Cinque (sei) referendum democratici per davvero

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
mariok

Re: Cinque referendum democratici per davvero

Messaggio da mariok »

Le scissioni sono processi delicati, il cui esito incerto dipende in gran parte dal come ci si arriva.

Venendo al caso specifico, un conto è che Civati ed un gruppetto di ex-giovani (già Renzi e Serracchiani non sono della partita) se ne vanno perché in dissenso con il segretario. Dopo qualche settimana il sistema mediatico li cancellerebbe definitivamente dalla scena e di loro non se ne saprebbe praticamente più nulla.

Tutt'altro conto è che alla scissione si arrivi dopo una resa dei conti con i vari Fioroni, Veltroni, Gentiloni ecc. magari usciti battuti da un referendum su alcuni temi di linea.

E se si riesce a fare un tale referendum, l'esito mi sembra abbastanza scontato (a meno di brogli): sarebbe un'occasione unica per la base di sfanculare questa cricca al potere.

Sarebbe anche un momento di chiarezza, che costringerebbe i Marino, i Fassina, i "malpancisti" vari a prendere posizione ed a dichiarare da che parte stanno.

E' questo più di ogni altra cosa che temono questi "dirigenti": contarsi; ed è per questo che hanno impedito il voto sulle mozioni all'assemblea nazionale e che invocano la sacralità dell'unità del partito che li legittima come punto di garanzia e di equilibrio per tutti.

Non vedo come si possa non cogliere la differenza.
camillobenso
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Re: Cinque referendum democratici per davvero

Messaggio da camillobenso »

mariok ha scritto:Le scissioni sono processi delicati, il cui esito incerto dipende in gran parte dal come ci si arriva.

Venendo al caso specifico, un conto è che Civati ed un gruppetto di ex-giovani (già Renzi e Serracchiani non sono della partita) se ne vanno perché in dissenso con il segretario. Dopo qualche settimana il sistema mediatico li cancellerebbe definitivamente dalla scena e di loro non se ne saprebbe praticamente più nulla.

C’è in più un dato estremamente pratico, in casi come questo, che bisogna tenere conto, la cassa.

In questo caso Civati ed eventualmente Co, quando escono cessano di usufruire della cassa del Pd.

Non so se Pippo ha già pronto un finanziatore o più finanziatori, mi auguro di si perché ai dinosuri-squalo queste cose non sfuggono, sono espertissimi in materia, sono sensibili alla “cassa”, il caso Lusi e Penati docet.

Conoscono quindi molto bene il valore che la cassa rappresenta in determinate scelte.

Esiste una terza opzione di carattere tecnico, che cito solo come tale, perché credo che Pippozzo non l’abbia presa in considerazione.

Quella di aver “accantonato” anticipatamente fondi per questa evenienza.

Ripeto, è solo una citazione tecnica.
lucameni
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Re: Cinque referendum democratici per davvero

Messaggio da lucameni »

Boh sono anni che si dicono e scrivono le solite cose.
Io non mi sono mai sentito autenticamente di sinistra, malgrado su molti temi possa apparire un estremista in sintonia con chi milita a sinistra del Pd (no Tav, inteso come no a progetti assurdi e costosissimi seppur ben propagandati da un regime di velinari, si spazzare via la classe dirigente di parassiti e via e via).
Peraltro tutte battaglie che sono proprie di un non politico di destra come Travaglio che pare sia amato anche a sinistra (spesso senza ben comprendere le sue reali idee).
Il problema italiano è che anche parole come liberalismo, liberismo sono diventate parole vuote in mano ad usurpatori e quindi certe distinzioni possono valere il giusto.
Fatta questa premessa rimango dell'idea che il PD sia stata un'operazione a freddo, magari pure di potere, nata in un contesto di bipolarismo rigido come volevano alcuni prodiani più prodiani di Prodi che, talmente innamorati di questo sistema come Fede, sono arrivati a lodare Berlusconi per aver permesso dinamiche elettorali e politiche come quelle vissute in questi anni.
Anni fa c'erano state tante polemiche per il centrosinistra con o senza trattino.
Io ero per il trattino sia per questione di chiarezza che di tattica e strategia elettorale in un paese fortemente berlusconizzato.
Tant'è ora c'è il Pd e il risultato?
Appunto fusione a freddo nella quale chi si sente a sinistra mal sopporta i "centristi" all'interno del partito e viceversa.
Non vedo onestamente grandi vie d'uscita, anche perchè un "centrismo" in Italia è sostanzialmente interpretato come "centro mobile", ovvero mano libere dopo le elezioni con buona pace delle promesse elettorali e di liberalismo non esistono che briciole in mezzo a frotte di usurpatori spesso ben consapevoli di essere tali.
Il Pd ora come ora non è nè carne nè pesce e ci vorranno - temo - lunghi anni per avere un quadro più chiaro e decente. Cosa peraltro quasi impossibile con una destra in tali condizioni (e nel mezzo ci metto anche i casiniani).
Per il momento quindi saremo condannati o al non voto o a votare parzialmente contro natura.
Civati, ad esempio, mi pare decisamente più lineare e onesto del chiacchierone furbastro Renzi.
Io lo voterei malgrado la sua collocazione ben poco vicina a posizione tradizionalmente liberali e che io sento più vicine.
Ad oggi non credo nessuno possa sperare di votare qualcuno totalmente in linea con le proprie convinzioni politiche e si ripieghi semmai sulle persone oneste e meno ladre.
In questo senso accanirsi troppo sui concetti di destra e di sinistra lo vedo - a volte - un esercizio un po' sterile, non fosse altro che comunque destra e sinistra, pur nella diversità di approccio, dovrebbero condividere comuni valori costituzionali (e quindi di legalità); proprio quelli che la destra attuale e parte della sinistra hanno bellamente dimenticato.
camillobenso
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Re: Cinque referendum democratici per davvero

Messaggio da camillobenso »


Peraltro tutte battaglie che sono proprie di un non politico di destra come Travaglio che pare sia amato anche a sinistra (spesso senza ben comprendere le sue reali idee).

La risposta per cui a sinistra ci si trova spesso d’accordo con la destra liberale di Travaglio, l’hai data tu stesso:

…….non fosse altro che comunque destra e sinistra, pur nella diversità di approccio, dovrebbero condividere comuni valori costituzionali (e quindi di legalità); proprio quelli che la destra attuale e parte della sinistra hanno bellamente dimenticato.
Joblack
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Re: Cinque referendum democratici per davvero

Messaggio da Joblack »

camillobenso ha scritto:Io la vedo sotto un’altra angolazione.

..... omissis ... per ragioni di spazio ... scusa UncleT!
.......
Il disastro è dietro l’angolo, e i partiti falliti si stanno impegnando al massimo affinchè il disastro arrivi in fretta.

L’unico tentativo che possiamo fare per non rimanere inermi davanti al destino che ci travolgerà tutti quanti, è quello di fare il possibile con gli strumenti dell’oggi.

Almeno potremo dire che non siamo stati a guardare.

Occorre sottrarre l’elettorato del Pd, e se lo strumento è Pippo Civati vada per Pippo Civati.

Ma ripeto, occorre fare in fretta perché il ritardo è enorme e vitale.

Va scosso l’elettorato del Pd e portato a sinistra.

Se i referendum possono servire a questo, appoggiamo anche i referendum, ma non per il Pd che è un soggetto morto da anni.
Concordo pienamente con l'analisi fatta da camillobenso.

Deve succedere qualcosa dentro il PD per recuperare il PD (come auspicano giustamente amadeus e mariok).

A bocce ferme sembra che Bersani non ce la possa fare da solo a dare un minimo di "sinistra" ad un partito ormai di destra moderata sfacciatamente neoliberista (ho letto che qualcuno dentro il PD auspichi Monti come premier per le prossime elezioni facendo fuori lo stesso Bersani).

Per quanto riguarda i referendum .... non bisogna solo annunciarli ma estendere un testo che possiamo esaminare.

Cmq io ci sto!

Solo con i referendum sull'acqua il nucleare ... abbiamo ottenuto qualcosa.

Il PD prima non li ha appoggiati .... poi ne ha rivendicato la forza del popolo del PD, infine non ha stoppato il decreto Monti che confermava un decreto berlusconi poi bocciato dalla Consulta che negava nei fatti il risultato del referendum sull'acqua benecomune non privatizzabile.

Infine sto appoggiando il tentativo del nostro paolo11, facendo girare la sua email disperata, di non far saltare per mancanza di firme il referendum popolare per "Tagliare gli Stipendi d'oro dei parlamentari" che scade il 26 luglio.

Speriamo di farcela.

Un saluti a tutti gli amici forumisti.
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)

‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
mariok

Re: Cinque referendum democratici per davvero

Messaggio da mariok »

La guida completa ai referendum democratici

24 luglio 2012 in News da Prossima-Italia


Lo Statuto del Partito Democratico – in particolare all’Articolo 27 – prevede, oltre ovviamente alle primarie, un altro strumento di partecipazione aperto a tutti gli iscritti, gli elettori e i simpatizzanti: e quello strumento è il referendum.
A differenza delle primarie, però, nei quattro anni di vita del Partito Democratico, mai nessun referendum è stato indetto.

A meno di un anno dalle elezioni politiche 2013, proponiamo quindi di convocare una serie di referendum che permettano a tutti gli elettori del Pd di esprimersi su tematiche politiche e di programma. Vediamo come.

Cosa serve per presentare i referendum?
I referendum possono essere chiesti, da Statuto, “qualora ne facciano richiesta il Segretario nazionale, ovvero la Direzione nazionale con il voto favorevole della maggioranza assoluta dei suoi componenti, ovvero il trenta per cento dei componenti l’Assemblea nazionale, ovvero il cinque per cento degli iscritti al Partito Democratico”.
La nostra proposta è quella di raccogliere le firme presso almeno il 5 per cento degli iscritti.

A quanto corrisponde il 5 per cento degli iscritti?
Secondo una dichiarazione del responsabile nazionale organizzazione del Pd, nel 2011 gli iscritti erano 610mila. Questo significa che bisognerà raccogliere 30.500 firme circa.

Chi potrà votare ai referendum?
Questo è molto importante: la raccolta delle firme per chiedere il referendum può avvenire solo tra gli iscritti. Ma ai referendum potranno votare liberamente tutti gli elettori del Pd. Lo Statuto dice infatti che la proposta deve specificare “se la partecipazione è aperta a tutti gli elettori o soltanto agli iscritti”, e noi abbiamo optato per la prima formula, quella aperta a tutti.

Quando si terranno i referendum?
La nostra proposta è quella di abbinare il giorno dei referendum a quello delle primarie per il candidato premier e, come contenuto in una nostra proposta precedente, a quello per la scelta dei candidati al Parlamento. Nella speranza, ovviamente, che in questo modo i nostri elettori possano scegliere in un solo weekend candidato premier, candidato al Parlamento e programma di Governo.

A cosa servono i referendum?
Lo Statuto prevede referendum in forma deliberativa o consultiva. Noi proponiamo quella deliberativa. Significa che, se i quesiti verranno approvati dagli elettori, il partito dovrà adottare quei temi in agenda.

Chi promuove i referendum?
I referendum sono promossi da militanti del Partito Democratico presenti in tutte le parti del Paese, e la proposta è ovviamente aperta alla partecipazione di tutti coloro che vorranno offrirsi per dare una mano.

Vorrei aiutare, con chi mi posso mettere in contatto?
A breve pubblicheremo un elenco di referenti locali, con i rispettivi recapiti, divisi per zona. Ovviamente è possibile dare la propria disponibilità a fornire un aiuto, o a coprire zone scoperte, scrivendo ai diretti interessati o alla nostra mail.

Non sono iscritto, ma vorrei comunque dare una mano sin da ora, come posso fare?
Per prima cosa, potresti tesserarti al Pd, nel circolo a te più vicino. In alternativa, puoi comunque spargere la voce, o metterti in contatto con i referenti della tua zona per aiutare con il lavoro di contatto con gli iscritti. Infine, potresti contribuire alle spese che affronteremo – e che saranno interamente autofinanziate – facendo una donazione qui.

E’ possibile firmare on line?
Purtroppo questa possibilità al momento non è prevista, ma è comunque possibile scriverci per segnalare la propria adesione – indicando anche il numero di telefono – ed essere ricontattati nel più breve tempo possibile.

Perché chiedere i referendum?
Per lo stesso motivo per cui chiediamo che i nostri elettori possano votare alle primarie per i candidati alla premiership e al Parlamento: perché in una situazione di grave crisi del Paese, crediamo sia utile che il Partito Democratico usi tutti gli strumenti della partecipazione, coinvolgendo la sua base e precisando la sua proposta, oltre che i suoi interpreti, facendola uscire dalle sole logiche politiciste.

Quali sono i quesiti?
Nei giorni scorsi abbiamo fatto alcune proposte e aperto una riflessione allargata sui temi che ci sembravano più importanti per la proposta politica del Pd. Tra questi, i diritti civili e il matrimonio gay, la riduzione dell’Irpef attraverso un’imposta sui patrimoni, un quesito sui grandi temi ambientali del Paese, la riduzione della spesa militare, il reddito di cittadinanza, la corruzione e la riforma della politica, e infine un quesito di indirizzo politico, dedicato all’alleanza con l’Udc e altre forze già al Governo con il centrodestra negli ultimi vent’anni. Proprio in questo momento una serie di esperti nei vari temi sta valutando la fattibilità dei quesiti e lavorando a una loro formulazione ufficiale e ammissibile. Contiamo di pubblicarli il prima possibile.

http://www.prossimaitalia.it/news/3131/ ... mocratici/
mariok

Re: Cinque referendum democratici per davvero

Messaggio da mariok »

Spero di sbagliarmi

Sono tutti molto belli, i referendum proposti dal gruppo Prossima Italia (Civati and Co.) per dare un’anima e un’identità al grottesco Pd attuale.
Vi si parla di diritti civili, patrimoniale, riduzione della spesa militare, reddito di cittadinanza, riforma della politica e (no alla) alleanza con l’Udc.
Se davvero si arrivasse a votarli, in una consultazione aperta a tutti gli elettori come le primarie, sarebbe un’occasione fantastica per dare finalmente un minimo di sapore a una minestra diventata talmente tiepida e sciapa da risultare ormai immangiabile.
Quindi, i miei migliori auguri a chi ci sta provando e il mio sentitissimo invito a chi è iscritto al Pd a firmarli e a farli firmare, assolutamente.
Però però.
Però come al solito c’è qualche problema, dovuto non certo a chi i referendum li ha proposti ma all’oligarchia di partito che fa solo finta di volerli.
Date un’occhiata all’articolo dello statuto del Pd – il 27 – che affronta la questione.
Si spiega che i referendum interni sono previsti, sì, ma si rimanda a un regolamento attuativo per normarli.
Bene: il regolamento attuativo non esiste.
Non l’hanno mai fatto. In quasi cinque anni, non hanno avuto tempo: si vede che erano troppo impegnati a corteggiare Casini o a votare per l’acquisto degli F35.
Quindi i miei splendidi amici che ancora pensano di poter riformare il Pd dal di dentro, ora si sbatteranno a raccogliere più di 30 mila firme che poi dovranno passare il vaglio della Commissione nazionale di garanzia (Luigi Berlinguer, l’ex ministro della Pubblica istruzione) e quindi di Rosy Bindi (in quanto presidente del partito): il tutto in assenza di un regolamento, quindi probabilmente al di fuori delle norme del partito. Tanto che già in passato la Commissione di garanzia ha informalmente sconsigliato altri esponenti del Pd dal raccogliere firme per i referendum interni, perché senza norme attuative non avrebbe potuto passarli.
Ora, mi dice Paolo che loro un regolamento attuativo lo stanno preparando e lo proporranno ai vertici del partito insieme alle firme: di nuovo auguri. Ma come vedete il quadro è molto confuso e le possibilità di successo sono molto remote.
Ecco, io l’impressione che continuare a sperare di riformare dall’interno un partito che nel suo arroccatissimo establishment non ha alcunissima intenzione di farsi riformare, beh sia diventato un po’ – diciamo – velleitario.
E penso anche che le battaglie di cui sopra – diritti civili, patrimoniale, riduzione della spesa militare, reddito di cittadinanza, riforma della politica e (no alla) alleanza con l’Udc – siano ormai patrimonio precipuo di un’area molto più vasta dei non moltissimi che nel Pd ci credono: e che rischiano di ritrovarsi fra tre mesi con le loro belle idee nel cestino della spazzatura di Bersani e Bindi.
Spero di sbagliarmi, naturalmente: e nel caso sarò felice di offrire una birra a tutti.
Update. Qui la replica di Prossima Italia.

http://gilioli.blogautore.espresso.repu ... bagliarmi/
mariok

Re: Cinque referendum democratici per davvero

Messaggio da mariok »

Caro Gilioli, ti sbagli

25 luglio 2012 in News da Paolo Cosseddu


Alessandro Gilioli non è solo il titolare di uno dei blog più seguiti, ma è anche un giornalista che sin dall’inizio ha seguito con particolare interesse il percorso di Prossima Italia. Per questo, spiace molto leggere oggi del suo pessimismo a proposito della nostra proposta di referendum.
L’analisi della situazione interna al Partito Democratico compiuta da Gilioli non è poi tanto diversa da quella che facciamo noi, anzi, che fanno molti elettori sfiduciati e persino molti militanti. Non è un mistero per nessuno, infatti, il problema del ricambio, anzi il problema dell’ossificazione di una classe dirigente ormai sclerotizzata, i cui attori si sono legati gli uni agli altri, accantonando tutte le irrisolvibili divergenze tranne una, quella di restare dove sono. E non è una novità l’incapacità ormai patologica di far prendere al partito una posizione chiara su una questione qualsiasi: la sola idea è vista con timore, e siamo ormai oltre, siamo alla negazione stessa della discussione, come si è visto in Assemblea Nazionale dieci giorni fa.

Ma qui sta la differenza, ed è sostanziale: se per Gilioli questi sono i motivi per mollare, per noi si tratta al contrario delle ragioni per cui terremo il punto, fino alla fine. Impresa disperata? Può darsi. Inutile? Vedremo, intanto però diciamo una cosa: chi oggi sostiene che il Pd vada abbandonato, o pretende di abbandonare la politica del tutto, e con essa l’appartenenza alla società umana, rifugiandosi su un atollo, ne scelga uno bello alto, perché lo scioglimento dei ghiacci che è in atto sommergerà tutto, e non risparmierà nessuna isola felice. Ma, ancora più esplicitamente, se qualcuno pensa invece di lasciare il Pd per far politica fuori da esso, in un partito o un movimento o qualsiasi altra cosa sia, deve puntare a costruire qualcosa che da zero prenda più voti del Pd stesso: che sono 7 milioni, più o meno, al momento, e 12 come potenziale ipotetico. Dovrebbe anche spiegare come si fa, però, e nel caso, auguri. Perché è da sempre, che qualcuno compie questo ragionamento, a sinistra, e finora non si registrano successi significativi.
Altrimenti, stiamo parlando della solita, proverbiale scissione dell’atomo, che da sola non troverebbe neppure l’ossigeno per respirare, ma che se proprio volesse vivere, e qui casca l’asino, alla fin fine dovrebbe comunque allearsi con il Pd. Tutta quella fatica, per tornare al punto di partenza: grazie, ma no, grazie.
Dopodiché, è facile e al momento è un argomento molto popolare, scrivere che bisogna mollare il Pd: costa poca fatica, ed è un esercizio alla portata di tutti, anche di chi è privo di fantasia. Procura di certo molti like, e molto consenso. Ma la cosa finisce lì, e di certo non contribuisce a cambiare le cose.
Così, se il Gilioli giornalista si potrebbe limitare a decidere se questa cosa dei referendum è più o meno interessante da raccontare – per noi lo è, ovviamente – dal Gilioli opinionista, blogger, e perché no, militante, ci aspetteremo uno sforzo in più, che è quello di saper discernere il grano dal loglio: chi sta sui contenuti e chi li rifugge, chi non cerca accordicchi e chi si intavola, chi lavora a zero budget e chi largheggia. Chi ci prova e chi rema contro. Chi è onesto, soprattutto libero, e merita un po’ di aiuto, se Gilioli lo ritiene, in un sistema dei media che si lamenta dell’esistente, ma poi non concede spazio a nulla di nuovo a meno che non sia particolarmente becero e urlato. Salvo poi accigliarsi perché il livello medio è così basso, ovviamente. E salvo, anche, tenersi D’Alema tutta la vita: perché è così che vanno le cose, e così come non lo auspichiamo noi ci era sembrato di capire che non lo desiderasse nemmeno Gilioli.
Ecco, questo aiuterebbe, anche se è vero che costa un po’ di sudore, e richiede un’alta resistenza alla frustrazione. Ma può valerne la pena, perché anche il mondo visto dal prorpio blog, per quanto grande e interessante, alla lunga non basta più.

Ciò detto, noi proveremo a raccogliere 30mila firme, nonostante il pessimismo di Gilioli. Per presentare cinque referendum, che abbiamo tirato fuori da 10 cose che ha messo in bella e pubblicato Pippo Civati, e che per noi sono un’eccellente proposta al Paese, non solo al Pd. Firme e quesiti li porteremo al partito, e porteremo anche un regolamento – visto che non ne è mai stato adottato uno – che, come già per le primarie dei parlamentari, faremo scrivere ai più competenti su piazza. Lo faremo in tempi non frenetici, ma ragionevolmente rapidi, in modo che, come proponiamo, si votino primarie per scegliere il premier, i parlamentari, e i referendum, nello stesso fine settimana. Come scrive Gilioli, una Commissione di Garanzia dovrà decidere se ammettere o no i quesiti, ma per la prima volta in assoluto dovrà farlo da dietro un’alta pila di moduli zeppi di nomi e cognomi. Ce lo negheranno comunque, perché come il famoso scorpione dice alla rana, è la loro natura? Come dire, a un certo punto ognuno si prende le proprie responsabilità. Politiche, si intende.
E non solo noi, ma tutti gli iscritti che avranno firmato, e tutti gli elettori che sapranno di non poter votare, beh, anche loro ne trarranno le debite conseguenze. Perché insomma, giunti a quel punto, quale sarà il residuo di agibilità politica, anzi, di democrazia del partito sedicente tale? Facciano, decidano, a loro rischio e pericolo. Dopotutto, noi stiamo percorrendo una strada che sta scritta nero su bianco nello Statuto, quello Statuto che per il Pd dovrebbe essere sacro tanto quanto lo è la Costituzione per l’Italia.

Ma su una cosa vorrei essere assolutamente chiaro, caro Alessandro, e vorrei che anche tu te ne rendessi conto. Del matrimonio civile, esteso a tutte le coppie a prescindere dal loro orientamento e composizione, non se ne parlerà più, mai più, per chissà quanto tempo. Capisci? Con buona pace delle persone che si vogliono bene, e che continueranno a vivere nell’apartheid dei diritti.
Di tassare i grandi patrimoni, per abbassare le tasse dei poveri cristi che lavorano, continuerà a parlarne ogni tanto il presidente di Confindustria, perché fa fine e non impegna, e perché siamo il Paese dei paradossi, e la cosa finirà lì.
Di stabilire per legge l’incandidabilità dei condannati con sentenza definitiva, sai che c’è? Continuerà a parlarne solo Beppe Grillo. Che non mi pare, da quello che scrivi, sia proprio nei tuoi desideri.
Di istituire uno straccio di reddito di cittadinanza, come in tutti, ma proprio tutti i Paesi civili, invece, non ne parlerà nessuno, perché ti stupirà ma non c’è quasi nessuno, al momento, che abbia questa proposta in agenda.
E dell’alleanza con l’Udc si parlerà solo per spiegare che è cosa fatta, perché bisogna fare il grande compromesso storico tra Casini e Bersani come lo fecero Aldo Moro e Berlinguer. E non so a te, ma a me e a tutti i democratici che conosco, almeno uno dei due paragoni sembra molto offensivo.
E quindi te lo chiedo esplicitamente, Alessandro, ripensaci. Sei pessimista, e lo capisco, siamo tutti pessimisti, ma il punto non è il pessimismo, il punto è trovarsi sulle cose da fare, e combattere per realizzarle. Io non ci credo, che davvero tu non voglia che per qualche mese sia possibile, tra una base sana e vogliosa di partecipare, discutere di temi così importanti. Poi finirà come finirà, nessuno di noi ha poteri divinatori, e sicuramente il lieto fine appare arduo.
Ma spaccare l’atomo e dividersi quando si pensano esattamente le stesse cose, perdonami, è incomprensibile, e fa danni molto seri.

http://www.prossimaitalia.it/news/3144/ ... ti-sbagli/
mariok

Re: Cinque referendum democratici per davvero

Messaggio da mariok »

Uscire dal Pd per poi allearsi con il Pd?

Non ho molto da aggiungere al perfetto post di Paolo Cosseddu, se non una domanda, che rivolgo ad Alessandro Gilioli e a tutti voi: che facciamo, usciamo dal Pd per poi allearci con il Pd? Perché, anche volendolo, non ha molto senso.

A meno che l’uscita non sia un’uscita di slancio, e si vada a formare un nuovo soggetto politico che alle elezioni si presenta da solo, e sfida il Pd e tutti gli altri, cercando di superarlo nei consensi.

Attualmente, quel soggetto non c’è, ma magari lo fonda Alessandro. E lo dico senza ironia.


Di civati, 25 luglio 2012 alle 13:15. 27 commenti

http://www.ciwati.it/2012/07/25/uscire- ... con-il-pd/
paolo11
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Iscritto il: 22/02/2012, 14:30

Re: Cinque referendum democratici per davvero

Messaggio da paolo11 »

Ditemi quando abbiamo avuto un centrosinistra che abbia fatto qualcosa di sinistra.Personalmente mi sembra non abbia fatto nulla.Con Prodi abbiamo solo aiutato gli industriali con il cuneo fiscale.Tassare le rendite finanziarie niente come gli altri paesi europei.Politica estera attaccati alle gonne degli USA vedi Base Nato dal Molin.Quando governava D'Alema, ci siamo imbattuti in una guerra Jugoslavia.Cosa ci è costata a noi cittadini ?.Chi ci ha guadagnato? gli industriali che hanno delocalizzato. Allora ci rendiamo conto che in Italia non abbiamo mai avuto un governo di centrosinistra.
A questo punto da tempo le ideologie sono state una presa in giro per i cittadini.
Per scardinare il tutto o una rivoluzione,o far diventare il movimento 5 stelle il primo partito.Lo chiedono i cittadini piu partecipazione nelle cose che ci riguardano tutti.Con un nuovo movimento o partito come lo vogliamo chiamare.Non avendo scheletri nell'armadio essendo nuovi in politica,sono meno propensi a inciuci o altro,almeno all'inizio.Penati ricordiamoci che era il braccio destro di Bersani, e non mi si dica che non sapeva niente.Fassino e D'Alema pensavano
tempo addietro Antonveneta.Abbiamo anche noi una banca.E vogliamo credere ancora a questa gente,che pensa alle banche.
Ciao
Paolo11
Ultima modifica di paolo11 il 26/07/2012, 19:48, modificato 2 volte in totale.
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