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mariok

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Messaggio da mariok »

Ma vuoi vedere che ci toccherà chiedere gli aiuti del FMI per ripianare le esposizioni delle banche? :shock:


Ds: il partito non esiste più, ma risulta indebitato per 156 milioni

Dopo la nascita del Pd, le casse di Margherita e democratici di sinistra sono rimaste separate. Il partito di Rutelli si è trovato a fare i conti con il caso Lusi, mentre quello di Fassino ha ereditato i debiti del Pci-Pds. Una montagna di soldi. E ci sono ancora 49 persone a libro paga del partito, che può contare su 2399 immobili


di Vittorio Malagutti | 26 giugno 2012

Per l’Italia s’aggira uno zombie con 150 milioni di debiti. Lo zombie si chiama Ds, la sigla di un partito che non c’è più ma presenta bilanci come se fosse vivo e vegeto. Basta dare un’occhiata ai conti del 2011, resi noti proprio ieri, e si scopre che i Democratici di sinistra nuotano ancora in un mare di debiti. In totale fanno 156,6 milioni di euro e in cima alla lista dei creditori troviamo alcune delle più grandi banche nazionali. C’è Unicredit con oltre 26 milioni di prestiti, il gruppo Intesa sfiora i 36 milioni, l’Efibanca del Banco Popolare è esposta per 24 milioni, mentre la Popolare di Milano reclama circa 12 milioni.

L’elenco delle banche finanziatrici compare nel rendiconto dei Democratici di sinistra pubblicato in quattro pagine di inserzione su l’Unità di ieri. Il buco dei Ds è l’altra faccia della medaglia nell’incredibile storia di Luigi Lusi, l’ex tesoriere della Margherita finito in carcere la settimana scorsa con l’accusa di aver dilapidato i soldi del partito. Si parte nel 2007, quando le due formazioni politiche hanno dato vita al Pd.

Niente comunione dei beni, però. La cassa è rimasta al vecchio indirizzo. Con una differenza sostanziale tra i due sposi (si fa per dire). Il partito di Francesco Rutelli, un partito con pochi anni di vita, si è trovato in cassa rimborsi elettorali per milioni. Tutto legale, questo prevede la legge. I Democratici di sinistra hanno invece ereditato i debiti del Pci-Pds. Una montagna di soldi. Peggio, una frana sospesa sul destino del partito.

Problema vecchio, a dire il vero. Più volte nel corso degli anni le banche hanno accettato di cancellare una parte dei debiti targati Ds. L’ultimo salvagente è stato lanciato nel 2003, con la Capitalia allora guidata da Cesare Geronzi, pronta a fornire nuovo ossigeno al partito sull’orlo del crac.

Tutto risolto? Macché. I debiti restano, eccome. Il bilancio firmato dal tesoriere Ugo Sposetti parla chiaro. A fine 2011 i conti dei Democratici di sinistra si sono chiusi con un disavanzo patrimoniale, cioè un buco, di 145 milioni. Già perché, come detto, l’esposizione verso le banche supera i 156 milioni mentre il valore delle attività non raggiunge i 12 milioni. Il passivo ha un origine precisa. Il partito, infatti, si è fatto carico dei debiti accumulati negli anni dall’Unità fino a quando la storica testata fondata da Antonio Gramsci nonè stata ceduta, a partire dal 2001, a cordate di imprenditori privati, ultimo della serie l’ex governatore della Sardegna, Renato Soru. E così nel bilancio 2011 si legge che circa 101 milioni di debiti derivano “dall’accollo liberatorio” dei debiti della “cessata partecipata L’Unità spa in liquidazione”.

In sostanza il giornale ha cambiato padrone, ma il partito non ha ancora trovato il modo di rimborsare i finanziamenti di cui si è fatto carico a suo tempo per facilitare la vendita della testata. Di questo passo non si vede come la situazione possa essere riequilibrata. I Ds sono formalmente una scatola vuota. Non hanno attività di rilievo. L’enorme patrimonio immobiliare del partito, in buona parte intestato alle organizzazioni territoriali, cioè le varie federazioni locali, sono stati trasferiti a una cinquantina di fondazioni.

Si tratta, leggiamo nei conti del 2011, di ben 2.399 immobili, in gran parte (1.819) “utilizzati dalle organizzazioni territoriali del Partito democratico (….) nella maggior parte dei casi con comodato d’uso gratuito”. Traduzione: i palazzi dei Ds adesso ospitano le sedi locali del Pd, che però non pagano un euro d’affitto. Quindi un patrimonio che ammonta a svariate centinaia di milioni non fa parte dell’attivo patrimoniale del partito zombie, ma viene gestito da fondazioni che formalmente non sono coperte dall’ombrello contabile dei Ds. La precisazione è importante, perché se così non fosse gli istituti di credito potrebbero pignorare gli immobili per rientrare dei loro crediti. E invece niente. Le banche si trovano ad avere a che fare con un creditore in pratica nullatenente.

Risultato: i banchieri prendono quello che possono, cioè il denaro dei rimborsi elettorali che ancora lo Stato concede ai democratici di sinistra. A settembre dell’anno scorso, una sentenza del tribunale civile di Roma ha assegnato agli istituti di credito 30 milioni di euro. Di questo passo però sarà difficile venir-ne fuori in qualche modo. I Ds infatti ormai non hanno più diritto a rimborsi elettorali. I debiti invece restano. E poi ci sono gli stipendi da pagare ai dipendenti. Perchè il partito che non esiste più conta ancora 49 persone a libro paga.

da Il Fatto Quotidiano del 26 giugno 2012
shiloh
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Re: Top News

Messaggio da shiloh »

bah...meno male che stasera ci ha pensato il "negro"...supermario balotelli:

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;)

e i crucchi li abbiamo purgati ancora,
alla faccia della merkel stavolta.
:mrgreen:
mariok

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Messaggio da mariok »

BRUXELLES, IL VERTICE EUROPEO

Van Rompuy: «Crescita, accordo vicino»
Ma su debito e spread la partita è aperta


Voci su un irrigidimento di Monti. Ma il presidente del Consiglio Ue:«Non c'è un veto italiano. Due Paesi chiedono misure a breve»

L'accordo sul lavoro e la crescita «è vicino» tra i leader europei, ma il confronto resta aperto sull a stabilità finanziaria, il debito e le eventuali misure di contenimento dell'oscillazione degli spread. E' questo lo stato dei lavori a tarda sera a Bruxelles dove sono riuniti i capi di governo europei alla ricerca di una soluzione per la crisi della moneta unica. Secondo fonti italiane, citate dalle agenzie di stampa, il premier Mario Monti si sarebbe detto indisponibile all'accordo in assenza di un via libera al cosiddetto scudo anti-anti spread. Una contrapposizione smentita dal presidente del Consiglio Ue, Herman Van Rompuy, per il quale «Non c' è un veto italiano». «È vero che ci sono due paesi che tengono molto a discutere di misure a medio e lungo termine e anche a breve termine - ha detto Van Rompuy riferendosi a Italia e Spagna - ma non c'è blocco: la discussione continua»
PATTO PER LA CRESCITA - «Il vertice Ue ha preso una decisione cruciale sul piano per la crescita che muoverà subito 120 miliardi di euro», ha detto Van Rompuy nella conferenza stampa al termine della prima giornata del vertice. Tra le decisioni prese dal Consiglio c'è anche l'aumento di capitale della Bei da 10 miliardi di euro che, ha sottolineato, permette di avere «60 miliardi di euro di capacità di prestito».

LA PARTITA DELLO SPREAD - Chissà se i due gol di Mario Balotelli daranno una mano a Mario Monti impegnato a sostenere la necessità dell'introduzione del cosiddetto scudo-antispread. Di certo, ai leader è stato precluso lo svago del calcio: «Niente partita, siamo seri, stiamo facendo delle cose serie» aveva tagliato corto il presidente del consiglio Ue.

AIUTI ALLE BANCHE - Dai ministri delle Finanze dell'Eurozon a sarebbe arrivata la proposta che i fondi di salvataggio Esm-Efsf acquistino titoli di Stato e che l'Esm sia dotato di licenza bancaria. Nell'agenda dei leader - riferiscono fonti - vi sarebbe anche l'aiuto diretto dei fondi alle banche.

Il vertice Ue, Van Rompuy: «Siamo seri, niente calcio»

AVANTI A OLTRANZA - La trattativa prosegue ad oltranza e impegnerà l'euro-working group (il gruppo di lavoro che prepara i lavori dell'Eurogruppo) per buona parte della notte. Per l'Italia, negozia il vice ministro dell'Economia Grilli. Venerdì, i risultati della trattativa arriveranno sul tavolo dell' Eurogruppo, che si riunirà al termine del vertice a 27.

EUROBOND - A poche ore dall'avvio del Consiglio europeo, la Germania si era detta disposta ad aprire agli eurobond, e cioè alla mutualizzazione del debito sovrano dei Paesi dell'Eurozona, ma soltanto con uno «zar» europeo a vigilare sui conti pubblici dei 16 Paesi dell'euro. Lo aveva detto Wolfgang Schaeuble, ministro delle Finanze tedesco, in un'intervista concessa al Wall Street Journal. Ma quando, tenuto conto del fuso orario americano, la notizia ha fatto il giro delle redazioni ed è stata rilanciata dai media di mezza Europa, Berlino ha fatto dietrofront: gli eurobond - ha precisato lo stesso ministero delle Finanze accreditando l'ipotesi di un fraintendimento delle parole del ministro - si possono fare solo dopo una Unione sui bilanci, e l'uso di Efsf o Esm (ovvero i fondi salvastati) per acquistare bond sotto stress può avvenire solo nell'ambito delle regole già previste.

INVERSIONE DI MARCIA - La Germania sembra dunque tornare ad allinearsi alla posizione più intransigente della cancelliera Angela Merkel che nei giorni scorsi aveva detto che gli eurobond non sarebbero mai passati finché fosse stata in vita. L'utilizzo dei fondi di salvataggio europei per l'acquisto dei titoli dei Paesi in difficoltà non è dunque considerato tra le opzioni, soprattutto non sono considerate «recenti proposte» che vorrebbero «interventi automatici» senza «una formale richiesta da parte dei governi».

Redazione Online
Corriereit
28 giugno 2012 | 23:21
erding
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Re: Top News

Messaggio da erding »

shiloh ha scritto:bah...meno male che stasera ci ha pensato il "negro"...supermario balotelli:

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e i crucchi li abbiamo purgati ancora,
alla faccia della merkel stavolta.
:mrgreen:



"la guerra santa dei pezzenti"
... per dirla alla Guccini
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mariok

Re: Top News

Messaggio da mariok »

BRUXELLES| DRAGHI: «SODDISFATTO DELLE DECISIONI PRESE QUESTA NOTTE»

Vertice Ue, «alla Troika lo scudo antispread»

Monti: «Misure per stabilizzare i mercati»

I leader dell'Eurogruppo aprono al meccanismo anti-spread
Il premier: «L'Italia si è battuta, ma non ne farà uso»

L'accordo è arrivato al termine di un vertice Ue tormentato: ma alla fine un'intesa su meccanismo anti-spread (affidato alla Troika, Bce, Fmi e Unione Europea), ricapitalizzazione diretta delle banche e ruolo dei fondi salva Stato è stata trovata. I leader dell'Eurogruppo «hanno aperto alla possibilità che i paesi virtuosi usino i fondi salva stati Esfs e Esm per riassicurare la stabilità sui mercati». Ad annunciarlo alle 4 del mattino è stato il presidente del Consiglio Ue Herman Van Rompuy al termine del vertice Eurogruppo. Poco dopo è arrivato anche il commento della cancelliera tedesca Angela Merkel, che pure fonti tedesche hanno descritto come «irritatissima» con Rajoy, ma soprattutto con Monti: «Abbiamo raggiunto buoni risultati sugli strumenti Esm ed Efsf, una buona base su cui lavorare. Si prosegue domani (venerdì, ndr)».
LA VITTORIA DI MONTI - La linea dura di Mario Monti sul salvaspread ha pagato. E infatti il premier italiano alla fine ha potuto commentare soddisfatto: sono state deliberate «misure che mi sembra siano soddisfacenti per la stabilizzazione della zona euro». Un meccanismo per ridare stabilità all'euro e rassicurare i mercati. Le prime indicazioni che arrivano da Tokyo danno ragione al premier italiano: la moneta unica balza a 1,2530 dollari e a 100,10 yen. Con lo scudo anti-spread, l'Italia spera di evitare «un lunedì nero». Mentre con l'apertura sulla ricapitalizzazione diretta delle banche, la Spagna auspica di potere ricevere gli aiuti fino a 100 miliardi di euro per ricapitalizzare i suoi istituti di credito senza fare lievitare il debito pubblico. L'accordo «sarà implementato dall'Eurogruppo a brevissimo termine, entro il 9 luglio». I paesi che rispettano il patto di stabilità e le raccomandazioni «non dovranno sottostare al monitoraggio della troika», ma dovranno continuare a rispettare gli impegni presi, ha continuato Monti, precisando che «l'Italia si è molto battuta per queste misure, in particolare per quanto riguarda lo spread, ma non ha intenzione in questo momento di avvalersene», è «un contributo che potrebbe essere utile in principio all'Italia e ad altri stati».

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LA TRATTATIVA - L'Italia si è battuta puntando i piedi, non firmando, insieme alla Spagna, il patto sulla crescita: nessun accordo che non contenesse misure per contenere lo spread. Così, dopo le 22.30 di giovedì, van Rompuy parlando per la prima volta ai giornalisti aveva dovuto ammettere le difficoltà, pur smentendo «un veto italiano»: se l'accordo sul lavoro e la crescita era «vicino», il confronto restava aperto sulla stabilità finanziaria, il debito e le eventuali misure di contenimento dell'oscillazione dei differenziali di rendimento tra i titoli di Stato decennali. Poi era stato il presidente francese François Hollande a chiarire, poche ore dopo, che i leader della Ue avevano trovato l'accordo sul patto per la crescita e l'occupazione, ma che Roma e Madrid avevano deciso di rinviare la loro firma.

L'ACCORDO - Ma alla fine le riserve di Italia e Spagna sono state tolte: ad annunciarlo è stato il premier del Lussemburgo Jean-Claude Juncker, passate le 4 del mattino, al termine del vertice Eurogruppo. «Affermiamo che è imperativo rompere il circolo vizioso tra le banche e il debito sovrano», hanno dichiarato i leader in un comunicato letto dal presidente Herman van Rompuy. «Oggi abbiamo concordato qualcosa di nuovo. La prima è che con le decisioni prese, le nostre banche potranno essere presto ricapitalizzate direttamente dal fondo salva Stati, sotto certe condizioni, e potranno avere un'unica sorveglianza, con il pieno coinvolgimento della Bce», ha spiegato Van Rompuy. «La seconda, è che abbiamo aperto alla possibilità che i paesi che si comportano bene usino il fondo Efsf-Esm per assicurare i mercati». «Non c'è per ora nessuna decisione di aumentare» le risorse in dotazione al fondo salva-Stati, che servirà da ora anche a raffreddare gli spread - ha precisato Monti -, ma «c'è uno sblocco mentale» per quanto riguarda un utilizzo flessibile del fondo. Sull'ipotesi di trasformare il fondo Esm in banca, consentendogli di accedere alla liquidità della Bce, il premier Mario Monti ha spiegato che «tutte le ipotesi sono in campo, ma non è stato oggetto di discussione oggi». La Bce - spiegano intanto i leader dell'Eurogruppo in una nota - ha dato il via libera a fare da «agente per i fondi Efsf ed Esm nel condurre le operazioni di mercato».

LE REAZIONI - Le misure concordate dai leader dell'Eurozona sono rivolte a Paesi «con buona performance ma evidentemente sotto la pressione dei mercati, come l'Italia», commenta il presidente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso. La cancelliera tedesca Angela Merkel parla di «un buon risultato». «La Bce giocherà un ruolo pieno nella supervisione unica bancaria», sottolinea Barroso. «Siamo tutti d'accordo ad imprimere un'accelerazione sull'Unione monetaria ed economica», assicura van Rompuy. Le decisioni sul meccanismo anti-spread dovranno essere applicate entro l'Eurogruppo del 9 luglio prossimo. Mentre la road map finale sul rafforzamento dell'Unione monetaria sarà presentata in ottobre. «Sono molto soddisfatto dalle decisioni prese questa notte», dice invece il presidente della Bce, Mario Draghi, al suo arrivo al palazzo del Consiglio Europeo per la seconda giornata di lavori. «Avremo un altro scambio di opinioni più tardi, nel corso della giornata », ha aggiunto.

Redazione Online
29 giugno 2012

http://www.corriere.it/economia/12_giug ... 7983.shtml
mariok

Re: Top News

Messaggio da mariok »

Il Napoli Made in Pride 2012 - (28/06/2012)

Sabato 30 giugno arriva il Napoli Made in Pride 2012, la manifestazione di area metropolitana dell’orgoglio Lesbo-Gay-Bisex e Transessuale: una parata che da Piazza Cavour raggiungerà il lungomare liberato per rivendicare diritti e per costruire un percorso politico e sociale condiviso, di inclusione e contrasto all'omofobia ed alla transfobia.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=vHsvR19NcFE[/youtube]
Amadeus

Re: Top News

Messaggio da Amadeus »

Svolta La7, arriva Santoro

Michele Santoro condurrà su La7 il suo programma Servizio Pubblico
L'annuncio di Mentana nel tg
alla vigilia della presentazione
ufficiale dei nuovi palinsesti
Si alternerà con "Piazza Pulita"
ROMA
Michele Santoro ha firmato per La7 per la prossima stagione. Lo ha appena annunciato in diretta nel corso del Tg il direttore del tg de La7 Enrico Mentana.

L'annuncio a sorpresa, giunge alla vigilia della presentazione dei palinsesti dell'emittente, in programma domani a Milano, dove potrebbe intervenire anche lo stesso giornalista. A quanto si apprende il programma si alternera' in periodi diversi con "Piazzapulita" di Corrado Formigli.
peanuts
Messaggi: 2102
Iscritto il: 21/02/2012, 22:29

Re: Top News

Messaggio da peanuts »

"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
camillobenso
Messaggi: 17353
Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: Top News

Messaggio da camillobenso »

Diaz, confermate le condanne ai 25 poliziotti. Interdizione agli alti dirigenti
La sentenza della Quinta sezione mette la parola fine al processo per il blitz del G8 di Genova nel 2001. Gli imputati non andranno in carcere, ma l'interdizione dai pubblici uffici colpisce alti dirigenti come Gratteri, Caldarozzi e Luperi



di Mario Portanova | 5 luglio 2012

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/07 ... ne/284870/
soloo42000
Messaggi: 1081
Iscritto il: 15/05/2012, 9:38

Re: Top News

Messaggio da soloo42000 »

Calma. Voglio vederli a casa prima...

soloo42000
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