“Iniziativa Quorum Zero e Più Democrazia“.
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“Iniziativa Quorum Zero e Più Democrazia“.
lunedì 27 febbraio 2012 inizia ufficialmente la raccolta firme in tutta Italia per la proposta di legge di iniziativa popolare “Iniziativa Quorum Zero e Più Democrazia“. Già in 42 città di tutta Italia ci sono cittadini e gruppi che hanno detto che si daranno da fare.
L’obiettivo dell’Iniziativa Quorum Zero e Più Democrazia è togliere il quorum dai referendum e introdurre strumenti di democrazia diretta sperimentati, efficaci e normalmente utilizzati in diversi paesi del mondo (ad esempio in Svizzera, negli U.S.A, in Germania) come il referendum propositivo, il referendum confermativo, il referendum costituzionale, la revoca degli eletti, l’iniziativa popolare a voto popolare ed altri, dettagliati nei 18 articoli del progetto di legge.
Se ti interessa partecipare vai al sito : http://www.quorumzeropiudemocrazia.it/
L’obiettivo dell’Iniziativa Quorum Zero e Più Democrazia è togliere il quorum dai referendum e introdurre strumenti di democrazia diretta sperimentati, efficaci e normalmente utilizzati in diversi paesi del mondo (ad esempio in Svizzera, negli U.S.A, in Germania) come il referendum propositivo, il referendum confermativo, il referendum costituzionale, la revoca degli eletti, l’iniziativa popolare a voto popolare ed altri, dettagliati nei 18 articoli del progetto di legge.
Se ti interessa partecipare vai al sito : http://www.quorumzeropiudemocrazia.it/
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Re: “Iniziativa Quorum Zero e Più Democrazia“.
Si mi interessa, e sicuramente firmerò.
Si parla di riforma costituzionale (bicameralismo imperfetto ed altro) perchè non si introduce il max di 2 legislature anche non consecutive?
Si eliminerebbero di colpo i "professionisti della politica".
Bye
Jo
Si parla di riforma costituzionale (bicameralismo imperfetto ed altro) perchè non si introduce il max di 2 legislature anche non consecutive?
Si eliminerebbero di colpo i "professionisti della politica".
Bye
Jo
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
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Re: “Iniziativa Quorum Zero e Più Democrazia“.
Raccogliere 50.000 firme valide non è semplice, (da oggi al 18 luglio ), è necessario trovare nei propri comuni altre persone disponibili per organizzarsi e propagandare l'iniziativa.
Come avrete letto c'è tutta una prassi da seguire per la raccolta firme , quindi auguri di buon lavoro.
Ci sono diversi cittadini ed eletti del centrosinistra che partecipano all'iniziativa e credo che vada sostenuta al di là del risultato finale , l'importante è mobilitarsi nei propri comuni, trovare un gruppo che dia vigore e fiducia per un futuro migliore e si attivi per la raccolta firme.
Come avrete letto c'è tutta una prassi da seguire per la raccolta firme , quindi auguri di buon lavoro.
Ci sono diversi cittadini ed eletti del centrosinistra che partecipano all'iniziativa e credo che vada sostenuta al di là del risultato finale , l'importante è mobilitarsi nei propri comuni, trovare un gruppo che dia vigore e fiducia per un futuro migliore e si attivi per la raccolta firme.
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Re: “Iniziativa Quorum Zero e Più Democrazia“.
Spero che questa raccolta firme per il quorumzero sia accolta favorevolmente dai sostenitori del centrosinistra.
Re: “Iniziativa Quorum Zero e Più Democrazia“.
ottima idea.
ho condiviso il link su FB .
ho condiviso il link su FB .
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Re: “Iniziativa Quorum Zero e Più Democrazia“.
La pubblicazione della Iniziativa Quorum Zero e Più Democrazia nella Gazzetta Ufficiale
Ecco il testo completo:
CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
COMUNICATO
Annuncio di una proposta di legge di iniziativa popolare (12A01740) (GU n. 37 del 14-2-2012 )
Ai sensi degli articoli 7 e 48 della legge 25 maggio 1970, n. 352, si annuncia che la cancelleria della Corte Suprema di
Cassazione, in data 13 febbraio 2012 ha raccolto a verbale e dato atto della dichiarazione resa da 17 cittadini italiani, muniti di
autocertificazioni attestanti l’iscrizione nelle liste elettorali, di voler promuovere una proposta di legge di iniziativa popolare dal
titolo: «INIZIATIVA QUORUM ZERO E PIU’ DEMOCRAZIA»
Dichiarano, altresi’, di eleggere domicilio presso: Paolo Michelotto, Via Unione 32/B -38068 Rovereto (TN) – Tel. 347-0907427 -
www.quorumzeropiudemocrazia.it – inziativa@quorumzeropiudemocrazia.it
Ecco il testo completo:
CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
COMUNICATO
Annuncio di una proposta di legge di iniziativa popolare (12A01740) (GU n. 37 del 14-2-2012 )
Ai sensi degli articoli 7 e 48 della legge 25 maggio 1970, n. 352, si annuncia che la cancelleria della Corte Suprema di
Cassazione, in data 13 febbraio 2012 ha raccolto a verbale e dato atto della dichiarazione resa da 17 cittadini italiani, muniti di
autocertificazioni attestanti l’iscrizione nelle liste elettorali, di voler promuovere una proposta di legge di iniziativa popolare dal
titolo: «INIZIATIVA QUORUM ZERO E PIU’ DEMOCRAZIA»
Dichiarano, altresi’, di eleggere domicilio presso: Paolo Michelotto, Via Unione 32/B -38068 Rovereto (TN) – Tel. 347-0907427 -
www.quorumzeropiudemocrazia.it – inziativa@quorumzeropiudemocrazia.it
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Re: “Iniziativa Quorum Zero e Più Democrazia“.
E' interessante leggere il libro " Utopia e democrazia Diretta" di Giuseppe Schiavone ( dal quale mi permetto di estrapolare diversi contenuti) , in cui il percorso verso la democrazia diretta è inteso appunto come un progetto della storia, è un processo sempre in atto come tentativo permanente di arrichire la storia di contenuti sempre nuovi nella direzione dell'affermazione della Giustizia, dell'amore fraterno, della libertà e della uguaglianza, quindi, in termini generali, dell'emancipazione autenticamente umana della società globale.
Così è stato in Grecia, così pure a Roma e nei comuni medioevali; in epoca moderna, però, il progetto democratico, il progetto politico dell'utopia, riprende forza.
La matrice teorica di questo vasto movimento è cristiana. Agisce il richiamo al principio che tutti sono figli di Dio, per cui non hanno motivo di esistere le distinzioni di censo, né le discriminazioni tra maschi e femmine ; il richiamo alla legge di natura in rapporto alla quale sono indicati uguali diritti e uguali doveri per ognuno; alla dignità dell'uomo in quanto tale, perchè fatto ad immgine e somiglianza di Dio.
L'utopia politica democratica non è certo l'ipotesi fantastica e minoritaria di alcuni stravaganti. Essa si raccorda alla storia. Enuclea ed interpreta i bisogni profondi della storia dandole prospettive concrete , e comincia così col divenire SPERIMENTAZIONE E PRASSI DI POPOLO.
Nell'età moderna si inizia con lo stato parlamentare borghese, che deve essere considerato parte integrante della storia della democrazia, e non si può accettare che il sistema istituzionale liberale blocchi questa evoluzione nella presunzione, peraltro ideologica, che con esso la storia della democrazia sia considerata conclusa.
L'adempimento istituzionale del principio democratico, sin dall'antichità ha come fine la democrazia diretta.
La SOVRANITà POPOLARE è stata spesso confusa con la sovranità dello Stato.
Qui la sovranità del popolo è una categoria ipotetica, che sarebbe esistita soltanto nel momento fondativo dello Stato, e lì esauritasi, in quanto, subito dopo, la sovranità è passata dal popolo allo Stato, che la esercita secondo le " ragioni di stato" o meglio dei partiti che lo compongono.
Il partito contemporaneo è il nemico naturale della Democrazia Diretta. La sua battaglia contro quest'ultima è quasi sempre motivata da ragioni tecniche e dalla necessità di tenere uniti determinati settori della opinione pubblica. Il discorso è più o meno il seguente : Che cosa avverrebbe se gli elettori fossero lasciati liberi di decidere ?? Essi perderebbero l'orientamento !!! Ma al di là di queste motivazioni ad effetto, ve n'è un'altra fondata su di una certezza e su una deduzione inevitabile : l'appropriazione della delega permette all'apparato di manipolare un enorme potere, che cesserebbe di esistere se gli elettori prendessero le decisioni da soli.
La democrazia diretta sarebbe attuabile in un gran numero di contesti territoriali ed organizzativi di dimensioni piccole e medie; ed inoltre, a livello nazionale, mediante consultazioni specifiche effettuate con opportuni mezzi tecnologici ( oggi diponibili, pensate alla sicurezza delle transazioni bancarie on line), se non fosse ostacolata dall'interesse contrario dei partiti. Questi sanno che ogni qualvolta gli elettori si riappropriano della delega, inesorabilmente diminuisce il loro potere.
Non v'è da stupirsi dunque che chi si trova a godere di un così ingente capitale adduca le più capziose ragioni per non restituire la disponibilità ai legittimi proprietari.
Si aprono ora le migliori condizioni affinchè i movimenti portino avanti questa battaglia, il cui risultato influirà direttamente sul tipo di democrazia che avremo nel prossimo futuro. Oggi lo stato generale della cultura, della tecnologia, e dei mezzi a disposizione sono tali da agevolarne la prosecuzione a livello di trasformazioni reali della struttura sociale, che sono alla fine quelle che contano. Ormai la Democrazia Diretta è alla nostra portata.
Così è stato in Grecia, così pure a Roma e nei comuni medioevali; in epoca moderna, però, il progetto democratico, il progetto politico dell'utopia, riprende forza.
La matrice teorica di questo vasto movimento è cristiana. Agisce il richiamo al principio che tutti sono figli di Dio, per cui non hanno motivo di esistere le distinzioni di censo, né le discriminazioni tra maschi e femmine ; il richiamo alla legge di natura in rapporto alla quale sono indicati uguali diritti e uguali doveri per ognuno; alla dignità dell'uomo in quanto tale, perchè fatto ad immgine e somiglianza di Dio.
L'utopia politica democratica non è certo l'ipotesi fantastica e minoritaria di alcuni stravaganti. Essa si raccorda alla storia. Enuclea ed interpreta i bisogni profondi della storia dandole prospettive concrete , e comincia così col divenire SPERIMENTAZIONE E PRASSI DI POPOLO.
Nell'età moderna si inizia con lo stato parlamentare borghese, che deve essere considerato parte integrante della storia della democrazia, e non si può accettare che il sistema istituzionale liberale blocchi questa evoluzione nella presunzione, peraltro ideologica, che con esso la storia della democrazia sia considerata conclusa.
L'adempimento istituzionale del principio democratico, sin dall'antichità ha come fine la democrazia diretta.
La SOVRANITà POPOLARE è stata spesso confusa con la sovranità dello Stato.
Qui la sovranità del popolo è una categoria ipotetica, che sarebbe esistita soltanto nel momento fondativo dello Stato, e lì esauritasi, in quanto, subito dopo, la sovranità è passata dal popolo allo Stato, che la esercita secondo le " ragioni di stato" o meglio dei partiti che lo compongono.
Il partito contemporaneo è il nemico naturale della Democrazia Diretta. La sua battaglia contro quest'ultima è quasi sempre motivata da ragioni tecniche e dalla necessità di tenere uniti determinati settori della opinione pubblica. Il discorso è più o meno il seguente : Che cosa avverrebbe se gli elettori fossero lasciati liberi di decidere ?? Essi perderebbero l'orientamento !!! Ma al di là di queste motivazioni ad effetto, ve n'è un'altra fondata su di una certezza e su una deduzione inevitabile : l'appropriazione della delega permette all'apparato di manipolare un enorme potere, che cesserebbe di esistere se gli elettori prendessero le decisioni da soli.
La democrazia diretta sarebbe attuabile in un gran numero di contesti territoriali ed organizzativi di dimensioni piccole e medie; ed inoltre, a livello nazionale, mediante consultazioni specifiche effettuate con opportuni mezzi tecnologici ( oggi diponibili, pensate alla sicurezza delle transazioni bancarie on line), se non fosse ostacolata dall'interesse contrario dei partiti. Questi sanno che ogni qualvolta gli elettori si riappropriano della delega, inesorabilmente diminuisce il loro potere.
Non v'è da stupirsi dunque che chi si trova a godere di un così ingente capitale adduca le più capziose ragioni per non restituire la disponibilità ai legittimi proprietari.
Si aprono ora le migliori condizioni affinchè i movimenti portino avanti questa battaglia, il cui risultato influirà direttamente sul tipo di democrazia che avremo nel prossimo futuro. Oggi lo stato generale della cultura, della tecnologia, e dei mezzi a disposizione sono tali da agevolarne la prosecuzione a livello di trasformazioni reali della struttura sociale, che sono alla fine quelle che contano. Ormai la Democrazia Diretta è alla nostra portata.
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Re: “Iniziativa Quorum Zero e Più Democrazia“.
Ecco una tecnica che aiuta la democrazia diretta
Town Meeting del 21° secolo
Di solito i Town Meeting del 21° secolo coinvolgono da 500 a 5000 cittadini che possono intervenire su argomenti locali, regionali o nazionali per circa un giorno in cui si tenta di combinare la deliberazione faccia a faccia in piccola scala con interazioni a larga scala e decisioni collettive. Per raggiungere questo scopo, vengono utilizzati vari metodi e tecnologie:
1) dialoghi che si svolgono in piccoli gruppi, composti da 10-12 cittadini che rispecchiano la diversità demografica della città, con un facilitatore indipendente;
2) ogni tavolo ha computers collegati in rete con tutti gli altri della sala per una emersione istantanea di idee e voti da ciascun gruppo;
3) l’individuazione delle questioni da trattare è mediata dai membri di AmericaSpeaks, che distilla i commenti dai tavoli e li assembla in temi sottoponibili alla sala per ulteriori commenti o voti;
4) ciascun cittadino ha un tastierino utilizzato durante la giornata per votare e per fornire dettagli demografici;
5) schermi video giganti presentano a tutti i partecipanti i dati, i temi scelti e le informazioni in tempo reale per una retroazione immediata;
6) specialisti e parti coinvolte sono presenti agli incontri: gli esperti forniscono informazioni bilanciate per dare le basi alla deliberazione dei cittadini e sono a loro disposizione tutto il giorno per rispondere alle domande e fornire consigli se richiesti.
- Una delle occasioni più famose nella quale venne utilizzata la metodologia dei Town Meeting fu “Ascoltare la città: ricostruire Manhattan Bassa”, organizzata in seguito ai fatti dell’11 settembre 2001 per ascoltare l’opinione dei 4500 cittadini partecipanti all’evento sulla ricostruzione del quartiere newyorkese.
- Progetto New Orleans Unificata coinvolsero 4000 cittadini di New Orleans in tre congressi della comunità (ottobre 2006, dicembre 2006 e gennaio 2007) per definire un progetto di ricostruzione di New Orleans dopo l’uragano Katrina.
Town Meeting del 21° secolo
Di solito i Town Meeting del 21° secolo coinvolgono da 500 a 5000 cittadini che possono intervenire su argomenti locali, regionali o nazionali per circa un giorno in cui si tenta di combinare la deliberazione faccia a faccia in piccola scala con interazioni a larga scala e decisioni collettive. Per raggiungere questo scopo, vengono utilizzati vari metodi e tecnologie:
1) dialoghi che si svolgono in piccoli gruppi, composti da 10-12 cittadini che rispecchiano la diversità demografica della città, con un facilitatore indipendente;
2) ogni tavolo ha computers collegati in rete con tutti gli altri della sala per una emersione istantanea di idee e voti da ciascun gruppo;
3) l’individuazione delle questioni da trattare è mediata dai membri di AmericaSpeaks, che distilla i commenti dai tavoli e li assembla in temi sottoponibili alla sala per ulteriori commenti o voti;
4) ciascun cittadino ha un tastierino utilizzato durante la giornata per votare e per fornire dettagli demografici;
5) schermi video giganti presentano a tutti i partecipanti i dati, i temi scelti e le informazioni in tempo reale per una retroazione immediata;
6) specialisti e parti coinvolte sono presenti agli incontri: gli esperti forniscono informazioni bilanciate per dare le basi alla deliberazione dei cittadini e sono a loro disposizione tutto il giorno per rispondere alle domande e fornire consigli se richiesti.
- Una delle occasioni più famose nella quale venne utilizzata la metodologia dei Town Meeting fu “Ascoltare la città: ricostruire Manhattan Bassa”, organizzata in seguito ai fatti dell’11 settembre 2001 per ascoltare l’opinione dei 4500 cittadini partecipanti all’evento sulla ricostruzione del quartiere newyorkese.
- Progetto New Orleans Unificata coinvolsero 4000 cittadini di New Orleans in tre congressi della comunità (ottobre 2006, dicembre 2006 e gennaio 2007) per definire un progetto di ricostruzione di New Orleans dopo l’uragano Katrina.
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Re: “Iniziativa Quorum Zero e Più Democrazia“.
Leggi su L'Espresso " Gli elettori scoprono la democrazia diretta" (del prof. Michele Ainis)
o vai su
http://comitato.referendumelettorale.or ... lespresso/
o vai su
http://comitato.referendumelettorale.or ... lespresso/
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Re: “Iniziativa Quorum Zero e Più Democrazia“.
Democrazia senza Partiti, o Partiti senza Calearo?
Pubblicato il 5 aprile 2012 da Pierdamiano Tomagra
A prima vista, a qualcuno potrebbe sfuggire la somiglianza fra Massimo Calearo e Francesco Belsito. Parlamentare il primo, ex tesoriere della Lega Nord il secondo. A parte il pronunciato doppio mento, di somiglianze fisiche se ne vedono poche. Dando un’occhiata alla biografia ci si accorge di come abbiano formazione diversa e carriera politica, all’inizio per lo meno, in opposti schieramenti.
Quello che li accomuna è, banalmente diranno i più, l’essere stati i protagonisti indiscussi di una settimana che ci ha fatto passare da “l’Italia è Il paese in cui ci piacerebbe investire” dei leader mondiali riuniti a Seul, a “con lo stipendio da parlamentare pago i 12.000 euro al mese di mutuo della casa che ho comprato, è una casa molto grande.” di Calearo.
Inveire contro l’imprenditore vicentino ed indignarsi per le sue frasi vergognose sono giochetti fin troppo facili a cui si sono dedicati in questi giorni la maggioranza degli italiani dotati di buon senso, e di mutui più piccoli. Quello che più ci preme in questa sede sottolineare è la disinvoltura con la quale un parlamentare della Repubblica dica tali cose senza riuscire a percepire la reazione che potrebbero suscitare in una società civile stremata dalla crisi e in cui il 50 % della popolazione ha un reddito annuo inferiore ai 15000 euro. Solamente tremila in più, delle rate mensili del mutuo per la casa (grande) di Calearo.
Ancor peggio, per altro, sarebbe da parte dell’imprenditore aver previsto la reazione e aver comunque voluto dar fiato alla bocca pur di richiamare l’attenzione degli elettori sulla sua esistenza, sia come imprenditore che come politico. Già, politico. Perché forse tanti di noi l’avevano quasi dimenticato e hanno scoperto nel polverone di questi giorni che Calearo è iscritto al gruppo parlamentare di Popolo e Territorio (i famosi Responsabili, per capirci) di cui è illustre rappresentante insieme a Scilipoti e Cesario. Prima di Popolo e Territorio aveva già cambiato casacca due volte passando dal PD, nelle cui liste fu piazzato da Veltroni, all’Api di Rutelli, dichiarando in quell’occasione di non esser mai stato di sinistra. Chapeau.
Insomma un bell’intreccio da diventar matti, che basterebbe descrivere sommariamente, per capire come mai il 56 % degli italiani crede che ci possa essere democrazia senza partiti. Dato ed affermazione un tantino preoccupanti.
E si perché a volte ci si dimentica che i partiti sono fatti principalmente, o almeno questa è la percezione primaria che hanno gli elettori da fuori, da chi siede in parlamento e ricopre delle cariche. Possiamo mai avere fiducia di un Calearo qualunque, che in 4 anni cambia tre partiti e alla fine stanco di non averne trovato uno che gli piace dichiara di non andare più in parlamento, “perché è un lavoro usurante”? O di Scilipoti?
Ovviamente è una domanda retorica, ma il punto qui è un altro. La responsabilità di veder sedute lì tali elementi e di pagare i loro stipendi vorremmo finalmente averla noi. Delle scuse di Veltroni per “aver conosciuto un Calearo diverso” ai tempi della candidatura, o di Di Pietro che candidò Scilipoti, gli elettori obiettivamente se ne fanno poco. Vorremmo definitivamente avere noi la colpa di aver sbagliato ad eleggere qualcuno, senza essere costretti a chiederci dopo qualche anno chi l’abbia messo lì. Ovvio, la saggezza della folla non è mai verificata e si potrebbero presentare casi peggiori, ma è una questione di responsabilità e di rappresentatività, che non si può più rimandare.
Di Belsito, invece, se ne sta parlando tanto e si continuerà così per molto. Al di là delle accuse che dovranno ora essere verificate ciò che sembra interessante è l’immagine della Lega; intaccata, seppur non per la prima volta, in quel baluardo che ha sempre portato avanti come motto ispiratore. Quel Roma Ladrona che questa volta sembrerebbe essersi ritorto contro Bossi e i suoi fedelissimi. Il terremoto Belsito potrebbe riassestare i piani di via Bellerio e ridefinire una leadership che a questo punto Maroni inseguirà senza più remore. Staremo a vedere. In vista delle amministrative, per il Carroccio è senza dubbio una botta che sarà difficile riassorbire a suon di slogan populistici e che potrebbe influire sulle future alleanze politiche in vista del 2013.
Ah, quasi dimenticavo. Cos’altro hanno in comune Belsito e Calearo? Date un’occhiata al nome del Tesoriere di Popolo e Territorio…ne scoprirete delle belle.
http://www.termometropolitico.it/democr ... a-calearo/
Pubblicato il 5 aprile 2012 da Pierdamiano Tomagra
A prima vista, a qualcuno potrebbe sfuggire la somiglianza fra Massimo Calearo e Francesco Belsito. Parlamentare il primo, ex tesoriere della Lega Nord il secondo. A parte il pronunciato doppio mento, di somiglianze fisiche se ne vedono poche. Dando un’occhiata alla biografia ci si accorge di come abbiano formazione diversa e carriera politica, all’inizio per lo meno, in opposti schieramenti.
Quello che li accomuna è, banalmente diranno i più, l’essere stati i protagonisti indiscussi di una settimana che ci ha fatto passare da “l’Italia è Il paese in cui ci piacerebbe investire” dei leader mondiali riuniti a Seul, a “con lo stipendio da parlamentare pago i 12.000 euro al mese di mutuo della casa che ho comprato, è una casa molto grande.” di Calearo.
Inveire contro l’imprenditore vicentino ed indignarsi per le sue frasi vergognose sono giochetti fin troppo facili a cui si sono dedicati in questi giorni la maggioranza degli italiani dotati di buon senso, e di mutui più piccoli. Quello che più ci preme in questa sede sottolineare è la disinvoltura con la quale un parlamentare della Repubblica dica tali cose senza riuscire a percepire la reazione che potrebbero suscitare in una società civile stremata dalla crisi e in cui il 50 % della popolazione ha un reddito annuo inferiore ai 15000 euro. Solamente tremila in più, delle rate mensili del mutuo per la casa (grande) di Calearo.
Ancor peggio, per altro, sarebbe da parte dell’imprenditore aver previsto la reazione e aver comunque voluto dar fiato alla bocca pur di richiamare l’attenzione degli elettori sulla sua esistenza, sia come imprenditore che come politico. Già, politico. Perché forse tanti di noi l’avevano quasi dimenticato e hanno scoperto nel polverone di questi giorni che Calearo è iscritto al gruppo parlamentare di Popolo e Territorio (i famosi Responsabili, per capirci) di cui è illustre rappresentante insieme a Scilipoti e Cesario. Prima di Popolo e Territorio aveva già cambiato casacca due volte passando dal PD, nelle cui liste fu piazzato da Veltroni, all’Api di Rutelli, dichiarando in quell’occasione di non esser mai stato di sinistra. Chapeau.
Insomma un bell’intreccio da diventar matti, che basterebbe descrivere sommariamente, per capire come mai il 56 % degli italiani crede che ci possa essere democrazia senza partiti. Dato ed affermazione un tantino preoccupanti.
E si perché a volte ci si dimentica che i partiti sono fatti principalmente, o almeno questa è la percezione primaria che hanno gli elettori da fuori, da chi siede in parlamento e ricopre delle cariche. Possiamo mai avere fiducia di un Calearo qualunque, che in 4 anni cambia tre partiti e alla fine stanco di non averne trovato uno che gli piace dichiara di non andare più in parlamento, “perché è un lavoro usurante”? O di Scilipoti?
Ovviamente è una domanda retorica, ma il punto qui è un altro. La responsabilità di veder sedute lì tali elementi e di pagare i loro stipendi vorremmo finalmente averla noi. Delle scuse di Veltroni per “aver conosciuto un Calearo diverso” ai tempi della candidatura, o di Di Pietro che candidò Scilipoti, gli elettori obiettivamente se ne fanno poco. Vorremmo definitivamente avere noi la colpa di aver sbagliato ad eleggere qualcuno, senza essere costretti a chiederci dopo qualche anno chi l’abbia messo lì. Ovvio, la saggezza della folla non è mai verificata e si potrebbero presentare casi peggiori, ma è una questione di responsabilità e di rappresentatività, che non si può più rimandare.
Di Belsito, invece, se ne sta parlando tanto e si continuerà così per molto. Al di là delle accuse che dovranno ora essere verificate ciò che sembra interessante è l’immagine della Lega; intaccata, seppur non per la prima volta, in quel baluardo che ha sempre portato avanti come motto ispiratore. Quel Roma Ladrona che questa volta sembrerebbe essersi ritorto contro Bossi e i suoi fedelissimi. Il terremoto Belsito potrebbe riassestare i piani di via Bellerio e ridefinire una leadership che a questo punto Maroni inseguirà senza più remore. Staremo a vedere. In vista delle amministrative, per il Carroccio è senza dubbio una botta che sarà difficile riassorbire a suon di slogan populistici e che potrebbe influire sulle future alleanze politiche in vista del 2013.
Ah, quasi dimenticavo. Cos’altro hanno in comune Belsito e Calearo? Date un’occhiata al nome del Tesoriere di Popolo e Territorio…ne scoprirete delle belle.
http://www.termometropolitico.it/democr ... a-calearo/
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