quo vadis PD ????

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shiloh
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da shiloh »

Joblack ha scritto: @shiloh

Non ho capito se sei d'accordo in toto con l'autore dell'articolo oppure fai tue le parti che hai evidenziato in grassetto?
Se vuoi sapere la mia, ti rispondo alle ultime 4 domande:

Abbiamo un partito?

NO

Abbiamo un leader (Bersani ndr)?

NO

Votiamo una linea?

Ma quando ce l'hanno concesso di farlo?


Abbiamo un partito?

SI
anzi,ad oggi ,con circa il 28% dei consensi,è il partito di maggioranza relativa...

Abbiamo un leader ?

SI è Bersani eletto con le primarie.
e la base lo sa perchè lo ha eletto.
è la fairy band che fa capo a Veltroni e Letta che deve ancora prenderne atto...e qui francamente Bersani dovrebbe essere molto più autoritario.
Joblack ha scritto:

In fondo è questa la democrazia
E' quello che noi del forum, sia quello vecchio che in questo nuovo, abbiamo tentato di fare, e che ancora ora visti inascoltati, tentiamo di continuare a fare.

Cioè cercare di dare una nostra opinione che indirizzi la politica del partito.

Come mai si va alle primarie per scegliere un candidato sindaco quando all'interno del partito non si è fatto alcun dibattito sui temi politici che il candidato dovrà affrontare e le priorità?
Caro shiloh,
è questa la democrazia a cui noi aspiriamo?
Io credo di no!
un saluto

calma un attimo.
quale altro partito fa le primarie ???
senza le primarie non avremmo vinto nè a Milano nè a Napoli.
in estrema sintesi,
il PD ha rimesso la scelta dei candidati nelle mani degli elettori.
o no ???
e questa è democrazia...
magari non è ancora quello a cui aspiriamo...ma non si può avere "tutto e subito".
queste del "tutto e subito" sono utopie che hanno portato la sinistra fuori dal parlamento...se non ricordo male.
aloha.
:)
Joblack
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da Joblack »

shiloh ha scritto:
Joblack ha scritto: @shiloh

Non ho capito se sei d'accordo in toto con l'autore dell'articolo oppure fai tue le parti che hai evidenziato in grassetto?
Se vuoi sapere la mia, ti rispondo alle ultime 4 domande:

Abbiamo un partito?

NO

Abbiamo un leader (Bersani ndr)?

NO

Votiamo una linea?

Ma quando ce l'hanno concesso di farlo?


Abbiamo un partito?

SI
anzi,ad oggi ,con circa il 28% dei consensi,è il partito di maggioranza relativa...

Abbiamo un leader ?

SI è Bersani eletto con le primarie.
e la base lo sa perchè lo ha eletto.
è la fairy band che fa capo a Veltroni e Letta che deve ancora prenderne atto...e qui francamente Bersani dovrebbe essere molto più autoritario.
Joblack ha scritto:

In fondo è questa la democrazia
E' quello che noi del forum, sia quello vecchio che in questo nuovo, abbiamo tentato di fare, e che ancora ora visti inascoltati, tentiamo di continuare a fare.

Cioè cercare di dare una nostra opinione che indirizzi la politica del partito.

Come mai si va alle primarie per scegliere un candidato sindaco quando all'interno del partito non si è fatto alcun dibattito sui temi politici che il candidato dovrà affrontare e le priorità?
Caro shiloh,
è questa la democrazia a cui noi aspiriamo?
Io credo di no!
un saluto

calma un attimo.
quale altro partito fa le primarie ???
senza le primarie non avremmo vinto nè a Milano nè a Napoli.
in estrema sintesi,
il PD ha rimesso la scelta dei candidati nelle mani degli elettori.
o no ???
e questa è democrazia...
magari non è ancora quello a cui aspiriamo...ma non si può avere "tutto e subito".
queste del "tutto e subito" sono utopie che hanno portato la sinistra fuori dal parlamento...se non ricordo male.
aloha.
:)
@shiloh

ho visto che tra le primarie hai menzionato solo Milano e Napoli.

A parte che a Napoli poi ha vinto De Magistris candidato indipendente IDV e che poi vinse solo per il doppio turno, non hai menzionato quello che sta accadendo a Palermo.

Ti prego di leggere il 3D specifico.

Per una democrazia diretta funzionante bisogna attivare altre forme di consultazione che non queste primarie di coalizione, però fatte stranamente dal solo PD, in cui possono partecipare tutti anche gli infiltrati di destra.

Perchè non usiamo gli strumenti che ci dà internet, vedi email, accesso a liste per registrarsi, i social network per far conoscere i candidati (curricula) ed i loro programmi prima di andare al voto?

un saluto
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)

‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
shiloh
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da shiloh »

Joblack ha scritto:
@shiloh
ho visto che tra le primarie hai menzionato solo Milano e Napoli.
A parte che a Napoli poi ha vinto De Magistris candidato indipendente IDV e che poi vinse solo per il doppio turno, non hai menzionato quello che sta accadendo a Palermo.
Ti prego di leggere il 3D specifico.

ho menzionato quelle che fanno la differenza.
e con tutto il rispetto Palermo non fa la differenza.
soprattutto per il csx,in quanto in Sicilia si prendono delle percentuali di voto talmente basse che ci sarebbe da vergognarsi.
nello specifico di quanto sta accadendo a Palermo:
il 3d l'ho letto.
premesso che io avrei preferito la Borsellino,
mica ci posso fare nulla se i Palermitani hanno scelto diversamente.
questo è il frutto della democrazia...a noi sta accettare le scelte,anche quando non ci piacciono.
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da shiloh »

Joblack ha scritto:
@shiloh
Per una democrazia diretta funzionante bisogna attivare altre forme di consultazione che non queste primarie di coalizione, però fatte stranamente dal solo PD, in cui possono partecipare tutti anche gli infiltrati di destra.
Perchè non usiamo gli strumenti che ci dà internet, vedi email, accesso a liste per registrarsi, i social network per far conoscere i candidati (curricula) ed i loro programmi prima di andare al voto?
un saluto
perchè sarebbe una soluzione che taglia fuori una percentuale rilevante,anzi largamente maggioritaria, di persone.
persone che non usano internet e che non spediscono mail,ma che hanno diritto di partecipare come qualsiasi altro.

chi usa internet per informarsi e comunicare sulla politica ,
come facciamo noi,
rappresenta una nicchia molto limitata di persone...e non se ne può fare una regola.

anche perchè ,come sempre,chi si base solo sulla sua esperienza personale per fare le regole,
poi partorisce soluzioni in stile "Fornero"...
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da shiloh »

Primarie, una ricetta facile facile
12 marzo 2012

Per le primarie è semplice.
Basta farle di coalizione, per favorire la partecipazione,
senza che si infiltrino votanti esterni al centrosinistra, e simpatizzanti del centro non molto affini a quelli di sinistra.

Primarie senza troppi controlli formali e senza che la scarsa vigilanza produca risultati strani.

Risultati da accettare senza condizioni, salvo sospetti di brogli avanzati senza motivazioni sospette, con l’auspicio che vinca il candidato ufficiale del Pd,
altrimenti si direbbe che il Partito democratico è moribondo,
la speranza che non vinca il candidato ufficiale del Pd,
altrimenti si tacerebbe per nascondere la cosa oppure si direbbe che la coalizione è in crisi,
la preferenza che non ci sia un candidato del Partito democratico,
il sogno che ce ne siano diversi,
la constatazione, se vince un moderato,
che la famosa foto di Vasto è strappata, la considerazione,
se vince uno della sinistra radicale,
che il Pd ignora la base, la sentenza, chiunque vinca, che un qualche problema, comunque, si pone.

Semplice, no?

http://malumorismi.comunita.unita.it/20 ... le-facile/

:P
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da shiloh »

Il fotogramma di Parigi

Alla fine di questa settimana, Pierluigi Bersani si recherà a Parigi
per una importante manifestazione politica di sostegno per François Hollande.

Ci saranno con lui il leader della Spd e molti altri segretari di partiti europei.
Verrà firmato un importante manifesto congiunto, preparato da alcune fondazioni politiche, che traccia un perimetro comune dell’Europa che vorremmo, degli impegni sin qui mancanti nell’agenda comunitaria.

Così come non è mancata la solidarietà europea durante l’agonia politica del governo Berlusconi,
così lavoriamo affinché analoga solidarietà si manifesti quando toccherà a noi,
l’anno prossimo, competere alle elezioni.


In tempi di governo tecnico e di lungo rodaggio elettorale, l’iniziativa di sabato ha generato un “gancio” mediatico fra la cosiddetta foto di Vasto e l’imminente foto di Parigi,
sollevando un dibattito, già sperimentato e in genere riservato agli addetti ai lavori,
sulle famiglie politiche europee e sulla natura delle relazioni internazionali del Pd.

Il Partito democratico è nato e cresciuto in Italia in condizioni assolutamente peculiari e difficilmente paragonabili ad altre esperienze europee.

Nessun altra democrazia occidentale, infatti, aveva vissuto per così lungo tempo prima della caduta del Muro con un sistema politico al tempo stesso imperniato su partiti forti,
capaci di svolgere una funzione di socializzazione politica e di educazione alla democrazia dell’intera popolazione,
però fortemente frammentato in identità ben cristallizzate da una legge elettorale proporzionale e, al tempo stesso, così condizionato dalla contrapposizione ideologica della Guerra fredda.


Il crollo del Muro, Mani pulite, la nuova sovranità europea di Maastricht, il ruolo della televisione e della legge maggioritaria, l’irrompere sulla scena di Berlusconi hanno impresso una formidabile accelerazione alla politica che abbiamo denominato impropriamente Seconda repubblica.

Quindici anni dopo la prima vittoria elettorale dell’Ulivo,
il Partito democratico raccoglie le due principali e più strutturate tradizioni che dettero vita a quell’esperienza
(quella cattolico-democratica e quella post-comunista),
altre correnti culturali che godettero di numeri ben più piccoli nella prima repubblica
(ambientaliste, liberaldemocratiche)
e un numero crescente di “nativi”, cioè di cittadini ed elettori che, per ragioni anagrafiche o per ragioni politiche, o non hanno avuto il tempo di appartenere a qualcos’altro o sono semplicemente “rinati” in questo campo progressista e democratico.


Il passare del tempo fa ovviamente crescere, anno dopo anno, il numero dei “nativi” rispetto a quello dei “costruttori” del progetto originale.

Una delle caratteristiche identitarie più marcate del Partito democratico, fin dalla sua nascita, è stata quella del suo europeismo e del suo internazionalismo.

L’Europa come destino e la convinzione che la globalizzazione dei processi economici, tecnologici e culturali esigesse in parallelo una globalizzazione dei processi politici, ci hanno spinto a coltivare una curiosità naturale verso ogni partito nuovo, network politico, leadership emergente si affacciasse in Europa e non solo.


Per le nostre frequentazioni degli incontri sulla Terza via o sull’Ulivo mondiale,
per la nostra presenza ai congressi di partiti ovunque nel mondo, siamo stati anche benevolmente sfottuti da un giornalismo politico che ci trattava come ingenui parvenu ma che tuttora si accontenta di costruire instancabilmente complotti e contro-complotti appendendoli a frasi carpite sui divanetti di Montecitorio.

Il nostro impegno – va detto – è stato in molti casi sbilanciato, più unidirezionale che bidirezionale, poiché è ancora largamente prevalente il numero di partiti che soddisfano le proprie esigenze con un’agenda quasi totalmente domestica e che semplicemente aderiscono ad organizzazioni internazionali esistenti, alle quali delegano la propria rappresentanza internazionale.

;)
In Europa, il nostro interlocutore privilegiato è oggi il Partito socialista europeo.
;)

Chi vuole costruire un campo di forze alternativo allo schieramento conservatore
(trasformazione ultima del tradizionale partito democratico cristiano),
non può non partire dal Pse, partito che raggruppa i più grandi partiti riformisti del continente e nel quale convivono esperienze più tradizionali ed esperienze più aperte all’innovazione dei contenuti dell’agire politico e delle forme.
La collaborazione nel nuovo gruppo S&D al parlamento europeo e la progressiva torsione “europeista” del partito hanno reso la collaborazione col Pd molto proficua.


L’esperienza italiana ci ha insegnato, però, che per costruire un campo riformista più grande occorre uscire dai confini stretti;
per questa ragione, seguiamo con interesse anche le elaborazioni programmatiche del pensiero ambientalista europeo e le iniziative di alcune personalità liberaldemocratiche per una più esigente unione politica europea.


Ci piacerebbe che questa fosse già oggi la coalizione riformista per l’Europa.
Ma così non è, e sarebbe un segno di provincialismo rovesciato pensare che l’Europa intera debba adattarsi ai nostri desideri.
Dunque, la costruzione di questo campo più largo esige la nostra capacità di lettura delle storie altrui.


Fuori dall’Europa, è facile notare che gli attori politici dei paesi protagonisti non seguono necessariamente le mappe ideologiche del vecchio continente:
negli Stati Uniti, in Brasile, in Giappone, in India o in Sud Africa, nel nuovo Mediterraneo o in America Latina sono tante le storie di partiti che non rientrano nei recinti
(eccessivamente ampli per un verso ed escludenti per l’altro)
delle vecchie Internazionali.


La foto di Parigi è dunque semmai il fotogramma di un film.

Quelli precedenti vedevano John Podesta e Paul Rasmussen a Torino,
Sigmar Gabriel e Jorge Burgos alla manifestazione di San Giovanni, François Hollande a Roma.

I prossimi vedranno Pier Luigi Bersani prima in Portogallo e poi in Romania e, ad aprile, i leader parlamentari di Canada, Brasile, Uruguay, Sud Africa, Tunisia, Birmania, Giappone, Australia, Stati Uniti e molti paesi europei qui a Roma per lanciare un network fra gruppi parlamentari progressisti.


L’Italia ha sempre sofferto la sindrome del proprio “rango”.
Siamo il più piccolo dei grandi o il più grande dei piccoli ?
Siamo contro i direttori o aspiriamo solamente a farne parte ?
Non solo in politica estera.


Anche nelle relazioni politiche è sempre stato un po’ così.
La transizione dal post-comunismo al socialismo europeo, la ricerca di una casa per Forza Italia o di una nuova casa per Alleanza nazionale, i tormenti del cattolicesimo democratico nel Ppe, l’isolazionismo valligiano della Lega:
ogni volta, con storie e ragioni diverse, era come se i partiti europei, con le loro magagne e le loro imperfezioni, fossero invece vissuti come agenzie di rating dei nostri partiti nazionali;
come se fossero loro i soggetti abilitati a certificare, sdoganare, bocciare le nostre storie.


Le affiliazioni internazionali vengono ancora oggi usate nel dibattito interno come destinazioni finali da evitare
(“non moriremo così o cosà”)
o come etichette da appiccicare per bollare col sapore della polvere l’avversario interno.

E invece questa agenda larga è semplicemente il campo più grande nel quale un grande partito, popolare e moderno, vive la propria consapevolezza del tempo globale che ci è toccato, scambiando idee, facendo incontrare leadership, co-organizzando eventi e campagne di mobilitazione.
Avrà ragione chi saprà leggere meglio il segno dei tempi, chi saprà ridare contenuti attuali ai valori di giustizia, di libertà, di rispetto dell’uomo, chi saprà ridare sapore alla passione della politica.
Al nome dell’etichetta da appiccicarci sopra, ci penseremo poi.

http://www.partitodemocratico.it/doc/23 ... parigi.htm
shiloh
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da shiloh »

«Che fatica del diavolo fa il Pd a parlare a sinistra e movimenti»
«C’è una fetta di astensionismo, di elettori delusi, di persone che guardano al movimento Cinque Stelle:è a loro che il Pd deve parlare».

Pippo Civati,
consigliere regionale in Lombardia, entra nel dibattito aperto da l’Unità sulle alleanze future per il post-Monti e critica anche la foto di Vasto:
«Mi sembra statica, superata, andrebbe modernizzata».
Quanto alla formula
«alleanza tra progressisti e forze moderate»,
qualche dubbio ce l’ha.
«Chi sono i moderati ?», chiede provocatoriamente.

Civati, Franceschini sostiene che il Pd debba guardare a quel potenziale 25% che sta alla sua sinistra. Letta, Fioroni, per citarne due, sono più cauti. Lei?

«Ha ragione Franceschini e quella prateria è composta da chi è deluso dalla politica, da chi vorrebbe astenersi, da chi guarda al movimento di Grillo e da una parte dei movimenti che durante il 2011 hanno riempito le piazze.
Il problema è che il Pd fa una fatica del diavolo a parlare con queste realtà, l’ultimo episodio è stato la gestione della manifestazione della Fiom con quel “vado, non vado”».


È stato un errore non andare?


«È stato un errore non mandare una delegazione ad ascoltare quello che chiedeva quella piazza.
Riformare il mercato del lavoro non vuol dire dimenticare i giusti temi del conflitto sociale delle fabbriche o le questioni di democrazia che la Fiom poneva».



Lei dice che nel suo partito non si riesce a parlare a quella prateria. Perché?

«Per poter entrare in contatto c’è un’anticamera che bisogna superare rappresentata dai costi della politica, dal sistema elettorale e dai meccanismi di partecipazione.
Non è un caso che Bersani nel suo volantino del viaggio nel paese abbia messo proprio questi temi, gli stessi che io ripeto da parecchio tempo.
Le questioni ambientali e i diritti sono gli argomenti di cui vogliono sentir parlare tutti coloro che oggi guardano altrove.
C’è bisogno di parole chiare, nette e precise e purtroppo non ne sono venute».

Non dipenderà anche dal tasso di alta litigiosità interna?

«Dovremmo incominciare a mettere da parte la litigiosità e iniziare a praticare il pluralismo che significa prendere alcune posizioni, che non sono attualmente rappresentate, e dargli visibilità, anche quando non vengono dalla segreteria.
Una volta Bersani mi disse che una minoranza può diventare maggioranza ma non se passa il tempo a stressare la maggioranza. C’è bisogno di proposte serie, precise, di qualità».

Lei con l’iniziativa di Bologna, “Il nostro tempo”, ha fatto delle proposte. Sono state accolte, oppure sono rimaste lettera morta?

«Devo dire che alcune nostre proposte sono state fatte proprie dal partito, anche se nessuno oggi dice da dove sono venute ed è un peccato perché sarebbe un modo per riconoscere il pluralismo. Una delle proposte che facemmo in quella sede riguardava le primarie per i parlamentari ed è stata affrontata anche dall’assemblea nazionale, come quella di un legge sulla corruzione, che recentemente abbiamo ripreso a Canossa con Stefano Rodotà».

Franceschini ha ribadito quella che è anche la linea del segretario:
una alleanza tra progressisti e forze moderate.
La ritiene possibile una coalizione che va da Casini a Vendola?


«Intanto bisognerebbe avere il coraggio di modernizzare la foto di Vasto, come dice lo stesso Vendola, perché mi sembra molto statica e legata alle sigle dei partiti.
Dovrebbe essere aperta ai ceti produttivi, alle donne, alla società civile.
Insomma, bisognerebbe metterci un po’ di elettori veri più che di leader.
Poi, e arriviamo ai moderati, mi chiedo chi siano oggi le forze moderate».


Casini, Rutelli, il cosiddetto Terzo Polo. Di questo stiamo parlando.

«Io non sono affezionato a Vasto,
ma vorrei capire se estendere l’alleanza ai moderati non si traduca in un corto circuito.
Il Pd su che cosa vuole costruire l’alleanza?
Quali sono i dieci punti su cui ha un progetto e un programma? Da qui si deve partire, da quello che abbiamo in mente di fare durante la prossima legislatura».


Lei non ha mai citato l’Idv. Perché?

«Se Di Pietro vuole stare in coalizione con noi deve prendersi degli impegni, la deve piantare di lavorare sulle nostre difficoltà.
Ma devo dire che si fatica a trovare luoghi parlamentari o extraparlamentari per parlare di queste cose».

Civati, che ne pensa dell’eterna discussione sulla leadership?

«Ho sentito almeno quindici nomi diversi negli ultimi tempi.
Mi sembra che ci siano grandi velleità al riguardo mentre sarebbe meglio deciderlo sulla base di un decalogo di priorità per un programma di governo».

Lei quali metterebbe nell’elenco?

«Credo che al primo posto ci debba essere, per una coalizione di centrosinistra, la riduzione delle diseguaglianze insieme alla possibilità di orientare il sistema produttivo, là dove serve.
Se si lavora su questo la gente capisce cosa vuoi dire, se parli del rilancio selettivo dell’economia, nei settori strategici, dalla ricerca all’innovazione, gli elettori riconoscono quello che hai in testa di fare»

http://www.unita.it/italia/che-fatica-d ... i-1.391544
Joblack
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da Joblack »

Mentre Bersani va in Francia a sostenere il socialista Holland che corre contro Sarkosy, cosa fanno i cosacchi centristi dentro il PD?

Un manifesto!

Pd/ Fioroni, Follini e altri 13 dicono no a svolta socialista

Manifesto di alcuni Parlamentari contro la decisione di Bersani

Roma, 16 mar. (TMNews) - Quindici parlamentari del Pd dicono no alla svolta socialista di Bersani e all'appoggio a Francois Hollande, firmando un lungo manifesto pubblicato su il Foglio. Non solo: bocciatura anche per la firma di Bersani, che avverrà domani, al manifesto "per un nuovo rinascimento europeo", redatto insieme con il leader del Spd tedesco Sigmar Gabriel e il leader dei socialisti francesi Francois Hollande. E in vista di quel vertice, un pezzo di Pd ora si spacca sull'identità del partito.
"Il Partito democratico - si legge nel documento della 'fronda' a Bersani - perde la sua anima se sceglie di irrigidire ideologicamente il messaggio d'innovazione che gli compete". "A noi preme evidenziare, in conclusione, la necessità che il Partito Democratico non disperda nel labirinto di presunti obblighi di vicinanza nel campo progressista il credito accumulato come forza riformatrice, aperta alla sperimentazione di nuove formule politiche".
I firmatari del documento, di cui oggi dà conto il Foglio e che è stato pubblicato interamente questa mattina sul sito del Foglio, sono Giuseppe Fioroni (deputato Pd), Marco Follini (senatore Pd), Carlo Chiurazzi (senatore Pd),, Lucio D'Ubaldo (senatore Pd), Anna Rita Fioroni (senatore Pd), Antonio Rusconi (senatore Pd), Maria Pia Garavaglia (senatore Pd), Gianluca Benamati (deputato Pd), Enrico Farinone (deputato Pd), Giampiero Fogliardi (deputato Pd), Tommaso Ginoble (deputato Pd), Gero Grassi (deputato Pd), Luciana Pedoto(deputato Pd), Giovanni Sanga (deputato Pd) e Rodolfo Viola (deputato Pd).


articolo si trova al seguente link:
http://notizie.virgilio.it/notizie/poli ... 59894.html

un saluto
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)

‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
shiloh
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da shiloh »

Joblack ha scritto:
Mentre Bersani va in Francia a sostenere il socialista Holland che corre contro Sarkosy, cosa fanno i cosacchi centristi dentro il PD?

Un manifesto!


Pd/ Fioroni, Follini e altri 13 dicono no a svolta socialista

Manifesto di alcuni Parlamentari contro la decisione di Bersani

articolo si trova al seguente link:
http://notizie.virgilio.it/notizie/poli ... 59894.html

un saluto

con l'adesione all'internazionale socialista e l'appoggio alla campagna elettorale di Hollande,
mi pare che ,finalmente,Bersani abbia tracciato una linea politica.
ora non gli rimane che allontanare dal PD quelli ,come questi"firmatari" ,che appartengono in tutto e per tutto alla fairy band dei Pierazzurri.
e le primarie rappresentano il miglior strumento che ha in mano Bersani per farlo...ed è pure democratico...meglio di così...
quindi avanti con le primarie per la scelta di senatori e deputati PD della prossima legislatura.

p.s.

aggiungo che mi pare che alcuni nomi "eccellenti" tra questi "firmatari",
facessero parte di quella "margherita" in cui Lusi moltiplicava i "pani e i pesci" per i "discepoli"...
:mrgreen:
mariok

Re: quo vadis PD ????

Messaggio da mariok »

shiloh ha scritto: ora non gli rimane che allontanare dal PD quelli ,come questi"firmatari" ,che appartengono in tutto e per tutto alla fairy band dei Pierazzurri.
e le primarie rappresentano il miglior strumento che ha in mano Bersani per farlo...ed è pure democratico...meglio di così...
quindi avanti con le primarie per la scelta di senatori e deputati PD della prossima legislatura.
basta semplicemente applicare lo statuto che stabilisce (art.22):

Non è ricandidabile da parte del Partito Democratico per la carica di componente del Parla‐
mento nazionale ed europeo chi ha ricoperto detta carica per la durata di tre mandati.


Tanto per cominciare, Follini e Fioroni (ma non sono gli unici) sono non candidabili... e vedrai come se ne vanno.
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