Berlusconi è ancora armato e pericoloso
Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso
Tv, risarcimento a Europa 7: “grazie” a Berlusconi pagano i cittadini
Il Tar del Lazio ha condannato il ministero dello Sviluppo Economico a pagare 1500 euro al giorno per le frequenze negate all'imprenditore Francesco di Stefano finché non riuscirà a trasmettere dove e come promesso
di Carlo Tecce | 15 agosto 2012
La serie Europa 7 contro i governi non finisce mai. Con una premessa: poteva non iniziare, bastava assegnare le frequenze che la televisione di Francesco Di Stefano meritava. E invece, rosario che conosciamo a memoria, c’era Rete 4 e il centrodestra e il proficuo contributo del centrosinistra.
A GOCCIA, che scarnifica, arriva l’ennesimo conto per i cittadini: Tribunale amministrativo del Lazio, sentenza del 31 luglio 2012, il ministero per lo Sviluppo economico dovrà versare 1.500 euro al giorno a Europa 7 fin quando non riesce a trasmettere dove e come promesso. E aspettate, tenete la calcolatrice pronta, entro dicembre saprete il rimborso (milionario) totale per una presa in giro che dura anni. Quando decisero con una mano di accontentare simbolicamente Europa 7, e di fregarla con l’altra, il ministero consegnò a Di Stefano una frequenze in digitale terrestre anziché tre. Una corsia d’emergenza dove non ci passava nemmeno una bicicletta, dunque l’imprenditore abruzzese chiese al governo di ampliare lo spettro di Europa 7 con quelle frequenze definite “integrative”.
IL MINISTRO ad interim che doveva sigillare la procedura si chiamava Silvio Berlusconi, e non vale nemmeno la pena citare che sia lo stesso proprietario di Mediaset, il padrone-politico che aveva soffocato in culla l’impresa di Di Stefano. Al Cavaliere seguì Paolo Romani che, annusando i rischi di un fallimento amministrativo, ordinò di sbloccare la pratica di Europa 7. Ma il ministero è lento, a volte sonnecchia, e nemmeno il Tar e il Consiglio di Stato riuscirono a smuoverlo: entro trenta giorni dovete sistemare la faccenda Europa 7, soltanto parole, non ascoltate. E così Di Stefano si è appellato di nuovo al Tar, e il tribunale laziale ha scritto un dispositivo asciutto e inequivocabile: “Dichiara ineseguita l’ordinanza […] Nomina commissario ad acta per l’esecuzione mediante gli adempimenti e con la decorrenza stabiliti in motivazione, l’attuale direttore dell’Ispettorato territoriale della Liguria del Ministero dello sviluppo economico – dipartimento per le comunicazioni, senza facoltà di sostituzione. […] fissa la penalità di mora in 1.500,00 per ogni giorno di ritardo, a partire dal termine indicato in motivazione”. Non soltanto una multa che ogni anno si ripete e non si ferma mai, anche un commissario al ministero per fare quello che fingevano di non poter fare.
DI STEFANO, però, aspetta il risarcimento che sarà quantificato entro fine anno. Una botta che il governo italiano dovrebbe non dimenticarsi facilmente e che, dice sconsolato l’imprenditore, cadrà sui cittadini vittime inconsapevoli. I cittadini già, che credevano nel ministro Corrado Passera che, azzerando il beauty contest, affastellava qualche miliardo di euro con l’asta per i cinque benedetti multiplex (pacchetti di frequenze). L’asta ad agosto, ora, è più o meno un miraggio.
da Il Fatto Quotidiano del 15 agosto 2012
Il Tar del Lazio ha condannato il ministero dello Sviluppo Economico a pagare 1500 euro al giorno per le frequenze negate all'imprenditore Francesco di Stefano finché non riuscirà a trasmettere dove e come promesso
di Carlo Tecce | 15 agosto 2012
La serie Europa 7 contro i governi non finisce mai. Con una premessa: poteva non iniziare, bastava assegnare le frequenze che la televisione di Francesco Di Stefano meritava. E invece, rosario che conosciamo a memoria, c’era Rete 4 e il centrodestra e il proficuo contributo del centrosinistra.
A GOCCIA, che scarnifica, arriva l’ennesimo conto per i cittadini: Tribunale amministrativo del Lazio, sentenza del 31 luglio 2012, il ministero per lo Sviluppo economico dovrà versare 1.500 euro al giorno a Europa 7 fin quando non riesce a trasmettere dove e come promesso. E aspettate, tenete la calcolatrice pronta, entro dicembre saprete il rimborso (milionario) totale per una presa in giro che dura anni. Quando decisero con una mano di accontentare simbolicamente Europa 7, e di fregarla con l’altra, il ministero consegnò a Di Stefano una frequenze in digitale terrestre anziché tre. Una corsia d’emergenza dove non ci passava nemmeno una bicicletta, dunque l’imprenditore abruzzese chiese al governo di ampliare lo spettro di Europa 7 con quelle frequenze definite “integrative”.
IL MINISTRO ad interim che doveva sigillare la procedura si chiamava Silvio Berlusconi, e non vale nemmeno la pena citare che sia lo stesso proprietario di Mediaset, il padrone-politico che aveva soffocato in culla l’impresa di Di Stefano. Al Cavaliere seguì Paolo Romani che, annusando i rischi di un fallimento amministrativo, ordinò di sbloccare la pratica di Europa 7. Ma il ministero è lento, a volte sonnecchia, e nemmeno il Tar e il Consiglio di Stato riuscirono a smuoverlo: entro trenta giorni dovete sistemare la faccenda Europa 7, soltanto parole, non ascoltate. E così Di Stefano si è appellato di nuovo al Tar, e il tribunale laziale ha scritto un dispositivo asciutto e inequivocabile: “Dichiara ineseguita l’ordinanza […] Nomina commissario ad acta per l’esecuzione mediante gli adempimenti e con la decorrenza stabiliti in motivazione, l’attuale direttore dell’Ispettorato territoriale della Liguria del Ministero dello sviluppo economico – dipartimento per le comunicazioni, senza facoltà di sostituzione. […] fissa la penalità di mora in 1.500,00 per ogni giorno di ritardo, a partire dal termine indicato in motivazione”. Non soltanto una multa che ogni anno si ripete e non si ferma mai, anche un commissario al ministero per fare quello che fingevano di non poter fare.
DI STEFANO, però, aspetta il risarcimento che sarà quantificato entro fine anno. Una botta che il governo italiano dovrebbe non dimenticarsi facilmente e che, dice sconsolato l’imprenditore, cadrà sui cittadini vittime inconsapevoli. I cittadini già, che credevano nel ministro Corrado Passera che, azzerando il beauty contest, affastellava qualche miliardo di euro con l’asta per i cinque benedetti multiplex (pacchetti di frequenze). L’asta ad agosto, ora, è più o meno un miraggio.
da Il Fatto Quotidiano del 15 agosto 2012
Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso
L'inchiesta L'ex premier riconvocato come teste. Rischia l'accompagnamento coatto
Caso Dell'Utri, i pm chiamano
Le condizioni di Berlusconi
Il leader pdl presenterà una memoria tecnica. L'obiettivo è lo status di «testimone assistito» con la facoltà di non rispondere
ROMA - Gli hanno fatto sapere che una data deve trovarla. Che non è possibile che non ci sia, nella sua agenda, un momento libero per rispondere alla convocazione come testimone che ritengono essenziale nel processo Dell'Utri, per ricostruire i motivi che spinsero lui, Silvio Berlusconi, a concedere all'amico «prestiti infruttiferi» per milioni e a comprare da lui a un prezzo ritenuto eccessivo una villa sul Lago di Como. Loro, i pm di Palermo, ipotizzano che ai suoi danni Dell'Utri abbia compiuto un'estorsione, e vogliono capirne il perché. E per questo hanno comunicato ai suoi avvocati che in una data tra il 20 agosto e il 5 settembre dovrà presentarsi, pena la convocazione coatta (prevista per il testimone che non si presenta).
Di fronte alla nuova richiesta della Procura, che ha anticipato ai legali dell'ex premier i temi sui quali intende interrogare il Cavaliere, la risposta di Niccolò Ghedini è stata aperturista. Ed è arrivata per fax nelle ultime ore.
Siamo disponibili a comunicare la prossima settimana una data nella quale il nostro assistito potrà presentarsi davanti ai giudici, è in sostanza l'annuncio dato ai pm. Ma, è l'aggiunta, Berlusconi presenterà una memoria tecnica con la quale richiede lo status di «testimone assistito», ovvero con la facoltà su alcuni temi di avvalersi della facoltà di non rispondere (non concessa ai testimoni, ma la difesa del Cavaliere contesta la convocazione in qualità di testimone, ritenendo che l'ex premier è indagato in reato connesso per un procedimento già archiviato e non può essere costretto a presentarsi). In più, Ghedini ai suoi interlocutori ha preannunciato la presentazione di un'altra memoria, nella quale si ricostruiscono passo per passo le vicende sulle quali dovrebbero vertere le domande dei pm.
E dunque sembra sbloccarsi la situazione, come peraltro i fedelissimi di Berlusconi sono pronti a giurare («Non avrebbe senso creare un caso che coinvolgerebbe il Parlamento, oggi alla gente queste polemiche non interessano», dice chi lo conosce bene). Il tutto anche se Ghedini e l'altro avvocato Piero Longo sono abbottonatissimi e non vogliono rivelare nulla: «Certo non ci presenteremo il 20 agosto, ma fino al 5 c'è tempo e vedremo», dice il primo. E il secondo si limita a constatare che, per legge «un testimone ha l'obbligo di presentarsi».
A Villa Certosa - mentre si impegna a recuperare la forma (obiettivo perdere 8 chili) e le energie - Berlusconi ha dunque anche un altro dossier da studiare, quello giudiziario. Per mettere a punto con gli avvocati la linea da tenere anche dopo che, nei giorni scorsi, ospite in Costa Azzurra dalla figlia Marina, ne ha a lungo parlato anche con lei che proprio dai giudici di Palermo sulla stessa vicenda è stata sentita come testimone. Il tutto mentre proseguono i suoi contatti con imprenditori, esperti di economia, consiglieri con i quali si confronta su quale dovrà essere il prossimo programma del centrodestra che ha ormai deciso di tornare a guidare.
Sì perché, a sentire chi gli parla in questi giorni, ormai il dado è tratto: sarà lui a guidare il suo partito. Come e alla guida di quale formazione lo si vedrà a settembre, quando si capirà con quale legge elettorale si andrà a votare. E quando, se è vero che l'ipotesi del voto anticipato non è ancora scomparsa dalle opzioni possibili, Berlusconi non vuole farsi trovare impreparato. Né troppo impelagato in vicende giudiziarie che, come gli confermano i focus group e i sondaggi che riceve, non sono certo in cima ai pensieri degli italiani.
Paola Di Caro
18 agosto 2012 | 08:56
http://apps.facebook.com/corrieresocial ... f07d.shtml
Caso Dell'Utri, i pm chiamano
Le condizioni di Berlusconi
Il leader pdl presenterà una memoria tecnica. L'obiettivo è lo status di «testimone assistito» con la facoltà di non rispondere
ROMA - Gli hanno fatto sapere che una data deve trovarla. Che non è possibile che non ci sia, nella sua agenda, un momento libero per rispondere alla convocazione come testimone che ritengono essenziale nel processo Dell'Utri, per ricostruire i motivi che spinsero lui, Silvio Berlusconi, a concedere all'amico «prestiti infruttiferi» per milioni e a comprare da lui a un prezzo ritenuto eccessivo una villa sul Lago di Como. Loro, i pm di Palermo, ipotizzano che ai suoi danni Dell'Utri abbia compiuto un'estorsione, e vogliono capirne il perché. E per questo hanno comunicato ai suoi avvocati che in una data tra il 20 agosto e il 5 settembre dovrà presentarsi, pena la convocazione coatta (prevista per il testimone che non si presenta).
Di fronte alla nuova richiesta della Procura, che ha anticipato ai legali dell'ex premier i temi sui quali intende interrogare il Cavaliere, la risposta di Niccolò Ghedini è stata aperturista. Ed è arrivata per fax nelle ultime ore.
Siamo disponibili a comunicare la prossima settimana una data nella quale il nostro assistito potrà presentarsi davanti ai giudici, è in sostanza l'annuncio dato ai pm. Ma, è l'aggiunta, Berlusconi presenterà una memoria tecnica con la quale richiede lo status di «testimone assistito», ovvero con la facoltà su alcuni temi di avvalersi della facoltà di non rispondere (non concessa ai testimoni, ma la difesa del Cavaliere contesta la convocazione in qualità di testimone, ritenendo che l'ex premier è indagato in reato connesso per un procedimento già archiviato e non può essere costretto a presentarsi). In più, Ghedini ai suoi interlocutori ha preannunciato la presentazione di un'altra memoria, nella quale si ricostruiscono passo per passo le vicende sulle quali dovrebbero vertere le domande dei pm.
E dunque sembra sbloccarsi la situazione, come peraltro i fedelissimi di Berlusconi sono pronti a giurare («Non avrebbe senso creare un caso che coinvolgerebbe il Parlamento, oggi alla gente queste polemiche non interessano», dice chi lo conosce bene). Il tutto anche se Ghedini e l'altro avvocato Piero Longo sono abbottonatissimi e non vogliono rivelare nulla: «Certo non ci presenteremo il 20 agosto, ma fino al 5 c'è tempo e vedremo», dice il primo. E il secondo si limita a constatare che, per legge «un testimone ha l'obbligo di presentarsi».
A Villa Certosa - mentre si impegna a recuperare la forma (obiettivo perdere 8 chili) e le energie - Berlusconi ha dunque anche un altro dossier da studiare, quello giudiziario. Per mettere a punto con gli avvocati la linea da tenere anche dopo che, nei giorni scorsi, ospite in Costa Azzurra dalla figlia Marina, ne ha a lungo parlato anche con lei che proprio dai giudici di Palermo sulla stessa vicenda è stata sentita come testimone. Il tutto mentre proseguono i suoi contatti con imprenditori, esperti di economia, consiglieri con i quali si confronta su quale dovrà essere il prossimo programma del centrodestra che ha ormai deciso di tornare a guidare.
Sì perché, a sentire chi gli parla in questi giorni, ormai il dado è tratto: sarà lui a guidare il suo partito. Come e alla guida di quale formazione lo si vedrà a settembre, quando si capirà con quale legge elettorale si andrà a votare. E quando, se è vero che l'ipotesi del voto anticipato non è ancora scomparsa dalle opzioni possibili, Berlusconi non vuole farsi trovare impreparato. Né troppo impelagato in vicende giudiziarie che, come gli confermano i focus group e i sondaggi che riceve, non sono certo in cima ai pensieri degli italiani.
Paola Di Caro
18 agosto 2012 | 08:56
http://apps.facebook.com/corrieresocial ... f07d.shtml
-
- Messaggi: 17353
- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso
La notte dei morti viventi.
Ultimo atto
L’intervista di Malcom Pagani a Littorio Feltri non è ancora disponibile sul sito del Fatto, ma immagino lo sarà in giornata.
L’editorialista del Giornale ha dichiarato:
“Il nuovo partito si chiamerà Grande Italia” e ho contribuito alla scelta del nome e adesso ho un rimpianto.
Quale, Vittorio feltri?
Non aver registrato il copyright. Mi avrebbe pagato. Il denaro, come ben si sa, non mi dispiace.
Altra bausciata alla milanese, nomi da richiamo come specchietto per le allodole – merlo, ma contenuti assolutamente vuoti. Peggio del partito di plastica.
Grande Italia, il nome del nuovo partito dei bucanieri proposto dalla salma non può che fare solo ridere.
Proprio lui in plancia ancora una volta su Grande Italia, dopo averla fatta affondare solo dieci mesi fa.
Almeno Schettino oggi guida solo il motoscafo di un amico. Non credo che gli verrà mia più offerta la guida di una nave. Il mondo della politica invece è pieno di matti.
Ma qui siamo a Milano, dove i bauscia non mancano mai,…. crescono come i funghi.
Littorio però si dice convinto che la cara salma, ormai un salmone, crede di vincere ma non può riuscirci.
Poi aggiunge, alla domanda “Si dice che Berlusconi sia depresso”:
Depressissimo. Ha delle crisi molto forti che durano in media dai 25 ai 30 secondi. Poi reagisce, non sa bene come neanche lui, ma reagisce.
Mentre la nave Italia ha ripreso ad affondare, i morti viventi continuano incuranti di tutto, le loro performance.
Ultimo atto
L’intervista di Malcom Pagani a Littorio Feltri non è ancora disponibile sul sito del Fatto, ma immagino lo sarà in giornata.
L’editorialista del Giornale ha dichiarato:
“Il nuovo partito si chiamerà Grande Italia” e ho contribuito alla scelta del nome e adesso ho un rimpianto.
Quale, Vittorio feltri?
Non aver registrato il copyright. Mi avrebbe pagato. Il denaro, come ben si sa, non mi dispiace.
Altra bausciata alla milanese, nomi da richiamo come specchietto per le allodole – merlo, ma contenuti assolutamente vuoti. Peggio del partito di plastica.
Grande Italia, il nome del nuovo partito dei bucanieri proposto dalla salma non può che fare solo ridere.
Proprio lui in plancia ancora una volta su Grande Italia, dopo averla fatta affondare solo dieci mesi fa.
Almeno Schettino oggi guida solo il motoscafo di un amico. Non credo che gli verrà mia più offerta la guida di una nave. Il mondo della politica invece è pieno di matti.
Ma qui siamo a Milano, dove i bauscia non mancano mai,…. crescono come i funghi.
Littorio però si dice convinto che la cara salma, ormai un salmone, crede di vincere ma non può riuscirci.
Poi aggiunge, alla domanda “Si dice che Berlusconi sia depresso”:
Depressissimo. Ha delle crisi molto forti che durano in media dai 25 ai 30 secondi. Poi reagisce, non sa bene come neanche lui, ma reagisce.
Mentre la nave Italia ha ripreso ad affondare, i morti viventi continuano incuranti di tutto, le loro performance.
-
- Messaggi: 17353
- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso
La notte dei morti viventi
Ultimo atto
“Silvio non tornare”, colletta di facebook risponde allo striscione aereo pro B.
Il senatore Mantovani aveva fatto volare sulle spiagge dell'Adriatico il messaggio "Silvio ritorna".(Come Lassy-ndt) Così un gruppo di riminesi ha fondato un gruppo sul social network per raccogliere i soldi per la replica: "E' un'iniziativa apolitica e goliardica. Vogliamo solo ribattere
di Elio Cogno | 23 agosto 2012
Commenti (12)
In questa calda estate c’è chi pensa alle vacanze, alle tasse, allo spread e c’è chi invece pensa a Silvio. Negli scorsi giorni il senatore Mario Mantovani insieme ad una parte dei vertici Pdl di Bellaria ha inscenato un curioso corteggiamento verso l’ex premier che ha coinvolto numerosi bagnanti della costa adriatica. Un aereo ha solcato le spiagge romagnole con la scritta “Silvio ritorna!” e le reazioni sono state le più disparate, dagli entusiasti ai terrorizzati all’idea di un ritorno. Silvio Berlusconi sembra aver gradito e con una chiamata nel tardo pomeriggio ha ringraziato il senatore Mantovani chiedendo di non organizzare altre iniziative dal momento che non è ancora certo di scendere nuovamente in campo.
Tra le reazioni c’è stata anche la curiosa iniziativa di un gruppo di giovani riminesi che a poche ore dal passaggio dell’aereo ha fondato un gruppo su Facebook e aperto una “colletta sociale” con l’obiettivo di raccogliere i soldi necessari per affittare un secondo velivolo ma questa volta con la scritta “Silvio non tornare, grazie!”. “È un’iniziativa totalmente apolitica e goliardica – spiega Gianluca Zamagni, promotore dell’iniziativa – volta a dimostrare e a ricordare che anche i cittadini possono agire, per esprimere la loro opinione. L’iniziativa non ha un vero obiettivo se non quello di far volare questo messaggio di risposta, ma non perché il destinatario lo sappia, non credo possa importarci di meno, ma solo per il gusto di averlo fatto. Nessun doppio fine. Si tratta semplicemente di realizzare il modesto sogno di tutte quelle persone che quando hanno visto passare quel messaggio aereo, avrebbero tanto voluto rispondergli: ora possono farlo. Sembra che la cosa sia sentita da molti dal momento che hanno già “donato” molti italiani all’estero, dall’Inghilterra, Spagna e Francia, e anche molti cittadini che non sono sulla costa Adriatica, e che quindi non hanno potuto vedere il messaggio originale, e neanche potranno vedere il nostro. Ma non importa evidentemente. Il passaparola si è presto diffuso in spiaggia dove sono state organizzate delle piccole raccolte in monetine, nipoti che hanno versato per i nonni pensionati e c’è persino un ragazzino che ha dato fondo alla sua paghetta, pur di contribuire”.
La colletta sociale è gestita in modo trasparente per permettere a chiunque di tenere d’occhio l’andamento dei versamenti verso l’obiettivo di 2750 dollari, cifra necessaria per l’affitto dell’aereo. Le donazioni sono state suddivise in alcune soglie in modo da poter andare incontro a tutte le possibilità: si va dai 5 dollari del “Contributo simbolico – Rinuncia ad un paio di caffè per dire la tua”, ai 50 dollari de “I soldi o la gloria? La gloria ovviamente. Vuoi mettere il gusto?” fino al “Contributo da eroe sociale” di 200 dollari. Se la curiosa iniziativa non riuscisse ad andare in porto, gli organizzatori assicurano che il ricavato verrà devoluto in beneficenza ma dal momento che sono stati raccolti oltre 1600 dollari nel giro di 36 ore, sembra che la probabilità di vedere un secondo aereo solcare i cieli romagnoli sia molto alta.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/08 ... -b/331675/
Ultimo atto
“Silvio non tornare”, colletta di facebook risponde allo striscione aereo pro B.
Il senatore Mantovani aveva fatto volare sulle spiagge dell'Adriatico il messaggio "Silvio ritorna".(Come Lassy-ndt) Così un gruppo di riminesi ha fondato un gruppo sul social network per raccogliere i soldi per la replica: "E' un'iniziativa apolitica e goliardica. Vogliamo solo ribattere
di Elio Cogno | 23 agosto 2012
Commenti (12)
In questa calda estate c’è chi pensa alle vacanze, alle tasse, allo spread e c’è chi invece pensa a Silvio. Negli scorsi giorni il senatore Mario Mantovani insieme ad una parte dei vertici Pdl di Bellaria ha inscenato un curioso corteggiamento verso l’ex premier che ha coinvolto numerosi bagnanti della costa adriatica. Un aereo ha solcato le spiagge romagnole con la scritta “Silvio ritorna!” e le reazioni sono state le più disparate, dagli entusiasti ai terrorizzati all’idea di un ritorno. Silvio Berlusconi sembra aver gradito e con una chiamata nel tardo pomeriggio ha ringraziato il senatore Mantovani chiedendo di non organizzare altre iniziative dal momento che non è ancora certo di scendere nuovamente in campo.
Tra le reazioni c’è stata anche la curiosa iniziativa di un gruppo di giovani riminesi che a poche ore dal passaggio dell’aereo ha fondato un gruppo su Facebook e aperto una “colletta sociale” con l’obiettivo di raccogliere i soldi necessari per affittare un secondo velivolo ma questa volta con la scritta “Silvio non tornare, grazie!”. “È un’iniziativa totalmente apolitica e goliardica – spiega Gianluca Zamagni, promotore dell’iniziativa – volta a dimostrare e a ricordare che anche i cittadini possono agire, per esprimere la loro opinione. L’iniziativa non ha un vero obiettivo se non quello di far volare questo messaggio di risposta, ma non perché il destinatario lo sappia, non credo possa importarci di meno, ma solo per il gusto di averlo fatto. Nessun doppio fine. Si tratta semplicemente di realizzare il modesto sogno di tutte quelle persone che quando hanno visto passare quel messaggio aereo, avrebbero tanto voluto rispondergli: ora possono farlo. Sembra che la cosa sia sentita da molti dal momento che hanno già “donato” molti italiani all’estero, dall’Inghilterra, Spagna e Francia, e anche molti cittadini che non sono sulla costa Adriatica, e che quindi non hanno potuto vedere il messaggio originale, e neanche potranno vedere il nostro. Ma non importa evidentemente. Il passaparola si è presto diffuso in spiaggia dove sono state organizzate delle piccole raccolte in monetine, nipoti che hanno versato per i nonni pensionati e c’è persino un ragazzino che ha dato fondo alla sua paghetta, pur di contribuire”.
La colletta sociale è gestita in modo trasparente per permettere a chiunque di tenere d’occhio l’andamento dei versamenti verso l’obiettivo di 2750 dollari, cifra necessaria per l’affitto dell’aereo. Le donazioni sono state suddivise in alcune soglie in modo da poter andare incontro a tutte le possibilità: si va dai 5 dollari del “Contributo simbolico – Rinuncia ad un paio di caffè per dire la tua”, ai 50 dollari de “I soldi o la gloria? La gloria ovviamente. Vuoi mettere il gusto?” fino al “Contributo da eroe sociale” di 200 dollari. Se la curiosa iniziativa non riuscisse ad andare in porto, gli organizzatori assicurano che il ricavato verrà devoluto in beneficenza ma dal momento che sono stati raccolti oltre 1600 dollari nel giro di 36 ore, sembra che la probabilità di vedere un secondo aereo solcare i cieli romagnoli sia molto alta.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/08 ... -b/331675/
-
- Messaggi: 3688
- Iscritto il: 22/02/2012, 14:30
Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso
Chi ha pagato invece la scritta torna Silvio? Mantovani di tasca sua?.
Ciao
Paolo11
Ciao
Paolo11
-
- Messaggi: 17353
- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso
Feltri: “Berlusconi? Depressissimo, ha forti crisi. Quindi si ricandida”
Il direttore de Il Giornale a tutto campo con il Fatto. "Il Cavaliere bravissimo a vendere e a immaginare il prodotto, ma non è capace a farlo. Crede di rivincere ma è impossibile. L'italia è ferma da 50 anni, una soluzione sarebbe uscire dall'euro"
di Malcom Pagani | 23 agosto 2012
Commenti (79)
Dimenticatevi slogan calcistici e popoli della libertà. Il nuovo partito di Berlusconi si chiamerà “Grande Italia”. Ne parlai con la Brambilla, contribuii involontariamente alla scelta del nome e adesso ho un rimpianto”.
Quale, Vittorio Feltri?
Non aver registrato il copyright. Mi avrebbero pagato. Il denaro, come ben si sa, non mi dispiace.
Feltri il venale?
Lo sostengano. Non me ne frega assolutamente niente. Nulla mi irrita come l’ipocrisia.
Si sente circondato?
Tutti parlano di soldi. Io non ci penso mai. Se mi passano davanti agli occhi, però, li prendo. (Ora di pranzo di un dimenticabile agosto milanese. Sirene, venditori di cocco, indigeni in bermuda, caldo da Africa in giardino. In via Negri, ex regno di Montanelli, Feltri veste come se fosse dicembre a Fucecchio).
Si dice che Berlusconi sia depresso.
Depressissimo. Ha delle crisi molti forti che durano in media dai 25 ai 30 secondi. Poi reagisce, non sa bene come neanche lui, ma reagisce.
Lo vedremo in prima linea?
A un Berlusconi padre nobile di Alfano non ho mai creduto. Silvio sarà il candidato premier.
Grande Italia la persuade?
Cambiare il nome ai partiti è un espediente patetico. Lo fece anche il Pci. Quando non sanno cosa fare, danno una riverniciata all’insegna.
Piccolo mondo antico?
Ottocentesco. Tra prima e seconda Repubblica c’è una continuità disarmante. Silvio, uomo marketing, vive per il colpo di teatro. Io molto meno.
Vi siete confrontati?
Se gli dico la verità lo offendo. Berlusconi è bravissimo a vendere il prodotto, persino a immaginarlo. Ma non è capace di farlo. Pensa all’etichetta, alla confezione, alla rete distributiva, ma di quel che c’è dentro, lo dimostra il suo ventennio, gli importa poco. Ci rimarrà male. È probabile, la verità non sempre fa piacere. Nello scatolone del ’94 mise di tutto. All’epoca, in pieno caos post-Tangentopoli, fu una scelta obbligata. Superata l’emergenza avrebbe dovuto scegliere, formare la classe dirigente. Non accadde.
Tutta colpa sua?
Il suo merito maggiore, aver impedito la presa del potere della banda Occhetto, si è rivelato anche il suo limite. Si è cullato nel plebiscito senza far coincidere consenso e azione di governo.
Partito di plastica?
La fretta era una necessità e i compagni di strada, come i risultati che abbiamo osservato, modesti.
Può rivincere?
Lui ci crede, ma tecnicamente l’operazione non può riuscirgli.In passato ha promesso rivoluzioni regolarmente abortite e ora stato d’animo degli italiani e fiducia nei partiti sono ai minimi storici.
Montezemolo sarà un suo alleato?
Poteva essere una risorsa. Sette anni fa.
Opposizione dunque?
Silvio si basa sui sondaggi. Si valuta al 20% con Bersani in testa di 7 punti. Vuole ridurre la forbice, non per governare, ma per contare, e molto, in una prospettiva proporzionale, da grande ammucchiata.
La supercoalizione?
Come ai tempi di Moro. L’antica tentazione del mucchio selvaggio. Non vede che tentano di riesumare persino la balena bianca? La solita frittatina. In un Paese così, fare progetti è impensabile. Abbiamo una costituzione venerata. Intoccabile.
La vorrebbe stravolgere?
Il punto è un altro. Si guardi intorno. I problemi sono sempre gli stessi. Siamo sclerotici. Sulle riforme Berlusconi si era speso. Per la giustizia non ha fatto nulla, neanche depenalizzare i reati a mezzo stampa. Siamo l’unica nazione dell’Occidente in cui la diffamazione è viatico per la galera. Livelli sovietici.
A proposito di stampa, lei ha la scorta?
Da quasi 10 anni, con l’auto di mia proprietà e senza che la chiedessi. Abituarsi non è stato facile. A volte scappo per una passeggiata. Non dovrei, lo so, ma non mi sputano, né mi inseguono sa?
Al suo collega Belpietro la concessero.
Di quella oscura vicenda non si è capito niente e quindi, mi astengo dal giudicare.
Il panorama odierno la sconforta?
L’Italia è tutta una Pedemontana. Ascolti. Avevo 19 anni e alla Provincia di Bergamo, la prima pratica sul tavolo portava quel nome. Era il ’62. Mezzo secolo dopo la Pedemontana è ancora un miraggio.
Il Paese è fermo ad allora?
Per aborto e divorzio, va un grazie a Pannella. Per il resto, non si è riformato un tubo e quando hanno tentato con le Regioni e la legge Anselmi sulla Sanità, il debito pubblico è mostruosamente salito.
Soluzioni?
Non faccio più il giornale, ma imbastirei immediatamente una campagna per uscire dall’euro.
Ritorno alla lira?
L’euro morirà in un anno. Forse prima. Se non c’è l’Europa, che senso ha la moneta comune? Berlusconi ci aveva pensato. Sul tema, aveva riunito economisti e Nobel. Non escludo che giochi la carta tra qualche mese.
Monti le piace?
Non lo rimprovero per quel che ha fatto, ma per le tante cose che non ha fatto.
Berlusconi e le ragazze?
Dubito dell’arte amatoria di Silvio. Io a 69 anni e senza i suoi problemi fisici, non ce la farei. C’è molta letteratura, millanteria, atmosfera da bar anni 50. Lo stagno è quello della barzelletta.
Quelle di Berlusconi la facevano ridere?
Era dura. Lui raccontava, in effetti ridevano tutti.
Ha visto Santanchè? Vuole piazze piene.
Un milione di persone? A che scopo? Cosa facciamo lì? Slogan, comizi, traffico impazzito. Sempre odiato le manifestazioni. Dov’è l’evoluzione?
Latita?
Prenda Sacconi e Cicchitto, lombardiani come me, vecchi amici, uomini di un’altra epoca. Teoria molta, zero azione. Capiscono la politica, non sanno farla.
Per la P2, Lombardi schiaffeggiò Cicchitto.
Leggenda metropolitana, da me mai verificata.
Perché lasciò il Psi?
Persino la Dc ci aveva superato a sinistra. Votavo Psi, democristiani e comunisti mi repellevano.
E la storia del Feltri comunista?
Uscì in un libercolo. Avevo 13 anni. La giustizia sociale non mi dispiaceva. Al primo peana sulla dittatura del proletariato me la diedi a gambe.
Giudizio di Vincino: “Feltri è un grande giornalista. Prende i cadaveri e li resuscita”.
Verissimo. Altrimenti a uno come me, un giornale non l’avrebbero mai dato. Se guido una macchina che funziona, la distruggo. Con una 500, due calci in culo e un po’ di cinismo, corro a Le Mans.
Mens nana in corpore nano, Giuliano Urbani. Ducetto Felsineo, Gianfranco Fini. Ricorda?
Per Urbani ho simpatia, di Fini rilevo solo l’impressionante propensione al suicidio. Alla battuta non so resistere. Sei solo, con il tuo foglio bianco, se mi visita il buon umore trattenermi è complicato.
Feltri asseconda il peggio della borghesia italiana, sfido che trova i clienti. Montanelli.
Lo diceva e una cosa devo dirla anche io. Quel che Indro mi attribuiva era il suo stesso marchio di fabbrica. I lettori che ereditai, i suoi. Assecondati per anni. Un’arte che gli permise di rimanere a galla. Indro, maestro del chiaroscuro, era bravissimo. Anche con Berlusconi. Fingeva di trattarlo male. Mi inchino al suo talento. Sono solo Vittorio Feltri, impiegato dalla scrittura monocorde.
Dove sarà tra 10 anni?
Voglio morire dietro la scrivania. Ma non dipende da me. Ho un contratto di 4 anni, se vogliono risolverlo devono pagarmi. Le sembro venale?
Da Il Fatto Quotidiano del 23 agosto 2012
Il direttore de Il Giornale a tutto campo con il Fatto. "Il Cavaliere bravissimo a vendere e a immaginare il prodotto, ma non è capace a farlo. Crede di rivincere ma è impossibile. L'italia è ferma da 50 anni, una soluzione sarebbe uscire dall'euro"
di Malcom Pagani | 23 agosto 2012
Commenti (79)
Dimenticatevi slogan calcistici e popoli della libertà. Il nuovo partito di Berlusconi si chiamerà “Grande Italia”. Ne parlai con la Brambilla, contribuii involontariamente alla scelta del nome e adesso ho un rimpianto”.
Quale, Vittorio Feltri?
Non aver registrato il copyright. Mi avrebbero pagato. Il denaro, come ben si sa, non mi dispiace.
Feltri il venale?
Lo sostengano. Non me ne frega assolutamente niente. Nulla mi irrita come l’ipocrisia.
Si sente circondato?
Tutti parlano di soldi. Io non ci penso mai. Se mi passano davanti agli occhi, però, li prendo. (Ora di pranzo di un dimenticabile agosto milanese. Sirene, venditori di cocco, indigeni in bermuda, caldo da Africa in giardino. In via Negri, ex regno di Montanelli, Feltri veste come se fosse dicembre a Fucecchio).
Si dice che Berlusconi sia depresso.
Depressissimo. Ha delle crisi molti forti che durano in media dai 25 ai 30 secondi. Poi reagisce, non sa bene come neanche lui, ma reagisce.
Lo vedremo in prima linea?
A un Berlusconi padre nobile di Alfano non ho mai creduto. Silvio sarà il candidato premier.
Grande Italia la persuade?
Cambiare il nome ai partiti è un espediente patetico. Lo fece anche il Pci. Quando non sanno cosa fare, danno una riverniciata all’insegna.
Piccolo mondo antico?
Ottocentesco. Tra prima e seconda Repubblica c’è una continuità disarmante. Silvio, uomo marketing, vive per il colpo di teatro. Io molto meno.
Vi siete confrontati?
Se gli dico la verità lo offendo. Berlusconi è bravissimo a vendere il prodotto, persino a immaginarlo. Ma non è capace di farlo. Pensa all’etichetta, alla confezione, alla rete distributiva, ma di quel che c’è dentro, lo dimostra il suo ventennio, gli importa poco. Ci rimarrà male. È probabile, la verità non sempre fa piacere. Nello scatolone del ’94 mise di tutto. All’epoca, in pieno caos post-Tangentopoli, fu una scelta obbligata. Superata l’emergenza avrebbe dovuto scegliere, formare la classe dirigente. Non accadde.
Tutta colpa sua?
Il suo merito maggiore, aver impedito la presa del potere della banda Occhetto, si è rivelato anche il suo limite. Si è cullato nel plebiscito senza far coincidere consenso e azione di governo.
Partito di plastica?
La fretta era una necessità e i compagni di strada, come i risultati che abbiamo osservato, modesti.
Può rivincere?
Lui ci crede, ma tecnicamente l’operazione non può riuscirgli.In passato ha promesso rivoluzioni regolarmente abortite e ora stato d’animo degli italiani e fiducia nei partiti sono ai minimi storici.
Montezemolo sarà un suo alleato?
Poteva essere una risorsa. Sette anni fa.
Opposizione dunque?
Silvio si basa sui sondaggi. Si valuta al 20% con Bersani in testa di 7 punti. Vuole ridurre la forbice, non per governare, ma per contare, e molto, in una prospettiva proporzionale, da grande ammucchiata.
La supercoalizione?
Come ai tempi di Moro. L’antica tentazione del mucchio selvaggio. Non vede che tentano di riesumare persino la balena bianca? La solita frittatina. In un Paese così, fare progetti è impensabile. Abbiamo una costituzione venerata. Intoccabile.
La vorrebbe stravolgere?
Il punto è un altro. Si guardi intorno. I problemi sono sempre gli stessi. Siamo sclerotici. Sulle riforme Berlusconi si era speso. Per la giustizia non ha fatto nulla, neanche depenalizzare i reati a mezzo stampa. Siamo l’unica nazione dell’Occidente in cui la diffamazione è viatico per la galera. Livelli sovietici.
A proposito di stampa, lei ha la scorta?
Da quasi 10 anni, con l’auto di mia proprietà e senza che la chiedessi. Abituarsi non è stato facile. A volte scappo per una passeggiata. Non dovrei, lo so, ma non mi sputano, né mi inseguono sa?
Al suo collega Belpietro la concessero.
Di quella oscura vicenda non si è capito niente e quindi, mi astengo dal giudicare.
Il panorama odierno la sconforta?
L’Italia è tutta una Pedemontana. Ascolti. Avevo 19 anni e alla Provincia di Bergamo, la prima pratica sul tavolo portava quel nome. Era il ’62. Mezzo secolo dopo la Pedemontana è ancora un miraggio.
Il Paese è fermo ad allora?
Per aborto e divorzio, va un grazie a Pannella. Per il resto, non si è riformato un tubo e quando hanno tentato con le Regioni e la legge Anselmi sulla Sanità, il debito pubblico è mostruosamente salito.
Soluzioni?
Non faccio più il giornale, ma imbastirei immediatamente una campagna per uscire dall’euro.
Ritorno alla lira?
L’euro morirà in un anno. Forse prima. Se non c’è l’Europa, che senso ha la moneta comune? Berlusconi ci aveva pensato. Sul tema, aveva riunito economisti e Nobel. Non escludo che giochi la carta tra qualche mese.
Monti le piace?
Non lo rimprovero per quel che ha fatto, ma per le tante cose che non ha fatto.
Berlusconi e le ragazze?
Dubito dell’arte amatoria di Silvio. Io a 69 anni e senza i suoi problemi fisici, non ce la farei. C’è molta letteratura, millanteria, atmosfera da bar anni 50. Lo stagno è quello della barzelletta.
Quelle di Berlusconi la facevano ridere?
Era dura. Lui raccontava, in effetti ridevano tutti.
Ha visto Santanchè? Vuole piazze piene.
Un milione di persone? A che scopo? Cosa facciamo lì? Slogan, comizi, traffico impazzito. Sempre odiato le manifestazioni. Dov’è l’evoluzione?
Latita?
Prenda Sacconi e Cicchitto, lombardiani come me, vecchi amici, uomini di un’altra epoca. Teoria molta, zero azione. Capiscono la politica, non sanno farla.
Per la P2, Lombardi schiaffeggiò Cicchitto.
Leggenda metropolitana, da me mai verificata.
Perché lasciò il Psi?
Persino la Dc ci aveva superato a sinistra. Votavo Psi, democristiani e comunisti mi repellevano.
E la storia del Feltri comunista?
Uscì in un libercolo. Avevo 13 anni. La giustizia sociale non mi dispiaceva. Al primo peana sulla dittatura del proletariato me la diedi a gambe.
Giudizio di Vincino: “Feltri è un grande giornalista. Prende i cadaveri e li resuscita”.
Verissimo. Altrimenti a uno come me, un giornale non l’avrebbero mai dato. Se guido una macchina che funziona, la distruggo. Con una 500, due calci in culo e un po’ di cinismo, corro a Le Mans.
Mens nana in corpore nano, Giuliano Urbani. Ducetto Felsineo, Gianfranco Fini. Ricorda?
Per Urbani ho simpatia, di Fini rilevo solo l’impressionante propensione al suicidio. Alla battuta non so resistere. Sei solo, con il tuo foglio bianco, se mi visita il buon umore trattenermi è complicato.
Feltri asseconda il peggio della borghesia italiana, sfido che trova i clienti. Montanelli.
Lo diceva e una cosa devo dirla anche io. Quel che Indro mi attribuiva era il suo stesso marchio di fabbrica. I lettori che ereditai, i suoi. Assecondati per anni. Un’arte che gli permise di rimanere a galla. Indro, maestro del chiaroscuro, era bravissimo. Anche con Berlusconi. Fingeva di trattarlo male. Mi inchino al suo talento. Sono solo Vittorio Feltri, impiegato dalla scrittura monocorde.
Dove sarà tra 10 anni?
Voglio morire dietro la scrivania. Ma non dipende da me. Ho un contratto di 4 anni, se vogliono risolverlo devono pagarmi. Le sembro venale?
Da Il Fatto Quotidiano del 23 agosto 2012
Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso
La questione televisiva esiste ancora
di Nicola D'Angelo | 9 settembre 2012
Nel paese dei ritardi, della storica assenza di ordine nell’uso delle frequenze, il Governo è corso a rilasciare i diritti d’uso delle stesse frequenze alle televisioni per 20 anni. Un fatto positivo? Finalmente un termine rispettato? No, una incomprensibile accelerazione. Almeno due importanti motivi avrebbero suggerito di aspettare.
1. Il Piano Nazionale di Assegnazione delle Frequenze, presupposto essenziale al rilascio, è ancora in fase di profonda modificazione a causa della gara per LTE (la telefonia mobile di nuova generazione che usa una banda di frequenze attualmente assegnata alle TV), della gara per le frequenze già oggetto del cosiddetto beauty contest (di cui allo stato si sono perse le tracce), dei problemi conseguenti il passaggio al digitale (coordinamento internazionale, criticità nella ricezione emerse in alcune regioni, frequenze utilizzate dal servizio pubblico). Senza un Piano “stabile” dunque è come voler rilasciare permessi a costruire case in assenza di un piano regolatore;
2. Nulla si è fatto per riformare le regole antitrust sulla raccolta pubblicitaria, con il risultato paradossale che anche in presenza di una crisi di audience il principale gruppo privato italiano aumenta i suoi introiti da pubblicità.
Perciò, consolidare le attuali posizioni di mercato con il rilascio di diritti d’uso ventennali in assenza di una riforma del sistema radiotelevisivo costituisce oggettivamente un favore ai soggetti che in questi decenni sono stati i padroni dell’etere. Per molti, anche a sinistra, non esiste più una questione televisiva in Italia. Si dice: ci sono i grandi aggregatori come Apple, Google, Amazon, c’è internet, dunque che senso ha parlare ancora di televisione. Tuttavia, questa giustificazione appare debole. E’ concettualmente sbagliato equiparare i fenomeni della rete con la televisione. Sono mondi diversi con effetti di sostituzione tutt’altro che immediati.
Certo l’avvento di internet anche nel mondo della televisione è un’opportunità non una sciagura da cui difendersi, ma i tempi entro cui le nuove tecnologie soppianteranno i tradizionali network televisivi sono difficilmente prevedibili, soprattutto per il fatto che non ci sono ancora grandi ritorni sugli investimenti dal settore delle nuove tecnologie.
L’innovazione dei sistemi di distribuzione dei contenuti (es. provider ott, cord-cutting) sta infatti contribuendo in modo parziale a nuovi modelli di business nel mercato televisivo. I consumatori non sembrano optare decisamente per essi cancellando gli abbonamenti pay (ciò anche in considerazione del costo delle connessioni broadband). E poi le distorsioni di mercato e legislative nel settore della televisione tradizionale hanno comunque un effetto anche per le nuove forme di trasmissione.
La storia della IPTV di Fastweb, la sua chiusura, dimostrano in modo inequivocabile che politiche di favore ad un certo sistema televisivo impediscono la costituzione di offerte concorrenti anche sul broadband. In assenza di riforme sarà ancora peggio per chi tenterà di sperimentare sull’etere forme nuove di televisione (es. progetto Servizio Pubblico).
Dunque esiste ancora un problema televisivo in Italia e fa un pò specie sentire il Presidente del Consiglio dire, a proposito della Rai: ”abbiamo rotto i vecchi schemi della televisione”. Eppure basterebbe poco. Per iniziare, anche in assenza di una legge di riforma della Gasparri o della Rai, perché non definire criteri trasparenti sul rilevamento degli indici di ascolto, affinché gli investitori pubblicitari si orientino dove effettivamente c’è audience? Perché non farlo subito in uno dei provvedimenti annunciati sullo sviluppo e la concorrenza?
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09 ... ra/346945/
di Nicola D'Angelo | 9 settembre 2012
Nel paese dei ritardi, della storica assenza di ordine nell’uso delle frequenze, il Governo è corso a rilasciare i diritti d’uso delle stesse frequenze alle televisioni per 20 anni. Un fatto positivo? Finalmente un termine rispettato? No, una incomprensibile accelerazione. Almeno due importanti motivi avrebbero suggerito di aspettare.
1. Il Piano Nazionale di Assegnazione delle Frequenze, presupposto essenziale al rilascio, è ancora in fase di profonda modificazione a causa della gara per LTE (la telefonia mobile di nuova generazione che usa una banda di frequenze attualmente assegnata alle TV), della gara per le frequenze già oggetto del cosiddetto beauty contest (di cui allo stato si sono perse le tracce), dei problemi conseguenti il passaggio al digitale (coordinamento internazionale, criticità nella ricezione emerse in alcune regioni, frequenze utilizzate dal servizio pubblico). Senza un Piano “stabile” dunque è come voler rilasciare permessi a costruire case in assenza di un piano regolatore;
2. Nulla si è fatto per riformare le regole antitrust sulla raccolta pubblicitaria, con il risultato paradossale che anche in presenza di una crisi di audience il principale gruppo privato italiano aumenta i suoi introiti da pubblicità.
Perciò, consolidare le attuali posizioni di mercato con il rilascio di diritti d’uso ventennali in assenza di una riforma del sistema radiotelevisivo costituisce oggettivamente un favore ai soggetti che in questi decenni sono stati i padroni dell’etere. Per molti, anche a sinistra, non esiste più una questione televisiva in Italia. Si dice: ci sono i grandi aggregatori come Apple, Google, Amazon, c’è internet, dunque che senso ha parlare ancora di televisione. Tuttavia, questa giustificazione appare debole. E’ concettualmente sbagliato equiparare i fenomeni della rete con la televisione. Sono mondi diversi con effetti di sostituzione tutt’altro che immediati.
Certo l’avvento di internet anche nel mondo della televisione è un’opportunità non una sciagura da cui difendersi, ma i tempi entro cui le nuove tecnologie soppianteranno i tradizionali network televisivi sono difficilmente prevedibili, soprattutto per il fatto che non ci sono ancora grandi ritorni sugli investimenti dal settore delle nuove tecnologie.
L’innovazione dei sistemi di distribuzione dei contenuti (es. provider ott, cord-cutting) sta infatti contribuendo in modo parziale a nuovi modelli di business nel mercato televisivo. I consumatori non sembrano optare decisamente per essi cancellando gli abbonamenti pay (ciò anche in considerazione del costo delle connessioni broadband). E poi le distorsioni di mercato e legislative nel settore della televisione tradizionale hanno comunque un effetto anche per le nuove forme di trasmissione.
La storia della IPTV di Fastweb, la sua chiusura, dimostrano in modo inequivocabile che politiche di favore ad un certo sistema televisivo impediscono la costituzione di offerte concorrenti anche sul broadband. In assenza di riforme sarà ancora peggio per chi tenterà di sperimentare sull’etere forme nuove di televisione (es. progetto Servizio Pubblico).
Dunque esiste ancora un problema televisivo in Italia e fa un pò specie sentire il Presidente del Consiglio dire, a proposito della Rai: ”abbiamo rotto i vecchi schemi della televisione”. Eppure basterebbe poco. Per iniziare, anche in assenza di una legge di riforma della Gasparri o della Rai, perché non definire criteri trasparenti sul rilevamento degli indici di ascolto, affinché gli investitori pubblicitari si orientino dove effettivamente c’è audience? Perché non farlo subito in uno dei provvedimenti annunciati sullo sviluppo e la concorrenza?
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09 ... ra/346945/
Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso
Pdl: Formattatori, Berlusconi faccia una cosa di sinistra. Le primarie
13 Settembre 2012 - 18:45
(ASCA) - Roma, 13 set - ''Il Pdl e il centrodestra non hanno nulla da invidiare alla sinistra. Abbiamo valori, idee e progetti per il futuro dell'Italia. E allora cari Berlusconi, Alfano, Cicchitto, Gasparri, La Russa, Verdini e Bondi, abbiate coraggio. Aprite le finestre e facciamo una cosa di sinistra, una sola: le primarie. Non siamo solo noi formattatori a chiedervelo, e' la storia''. Lo dichiara, in una nota, Alessandro Cattaneo, leader di Formattiamo il Pdl e sindaco di Pavia.
''Se ne puo' ridere - dice -. Osservarne l'evoluzione con tracotanza. Perfino seguirne divertiti gli esiti, facendo il tifo per una o per l'altra squadra come se si trattasse di una banale partita di calcio. La verita' e' che nel centrosinistra, in vista delle prossime elezioni, si e' aperto un dibattito schietto, a tratti anche cruento, tra visioni vecchie e nuove della politica, tra ricette per il futuro dell'Italia targate XXI* secolo e quelle ancora legate al XX*. Ricette che in gran parte non condividiamo e che restano alternative a valori e idee del centrodestra. Ma questa e' la forza delle primarie: far entrare aria fresca, idee nuove, nelle stanze buie e chiuse del potere, contaminando cosi' logiche dure a morire modello prima Repubblica. Primarie che noi formattatori rivendichiamo essere stati i primi nel Pdl a chiedere come strumento su cui far leva per introdurre il merito e una nuova credibilita' nella scelta della classe dirigente del partito. Primarie che ora, guardando a sinistra, in tanti silenziosamente vorrebbero ma che non si sognano di chiedere apertamente per paura di non venir ricandidati o per ubbidienza al capo corrente di turno''.
com/map
i formattatori!!! vabbè ma questi copiano di brutto!!! non so da voi, a livello locale , qui i "vecchi" del pdl sono tutti in fuga precipitosa sui vari "movimenti" , si autoformattano da soli .
13 Settembre 2012 - 18:45
(ASCA) - Roma, 13 set - ''Il Pdl e il centrodestra non hanno nulla da invidiare alla sinistra. Abbiamo valori, idee e progetti per il futuro dell'Italia. E allora cari Berlusconi, Alfano, Cicchitto, Gasparri, La Russa, Verdini e Bondi, abbiate coraggio. Aprite le finestre e facciamo una cosa di sinistra, una sola: le primarie. Non siamo solo noi formattatori a chiedervelo, e' la storia''. Lo dichiara, in una nota, Alessandro Cattaneo, leader di Formattiamo il Pdl e sindaco di Pavia.
''Se ne puo' ridere - dice -. Osservarne l'evoluzione con tracotanza. Perfino seguirne divertiti gli esiti, facendo il tifo per una o per l'altra squadra come se si trattasse di una banale partita di calcio. La verita' e' che nel centrosinistra, in vista delle prossime elezioni, si e' aperto un dibattito schietto, a tratti anche cruento, tra visioni vecchie e nuove della politica, tra ricette per il futuro dell'Italia targate XXI* secolo e quelle ancora legate al XX*. Ricette che in gran parte non condividiamo e che restano alternative a valori e idee del centrodestra. Ma questa e' la forza delle primarie: far entrare aria fresca, idee nuove, nelle stanze buie e chiuse del potere, contaminando cosi' logiche dure a morire modello prima Repubblica. Primarie che noi formattatori rivendichiamo essere stati i primi nel Pdl a chiedere come strumento su cui far leva per introdurre il merito e una nuova credibilita' nella scelta della classe dirigente del partito. Primarie che ora, guardando a sinistra, in tanti silenziosamente vorrebbero ma che non si sognano di chiedere apertamente per paura di non venir ricandidati o per ubbidienza al capo corrente di turno''.
com/map
i formattatori!!! vabbè ma questi copiano di brutto!!! non so da voi, a livello locale , qui i "vecchi" del pdl sono tutti in fuga precipitosa sui vari "movimenti" , si autoformattano da soli .
Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso
COLOGNO MONZESE SAREBBE INTERESSATO A COMPRARE LA RETE DI PROPRIETA' DI TI MEDIA
Mediaset, l'idea di comprare La7
È uno dei tre soggetti interessati assieme a Cairo e Discovery. Al Biscione farebbe gola anche l'infrastruttura per le frequenze
Il logo di La7 di proprietà del gruppo Telecom Italia Media, controllata del gruppo Telecom
Il gruppo Mediaset in campo nella gara per Telecom Italia Media. Il gruppo di Cologno Monzese avrebbe presentato una doppia manifestazione di interesse per l'acquisto degli asset della controllata Telecom: la prima riguarda l'emittente televisiva La7, la seconda - attraverso Ei Towers - l'infrastruttura per le frequenze. Mediaset, contattata, non ha commentato l'indiscrezione.
GLI INTERESSATI - I soggetti che stanno guardando a Telecom Italia Media - nell'asta gestita da Mediobanca e Citigroup - sono oltre dieci con tre potenziali acquirenti per La7: il gruppo Cairo, Discovery Channel e, appunto, Mediaset. Per i multiplex sono in corsa EiTowers e gli spagnoli di Abertis oltre ad alcuni fondi infrastrutturali o focalizzati sui media. Tra questi è presente anche un investitore asiatico. Hanno presentato manifestazioni di interesse per tutta Telecom Italia Media tra gli altri il fondo di private equity Clessidra. L'asta sugli asset media del gruppo Telecom entrerà nel vivo a fine mese quando sono attese, entro il 24 settembre, le prime offerte concrete a carattere non vincolante: lì si vedrà chi dei numerosi soggetti interessati si farà concretamente avanti.
Redazione Online
14 settembre 2012 | 22:49
Mediaset, l'idea di comprare La7
È uno dei tre soggetti interessati assieme a Cairo e Discovery. Al Biscione farebbe gola anche l'infrastruttura per le frequenze
Il logo di La7 di proprietà del gruppo Telecom Italia Media, controllata del gruppo Telecom
Il gruppo Mediaset in campo nella gara per Telecom Italia Media. Il gruppo di Cologno Monzese avrebbe presentato una doppia manifestazione di interesse per l'acquisto degli asset della controllata Telecom: la prima riguarda l'emittente televisiva La7, la seconda - attraverso Ei Towers - l'infrastruttura per le frequenze. Mediaset, contattata, non ha commentato l'indiscrezione.
GLI INTERESSATI - I soggetti che stanno guardando a Telecom Italia Media - nell'asta gestita da Mediobanca e Citigroup - sono oltre dieci con tre potenziali acquirenti per La7: il gruppo Cairo, Discovery Channel e, appunto, Mediaset. Per i multiplex sono in corsa EiTowers e gli spagnoli di Abertis oltre ad alcuni fondi infrastrutturali o focalizzati sui media. Tra questi è presente anche un investitore asiatico. Hanno presentato manifestazioni di interesse per tutta Telecom Italia Media tra gli altri il fondo di private equity Clessidra. L'asta sugli asset media del gruppo Telecom entrerà nel vivo a fine mese quando sono attese, entro il 24 settembre, le prime offerte concrete a carattere non vincolante: lì si vedrà chi dei numerosi soggetti interessati si farà concretamente avanti.
Redazione Online
14 settembre 2012 | 22:49
Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso
E l'Authority per la concorrenza non ha nulla da dire?
Chi c’è in linea
Visitano il forum: Nessuno e 6 ospiti