Grazie mariomariok ha scritto:l'ho pubblicato io usando l'account FB
Come se ne viene fuori ?
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Re: Come se ne viene fuori ?
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Re: Come se ne viene fuori ?
La notte dei morti viventi
Ultima puntata
E’ tornato Peppone
E’ proprio vero che nelle tragedie c’è sempre una parte di comico. L’hanno fatto notare PierGiorgio Gawronski e Wanda Marra inviata per IFQ a Reggio Emilia :
“E’ un linguaggio che ricorda quello del ’19,…,,vengano qui, a vedere invece di parlare dalla Rete,………” ha dichiarato Bersani-Peppone.
Non si sentivano queste cose dagli anni ’50.
Guareschi da qualche parte se la ride alla grande più che divertito,..hanno resuscitato “il suo Peppone”.
Bersande si comporta sputato, sputato come Peppone. Chiede a Grillo di andare a Reggio Emilia e dirglielo in faccia che sono zombie,….ma proprio perché poteva supporre che glielo avrebbe detto, lo ha escluso dalla festa del PD di Reggio Emilia. Come ha escluso Di Pietro, Il Fatto Quotidiano e Landini. Tutte persone che potevano mettere in discussione il traballante assetto dell’attuale partito dei defunti.
Una pepponata magistrale, di una comicità indescrivibile. Ma nello stesso tragica perché questo è l’uomo che avanza la pretesa di governare dal prossimo anno il Paese.
Siamo tornati di colpo indietro di sessant’anni. Ai tempi alle Feste dell’Unità ci stavano solo i rossi nei dibattiti. Poi nel tempo il Pci si è modernizzato, si è democratizzato copiando gli altri partiti e ha aperto il dibattito anche agli avversari.
Di colpo, Peppone ha fatto marcia indietro di 60 anni, e dalla Festa, che non è più dell’Unità, ma “”””democratica””””, è tornato ad escludere il nemico, mentre invita la nota sciarpa littoria Sallusti al servizio del salmone di Hardcore.
Ti viene da ridere e da piangere nello stesso tempo.
Ultima puntata
E’ tornato Peppone
E’ proprio vero che nelle tragedie c’è sempre una parte di comico. L’hanno fatto notare PierGiorgio Gawronski e Wanda Marra inviata per IFQ a Reggio Emilia :
“E’ un linguaggio che ricorda quello del ’19,…,,vengano qui, a vedere invece di parlare dalla Rete,………” ha dichiarato Bersani-Peppone.
Non si sentivano queste cose dagli anni ’50.
Guareschi da qualche parte se la ride alla grande più che divertito,..hanno resuscitato “il suo Peppone”.
Bersande si comporta sputato, sputato come Peppone. Chiede a Grillo di andare a Reggio Emilia e dirglielo in faccia che sono zombie,….ma proprio perché poteva supporre che glielo avrebbe detto, lo ha escluso dalla festa del PD di Reggio Emilia. Come ha escluso Di Pietro, Il Fatto Quotidiano e Landini. Tutte persone che potevano mettere in discussione il traballante assetto dell’attuale partito dei defunti.
Una pepponata magistrale, di una comicità indescrivibile. Ma nello stesso tragica perché questo è l’uomo che avanza la pretesa di governare dal prossimo anno il Paese.
Siamo tornati di colpo indietro di sessant’anni. Ai tempi alle Feste dell’Unità ci stavano solo i rossi nei dibattiti. Poi nel tempo il Pci si è modernizzato, si è democratizzato copiando gli altri partiti e ha aperto il dibattito anche agli avversari.
Di colpo, Peppone ha fatto marcia indietro di 60 anni, e dalla Festa, che non è più dell’Unità, ma “”””democratica””””, è tornato ad escludere il nemico, mentre invita la nota sciarpa littoria Sallusti al servizio del salmone di Hardcore.
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Re: Come se ne viene fuori ?
La notte dei morti viventi
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Fassissta!
"Fassissti! Fassissti del web" ha gridato Gargamella Bersani. "Venite qui a darmi dello zombie se avete il coraggio". Fatemi capire, se Bersani viene accomunato a uno zombie politico (tesi supportata dalla sua storia passata e recente) è un insulto gravissimo, se invece Bersani considera il MoVimento 5 Stelle alla pari del nuovo Partito Nazionale Fascista è normale dialettica.
beppegrillo
Chi ha senso critico e non intende far parte dello zoccolo duro a tutti i costi, non può che dar ragione a Grillo quando si esprime in questo modo.
Dal PD, il resto dei defunti si è già fatto sentire in risposta a questa esposizione di Grillo.
Due piccioni con una fava quindi. Peppone fa esplodere la bomba per far parlare l’opinione pubblica di Grillo e dei fassisti, come previsto ieri sera con una coda che non finisce più per evitare di parlare dei 98.000 euro ricevuto dal Gruppo Riva, e nello stesso tempo inizia la campagna elettorale indicando ai “””””democratici”””””” il nemico di turno che non è più il salmone di Hardcore, ma i fassisti Grillo, Di Pietro e Il Fatto.
Una prece.
Ultima puntata
Fassissta!
"Fassissti! Fassissti del web" ha gridato Gargamella Bersani. "Venite qui a darmi dello zombie se avete il coraggio". Fatemi capire, se Bersani viene accomunato a uno zombie politico (tesi supportata dalla sua storia passata e recente) è un insulto gravissimo, se invece Bersani considera il MoVimento 5 Stelle alla pari del nuovo Partito Nazionale Fascista è normale dialettica.
beppegrillo
Chi ha senso critico e non intende far parte dello zoccolo duro a tutti i costi, non può che dar ragione a Grillo quando si esprime in questo modo.
Dal PD, il resto dei defunti si è già fatto sentire in risposta a questa esposizione di Grillo.
Due piccioni con una fava quindi. Peppone fa esplodere la bomba per far parlare l’opinione pubblica di Grillo e dei fassisti, come previsto ieri sera con una coda che non finisce più per evitare di parlare dei 98.000 euro ricevuto dal Gruppo Riva, e nello stesso tempo inizia la campagna elettorale indicando ai “””””democratici”””””” il nemico di turno che non è più il salmone di Hardcore, ma i fassisti Grillo, Di Pietro e Il Fatto.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Infatti ore 19 TG3. Ora era la volta di Letta a parlare di Grillo.
Il movimento 5 stelle non deve cadere nel tranello, le risposte le mandino tramite i loro forum In TV ormai sappiamo come funziona.
Ma forse Bersani deve ancora imparare ad adoperare il computer come D'Alema.
Hanno cominciato ad aver paura di queso movimento.Lo avevo già ripetuto, ma ora ne sono certo.
............................................
Gli Italiani vogliono ancora questi due partiti? hanno lotizzato tutto in questi 50 anni.Lo aveva gia notato Berlinguer.
Ciao
Paolo11
Il movimento 5 stelle non deve cadere nel tranello, le risposte le mandino tramite i loro forum In TV ormai sappiamo come funziona.
Ma forse Bersani deve ancora imparare ad adoperare il computer come D'Alema.
Hanno cominciato ad aver paura di queso movimento.Lo avevo già ripetuto, ma ora ne sono certo.
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Gli Italiani vogliono ancora questi due partiti? hanno lotizzato tutto in questi 50 anni.Lo aveva gia notato Berlinguer.
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Re: Come se ne viene fuori ?
C'è ancora un'inspiegabile 24,8 % di italiani che ha i paraocchi e contemporaneamente le fette di prosciutto sugli occhi, oltre alle cataratte e che non vede o non vuol vedere, come ai vecchi tempi dell'invasione dell'Ungheria nel '56, e della Cecoslovacchia nel '68 ad opera dei cari fraterni compagni dell'Armata rossa.paolo11 ha scritto:Infatti ore 19 TG3. Ora era la volta di Letta a parlare di Grillo.
Il movimento 5 stelle non deve cadere nel tranello, le risposte le mandino tramite i loro forum In TV ormai sappiamo come funziona.
Ma forse Bersani deve ancora imparare ad adoperare il computer come D'Alema.
Hanno cominciato ad aver paura di queso movimento.Lo avevo già ripetuto, ma ora ne sono certo.
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Gli Italiani vogliono ancora questi due partiti? hanno lotizzato tutto in questi 50 anni.Lo aveva gia notato Berlinguer.
Ciao
Paolo11
Come già spiegato a peanuts in altro 3D, deve peggiorare la situazione perché possano capire.
Per adesso questo 24,8 % sembra essere soddisfatto di essere stato bastonato dalle riforme delle pensioni e del lavoro.
Le uniche riforme che questo governo è riuscito a realizzare.
Sarà per questo che Peppone si proclama sempre carabiniere (fedele nei secoli) onorario al servizio di Monti?
Finalmente è riuscito a fottere il mondo del lavoro? Perché se avessero vinto loro le elezioni dopo la caduta del salmone non sarebbero stati in grado di farlo.
Altre riforme di peso non ne sono state fatte. Non vengano a parlare della riforma elettorale perché è un'autentica truffa.
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Re: Come se ne viene fuori ?
C.V.D. (Come Volevasi Dimostrare)
La bomba innescata da Peppone sta funzionando a regola d'arte.
"Fallito", "milionario in pantofole"
Tra Grillo e il Pd volano cannonate
Il leader del 5stelle replica a Bersani che ieri aveva parlato di "toni fascisti" sul web: "Da 20 anni fa accordi con piduisti e ex fascisti". Boccia ribatte: "Soffia sul conflitto sociale dalla sua villa"
Il leader del Movimento 5 Stelle rispedisce le accuse di "toni fascisti" al mittente. E rincara la dose contro i democratici sul blog, dove elenca il mancato impegno della sinistra su leggi contro corruzione e conflitto di interessi, citando Violante e D'Alema come "le punte di diamante del pdl/pdmenoelle". A Bersani dice: "Si rassicuri, lei non è un fascista. E’ solo un fallito. Lo è lei insieme a tutti i politici incompetenti e talvolta ladri che hanno fatto carne da porco dell’Italia e che ora pretendono di darci anche lezioni di democrazia". Ribattono Orfini e Boccia del Partito democratico: "Populista, milionario in pantofole che soffia sul conflitto sociale dalla sua villa"
****
Grillo: “Bersani? Fallito che ha agito in accordo con ex fascisti e piduisti”
Per il segretario del Pd usa toni fascisti, ma il leader del Movimento 5 Stelle rispedisce le accuse al mittente. E rincara la dose contro il centrosinistra sul blog, dove evidenzia il mancato impegno su leggi contro corruzione e conflitto di interessi. I democratici infiammano la polemica. Boccia: "Milionario in pantofole che istiga all'odio". Orfini: "Insulti per ottenere attenzione mediatica"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 26 agosto 2012
Commenti (2066)
Bersani lo aveva accusato dal palco della festa del Pd di usare toni fascisti, invitandolo a uscire dalla Rete per un confronto. La migliore difesa è l’attacco e Grillo provvede, come spesso accade, pubblicando un post sul suo blog. Parole che innescano reazioni tra le fila del Pd, con i democratici che fanno quadrato intorno al segretario e accusano il leader 5Stelle di essere un “milionario in pantofole” che “istiga all’odio”. Il comico genovese all’inizio del post fa il verso all’accento emiliano di Bersani (“‘Fassissti! Fassissti del web’ ha gridato Gargamella Bersani”), poi prosegue: “Fatemi capire, se Bersani viene accomunato a uno zombie politico (tesi supportata dalla sua storia passata e recente) è un insulto gravissimo, se invece Bersani considera il MoVimento 5 Stelle alla pari del nuovo Partito Nazionale Fascista è normale dialettica. A Bersani non mi sognerei mai di dare del fascista, gli imputo invece di aver agito in accordo con ex fascisti e piduisti per un ventennio, spartendo insieme a loro anche le ossa della Nazione”.
Il riferimento va al mancato impegno su leggi che riguardano il conflitto di interessi o la corruzione, di cui in due decenni “non c’è traccia”. E cita i diretti responsabili tra i democratici: “Violante e D’Alema sono stati le punte di diamante del pdl/pdmenoelle. Bicamerale, garanzia delle televisioni a Berlusconi, concessione delle frequenze televisive all’uno per cento dei ricavi”. La lista procede con lo “scudo fiscale, passato grazie alle assenze dei pidimenoellini e le decine di volte in cui il governo Berlusconi poteva essere sfiduciato, ma i pdimenoellini erano sempre altrove”.
Grillo ricorda anche la raccolta firme depositata dai 5Stelle nel 2007 quando “sono state presentate tre leggi di iniziativa popolare per ripulire il Parlamento dai poltronissimi (massimo due mandati) e dai condannati e per l’elezione diretta degli eletti”. Un’iniziativa che però non ha avuto alcun esito perché quelle proposte “non sono mai state discusse”. Alla luce dell’immobilismo del Pd, il comico chiede al segretario: “Chi è il fassissta, caro Bersani? Chi ha ignorato 350.000 firme? Quando mi presentai ‘in carne e ossa’ per la segreteria del pdmenoelle mi fu impedito. Chi era il fassissta, caro Bersani? Il MoVimento 5 Stelle ha rifiutato ogni rimborso elettorale, il pdmeneolle non ha mollato neppure l’ultima rata dello scorso giugno perché già spesa. Chi fa il fassissta con il finanziamento pubblico abolito da un referendum, caro Bersani? Chi voleva il nucleare “pulito” nonostante un referendum contrario? Io ho girato l’Italia con un camper, a mie spese, per fare campagna elettorale. Senza scorta. La Finocchiaro con la scorta ci fa la spesa e Fassino il primo maggio”.
Infine conclude la sua replica ricordando che il segretario del Pd “ha ricevuto 98.000 euro da Riva, il padrone dell’Ilva“, e gli domanda “a che titolo?”. Poi aggiunge: “Chi è il fassissta, caro Bersani? Ma si rassicuri, lei non è un fascista. E’ solo un fallito. Lo è lei insieme a tutti i politici incompetenti e talvolta ladri che hanno fatto carne da porco dell’Italia e che ora pretendono di darci anche lezioni di democrazia. Per rimanere a galla farete qualunque cosa. A Reggio Emilia si celebra Pio La Torre mentre si tratta con l’Udc di Cuffaro“.
Le parole sul blog infiammano la polemica e per Francesco Boccia Grillo “è un milionario in pantofole che, dall’alto della sua villa, dà ordini a persone che oggi non credono nella capacità della politica di risolvere i problemi di ogni giorno. Su questo al politica deve interrogarsi”. Secondo il deputato Pd, inoltre, il leader 5Stelle “istiga all’odio e soffia sul fuoco del conflitto sociale, utilizzando persone spesso inconsapevoli”. Anche Matteo Orfini, responsabile Cultura informazione, critica aspramente le dichiarazioni del comico genovese, che esprimono “comportamenti che lo qualificano”. Sottolinea la ritrosia di Grillo al confronto diretto, visto che non risponde “agli interrogativi che l’opinione pubblica gli pone, come ad esempio quello su chi finanzia il suo movimento, o sulla sua inesistente democrazia interna”. La sua invettiva contro Bersani, secondo Orfini, è “la conferma delle difficoltà in cui si trova”, che è “arrivata insieme alle solite invettive”. Un modo per “non parlare delle questioni reali, per evidente mancanza di proposte per contribuire a tirare fuori il Paese dalla crisi” che induce il blogger “a inventare sempre nuovi insulti nel tentativo di ottenere una qualche attenzione mediatica”. A differenza del comico, conclude il deputato democratico, “noi continuiamo a lavorare per ricostruire questo Paese, che davvero non ha bisogno del cinico e interessato populismo di Grillo, ma di una forza come il Pd, seria, trasparente e che la democrazia la pratica e non si limita a invocarla a giorni alterni”.
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"Fallito", "milionario in pantofole"
Tra Grillo e il Pd volano cannonate
Il leader del 5stelle replica a Bersani che ieri aveva parlato di "toni fascisti" sul web: "Da 20 anni fa accordi con piduisti e ex fascisti". Boccia ribatte: "Soffia sul conflitto sociale dalla sua villa"
Il leader del Movimento 5 Stelle rispedisce le accuse di "toni fascisti" al mittente. E rincara la dose contro i democratici sul blog, dove elenca il mancato impegno della sinistra su leggi contro corruzione e conflitto di interessi, citando Violante e D'Alema come "le punte di diamante del pdl/pdmenoelle". A Bersani dice: "Si rassicuri, lei non è un fascista. E’ solo un fallito. Lo è lei insieme a tutti i politici incompetenti e talvolta ladri che hanno fatto carne da porco dell’Italia e che ora pretendono di darci anche lezioni di democrazia". Ribattono Orfini e Boccia del Partito democratico: "Populista, milionario in pantofole che soffia sul conflitto sociale dalla sua villa"
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Grillo: “Bersani? Fallito che ha agito in accordo con ex fascisti e piduisti”
Per il segretario del Pd usa toni fascisti, ma il leader del Movimento 5 Stelle rispedisce le accuse al mittente. E rincara la dose contro il centrosinistra sul blog, dove evidenzia il mancato impegno su leggi contro corruzione e conflitto di interessi. I democratici infiammano la polemica. Boccia: "Milionario in pantofole che istiga all'odio". Orfini: "Insulti per ottenere attenzione mediatica"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 26 agosto 2012
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Bersani lo aveva accusato dal palco della festa del Pd di usare toni fascisti, invitandolo a uscire dalla Rete per un confronto. La migliore difesa è l’attacco e Grillo provvede, come spesso accade, pubblicando un post sul suo blog. Parole che innescano reazioni tra le fila del Pd, con i democratici che fanno quadrato intorno al segretario e accusano il leader 5Stelle di essere un “milionario in pantofole” che “istiga all’odio”. Il comico genovese all’inizio del post fa il verso all’accento emiliano di Bersani (“‘Fassissti! Fassissti del web’ ha gridato Gargamella Bersani”), poi prosegue: “Fatemi capire, se Bersani viene accomunato a uno zombie politico (tesi supportata dalla sua storia passata e recente) è un insulto gravissimo, se invece Bersani considera il MoVimento 5 Stelle alla pari del nuovo Partito Nazionale Fascista è normale dialettica. A Bersani non mi sognerei mai di dare del fascista, gli imputo invece di aver agito in accordo con ex fascisti e piduisti per un ventennio, spartendo insieme a loro anche le ossa della Nazione”.
Il riferimento va al mancato impegno su leggi che riguardano il conflitto di interessi o la corruzione, di cui in due decenni “non c’è traccia”. E cita i diretti responsabili tra i democratici: “Violante e D’Alema sono stati le punte di diamante del pdl/pdmenoelle. Bicamerale, garanzia delle televisioni a Berlusconi, concessione delle frequenze televisive all’uno per cento dei ricavi”. La lista procede con lo “scudo fiscale, passato grazie alle assenze dei pidimenoellini e le decine di volte in cui il governo Berlusconi poteva essere sfiduciato, ma i pdimenoellini erano sempre altrove”.
Grillo ricorda anche la raccolta firme depositata dai 5Stelle nel 2007 quando “sono state presentate tre leggi di iniziativa popolare per ripulire il Parlamento dai poltronissimi (massimo due mandati) e dai condannati e per l’elezione diretta degli eletti”. Un’iniziativa che però non ha avuto alcun esito perché quelle proposte “non sono mai state discusse”. Alla luce dell’immobilismo del Pd, il comico chiede al segretario: “Chi è il fassissta, caro Bersani? Chi ha ignorato 350.000 firme? Quando mi presentai ‘in carne e ossa’ per la segreteria del pdmenoelle mi fu impedito. Chi era il fassissta, caro Bersani? Il MoVimento 5 Stelle ha rifiutato ogni rimborso elettorale, il pdmeneolle non ha mollato neppure l’ultima rata dello scorso giugno perché già spesa. Chi fa il fassissta con il finanziamento pubblico abolito da un referendum, caro Bersani? Chi voleva il nucleare “pulito” nonostante un referendum contrario? Io ho girato l’Italia con un camper, a mie spese, per fare campagna elettorale. Senza scorta. La Finocchiaro con la scorta ci fa la spesa e Fassino il primo maggio”.
Infine conclude la sua replica ricordando che il segretario del Pd “ha ricevuto 98.000 euro da Riva, il padrone dell’Ilva“, e gli domanda “a che titolo?”. Poi aggiunge: “Chi è il fassissta, caro Bersani? Ma si rassicuri, lei non è un fascista. E’ solo un fallito. Lo è lei insieme a tutti i politici incompetenti e talvolta ladri che hanno fatto carne da porco dell’Italia e che ora pretendono di darci anche lezioni di democrazia. Per rimanere a galla farete qualunque cosa. A Reggio Emilia si celebra Pio La Torre mentre si tratta con l’Udc di Cuffaro“.
Le parole sul blog infiammano la polemica e per Francesco Boccia Grillo “è un milionario in pantofole che, dall’alto della sua villa, dà ordini a persone che oggi non credono nella capacità della politica di risolvere i problemi di ogni giorno. Su questo al politica deve interrogarsi”. Secondo il deputato Pd, inoltre, il leader 5Stelle “istiga all’odio e soffia sul fuoco del conflitto sociale, utilizzando persone spesso inconsapevoli”. Anche Matteo Orfini, responsabile Cultura informazione, critica aspramente le dichiarazioni del comico genovese, che esprimono “comportamenti che lo qualificano”. Sottolinea la ritrosia di Grillo al confronto diretto, visto che non risponde “agli interrogativi che l’opinione pubblica gli pone, come ad esempio quello su chi finanzia il suo movimento, o sulla sua inesistente democrazia interna”. La sua invettiva contro Bersani, secondo Orfini, è “la conferma delle difficoltà in cui si trova”, che è “arrivata insieme alle solite invettive”. Un modo per “non parlare delle questioni reali, per evidente mancanza di proposte per contribuire a tirare fuori il Paese dalla crisi” che induce il blogger “a inventare sempre nuovi insulti nel tentativo di ottenere una qualche attenzione mediatica”. A differenza del comico, conclude il deputato democratico, “noi continuiamo a lavorare per ricostruire questo Paese, che davvero non ha bisogno del cinico e interessato populismo di Grillo, ma di una forza come il Pd, seria, trasparente e che la democrazia la pratica e non si limita a invocarla a giorni alterni”.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Mentre il partito dei defunti si divide sul passato è unito sulla truffa elettorale.
La casta si preserva con le liste bloccate, alla faccia della meritocrazia.
Ma chi sono quei cucù valutati al 24,8 % delle piddì (Ipsos) che accetta questa macroscopica truffa??????
Legge elettorale, Cicchitto: “Un terzo dei parlamentari con liste bloccate”
Il capogruppo alla Camera del Pdl 'confessa': "I partiti hanno fatto un pessimo uso delle liste bloccate, ma senza di esse una serie di parlamentari di alto livello non sarebbero entrati o non entrerebbero più in Parlamento". E sulla legge elettorale Buttiglione attacca: "E' pronta da prima dell'estate, ma nella pantomima del bipolarismo non si può dire"
di Fabio Amato | 26 agosto 2012Commenti (507)
Nella prossima legislatura i big dei partiti torneranno tutti a sedere comodamente sugli scranni del Parlamento. Esattamente come è successo con il Porcellum, così accadrà con la nuova legge elettorale, quale che sia. A dirlo, per una volta, non sono i retroscena di palazzo, ma direttamente il capogruppo alla Camera del Pdl, Fabrizio Cicchitto, in una intervista pubblicata sul Mattino: “Un terzo dei parlamentari va scelto dai partiti con i listini bloccati – spiega Cicchitto – certo, delle liste bloccate i partiti hanno fatto pessimo uso, ma senza di essi una serie di parlamentari di alto livello non sarebbero entrati o non entrerebbero più in Parlamento. Serve equilibrio, non demagogia”.
Giù il velo dell’ipocrisia, Cicchitto ‘confessa’: c’è una intera oligarchia politica che non può permettersi di rimanere a casa solo perché gli elettori non la vogliono più vedere. E pazienza se questo permetterà di mettere in Parlamento le Minetti di turno. Per il resto, il capogruppo del Pdl si mostra “cauto” sull’accordo per la legge elettorale. “Il filo del dialogo non si è mai interrotto ma su alcuni punti qualificanti esistono più opzioni: se il premio andrà al primo partito, come chiediamo noi del Pdl, o alla coalizione, come vuole il Pd, e di che entità sarà, se del 10% o del 15%. Poi, preferenze o collegi oppure una soluzione intermedia tra queste due ipotesi”.
Proprio questi sembrano essere, allo stato, i nodi della trattativa tra i partiti. Un filo, stando alle parole del Pd Enrico Letta, sempre sul punto di interrompersi ma tenuto insieme dal duro lavoro di mediazione: “Se non si cambia la legge elettorale ora – ha dichiarato il vice di Bersani – il prossimo Parlamento sarebbe l’agonia della Seconda Repubblica. Invece, il prossimo Parlamento deve essere l’inizio della Terza Repubblica. E questo può avvenire solo con un Parlamento eletto dai cittadini”.
Dopo l’ottimismo della scorsa settimana – “l’accordo è vicino, a breve l’annuncio” – il numero due del Pd torna a dubitare per invocare la responsabilità del trio ABC: ”Serve la buona volontà dei partiti maggiori a seguire l’appello di Napolitano. Lo ha detto con forza in questi mesi, richiamando il tema dell’interesse generale. La nuova legge elettorale è per il bene del Paese e serve a recuperare credibilità politica. Ci siamo vicini, ma ognuno deve fare la sua parte”.
A gelare la retorica di Letta di fronte ai microfoni di Tgcom 24, è però intervenuto un altro ex democristiano, l’ex ministro dei Beni Culturali Rocco Buttiglione. Ieri compagno di partito, poi nemico, oggi e domani quasi sicuramente alleato dello stesso Partito democratico, Buttiglione ha buttato acqua sul sacro fuoco della responsabilità politica che da mesi viene continuamente invocato ogni volta che si parla della transizione dal Porcellum a una nuova legge.
L’accordo sulla legge elettorale – ha svelato Buttiglione – “è pronto da prima dell’estate”, ma non si dice perché in Italia “è ancora in piedi la pantomima del bipolarismo, un sistema per cui gli accordi non si fanno o, se si fanno, bisogna disprezzarli o attaccarli con odio. Una mentalità malata da cui bisogna uscire”. In un’intervista al Mattino, il presidente dell’Udc ha descritto nei dettagli – molti dei quali a dire il vero noti da giorni – i contorni dell’accordo: “Il sistema elettorale sarà di base proporzionale – spiega Buttiglione – con uno sbarramento nazionale al 5% e all’8% in tre circoscrizioni, premio al primo partito, un terzo di liste bloccate e due terzi di preferenze o collegi”.
Buttiglione ha anche escluso l’ipotesi di elezioni anticipate, “a meno che non venga sconfitta in Europa la linea Monti-Draghi-Hollande-Merkel”. Quanto alla grande coalizione, “molto dipende dal sistema elettorale. Se passa quello di cui abbiamo parlato, che favorisce le aggregazioni ma non le impone, a meno che non vinca nettamente un’alleanza di centrodestra o una di centrosinistra, vorrà dire che è il popolo sovrano a volerla”, dichiara. “Molti che nel loro cuore la vogliono, nel Pd come nel Pdl, ma a parole la negano, sanno che è la sola soluzione possibile. Solo con il Porcellum o con un Super-Porcellum si potrebbe evitarla”.
Con questo sistema, quindi, l’unico nodo resta quello dell’entità del premio da assegnare al primo partito. Il Pd, al momento confortato dai sondaggi che lo vedono attorno al 25-27%, in vantaggio netto sul Pdl, spinge per ottenere un premio del 15% (o più) che garantirebbe controllo su una eventuale coalizione con Udc e Sel e la speranza di avere una maggioranza. Il Pdl vorrebbe mantenerlo più basso, tra il dieci e il 12%, rendendo in questo modo indispensabile un continuo accordarsi delle forze politiche. Con buona pace dei proclami di Alfano - “Silvio vuole vincere e governare” – buoni per dare una idea di competizione.
Del resto, i numeri – che i partiti conoscono a memoria – dicono che con l’attuale grado di sfiducia nei confronti della classe politica, con il nuovo sistema “alla greca” formare una maggioranza in parlamento sarebbe impresa ardua. Il Pd – dicono gli ultimi dati dell’Istituito Cattaneo pubblicati dalla Stampa – ci riuscirebbe solo con una alleanza con Sel e Udc. Solo in questo modo si garantirebbe una quarantina di seggi di vantaggio sull’opposizione. Ma questo renderebbe indispensabile una pace permanente tra centro e sinistra che al momento non si vede. Il centrodestra, di contro, ha tutto da guadagnare da un premio più basso – con buona pace della governabilità – che agirebbe da richiamo della sirena per riportare l’Udc verso il centrodestra. Di certo, numeri alla mano, nessun partito potrà cavarsela da solo.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/08 ... te/334233/
La casta si preserva con le liste bloccate, alla faccia della meritocrazia.
Ma chi sono quei cucù valutati al 24,8 % delle piddì (Ipsos) che accetta questa macroscopica truffa??????
Legge elettorale, Cicchitto: “Un terzo dei parlamentari con liste bloccate”
Il capogruppo alla Camera del Pdl 'confessa': "I partiti hanno fatto un pessimo uso delle liste bloccate, ma senza di esse una serie di parlamentari di alto livello non sarebbero entrati o non entrerebbero più in Parlamento". E sulla legge elettorale Buttiglione attacca: "E' pronta da prima dell'estate, ma nella pantomima del bipolarismo non si può dire"
di Fabio Amato | 26 agosto 2012Commenti (507)
Nella prossima legislatura i big dei partiti torneranno tutti a sedere comodamente sugli scranni del Parlamento. Esattamente come è successo con il Porcellum, così accadrà con la nuova legge elettorale, quale che sia. A dirlo, per una volta, non sono i retroscena di palazzo, ma direttamente il capogruppo alla Camera del Pdl, Fabrizio Cicchitto, in una intervista pubblicata sul Mattino: “Un terzo dei parlamentari va scelto dai partiti con i listini bloccati – spiega Cicchitto – certo, delle liste bloccate i partiti hanno fatto pessimo uso, ma senza di essi una serie di parlamentari di alto livello non sarebbero entrati o non entrerebbero più in Parlamento. Serve equilibrio, non demagogia”.
Giù il velo dell’ipocrisia, Cicchitto ‘confessa’: c’è una intera oligarchia politica che non può permettersi di rimanere a casa solo perché gli elettori non la vogliono più vedere. E pazienza se questo permetterà di mettere in Parlamento le Minetti di turno. Per il resto, il capogruppo del Pdl si mostra “cauto” sull’accordo per la legge elettorale. “Il filo del dialogo non si è mai interrotto ma su alcuni punti qualificanti esistono più opzioni: se il premio andrà al primo partito, come chiediamo noi del Pdl, o alla coalizione, come vuole il Pd, e di che entità sarà, se del 10% o del 15%. Poi, preferenze o collegi oppure una soluzione intermedia tra queste due ipotesi”.
Proprio questi sembrano essere, allo stato, i nodi della trattativa tra i partiti. Un filo, stando alle parole del Pd Enrico Letta, sempre sul punto di interrompersi ma tenuto insieme dal duro lavoro di mediazione: “Se non si cambia la legge elettorale ora – ha dichiarato il vice di Bersani – il prossimo Parlamento sarebbe l’agonia della Seconda Repubblica. Invece, il prossimo Parlamento deve essere l’inizio della Terza Repubblica. E questo può avvenire solo con un Parlamento eletto dai cittadini”.
Dopo l’ottimismo della scorsa settimana – “l’accordo è vicino, a breve l’annuncio” – il numero due del Pd torna a dubitare per invocare la responsabilità del trio ABC: ”Serve la buona volontà dei partiti maggiori a seguire l’appello di Napolitano. Lo ha detto con forza in questi mesi, richiamando il tema dell’interesse generale. La nuova legge elettorale è per il bene del Paese e serve a recuperare credibilità politica. Ci siamo vicini, ma ognuno deve fare la sua parte”.
A gelare la retorica di Letta di fronte ai microfoni di Tgcom 24, è però intervenuto un altro ex democristiano, l’ex ministro dei Beni Culturali Rocco Buttiglione. Ieri compagno di partito, poi nemico, oggi e domani quasi sicuramente alleato dello stesso Partito democratico, Buttiglione ha buttato acqua sul sacro fuoco della responsabilità politica che da mesi viene continuamente invocato ogni volta che si parla della transizione dal Porcellum a una nuova legge.
L’accordo sulla legge elettorale – ha svelato Buttiglione – “è pronto da prima dell’estate”, ma non si dice perché in Italia “è ancora in piedi la pantomima del bipolarismo, un sistema per cui gli accordi non si fanno o, se si fanno, bisogna disprezzarli o attaccarli con odio. Una mentalità malata da cui bisogna uscire”. In un’intervista al Mattino, il presidente dell’Udc ha descritto nei dettagli – molti dei quali a dire il vero noti da giorni – i contorni dell’accordo: “Il sistema elettorale sarà di base proporzionale – spiega Buttiglione – con uno sbarramento nazionale al 5% e all’8% in tre circoscrizioni, premio al primo partito, un terzo di liste bloccate e due terzi di preferenze o collegi”.
Buttiglione ha anche escluso l’ipotesi di elezioni anticipate, “a meno che non venga sconfitta in Europa la linea Monti-Draghi-Hollande-Merkel”. Quanto alla grande coalizione, “molto dipende dal sistema elettorale. Se passa quello di cui abbiamo parlato, che favorisce le aggregazioni ma non le impone, a meno che non vinca nettamente un’alleanza di centrodestra o una di centrosinistra, vorrà dire che è il popolo sovrano a volerla”, dichiara. “Molti che nel loro cuore la vogliono, nel Pd come nel Pdl, ma a parole la negano, sanno che è la sola soluzione possibile. Solo con il Porcellum o con un Super-Porcellum si potrebbe evitarla”.
Con questo sistema, quindi, l’unico nodo resta quello dell’entità del premio da assegnare al primo partito. Il Pd, al momento confortato dai sondaggi che lo vedono attorno al 25-27%, in vantaggio netto sul Pdl, spinge per ottenere un premio del 15% (o più) che garantirebbe controllo su una eventuale coalizione con Udc e Sel e la speranza di avere una maggioranza. Il Pdl vorrebbe mantenerlo più basso, tra il dieci e il 12%, rendendo in questo modo indispensabile un continuo accordarsi delle forze politiche. Con buona pace dei proclami di Alfano - “Silvio vuole vincere e governare” – buoni per dare una idea di competizione.
Del resto, i numeri – che i partiti conoscono a memoria – dicono che con l’attuale grado di sfiducia nei confronti della classe politica, con il nuovo sistema “alla greca” formare una maggioranza in parlamento sarebbe impresa ardua. Il Pd – dicono gli ultimi dati dell’Istituito Cattaneo pubblicati dalla Stampa – ci riuscirebbe solo con una alleanza con Sel e Udc. Solo in questo modo si garantirebbe una quarantina di seggi di vantaggio sull’opposizione. Ma questo renderebbe indispensabile una pace permanente tra centro e sinistra che al momento non si vede. Il centrodestra, di contro, ha tutto da guadagnare da un premio più basso – con buona pace della governabilità – che agirebbe da richiamo della sirena per riportare l’Udc verso il centrodestra. Di certo, numeri alla mano, nessun partito potrà cavarsela da solo.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/08 ... te/334233/
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Re: Come se ne viene fuori ?
La distanza del Pd dai lettori del Fattoquotidiano.it
di Augusto Sainati | 26 agosto 2012
Commenti (111)
Nel momento in cui scrivo questo post i commenti presenti sui blog del sito del Fattoquotidiano che stanno sulla homepage del giornale sono la bellezza di tremiladuecentosei. Tremiladuecentosei commenti suddivisi in quaranta post (tanti sono quelli ospitati sulla homepage): ciò significa che ogni post raccoglie in media ottanta commenti. Questo dato però copre una realtà molto eterogenea, poiché alcuni post raccolgono parecchie centinaia di commenti, altri pochissimi o nessuno. Ciò vuol dire che alcuni post sono migliori di altri? No di certo. Non è un criterio quantitativo che fa la qualità di un articolo di giornale, di un libro o di un post, nemmeno un eventuale criterio legato a pollici alzati, a like o a numero di fan sulla pagina di un social network. Del resto se dovessi giudicare la qualità con parametri quantitativi dovrei dire che la stampa scandalistica è migliore delle riviste di nicchia o che un libro di Bruno Vespa è migliore di un libro di filosofia, o ancora che il fast food è migliore dello slow food…
Invece, quello che mi interessa è capire un fenomeno che caratterizza – quello sì – il sito del Fattoquotidiano, ovvero l’altissima partecipazione dei lettori. Partecipazione che si può anche misurare in termini di accessi (qualche tempo fa il direttore del giornale indicava in 500mila i visitatori unici giornalieri, fenomeno abbastanza unico per un giornale che esiste da tre anni), ma che soprattutto è segnata da una intensa interattività dei lettori, i quali commentano moltissimo non solo i post dei blogger ma anche gli articoli del sito. E’ una partecipazione che non ha eguali in altri siti, nemmeno in quelli molto consultati. Perché i lettori del Fattoquotidiano.it partecipano così intensamente? C’è certamente la facilità allo scambio indotta dall’abitudine alla socializzazione virtuale.
Ma all’origine di questa domanda di partecipazione intercettata dal Fattoquotidiano credo ci siano altri due fattori. Da un lato un bisogno antico, radicato nella cultura di sinistra, alla quale in un modo o in un altro il giornale fa riferimento: il bisogno di confrontarsi per mettere alla prova le proprie convinzioni, o anche per cercarle, per misurarle, per metterle a punto. La scomparsa di tutti i luoghi classici dell’elaborazione del pensiero di sinistra (dalle sezioni del Partito Comunista alle Case del Popolo, su su fino ai circoli del cinema o ai club più esclusivi, tipo la casa editrice Einaudi vecchia maniera) ha lasciato un vuoto che il Partito Democratico non ha mai ritenuto necessario colmare: è impressionante in questo senso la chiusura del Pd al dibattito autentico, inteso come luogo di coinvolgimento partecipante della gente di sinistra. Ed è singolare la distanza antropologica e culturale di quel partito dall’esperienza di partecipazione dei lettori di questo sito.
Dall’altro lato c’è invece un bisogno molto contemporaneo di elaborare collettivamente idee nuove in forme nuove, o che cercano di essere tali: qui più che la matrice di sinistra gioca invece l’influenza dell’innovazione introdotta – sia pure con zone tuttora oscure, come mostrano le recenti vicende emiliane – dal Movimento 5 Stelle. La cui fortuna è stata favorita proprio dall’affievolirsi della partecipazione dal basso nei partiti tradizionali (o dalla sua totale assenza nei partiti del berlusconismo).
Invece di fotografare il segretario in compagnia delle cuoche della sua festa di partito, il Pd potrebbe riflettere su questo bisogno di partecipazione della gente di sinistra, mai come ora orfana del tempo delle idee.
di Augusto Sainati | 26 agosto 2012
Commenti (111)
Nel momento in cui scrivo questo post i commenti presenti sui blog del sito del Fattoquotidiano che stanno sulla homepage del giornale sono la bellezza di tremiladuecentosei. Tremiladuecentosei commenti suddivisi in quaranta post (tanti sono quelli ospitati sulla homepage): ciò significa che ogni post raccoglie in media ottanta commenti. Questo dato però copre una realtà molto eterogenea, poiché alcuni post raccolgono parecchie centinaia di commenti, altri pochissimi o nessuno. Ciò vuol dire che alcuni post sono migliori di altri? No di certo. Non è un criterio quantitativo che fa la qualità di un articolo di giornale, di un libro o di un post, nemmeno un eventuale criterio legato a pollici alzati, a like o a numero di fan sulla pagina di un social network. Del resto se dovessi giudicare la qualità con parametri quantitativi dovrei dire che la stampa scandalistica è migliore delle riviste di nicchia o che un libro di Bruno Vespa è migliore di un libro di filosofia, o ancora che il fast food è migliore dello slow food…
Invece, quello che mi interessa è capire un fenomeno che caratterizza – quello sì – il sito del Fattoquotidiano, ovvero l’altissima partecipazione dei lettori. Partecipazione che si può anche misurare in termini di accessi (qualche tempo fa il direttore del giornale indicava in 500mila i visitatori unici giornalieri, fenomeno abbastanza unico per un giornale che esiste da tre anni), ma che soprattutto è segnata da una intensa interattività dei lettori, i quali commentano moltissimo non solo i post dei blogger ma anche gli articoli del sito. E’ una partecipazione che non ha eguali in altri siti, nemmeno in quelli molto consultati. Perché i lettori del Fattoquotidiano.it partecipano così intensamente? C’è certamente la facilità allo scambio indotta dall’abitudine alla socializzazione virtuale.
Ma all’origine di questa domanda di partecipazione intercettata dal Fattoquotidiano credo ci siano altri due fattori. Da un lato un bisogno antico, radicato nella cultura di sinistra, alla quale in un modo o in un altro il giornale fa riferimento: il bisogno di confrontarsi per mettere alla prova le proprie convinzioni, o anche per cercarle, per misurarle, per metterle a punto. La scomparsa di tutti i luoghi classici dell’elaborazione del pensiero di sinistra (dalle sezioni del Partito Comunista alle Case del Popolo, su su fino ai circoli del cinema o ai club più esclusivi, tipo la casa editrice Einaudi vecchia maniera) ha lasciato un vuoto che il Partito Democratico non ha mai ritenuto necessario colmare: è impressionante in questo senso la chiusura del Pd al dibattito autentico, inteso come luogo di coinvolgimento partecipante della gente di sinistra. Ed è singolare la distanza antropologica e culturale di quel partito dall’esperienza di partecipazione dei lettori di questo sito.
Dall’altro lato c’è invece un bisogno molto contemporaneo di elaborare collettivamente idee nuove in forme nuove, o che cercano di essere tali: qui più che la matrice di sinistra gioca invece l’influenza dell’innovazione introdotta – sia pure con zone tuttora oscure, come mostrano le recenti vicende emiliane – dal Movimento 5 Stelle. La cui fortuna è stata favorita proprio dall’affievolirsi della partecipazione dal basso nei partiti tradizionali (o dalla sua totale assenza nei partiti del berlusconismo).
Invece di fotografare il segretario in compagnia delle cuoche della sua festa di partito, il Pd potrebbe riflettere su questo bisogno di partecipazione della gente di sinistra, mai come ora orfana del tempo delle idee.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Alcuni commenti all'articolo precedente:
Giorgio Riparbelli 4 minuto fa
Professore lei ha ragione. Ma vorrei richiamare la sua attenzione su un fatto che riguarda questa specifica fase politico mediatiica (come si dice con questo malvagio linguaggio tritacervelli).
E' successo un fenomeno interessante che ho dovuto registrare e anche denunciare in alcuni siti dove la polemica pare affiorare in modo aspro.
Io lo ho chiamato l'assedio dei PDini ad un giornale non allineato. Su due post spontanei di frequentatori del Fatto, che possono essere ingenui o vissuti, grezzi o coltivati, post tutto o un po' vetero (come me). Ce ne e' uno esplicitamente o implicitamente PD. E questa presenza e' talmente scoperta al limite del provocatorio, che desta piu' di un sospetto che sia concertata e sia dal vento di campagna elettorale.
Tanto che in un post piu' grossolano e fazioso degli altri, ho dovuto denunciare l'assedio del giornale "nemico" da parte di reparti "guastatori"; quando noi, dicevo, specie in campagna elettorale andavamo in mezzo al nostro popolo, per mobilitarlo, e convincerlo delle ns. buone ragioni e averne il consenso.
Ha presente le cavallette che la CIA di Allen Dulles spingeva a ondate nelle proprieta' riformate e distribuite da Arbenz in Guatemala nel 1954, per rovinare i raccolti e minarne il governo? Ecco. Quelle.
Forced2Register 38 minuto fa
Io credo che la partecipazione qui sia così alta anche perché gli altri quotidiani non permettono di commentare le notizie "scomode", sul corriere ci fanno commentare quello che dice gianni morandi oppure gli articoli sulle vacanze, ma mai ti lascerebbero dare la tua opinione sulle parole del papa o dei politici, altrimenti non potrebbero mai scrivere le menzogne che scrivono.
Anche sul fatto vengono pubblicate alcune panzane, ma quando succede i lettori demoliscono l'articolo, giustamente.
Savonarola08 49 minuto fa
Mi piacerebbe commentare ance sui siti di Repubblica e del Corriere: ma nei rispettivi siti i commenti dei lettori sono permessi solo su articoli di cronaca e di costume (con una ferrea censura, tra l'altro): nessun commento alla politica ed alla cronaca politico-giudiziaria. Non sia mai che i lettori critichino il Governo o il Capo dello Stato? Oppure dica che Bersani sta al Governo insieme a Berlusconi ed ai fascisti?
gipi44 2 ora fa
Il PD non ha il tempo e l'interesse a sentire gli elettori di sinistra.
Stefano Mencarelli 3 ora fa
''Il Fatto quotidiano è ROCK. Il PD è lento, molto lento''.
''Bersani è lento, quasi immobile. Travaglio è rock''
''la politica è immobile, senza quasi. Internet è rock, heavy rock''.
geppileucata 4 ora fa
e cosa potrebbe raccontare bersani a un PDino, che ha partecipato a tutte le porcate messe su da monti-Napolitano con la complicità del partito fregandosene di essere di sinistra. Ha fatto tutto quello che era possibile fare purchè di destra
angelo54 5 ora fa
E' scaduto il tempo per il PD! anche di partecipare e ricercare voti alle feste e comizi cittadini!
a 3 persone piace questo commento
Giuseppina Regonelli 5 ora fa
Tutti queste persone che accorrono al sito del Fatto Quotidiano, mi pronuncio. da anziana, perché gli articoli sono molti stimolanti e i commenti talvolta molto seri, talvolta divertenti inducono a tornare come fosse un luogo amico, dove trovi tutto quello che cerchi una lettura dell'articolo e tanti sentimenti nei commenti che ti sommergono come una festa di primavera sui prati in mezzo ai fiori, sono vecchia e la vedo così, grazie a tutti, trovo che questi giovani siano molto istruiti e sappiano commentare con arguzia i vari articoli che bisogna ammetterlo sono davvero interessanti, e lo dice una persona che a spara a zero se qualcosa non le piace, ne sa qualcosa una certa P.......o (non riesco a non scusarmi è più forte di me )
16 people piace questo commento.
Attilio Rossi 7 ora fa
Questa distanza mi sembra inezia se paragonata a quella tra il PD e un qualsiasi argomento di sinistra
17 people piace questo commento
lupin55 7 ora fa
pienamente d'accordo con ambry ho provato a cricare in modo costruttivo con esponenti del pd in un dibattito pubblicoe la risposta è stata come quella del marchese drl grillo
9 people piace questo commento.
salvatorecatrambone 8 ora fa
Campa cavallo.
Ma se bersani "flirta" da una vita con casini che ha due "mani destre", come fa a pensare, bersani, ai bisogni del popolo della sinistra?
"Mangiate le brioches" diceva una "dama" al suo popolo, e le tagliarono la testa con gusto, accadrà,metaforicamente, al pd ed i suoi accoliti
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Giorgio Riparbelli 4 minuto fa
Professore lei ha ragione. Ma vorrei richiamare la sua attenzione su un fatto che riguarda questa specifica fase politico mediatiica (come si dice con questo malvagio linguaggio tritacervelli).
E' successo un fenomeno interessante che ho dovuto registrare e anche denunciare in alcuni siti dove la polemica pare affiorare in modo aspro.
Io lo ho chiamato l'assedio dei PDini ad un giornale non allineato. Su due post spontanei di frequentatori del Fatto, che possono essere ingenui o vissuti, grezzi o coltivati, post tutto o un po' vetero (come me). Ce ne e' uno esplicitamente o implicitamente PD. E questa presenza e' talmente scoperta al limite del provocatorio, che desta piu' di un sospetto che sia concertata e sia dal vento di campagna elettorale.
Tanto che in un post piu' grossolano e fazioso degli altri, ho dovuto denunciare l'assedio del giornale "nemico" da parte di reparti "guastatori"; quando noi, dicevo, specie in campagna elettorale andavamo in mezzo al nostro popolo, per mobilitarlo, e convincerlo delle ns. buone ragioni e averne il consenso.
Ha presente le cavallette che la CIA di Allen Dulles spingeva a ondate nelle proprieta' riformate e distribuite da Arbenz in Guatemala nel 1954, per rovinare i raccolti e minarne il governo? Ecco. Quelle.
Forced2Register 38 minuto fa
Io credo che la partecipazione qui sia così alta anche perché gli altri quotidiani non permettono di commentare le notizie "scomode", sul corriere ci fanno commentare quello che dice gianni morandi oppure gli articoli sulle vacanze, ma mai ti lascerebbero dare la tua opinione sulle parole del papa o dei politici, altrimenti non potrebbero mai scrivere le menzogne che scrivono.
Anche sul fatto vengono pubblicate alcune panzane, ma quando succede i lettori demoliscono l'articolo, giustamente.
Savonarola08 49 minuto fa
Mi piacerebbe commentare ance sui siti di Repubblica e del Corriere: ma nei rispettivi siti i commenti dei lettori sono permessi solo su articoli di cronaca e di costume (con una ferrea censura, tra l'altro): nessun commento alla politica ed alla cronaca politico-giudiziaria. Non sia mai che i lettori critichino il Governo o il Capo dello Stato? Oppure dica che Bersani sta al Governo insieme a Berlusconi ed ai fascisti?
gipi44 2 ora fa
Il PD non ha il tempo e l'interesse a sentire gli elettori di sinistra.
Stefano Mencarelli 3 ora fa
''Il Fatto quotidiano è ROCK. Il PD è lento, molto lento''.
''Bersani è lento, quasi immobile. Travaglio è rock''
''la politica è immobile, senza quasi. Internet è rock, heavy rock''.
geppileucata 4 ora fa
e cosa potrebbe raccontare bersani a un PDino, che ha partecipato a tutte le porcate messe su da monti-Napolitano con la complicità del partito fregandosene di essere di sinistra. Ha fatto tutto quello che era possibile fare purchè di destra
angelo54 5 ora fa
E' scaduto il tempo per il PD! anche di partecipare e ricercare voti alle feste e comizi cittadini!
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Giuseppina Regonelli 5 ora fa
Tutti queste persone che accorrono al sito del Fatto Quotidiano, mi pronuncio. da anziana, perché gli articoli sono molti stimolanti e i commenti talvolta molto seri, talvolta divertenti inducono a tornare come fosse un luogo amico, dove trovi tutto quello che cerchi una lettura dell'articolo e tanti sentimenti nei commenti che ti sommergono come una festa di primavera sui prati in mezzo ai fiori, sono vecchia e la vedo così, grazie a tutti, trovo che questi giovani siano molto istruiti e sappiano commentare con arguzia i vari articoli che bisogna ammetterlo sono davvero interessanti, e lo dice una persona che a spara a zero se qualcosa non le piace, ne sa qualcosa una certa P.......o (non riesco a non scusarmi è più forte di me )
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Attilio Rossi 7 ora fa
Questa distanza mi sembra inezia se paragonata a quella tra il PD e un qualsiasi argomento di sinistra
17 people piace questo commento
lupin55 7 ora fa
pienamente d'accordo con ambry ho provato a cricare in modo costruttivo con esponenti del pd in un dibattito pubblicoe la risposta è stata come quella del marchese drl grillo
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salvatorecatrambone 8 ora fa
Campa cavallo.
Ma se bersani "flirta" da una vita con casini che ha due "mani destre", come fa a pensare, bersani, ai bisogni del popolo della sinistra?
"Mangiate le brioches" diceva una "dama" al suo popolo, e le tagliarono la testa con gusto, accadrà,metaforicamente, al pd ed i suoi accoliti
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Re: Come se ne viene fuori ?
Civati contro Bersani: “In molti sono usciti dalla Rete e non hanno votato il Pd”
Dopo che ieri il segretario del Partito democratico aveva attaccato Grillo e i suoi sostenitori - invitandoli ad "uscire dalla Rete" - il consigliere regionale della Lombardia ha bacchettatto il 'suo' leader, criticando toni, contenuti e mancanza di strategia della sua presa di posizione
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 26 agosto 2012
Commenti (239)
L’attacco di Pier Luigi Bersani a Beppe Grillo non è piaciuto al suo collega di partito Giuseppe ‘Pippo’ Civati. Che non ha fatto nulla per nascondere il proprio malcontento per le parole utilizzate dal segretario del Pd.
Sul suo blog, infatti, l’esponente democratico ha fortemente criticato la presa di posizione, i toni e i concetti utilizzati dal leader del Pd. Civati innanzitutto si dissocia dai termini scelti da Bersani, che ha definito il comico genovese come un fascista del Web. “Non ho capito bene il senso dell’intemerata di ieri del segretario nazionale del Pd a proposito dei ‘fascisti del web’”, ha scritto il politico lombardo, che poi ha spiegato di non averla capita “perché se qualcuno ti dà dello zombie e tu zombie non lo sei, ci devi solo ridere sopra. E dimostrare che sei vitale, vitalissimo”.
Per quanto riguarda la connotazione ‘mussoliniana’ del M5S, Civati ha sottolineato che “i fascisti, per un partito antifascista, secondo me sono altra e ben più grave cosa rispetto a quelli che ti zimbellano e ti attaccano con strumenti satirici (perché a noi la satira piace, giusto?)”.
Dopo aver portato come esempio alcuni violenti attacchi personali indirizzatigli dai sostenitori di Bersani sulla Rete (e la sua reazione pacata), il consigliere regionale della Lombardia si è soffermato – criticando – il comportamento di Bersani quando ha invitato i sostenitori di Grillo “ad uscire dalla Rete” per andare ad attaccare dal vivo il Partito democratico. “Vengano qui a dircelo, vengano via dalla Rete. Vengano qui” aveva detto il segretario democrat, la cui frase per Civati “pronunciata dal leader di un partito del campo progressista europeo, consente di ricordare, ancora una volta, che la Rete non è un luogo ‘altro’ rispetto alla realtà e chi la frequenta non si pone in una posizione ‘speciale’ rispetto a quella degli altri, che (forse) non la frequentano”.
La spiegazione di Pippo Civati, in tal senso, è un’accusa diretta sia al vecchio modo di fare politica che all’attuale strategia del partito. “Perché chi sta sulla rete, poi (anzi, prima) legge libri e giornali, va a fare la spesa, guida l’auto, prende un treno e la metropolitana e va a lavorare tutte le mattine” ha scritto l’esponente democratico, per cui queste ultime sono “tutte cose che magari non tutti i politici fanno più, si potrebbe dire, se volessimo utilizzare lo stesso metro (è un esempio, eh)”.
Per quanto riguarda il senso del Partito democratico per l’utilizzo del web, invece, Civati è andato giù pesante nei confronti del ‘suo’ segretario, accusandolo di non aver ancora compreso l’importanza di internet nella comunicazione politica. (Noi lo diciamo da una vita-ndt)
“La rete è protagonista del dibattito politico sempre di più, e si pensava che dopo la Milano di Pisapia e i referendum dello scorso anno fosse chiaro a tutti – ha scritto Civati – E per la verità, in moltissimi sono già ‘venuti via dalla rete’, alle ultime elezioni, e sono anche andati a votare, in parecchi, per il M5S. Altri, invece, non sono andati a votare proprio: forse sono rimasti sulla rete. Sono certo che Bersani abbia cambiato idea, almeno un po’, rispetto alla memorabile definizione di ambaradàn del 2009. E spero che sia stata solo un’uscita infelice, la sua. E che il Pd – è la speranza del consigliere regionale lombardo – punterà molto, sulla rete, per la prossima campagna elettorale, come ci siamo permessi di suggerire in un piccolo volume, a disposizione di tutti. Entusiasti e scettici del web”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/08 ... pd/334243/
Dopo che ieri il segretario del Partito democratico aveva attaccato Grillo e i suoi sostenitori - invitandoli ad "uscire dalla Rete" - il consigliere regionale della Lombardia ha bacchettatto il 'suo' leader, criticando toni, contenuti e mancanza di strategia della sua presa di posizione
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 26 agosto 2012
Commenti (239)
L’attacco di Pier Luigi Bersani a Beppe Grillo non è piaciuto al suo collega di partito Giuseppe ‘Pippo’ Civati. Che non ha fatto nulla per nascondere il proprio malcontento per le parole utilizzate dal segretario del Pd.
Sul suo blog, infatti, l’esponente democratico ha fortemente criticato la presa di posizione, i toni e i concetti utilizzati dal leader del Pd. Civati innanzitutto si dissocia dai termini scelti da Bersani, che ha definito il comico genovese come un fascista del Web. “Non ho capito bene il senso dell’intemerata di ieri del segretario nazionale del Pd a proposito dei ‘fascisti del web’”, ha scritto il politico lombardo, che poi ha spiegato di non averla capita “perché se qualcuno ti dà dello zombie e tu zombie non lo sei, ci devi solo ridere sopra. E dimostrare che sei vitale, vitalissimo”.
Per quanto riguarda la connotazione ‘mussoliniana’ del M5S, Civati ha sottolineato che “i fascisti, per un partito antifascista, secondo me sono altra e ben più grave cosa rispetto a quelli che ti zimbellano e ti attaccano con strumenti satirici (perché a noi la satira piace, giusto?)”.
Dopo aver portato come esempio alcuni violenti attacchi personali indirizzatigli dai sostenitori di Bersani sulla Rete (e la sua reazione pacata), il consigliere regionale della Lombardia si è soffermato – criticando – il comportamento di Bersani quando ha invitato i sostenitori di Grillo “ad uscire dalla Rete” per andare ad attaccare dal vivo il Partito democratico. “Vengano qui a dircelo, vengano via dalla Rete. Vengano qui” aveva detto il segretario democrat, la cui frase per Civati “pronunciata dal leader di un partito del campo progressista europeo, consente di ricordare, ancora una volta, che la Rete non è un luogo ‘altro’ rispetto alla realtà e chi la frequenta non si pone in una posizione ‘speciale’ rispetto a quella degli altri, che (forse) non la frequentano”.
La spiegazione di Pippo Civati, in tal senso, è un’accusa diretta sia al vecchio modo di fare politica che all’attuale strategia del partito. “Perché chi sta sulla rete, poi (anzi, prima) legge libri e giornali, va a fare la spesa, guida l’auto, prende un treno e la metropolitana e va a lavorare tutte le mattine” ha scritto l’esponente democratico, per cui queste ultime sono “tutte cose che magari non tutti i politici fanno più, si potrebbe dire, se volessimo utilizzare lo stesso metro (è un esempio, eh)”.
Per quanto riguarda il senso del Partito democratico per l’utilizzo del web, invece, Civati è andato giù pesante nei confronti del ‘suo’ segretario, accusandolo di non aver ancora compreso l’importanza di internet nella comunicazione politica. (Noi lo diciamo da una vita-ndt)
“La rete è protagonista del dibattito politico sempre di più, e si pensava che dopo la Milano di Pisapia e i referendum dello scorso anno fosse chiaro a tutti – ha scritto Civati – E per la verità, in moltissimi sono già ‘venuti via dalla rete’, alle ultime elezioni, e sono anche andati a votare, in parecchi, per il M5S. Altri, invece, non sono andati a votare proprio: forse sono rimasti sulla rete. Sono certo che Bersani abbia cambiato idea, almeno un po’, rispetto alla memorabile definizione di ambaradàn del 2009. E spero che sia stata solo un’uscita infelice, la sua. E che il Pd – è la speranza del consigliere regionale lombardo – punterà molto, sulla rete, per la prossima campagna elettorale, come ci siamo permessi di suggerire in un piccolo volume, a disposizione di tutti. Entusiasti e scettici del web”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/08 ... pd/334243/
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