chilometri, geograficamente compresa fra Ferrara e Carpi, lambendo la provincia di Reggio Emilia. «Che il meccanismo di compressione si eserciti approssimativamente da sud a nord e i piani delle faglie siano orientati est-ovest, ce lo certificano i cosiddetti meccanismi focali che abbiamo determinato per tutte le scosse superiori alle magnitudo 3.5», spiega Amato.
ANALISI - «In pratica, partendo dall'analisi del sismogramma di una scossa, siamo in grado di calcolare l'orientazione e lo scorrimento del piano della faglia, dandone anche un'efficace rappresentazione grafica attraverso mappe con simboli chiamati 'palloni da spiaggia'. In questo caso ogni scossa è raffigurata con un pallone avente uno spicchio nero al centro e due bianchi, uno sopra e l'altro sotto, che stanno a indicare il movimento compressivo nord-sud. Gli apici degli spicchi in direzione est-ovest rispecchiano l'orientazione dei piani di faglia, i quali, piuttosto che scendere giù in verticale, appaiono inclinati. Da altre misure sembra che l’inclinazione dei piani di faglia sia verso sud. Per completare il quadro dinamico», aggiunge Amato, «utilizziamo i dati di accelerazione del suolo, rilevati da apposite reti; poi le immagini dall'alto ottenute con l'interferometria radar che evidenzia le deformazioni; e i vettori dei lenti spostamenti del suolo forniti dalle rete delle stazioni fisse collegate ai satelliti Gps».
RISULTATI - Grazie a tutta questa somma di rilevamenti recenti e storici si può affermare che la crisi sismica emiliana è il risultato locale del movimento su grande scala esercitato dalla microplacca Adriatica (un’appendice della placca Africana) che s’immerge sotto l’Appennino settentrionale, spingendolo contro la pianura Padana e facendolo inarcare. Sempre a partire dall'analisi delle registrazioni sismiche è possibile determinare, con grande precisione, la zona di origine di ogni rottura di faglia (ipocentro) e la sua controparte superficiale (epicentro).
SPOSTAMENTI - «Dalla sequenza di scosse abbiamo visto che, a partire dal 20 maggio, data di inizio della sequenza a San Felice con la scossa da 5.9, prima c'è stato un piccolo spostamento degli epicentri verso est, poi un ritorno all'origine; quindi, dalla scossa di magnitudo 5.8 del 29 maggio, uno spostamento verso ovest», riassume Amato. «Ma si tratta, finora, di modeste oscillazioni. Niente a che vedere con le notevoli migrazioni degli epicentri rilevate nel corso delle lunghe sequenze sismiche umbro-marchigiana del 1997-1998 e aquilana del 2009-2010; per altro, entrambe caratterizzate da una dinamica distensiva, cioè di segno opposto rispetto a quella emiliana».
ENERGIE - Le analisi sulle energie liberate dalle singole scosse e sulla loro distribuzione nel tempo sono oggetto di studio di un altro dirigente di ricerca dell'Ingv, Warner Marzocchi: «Siamo di fronte a una sequenza sismica importante, caratterizzata da un elevato numero di scosse, di cui le maggiori, con magnitudo compresa fra 5 e 6 Richter, sono finora sette. Considerato l'andamento della sequenza, non possiamo escludere che si ripetano, anche a distanza di tempo, scosse superiori a magnitudo 5», osserva Marzocchi, aggiungendo tuttavia una nota di ottimismo. «Per questo tipo di sequenze vale la Legge di Omori, che prende il nome di un sismologo giapponese, la quale dice che, mediando sul lungo periodo, la sequenza deve mostrare un decadimento dell'energia. In termini concreti, qualche altra scossa forte potrà verificarsi, ma con il trascorrere delle settimane o dei mesi, l'energia a disposizione del sistema si attenuerà considerevolmente».
REPLICHE - E, a proposito delle repliche più importanti finora registrate, bisogna rilevare che, nonostante abbiano arrecato considerevoli danni al patrimonio edilizio già duramente provato, esse sono state, comunque, meno forti rispetto alla scossa iniziale. Dato l'andamento logaritmico della scala Richter, infatti, una scossa di magnitudo 5 libera un'energia di circa trenta volte inferiore a una di magnitudo 6. Questo vuol dire, per esempio, che la scossa di 5.1 del 3 giugno è stata una ventina di volte meno forte di quella da 5.9 che ha segnato l'inizio della sequenza. Molto meno forte, ma non per questo trascurabile poiché, in termini di energia liberata, la scossa del 3 giugno equivale a circa 20 mila tonnellate di tritolo, cioè maggiore della potenza esplosiva della bomba atomica lanciata su Hiroshima nel 1945.
Franco Foresta Martin
6 giugno 2012 | 12:13
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Così viene studiato il terremoto dell'Emilia
Ancora possibili scosse attorno ai 5 Richter. Ma la scossa del Ravennate non fa parte della sequenza
MILANO - La scossa di 4.5 Richter al largo di Ravenna avvenuta alle ore 6,08 del 6 giugno non può considerarsi come facente parte della sequenza emiliana circoscritta alle coltri appenniche più superficiali, ma riguarda piuttosto una deformazione interna della microplacca Adriatica più a est. Lo precisa il sismologo Alessandro Amato, dirigente di ricerca dell'Istituto nazionale di geofisica (Ingv).
STRUMENTI - Quali strumenti e metodi stanno usando i sismologi per individuare e descrivere le strutture geologiche responsabili della sequenza sismica emiliana; per valutare le dinamiche in atto, le energie già rilasciate e quelle che potrebbero essere liberate in futuro? Anche se il fenomeno é iniziato da oltre due settimane (20 maggio), un tempo purtroppo lungo per chi lo subisce, ma brevissimo se confrontato alle maggiori sequenze sismiche italiane, che solitamente durano mesi o anni, emergono già alcune certezze e ipotesi ben fondate. Eccone una succinta rassegna.
COMPRESSIONE - La prima certezza riguarda il movimento di compressione che si esercita lungo una direttrice nord-sud, facendo scattare, a ripetizione, un complesso sistema di faglie o fratture della crosta terrestre con orientamento est-ovest. Ne fanno le spese le località che si trovano in una fascia di una cinquantina di chilometri, geograficamente compresa fra Ferrara e Carpi, lambendo la provincia di Reggio Emilia. «Che il meccanismo di compressione si eserciti approssimativamente da sud a nord e i piani delle faglie siano orientati est-ovest, ce lo certificano i cosiddetti meccanismi focali che abbiamo determinato per tutte le scosse superiori alle magnitudo 3.5», spiega Amato.
ANALISI - «In pratica, partendo dall'analisi del sismogramma di una scossa, siamo in grado di calcolare l'orientazione e lo scorrimento del piano della faglia, dandone anche un'efficace rappresentazione grafica attraverso mappe con simboli chiamati 'palloni da spiaggia'. In questo caso ogni scossa è raffigurata con un pallone avente uno spicchio nero al centro e due bianchi, uno sopra e l'altro sotto, che stanno a indicare il movimento compressivo nord-sud. Gli apici degli spicchi in direzione est-ovest rispecchiano l'orientazione dei piani di faglia, i quali, piuttosto che scendere giù in verticale, appaiono inclinati. Da altre misure sembra che l’inclinazione dei piani di faglia sia verso sud. Per completare il quadro dinamico», aggiunge Amato, «utilizziamo i dati di accelerazione del suolo, rilevati da apposite reti; poi le immagini dall'alto ottenute con l'interferometria radar che evidenzia le deformazioni; e i vettori dei lenti spostamenti del suolo forniti dalle rete delle stazioni fisse collegate ai satelliti Gps».
RISULTATI - Grazie a tutta questa somma di rilevamenti recenti e storici si può affermare che la crisi sismica emiliana è il risultato locale del movimento su grande scala esercitato dalla microplacca Adriatica (un’appendice della placca Africana) che s’immerge sotto l’Appennino settentrionale, spingendolo contro la pianura Padana e facendolo inarcare. Sempre a partire dall'analisi delle registrazioni sismiche è possibile determinare, con grande precisione, la zona di origine di ogni rottura di faglia (ipocentro) e la sua controparte superficiale (epicentro).
SPOSTAMENTI - «Dalla sequenza di scosse abbiamo visto che, a partire dal 20 maggio, data di inizio della sequenza a San Felice con la scossa da 5.9, prima c'è stato un piccolo spostamento degli epicentri verso est, poi un ritorno all'origine; quindi, dalla scossa di magnitudo 5.8 del 29 maggio, uno spostamento verso ovest», riassume Amato. «Ma si tratta, finora, di modeste oscillazioni. Niente a che vedere con le notevoli migrazioni degli epicentri rilevate nel corso delle lunghe sequenze sismiche umbro-marchigiana del 1997-1998 e aquilana del 2009-2010; per altro, entrambe caratterizzate da una dinamica distensiva, cioè di segno opposto rispetto a quella emiliana».
ENERGIE - Le analisi sulle energie liberate dalle singole scosse e sulla loro distribuzione nel tempo sono oggetto di studio di un altro dirigente di ricerca dell'Ingv, Warner Marzocchi: «Siamo di fronte a una sequenza sismica importante, caratterizzata da un elevato numero di scosse, di cui le maggiori, con magnitudo compresa fra 5 e 6 Richter, sono finora sette. Considerato l'andamento della sequenza, non possiamo escludere che si ripetano, anche a distanza di tempo, scosse superiori a magnitudo 5», osserva Marzocchi, aggiungendo tuttavia una nota di ottimismo. «Per questo tipo di sequenze vale la Legge di Omori, che prende il nome di un sismologo giapponese, la quale dice che, mediando sul lungo periodo, la sequenza deve mostrare un decadimento dell'energia. In termini concreti, qualche altra scossa forte potrà verificarsi, ma con il trascorrere delle settimane o dei mesi, l'energia a disposizione del sistema si attenuerà considerevolmente».
REPLICHE - E, a proposito delle repliche più importanti finora registrate, bisogna rilevare che, nonostante abbiano arrecato considerevoli danni al patrimonio edilizio già duramente provato, esse sono state, comunque, meno forti rispetto alla scossa iniziale. Dato l'andamento logaritmico della scala Richter, infatti, una scossa di magnitudo 5 libera un'energia di circa trenta volte inferiore a una di magnitudo 6. Questo vuol dire, per esempio, che la scossa di 5.1 del 3 giugno è stata una ventina di volte meno forte di quella da 5.9 che ha segnato l'inizio della sequenza. Molto meno forte, ma non per questo trascurabile poiché, in termini di energia liberata, la scossa del 3 giugno equivale a circa 20 mila tonnellate di tritolo, cioè maggiore della potenza esplosiva della bomba atomica lanciata su Hiroshima nel 1945.
Franco Foresta Martin
6 giugno 2012 | 12:13
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Re: terremoto in Emilia:la ricostruzione
TERREMOTO
Nella notte otto scosse nella Pianura padana
La più forte avvertita a Modena: 3.2 gradi
Poco dopo le 3,30 di giovedì l'evento più importante. Ma il Nord ha tremato per tutta la nottata con scosse intorno alla magnitudo 2.
http://www.corriere.it/cronache/12_giug ... 5fc6.shtml
Vogliamo si o no prendere una decisione sullo spostare le fabbriche in altro luogo o dobbiamo aspettare il fallimento del sistema produttivo se come dice Squinzi si fermerà 4 o 6 mesi.
Non si può stare nei posti di lavoro anche di zone non direttamente colpite con quella intensità pensando che da un momento all'altro può arrivare una nuova scossa.
Non è un vivere, e non si riesce nemmeno a rendere sul posto di lavoro.
Che fa tutta quanta la casta spartitocratica? Dorme e pensa solo a Poltrone % Forchette quando intorno tutto crolla????
E Monti? Una bella dormitina pure lui?
Nella notte otto scosse nella Pianura padana
La più forte avvertita a Modena: 3.2 gradi
Poco dopo le 3,30 di giovedì l'evento più importante. Ma il Nord ha tremato per tutta la nottata con scosse intorno alla magnitudo 2.
http://www.corriere.it/cronache/12_giug ... 5fc6.shtml
Vogliamo si o no prendere una decisione sullo spostare le fabbriche in altro luogo o dobbiamo aspettare il fallimento del sistema produttivo se come dice Squinzi si fermerà 4 o 6 mesi.
Non si può stare nei posti di lavoro anche di zone non direttamente colpite con quella intensità pensando che da un momento all'altro può arrivare una nuova scossa.
Non è un vivere, e non si riesce nemmeno a rendere sul posto di lavoro.
Che fa tutta quanta la casta spartitocratica? Dorme e pensa solo a Poltrone % Forchette quando intorno tutto crolla????
E Monti? Una bella dormitina pure lui?
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Re: terremoto in Emilia:la ricostruzione
http://tweb.interno.it/news/daily/rasse ... STAMPA.pdf
LA STAMPA 10-06-2012 17
L'ITALIA STA RUOTANDO, DURERA' ANNI
Arcovio Valentina
Per visionare rapidamente l’articolo guardare a destra il numero - 29
LA STAMPA 10-06-2012 17
L'ITALIA STA RUOTANDO, DURERA' ANNI
Arcovio Valentina
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Re: terremoto in Emilia:la ricostruzione
E come se non bastasse:
Terremoti in Turchia, Grecia ed Egitto
Paura sulle coste e a Sharm el Sheik
Scossa di magnitudo 6,1 con epicentro a Oludeniz, ma avvertita anche ad Izmir e Antalya. Anche l'isola di Rodi ha tremato, magnitudo 5,8. E la celebre località balneare egiziana è stata colpita da una scossa di magnitudo 4,1
http://www.repubblica.it/esteri/2012/06 ... ef=HREC1-2
Terremoti in Turchia, Grecia ed Egitto
Paura sulle coste e a Sharm el Sheik
Scossa di magnitudo 6,1 con epicentro a Oludeniz, ma avvertita anche ad Izmir e Antalya. Anche l'isola di Rodi ha tremato, magnitudo 5,8. E la celebre località balneare egiziana è stata colpita da una scossa di magnitudo 4,1
http://www.repubblica.it/esteri/2012/06 ... ef=HREC1-2
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Re: terremoto in Emilia:la ricostruzione
Non ho capito perché i sindaci abbiano gridato all'allarmismo per la notizia che ci sarebbero state altre scosse.....
SISMA
La terra trema ancora in Emilia
nuova scossa di magnitudo 4.3
L'epicentro è stato registrato dall'Istituto nazionale di geofisica tra le province di Mantova, Reggio Emilia e Modena. Paura tra le popolazioni ma nessun danno. Otto gli eventi sismici nella notte
MANTOVA - Una scossa di terremoto di magnitudo 4.3 è stata registrata alle 3:48 tra le provincie di Mantova, Reggio Emilia e Modena. Secondo i rilievi dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), il sisma ha avuto ipocentro a 10,8 chilometri di profondità ed epicentro in prossimità del comune mantovano di Moglia, di quelli reggiani di Fabbrico, Reggiolo e Rolo, e di quelli modenesi di Carpi e Novi di Modena.
L'evento sismico è stato chiaramente avvertito dalla popolazione, in particolare nella provincia di Modena. Dalle verifiche effettuate dalla Sala situazione Italia del dipartimento della Protezione civile, non risultano al momento danni a persone o cose.
In totale sono state otto le scosse che sono state avvertite nell'area nella notte. A parte la più forte di magnitudo 4,3 ce n'è stata una di 3 gradi all'1:26. Le altre sono state comprese fra 2,1 gradi e 2.8 della scala Richter. L'ultima, di intensità2.2, è stata rilevata dai sismologi alle 7.21.
SISMA
La terra trema ancora in Emilia
nuova scossa di magnitudo 4.3
L'epicentro è stato registrato dall'Istituto nazionale di geofisica tra le province di Mantova, Reggio Emilia e Modena. Paura tra le popolazioni ma nessun danno. Otto gli eventi sismici nella notte
MANTOVA - Una scossa di terremoto di magnitudo 4.3 è stata registrata alle 3:48 tra le provincie di Mantova, Reggio Emilia e Modena. Secondo i rilievi dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), il sisma ha avuto ipocentro a 10,8 chilometri di profondità ed epicentro in prossimità del comune mantovano di Moglia, di quelli reggiani di Fabbrico, Reggiolo e Rolo, e di quelli modenesi di Carpi e Novi di Modena.
L'evento sismico è stato chiaramente avvertito dalla popolazione, in particolare nella provincia di Modena. Dalle verifiche effettuate dalla Sala situazione Italia del dipartimento della Protezione civile, non risultano al momento danni a persone o cose.
In totale sono state otto le scosse che sono state avvertite nell'area nella notte. A parte la più forte di magnitudo 4,3 ce n'è stata una di 3 gradi all'1:26. Le altre sono state comprese fra 2,1 gradi e 2.8 della scala Richter. L'ultima, di intensità2.2, è stata rilevata dai sismologi alle 7.21.
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Re: terremoto in Emilia:la ricostruzione
shiloh ha scritto:http://gazzettadimodena.gelocal.it/info ... -1.5174308
Rigor, all'indomani della scossa più forte che aveva provocato 17+2 morti,..disse:
<<Stiano tranquilli i cittadini......>>
Tranquilli una mazza, ci vogliono decisioni forti per non fare morire l'Emilia.......
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Re: terremoto in Emilia:la ricostruzione
camillobenso ha scritto:shiloh ha scritto:http://gazzettadimodena.gelocal.it/info ... -1.5174308
Rigor, all'indomani della scossa più forte che aveva provocato 17+2 morti,..disse:
<<Stiano tranquilli i cittadini......>>
Tranquilli una mazza, ci vogliono decisioni forti per non fare morire l'Emilia.......
gli emiliani,come tutti i terremotati ,chiedono aiuti.
ma a differenza di molti terremotati,sono perfettamente lucidi e consapevoli che di aiuti ne arriveranno pochi.
quindi hanno già comiciato a ricostruire e ripartire...in proprio.
certo non si può far nozze con i fichi secchi...
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Re: terremoto in Emilia:la ricostruzione
shiloh ha scritto:camillobenso ha scritto:shiloh ha scritto:http://gazzettadimodena.gelocal.it/info ... -1.5174308
Rigor, all'indomani della scossa più forte che aveva provocato 17+2 morti,..disse:
<<Stiano tranquilli i cittadini......>>
Tranquilli una mazza, ci vogliono decisioni forti per non fare morire l'Emilia.......
gli emiliani,come tutti i terremotati ,chiedono aiuti.
ma a differenza di molti terremotati,sono perfettamente lucidi e consapevoli che di aiuti ne arriveranno pochi.
quindi hanno già comiciato a ricostruire e ripartire...in proprio.
certo non si può far nozze con i fichi secchi...
I soldi ci sono, li ha dati Draghi appositamente per imprese e famiglie.
Seconda tranche di febbraio 19 miliardi di euro, ...si usino quelli.
Rigor non si comporti come i suoi predecessori.
Ma il problema è che non si può vivere con il timore della prossima scossa.
Neppure si può lavorare con la paura che da un momento all'altro possa venire giù tutto.
Nello stesso tempo se non consegni i prodotti che molti spesso fanno parte di una catena di semilavorati, perdi clienti e perdi il giro e non ci rientri più manco morto.
Non si può fermare un polo produttivo di questo genere in una fase di recessione come questa.
Avrebbero dovuto muoversi subito come ci si muove dal punto di vista militare con decisioni rapide.
Sentire Squinzi che cita un fermo produttivo da 4 a 6 mesi fa cascare le braccia, è come se dasse gli oli santi alla produzione emiliana.
Chi c’è in linea
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