Come se ne viene fuori ?
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Re: Come se ne viene fuori ?
Mah, vedendo certa gente al lavoro mi chiedo cosa cavolo insegnino ai figli... sarà una generazione forse ancora più "berlusconiana" quella che verrà
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: Come se ne viene fuori ?
Però anche nel "pensiero" di sinistra si esita a proporre qualche cosa di alternativo. C'è stata sempre la preoccupazione, da parte di alcuni, di essere presi per moralisti. E succede ancora che proprio quelli di destra che hanno alimentato questa società consumistica dicono che la sinistra è materialista e porta alla distruzione della società.
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Re: Come se ne viene fuori ?
E' vero ma alla fine siamo più moralisti noi di sinistra che i "bacchettoni" di centrodestra... te lo posso dire per certo!cielo 70 ha scritto:Però anche nel "pensiero" di sinistra si esita a proporre qualche cosa di alternativo. C'è stata sempre la preoccupazione, da parte di alcuni, di essere presi per moralisti. E succede ancora che proprio quelli di destra che hanno alimentato questa società consumistica dicono che la sinistra è materialista e porta alla distruzione della società.
Non so quanti anni ci vorranno per tornare ad un equilibrio accettabile e temo che non ci si tornerà con le "buone"...
Re: Come se ne viene fuori ?
Un'affermazione del genere da Monti ce la sogniamo ed anche da Bersani.Per la Merkel i mercati, negli ultimi cinque anni, hanno infatti consentito a poca gente di arricchirsi a spese della maggioranza.
Draghi: “Comprare bond dei Paesi a rischio non è stampare moneta”
Il presidente della Bce respinge le accuse della Bundesbank al "suo" piano di acquisti di titoli di Stato dei Paesi a rischio in funzione antispread. Sponda dalla Merkel che attacca i mercati "nemici del popolo" e chiede ai politici della Csu di sollecitare gli elettori a tagliare il debito per non finire nel mirino degli investitori
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 3 settembre 2012
Gli acquisti di titoli di Stato “fino a tre anni non costituiscono un finanziamento monetario agli Stati”. Dopo il fuoco di fila di attacchi della Bundesbank della settimana scorsa, il presidente della Bce, Mario Draghi, tiene la posizione e si prepara al direttivo di giovedì. Durante un’audizione a porte chiuse all’Europarlamento, secondo quanto riferito da parlamentari presenti, Draghi in particolare avrebbe argomentato che un finanziamento a due-tre anni ha una vita troppo breve per essere considerato “creazione di moneta” e non sarebbe cioè l’equivalente del mettersi a stampare moneta fresca. In replica alle obiezioni di due parlamentari tedeschi, poi, il numero uno dell’Eurotower avrebbe ribadito che gli acquisti dei titoli di Stato sul mercato secondario da parte della Bce rispettano “interpretazioni dei trattati”.
“Dobbiamo ricostruire l’Eurozona e l’Unione bancaria è una tappa”, avrebbe quindi aggiunto precisando che la Banca Centrale Europea non e’ favorevole a concedere la licenza bancaria al meccanismo permanente di stabilità, l’Esm, in corso di approvazione da parte degli stati Ue. Secondo quanto riferito dall’Europarlamentare francese Jean-Paul Gauzes (Ump), Draghi avrebbe precisato che la sua posizione è stata presa dopo aver “chiesto un’opinione giuridica ai servizi legali della Bce, che hanno dato parere negativo” all’opzione di concedere la licenza bancaria all’Esm a seguito della proposta di alcuni leader nei giorni scorsi.
Una sponda di peso al presidente dell’Eurotower è arrivata dal cancelliere tedesco, Angela Merkel, che attacca i mercati, accusandoli di “non essere al servizio del popolo”. Per la Merkel i mercati, negli ultimi cinque anni, hanno infatti consentito a poca gente di arricchirsi a spese della maggioranza. La cancelliera, secondo quanto riporta l’agenzia Bloomberg, ha parlato nel corso di un evento organizzato dalla Csu bavarese, nel quale ha chiesto ai politici di sollecitare gli elettori a tagliare il debito, per evitare di finire nel mirino degli investitori. E questo perché l’Europa deve essere forte con “un’unione stabile” e non con “un’unione del debito”. Poi, a proposito della Grecia, ha detto che “questi Paesi hanno meritato la nostra solidarietà, poichè abbiamo voluto che superassero le loro difficoltà”. La Germania, secondo la Merkel, deve premere per le riforme “anche se a volte siamo severi”.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Uno dei mali peggiori, a mio avviso, che ha prodotto tanti guai è stata la mancanza di coerenza.camillobenso ha scritto:La parte più difficile è capire come si possa fermare il fenomeno e tornare indietro su punti di equilibrio più decenti.lucfig ha scritto:Condivido con quello che ha detto Camillo, mia moglie che insegna alle medie si confida molte volte del disagio che ha nel rapporto con i genitori, quest'ultimi sono diventati da alleati dei professori a tutori senza se e senza ma dei propri pargoli. Questo soprattutto per le famiglie italaine, mentre nelle famiglie di extra-comunitarie ancora c'è questa alleanza. Risultato? I figli di quest'ultimi sono più attenti e più bravi a scuola.
Inoltre aggiungiamo la TV. I modelli che i programmi televisivi bombardano nelle menti dei nostri pargoli, fin dalla prima età. George Orwell aveva ragione nel libro profetico 1984, la TV ci condiziona a tal punto che si pensa che un ragazzo che studia è uno stupido, mentre chi "sega a scuola" è uno furbo.
Il danno del berlusconismo è soprattutto questo modello di vita che ci ha "imposto" con le sue TV Comemrciali (e la RAI a suo seguito). L'egoismo e materialismo totale del modello berlusconi ormai è entrato nel nostro DNA senza che gli enti morali (Chiesa e Partiti) abbiano mosso un dito, e non a caso questi ormai sono in profonda crisi.
Ecco perché la nascita del M5S diventa forse l'unica speranza di una "rivoluzione culturale" di un mondo più umano, meno materialista, ed ecco perché il mondo reazionario attacca ogni giorno questi principi di riappropriazione dei diritti e doveri.
Dobbiamo tenere duro, perché come nel primo millennio un pugno di persone ha lottato contro l'oscurantismo, così nel secondo milelnnio bisogna ridare di nuovo all'uomo la sua collocazione verso la società.
Come sempre la Storia si ripete.
E come sempre mi sembra un treno che lanciato alla massima velocità in cui si siano rotti i freni.
Non dico come la penso in proposito per non rovinare la giornata a nessuno.
Il trasformismo utilitaristico ha portato a tradire con colpevole leggerezza i principi ed i valori fondanti della nostra società.
Questo vale un po' per tutti: per i partiti presenti in parlamento, che hanno stravolto costantemente e sempre con maggiore disinvoltura
i loro principi e la loro storia, ingannando i propri elettori, e arrivando ad una spudoratezza che non conosce vergogna.
Vale anche per le religioni, sopratutto per i cattolici che hanno sempre più praticato quel “cristianesimo infedele”che ha fatto perdere
la sostanza stessa del messaggio evangelico riassunto nel “discorso della montagna”.
Siamo un po' tutti vittime dei mali del nostro tempo, tra cui la competitività, che ci impone il vincere ad ogni costo,
del consumismo che ci fa perdere di vista ciò che è essenziale, il conformismo con l a perdita di quello “spirito critico”
tanto necessario e che consente di analizzare e discernere ciò che è utile da ciò che è dannoso, ciò che è opportuno
da ciò che non lo è.
...ma non spegniamo del tutto la speranza, anche se … sarà dura!
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Re: Come se ne viene fuori ?
Le generazioni come la mia 65 anni.Siamo partiti, almeno io andando con i genitori a vedere la TV in una osteria.Poi in seguito l'hanno comperata, e la guardavi
assieme ai genitori, guardavi quello che vedevano loro.Oggi che in casa ve ne sono molte di TV , e ognuno guarda i programmi che vuole.Lo vedo in casa mia
mia moglie guarda certi programmi,io altri.I ragazzini di oggi cominciano da piccoli a guardare la TV poi hanno altri giochi sempre elettronici eccc.........
A volte le mamme basta che non rompano le scatole li lasciano fare quindi il male del progresso è questo.La mia generazione viveva con dignità anche con un solo stipendio, i ragazzi erano piu seguiti.Poi hanno puntato allo stile di vita degli USA .Quindi per avere le stessse cose bisognava lavorare in due.
Da Quanche giorno è cominciata la campagna contro il movimento 5 stelle anche questa sera TG3 delle 19,00.Mesi addietro nussuno lo c.......... ora fanno vedere pezzi di filmati suoi.Per il sottoscritto possono far vedere qualsiasi cosa , ma i partiti tradizionali non avranno mai il mio voto.
E qui non ci sono distinzioni (forse Di Pietro si salva)sono tutti da rottamare.Anche quelli onesti che sono in quei partiti non avendo alzato la testa, oppure lasciare la politica.Restando sono diventati dei complici dello sfascio dell'Italia.
Ciao
Paolo11
assieme ai genitori, guardavi quello che vedevano loro.Oggi che in casa ve ne sono molte di TV , e ognuno guarda i programmi che vuole.Lo vedo in casa mia
mia moglie guarda certi programmi,io altri.I ragazzini di oggi cominciano da piccoli a guardare la TV poi hanno altri giochi sempre elettronici eccc.........
A volte le mamme basta che non rompano le scatole li lasciano fare quindi il male del progresso è questo.La mia generazione viveva con dignità anche con un solo stipendio, i ragazzi erano piu seguiti.Poi hanno puntato allo stile di vita degli USA .Quindi per avere le stessse cose bisognava lavorare in due.
Da Quanche giorno è cominciata la campagna contro il movimento 5 stelle anche questa sera TG3 delle 19,00.Mesi addietro nussuno lo c.......... ora fanno vedere pezzi di filmati suoi.Per il sottoscritto possono far vedere qualsiasi cosa , ma i partiti tradizionali non avranno mai il mio voto.
E qui non ci sono distinzioni (forse Di Pietro si salva)sono tutti da rottamare.Anche quelli onesti che sono in quei partiti non avendo alzato la testa, oppure lasciare la politica.Restando sono diventati dei complici dello sfascio dell'Italia.
Ciao
Paolo11
Re: Come se ne viene fuori ?
Bravo Nichi. Dopo aver mandato giù il governo Prodi nel 1998, ora gli brucia anche la candidatura al Quirinale.
Vendola, D’Alema e Bindi contro Matteo Renzi: “E’ un juke-box di banalità”
La giornata alle feste del Pd è stata la replica agli attacchi del sindaco di Firenze alla vecchia guardia del partito. E al coro di accuse si è aggiunto anche il leader di Sel: "Noi ex di Rifondazione siamo responsabili di aver fatto cadere Prodi nel 1998? Bene, oggi rimediamo proponendolo per il Quirinale"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | Reggio Emilia | 3 settembre 2012
E’ stata la giornata delle repliche a Matteo Renzi. Repliche e attacchi da tutti i fronti. Ai dibattiti organizzati alle feste del Pd a Reggio Emilia e Bologna il tema è stato più il sindaco di Firenze e candidato alle primarie che non la politica delle proposte. A prendersela Renzi ci ha pensato prima Massimo D’Alema che lo ha liquidato come persona non adatta a unire il partito. Poi Rosy Bindi (“Renzi non propone temi”) e, infine, Nichi Vendola, che lo ha definit un “juke-box di banalità”.
Il più duro è stato appunto il leader di Sel, prima ancora di salire sul paqlco per il dibattito; ”Credo che al juke-box delle banalità, delle piccole litanie qualunquiste valga la pena non replicare. A Matteo Renzi che ha considerato Marchionne l’icona della modernità, io vorrei contrapporre gli operai di Pomigliano che sono per me icona della modernità”. E ancora: “Non ex di Rifondazione abbiamo fatto cadere Prodi nel 1998? Di questo ci accusa? Bene, possiamo riparare proponendolo per il Quirinale. Non posso credere che l’innovazione riguardi un fatto anagrafico di leadership. I giovani sono fuori da ogni funzione dirigente della societa’ italiana, parlare dei giovani non deve significare l’autopromozione di un ceto di giovani leoni, ma ascoltare le domandi sociali delle giovani generazioni”, ha ammonito. Dunque, “deponiamo le armi del battutismo militante e proviamo a confrontarci sulla realtà vera”, ha chiesto tra gli applausi. E calorosa è stata la risposta del pubblico anche a un lapsus di Vendola, “Cari compagni e compagne”, ha detto. La platea ha riso e lui si è corretto. “Amici e amiche, fratelli e sorelle”, ha scherzato, “non avevo detto compagni e compagne con retro pensiero, mi era venuto spontaneo”.
A rincarare la dose ci ha pensato un’agguerritissima Rosy Bindi: ”Se io dichiaro che non mi candido in parlamento, Renzi si ritira dalle primarie?“, ha chiesto la presidente dell’assemblea nazionale nel Pd. “Se gli tolgo l’argomento non ha piu’ nulla di cui discutere. Non l’ho sentito parlare di un tema, di lavoro, di welfare, di democrazia. Fare il vicepresidente della Camera è un grande onore, mi dispiace che si abbia questa considerazione degli incarichi istituzionali. Poi si dà il caso che io abbia vinto un congresso e per questo sono presidente del partito”, replicando sempre a Renzi che aveva definito la partecipazione sua e di Franceschini alle primarie una occasione per ottenere un premio di consolazione.
”Se Bersani vuole fare davvero le primarie deve dare una svolta al dibattito di queste settimane a partire dai membri della sua segreteria. Se Renzi ringrazia Bersani per il coraggio di fare le primarie, sta a Bersani chiedere anche ai membri della segreteria rispetto non solo delle persone, ma anche della storia, e fare operazione verità su questi anni”, ha detto ancora la Bindi. Bindi, nella sua riflessione, ha fatto riferimento a esponenti della segreteria Pd, come Matteo Orfini, che hanno ipotizzato una opportunità di non candidare esponenti politici che hanno fatto parte del governo Prodi. “Con le primarie – ha chiosato – faremmo regalo straordinario a Berlusconi e alle destre”.
Non troppo lontano dalla festa di Reggio, è stato Massimo D’Alema, a Bologna, a impallinare anche lui il giovane Renzi: ”Bersani e’ piu’ adatto a unire il nostro partito, a costruire una coalizione e a governare l’Italia. Tre cose molto importanti che Renzi non mi sembra in grado di fare”. Quanto alla paura, invocata dallo stesso Renzi, che l’ex premier avrebbe delle primarie, D’Alema ha replicato che non ha “paura delle primarie. Non sono candidato, sono argomenti che non hanno alcuna consistenza. Io sono persuaso che dalle primarie uscirà più forte la candidatura di Bersani”. Quanto a Renzi, “è candidato legittimamente a guidare la coalizione o il nostro partito, questo non l’ho capito perchè ha detto che le alleanze non lo interessano”.
Vendola, D’Alema e Bindi contro Matteo Renzi: “E’ un juke-box di banalità”
La giornata alle feste del Pd è stata la replica agli attacchi del sindaco di Firenze alla vecchia guardia del partito. E al coro di accuse si è aggiunto anche il leader di Sel: "Noi ex di Rifondazione siamo responsabili di aver fatto cadere Prodi nel 1998? Bene, oggi rimediamo proponendolo per il Quirinale"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | Reggio Emilia | 3 settembre 2012
E’ stata la giornata delle repliche a Matteo Renzi. Repliche e attacchi da tutti i fronti. Ai dibattiti organizzati alle feste del Pd a Reggio Emilia e Bologna il tema è stato più il sindaco di Firenze e candidato alle primarie che non la politica delle proposte. A prendersela Renzi ci ha pensato prima Massimo D’Alema che lo ha liquidato come persona non adatta a unire il partito. Poi Rosy Bindi (“Renzi non propone temi”) e, infine, Nichi Vendola, che lo ha definit un “juke-box di banalità”.
Il più duro è stato appunto il leader di Sel, prima ancora di salire sul paqlco per il dibattito; ”Credo che al juke-box delle banalità, delle piccole litanie qualunquiste valga la pena non replicare. A Matteo Renzi che ha considerato Marchionne l’icona della modernità, io vorrei contrapporre gli operai di Pomigliano che sono per me icona della modernità”. E ancora: “Non ex di Rifondazione abbiamo fatto cadere Prodi nel 1998? Di questo ci accusa? Bene, possiamo riparare proponendolo per il Quirinale. Non posso credere che l’innovazione riguardi un fatto anagrafico di leadership. I giovani sono fuori da ogni funzione dirigente della societa’ italiana, parlare dei giovani non deve significare l’autopromozione di un ceto di giovani leoni, ma ascoltare le domandi sociali delle giovani generazioni”, ha ammonito. Dunque, “deponiamo le armi del battutismo militante e proviamo a confrontarci sulla realtà vera”, ha chiesto tra gli applausi. E calorosa è stata la risposta del pubblico anche a un lapsus di Vendola, “Cari compagni e compagne”, ha detto. La platea ha riso e lui si è corretto. “Amici e amiche, fratelli e sorelle”, ha scherzato, “non avevo detto compagni e compagne con retro pensiero, mi era venuto spontaneo”.
A rincarare la dose ci ha pensato un’agguerritissima Rosy Bindi: ”Se io dichiaro che non mi candido in parlamento, Renzi si ritira dalle primarie?“, ha chiesto la presidente dell’assemblea nazionale nel Pd. “Se gli tolgo l’argomento non ha piu’ nulla di cui discutere. Non l’ho sentito parlare di un tema, di lavoro, di welfare, di democrazia. Fare il vicepresidente della Camera è un grande onore, mi dispiace che si abbia questa considerazione degli incarichi istituzionali. Poi si dà il caso che io abbia vinto un congresso e per questo sono presidente del partito”, replicando sempre a Renzi che aveva definito la partecipazione sua e di Franceschini alle primarie una occasione per ottenere un premio di consolazione.
”Se Bersani vuole fare davvero le primarie deve dare una svolta al dibattito di queste settimane a partire dai membri della sua segreteria. Se Renzi ringrazia Bersani per il coraggio di fare le primarie, sta a Bersani chiedere anche ai membri della segreteria rispetto non solo delle persone, ma anche della storia, e fare operazione verità su questi anni”, ha detto ancora la Bindi. Bindi, nella sua riflessione, ha fatto riferimento a esponenti della segreteria Pd, come Matteo Orfini, che hanno ipotizzato una opportunità di non candidare esponenti politici che hanno fatto parte del governo Prodi. “Con le primarie – ha chiosato – faremmo regalo straordinario a Berlusconi e alle destre”.
Non troppo lontano dalla festa di Reggio, è stato Massimo D’Alema, a Bologna, a impallinare anche lui il giovane Renzi: ”Bersani e’ piu’ adatto a unire il nostro partito, a costruire una coalizione e a governare l’Italia. Tre cose molto importanti che Renzi non mi sembra in grado di fare”. Quanto alla paura, invocata dallo stesso Renzi, che l’ex premier avrebbe delle primarie, D’Alema ha replicato che non ha “paura delle primarie. Non sono candidato, sono argomenti che non hanno alcuna consistenza. Io sono persuaso che dalle primarie uscirà più forte la candidatura di Bersani”. Quanto a Renzi, “è candidato legittimamente a guidare la coalizione o il nostro partito, questo non l’ho capito perchè ha detto che le alleanze non lo interessano”.
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Re: Come se ne viene fuori ?
VERSO LA DEMOCRASSSIA
By MARIO ZACCHERINI
Il termine democrazia probabilmente, assieme a Gesù e socialismo, è il più abusato nella storia umana; non c’è contesto politico, da destra a sinistra, che non si richiami a questa splendida parola di origine greca: democrazia = demos + cratos = governo del popolo.
Il popolo che governa, un’utopia che si è concretizzata dopo la nascita del pensiero democratico, dopo l’Illuminismo e dopo secoli di lotte civili da parte delle popolazioni desiderose di uscire da un millenario stato minoritario.
Finalmente, dopo lacrime, dolore e sangue, siamo arrivati al popolo che governa, al popolo che decide autonomamente del proprio futuro, forse il punto più alto di civiltà raggiunto nel mondo occidentale.
Bello, bello se fosse vero, ma, almeno in Italia, un conto è la teoria un altro è la realtà.
Il popolo che governa, non scherziamo!!! Il popolo può, nella migliore delle ipotesi, grazie alla vigente legge elettorale prodotta dal centro-destra e mai abolita dal centro-sinistra, porre la “x” sul simbolo di un partito, tornare allegramente a casa pensando di avere dato un contributo al rinnovamento del paese, rimettersi in pantofole e aspettare altri 5 anni per credere di tornare protagonisti.
Teoricamente, con quella semplice x, il cittadino dà mandato ad un partito, meglio ancora ad una coalizione, per portare avanti un programma politico presentato durante la campagna elettorale precedente al voto. Non solo: la sacralità del voto fa si che emerga, nei cittadini, il senso di appartenenza culturale, la visione comune della società e soprattutto la condivisione di un percorso di amministrazione della comunità.
Bisogna riconoscere che con l’avvento del maggioritario qualche miglioramento è stato introdotto perchè il cittadino si trova nelle condizioni di decidere coalizione e Presidente del Consiglio, mentre per decenni, dopo la famosa x posta sulla scheda elettorale, il corpo elettorale veniva estromesso da tutti i processi decisionali.
Vero quello scritto nell’ultimo passaggio? In parte, nel senso che noi cittadini decidiamo chi ci deve governare per 5 anni…………a condizione che i partiti siano d’accordo con noi.
Sembra un paradosso, ma se rileggiamo la storia delle elezione dal 1992 ad oggi è facile rendersi conto di quanto poco importante sia il pensiero ed il voto dei cittadini.
Nel 1998 l’esperienza Prodi (votato dagli italiani) morì durante il voto di fiducia alla Camera grazie al voto contrario di Rifondazione Comunista. Di seguito nacque il Governo D’Alema, mai votato dagli italiani.
E il volere degli italiani? Ce ne freghiamo e tiriamo dritto trasformando la Democrazia in Democrasia (una sola esse).
leg13.camera.it/_dati/leg13/lavori/stenografici/sed422/s000r.htm
Il povero Prodi rivinse le elezioni nel 2006 con “il voto decisivo del popolo italiano” ma, anche in questo caso, venne sfiduciato al Senato grazie al voto contrario di una pattuglia di eletti nella Margherita (Dini, Fisichella, Scalera), Udeur (Mastella, Barbato), Rifondazione Comunista (Turigliatto), Idv (De Gregorio).
E il volere degli italiani? Ce ne freghiamo e tiriamo dritto trasformando la Democrazia in Democrassia (ora due esse).
Questi due esempi evidenziano quanto lontani siano i principi della democrazia nella situazione italiana. Il popolo non governa per nulla, sono i partiti, gli apparati con logiche lontane dal vivere quotidiano che determinano, veicolando interessi particolari, le politiche.
Al popolo rimane solo lo strumento referendario, ma, per l’ennesima volta abbiamo visto (finanziamento pubblico ai partiti e acqua) quanto sia difficile trasformare la volontà popolare in legge.
Probabilmente siamo una democrazia, scusate democrassia, imperfetta, sicuramente migliorabile. Una nuova legge elettorale? Forse servirebbe a ridurre o far morire le storture evidenti. Già, ma in quale direzione modificare l’esistente? Cosa cambiare? Limiti di mandati? Non scherziamo. Parlamenti puliti? Non rischerziamo Merito? Chissà! Probabilmente, anzi sicuramente il problema non sono i partiti, ma gli elettori.
Certo, il vero problema sono gli elettori che chiedono ricambio, pulizia, competenza, onestà……….come sono noiosi. In fondo togliendo il voto il problema si risolverebbe in un attimo.
Non sarebbe più democrazia, ma in fondo non lo è nemmeno ora, ma Democrasssia
Un nuovo mondo dove esistono i cittadini, ma non gli elettori semplificherebbe moltissimo il compito della politica. Un autentico ritorno alla società feudale.
Pensate che sia impossibile? Ne siete proprio certi? Solo un governo di destra avrebbe il coraggio di proporre cose simili?
Se veramente credete che cose del genere possano accadere solo in Bielorussia abbiate la pazienza di cliccare sui prossimi links e poi ditemi quanto sia lontana la proposta del Governo (anche questo non votato dagli italiani) appoggiato da Pdl-Pd-Udc, da ciò che ho scritto.
http://www.camera.it/465?area=29&tema=597
http://www.silvanamura.it/2012/08/30/la ... -elettori/
Forse è giunto il momento di riappropriarci della Democrazia, le occasioni sono tantissime dalla raccolte firme che l’Idv sta organizzando per il ripristino dell’Art.18, al voto a favore di Claudio Fava Presidente della Regione Sicila (sostenuto da Sel, Idv e Rifondazione), non dimenticando le prossime elezioni politiche e, per chi è imolese, Imola 2013, senza dimenticare di aiutare tutti gli uomini del Pd che si battono affinchè il partito non diventi di centro-destra.
Ragasssi qui ce stanno a fregà.
Mario Zaccherini
http://www.pensieridemocratici.it/polit ... accherini/
--------------------------------------------------------------------------------------------------------
“senza dimenticare di aiutare tutti gli uomini del Pd che si battono affinchè il partito non diventi di centro-destra.”
Quanti sono gli uomini, nel PD, decisi a battersi per la DEMOCRAZIA?
Ci sono ancora, nel PD, spazi sufficienti per battersi?
Sembrerebbe che tutto sia già stato deciso, ed i “resistenti” al di là del loro coraggio si cimentano in una missione impossibile.
By MARIO ZACCHERINI
Il termine democrazia probabilmente, assieme a Gesù e socialismo, è il più abusato nella storia umana; non c’è contesto politico, da destra a sinistra, che non si richiami a questa splendida parola di origine greca: democrazia = demos + cratos = governo del popolo.
Il popolo che governa, un’utopia che si è concretizzata dopo la nascita del pensiero democratico, dopo l’Illuminismo e dopo secoli di lotte civili da parte delle popolazioni desiderose di uscire da un millenario stato minoritario.
Finalmente, dopo lacrime, dolore e sangue, siamo arrivati al popolo che governa, al popolo che decide autonomamente del proprio futuro, forse il punto più alto di civiltà raggiunto nel mondo occidentale.
Bello, bello se fosse vero, ma, almeno in Italia, un conto è la teoria un altro è la realtà.
Il popolo che governa, non scherziamo!!! Il popolo può, nella migliore delle ipotesi, grazie alla vigente legge elettorale prodotta dal centro-destra e mai abolita dal centro-sinistra, porre la “x” sul simbolo di un partito, tornare allegramente a casa pensando di avere dato un contributo al rinnovamento del paese, rimettersi in pantofole e aspettare altri 5 anni per credere di tornare protagonisti.
Teoricamente, con quella semplice x, il cittadino dà mandato ad un partito, meglio ancora ad una coalizione, per portare avanti un programma politico presentato durante la campagna elettorale precedente al voto. Non solo: la sacralità del voto fa si che emerga, nei cittadini, il senso di appartenenza culturale, la visione comune della società e soprattutto la condivisione di un percorso di amministrazione della comunità.
Bisogna riconoscere che con l’avvento del maggioritario qualche miglioramento è stato introdotto perchè il cittadino si trova nelle condizioni di decidere coalizione e Presidente del Consiglio, mentre per decenni, dopo la famosa x posta sulla scheda elettorale, il corpo elettorale veniva estromesso da tutti i processi decisionali.
Vero quello scritto nell’ultimo passaggio? In parte, nel senso che noi cittadini decidiamo chi ci deve governare per 5 anni…………a condizione che i partiti siano d’accordo con noi.
Sembra un paradosso, ma se rileggiamo la storia delle elezione dal 1992 ad oggi è facile rendersi conto di quanto poco importante sia il pensiero ed il voto dei cittadini.
Nel 1998 l’esperienza Prodi (votato dagli italiani) morì durante il voto di fiducia alla Camera grazie al voto contrario di Rifondazione Comunista. Di seguito nacque il Governo D’Alema, mai votato dagli italiani.
E il volere degli italiani? Ce ne freghiamo e tiriamo dritto trasformando la Democrazia in Democrasia (una sola esse).
leg13.camera.it/_dati/leg13/lavori/stenografici/sed422/s000r.htm
Il povero Prodi rivinse le elezioni nel 2006 con “il voto decisivo del popolo italiano” ma, anche in questo caso, venne sfiduciato al Senato grazie al voto contrario di una pattuglia di eletti nella Margherita (Dini, Fisichella, Scalera), Udeur (Mastella, Barbato), Rifondazione Comunista (Turigliatto), Idv (De Gregorio).
E il volere degli italiani? Ce ne freghiamo e tiriamo dritto trasformando la Democrazia in Democrassia (ora due esse).
Questi due esempi evidenziano quanto lontani siano i principi della democrazia nella situazione italiana. Il popolo non governa per nulla, sono i partiti, gli apparati con logiche lontane dal vivere quotidiano che determinano, veicolando interessi particolari, le politiche.
Al popolo rimane solo lo strumento referendario, ma, per l’ennesima volta abbiamo visto (finanziamento pubblico ai partiti e acqua) quanto sia difficile trasformare la volontà popolare in legge.
Probabilmente siamo una democrazia, scusate democrassia, imperfetta, sicuramente migliorabile. Una nuova legge elettorale? Forse servirebbe a ridurre o far morire le storture evidenti. Già, ma in quale direzione modificare l’esistente? Cosa cambiare? Limiti di mandati? Non scherziamo. Parlamenti puliti? Non rischerziamo Merito? Chissà! Probabilmente, anzi sicuramente il problema non sono i partiti, ma gli elettori.
Certo, il vero problema sono gli elettori che chiedono ricambio, pulizia, competenza, onestà……….come sono noiosi. In fondo togliendo il voto il problema si risolverebbe in un attimo.
Non sarebbe più democrazia, ma in fondo non lo è nemmeno ora, ma Democrasssia
Un nuovo mondo dove esistono i cittadini, ma non gli elettori semplificherebbe moltissimo il compito della politica. Un autentico ritorno alla società feudale.
Pensate che sia impossibile? Ne siete proprio certi? Solo un governo di destra avrebbe il coraggio di proporre cose simili?
Se veramente credete che cose del genere possano accadere solo in Bielorussia abbiate la pazienza di cliccare sui prossimi links e poi ditemi quanto sia lontana la proposta del Governo (anche questo non votato dagli italiani) appoggiato da Pdl-Pd-Udc, da ciò che ho scritto.
http://www.camera.it/465?area=29&tema=597
http://www.silvanamura.it/2012/08/30/la ... -elettori/
Forse è giunto il momento di riappropriarci della Democrazia, le occasioni sono tantissime dalla raccolte firme che l’Idv sta organizzando per il ripristino dell’Art.18, al voto a favore di Claudio Fava Presidente della Regione Sicila (sostenuto da Sel, Idv e Rifondazione), non dimenticando le prossime elezioni politiche e, per chi è imolese, Imola 2013, senza dimenticare di aiutare tutti gli uomini del Pd che si battono affinchè il partito non diventi di centro-destra.
Ragasssi qui ce stanno a fregà.
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“senza dimenticare di aiutare tutti gli uomini del Pd che si battono affinchè il partito non diventi di centro-destra.”
Quanti sono gli uomini, nel PD, decisi a battersi per la DEMOCRAZIA?
Ci sono ancora, nel PD, spazi sufficienti per battersi?
Sembrerebbe che tutto sia già stato deciso, ed i “resistenti” al di là del loro coraggio si cimentano in una missione impossibile.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Ragasssi qui ce stanno a fregà.
Mario Zaccherini
***
Ragasssi,…c’hanno già fregati da tanto tempo, siamo noi che ce ne stiamo accorgendo solo ora.
Mario Zaccherini
***
Ragasssi,…c’hanno già fregati da tanto tempo, siamo noi che ce ne stiamo accorgendo solo ora.
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- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: Come se ne viene fuori ?
Ci sono ancora, nel PD, spazi sufficienti per battersi?
Sembrerebbe che tutto sia già stato deciso, ed i “resistenti” al di là del loro coraggio si cimentano in una missione impossibile. Ci sono ancora, nel PD, spazi sufficienti per battersi?
Sembrerebbe che tutto sia già stato deciso, ed i “resistenti” al di là del loro coraggio si cimentano in una missione impossibile.
erding
Gli ex Pci si sono chiamati dopo la prima mutazione Pds. Cioè :
Partito democratico della sinistra. Un salto notevole. Un nome, un programma.
Poi cambiarono in Ds. Democratici di sinistra.
Non ho mai capito le ragione del cambiamento del nome. L’ipotesi che si può avanzare è che il nome Partito suscitasse sconcerto.
Poi sono diventati Partito democratico.
La sinistra è sparita completamente dal nome di identificazione. Nel contempo è ritornata la denominazione “Partito”. Misteri dei POLTRONE & FORCHETTE.
Diventa evidente l’evoluzione:
Partito democratico della sinistra
Partito democratico
Evidente che i POLTRONE & FORCHETTE non siano più di sinistra, ma qualcos’altro.
Una fase preparatoria cui si è omesso il cristiano per non spaventare i merli rossi.
Partito democratico cristiano, avrebbe fatto impennare le antenne a più di un ex Pci. Chi è esperto di comunicazione ha fatto un buon lavoro. Per quasi 5 anni questa formula ha retto.
Ci sono ancora, nel PD, spazi sufficienti per battersi?
Si chiede erding.
La risposta è imperativa e categorica, …NO.
Provate a fare l’elenco di chi potrebbe essere ancora di sinistra nel Pd.
Sembrerebbe che tutto sia già stato deciso, ed i “resistenti” al di là del loro coraggio si cimentano in una missione impossibile. Ci sono ancora, nel PD, spazi sufficienti per battersi?
Sembrerebbe che tutto sia già stato deciso, ed i “resistenti” al di là del loro coraggio si cimentano in una missione impossibile.
erding
Gli ex Pci si sono chiamati dopo la prima mutazione Pds. Cioè :
Partito democratico della sinistra. Un salto notevole. Un nome, un programma.
Poi cambiarono in Ds. Democratici di sinistra.
Non ho mai capito le ragione del cambiamento del nome. L’ipotesi che si può avanzare è che il nome Partito suscitasse sconcerto.
Poi sono diventati Partito democratico.
La sinistra è sparita completamente dal nome di identificazione. Nel contempo è ritornata la denominazione “Partito”. Misteri dei POLTRONE & FORCHETTE.
Diventa evidente l’evoluzione:
Partito democratico della sinistra
Partito democratico
Evidente che i POLTRONE & FORCHETTE non siano più di sinistra, ma qualcos’altro.
Una fase preparatoria cui si è omesso il cristiano per non spaventare i merli rossi.
Partito democratico cristiano, avrebbe fatto impennare le antenne a più di un ex Pci. Chi è esperto di comunicazione ha fatto un buon lavoro. Per quasi 5 anni questa formula ha retto.
Ci sono ancora, nel PD, spazi sufficienti per battersi?
Si chiede erding.
La risposta è imperativa e categorica, …NO.
Provate a fare l’elenco di chi potrebbe essere ancora di sinistra nel Pd.
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