NO alla dismissione del patrimonio PUBBLICO
Re: NO alla dismissione del patrimonio PUBBLICO
Con la svendita degli ultimi "gioielli di famiglia" i cosiddetti mercati raggiungeranno i loro obbiettivi.
Quando uno strozzino tartassa un piccolo imprenditore sa bene a cosa punta: a togliergli l'azienda, un terreno, la casa ecc.
Però la difesa dei "beni comuni" è alla lunga poco credibile ed insostenibile se le ferrovie "pubbliche" continuano ad essere gestite in questo modo, se le caserme e tanti altri edifici sono abbandonati a se stessi, se gli stessi acquedotti (bene comune per eccellenza) sono ridotti a dei colabrodi che sprecano una risorsa sempre più preziosa.
Alla fine i "liberisti" avranno per forza la meglio.
Quando uno strozzino tartassa un piccolo imprenditore sa bene a cosa punta: a togliergli l'azienda, un terreno, la casa ecc.
Però la difesa dei "beni comuni" è alla lunga poco credibile ed insostenibile se le ferrovie "pubbliche" continuano ad essere gestite in questo modo, se le caserme e tanti altri edifici sono abbandonati a se stessi, se gli stessi acquedotti (bene comune per eccellenza) sono ridotti a dei colabrodi che sprecano una risorsa sempre più preziosa.
Alla fine i "liberisti" avranno per forza la meglio.
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Re: NO alla dismissione del patrimonio PUBBLICO
Se al vertice delle aziende continuano a metterci certa gente, ovvio che le cose vanno male.mariok ha scritto:Con la svendita degli ultimi "gioielli di famiglia" i cosiddetti mercati raggiungeranno i loro obbiettivi.
Quando uno strozzino tartassa un piccolo imprenditore sa bene a cosa punta: a togliergli l'azienda, un terreno, la casa ecc.
Però la difesa dei "beni comuni" è alla lunga poco credibile ed insostenibile se le ferrovie "pubbliche" continuano ad essere gestite in questo modo, se le caserme e tanti altri edifici sono abbandonati a se stessi, se gli stessi acquedotti (bene comune per eccellenza) sono ridotti a dei colabrodi che sprecano una risorsa sempre più preziosa.
Alla fine i "liberisti" avranno per forza la meglio.
Va cambiata la gente ai vertici, quindi va cambiata la classe politica. Questa nomina sempre gente inadeguata con stipendi galattici che fa soltanto DANNI.
Se io fossi un AD delle ferrovie, o il direttore generale della Rai o quello che vuoi tu, la PRIMA cosa che direi sarebbe: "noi lavoriamo per lo stato, per un servizio pubblico, e dobbiamo dare l'esempio". Quindi ridurrei il mio stipendio e quello dei consiglieri di amministrazione a 2000 euro al mese, non di più. Seguirebbero tagli ai compensi dei dirigenti vari e la fine dei "premi". Se tu hai lavorato bene, hai guadagnato il tuo stipendio, non devi chiedermi migliaia di euro di premio.
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: NO alla dismissione del patrimonio PUBBLICO
Già, ma sfortunatamente per te e per noi tu non diventerai mai AD delle Ferrovie.peanuts ha scritto:Se al vertice delle aziende continuano a metterci certa gente, ovvio che le cose vanno male.mariok ha scritto:Con la svendita degli ultimi "gioielli di famiglia" i cosiddetti mercati raggiungeranno i loro obbiettivi.
Quando uno strozzino tartassa un piccolo imprenditore sa bene a cosa punta: a togliergli l'azienda, un terreno, la casa ecc.
Però la difesa dei "beni comuni" è alla lunga poco credibile ed insostenibile se le ferrovie "pubbliche" continuano ad essere gestite in questo modo, se le caserme e tanti altri edifici sono abbandonati a se stessi, se gli stessi acquedotti (bene comune per eccellenza) sono ridotti a dei colabrodi che sprecano una risorsa sempre più preziosa.
Alla fine i "liberisti" avranno per forza la meglio.
Va cambiata la gente ai vertici, quindi va cambiata la classe politica. Questa nomina sempre gente inadeguata con stipendi galattici che fa soltanto DANNI.
Se io fossi un AD delle ferrovie, o il direttore generale della Rai o quello che vuoi tu, la PRIMA cosa che direi sarebbe: "noi lavoriamo per lo stato, per un servizio pubblico, e dobbiamo dare l'esempio". Quindi ridurrei il mio stipendio e quello dei consiglieri di amministrazione a 2000 euro al mese, non di più. Seguirebbero tagli ai compensi dei dirigenti vari e la fine dei "premi". Se tu hai lavorato bene, hai guadagnato il tuo stipendio, non devi chiedermi migliaia di euro di premio.
Né mi sembra purtroppo che nelle regioni e nelle città governate dalla sinistra (Puglia e Napoli incluse) le municipalizzate e le ASL siano gestite molto meglio.
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Re: NO alla dismissione del patrimonio PUBBLICO
La seconda osservazione che hai fatto è interessante e mi dà uno spunto.
Lo so. Altro che se lo so.
E infatti, io mica attacco soltanto "l'altra parte" e i bocconiani, degna espressione dello "yuppismo" più becero e squallido.
Rompo le palle anche ai "miei".
Alcuni anni fa eravamo sotto organico e stavamo impazzendo. Andai a una riunione sindacale e litigai con quello della Cgil, pensa un po'.
Anche attualmente ho avuto forti discussioni con persone della "mia" parte perché prima si dice di voler fare le cose ma poi, quando c'è da muoversi...
E' scoraggiante avere infezioni nel proprio corpo. Già.
Ma nulla mi convincerà che privato è meglio di pubblico. Non è così.
Lo so. Altro che se lo so.
E infatti, io mica attacco soltanto "l'altra parte" e i bocconiani, degna espressione dello "yuppismo" più becero e squallido.
Rompo le palle anche ai "miei".
Alcuni anni fa eravamo sotto organico e stavamo impazzendo. Andai a una riunione sindacale e litigai con quello della Cgil, pensa un po'.
Anche attualmente ho avuto forti discussioni con persone della "mia" parte perché prima si dice di voler fare le cose ma poi, quando c'è da muoversi...
E' scoraggiante avere infezioni nel proprio corpo. Già.
Ma nulla mi convincerà che privato è meglio di pubblico. Non è così.
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
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Re: NO alla dismissione del patrimonio PUBBLICO
Day after day
E’ tornata l’Armée Brancalon?
A da passà ‘a nuttata
Le général Frignerò ha già dato non pochi grattacapi all’Armèe con il suo pallottoliere che non funziona più come una volta.
Aujourd'hui, le général Passerà, annoncé le Décret développement,…….mais…….
***
http://www.youtube.com/watch?v=9l7CaDfbr0c
Immobili di Stato, chi ci guadagna dalla vendita?
di Giorgio Meletti | 15 giugno 2012
Commenti (9)
La cosa incredibile è che ogni volta lo dicono con l’aria di chi ha avuto una grande idea. Innovativa. E invece è un concetto noto da millenni in ogni famiglia: ci sono quelli che si vendono la casa per pagare i debiti.
Lo Stato italiano da oltre vent’anni, cioè da quando il debito pubblico ha raggiunto livelli stellari, pensa di tappare i buchi vendendo i suoi immobili.
Nel solco della tradizione corrono idee strampalate e numeri a caso. Quanti sono gli immobili pubblici che si possono almeno in parte mettere in vendita?
Secondo la Cassa Depositi e Prestiti valgono 500 miliardi di euro, su un totale del patrimonio statale di 1.800 miliardi.
Secondo la Ragioneria dello Stato valgono invece 56 miliardi. Una differenza da uno a dieci, non poco per due pensatoi entrambi del ministero dell’Economia.
Ai tempi gloriosi di Giulio Tremonti fu coniato il marchio “finanza creativa”, e l’architrave dell’inventiva tremontiana era la mitica “cartolarizzazione” degli immobili.
Ma anche il governo Monti non scherza. Prima annuncia che la spending review affidata al mastino Enrico Bondi dovrà portare tagli di spesa per 4,2 miliardi.
Ieri è stata affidato alle agenzie di stampa (con l’impagabile formula “secondo quanto si apprende”, che con tutta evidenza non significa niente, se non che qualcuno del governo ti ha chiesto di dare la notizia senza dire che te l’ha detta lui) l’annuncio che dalla spending review arriveranno risparmi non più per 4,2 miliardi in un anno ma per 30 miliardi in tre anni. E così forse non ci sarà il temuto l’aumento dell’Iva.
Ma in questa disperata ricerca di denaro per fare fronte al debito, cioè al risultato finale di una spesa pubblica senza controllo, è sempre la vendita degli immobili a fare la sua figura.
Annunci a cui non fanno mai seguito risultati apprezzabili, a parte quelli conseguiti da banche, avvocati e immobiliaristi: per loro, ogni volta, il guadagno è assicurato. Il primo inventore della vuota formula fu, come spesso è accaduto, Giuliano Amato.
Nel 1992 il suo governo, alle prese con la gravissima crisi finanziaria dell’estate, dopo aver sottratto nottetempo il famoso sei per mille ai conti correnti degli italiani, varò la società Immobiliare Italia, che doveva fare quello che da vent’anni tutti hanno continuato a rifare: censimento degli immobili pubblici, valorizzazione, vendita.
Immobiliare Italia ha concluso così poco che anni dopo fu lo stesso Amato a ironizzare, convinto che come sempre gli italiani si fossero dimenticati che l’idea era stata sua: “Era meglio chiamarla Immobile Italia”.
Nel frattempo era arrivato al governo l’Ulivo di Romano Prodi, che puntualmente avviò un censimento degli immobili pubblici, in vista della valorizzazione e vendita.
Infatti il censimento è il momento chiave dell’incontro tempestoso fra politici e tecnici.
Il governo Amato, nel ‘92, mise in vendita anche il monte Cristallo e le Tofane, cioè i gioielli dolomitici affacciati sulla conca ampezzana.
Nessuno ha mai capito chi mai avrebbe dovuto comprarsi il Patrimonio Spa, monte Cristallo e per farci che cosa, e soprattutto a che prezzo.
Nessuno al tempo fece notare ad Amato, molto più fantasioso nella progettazione della sua pensione d’oro, che per risanare i conti pubblici avrebbe fatto molto prima a tassare come si conviene i frequentatori di Cortina e delle Tofane.
Poi venne Tremonti, e con la collaborazione di un altro inventore non da poco, Domenico Siniscalco, suo direttore generale al Tesoro e poi suo successore, lanciò nel 2002 Patrimonio Spa, che doveva vendere gli immobili pubblici, ma servì solo per dare una poltrona a Massimo Ponzellini ed è finita nel nulla, come Immobiliare Italia.
Però Tre-monti ha fatto le cartolarizzazioni, passate alla storia come Scip 1 e Scip 2.
Ha messo dentro queste società veicoli immobili degli enti previdenziali per 16 miliardi di euro, sono stati venduti per 5 miliardi di euro, lo Stato e gli enti ci hanno rimesso 5 miliardi.
Nel frattempo banche d’affari, consulenti, studi legali e immobiliaristi, hanno emesso parcelle per centinaia di milioni di euro.
Perché da vent’anni questa è la costante: quando partono le vendite di immobili pubblici non si sa quanto ci guadagnerà (o perderà) lo Stato. Ma si può dire in anticipo con la massima certezza chi sta già pregustando l’affare della vita.
E’ tornata l’Armée Brancalon?
A da passà ‘a nuttata
Le général Frignerò ha già dato non pochi grattacapi all’Armèe con il suo pallottoliere che non funziona più come una volta.
Aujourd'hui, le général Passerà, annoncé le Décret développement,…….mais…….
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Immobili di Stato, chi ci guadagna dalla vendita?
di Giorgio Meletti | 15 giugno 2012
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La cosa incredibile è che ogni volta lo dicono con l’aria di chi ha avuto una grande idea. Innovativa. E invece è un concetto noto da millenni in ogni famiglia: ci sono quelli che si vendono la casa per pagare i debiti.
Lo Stato italiano da oltre vent’anni, cioè da quando il debito pubblico ha raggiunto livelli stellari, pensa di tappare i buchi vendendo i suoi immobili.
Nel solco della tradizione corrono idee strampalate e numeri a caso. Quanti sono gli immobili pubblici che si possono almeno in parte mettere in vendita?
Secondo la Cassa Depositi e Prestiti valgono 500 miliardi di euro, su un totale del patrimonio statale di 1.800 miliardi.
Secondo la Ragioneria dello Stato valgono invece 56 miliardi. Una differenza da uno a dieci, non poco per due pensatoi entrambi del ministero dell’Economia.
Ai tempi gloriosi di Giulio Tremonti fu coniato il marchio “finanza creativa”, e l’architrave dell’inventiva tremontiana era la mitica “cartolarizzazione” degli immobili.
Ma anche il governo Monti non scherza. Prima annuncia che la spending review affidata al mastino Enrico Bondi dovrà portare tagli di spesa per 4,2 miliardi.
Ieri è stata affidato alle agenzie di stampa (con l’impagabile formula “secondo quanto si apprende”, che con tutta evidenza non significa niente, se non che qualcuno del governo ti ha chiesto di dare la notizia senza dire che te l’ha detta lui) l’annuncio che dalla spending review arriveranno risparmi non più per 4,2 miliardi in un anno ma per 30 miliardi in tre anni. E così forse non ci sarà il temuto l’aumento dell’Iva.
Ma in questa disperata ricerca di denaro per fare fronte al debito, cioè al risultato finale di una spesa pubblica senza controllo, è sempre la vendita degli immobili a fare la sua figura.
Annunci a cui non fanno mai seguito risultati apprezzabili, a parte quelli conseguiti da banche, avvocati e immobiliaristi: per loro, ogni volta, il guadagno è assicurato. Il primo inventore della vuota formula fu, come spesso è accaduto, Giuliano Amato.
Nel 1992 il suo governo, alle prese con la gravissima crisi finanziaria dell’estate, dopo aver sottratto nottetempo il famoso sei per mille ai conti correnti degli italiani, varò la società Immobiliare Italia, che doveva fare quello che da vent’anni tutti hanno continuato a rifare: censimento degli immobili pubblici, valorizzazione, vendita.
Immobiliare Italia ha concluso così poco che anni dopo fu lo stesso Amato a ironizzare, convinto che come sempre gli italiani si fossero dimenticati che l’idea era stata sua: “Era meglio chiamarla Immobile Italia”.
Nel frattempo era arrivato al governo l’Ulivo di Romano Prodi, che puntualmente avviò un censimento degli immobili pubblici, in vista della valorizzazione e vendita.
Infatti il censimento è il momento chiave dell’incontro tempestoso fra politici e tecnici.
Il governo Amato, nel ‘92, mise in vendita anche il monte Cristallo e le Tofane, cioè i gioielli dolomitici affacciati sulla conca ampezzana.
Nessuno ha mai capito chi mai avrebbe dovuto comprarsi il Patrimonio Spa, monte Cristallo e per farci che cosa, e soprattutto a che prezzo.
Nessuno al tempo fece notare ad Amato, molto più fantasioso nella progettazione della sua pensione d’oro, che per risanare i conti pubblici avrebbe fatto molto prima a tassare come si conviene i frequentatori di Cortina e delle Tofane.
Poi venne Tremonti, e con la collaborazione di un altro inventore non da poco, Domenico Siniscalco, suo direttore generale al Tesoro e poi suo successore, lanciò nel 2002 Patrimonio Spa, che doveva vendere gli immobili pubblici, ma servì solo per dare una poltrona a Massimo Ponzellini ed è finita nel nulla, come Immobiliare Italia.
Però Tre-monti ha fatto le cartolarizzazioni, passate alla storia come Scip 1 e Scip 2.
Ha messo dentro queste società veicoli immobili degli enti previdenziali per 16 miliardi di euro, sono stati venduti per 5 miliardi di euro, lo Stato e gli enti ci hanno rimesso 5 miliardi.
Nel frattempo banche d’affari, consulenti, studi legali e immobiliaristi, hanno emesso parcelle per centinaia di milioni di euro.
Perché da vent’anni questa è la costante: quando partono le vendite di immobili pubblici non si sa quanto ci guadagnerà (o perderà) lo Stato. Ma si può dire in anticipo con la massima certezza chi sta già pregustando l’affare della vita.
Ultima modifica di camillobenso il 15/06/2012, 22:10, modificato 1 volta in totale.
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Re: NO alla dismissione del patrimonio PUBBLICO
Capito perché poi mi incazzo?
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
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Re: NO alla dismissione del patrimonio PUBBLICO
Day after day
Sim sala bim,….il governo è andato a scuola da Silvan………….
Porc……………mi toccherà fare questa fine. Ieri sera d’accordo con Porro e stamani con un’osservazione di Straquadanio…………..
Divina commedia-Inferno-XXII canto.
Io vidi un tempo cavalieri mettersi in marcia, e iniziare l’assalto e fare evoluzioni durante le parate, e a volte ritirarsi per mettersi in salvo; vidi soldati a cavallo sul vostro suolo, o Aretini, e vidi fare incursioni devastatrici, scontrarsi le squadre nei tornei e cimentarsi i singoli nei duelli; a volte con trombe, e a volte con campane, con tamburi e con segnali dalle fortezze, e con strumenti nostri e forestieri; ma certamente mai con un così insolito zufolo vidi partire cavalieri o fanti, o nave ad un segnale dato dalla riva o indicato da una costellazione. Noi procedevamo con i dieci diavoli: ah, paurosa compagnia! ma in chiesa si sta con i santi, e nell’osteria con i furfanti. La mia attenzione era rivolta costantemente alla pece, per osservare ogni aspetto della bolgia e della moltitudine che in essa era bruciata. Come i delfini, quando, inarcando il dorso, avvertono i marinai d’ingegnarsi a salvare la loro nave, così talvolta, per alleviare la sofferenza, qualcuno dei dannati esponeva la schiena, e la celava più rapido del lampo. E come i ranocchi stanno sull’ orlo dell’acqua di un fossato col solo muso fuori, in modo da nascondere le zampe e il resto del corpo, così i peccatori stavano da ogni parte; ma non appena Barbariccia si avvicinava, subito si ritiravano sotto la pece bollente.
Dovrò purificarmi con un bagno adeguato nella pece bollente per aver dato ragione sia a Porro che a Straquadanio, cose dell'altro mondo....
Straquadanio a Omnibus fa presente stamani che i 10 miliardi di euro a disposizione della manovra di Passera sono derivati da un’operazione contabile alla greca.
Se ne sono accorti pure di là dei giochi di prestigio alla Silvan…., ma la manovra era evidente da subito con l’annuncio di aver incassato i primi 10 miliardi dalle dismissioni con la vendita di immobili pubblici alla Cassa depositi e prestiti…
Due giorni prima………..
E NOTIZIE DELLA GIORNATA ALLE 20 - LA7.it
1 giorno fa...”VIDEO LA7”: Enrico Mentana fa il punto sui principali avvenimenti di oggi: il
governo vara il. ... 10 MLD INCASSATI DALLA PRIMA VENDITA DI BENI
PUBBLICI ALLA CASSA DEPOSITI E ... decreto sviluppo, i primi 10 miliardi
incassati dalle dismissioni di beni pubblici alla Cassa depositi e prestiti, i segnali ...
*
Ieri su “Il Fatto Quotidiano”, pagina 7.
Il Tesoro compra da se stesso
per creare soldi dal nulla
FINTECNA, SACE E SIMEST PASSANO ALLA CASSA DEPOSITI
Di Giorgio Meletti
L’economista Nicola Rossi, a suo tempo con Massimo D’Alema a Palazzo Chigi, oggi approdato nei territori del liberismo più rigoroso, fulmina i giochi di prestigio del governo tecnico: “ho l’impressione che con le dismissioni avverrà solo il passaggio di elementi dalla tasca destra a quella sinistra”…….
Non è vero affatto che faremo la fine della Grecia, … noi siamo già da moltissimi mesi nelle stesse condizioni della Grecia…………solo che molti non se ne accorgono.....
Sim sala bim,….il governo è andato a scuola da Silvan………….
Porc……………mi toccherà fare questa fine. Ieri sera d’accordo con Porro e stamani con un’osservazione di Straquadanio…………..
Divina commedia-Inferno-XXII canto.
Io vidi un tempo cavalieri mettersi in marcia, e iniziare l’assalto e fare evoluzioni durante le parate, e a volte ritirarsi per mettersi in salvo; vidi soldati a cavallo sul vostro suolo, o Aretini, e vidi fare incursioni devastatrici, scontrarsi le squadre nei tornei e cimentarsi i singoli nei duelli; a volte con trombe, e a volte con campane, con tamburi e con segnali dalle fortezze, e con strumenti nostri e forestieri; ma certamente mai con un così insolito zufolo vidi partire cavalieri o fanti, o nave ad un segnale dato dalla riva o indicato da una costellazione. Noi procedevamo con i dieci diavoli: ah, paurosa compagnia! ma in chiesa si sta con i santi, e nell’osteria con i furfanti. La mia attenzione era rivolta costantemente alla pece, per osservare ogni aspetto della bolgia e della moltitudine che in essa era bruciata. Come i delfini, quando, inarcando il dorso, avvertono i marinai d’ingegnarsi a salvare la loro nave, così talvolta, per alleviare la sofferenza, qualcuno dei dannati esponeva la schiena, e la celava più rapido del lampo. E come i ranocchi stanno sull’ orlo dell’acqua di un fossato col solo muso fuori, in modo da nascondere le zampe e il resto del corpo, così i peccatori stavano da ogni parte; ma non appena Barbariccia si avvicinava, subito si ritiravano sotto la pece bollente.
Dovrò purificarmi con un bagno adeguato nella pece bollente per aver dato ragione sia a Porro che a Straquadanio, cose dell'altro mondo....
Straquadanio a Omnibus fa presente stamani che i 10 miliardi di euro a disposizione della manovra di Passera sono derivati da un’operazione contabile alla greca.
Se ne sono accorti pure di là dei giochi di prestigio alla Silvan…., ma la manovra era evidente da subito con l’annuncio di aver incassato i primi 10 miliardi dalle dismissioni con la vendita di immobili pubblici alla Cassa depositi e prestiti…
Due giorni prima………..
E NOTIZIE DELLA GIORNATA ALLE 20 - LA7.it
1 giorno fa...”VIDEO LA7”: Enrico Mentana fa il punto sui principali avvenimenti di oggi: il
governo vara il. ... 10 MLD INCASSATI DALLA PRIMA VENDITA DI BENI
PUBBLICI ALLA CASSA DEPOSITI E ... decreto sviluppo, i primi 10 miliardi
incassati dalle dismissioni di beni pubblici alla Cassa depositi e prestiti, i segnali ...
*
Ieri su “Il Fatto Quotidiano”, pagina 7.
Il Tesoro compra da se stesso
per creare soldi dal nulla
FINTECNA, SACE E SIMEST PASSANO ALLA CASSA DEPOSITI
Di Giorgio Meletti
L’economista Nicola Rossi, a suo tempo con Massimo D’Alema a Palazzo Chigi, oggi approdato nei territori del liberismo più rigoroso, fulmina i giochi di prestigio del governo tecnico: “ho l’impressione che con le dismissioni avverrà solo il passaggio di elementi dalla tasca destra a quella sinistra”…….
Non è vero affatto che faremo la fine della Grecia, … noi siamo già da moltissimi mesi nelle stesse condizioni della Grecia…………solo che molti non se ne accorgono.....
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Re: NO alla dismissione del patrimonio PUBBLICO
camillobenso ha scritto:
Divina commedia-Inferno-XXII canto.
; ma non appena Barbariccia si avvicinava, subito si ritiravano sotto la pece bollente.
Dovrò purificarmi con un bagno adeguato nella pece bollente per aver dato ragione sia a Porro che a Straquadanio, cose dell'altro mondo....
Straquadanio a Omnibus fa presente stamani che i 10 miliardi di euro a disposizione della manovra di Passera sono derivati da un’operazione contabile alla greca.
Se ne sono accorti pure di là dei giochi di prestigio alla Silvan…., ma la manovra era evidente da subito con l’annuncio di aver incassato i primi 10 miliardi dalle dismissioni con la vendita di immobili pubblici alla Cassa depositi e prestiti…
Non è vero affatto che faremo la fine della Grecia, … noi siamo già da moltissimi mesi nelle stesse condizioni della Grecia…………solo che molti non se ne accorgono.....
ma nel canto precedente....
Divina commedia-Inferno-XXI canto.
«Credi tu, MalaPassera, qui vedermi
esser venuto»,
disse 'l mio maestro,
«sicuro già da tutti vostri schermi,
sanza voler divino e fato destro?
Lascian' andar, ché nel cielo è voluto
ch'i' mostri altrui questo cammin silvestro».
...omissis...
«Tra'ti avante, AlIchino, e Alesina»,
cominciò elli a dire,
«e tu, Cagnazzo;
e Barbariccia guidi la decina.
Libicocco vegn' oltre e Draghignazzo,
Cirïatto sannuto e Graffiacane
e Fornerello e Rubicante pazzo.
...omissis...
Per l'argine sinistro volta dienno;
ma prima avea ciascun la lingua stretta
coi denti, verso lor duca, per cenno;
ed elli avea del cul fatto trombetta.
*****************************
tutto normale quindi...da questi demoni non ci possiamo aspettare nessun aiuto,
ma solo nauseabondi peti di scherno...
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Re: NO alla dismissione del patrimonio PUBBLICO
camillobenso ha scritto:
Non è vero affatto che faremo la fine della Grecia, … noi siamo già da moltissimi mesi nelle stesse condizioni della Grecia…………solo che molti non se ne accorgono.....
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
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