Come se ne viene fuori ?
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Re: Come se ne viene fuori ?
Da corriere.it
Alessandro Maran, Antonello Cabras, Claudia Mancina, Enrico Morando, Giorgio Tonini, Magda Negri, Marco Follini (Il testo scritto da quindici esponenti del Pd sulle prospettive del partito, in vista della prossima legislatura, che sarà oggetto di un'assemblea convocata per il 20 luglio a Roma: un documento-appello che invita i democratici a seguire l'agenda delle riforme di Mario Monti
Mi sembra che questo governo dei tecnici (che non è stato eletto, ricordiamolo) stia facendo passare il concetto secondo il quale che qualsiasi scelta sia dettata "dall'ineluttabilità del momento". In realtà nella scelta sul come e dove tagliare ci sono scelte che sono squisitamente politiche.A mio modestissimo parere si poteva fare diversamente ottenendo comunque il placet dell' UE.Riguardo poi al mantenimento dello stato sociale vedo che molti confondono questo tema con la protezione del parassitismo. Ovviamente non è questo il punto, nessuno puo' piu' permettersi di difendere l'indifendibile, ma questa considerazione è molto diversa dal demolire qualsiasi forma di garanzia.Non tutti gli statali sono assenteisti, non tutte le cose pubbliche sono uno spreco.la questione casomai è politica. Come riformare gli ammortizzatori sociali? Come finanziare lo stato sociale? Sono temi politici che richiederebbero sforzi di analisi e proposta molto piu' ingenti che l'allineamento alla (per altro vecchia) ricetta Fornero-Monti
Da realisti possiamo dire che ,Monti ha agito bene a livello di politica internazionale, ma a livello di politica nazionale i costi più pesanti li ha fatti pagare ai soliti ,cioè al ceto medio e mediobasso. Per cui se volesse restare a governare ancora un altro anno
, ma con un governo di centrosinistra per correggere i danni fatti, forse a causa di una maggioranza anomala, si potrebbe ,anzi si dovrebbe farlo subito anticipando le elezioni al prossimo autunno.
Non so se siamo arrivati a toccare il fondo del barile, ma comunque poco ci manca.
Alessandro Maran, Antonello Cabras, Claudia Mancina, Enrico Morando, Giorgio Tonini, Magda Negri, Marco Follini (Il testo scritto da quindici esponenti del Pd sulle prospettive del partito, in vista della prossima legislatura, che sarà oggetto di un'assemblea convocata per il 20 luglio a Roma: un documento-appello che invita i democratici a seguire l'agenda delle riforme di Mario Monti
Mi sembra che questo governo dei tecnici (che non è stato eletto, ricordiamolo) stia facendo passare il concetto secondo il quale che qualsiasi scelta sia dettata "dall'ineluttabilità del momento". In realtà nella scelta sul come e dove tagliare ci sono scelte che sono squisitamente politiche.A mio modestissimo parere si poteva fare diversamente ottenendo comunque il placet dell' UE.Riguardo poi al mantenimento dello stato sociale vedo che molti confondono questo tema con la protezione del parassitismo. Ovviamente non è questo il punto, nessuno puo' piu' permettersi di difendere l'indifendibile, ma questa considerazione è molto diversa dal demolire qualsiasi forma di garanzia.Non tutti gli statali sono assenteisti, non tutte le cose pubbliche sono uno spreco.la questione casomai è politica. Come riformare gli ammortizzatori sociali? Come finanziare lo stato sociale? Sono temi politici che richiederebbero sforzi di analisi e proposta molto piu' ingenti che l'allineamento alla (per altro vecchia) ricetta Fornero-Monti
Da realisti possiamo dire che ,Monti ha agito bene a livello di politica internazionale, ma a livello di politica nazionale i costi più pesanti li ha fatti pagare ai soliti ,cioè al ceto medio e mediobasso. Per cui se volesse restare a governare ancora un altro anno
, ma con un governo di centrosinistra per correggere i danni fatti, forse a causa di una maggioranza anomala, si potrebbe ,anzi si dovrebbe farlo subito anticipando le elezioni al prossimo autunno.
Non so se siamo arrivati a toccare il fondo del barile, ma comunque poco ci manca.
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Re: Come se ne viene fuori ?
paolo11 ha scritto:Allora a questo punto.Ogni cazzata che Monti fà bisognerebbe stare zitti.Se no lo spred si alza.AQllora con i prossimi scioperi dovrebbe andare alle stelle.
Ciao
Paolo11
Essì,….caro paolino, secondo i montiani le cose stanno proprio così.
Ieri sera a “In onda”, Oliviero Beha e Oscar Giannino hanno definito la reazione di Monti nei confronti di Squinzi “fuori luogo”, dettata dal nervosismo del Professore.
Ogni giorno sempre di più, scopriamo che tra i montiani e i berlusconiani non esiste nessuna differenza. Sono disposti a tutto pur di difendere il loro idolo, anche ad alterare la realtà pur di far prevalere la propria fazione.
E’ un retaggio antico che ci arriva da secoli passati. Non siamo cambiati per nulla e questo mi sembra molto, molto, molto preoccupante.
Andiamo in campo neutro, prendendo come fonte Wikipedia.
Guelfi e ghibellini
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Guelfi e ghibellini erano le due fazioni opposte nella politica italiana dal XII secolo fino alla nascita delle Signorie nel XIV secolo. Nella lotta per le investiture, i guelfi sostenevano il papato ed il loro nome è la versione italianizzata di Welfen, la famiglia sveva opposta ai Weiblingen, cioè quella dei ghibellini che si schieravano per l'imperatore.
Ma naturalmente l’eterno frazionismo delle italiche genti non poteva fermarsi qui:
I guelfi bianchi e i guelfi neri furono le due fazioni in cui si divisero intorno alla fine del XIII secolo i guelfi di Firenze, ormai il partito egemonico in città dopo la cacciata deighibellini.
Le due fazioni lottavano per l'egemonia politica - e quindi economica - in città. A livello della situazione extracittadina, seppur entrambe sostenitrici del papa, erano opposte per carattere politico, ideologico ed economico. I guelfi bianchi, un gruppo di famiglie magnatizie aperte alle forze popolari, perseguivano l'indipendenza politica e rifiutavano ogni ingerenza papale. Mentre i guelfi neri, che rappresentavano soprattutto gli interessi delle famiglie più ricche di Firenze, erano strettamente legati al papa per interessi economici e ne ammettevano l'ingerenza negli affari interni di Firenze.
La rivalità tra i guelfi bianchi e i guelfi neri fu al centro della vita sociale e politica, tra la fine del XIII secolo e il primo decennio del Trecento a Firenze, a Pistoia e in altre città della Toscana. Episodi storici legati ai contrasti nati all'interno del Partito guelfo sono ampiamente trattati nella Divina Commedia che proprio in quegli anni veniva scritta daDante Alighieri.
Oggi ci si meraviglia dell’eterno frazionismo della sinistra,……c’è poco da meravigliarsi, il Dna è questo,…secolare.
Ricordo di aver letto una ventina di anni fa, che a loro volta guelfi bianchi e guelfi neri si dividevano in ulteriori fazioni, ma non ne ricordo il nome e non trovo traccia sulla rete.
Ieri L’Unità ha pubblicato in prima pagina un’affissione storica del periodo della seconda guerra mondiale impiegata in tutta Italia, modificando però il messaggio.
Quello originale con “Taci che il nemico ti ascolta", è stato sostituito da “Taci che lo spread ti ascolta”. Dev’essere stato un colpo di mano in assenza del direttore, domenica scorsa, infatti dopo essere stato esibito a “In onda” è stato fatto sparire dal sito dell’Unità.
I giornali montiani ieri si sono dati da fare, comprensibilmente, per arruolare le voci che contano che stigmatizzavano l’uscita di Squinzi, il farabutto.
La Repubblica ha scomodato nientepopòdimeno che Luca Cordero di Montezemolo, sai che roba, che pensiero importante, ma anche Tronchetti Provera, che è meglio che tenga la bocca chiusa.
Ma naturalmente la “santa ipocrisia” del convento dei devoti montiani, si è guardata bene dal tirare in ballo, soprattutto sulla carta stampata, un’affermazione di Squinzi che fa venire il mal di pancia al Professore: “Si potrebbe fare la patrimoniale”.
“Al contadino non far sapere quanto è buono il formaggio con le pere”, dove per “pere” s’intende il secolare frutto di stagione.
Vade retro Satana,….una locuzione latina che Wikipedia definisce così: La locuzione latina Vade retro Satana, tradotta letteralmente, significa "Arretra Satana", oppure "Vai indietro, torna indietro Satana",…….ma che potrebbe anche essere letta ambiguamente come doppio senso.
Subito si è scagliato ieri il devoto berlusconiano Giuliano Cazzola, un cognome, un programma, che ha sentenziato che Squinzi provenendo da terra emiliano romagnola non poteva che essere influenzato dalla Cgil.
Già, proprio lui, l’ennesimo voltaggabana.
Da Wikipedia
Biografia [modifica]
Laureato in Giurisprudenza, già dirigente generale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, per quasi un trentennio, fino ai primi anni '90, ha ricoperto incarichi di rilievo nella Cgil. Alle elezioni del 13 e 14 aprile 2008 è stato eletto per il partito di centrodestra Popolo della Libertà alla Camera dei deputati; è attualmente vicepresidente della Commissione Lavoro della Camera e consigliere politico del ministro Renato Brunetta. È stato membro della Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione e del Nucleo di valutazione della spesa pensionistica ed è consulente del Censis. È membro del comitato scientifico della Fondazione Italia USA.
Professore a contratto presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Bologna dove ha insegnato Diritto della Previdenza Sociale. Ha scritto per Il Sole 24 Ore, Il Giornale, Quotidiano Nazionale, Avvenire, Il Piccolo e Messaggero Veneto e collabora con le riviste LiberoReporter, Economy, Il Mulino e Liberal.
Durante il Governo Berlusconi IV Cazzola è stato relatore del discusso ddl Lavoro.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Da realisti possiamo dire che ,Monti ha agito bene a livello di politica internazionale, ma a livello di politica nazionale i costi più pesanti li ha fatti pagare ai soliti ,cioè al ceto medio e mediobasso.
iospero.
..........................................
Caro iospero.Sono daccordo a livello di politica internazionale.Per quanto riguarda della politica nazionale è stato una frana, si è dimenticato completamente la sua parola Equità.Poi essendosi accorto delle proprie capacità, ha chiamato un vero tecnico, quello che ha salvato la Parmalat.Con IMU mi sono trovato una stangata di 730 euro prima rata,avendo la nuda proprietà e l'usofrutto mia madre.Per cui la mia è diventata seconda casa, anche se l'imposta è arrivata a mia madre la rata l'ho pagata io.Poi ci hanno bloccato la pensione essendo al di sopra del 1400 euro lordi.Poi sono aumentate le tasse comunali regionali ecc....
L'inflazione corre e gli stipendi e pensioni sono fermi.Per quanto riguarda l'apparato statale tutto compreso, sicuramente ci sono spreghi da tagliare.
A cominciare dal quirinale e scalando fino al pubblico impiego, Sanità ecc.........
Però tutti credo vi siate accorti come funzionano i tribunali.Persone che girano con carrelli pieni di faldoni.Magazzini piedi di faldoni messi ovunque.Report ci ha fatto vedere.Allora mi chiedo se vi sono esuberi in certi apparati dello stato.Prima convertiamo il personale per far sparire quei faldoni e digitalizzare il tutto su disco o altro modo.
Mancano controlli sul lavoro essendoci poco personale, mettiamoli in quei posti.Allora si controllerebbe di piu il lavoro in nero, se sono a norma certi cantieri ecc........ Processi anche qui sempre su Report hanno fatto vedere i tribunali militari con gli organici che non fanno un tubo, per mancanza di cause.
Diano del lavoro che svolgono i tribunali normali.I processi andrebbero piu alla svelta.
Ciao
Paolo11
iospero.
..........................................
Caro iospero.Sono daccordo a livello di politica internazionale.Per quanto riguarda della politica nazionale è stato una frana, si è dimenticato completamente la sua parola Equità.Poi essendosi accorto delle proprie capacità, ha chiamato un vero tecnico, quello che ha salvato la Parmalat.Con IMU mi sono trovato una stangata di 730 euro prima rata,avendo la nuda proprietà e l'usofrutto mia madre.Per cui la mia è diventata seconda casa, anche se l'imposta è arrivata a mia madre la rata l'ho pagata io.Poi ci hanno bloccato la pensione essendo al di sopra del 1400 euro lordi.Poi sono aumentate le tasse comunali regionali ecc....
L'inflazione corre e gli stipendi e pensioni sono fermi.Per quanto riguarda l'apparato statale tutto compreso, sicuramente ci sono spreghi da tagliare.
A cominciare dal quirinale e scalando fino al pubblico impiego, Sanità ecc.........
Però tutti credo vi siate accorti come funzionano i tribunali.Persone che girano con carrelli pieni di faldoni.Magazzini piedi di faldoni messi ovunque.Report ci ha fatto vedere.Allora mi chiedo se vi sono esuberi in certi apparati dello stato.Prima convertiamo il personale per far sparire quei faldoni e digitalizzare il tutto su disco o altro modo.
Mancano controlli sul lavoro essendoci poco personale, mettiamoli in quei posti.Allora si controllerebbe di piu il lavoro in nero, se sono a norma certi cantieri ecc........ Processi anche qui sempre su Report hanno fatto vedere i tribunali militari con gli organici che non fanno un tubo, per mancanza di cause.
Diano del lavoro che svolgono i tribunali normali.I processi andrebbero piu alla svelta.
Ciao
Paolo11
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Re: Come se ne viene fuori ?
Caro camillobenso.Si Ho visto pure io un po di quella puntata.Gli hanno anche chiesto a Giannino, come mai si veste con quei colori.
Ciao
Paolo11
Ciao
Paolo11
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Re: Come se ne viene fuori ?
camillobenso ha scritto:
Subito si è scagliato ieri il devoto berlusconiano Giuliano Cazzola, un cognome, un programma, che ha sentenziato che Squinzi provenendo da terra emiliano romagnola non poteva che essere influenzato dalla Cgil.
Già, proprio lui, l’ennesimo voltaggabana.
.
non solo voltagabbana...anche gnurànt.
Squinzi NON è emiliano.
************************************************
Giorgio Squinzi (Cisano Bergamasco, 18 maggio 1943)
nel 1969 consegue la laurea in Chimica Industriale all'Università di Milano.
http://it.wikipedia.org/wiki/Giorgio_Squinzi
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Re: Come se ne viene fuori ?
Falliti,…falliti,…falliti,…..poi ci sono i super falliti
Sono super falliti e hanno pure il coraggio di metterlo nero su bianco per farlo sapere a tutti quanti scrivendo una lettera al Corriere della Sera. E’ proprio vero, “al peggio non c’è mai fine”.
«I termini essenziali dell’agenda riformatrice dei prossimi mesi sono chiari: incisiva e coraggiosa revisione della spesa pubblica, per conseguire il pareggio strutturale di bilancio, per ridurre l’imposizione fiscale sul lavoro e l’impresa, per tornare a investire sulla formazione del capitale umano, sulla ricerca e sull’infrastrutturazione del Paese, per introdurre maggiori elementi di equità intergenerazionale nel sistema del welfare».
«Nel breve, devono derivare da risparmi di spesa le risorse necessarie per centrare l’obiettivo del pareggio strutturale senza ricorrere – dal primo ottobre prossimo – al già deliberato aumento delle aliquote Iva, che finirebbe per approfondire la recessione in atto. È in questo contesto che noi vogliamo operare, nell’immediato, per il pieno superamento, nel Partito democratico di ogni residua ambiguità sul giudizio circa l’azione svolta fino a oggi dal governo Monti».
«Siamo infatti convinti che debba essere in primo luogo il Pd – quale partito asse dello schieramento riformatore - a rendere credibile questo proposito, che corrisponde alle aspettative della maggioranza degli italiani».
Il tasso di banditismo in questo Paese sta toccando irrimediabilmente il top. Cose normalissime che dovrebbe fare qualsiasi governo vengono spacciate come la bibbia dei riformatori. Cose da chiodi.
Ma a questi signori, nessun giornalista di regime, in modo particolare quelli del Pompiere della Sera di Flebuccio De Bortoli, destinatario della lettera dei quindici bucanieri del P-ier-D, viene in mente di porgli la semplice domanda : “Ma voi in questi ultimi vent’anni dove stavate? In viaggio premio su Venere?”
Mi sembra addirittura strano che Gianantonio Stella, Sergio Rizzo e Prof. Sartori se ne stiano zitti assecondando di fatto questo scempio.
Charlie Chaplin nel suo “Il monello” ha fatto sorridere molte generazioni con la rappresentazione del ragazzino che andava in giro per la città a spaccare vetri, e poi, “per caso” passava da quelle parti un vetraio per offrire i suoi servigi. Un modo come un altro per industriarsi a trovare lavoro in tempi di crisi nera.
http://www.youtube.com/watch?v=3j2-QrDfEw4
I politici in generale fanno la stessa cosa, ma lo hanno fatto in modo particolare Alessandro Maran, Antonello Cabras, Claudia Mancina, Enrico Morando, Giorgio Tonini, Magda Negri, Marco Follini ed altri del P-ier-D, con questa lettera al Corriere.
Sono stati della partita, direttamente o indirettamente, del saccheggio dello Stato negli ultimi vent’anni, ed ora, visto che hanno raschiato il fondo del barile, hanno tirato fuori dal cappello a cilindro Mario Monti affinché riempia di nuovo le casse dello Stato per ricominciare da capo con il saccheggio nella terza Repubblica.
Loro, i bucanieri-zombie, certe cose, come amministrare lo Stato in termini decenti non lo possono fare, altrimenti perdono consenso, la poltrona e le forchette.
Questa lettera è la dimostrazione pratica e infallibile che i politici, tutti quanti, ritengono gli elettori degli idioti irrecuperabili a cui si può somministrare con estrema facilità bufale di tutti i tipi, compresa questa bufala delle buone intenzioni. E’ come quando Pinocchio diceva alla fatina che non avrebbe commesso più birbonate.
Questi 15 “virtuosi” si stanno comportando come Pinocchio.
Le presenti virtù montiane che tengono tanto ad esaltare e a nascondercisi dietro, i “virtuosi” 15, per la signora Pina, la mitica casalinga di Voghera, e per altri milioni di italiani rappresentano la normalità.
Sono loro, i politici della seconda Repubblica, compreso l’esercito di complemento che si è salvato dalla caduta della prima Repubblica, che saccheggiando in lungo e in largo lo Stato sono per primi venuti meno a quei principi cui oggi pretendono che vengano rispettati nella prossima legislatura.
Ha scritto paolino (paolo11):
………Ogni partito ha lo zoccolo duro che li vota forse per interesse personale, non certo per quello che hanno fatto vedere in questi anni.
Ormai mi sono allontanato dalla logica destra sinistra. Le ideologie ormai non esistono più nel nostro paese da anni. Siamo stati presi in giro più noi che quelli di destra…….
E’ ben difficile non dargli ragione. Molto probabilmente chi vota P-ier-D oggi ha un piccolo o grosso interesse personale da difendere.
Chi può contestare che non ci abbiano fatto vedere solo emerite “porcate”. Almeno qualcuno nell’indifferenza generale lo aveva denunciato dodici anni fa, in una fredda serata di febbraio a Piazza Navona.
http://www.youtube.com/watch?v=LZ-J3eaHEO0
<<Con questa classe dirigente non vinceremo mai….>>
E’ stato profetico Nanni Moretti. Quando gli zombie-bucanieri dei Ds e Margherita si guardano in faccia nel 2005, si rendono perfettamente conto che alle prossime elezioni del 2006, anche se Berlusconi aveva sgovernato a suon di leggi ad personam, con quel personale politico che si ritrovava l’Ulivo sarebbero andati di nuovo di fronte ad una sonora sconfitta, e quindi sono andati a Canossa a pregare Prodi perché tornasse dall’esilio.
Ma appena tornato in patria hanno subito gettato il saio di penitenti e hanno mostrato prontamente i denti da squalo per far capire chi comandava. Inutile ripetere sempre le stesse puttanate che hanno costretto Romano a dare le dimissioni.
Il fatto storico è che l’hanno fatto fuori per la seconda volta.
Quando si è presentato nel 2008 quel campione assoluto di Veltroni, la profezia morettiana si è verificata un’altra volta puntualmente senza fatica.
Oggi siamo daccapo, sono sempre loro “GLI IMPRESENTABILI” che cercano una soluzione per rimanere aggrappati alla poltrona.
Anche l’altra profezia di Nanni continua ad avverarsi:
<<Ci vorranno tre, quattro generazioni prima che il Cs torni a vincere>>
Sono super falliti e hanno pure il coraggio di metterlo nero su bianco per farlo sapere a tutti quanti scrivendo una lettera al Corriere della Sera. E’ proprio vero, “al peggio non c’è mai fine”.
«I termini essenziali dell’agenda riformatrice dei prossimi mesi sono chiari: incisiva e coraggiosa revisione della spesa pubblica, per conseguire il pareggio strutturale di bilancio, per ridurre l’imposizione fiscale sul lavoro e l’impresa, per tornare a investire sulla formazione del capitale umano, sulla ricerca e sull’infrastrutturazione del Paese, per introdurre maggiori elementi di equità intergenerazionale nel sistema del welfare».
«Nel breve, devono derivare da risparmi di spesa le risorse necessarie per centrare l’obiettivo del pareggio strutturale senza ricorrere – dal primo ottobre prossimo – al già deliberato aumento delle aliquote Iva, che finirebbe per approfondire la recessione in atto. È in questo contesto che noi vogliamo operare, nell’immediato, per il pieno superamento, nel Partito democratico di ogni residua ambiguità sul giudizio circa l’azione svolta fino a oggi dal governo Monti».
«Siamo infatti convinti che debba essere in primo luogo il Pd – quale partito asse dello schieramento riformatore - a rendere credibile questo proposito, che corrisponde alle aspettative della maggioranza degli italiani».
Il tasso di banditismo in questo Paese sta toccando irrimediabilmente il top. Cose normalissime che dovrebbe fare qualsiasi governo vengono spacciate come la bibbia dei riformatori. Cose da chiodi.
Ma a questi signori, nessun giornalista di regime, in modo particolare quelli del Pompiere della Sera di Flebuccio De Bortoli, destinatario della lettera dei quindici bucanieri del P-ier-D, viene in mente di porgli la semplice domanda : “Ma voi in questi ultimi vent’anni dove stavate? In viaggio premio su Venere?”
Mi sembra addirittura strano che Gianantonio Stella, Sergio Rizzo e Prof. Sartori se ne stiano zitti assecondando di fatto questo scempio.
Charlie Chaplin nel suo “Il monello” ha fatto sorridere molte generazioni con la rappresentazione del ragazzino che andava in giro per la città a spaccare vetri, e poi, “per caso” passava da quelle parti un vetraio per offrire i suoi servigi. Un modo come un altro per industriarsi a trovare lavoro in tempi di crisi nera.
http://www.youtube.com/watch?v=3j2-QrDfEw4
I politici in generale fanno la stessa cosa, ma lo hanno fatto in modo particolare Alessandro Maran, Antonello Cabras, Claudia Mancina, Enrico Morando, Giorgio Tonini, Magda Negri, Marco Follini ed altri del P-ier-D, con questa lettera al Corriere.
Sono stati della partita, direttamente o indirettamente, del saccheggio dello Stato negli ultimi vent’anni, ed ora, visto che hanno raschiato il fondo del barile, hanno tirato fuori dal cappello a cilindro Mario Monti affinché riempia di nuovo le casse dello Stato per ricominciare da capo con il saccheggio nella terza Repubblica.
Loro, i bucanieri-zombie, certe cose, come amministrare lo Stato in termini decenti non lo possono fare, altrimenti perdono consenso, la poltrona e le forchette.
Questa lettera è la dimostrazione pratica e infallibile che i politici, tutti quanti, ritengono gli elettori degli idioti irrecuperabili a cui si può somministrare con estrema facilità bufale di tutti i tipi, compresa questa bufala delle buone intenzioni. E’ come quando Pinocchio diceva alla fatina che non avrebbe commesso più birbonate.
Questi 15 “virtuosi” si stanno comportando come Pinocchio.
Le presenti virtù montiane che tengono tanto ad esaltare e a nascondercisi dietro, i “virtuosi” 15, per la signora Pina, la mitica casalinga di Voghera, e per altri milioni di italiani rappresentano la normalità.
Sono loro, i politici della seconda Repubblica, compreso l’esercito di complemento che si è salvato dalla caduta della prima Repubblica, che saccheggiando in lungo e in largo lo Stato sono per primi venuti meno a quei principi cui oggi pretendono che vengano rispettati nella prossima legislatura.
Ha scritto paolino (paolo11):
………Ogni partito ha lo zoccolo duro che li vota forse per interesse personale, non certo per quello che hanno fatto vedere in questi anni.
Ormai mi sono allontanato dalla logica destra sinistra. Le ideologie ormai non esistono più nel nostro paese da anni. Siamo stati presi in giro più noi che quelli di destra…….
E’ ben difficile non dargli ragione. Molto probabilmente chi vota P-ier-D oggi ha un piccolo o grosso interesse personale da difendere.
Chi può contestare che non ci abbiano fatto vedere solo emerite “porcate”. Almeno qualcuno nell’indifferenza generale lo aveva denunciato dodici anni fa, in una fredda serata di febbraio a Piazza Navona.
http://www.youtube.com/watch?v=LZ-J3eaHEO0
<<Con questa classe dirigente non vinceremo mai….>>
E’ stato profetico Nanni Moretti. Quando gli zombie-bucanieri dei Ds e Margherita si guardano in faccia nel 2005, si rendono perfettamente conto che alle prossime elezioni del 2006, anche se Berlusconi aveva sgovernato a suon di leggi ad personam, con quel personale politico che si ritrovava l’Ulivo sarebbero andati di nuovo di fronte ad una sonora sconfitta, e quindi sono andati a Canossa a pregare Prodi perché tornasse dall’esilio.
Ma appena tornato in patria hanno subito gettato il saio di penitenti e hanno mostrato prontamente i denti da squalo per far capire chi comandava. Inutile ripetere sempre le stesse puttanate che hanno costretto Romano a dare le dimissioni.
Il fatto storico è che l’hanno fatto fuori per la seconda volta.
Quando si è presentato nel 2008 quel campione assoluto di Veltroni, la profezia morettiana si è verificata un’altra volta puntualmente senza fatica.
Oggi siamo daccapo, sono sempre loro “GLI IMPRESENTABILI” che cercano una soluzione per rimanere aggrappati alla poltrona.
Anche l’altra profezia di Nanni continua ad avverarsi:
<<Ci vorranno tre, quattro generazioni prima che il Cs torni a vincere>>
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Re: Come se ne viene fuori ?
GLI IMPRESENTABILI citano sempre tutto quanto è inerente alla loro stettissima sfera d'interesse, ma non si occupano mai dei problemi reali del Paese.
Monti si preoccupa dello spread, ma non ha mai voluto prendere in considerazione cosa veramente preme agli investitori che comprano il debito italiano a dieci anni.
Nessun investitore è così fesso d'investire i suoi soldi sapendo di non portarli più a casa.
Un Paese come il nostro che da oltre 10 anni non cresce, che per dieci anni ha accettato di farsi guidare da un fac-simile di premier intenzionato solo a risolvere i suoi di problemi e quelli delle sue aziende, non è stato di certo l'attrazione degli investitori.
Loro, prima dei merli tricolori, sapevano che con un comandante di questo genere sulla plancia della nave Italia, prima o poi doveva succedere quello che è successo alla COSTA CONCORDIA.
Ma anche con Monti la musica non è cambiata, essendosi occupato quasi niente di economia produttiva ma specializzandosi in economia finanziaria, Monti non ha visto da subito l'entità della tragedia italiana.
Dall'inizio dell'anno è un continuo registrare dati negativi nell'economia produttiva italiana. Se non ci arriva un economista non si può pretendere che avvocati, medici, giornalisti, che occupano il Parlamento possano capire cosa in realtà sta succedendo.
Ocse: disoccupazione in Italia salirà al 9,9% nel 2013. “Giovani prime vittime della crisi”
Nuovo record a maggio nell'area euro con un tasso di senza lavoro pari all'11,1%. Preoccupazione per la situazione di Spagna e Portogallo. Nel nostro paese i più colpiti dalla crisi sono i lavoratori nella fascia tra i 15 e i 24 anni: uno su due è precario. "Pacchetto di riforme è epocale, ma devono essere applicate rapidamente"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 10 luglio 2012
Commenti (199)
”L’Italia é stata colpita duramente dalla crisi ed è probabile che la disoccupazione continui ad aumentare”: è quanto scrive l’Ocse nel suo ultimo rapporto sulle prospettive dell’occupazione, presentato oggi a Parigi.
Secondo le stime, quest’anno il tasso dei senza lavoro dovrebbe arrivare al 9,4% per poi aumentare nel 2013 al 9,9%. Un dato a cui si aggiunge l’allarme precariato: secondo il rapporto, in Italia nel 2011 era precario il 49,9% della popolazione tra i 15 e i 24 anni.
Nel 2010, lo era il 46,7% e nel 2009 il 44,4%. L’Ocse rileva soprattutto la crescita del dato generale che sia lo scorso anno che nel 2010 si era fermato all’8,4% e sottolinea che “diversi paesi – Grecia, Spagna, Italia e Portogallo – hanno annunciato o attuato riforme del mercato del lavoro per contrastare la dualità tipica del settore riducendo il gap tra la protezione di chi un lavoro ce l’ha e i lavoratori a tempo determinato”.
L’impatto di tali riforme, prosegue l’organizzazione, “potrà essere ampliato da altre riforme strutturali che aumentino la competizione nei settori dove esistono grandi potenzialità di creare posti di lavoro come il commercio al dettaglio e i servizi professionali”.
Anche perché – sottolinea il rapporto – ad oggi il costo occupazionale della crisi “non è stato distribuito in modo uniforme. Sono stati soprattutto i giovani e i lavoratori meno qualificati a perdere il lavoro”.
Un dato che coincide con quello rilevato dall’Istat pochi giorni fa, con il numero dei senza lavoro nella fascia 15-24 anni che ha raggiunto il record del 36%.
Come immediata risposta, invita l’Ocse, è necessario applicare “immediatamente e completamente”, le misure contenute nella riforma del lavoro che potrebbero “ridurre significativamente la segmentazione del mercato del lavoro”.
Ancora più diretto il commento di Stefano Scarpetta, vice direttore per l’Occupazione dell’istituto.
Il pacchetto di riforme intraprese in Italia dal governo di Mario Monti – ha detto – “è epocale”, ma ora bisogna attuarlo rapidamente perchè la sua messa in opera è “fondamentale”.
Il pacchetto di riforme, ha proseguito Scarpetta, “è positivo perchè dà segnali ai mercati e può essere uno stimolo per gli investimenti”.
Ma “per affrontare i problemi del mercato del lavoro c’è bisogno di crescita economica. E tutte le riforme devono essere messe in opera, perchè ora la loro attuazione è fondamentale”.
“L’Italia – ha proseguito – deve far ripartire la crescita. Non si risolvono i problemi sociali senza crescita”. Quanto ai dati sulla disoccupazione, all’inizio “prevedevamo un aumento quest’anno e una stabilizzazione nel 2013. Ma ora c’è un’incertezza enorme. Se si danno risposte concrete lo scenario potrebbe anche migliorare”, ha proseguito Scarpetta, sottolineando che “l’attuale situazione è già abbastanza drammatica”.
Non va meglio in Europa e nei paesi Ocse in generale. A maggio infatti è stato raggiunto il nuovo massimo storico nell’area dell’euro con un tasso dell’11,1%, in crescita di 0,1 punti percentuali rispetto ad aprile e di 3,8 punti percentuali rispetto al 7,3%, il punto minimo registrato nel marzo del 2008. Il paese dell’area Ocse con il tasso di disoccupazione più elevato resta la Spagna (24,6%, in crescita dello 0,3%), seguita dal Portogallo (dato stabile al 15,2%) e dall’Irlanda (dato stabile al 14,6%), mentre quello con il tasso minore rimane la Sud Corea, dove il dato scende dello 0,2% al 3,2%. La disoccupazione femminile, invariata all’8%, resta leggermente superiore a quella maschile (7,9%). Complessivamente a maggio sono circa 48 milioni i disoccupati nell’area dell’Ocse: quasi 15 milioni in più rispetto all’inizio della crisi finanziaria iniziata alla fine del 2007. Per ritornare ai livelli pre-crisi occupazionale servirebbero la creazione di circa 14 milioni di posti di lavoro.
I più colpiti, in Italia come in Europa, sono ancora una volta i giovani. A maggio erano 11,9 milioni. E se il tasso di disoccupazione giovanile dell’area dell’Ocse resta a poco più del 16% nel maggio del 2012, invariato rispetto ad un anno prima, la variazione tra i singoli paesi oscilla da un minimo di circa l’8% in Germania ad oltre il 50% in Grecia e Spagna. Nell’area dell’euro passa dal 22,4% di aprile al 22,6% di maggio. Dall’inizio della crisi, nel 2007, l’occupazione giovanile è diminuita del 7% nell’area dell’Ocse. Nel periodo 2007-2011, rileva ancora l’Ocse, la percentuale dei giovani che erano disoccupati e non proseguivano gli studi “è fortemente aumentata in Spagna. In Irlanda è cresciuta di 5,4 punti, di 3,5 punti in Grecia e in Slovenia e di 2 punti in Estonia, Stati Uniti, Nuova Zelanda e Repubblica Slovacca. Al contrario è fortemente diminuita, di oltre un punto, in Germania. La principale preoccupazione, sottolinea l’Ocse, “è la disoccupazione giovanile e non l’aumento della loro inattività dopo i loro studi e la loro formazione. Tuttavia, in alcuni paesi, come il Belgio, l’Irlanda, l’Italia e il Lussemburgo, la quota dei giovani inattivi, che non studiano e non sono in formazione, è sensibilmente aumentata”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/07 ... 13/289291/
Ovviamente, l'Ocse e anche Scarpetta, si guardano bene dal considerare la guerra commerciale in atto da dieci anni con i Paesi in via di sviluppo come la Cina, l'India, la Corea del Sud ed altri nuovi come Brasile e Russia.
Come si guardano bene dal prendere in considerazione che quotidianamente l'informatica, l'elettronica industriale, e l'automazione conseguente, ogni giorno tolgono inevitabilmente di mezzo persone occupate, che non sono solo operai, ma cassiere dei supermercati, colletti bianchi delle banche, ingegneri, avvocati.
PER LORO LA TERZA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE E' TABU'
Monti si preoccupa dello spread, ma non ha mai voluto prendere in considerazione cosa veramente preme agli investitori che comprano il debito italiano a dieci anni.
Nessun investitore è così fesso d'investire i suoi soldi sapendo di non portarli più a casa.
Un Paese come il nostro che da oltre 10 anni non cresce, che per dieci anni ha accettato di farsi guidare da un fac-simile di premier intenzionato solo a risolvere i suoi di problemi e quelli delle sue aziende, non è stato di certo l'attrazione degli investitori.
Loro, prima dei merli tricolori, sapevano che con un comandante di questo genere sulla plancia della nave Italia, prima o poi doveva succedere quello che è successo alla COSTA CONCORDIA.
Ma anche con Monti la musica non è cambiata, essendosi occupato quasi niente di economia produttiva ma specializzandosi in economia finanziaria, Monti non ha visto da subito l'entità della tragedia italiana.
Dall'inizio dell'anno è un continuo registrare dati negativi nell'economia produttiva italiana. Se non ci arriva un economista non si può pretendere che avvocati, medici, giornalisti, che occupano il Parlamento possano capire cosa in realtà sta succedendo.
Ocse: disoccupazione in Italia salirà al 9,9% nel 2013. “Giovani prime vittime della crisi”
Nuovo record a maggio nell'area euro con un tasso di senza lavoro pari all'11,1%. Preoccupazione per la situazione di Spagna e Portogallo. Nel nostro paese i più colpiti dalla crisi sono i lavoratori nella fascia tra i 15 e i 24 anni: uno su due è precario. "Pacchetto di riforme è epocale, ma devono essere applicate rapidamente"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 10 luglio 2012
Commenti (199)
”L’Italia é stata colpita duramente dalla crisi ed è probabile che la disoccupazione continui ad aumentare”: è quanto scrive l’Ocse nel suo ultimo rapporto sulle prospettive dell’occupazione, presentato oggi a Parigi.
Secondo le stime, quest’anno il tasso dei senza lavoro dovrebbe arrivare al 9,4% per poi aumentare nel 2013 al 9,9%. Un dato a cui si aggiunge l’allarme precariato: secondo il rapporto, in Italia nel 2011 era precario il 49,9% della popolazione tra i 15 e i 24 anni.
Nel 2010, lo era il 46,7% e nel 2009 il 44,4%. L’Ocse rileva soprattutto la crescita del dato generale che sia lo scorso anno che nel 2010 si era fermato all’8,4% e sottolinea che “diversi paesi – Grecia, Spagna, Italia e Portogallo – hanno annunciato o attuato riforme del mercato del lavoro per contrastare la dualità tipica del settore riducendo il gap tra la protezione di chi un lavoro ce l’ha e i lavoratori a tempo determinato”.
L’impatto di tali riforme, prosegue l’organizzazione, “potrà essere ampliato da altre riforme strutturali che aumentino la competizione nei settori dove esistono grandi potenzialità di creare posti di lavoro come il commercio al dettaglio e i servizi professionali”.
Anche perché – sottolinea il rapporto – ad oggi il costo occupazionale della crisi “non è stato distribuito in modo uniforme. Sono stati soprattutto i giovani e i lavoratori meno qualificati a perdere il lavoro”.
Un dato che coincide con quello rilevato dall’Istat pochi giorni fa, con il numero dei senza lavoro nella fascia 15-24 anni che ha raggiunto il record del 36%.
Come immediata risposta, invita l’Ocse, è necessario applicare “immediatamente e completamente”, le misure contenute nella riforma del lavoro che potrebbero “ridurre significativamente la segmentazione del mercato del lavoro”.
Ancora più diretto il commento di Stefano Scarpetta, vice direttore per l’Occupazione dell’istituto.
Il pacchetto di riforme intraprese in Italia dal governo di Mario Monti – ha detto – “è epocale”, ma ora bisogna attuarlo rapidamente perchè la sua messa in opera è “fondamentale”.
Il pacchetto di riforme, ha proseguito Scarpetta, “è positivo perchè dà segnali ai mercati e può essere uno stimolo per gli investimenti”.
Ma “per affrontare i problemi del mercato del lavoro c’è bisogno di crescita economica. E tutte le riforme devono essere messe in opera, perchè ora la loro attuazione è fondamentale”.
“L’Italia – ha proseguito – deve far ripartire la crescita. Non si risolvono i problemi sociali senza crescita”. Quanto ai dati sulla disoccupazione, all’inizio “prevedevamo un aumento quest’anno e una stabilizzazione nel 2013. Ma ora c’è un’incertezza enorme. Se si danno risposte concrete lo scenario potrebbe anche migliorare”, ha proseguito Scarpetta, sottolineando che “l’attuale situazione è già abbastanza drammatica”.
Non va meglio in Europa e nei paesi Ocse in generale. A maggio infatti è stato raggiunto il nuovo massimo storico nell’area dell’euro con un tasso dell’11,1%, in crescita di 0,1 punti percentuali rispetto ad aprile e di 3,8 punti percentuali rispetto al 7,3%, il punto minimo registrato nel marzo del 2008. Il paese dell’area Ocse con il tasso di disoccupazione più elevato resta la Spagna (24,6%, in crescita dello 0,3%), seguita dal Portogallo (dato stabile al 15,2%) e dall’Irlanda (dato stabile al 14,6%), mentre quello con il tasso minore rimane la Sud Corea, dove il dato scende dello 0,2% al 3,2%. La disoccupazione femminile, invariata all’8%, resta leggermente superiore a quella maschile (7,9%). Complessivamente a maggio sono circa 48 milioni i disoccupati nell’area dell’Ocse: quasi 15 milioni in più rispetto all’inizio della crisi finanziaria iniziata alla fine del 2007. Per ritornare ai livelli pre-crisi occupazionale servirebbero la creazione di circa 14 milioni di posti di lavoro.
I più colpiti, in Italia come in Europa, sono ancora una volta i giovani. A maggio erano 11,9 milioni. E se il tasso di disoccupazione giovanile dell’area dell’Ocse resta a poco più del 16% nel maggio del 2012, invariato rispetto ad un anno prima, la variazione tra i singoli paesi oscilla da un minimo di circa l’8% in Germania ad oltre il 50% in Grecia e Spagna. Nell’area dell’euro passa dal 22,4% di aprile al 22,6% di maggio. Dall’inizio della crisi, nel 2007, l’occupazione giovanile è diminuita del 7% nell’area dell’Ocse. Nel periodo 2007-2011, rileva ancora l’Ocse, la percentuale dei giovani che erano disoccupati e non proseguivano gli studi “è fortemente aumentata in Spagna. In Irlanda è cresciuta di 5,4 punti, di 3,5 punti in Grecia e in Slovenia e di 2 punti in Estonia, Stati Uniti, Nuova Zelanda e Repubblica Slovacca. Al contrario è fortemente diminuita, di oltre un punto, in Germania. La principale preoccupazione, sottolinea l’Ocse, “è la disoccupazione giovanile e non l’aumento della loro inattività dopo i loro studi e la loro formazione. Tuttavia, in alcuni paesi, come il Belgio, l’Irlanda, l’Italia e il Lussemburgo, la quota dei giovani inattivi, che non studiano e non sono in formazione, è sensibilmente aumentata”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/07 ... 13/289291/
Ovviamente, l'Ocse e anche Scarpetta, si guardano bene dal considerare la guerra commerciale in atto da dieci anni con i Paesi in via di sviluppo come la Cina, l'India, la Corea del Sud ed altri nuovi come Brasile e Russia.
Come si guardano bene dal prendere in considerazione che quotidianamente l'informatica, l'elettronica industriale, e l'automazione conseguente, ogni giorno tolgono inevitabilmente di mezzo persone occupate, che non sono solo operai, ma cassiere dei supermercati, colletti bianchi delle banche, ingegneri, avvocati.
PER LORO LA TERZA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE E' TABU'
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Re: Come se ne viene fuori ?
I dati negativi riguardanti l'economia ci arrivano tutti i giorni come un bollettino di guerra di una disfatta a cui non si vuole porre rimedio.
LA PREVISIONE
Confindustria, rallenta l'industria
le stime per giugno sono di un calo dell'1,3%
Il Centro studi di Confindustria stima in giugno una contrazione della produzione industriale dell'1,3% su maggio, quando c'è stato un incremento dello 0,8% su aprile, secondo i dati dell'Istat 1
MILANO - Le imprese italiane arrancano e stanno pericolosamente riavvicinandosi ai minimi di produzione industriale toccati nella primavera 2009. Da mesi ormai gli imprenditori non riescono a battere la crisi, la domanda interna è debole e le esportazioni rallentano. Conta poco lo spread: l'industria italiana fatica a vendere. I dati arrivano dello stesso Centro Studi di Confindustria
Gli analisti di viale dell'Astronomia stimano per giugno una contrazione della produzione industriale dell'1,3% su maggio.
L'attività industriale nella prima metà del 2012 è diminuita in media dello 0,9% mensile da dicembre 2011 per un segno negativo cumulato del 5,3%. Dal picco di attività pre-crisi (aprile 2008), il bilancio rergistra una perdita del 23,4%, mentre il recupero dai minimi della recessione (marzo 2009) si riduce al 3,5%. Con la stima di giugno, si registra nel secondo trimestre una diminuzione dell'1,7% sul primo trimestre, quando si era avuta una contrazione congiunturale del 2,3%, mentre negli ultimi tre mesi del 2011 era stata del 2,7%.
Il terzo trimestre eredita dal secondo una variazione negativa (-0,6%) e le indagini qualitative anticipano ulteriori ribassi dell'attività. Secondo i direttori d'acquisto, sono diminuiti gli ordini ricevuti dalle imprese industriali: l'indice della relativa componente del Pmi manifatturiero per l'Italia è stato pari in giugno a 44,6 da 44,8, in area di contrazione per il tredicesimo mese consecutivo (50=soglia neutrale), anche per effetto della diminuzione della domanda estera (a 46,7 da 47,4).
La dinamica negativa dell'attività industriale, già penalizzata da una domanda interna molto debole, è accentuata negli ultimi mesi da un contesto globale in rallentamento che frena le esportazioni italiane.
(10 luglio 2012) © RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.repubblica.it/economia/finan ... ef=HREC1-4
LA PREVISIONE
Confindustria, rallenta l'industria
le stime per giugno sono di un calo dell'1,3%
Il Centro studi di Confindustria stima in giugno una contrazione della produzione industriale dell'1,3% su maggio, quando c'è stato un incremento dello 0,8% su aprile, secondo i dati dell'Istat 1
MILANO - Le imprese italiane arrancano e stanno pericolosamente riavvicinandosi ai minimi di produzione industriale toccati nella primavera 2009. Da mesi ormai gli imprenditori non riescono a battere la crisi, la domanda interna è debole e le esportazioni rallentano. Conta poco lo spread: l'industria italiana fatica a vendere. I dati arrivano dello stesso Centro Studi di Confindustria
Gli analisti di viale dell'Astronomia stimano per giugno una contrazione della produzione industriale dell'1,3% su maggio.
L'attività industriale nella prima metà del 2012 è diminuita in media dello 0,9% mensile da dicembre 2011 per un segno negativo cumulato del 5,3%. Dal picco di attività pre-crisi (aprile 2008), il bilancio rergistra una perdita del 23,4%, mentre il recupero dai minimi della recessione (marzo 2009) si riduce al 3,5%. Con la stima di giugno, si registra nel secondo trimestre una diminuzione dell'1,7% sul primo trimestre, quando si era avuta una contrazione congiunturale del 2,3%, mentre negli ultimi tre mesi del 2011 era stata del 2,7%.
Il terzo trimestre eredita dal secondo una variazione negativa (-0,6%) e le indagini qualitative anticipano ulteriori ribassi dell'attività. Secondo i direttori d'acquisto, sono diminuiti gli ordini ricevuti dalle imprese industriali: l'indice della relativa componente del Pmi manifatturiero per l'Italia è stato pari in giugno a 44,6 da 44,8, in area di contrazione per il tredicesimo mese consecutivo (50=soglia neutrale), anche per effetto della diminuzione della domanda estera (a 46,7 da 47,4).
La dinamica negativa dell'attività industriale, già penalizzata da una domanda interna molto debole, è accentuata negli ultimi mesi da un contesto globale in rallentamento che frena le esportazioni italiane.
(10 luglio 2012) © RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.repubblica.it/economia/finan ... ef=HREC1-4
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Re: Come se ne viene fuori ?
MUTUI: -47% LE EROGAZIONI PER L'ACQUISTO DI CASE NEL PRIMO TRIMESTRE 2012
L'allarme sui mutui per l'acquisto di case
Erogazioni a -47% nel primo trimestre 2012
L'analisi di Assofin, Crif e Prometeia: -11% il credito al consumo, tornerà a crescere solo a partire dal 2014
Se prima era solo una sensazione, ora la conferma arriva dai numeri: nel primo trimestre 2012, le erogazioni dei mutui immobiliari per l'acquisto di nuove abitazioni sono crollate del 47%. Così secondo la trentaduesima edizione dell'Osservatorio sul credito al dettaglio realizzato da Assofin, Crif e Prometeia. Un'analisi che registra una decisa flessione del credito alle famiglie, e non solo per l'acquisto di case.
I FINANZIAMENTI - Succede la stessa cosa anche per altri settori come l'arredamento, l'elettronica, gli elettrodomestici, per cui i finanziamenti sono diminuiti sia nel 2011 (-5,8%) che nel primo trimestre 2012 (-11%). «In un contesto caratterizzato dalla perdurante incertezza derivante dalla crisi economica e finanziaria ancora irrisolta e da un clima di fiducia che resta su valori minimi - si legge nel rapporto dell'Osservatorio - le famiglie italiane hanno limitato i consumi e si sono dimostrate molto prudenti nell'accensione di nuovi finanziamenti. In particolare i consumi di beni durevoli, per l'acquisto dei quali più frequentemente si ricorre ad un finanziamento, hanno registrato una netta contrazione, mostrando una flessione in linea con quella rilevata per i flussi di credito al consumo».
I MUTUI - Per quanto riguarda i mutui, nel 2011 le erogazioni sono scese del 9,1% rispetto all’anno precedente. Calo che è diventato un vero e proprio crollo (-47%) nei primi tre mesi del 2012. A scoraggiare la richiesta di finanziamenti per la casa, l’aumento dei tassi di interesse applicati ai nuovi contratti, ma, ovviamente, anche l’irrigidimento dei criteri di concessione. Il calo più deciso è però riservato agli altri mutui (per ristrutturazione, liquidità, consolidamento del debito, surroga e sostituzione): dopo il -24,9% del 2011, nei primi tre mesi del 2012 sono scesi dell'80% rispetto allo stesso periodo del 2011. Un clima di incertezza che ha spinto le famiglie a scegliere soluzioni e formule che le tutelino contro eventuali futuri innalzamenti dei tassi: aumentano infatti le quote dei mutui a tasso misto e fisso (entrambe al 27% nei primi tre mesi del 2012), anche se circa il 50% delle erogazioni complessive (nel 2011 e il 46% nel primo trimestre 2012) risulta essere ancora stipulato a tasso variabile.
CREDITO - Più in generale, secondo il rapporto, nel corso del 2011 si è assistito a una conferma del trend negativo delle erogazioni del credito al consumo (-2,2%), un trend che è diventato più marcato nella seconda parte dell'anno e che si è consolidato nel corso del primo trimestre 2012 (-11% rispetto al 2011). Solo nel 2014, secondo l'Osservatorio Assofin, Crif e Prometeia, «con il lento riattivarsi della spesa delle famiglie, il credito al consumo dovrebbe tornare a crescere pur se a ritmi modesti (+1,4%)».
Corinna De Cesare
corinnadecesare
9 luglio 2012 (modifica il 10 luglio 2012)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/economia/12_lugl ... b050.shtml
L'allarme sui mutui per l'acquisto di case
Erogazioni a -47% nel primo trimestre 2012
L'analisi di Assofin, Crif e Prometeia: -11% il credito al consumo, tornerà a crescere solo a partire dal 2014
Se prima era solo una sensazione, ora la conferma arriva dai numeri: nel primo trimestre 2012, le erogazioni dei mutui immobiliari per l'acquisto di nuove abitazioni sono crollate del 47%. Così secondo la trentaduesima edizione dell'Osservatorio sul credito al dettaglio realizzato da Assofin, Crif e Prometeia. Un'analisi che registra una decisa flessione del credito alle famiglie, e non solo per l'acquisto di case.
I FINANZIAMENTI - Succede la stessa cosa anche per altri settori come l'arredamento, l'elettronica, gli elettrodomestici, per cui i finanziamenti sono diminuiti sia nel 2011 (-5,8%) che nel primo trimestre 2012 (-11%). «In un contesto caratterizzato dalla perdurante incertezza derivante dalla crisi economica e finanziaria ancora irrisolta e da un clima di fiducia che resta su valori minimi - si legge nel rapporto dell'Osservatorio - le famiglie italiane hanno limitato i consumi e si sono dimostrate molto prudenti nell'accensione di nuovi finanziamenti. In particolare i consumi di beni durevoli, per l'acquisto dei quali più frequentemente si ricorre ad un finanziamento, hanno registrato una netta contrazione, mostrando una flessione in linea con quella rilevata per i flussi di credito al consumo».
I MUTUI - Per quanto riguarda i mutui, nel 2011 le erogazioni sono scese del 9,1% rispetto all’anno precedente. Calo che è diventato un vero e proprio crollo (-47%) nei primi tre mesi del 2012. A scoraggiare la richiesta di finanziamenti per la casa, l’aumento dei tassi di interesse applicati ai nuovi contratti, ma, ovviamente, anche l’irrigidimento dei criteri di concessione. Il calo più deciso è però riservato agli altri mutui (per ristrutturazione, liquidità, consolidamento del debito, surroga e sostituzione): dopo il -24,9% del 2011, nei primi tre mesi del 2012 sono scesi dell'80% rispetto allo stesso periodo del 2011. Un clima di incertezza che ha spinto le famiglie a scegliere soluzioni e formule che le tutelino contro eventuali futuri innalzamenti dei tassi: aumentano infatti le quote dei mutui a tasso misto e fisso (entrambe al 27% nei primi tre mesi del 2012), anche se circa il 50% delle erogazioni complessive (nel 2011 e il 46% nel primo trimestre 2012) risulta essere ancora stipulato a tasso variabile.
CREDITO - Più in generale, secondo il rapporto, nel corso del 2011 si è assistito a una conferma del trend negativo delle erogazioni del credito al consumo (-2,2%), un trend che è diventato più marcato nella seconda parte dell'anno e che si è consolidato nel corso del primo trimestre 2012 (-11% rispetto al 2011). Solo nel 2014, secondo l'Osservatorio Assofin, Crif e Prometeia, «con il lento riattivarsi della spesa delle famiglie, il credito al consumo dovrebbe tornare a crescere pur se a ritmi modesti (+1,4%)».
Corinna De Cesare
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9 luglio 2012 (modifica il 10 luglio 2012)
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Re: Come se ne viene fuori ?
Una decina di giorni fa avevo riportato che un amministratore di condominio era stato aggredito a SSG. Ora il professionista gira con la guardia del corpo.
Oggi a Cormano a pochi km di distanza da SSG, altra aggressione.
Da queste parti il clima è teso.
CORMANO: UN IMPIEGATO IN CASSA INTEGRAZIONE AGGREDISCE IL DATORE DI LAVORO
Cassintegrato aggredisce il datore di lavoro
e lo colpisce con un coltello: arrestato
Il proprietario dell'azienda è stato colpito diverse volte. Non è in pericolo di vita
MILANO - Dopo essere stato messo in cassa integrazione per l’ennesima volta, temeva di perdere il posto di lavoro. E così martedì pomeriggio un impiegato 37enne di una ditta di stampi ha preso un coltello da cucina e - senza dire una parola - è entrato nell’ufficio del titolare dell’azienda e l’ha accoltellato, ferendolo gravemente ad un braccio. Ora l’imprenditore rischia di perdere l’uso delle dita della mano sinistra e si trova ricoverato in condizioni serie all’ospedale di Niguarda.
L'AGGRESSIONE - Il fatto è accaduto all’interno di un’azienda di Cormano, la Gram Equipment Italia di via Filzi, che si trova nella zona industriale della cittadina. La fabbrica conta una ventina di dipendenti e produce componenti per le macchine del gelato. L’aggressore, M. B., 37 anni, italiano, impiegato, è entrato nell’ufficio di C. F., 61 anni, titolare della ditta. Ha chiuso la porta a chiave e si è avvicinato alla scrivania. Ha estratto di tasca il coltello ed ha cominciato a colpire l’uomo al petto e all’addome. L’imprenditore si è istintivamente protetto col braccio sinistro. La lama è penetrata nell’arto, recidendo alcuni tendini e muscoli. Nonostante il dolore quasi insopportabile, l’uomo si è difeso: ne è nata una colluttazione, entrambi sono finiti a terra. L’impiegato ha cominciato a prendere a calci il proprio datore di lavoro: le urla dell’aggredito hanno richiamato gli altri dipendenti, che hanno sfondato la porta e bloccato il loro collega, fino all’arrivo dei carabinieri della stazione di Cormano e del comando di compagnia di Sesto San Giovanni.
ARRESTATO - Il 37enne è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio: i dipendenti della ditta hanno spiegato ai militari che da tempo era in cattivi rapporti col datore di lavoro a causa della cassa integrazione. Si sentiva particolarmente preso di mira. Ma nessuno si aspettava l’esplosione improvvisa di tanta rabbia.
Ferdinando Baron
10 luglio 2012 | 20:21
© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://milano.corriere.it/milano/notizi ... 5736.shtml
Oggi a Cormano a pochi km di distanza da SSG, altra aggressione.
Da queste parti il clima è teso.
CORMANO: UN IMPIEGATO IN CASSA INTEGRAZIONE AGGREDISCE IL DATORE DI LAVORO
Cassintegrato aggredisce il datore di lavoro
e lo colpisce con un coltello: arrestato
Il proprietario dell'azienda è stato colpito diverse volte. Non è in pericolo di vita
MILANO - Dopo essere stato messo in cassa integrazione per l’ennesima volta, temeva di perdere il posto di lavoro. E così martedì pomeriggio un impiegato 37enne di una ditta di stampi ha preso un coltello da cucina e - senza dire una parola - è entrato nell’ufficio del titolare dell’azienda e l’ha accoltellato, ferendolo gravemente ad un braccio. Ora l’imprenditore rischia di perdere l’uso delle dita della mano sinistra e si trova ricoverato in condizioni serie all’ospedale di Niguarda.
L'AGGRESSIONE - Il fatto è accaduto all’interno di un’azienda di Cormano, la Gram Equipment Italia di via Filzi, che si trova nella zona industriale della cittadina. La fabbrica conta una ventina di dipendenti e produce componenti per le macchine del gelato. L’aggressore, M. B., 37 anni, italiano, impiegato, è entrato nell’ufficio di C. F., 61 anni, titolare della ditta. Ha chiuso la porta a chiave e si è avvicinato alla scrivania. Ha estratto di tasca il coltello ed ha cominciato a colpire l’uomo al petto e all’addome. L’imprenditore si è istintivamente protetto col braccio sinistro. La lama è penetrata nell’arto, recidendo alcuni tendini e muscoli. Nonostante il dolore quasi insopportabile, l’uomo si è difeso: ne è nata una colluttazione, entrambi sono finiti a terra. L’impiegato ha cominciato a prendere a calci il proprio datore di lavoro: le urla dell’aggredito hanno richiamato gli altri dipendenti, che hanno sfondato la porta e bloccato il loro collega, fino all’arrivo dei carabinieri della stazione di Cormano e del comando di compagnia di Sesto San Giovanni.
ARRESTATO - Il 37enne è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio: i dipendenti della ditta hanno spiegato ai militari che da tempo era in cattivi rapporti col datore di lavoro a causa della cassa integrazione. Si sentiva particolarmente preso di mira. Ma nessuno si aspettava l’esplosione improvvisa di tanta rabbia.
Ferdinando Baron
10 luglio 2012 | 20:21
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http://milano.corriere.it/milano/notizi ... 5736.shtml
Ultima modifica di camillobenso il 10/07/2012, 22:35, modificato 2 volte in totale.
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