THE CATHOLIC QUESTION
Re: THE CATHOLIC QUESTION
Fecondazione: il ricorso del governo divide il Pd. Mentre Bersani e Grillo tacciono
La sentenza della Cedu, che ha di fatto bocciato la legge 40, e l’intenzione del governo di presentare ricorso hanno scatenato molte reazioni. Anche da parte della Chiesa cattolica, con la discesa in campo del cardinale Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi italiani. Due soli uomini politici se ne stanno in silenzio, due giorni dopo la sentenza: Pier Luigi Bersani e Beppe Grillo.
Dai quali non risultano dichiarazioni su una sentenza che mette in discussione una normativa schiettamente clericale approvata col beneplacito della Chiesa. Un silenzio che viene percepito come imbarazzante, visto che la tematica è di scottante attualità e ha già suscitato le reazioni del centro-destra, in massa inchinatosi alle tesi dei vescovi contro la ‘deriva eugenetica’.
Il Pd appare sempre più lacerato non appena vengono poste questioni laiche, con resistenze forti da parte della componente cattolica più intransigente. Anche in questo caso, come dimostrano gli interventi ostili alla sentenza Cedu di Pierluigi Castagnetti e di Beppe Fioroni, paurosamente vicini ai diktat della Chiesa. E il suo leader non si pronuncia. Anche la componente più laica del partito scalpita. Ignazio Marino lancia il suo appello per riscrivere la legge, “nel rispetto delle coppie e della conoscenza scientifica”.
Dello stesso tenore il parere della responsabile e coordinatrice delle donne del Pd Roberta Agostini. È evidente infatti come la norma, pensata con un approccio clericale, sottragga diritti alle donne e ne metta prima di tutto a rischio la salute. Una legge che, come ha ben argomentato Vladimiro Zagrebelsky, è “incompatibile con i diritti“.
Dal canto suo Grillo a suo tempo si era detto contrario al referendum sulla procreazione assistita. E sarebbe interessante capire come la pensa ora. Ci chiediamo quindi quale posizione prenderanno coloro che si proclamano alfieri dell’alternativa a questo governo.
Intanto il ministro della Salute, Renato Balduzzi, ha annunciato il ricorso. A ulteriore dimostrazione di come questo governo sia non solo ‘tecnico’, ma ‘clerical-tecnico‘. D’altronde non ci si può aspettare molto altro da chi è stato presidente del Meic (Movimento ecclesiale di impegno culturale) e fu chiamato a suo tempo al ministero come consulente nel periodo in cui era guidato da Rosy Bindi.
Gli elettori laici hanno diritto di sapere come la pensa ogni partito e, soprattutto, come la pensano i leader dei partiti che sono in testa ai sondaggi. Anche Gianfranco Fini ha chiesto al governo di non presentare ricorso. Bersani e Grillo, diteci qualcosa di laico.
http://www.uaar.it/news/2012/08/30/feco ... -tacciono/
La sentenza della Cedu, che ha di fatto bocciato la legge 40, e l’intenzione del governo di presentare ricorso hanno scatenato molte reazioni. Anche da parte della Chiesa cattolica, con la discesa in campo del cardinale Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi italiani. Due soli uomini politici se ne stanno in silenzio, due giorni dopo la sentenza: Pier Luigi Bersani e Beppe Grillo.
Dai quali non risultano dichiarazioni su una sentenza che mette in discussione una normativa schiettamente clericale approvata col beneplacito della Chiesa. Un silenzio che viene percepito come imbarazzante, visto che la tematica è di scottante attualità e ha già suscitato le reazioni del centro-destra, in massa inchinatosi alle tesi dei vescovi contro la ‘deriva eugenetica’.
Il Pd appare sempre più lacerato non appena vengono poste questioni laiche, con resistenze forti da parte della componente cattolica più intransigente. Anche in questo caso, come dimostrano gli interventi ostili alla sentenza Cedu di Pierluigi Castagnetti e di Beppe Fioroni, paurosamente vicini ai diktat della Chiesa. E il suo leader non si pronuncia. Anche la componente più laica del partito scalpita. Ignazio Marino lancia il suo appello per riscrivere la legge, “nel rispetto delle coppie e della conoscenza scientifica”.
Dello stesso tenore il parere della responsabile e coordinatrice delle donne del Pd Roberta Agostini. È evidente infatti come la norma, pensata con un approccio clericale, sottragga diritti alle donne e ne metta prima di tutto a rischio la salute. Una legge che, come ha ben argomentato Vladimiro Zagrebelsky, è “incompatibile con i diritti“.
Dal canto suo Grillo a suo tempo si era detto contrario al referendum sulla procreazione assistita. E sarebbe interessante capire come la pensa ora. Ci chiediamo quindi quale posizione prenderanno coloro che si proclamano alfieri dell’alternativa a questo governo.
Intanto il ministro della Salute, Renato Balduzzi, ha annunciato il ricorso. A ulteriore dimostrazione di come questo governo sia non solo ‘tecnico’, ma ‘clerical-tecnico‘. D’altronde non ci si può aspettare molto altro da chi è stato presidente del Meic (Movimento ecclesiale di impegno culturale) e fu chiamato a suo tempo al ministero come consulente nel periodo in cui era guidato da Rosy Bindi.
Gli elettori laici hanno diritto di sapere come la pensa ogni partito e, soprattutto, come la pensano i leader dei partiti che sono in testa ai sondaggi. Anche Gianfranco Fini ha chiesto al governo di non presentare ricorso. Bersani e Grillo, diteci qualcosa di laico.
http://www.uaar.it/news/2012/08/30/feco ... -tacciono/
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Re: THE CATHOLIC QUESTION
Anche nei suoi ultimi giorni di vita il Cardinal Martini mette in difficoltà il Vaticano e la Chiesa cattolica rifiutando l'accanimento terapeutico.
L'ARCIVESCOVO EMERITO DI MILANO
Cardinale Martini, condizioni molto gravi
Il medico: «No ad accanimento terapeutico»
Il neurologo Pezzoli: «Lo ha chiesto lui». Il Vaticano: «Il Papa segue la situazione da vicino»
MILANO - Restano molto gravi le condizioni del cardinale Carlo Maria Martini, affetto dal morbo di Parkinson da anni. In una nota diffusa dalla diocesi di Milano, si legge che «l'arcivescovo del capoluogo lombardo, cardinale Angelo Scola, raccomanda a tutti i fedeli della Diocesi e a quanti l'hanno caro speciali preghiere, espressione di affetto e di vicinanza in questo delicato momento». Le condizioni di salute del cardinale Carlo Maria Martini si erano particolarmente aggravate nella giornata di giovedì.
IL PAPA - Benedetto XVI è stato informato già giovedì sera sull'aggravamento delle condizioni di salute del cardinale Carlo Maria Martini e «segue la situazione» da vicino. Lo riferisce il vice direttore della Sala Stampa vaticana, padre Ciro Benedettini
IL MEDICO PERSONALE - Il cardinale Carlo Maria Martini «è purtroppo entrato in fase terminale. Dopo un'ultima crisi, cominciata a metà agosto, non è più stato in grado di deglutire né cibi solidi né liquidi. Ma è rimasto lucido fino all'ultimo e ha rifiutato ogni forma di accanimento terapeutico» ha detto Gianni Pezzoli, direttore dell'unità di Neurologia del Centro Parkinson degli Istituti clinici di perfezionamento di Milano, che da anni ha in cura l'arcivescovo emerito di Milano. «Su questi pazienti - ha spiegato il medico - si possono usare vari dispositivi come la peg (gastrostomia endoscopica percutanea, ovvero una forma di nutrizione forzata, ndr). Ma in questa fase sarebbe un accanimento terapeutico e l'accanimento terapeutico non va mai applicato in nessuna terapia medica, quindi anche in questo caso. La malattia evolve in modo più naturale possibile».
Secondo Pezzoli, la fase terminale della malattia «può durare giorni o anni». Il cardinal Martini «non ha mai cercato di nascondere la sua malattia, anzi l'ha sempre dichiarata con grande coraggio», ribadisce Pezzoli «ha partecipato a svariati convegni sul Parkinson, durante i quali ha sempre risposto alle domande dei pazienti. Per noi è stato ed è un onore poterlo seguire» ha concluso il medico.
Mi piace questo contenutoNon mi piace questo contenuto3243Link:
(Fotogramma) Il cardinale all'incontro mondiale delle religioni, nel 1994. L'arcivescovo è stato un uomo del dialogo ecumenico e interreligioso
TRA GERUSALEMME E MILANO - Nato a Torino nel 1927, il Cardinal Martini, 85 anni, è stato arcivescovo di Milano dal 1979 al 2002. Entrato nella Compagnia di Gesù a soli 17 anni e poi sacerdote a 25, il cardinale Martini è stato rettore del Pontificio Istituto Biblico e poi della Pontificia Università Gregoriana, prima di diventare arcivescovo di Milano nel 1979, ruolo che ha coperto fino al 2002.
Uomo del dialogo ecumenico e interreligioso, nel 1987 lanciò la Cattedra dei non credenti: cicli di incontri a tema ai quali il cardinale invitava esponenti laici del mondo della cultura e delle istituzioni. «Ciascuno di noi ha in sè un credente e un non credente, che si interrogano a vicenda» disse in occasione della prima Cattedra dedicata alle «Ragioni della fede». Altri temi toccati furono, per esempio, «Il senso del dolore», «Il silenzio di Dio», i sentimenti, «Fedi e violenze», la giustizia. Tra le sue iniziative più importanti, anche l'introduzione in Diocesi della «Scuola della Parola», per accostare i laici alla Sacra Scrittura con il metodo della Lectio divina.
Dopo aver lasciato la guida della diocesi al suo successore, Dionigi Tettamanzi, Martini aveva passato un lungo periodo in Terra Santa, dove si era ritirato per proseguire gli studi da biblista. Nel 2008, a seguito dell'aggravarsi del morbo di Parkinson, era rientrato in Italia e da allora risiede all'Aloisianum di Gallarate. Con lui in queste ore c'è il suo segretario Don Damiano Modena e i suoi più stretti collaboratori.
Scrittore e autore di libri che hanno scalato le classifiche, biblista, esegeta. Fino a qualche mese fa il cardinal Martini teneva una seguitissima rubrica sul Corriere della Sera, in cui dialogava con i lettori sui temi della fede. Un appuntamento a cui il cardinale teneva moltissimo, ma a cui ha dovuto rinunciare, proprio per l'aggravarsi della sua salute. In occasione della visita del Papa, nel giugno scorso, ha incontrato il Pontefice, in una saletta dell'Arcivescovado: un colloquio privato, intervallato da lunghi silenzi e in cui il cardinal Martini, con un filo di voce, aveva trovato la forza di incoraggiare Benedetto XVI a «sorreggere la Croce pesante di questo difficile periodo»
Redazione Milano online
30 agosto 2012 (modifica il 31 agosto 2012)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://milano.corriere.it/milano/notizi ... 0435.shtml
L'ARCIVESCOVO EMERITO DI MILANO
Cardinale Martini, condizioni molto gravi
Il medico: «No ad accanimento terapeutico»
Il neurologo Pezzoli: «Lo ha chiesto lui». Il Vaticano: «Il Papa segue la situazione da vicino»
MILANO - Restano molto gravi le condizioni del cardinale Carlo Maria Martini, affetto dal morbo di Parkinson da anni. In una nota diffusa dalla diocesi di Milano, si legge che «l'arcivescovo del capoluogo lombardo, cardinale Angelo Scola, raccomanda a tutti i fedeli della Diocesi e a quanti l'hanno caro speciali preghiere, espressione di affetto e di vicinanza in questo delicato momento». Le condizioni di salute del cardinale Carlo Maria Martini si erano particolarmente aggravate nella giornata di giovedì.
IL PAPA - Benedetto XVI è stato informato già giovedì sera sull'aggravamento delle condizioni di salute del cardinale Carlo Maria Martini e «segue la situazione» da vicino. Lo riferisce il vice direttore della Sala Stampa vaticana, padre Ciro Benedettini
IL MEDICO PERSONALE - Il cardinale Carlo Maria Martini «è purtroppo entrato in fase terminale. Dopo un'ultima crisi, cominciata a metà agosto, non è più stato in grado di deglutire né cibi solidi né liquidi. Ma è rimasto lucido fino all'ultimo e ha rifiutato ogni forma di accanimento terapeutico» ha detto Gianni Pezzoli, direttore dell'unità di Neurologia del Centro Parkinson degli Istituti clinici di perfezionamento di Milano, che da anni ha in cura l'arcivescovo emerito di Milano. «Su questi pazienti - ha spiegato il medico - si possono usare vari dispositivi come la peg (gastrostomia endoscopica percutanea, ovvero una forma di nutrizione forzata, ndr). Ma in questa fase sarebbe un accanimento terapeutico e l'accanimento terapeutico non va mai applicato in nessuna terapia medica, quindi anche in questo caso. La malattia evolve in modo più naturale possibile».
Secondo Pezzoli, la fase terminale della malattia «può durare giorni o anni». Il cardinal Martini «non ha mai cercato di nascondere la sua malattia, anzi l'ha sempre dichiarata con grande coraggio», ribadisce Pezzoli «ha partecipato a svariati convegni sul Parkinson, durante i quali ha sempre risposto alle domande dei pazienti. Per noi è stato ed è un onore poterlo seguire» ha concluso il medico.
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(Fotogramma) Il cardinale all'incontro mondiale delle religioni, nel 1994. L'arcivescovo è stato un uomo del dialogo ecumenico e interreligioso
TRA GERUSALEMME E MILANO - Nato a Torino nel 1927, il Cardinal Martini, 85 anni, è stato arcivescovo di Milano dal 1979 al 2002. Entrato nella Compagnia di Gesù a soli 17 anni e poi sacerdote a 25, il cardinale Martini è stato rettore del Pontificio Istituto Biblico e poi della Pontificia Università Gregoriana, prima di diventare arcivescovo di Milano nel 1979, ruolo che ha coperto fino al 2002.
Uomo del dialogo ecumenico e interreligioso, nel 1987 lanciò la Cattedra dei non credenti: cicli di incontri a tema ai quali il cardinale invitava esponenti laici del mondo della cultura e delle istituzioni. «Ciascuno di noi ha in sè un credente e un non credente, che si interrogano a vicenda» disse in occasione della prima Cattedra dedicata alle «Ragioni della fede». Altri temi toccati furono, per esempio, «Il senso del dolore», «Il silenzio di Dio», i sentimenti, «Fedi e violenze», la giustizia. Tra le sue iniziative più importanti, anche l'introduzione in Diocesi della «Scuola della Parola», per accostare i laici alla Sacra Scrittura con il metodo della Lectio divina.
Dopo aver lasciato la guida della diocesi al suo successore, Dionigi Tettamanzi, Martini aveva passato un lungo periodo in Terra Santa, dove si era ritirato per proseguire gli studi da biblista. Nel 2008, a seguito dell'aggravarsi del morbo di Parkinson, era rientrato in Italia e da allora risiede all'Aloisianum di Gallarate. Con lui in queste ore c'è il suo segretario Don Damiano Modena e i suoi più stretti collaboratori.
Scrittore e autore di libri che hanno scalato le classifiche, biblista, esegeta. Fino a qualche mese fa il cardinal Martini teneva una seguitissima rubrica sul Corriere della Sera, in cui dialogava con i lettori sui temi della fede. Un appuntamento a cui il cardinale teneva moltissimo, ma a cui ha dovuto rinunciare, proprio per l'aggravarsi della sua salute. In occasione della visita del Papa, nel giugno scorso, ha incontrato il Pontefice, in una saletta dell'Arcivescovado: un colloquio privato, intervallato da lunghi silenzi e in cui il cardinal Martini, con un filo di voce, aveva trovato la forza di incoraggiare Benedetto XVI a «sorreggere la Croce pesante di questo difficile periodo»
Redazione Milano online
30 agosto 2012 (modifica il 31 agosto 2012)
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Re: THE CATHOLIC QUESTION
Da Il Fatto:
La libera scelta del cardinale Martini
Nessuna alimentazione artificiale, nessun sondino nasogastrico, il porporato - ricoverato in
gravissime condizioni dopo l'ultima crisi - ha chiesto al suo medico curante di non avere "ausili"
Una scelta che non sorprende ma potrebbe scatenare polemiche quella di Carlo Maria Martini, 85 anni, arcivescovo di Milano dal 1979 al 2002. Da tempo malato di Parkinson, “è purtroppo entrato in fase terminale. Dopo un’ultima crisi, cominciata a metà agosto, non è più stato in grado di deglutire né cibi solidi né liquidi. Ma è rimasto lucido fino all’ultimo e ha rifiutato ogni forma di accanimento terapeutico”. E’ il neurologo Gianni Pezzoli, che da anni ha in cura l’arcivescovo emerito di Milano, a spiegare la scelta di Martini, che era rientrato da Gerusalemme nel 2008 – dove si era ritirato per approfondire i suoi studi sulla Bibbia – proprio per l’aggravarsi della malattia che lo colpito nel 1998
NEL SUO ULTIMO LIBRO LA 'NON CONDANNA' DELL'EUTANASIA
La libera scelta del cardinale Martini
Nessuna alimentazione artificiale, nessun sondino nasogastrico, il porporato - ricoverato in
gravissime condizioni dopo l'ultima crisi - ha chiesto al suo medico curante di non avere "ausili"
Una scelta che non sorprende ma potrebbe scatenare polemiche quella di Carlo Maria Martini, 85 anni, arcivescovo di Milano dal 1979 al 2002. Da tempo malato di Parkinson, “è purtroppo entrato in fase terminale. Dopo un’ultima crisi, cominciata a metà agosto, non è più stato in grado di deglutire né cibi solidi né liquidi. Ma è rimasto lucido fino all’ultimo e ha rifiutato ogni forma di accanimento terapeutico”. E’ il neurologo Gianni Pezzoli, che da anni ha in cura l’arcivescovo emerito di Milano, a spiegare la scelta di Martini, che era rientrato da Gerusalemme nel 2008 – dove si era ritirato per approfondire i suoi studi sulla Bibbia – proprio per l’aggravarsi della malattia che lo colpito nel 1998
NEL SUO ULTIMO LIBRO LA 'NON CONDANNA' DELL'EUTANASIA
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Re: THE CATHOLIC QUESTION
Cardinal Martini.MI dispiace veramente.Ma dio si prende sempre i migliori.
Lo ascoltavo con interesse quando lo si vedeva alla TV.
Ciao
Paolo11
Lo ascoltavo con interesse quando lo si vedeva alla TV.
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Ultima modifica di paolo11 il 31/08/2012, 20:06, modificato 1 volta in totale.
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Re: THE CATHOLIC QUESTION
Mah, non so, a volte figura controversa. E' mancato secondo me in una forte opposizione al polacco quando c'era appunto il polacco, che di danni ne ha fatti una valanga.
Va detto che comunque è stato più sensibile di altri suoi colleghi (compreso quel ***** di bagnasco) sulle vere tematiche sociali. Inoltre ha mostrato aperture che a gente come bagnasco fanno venire l'orticaria (speriamo gli venga sul serio).
Rip
Va detto che comunque è stato più sensibile di altri suoi colleghi (compreso quel ***** di bagnasco) sulle vere tematiche sociali. Inoltre ha mostrato aperture che a gente come bagnasco fanno venire l'orticaria (speriamo gli venga sul serio).
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"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: THE CATHOLIC QUESTION
Morto il cardinale Carlo Maria Martini
Il porporato è deceduto questo pomeriggio. Da molti anni era affetto dal morbo di Parkinson.
Aveva rifiutato di ricevere qualsiasi "ausilio", dall'alimentazione artificiale al sondino nasogastrico.
http://www.ilfattoquotidiano.it/
Un grande uomo, un credente autentico, un cristiano coerente.
Parlava con tutti e a tutti, non faceva troppo caso se uno era credente o meno,
distingueva solo i “pensanti” da i non “pensanti”.
Il porporato è deceduto questo pomeriggio. Da molti anni era affetto dal morbo di Parkinson.
Aveva rifiutato di ricevere qualsiasi "ausilio", dall'alimentazione artificiale al sondino nasogastrico.
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Un grande uomo, un credente autentico, un cristiano coerente.
Parlava con tutti e a tutti, non faceva troppo caso se uno era credente o meno,
distingueva solo i “pensanti” da i non “pensanti”.
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Re: THE CATHOLIC QUESTION
---------------------------------erding ha scritto:Morto il cardinale Carlo Maria Martini
Il porporato è deceduto questo pomeriggio. Da molti anni era affetto dal morbo di Parkinson.
Aveva rifiutato di ricevere qualsiasi "ausilio", dall'alimentazione artificiale al sondino nasogastrico.
http://www.ilfattoquotidiano.it/
Un grande uomo, un credente autentico, un cristiano coerente.
Parlava con tutti e a tutti, non faceva troppo caso se uno era credente o meno,
distingueva solo i “pensanti” da i non “pensanti”.
Caro erding.Condivito quello che hai citato.Era un uomo che voleva ascoltare e dialogare con tutte le religioni.
Ciao
Paolo11
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Re: THE CATHOLIC QUESTION
Quando il 13 giugno 1984, il Comitato comunisti combattenti, gruppo attiguo alle Br, decise di consegnare l'arsenale in Arcivescovado a Milano dando fine alla lotta armata, da queste parti fece scalpore.
Non a caso fu scelta la sede cattolica guidata dal Cardinal Martini.
Non a caso fu scelta la sede cattolica guidata dal Cardinal Martini.
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Re: THE CATHOLIC QUESTION
TESTIMONE FINO ALLA FINE
Fonte: Raniero La Valle - il manifesto | 01 Settembre 2012
La Chiesa che si appresta a celebrare i 50 anni dall'inizio del Concilio Vaticano II dovrà ora fare a meno anche di lui. Martini non aveva partecipato al Concilio, ma tutta la sua vita è stata intrecciata alla straordinaria novità con cui la Chiesa del Novecento aveva saputo ripensare se stessa, la fede e il mondo; di questa novità egli è stato il più lucido e coraggioso interprete nell'episcopato italiano, e a una delle conversioni più decisive della Chiesa conciliare, quella del ritorno alla Bibbia e della sua restituzione alla preghiera e alla riflessione dei credenti, ha dato strumento e voce, sia con i suoi studi biblici e la sua riedizione dal greco del Nuovo Testamento, accolta e usata da tutte le Chiese cristiane, sia con la generosa somministrazione della Sacra Scrittura nella «Scuola della Parola» e nelle sue catechesi e letture bibliche ai fedeli di Milano. Malato da tempo di Parkinson, il cardinale Martini, come ha narrato il neurologo che lo ha avuto in cura e assistito, ha escluso per sé ogni accanimento terapeutico, argomento di cui del resto aveva parlato in termini sereni e oggettivi per tutti in un lungo dialogo con Ignazio Marino. In questa notizia tuttavia l'aspetto più importante non è che egli non abbia considerato acqua da bere quella immessa col sondino, né cibo per vivere quello introdotto direttamente nell'addome (che è l'attuale oggetto del contendere) ma la motivazione che tutta la sua vita rivela di questo gesto. Sicché non tanto facilmente egli può essere usato come una bandiera nel fiero conflitto intorno ai modi del morire e a ciò che significhi «morte naturale», quando vita e morte sono ormai nelle mani di tecnici intesi come medici. La vera motivazione di questo morire senza accanimento, per il cristiano Martini non può essere stata se non l'idea che non c'era ragione di ritardare oltre misura il suo incontro col Padre, la ragione non poteva non stare nel fatto che nel suo magistero, nel quale aveva sempre valorizzato la vita, aveva pure annunciato un'altra vita in Dio, senza più limiti di spazio e di tempo, e che la fede nella resurrezione, se era stata oggetto della sua tesi di laurea, tanto più doveva animare e motivare l'ultimo tratto della sua vita terrena. E questa, la fede, era stata la sua vera profezia. Perché molto, su tutte le sponde, si parla della Chiesa, e molto parlano e si fanno parlare di uomini di Chiesa. Ma troppo spesso, se non quasi sempre, si dimentica che la vera posta in gioco non è una scienza, non è una politica, non è una legislazione, non è una morale, ma è la fede. La questione, la vera questione, è quella di Dio e del suo rapporto con ogni vivente. CONTINUA|PAGINA5 La fede, in che cosa credere, come credere, come raccontare la fede, è stato anche il vero contenuto e il vero assillo del Concilio, ben al di là delle questioni riguardanti ministeri e primati. E ancora questa è la questione che resta, se si vuole ancora parlare con l'uomo di oggi, all'altezza dei suoi problemi. E questo era precisamente ciò che spingeva Martini a parlare a tutti e ad andare a scuola da tutti, credenti e non credenti, laici e consacrati, cattolici e altri cristiani, uomini di altre religioni e senza religione. Perché la questione non è l'appartenenza, la questione è l'amore di Dio. Nel febbraio 1992 il cardinale Martini presiedette alle esequie del padre David Maria Turoldo, un altro cristiano libero come lui. Troppo libero perché l'istituzione ecclesiastica non ce l'avesse con lui, e infatti Turoldo, che aveva partecipato a tutte le battaglie civili e religiose, dalla Resistenza al referendum sul divorzio ai bollori del rinnovamento postconciliare, era stato perseguitato, tenuto in sospetto e messo in disparte dagli ecclesiastici in esercizio di autorità. Martini, arcivescovo a Milano, qualche mese prima che egli morisse, l'aveva accolto e stretto nell'abbraccio della Chiesa, conferendogli il Premio Lazzati e dicendo: «La Chiesa riconosce la profezia troppo tardi». Morendo, nella sua ultima omelia, Turoldo disse ai fedeli che si erano venuti ad accomiatare da lui: «La vita non finisce mai». È lo stesso annuncio che, con la sua morte, Martini dà a tutti noi. La profezia non finisce, e nemmeno la vita. E non si tratta di accanirsi o non accanirsi, si tratta del dono di Dio che a nessun uomo o donna è negato. Questo, e non altro, deve dire «un uomo di Dio», gesuita, cardinale o papa che sia. Martini lo ha detto e lo ha testimoniato fino alla fine.
http://www.dirittiglobali.it/home/categ ... -fine.html
Fonte: Raniero La Valle - il manifesto | 01 Settembre 2012
La Chiesa che si appresta a celebrare i 50 anni dall'inizio del Concilio Vaticano II dovrà ora fare a meno anche di lui. Martini non aveva partecipato al Concilio, ma tutta la sua vita è stata intrecciata alla straordinaria novità con cui la Chiesa del Novecento aveva saputo ripensare se stessa, la fede e il mondo; di questa novità egli è stato il più lucido e coraggioso interprete nell'episcopato italiano, e a una delle conversioni più decisive della Chiesa conciliare, quella del ritorno alla Bibbia e della sua restituzione alla preghiera e alla riflessione dei credenti, ha dato strumento e voce, sia con i suoi studi biblici e la sua riedizione dal greco del Nuovo Testamento, accolta e usata da tutte le Chiese cristiane, sia con la generosa somministrazione della Sacra Scrittura nella «Scuola della Parola» e nelle sue catechesi e letture bibliche ai fedeli di Milano. Malato da tempo di Parkinson, il cardinale Martini, come ha narrato il neurologo che lo ha avuto in cura e assistito, ha escluso per sé ogni accanimento terapeutico, argomento di cui del resto aveva parlato in termini sereni e oggettivi per tutti in un lungo dialogo con Ignazio Marino. In questa notizia tuttavia l'aspetto più importante non è che egli non abbia considerato acqua da bere quella immessa col sondino, né cibo per vivere quello introdotto direttamente nell'addome (che è l'attuale oggetto del contendere) ma la motivazione che tutta la sua vita rivela di questo gesto. Sicché non tanto facilmente egli può essere usato come una bandiera nel fiero conflitto intorno ai modi del morire e a ciò che significhi «morte naturale», quando vita e morte sono ormai nelle mani di tecnici intesi come medici. La vera motivazione di questo morire senza accanimento, per il cristiano Martini non può essere stata se non l'idea che non c'era ragione di ritardare oltre misura il suo incontro col Padre, la ragione non poteva non stare nel fatto che nel suo magistero, nel quale aveva sempre valorizzato la vita, aveva pure annunciato un'altra vita in Dio, senza più limiti di spazio e di tempo, e che la fede nella resurrezione, se era stata oggetto della sua tesi di laurea, tanto più doveva animare e motivare l'ultimo tratto della sua vita terrena. E questa, la fede, era stata la sua vera profezia. Perché molto, su tutte le sponde, si parla della Chiesa, e molto parlano e si fanno parlare di uomini di Chiesa. Ma troppo spesso, se non quasi sempre, si dimentica che la vera posta in gioco non è una scienza, non è una politica, non è una legislazione, non è una morale, ma è la fede. La questione, la vera questione, è quella di Dio e del suo rapporto con ogni vivente. CONTINUA|PAGINA5 La fede, in che cosa credere, come credere, come raccontare la fede, è stato anche il vero contenuto e il vero assillo del Concilio, ben al di là delle questioni riguardanti ministeri e primati. E ancora questa è la questione che resta, se si vuole ancora parlare con l'uomo di oggi, all'altezza dei suoi problemi. E questo era precisamente ciò che spingeva Martini a parlare a tutti e ad andare a scuola da tutti, credenti e non credenti, laici e consacrati, cattolici e altri cristiani, uomini di altre religioni e senza religione. Perché la questione non è l'appartenenza, la questione è l'amore di Dio. Nel febbraio 1992 il cardinale Martini presiedette alle esequie del padre David Maria Turoldo, un altro cristiano libero come lui. Troppo libero perché l'istituzione ecclesiastica non ce l'avesse con lui, e infatti Turoldo, che aveva partecipato a tutte le battaglie civili e religiose, dalla Resistenza al referendum sul divorzio ai bollori del rinnovamento postconciliare, era stato perseguitato, tenuto in sospetto e messo in disparte dagli ecclesiastici in esercizio di autorità. Martini, arcivescovo a Milano, qualche mese prima che egli morisse, l'aveva accolto e stretto nell'abbraccio della Chiesa, conferendogli il Premio Lazzati e dicendo: «La Chiesa riconosce la profezia troppo tardi». Morendo, nella sua ultima omelia, Turoldo disse ai fedeli che si erano venuti ad accomiatare da lui: «La vita non finisce mai». È lo stesso annuncio che, con la sua morte, Martini dà a tutti noi. La profezia non finisce, e nemmeno la vita. E non si tratta di accanirsi o non accanirsi, si tratta del dono di Dio che a nessun uomo o donna è negato. Questo, e non altro, deve dire «un uomo di Dio», gesuita, cardinale o papa che sia. Martini lo ha detto e lo ha testimoniato fino alla fine.
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Re: THE CATHOLIC QUESTION
Martini non ha rifiutato l”accanimento’, ma le cure salvavita
di Marco Cappato | 1 settembre 2012
Nonostante l’espressione stia rimbalzando ovunque, è bene precisare che il Cardinale Martini non ha rifiutato un “accanimento terapeutico” in senso tecnico (cioè un trattamento invasivo e inutile). Egli ha rifiutato un trattamento che gli avrebbe salvato la vita (grazie alla nutrizione e idratazione artificiale), ma in condizioni da lui ritenute inaccettabili. Proprio come fece Welby, il quale, dopo decenni di lotta contro la distrofia, chiese la sospensione di quel trattamento (respirazione artificiale) che non era un “accanimento”, ma era ciò che lo manteneva in vita.
La decisione di rifiutare nutrizione e idratazione artificiale è proprio quella decisione che il disegno di legge Calabrò contro il testamento biologico vorrebbe impedire di fare per quando non si è più in grado di intendere e di volere. Il che significa che il Cardinale Martini, per rifiutarsi legalmente di sottoporsi a quel trattamento, secondo i proibizionisti clericali, avrebbe dovuto rimanere cosciente fino all’ultimo istante di vita, altrimenti il medico avrebbe potuto approfittare del suo stato di incoscienza per prendere iniziative anche contro la sua volontà.
Potremmo dire che il Cardinale Martini ha rifiutato l’accanimento soltanto se usassimo quel termine non per definire trattamenti inutili, ma per definire trattamenti non voluti dalla persona stessa. Qualsiasi cura, anche “salvavita”, imposta contro la volontà della persona sarebbe dunque “accanimento”. Ma forse un termine c’è già, ed è “violenza”. Una violenza che molti vorrebbero autorizzare per legge, e che si pratica già diffusamente contro la legge e contro la Costituzione.
di Marco Cappato | 1 settembre 2012
Nonostante l’espressione stia rimbalzando ovunque, è bene precisare che il Cardinale Martini non ha rifiutato un “accanimento terapeutico” in senso tecnico (cioè un trattamento invasivo e inutile). Egli ha rifiutato un trattamento che gli avrebbe salvato la vita (grazie alla nutrizione e idratazione artificiale), ma in condizioni da lui ritenute inaccettabili. Proprio come fece Welby, il quale, dopo decenni di lotta contro la distrofia, chiese la sospensione di quel trattamento (respirazione artificiale) che non era un “accanimento”, ma era ciò che lo manteneva in vita.
La decisione di rifiutare nutrizione e idratazione artificiale è proprio quella decisione che il disegno di legge Calabrò contro il testamento biologico vorrebbe impedire di fare per quando non si è più in grado di intendere e di volere. Il che significa che il Cardinale Martini, per rifiutarsi legalmente di sottoporsi a quel trattamento, secondo i proibizionisti clericali, avrebbe dovuto rimanere cosciente fino all’ultimo istante di vita, altrimenti il medico avrebbe potuto approfittare del suo stato di incoscienza per prendere iniziative anche contro la sua volontà.
Potremmo dire che il Cardinale Martini ha rifiutato l’accanimento soltanto se usassimo quel termine non per definire trattamenti inutili, ma per definire trattamenti non voluti dalla persona stessa. Qualsiasi cura, anche “salvavita”, imposta contro la volontà della persona sarebbe dunque “accanimento”. Ma forse un termine c’è già, ed è “violenza”. Una violenza che molti vorrebbero autorizzare per legge, e che si pratica già diffusamente contro la legge e contro la Costituzione.
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