Manuale per diventare politico
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Manuale per diventare politico
Manuale per diventare politico
E’ da qualche settimana che questo thread avrebbe dovuto prendere vita, per via di posizioni via via assunte dai vari politici italiani, dal Capo dello Stato e dal premier, del tutto originali che possono far parte del manuale del politico.
E’ l’intervista di Francesco Bei a Pierazzurro Casini che mi ha convinto a prendere in esame questo comportamento dei politici spesso discutibile.
“Nel 2013 al governo con Monti e Bersani
serve un patto per salvare l’Europa”
Casini: il Pdl decida cosa fare. Di Pietro si mette fuori da solo.
Il professionista politico deve essere sempre allenato al pinocchismo. Spararle grosse è il suo mestiere.
Occorre fissare degli obiettivi per giustificare delle scelte a volte scabrose e in controtendenza. In questo caso Casini si sposta da destra a “sinistra” perché a destra non riesce a stabilire rapporti sufficientemente validi.
Malgrado spinga per rifare la Dc dal 25 luglio 2010, quasi due anni, dobbiamo registrare una cosa piuttosto strana nel Pdl, a pezzi, che alcuni pidiellini non si spostano di loro iniziativa verso Casini gli ex Dc. Pisanu e Dini blaterano da tempo ma non si spostano. Casini ha puntato su Alfano per spaccare il Pdl, ma Angelino è sempre dipendente dal berluschino.
Da qui l’invito di Casini a decidersi cosa fare. E’ più di un anno che si dicono d’accordo con lui ma rimangono sempre attaccati al caro estinto,….e qui occorrerebbe capire il perché.
Casini deve giustificare il suo spostamento a “sinistra”(sinistra si fa per dire). Solitamente quando lo ha fatto alle comunali, provinciali, regionali ha sempre dimezzato il suo consenso, solo la metà degli elettori dell’Udc lo segue. Adesso deve alzare il tiro per dare una motivazione per cui votare, come sostengono D’Alema e Bersani per un “nuovo centrosinistra”.
Per tenere buoni i suoi ci mette dentro Monti, il destro convertito a “sinistra”. E’ solo una questione di merlame, Monti ha scelto Hollande perché in quel momento gli serviva per andare contro il kaiser Merkel, ma non perché si è spostato a sinistra.
Infine il tema del grande obiettivo per giustificare il salvataggio della sua poltrona. “Serve un patto per salvare l’Europa”. Salvare l’Europa? Chi lui, che ha fatto affondare l’Italia con le sue non scelte, o scelte per salvarsi la poltrona?
Ma ci faccia il piacere,….
Infine il caso Di Pietro.
Di Pietro rimarrà in eterno colui che ha fatto venire la bavetta alla bocca al suo vate.
Di Pietro in politica non si è adattato al nuovo status,..continua ad avere la mentalità di giocare a guardia e ladri. E' completamente incompatibile con l'Udc. Eppure sono tutti e due di origine democristiana di destra.
Casini non lo vuole tra i piedi perché scombussola i piani del "un boccone a te, un boccone a me,..un boccone al cane,.......un bocccone a te, un boccone a me,..un boccone al cane,......."
Evidente che non perda occasione per tenerlo alla larga.
E’ da qualche settimana che questo thread avrebbe dovuto prendere vita, per via di posizioni via via assunte dai vari politici italiani, dal Capo dello Stato e dal premier, del tutto originali che possono far parte del manuale del politico.
E’ l’intervista di Francesco Bei a Pierazzurro Casini che mi ha convinto a prendere in esame questo comportamento dei politici spesso discutibile.
“Nel 2013 al governo con Monti e Bersani
serve un patto per salvare l’Europa”
Casini: il Pdl decida cosa fare. Di Pietro si mette fuori da solo.
Il professionista politico deve essere sempre allenato al pinocchismo. Spararle grosse è il suo mestiere.
Occorre fissare degli obiettivi per giustificare delle scelte a volte scabrose e in controtendenza. In questo caso Casini si sposta da destra a “sinistra” perché a destra non riesce a stabilire rapporti sufficientemente validi.
Malgrado spinga per rifare la Dc dal 25 luglio 2010, quasi due anni, dobbiamo registrare una cosa piuttosto strana nel Pdl, a pezzi, che alcuni pidiellini non si spostano di loro iniziativa verso Casini gli ex Dc. Pisanu e Dini blaterano da tempo ma non si spostano. Casini ha puntato su Alfano per spaccare il Pdl, ma Angelino è sempre dipendente dal berluschino.
Da qui l’invito di Casini a decidersi cosa fare. E’ più di un anno che si dicono d’accordo con lui ma rimangono sempre attaccati al caro estinto,….e qui occorrerebbe capire il perché.
Casini deve giustificare il suo spostamento a “sinistra”(sinistra si fa per dire). Solitamente quando lo ha fatto alle comunali, provinciali, regionali ha sempre dimezzato il suo consenso, solo la metà degli elettori dell’Udc lo segue. Adesso deve alzare il tiro per dare una motivazione per cui votare, come sostengono D’Alema e Bersani per un “nuovo centrosinistra”.
Per tenere buoni i suoi ci mette dentro Monti, il destro convertito a “sinistra”. E’ solo una questione di merlame, Monti ha scelto Hollande perché in quel momento gli serviva per andare contro il kaiser Merkel, ma non perché si è spostato a sinistra.
Infine il tema del grande obiettivo per giustificare il salvataggio della sua poltrona. “Serve un patto per salvare l’Europa”. Salvare l’Europa? Chi lui, che ha fatto affondare l’Italia con le sue non scelte, o scelte per salvarsi la poltrona?
Ma ci faccia il piacere,….
Infine il caso Di Pietro.
Di Pietro rimarrà in eterno colui che ha fatto venire la bavetta alla bocca al suo vate.
Di Pietro in politica non si è adattato al nuovo status,..continua ad avere la mentalità di giocare a guardia e ladri. E' completamente incompatibile con l'Udc. Eppure sono tutti e due di origine democristiana di destra.
Casini non lo vuole tra i piedi perché scombussola i piani del "un boccone a te, un boccone a me,..un boccone al cane,.......un bocccone a te, un boccone a me,..un boccone al cane,......."
Evidente che non perda occasione per tenerlo alla larga.
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Re: Manuale per diventare politico
PRIMARIE ORA SAREMMO DA RICOVERO
«Abbiamo detto che faremo le primarie, non che si aprono le primarie perché altrimenti saremmo da ricovero, chiamerebbero il 118». Lo ha detto il segretario del Pd Pierluigi Bersani, ai giornalisti che gli chiedevano se all'assemblea del 13 luglio saranno definite le regole per le primarie. «Abbiamo davanti - ha aggiunto , a margine dell'assemblea programmatica del Pd livornese - il problema dell'Italia in questo momento, quindi quando sarà il momento ne parleremo».
Esiste nel politico un forte convincimento che l'elettore sia fondamentalmente stupido e che gli puoi raccontare tranquillamente tutto e il contrario di tutto.
Per più di un mese al Pd hanno rotto con le primarie, basta guardare il casino fatto da Renzi e i sondaggi su chi è il più fico del bigonzo, per rendersi conto che casino ha tirato in piedi Bersani.
Adesso però c'è di mezzo Casini che ha detto si all'alleanza, ma evidentemente pretende Monti alla guida.
Parigi val bene una messa,....Bersani fa marcia indietro e copia Berlusconi,...tanto per cambiare.
PRIMARIE ORA SAREMMO DA RICOVERO
Finché esistono i merli c'è speranza
«Abbiamo detto che faremo le primarie, non che si aprono le primarie perché altrimenti saremmo da ricovero, chiamerebbero il 118». Lo ha detto il segretario del Pd Pierluigi Bersani, ai giornalisti che gli chiedevano se all'assemblea del 13 luglio saranno definite le regole per le primarie. «Abbiamo davanti - ha aggiunto , a margine dell'assemblea programmatica del Pd livornese - il problema dell'Italia in questo momento, quindi quando sarà il momento ne parleremo».
Esiste nel politico un forte convincimento che l'elettore sia fondamentalmente stupido e che gli puoi raccontare tranquillamente tutto e il contrario di tutto.
Per più di un mese al Pd hanno rotto con le primarie, basta guardare il casino fatto da Renzi e i sondaggi su chi è il più fico del bigonzo, per rendersi conto che casino ha tirato in piedi Bersani.
Adesso però c'è di mezzo Casini che ha detto si all'alleanza, ma evidentemente pretende Monti alla guida.
Parigi val bene una messa,....Bersani fa marcia indietro e copia Berlusconi,...tanto per cambiare.
PRIMARIE ORA SAREMMO DA RICOVERO
Finché esistono i merli c'è speranza
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Re: Manuale per diventare politico
L’eterna commedia all’italiana
Ho detto tutto
Da Totò Peppino e la malafemmina
http://www.youtube.com/watch?v=MLABdlCqE4U
Allo stesso modo si comportano i politici quando adottano qualche frase ad effetto che non mollano mai.
Una di queste è : Tizio è una “risorsa”.
Il politico la usa spesso quando il personaggio chiamato in causa non è proprio nella scia dei propri interessi personalissimi, ma non può negare al pubblico che Tizio abbia delle indubbie capacità.
Allora s’indora la pillola sostenendo che ha si delle capacità, che servirebbe certamente alla causa,…ma fa capire che starebbe bene altrove perché non conforme al disegno iniziale. In altre parole a Napule direbbero “sta a scassà e pall…”
Da La Repubblica di oggi sul Bersani di ieri.
Di Giovanna Casadio
ROMA – I montiani a oltranza del Pd – quelli che “dopo Monti” vedono ancora Monti al governo (ammesso che il Professore ci stia) [ Riflessione personale: Monti che ha toccato con mano la politica italiana e i suoi reverendi attori, “tiene nu scassament’ e pall,..ma nu scassament’ e pall, che tutta l’eternità non basta per tornare alla normalità del suo casino bocconiano a fine mandato-ndt]- devono darsi una calmata.
Bersani è più cauto e frena Enrico Letta, il suo vice, e Massimo D’Alema, entrambi in sintonia con Casini.
<<Monti non voglio arruolarlo>>: dice il segretario democratico (cristiano-ndt).
Anche se <<è una risorsa>>, e lo vedrebbe anche un bambino.
*
Dalemoni si è visto mandare in fumo alle regionali 2010 la possibilità di costruire un laboratorio nuovo con Casini in Puglia, da quel “rompi pall” di Vendola.
Adesso si ripresenta la grande occasione all’ultimo giro.
Tra meno di un anno termina il mandato di Napolità, e Dalemoni baratta la sua candidatura con un nuovo centrosinistra in cui Pierazzurro può fare e disfare a suo piacimento.
Tre mesi fa l’accoppiata dei “montiani”, Letta e Franceschini, per evitare di tirare dentro Vendola e ADP, si erano spesi dichiarando che il piddi non aveva bisogno di primarie perché il segretario premier blindato e designato era Bersani.
Allora gli interessi di bottega giravano in quel modo.
PG Bersani da Bettola (Pc), ci aveva fatto la bocca. Era diventato “nu pavone”………Bersani premier che tratta con Obama, con il kaiser Merkel,……maronn’ o’ Carmine che succiesso….!!!!!!!!!!!!!.....Da Bettola a Camp David…
Oh…ragatzi non siamo mica qui a lavare i piatti!!!!!
Solo che Casini per giustificare il suo spostamento a sinistra ha bisogno di Monti (garante) a Palazzo Chigi per mascherare il tutto, e nello stesso tempo da il via libera a Dalemoni al Colle. Da qui il sostegno di Dalemoni a Casini.
Certo a Piggì “ci girano un po’ i ball”,come direbbe Abantantuono, e allora dice che Monti è una “risorsa”.
Vedremo come andrà a finire il nuovo “porcellum” del nuovo centronistra di Dalemoni e Casinoni.
Ho detto tutto
Da Totò Peppino e la malafemmina
http://www.youtube.com/watch?v=MLABdlCqE4U
Allo stesso modo si comportano i politici quando adottano qualche frase ad effetto che non mollano mai.
Una di queste è : Tizio è una “risorsa”.
Il politico la usa spesso quando il personaggio chiamato in causa non è proprio nella scia dei propri interessi personalissimi, ma non può negare al pubblico che Tizio abbia delle indubbie capacità.
Allora s’indora la pillola sostenendo che ha si delle capacità, che servirebbe certamente alla causa,…ma fa capire che starebbe bene altrove perché non conforme al disegno iniziale. In altre parole a Napule direbbero “sta a scassà e pall…”
Da La Repubblica di oggi sul Bersani di ieri.
Di Giovanna Casadio
ROMA – I montiani a oltranza del Pd – quelli che “dopo Monti” vedono ancora Monti al governo (ammesso che il Professore ci stia) [ Riflessione personale: Monti che ha toccato con mano la politica italiana e i suoi reverendi attori, “tiene nu scassament’ e pall,..ma nu scassament’ e pall, che tutta l’eternità non basta per tornare alla normalità del suo casino bocconiano a fine mandato-ndt]- devono darsi una calmata.
Bersani è più cauto e frena Enrico Letta, il suo vice, e Massimo D’Alema, entrambi in sintonia con Casini.
<<Monti non voglio arruolarlo>>: dice il segretario democratico (cristiano-ndt).
Anche se <<è una risorsa>>, e lo vedrebbe anche un bambino.
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Dalemoni si è visto mandare in fumo alle regionali 2010 la possibilità di costruire un laboratorio nuovo con Casini in Puglia, da quel “rompi pall” di Vendola.
Adesso si ripresenta la grande occasione all’ultimo giro.
Tra meno di un anno termina il mandato di Napolità, e Dalemoni baratta la sua candidatura con un nuovo centrosinistra in cui Pierazzurro può fare e disfare a suo piacimento.
Tre mesi fa l’accoppiata dei “montiani”, Letta e Franceschini, per evitare di tirare dentro Vendola e ADP, si erano spesi dichiarando che il piddi non aveva bisogno di primarie perché il segretario premier blindato e designato era Bersani.
Allora gli interessi di bottega giravano in quel modo.
PG Bersani da Bettola (Pc), ci aveva fatto la bocca. Era diventato “nu pavone”………Bersani premier che tratta con Obama, con il kaiser Merkel,……maronn’ o’ Carmine che succiesso….!!!!!!!!!!!!!.....Da Bettola a Camp David…
Oh…ragatzi non siamo mica qui a lavare i piatti!!!!!
Solo che Casini per giustificare il suo spostamento a sinistra ha bisogno di Monti (garante) a Palazzo Chigi per mascherare il tutto, e nello stesso tempo da il via libera a Dalemoni al Colle. Da qui il sostegno di Dalemoni a Casini.
Certo a Piggì “ci girano un po’ i ball”,come direbbe Abantantuono, e allora dice che Monti è una “risorsa”.
Vedremo come andrà a finire il nuovo “porcellum” del nuovo centronistra di Dalemoni e Casinoni.
Re: Manuale per diventare politico
A proposito di manuale...anche questo... è forse un'anticipazione di quello che vedremo nella prossima legislatura?
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=TrEKHsxBoX0[/youtube]
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=TrEKHsxBoX0[/youtube]
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Re: Manuale per diventare politico
Un perfetto capolavoro del politico che pensa solo a se stesso e non al mandato per governare il Paese.
Serve moltissimo ai giovani che vogliono entrare in politica. Si dice molto per non dire nulla.
«Nichi, accetta la sfida:
un partito per tutti i progressisti»
Di Nicola Latorre
7 luglio 2012
Caro Nichi, colgo nella tua riflessione pubblicata ieri sull’Unitàalcuni spunti significativi sui quali si può costruire un confronto serio tra il Pd e il tuo movimento. Sai quanto io consideri importante il ruolo che Sel può svolgere per affermare quel progetto di cambiamento che serve alla società italiana. E poiché penso che il dibattito nel centrosinistra rischia di svolgersi con evidenti limiti, penso sia arrivata l’ora di verificare se è possibile collocare in un comune orizzonte le nostre scelte di oggi.
L’attuale discussione sulle alleanze, infatti, è inquinata da un approccio che ripropone il vecchio vizio italiano del pregiudizio ideologico. Quel pregiudizio che ha alimentato tra gli schieramenti e negli stessi schieramenti contrapposizioni difficilmente sanabili e che, lungi dal risolvere i problemi, ha condotto a un loro aggravamento. Ora bisogna compiere un salto di qualità, non è più il tempo di restare nel vago, «l’urgenza appassionata dell’adesso», direbbe Martin Luther King, ci impone d’essere realisti e di passare alle scelte concrete e coraggiose.
La prospettiva politica indicata da Pier Luigi Bersani dell’alleanza tra progressisti e moderati è la strada giusta per chiudere in Italia la parentesi populista e liberista della nostra epoca. Perché abbia successo è fondamentale sciogliere alcuni nodi strategici, a iniziare da quello di unire tutti i progressisti, nelle forme e nei tempi possibili, nello stesso soggetto politico. Questo processo, già avviato con la nascita del Pd, che ha unito la parte maggioritaria dei riformisti con gli eredi del cattolicesimo democratico, ora deve arricchirsi della partecipazione di Sel, delle forze socialiste e di quella grande parte della società italiana, impegnata anche fuori dai partiti, che non vuole rassegnarsi a subire una pericolosa deriva neopopulista. Non possiamo più temporeggiare: lo stesso mondo del lavoro in un momento di grandi cambiamenti come quelli attuali reclama una ancora più solida rappresentanza politica.
Oggi c’è un governo eccezionale per gestire una situazione eccezionale. E questo non solo per la natura e la drammaticità della crisi che espone il Paese a rischi enormi. Ma anche perché siamo al punto massimo di discredito della politica e delle stesse istituzioni. Fatta salva quella rappresentata dal presidente Napolitano che ha avuto un ruolo decisivo per la stessa tenuta democratica e al quale non cesseremo mai di essere grati.
La stessa configurazione della maggioranza parlamentare che sostiene il governo Monti e la sua natura cosiddetta tecnica nascono proprio da questa eccezionalità. Con ragionevole certezza possiamo affermare che abbiamo evitato il peggio all’Italia.
Si tratta ora di curare le conseguenze delle misure adottate per fronteggiare l’emergenza risolvendo quei problemi che riguardano la vita di tante persone in difficoltà a partire da quello più urgente degli esodati, e avviare qualche concreta iniziativa per la crescita e il lavoro. Senza sprecare il tempo che ci separa da qui alla fine della legislatura per perseguire una seria rigenerazione della politica, approvare una nuova legge elettorale e ridurre il numero dei parlamentari.
Sono profondamente convinto che nonostante il nostro differente atteggiamento nei confronti del governo Monti ci siano tutte le condizioni per costruire un comune progetto di governo su cui chiedere il consenso degli italiani.
D’altro canto, proprio perché eccezionale, l’attuale maggioranza parlamentare cesserà con la fine della legislatura. E per il bene del Paese le elezioni del 2013 devono essere l’atto di nascita di una nuova fase della vita politica e istituzionale in netta discontinuità con quella precedente. Una stagione che ha visto i conservatori al governo di quasi tutti i Paesi europei portatori di quelle politiche liberiste che hanno prodotto la crisi attuale e favorito la crescita a dismisura del potere di ristrette oligarchie economiche e finanziarie.
La crisi non avrà soluzione compiuta se non quando la politica avrà riequilibrato il suo rapporto con l’economia. E su questo si gioca anche il futuro della democrazia.
Io credo, caro Nichi, che in questa discussione si possanoritrovare tutti gli elementi di un comune progetto politico. Ecco perché occorre distinguere tra un confronto finalizzato esclusivamente ad alleanze elettorali e una discussione che guarda a un più ampio orizzonte. Anche per questo non ho condiviso la tua recente iniziativa con Di Pietro poiché a tutt’oggi sugli aspetti essenziali di un progetto di governo futuro, Di Pietro è impegnato solo a esasperare i motivi di scontro con il Pd. Mettiamo da parte le pur rispettabili esigenze tattiche e privilegiamo un più ambizioso progetto strategico fondamentale per cambiare l’Italia.
http://www.unita.it/italia/nichi-basta- ... 487?page=3
Serve moltissimo ai giovani che vogliono entrare in politica. Si dice molto per non dire nulla.
«Nichi, accetta la sfida:
un partito per tutti i progressisti»
Di Nicola Latorre
7 luglio 2012
Caro Nichi, colgo nella tua riflessione pubblicata ieri sull’Unitàalcuni spunti significativi sui quali si può costruire un confronto serio tra il Pd e il tuo movimento. Sai quanto io consideri importante il ruolo che Sel può svolgere per affermare quel progetto di cambiamento che serve alla società italiana. E poiché penso che il dibattito nel centrosinistra rischia di svolgersi con evidenti limiti, penso sia arrivata l’ora di verificare se è possibile collocare in un comune orizzonte le nostre scelte di oggi.
L’attuale discussione sulle alleanze, infatti, è inquinata da un approccio che ripropone il vecchio vizio italiano del pregiudizio ideologico. Quel pregiudizio che ha alimentato tra gli schieramenti e negli stessi schieramenti contrapposizioni difficilmente sanabili e che, lungi dal risolvere i problemi, ha condotto a un loro aggravamento. Ora bisogna compiere un salto di qualità, non è più il tempo di restare nel vago, «l’urgenza appassionata dell’adesso», direbbe Martin Luther King, ci impone d’essere realisti e di passare alle scelte concrete e coraggiose.
La prospettiva politica indicata da Pier Luigi Bersani dell’alleanza tra progressisti e moderati è la strada giusta per chiudere in Italia la parentesi populista e liberista della nostra epoca. Perché abbia successo è fondamentale sciogliere alcuni nodi strategici, a iniziare da quello di unire tutti i progressisti, nelle forme e nei tempi possibili, nello stesso soggetto politico. Questo processo, già avviato con la nascita del Pd, che ha unito la parte maggioritaria dei riformisti con gli eredi del cattolicesimo democratico, ora deve arricchirsi della partecipazione di Sel, delle forze socialiste e di quella grande parte della società italiana, impegnata anche fuori dai partiti, che non vuole rassegnarsi a subire una pericolosa deriva neopopulista. Non possiamo più temporeggiare: lo stesso mondo del lavoro in un momento di grandi cambiamenti come quelli attuali reclama una ancora più solida rappresentanza politica.
Oggi c’è un governo eccezionale per gestire una situazione eccezionale. E questo non solo per la natura e la drammaticità della crisi che espone il Paese a rischi enormi. Ma anche perché siamo al punto massimo di discredito della politica e delle stesse istituzioni. Fatta salva quella rappresentata dal presidente Napolitano che ha avuto un ruolo decisivo per la stessa tenuta democratica e al quale non cesseremo mai di essere grati.
La stessa configurazione della maggioranza parlamentare che sostiene il governo Monti e la sua natura cosiddetta tecnica nascono proprio da questa eccezionalità. Con ragionevole certezza possiamo affermare che abbiamo evitato il peggio all’Italia.
Si tratta ora di curare le conseguenze delle misure adottate per fronteggiare l’emergenza risolvendo quei problemi che riguardano la vita di tante persone in difficoltà a partire da quello più urgente degli esodati, e avviare qualche concreta iniziativa per la crescita e il lavoro. Senza sprecare il tempo che ci separa da qui alla fine della legislatura per perseguire una seria rigenerazione della politica, approvare una nuova legge elettorale e ridurre il numero dei parlamentari.
Sono profondamente convinto che nonostante il nostro differente atteggiamento nei confronti del governo Monti ci siano tutte le condizioni per costruire un comune progetto di governo su cui chiedere il consenso degli italiani.
D’altro canto, proprio perché eccezionale, l’attuale maggioranza parlamentare cesserà con la fine della legislatura. E per il bene del Paese le elezioni del 2013 devono essere l’atto di nascita di una nuova fase della vita politica e istituzionale in netta discontinuità con quella precedente. Una stagione che ha visto i conservatori al governo di quasi tutti i Paesi europei portatori di quelle politiche liberiste che hanno prodotto la crisi attuale e favorito la crescita a dismisura del potere di ristrette oligarchie economiche e finanziarie.
La crisi non avrà soluzione compiuta se non quando la politica avrà riequilibrato il suo rapporto con l’economia. E su questo si gioca anche il futuro della democrazia.
Io credo, caro Nichi, che in questa discussione si possanoritrovare tutti gli elementi di un comune progetto politico. Ecco perché occorre distinguere tra un confronto finalizzato esclusivamente ad alleanze elettorali e una discussione che guarda a un più ampio orizzonte. Anche per questo non ho condiviso la tua recente iniziativa con Di Pietro poiché a tutt’oggi sugli aspetti essenziali di un progetto di governo futuro, Di Pietro è impegnato solo a esasperare i motivi di scontro con il Pd. Mettiamo da parte le pur rispettabili esigenze tattiche e privilegiamo un più ambizioso progetto strategico fondamentale per cambiare l’Italia.
http://www.unita.it/italia/nichi-basta- ... 487?page=3
Chi c’è in linea
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