Italia: Pil -1,3% Inflazione +2,9%
Italia: Pil -1,3% Inflazione +2,9%
Per Bruxelles il nostro Paese si può riprendere se lo spread resta sotto 370
Crescita, riviste al ribasso le stime dell'Italia
Le stime aggiornate della Commissione europea: il Pil scenderà dell'1,3% nel corso del 2012; l'eurozona perde lo 0,3
MILANO - La Commissione europea ha rivisto al ribasso le stime relative alla crescita dell'Italia e prevede che il prodotto interno lordo italiano calerà dell'1,3% nel corso del 2012. Nell'autunno 2011 aveva invece previsto una lieve crescita dello 0,1% del Pil per l'Italia nel 2012. Anche il Pil del 2011 è stato rivisto al ribasso. Ora la Commissione stima che l'Italia sia cresciuta lo scorso anno dello 0,2%, mentre lo scorso novembre aveva stimato una crescita dello 0,5%. Il prodotto interno lordo dell'Eurozona, invece, si ridurrà dello 0,3% nel 2012. Nelle stime economiche pubblicate oggi si parla di una situazione di «mild recession», ovvero di leggera recessione. Ma il giudizio è relativo alla media europea e chiaramente non si applica anche alla situazione italiana. L'Italia, anzi, stando all'Ue, registrerà quest'anno la terza peggiore performance tra i 27 partner europei, dietro solo nell'ordine a Portogallo (-3,3%) e Grecia (-4,4%).
PREVISIONI AL RIBASSO - A causa delle condizioni economiche critiche e «del perdurante basso livello di fiducia», è stato spiegato a Bruxelles, la Commissione europea ha dovuto rivedere al ribasso le ultime stime sulla crescita pubblicate nel novembre 2011. Allora si prevedeva un aumento del Pil dell'Eurozona dello 0,5% nel 2012. Adesso quella stima è stata rivista al ribasso di 0,8 punti percentuali. L'esecutivo europeo prevede una sostanziale stagnazione nei primi due trimestri del 2012, e «una modesta ripresa» nella seconda parte del 2012. Nei 27 Paesi dell'Unione europea in complesso si registrerà invece una sostanziale stagnazione nel corso del 2012 con crescita piatta allo 0%. Anche in questo caso, la Commissione ha rivisto le sue stima al ribasso di 0,6 punti percentuali.
L'EFFETTO SPREAD - La Commissione europea conferma dunque la recessione italiana nella prima metà del 2012 e prevede che l'economia possa registrare una ripresa soltanto nella seconda metà del 2012 e a condizione che lo spread di rendimento con i bond decennali tedeschi resti intorno ai 370 punti. In Italia «a causa di un alto livello di incertezza, i consumi più cospicui e gli investimenti delle aziende vengono rimandati, con la conseguenza che le stime di crescita per la prima parte del 2012 sono peggiorate rispetto alle stime precedenti» si legge nel documento sulle previsioni economiche pubblicato oggi dalla Commissione Ue. La stima prevede un calo del Pil dello 0,7% nel primo trimestre 2012, e dello 0,2% nel secondo trimestre. «Si prevede che l'attività economica si stabilizzi nella seconda parte del 2012 purché non si verifichi un ulteriore deterioramento delle condizioni sui mercati finanziari e lo spread tra i bond decennali italiani e quelli tedeschi rimanga intorno ai 370 punti,» si legge nella nota della Commissione Ue.
L'INFLAZIONE - Per quanto attiene l'inflazione, secondo la Ue nell'Eurozona frenerà al 2,1% nel corso del 2012, ma resterà ben più elevata in Italia dove si stima che resti invariata al 2,9% nel 2011 e nel 2012. Nel 2011 l'inflazione media registrata in Eurolandia è stata del 2,7%. Il rallentamento dell'inflazione è causato «dall'indebolimento dell'attività economica», si legge nelle previsioni della Commissione Ue.
Redazione Online23 febbraio 2012 | 11:40
http://www.corriere.it/economia/12_febb ... 8ce3.shtml
Crescita, riviste al ribasso le stime dell'Italia
Le stime aggiornate della Commissione europea: il Pil scenderà dell'1,3% nel corso del 2012; l'eurozona perde lo 0,3
MILANO - La Commissione europea ha rivisto al ribasso le stime relative alla crescita dell'Italia e prevede che il prodotto interno lordo italiano calerà dell'1,3% nel corso del 2012. Nell'autunno 2011 aveva invece previsto una lieve crescita dello 0,1% del Pil per l'Italia nel 2012. Anche il Pil del 2011 è stato rivisto al ribasso. Ora la Commissione stima che l'Italia sia cresciuta lo scorso anno dello 0,2%, mentre lo scorso novembre aveva stimato una crescita dello 0,5%. Il prodotto interno lordo dell'Eurozona, invece, si ridurrà dello 0,3% nel 2012. Nelle stime economiche pubblicate oggi si parla di una situazione di «mild recession», ovvero di leggera recessione. Ma il giudizio è relativo alla media europea e chiaramente non si applica anche alla situazione italiana. L'Italia, anzi, stando all'Ue, registrerà quest'anno la terza peggiore performance tra i 27 partner europei, dietro solo nell'ordine a Portogallo (-3,3%) e Grecia (-4,4%).
PREVISIONI AL RIBASSO - A causa delle condizioni economiche critiche e «del perdurante basso livello di fiducia», è stato spiegato a Bruxelles, la Commissione europea ha dovuto rivedere al ribasso le ultime stime sulla crescita pubblicate nel novembre 2011. Allora si prevedeva un aumento del Pil dell'Eurozona dello 0,5% nel 2012. Adesso quella stima è stata rivista al ribasso di 0,8 punti percentuali. L'esecutivo europeo prevede una sostanziale stagnazione nei primi due trimestri del 2012, e «una modesta ripresa» nella seconda parte del 2012. Nei 27 Paesi dell'Unione europea in complesso si registrerà invece una sostanziale stagnazione nel corso del 2012 con crescita piatta allo 0%. Anche in questo caso, la Commissione ha rivisto le sue stima al ribasso di 0,6 punti percentuali.
L'EFFETTO SPREAD - La Commissione europea conferma dunque la recessione italiana nella prima metà del 2012 e prevede che l'economia possa registrare una ripresa soltanto nella seconda metà del 2012 e a condizione che lo spread di rendimento con i bond decennali tedeschi resti intorno ai 370 punti. In Italia «a causa di un alto livello di incertezza, i consumi più cospicui e gli investimenti delle aziende vengono rimandati, con la conseguenza che le stime di crescita per la prima parte del 2012 sono peggiorate rispetto alle stime precedenti» si legge nel documento sulle previsioni economiche pubblicato oggi dalla Commissione Ue. La stima prevede un calo del Pil dello 0,7% nel primo trimestre 2012, e dello 0,2% nel secondo trimestre. «Si prevede che l'attività economica si stabilizzi nella seconda parte del 2012 purché non si verifichi un ulteriore deterioramento delle condizioni sui mercati finanziari e lo spread tra i bond decennali italiani e quelli tedeschi rimanga intorno ai 370 punti,» si legge nella nota della Commissione Ue.
L'INFLAZIONE - Per quanto attiene l'inflazione, secondo la Ue nell'Eurozona frenerà al 2,1% nel corso del 2012, ma resterà ben più elevata in Italia dove si stima che resti invariata al 2,9% nel 2011 e nel 2012. Nel 2011 l'inflazione media registrata in Eurolandia è stata del 2,7%. Il rallentamento dell'inflazione è causato «dall'indebolimento dell'attività economica», si legge nelle previsioni della Commissione Ue.
Redazione Online23 febbraio 2012 | 11:40
http://www.corriere.it/economia/12_febb ... 8ce3.shtml
Re: Italia: Pil -1,3% Inflazione +2,9%
NAPOLITANO TERRORIZZATO DALLE CONTESTAZIONI IN SARDEGNA
TRENI SOPPRESSI, PERQUISIZIONI SUI PULMANN E PERFINO L’INNO DI MAMELI SALTA PER...MOTIVI DI SICUREZZA
DI VITO BOLCHINI
vitobiolchini.wordpress.com
Resterà la visita delle proteste, dei cori ingiuriosi, delle contestazioni. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano non dimenticherà molto facilmente l’accoglienza che una parte della Sardegna gli ha riservato nella sua due giorni nell’isola. I giornali nazionali se ne sono accorti, ed è una notizia. Perché il tabù è stato violato. La figura del Capo dello Stato finora era sempre rimasta immune da contestazioni, oppure erano state ben celate dalla potentissima macchina del Quirinale. Stavolta no, stavolta non è stato possibile. E che Napolitano temesse le contestazioni lo si capisce facilmente analizzando, a mente fredda, tre episodi avvenuti nel corso della sua giornata cagliaritana. Uno più inverosimile dell’altro.
Il primo ce lo racconta Sardegna Quotidiano di ieri. In un pezzo uscito a pagina 2 e dal titolo “La strana caccia al sulcitano”, il giornale ci informa che
“Dopo il blocco del corteo non autorizzato partito da piazzale Trento, alcuni manifestanti hanno cercato di raggiungere il Municipio (dove si trovava Napolitano, ndr) in pullman. Inutile: sono stati fermati da agenti della polizia saliti a bordo dei mezzi di linea e invitati a scendere, nonostante avessero in mano il biglietto”.
Gli agenti hanno chiesto i documenti a tutti i passeggeri per identificare chi veniva dal Sulcis. Scrive Sardegna Quotidiano:
“Giampaolo Muntoni, Giuliano Marongiu e Simona Pastorini sono indignati. “Ci hanno chiesto da dove venivamo e gli abbiamo risposto: Da Carbonia. A quel punto ci hanno fatto andare giù dall’autobus”.
Il secondo episodio ce lo racconta il sito Democrazia Oggi, che in un post di Andrea Pubusa dal titolo Presidente, anch’io sono “inkazzato”! si chiede
“Perché è stato soppresso il treno che da Carbonia-Villamassargia-Domusnovas e Siliqua porta a Cagliari? Perché è stata violata la fondamentale libertà di circolazione sancita dall’art. 16 della Costituzione? E con essa altri diritti costituzionali come la libertà di riunione e di manifestazione del pensiero? E tutto questo proprio davanti al Presidente della Repubblica che di queste libertà è il primo custode e garante. Si vuole mettere la mordacchia ad un’intera zona, la più povera d’Italia? Si vuol far tacere un’intera Isola?”.
Il motivo della soppressione del treno è semplice: anche in questo caso, si voleva evitare che dal Sulcis arrivassero centinaia di persone a contestare Napolitano, in quanto rappresentante dello Stato italiano.
Ma l’ultimo episodio è sicuramente il più paradossale. I giornali hanno evitato di approfondirlo, è proprio il caso di dirlo, per carità di patria. Lunedì mattina il presidente ha partecipato al Teatro Lirico ad un incontro sulla Sardegna e i 150 anni dell’Unità d’Italia. In programma era prevista anche l’esecuzione dell’Inno di Mameli. Ma proprio lunedì l’Unione Sarda ci informa che “l’esecuzione dell’Inno di Mameli da parte del coro e dell’Orchestra del Teatro Lirico è saltato per motivi di sicurezza”.
Sì, avete capito bene: “motivi di sicurezza”. La versione ufficiale dice che sarebbe stato difficile gestire l’entrata e l’uscita del coro e dell’orchestra in teatro, che più di cento persone sarebbero dovute restare dietro le quinte per troppo tempo, e via cavillando. La verità “più” ufficiale è invece un’altra: pochi giorni prima della visita di Napolitano, il Quirinale ha preteso che le autorità politiche isolane garantissero che nessuno tra gli orchestrali e i cantanti avrebbe approfittato della situazione per protestare contro i tagli alla cultura e per spiegare in quale difficile situazione versi oggi il Teatro Lirico di Cagliari.
Ma questa garanzia ovviamente nessuno l’ha potuta dare, e così il Quirinale ha preferito fare a meno dell’Inno di Mameli! Straordinario, no?
L’inno ovviamente è stato eseguito regolarmente il giorno dopo a Sassari. Dove però non c’è una fondazione lirica, e quindi nessuno aveva niente da ridire sui tagli alla cultura da parte del governo.
Napolitano si è sorpreso delle contestazioni. Ha risposto a chi lo ha fischiato sia a Cagliari che a Sassari, affermando che lui non è il “rappresentante delle banche” (quello è Monti…) e che “non si contesta con grida futili”.
Sarà anche così. Ma che un Presidente della Repubblica arrivasse a temere un coro, un’orchestra e addirittura l’Inno di Mameli dà l’idea di quanto oggi la politica italiana sia terrorizzata dalle contestazioni, di quanto sia necessario continuare a far credere agli italiani che va tutto bene e che la situazione è sotto controllo. Anche a costo di bloccare treni, pullman e impedire l’esecuzione dell’inno nazionale. Manco fossimo nella Sudamerica degli anni ’70.
Vito Bolchini
Fonte: vitobiolchini.wordpress.com/
LinK: http://vitobiolchini.wordpress.com/2012 ... sicurezza/
22.02.2012
TRENI SOPPRESSI, PERQUISIZIONI SUI PULMANN E PERFINO L’INNO DI MAMELI SALTA PER...MOTIVI DI SICUREZZA
DI VITO BOLCHINI
vitobiolchini.wordpress.com
Resterà la visita delle proteste, dei cori ingiuriosi, delle contestazioni. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano non dimenticherà molto facilmente l’accoglienza che una parte della Sardegna gli ha riservato nella sua due giorni nell’isola. I giornali nazionali se ne sono accorti, ed è una notizia. Perché il tabù è stato violato. La figura del Capo dello Stato finora era sempre rimasta immune da contestazioni, oppure erano state ben celate dalla potentissima macchina del Quirinale. Stavolta no, stavolta non è stato possibile. E che Napolitano temesse le contestazioni lo si capisce facilmente analizzando, a mente fredda, tre episodi avvenuti nel corso della sua giornata cagliaritana. Uno più inverosimile dell’altro.
Il primo ce lo racconta Sardegna Quotidiano di ieri. In un pezzo uscito a pagina 2 e dal titolo “La strana caccia al sulcitano”, il giornale ci informa che
“Dopo il blocco del corteo non autorizzato partito da piazzale Trento, alcuni manifestanti hanno cercato di raggiungere il Municipio (dove si trovava Napolitano, ndr) in pullman. Inutile: sono stati fermati da agenti della polizia saliti a bordo dei mezzi di linea e invitati a scendere, nonostante avessero in mano il biglietto”.
Gli agenti hanno chiesto i documenti a tutti i passeggeri per identificare chi veniva dal Sulcis. Scrive Sardegna Quotidiano:
“Giampaolo Muntoni, Giuliano Marongiu e Simona Pastorini sono indignati. “Ci hanno chiesto da dove venivamo e gli abbiamo risposto: Da Carbonia. A quel punto ci hanno fatto andare giù dall’autobus”.
Il secondo episodio ce lo racconta il sito Democrazia Oggi, che in un post di Andrea Pubusa dal titolo Presidente, anch’io sono “inkazzato”! si chiede
“Perché è stato soppresso il treno che da Carbonia-Villamassargia-Domusnovas e Siliqua porta a Cagliari? Perché è stata violata la fondamentale libertà di circolazione sancita dall’art. 16 della Costituzione? E con essa altri diritti costituzionali come la libertà di riunione e di manifestazione del pensiero? E tutto questo proprio davanti al Presidente della Repubblica che di queste libertà è il primo custode e garante. Si vuole mettere la mordacchia ad un’intera zona, la più povera d’Italia? Si vuol far tacere un’intera Isola?”.
Il motivo della soppressione del treno è semplice: anche in questo caso, si voleva evitare che dal Sulcis arrivassero centinaia di persone a contestare Napolitano, in quanto rappresentante dello Stato italiano.
Ma l’ultimo episodio è sicuramente il più paradossale. I giornali hanno evitato di approfondirlo, è proprio il caso di dirlo, per carità di patria. Lunedì mattina il presidente ha partecipato al Teatro Lirico ad un incontro sulla Sardegna e i 150 anni dell’Unità d’Italia. In programma era prevista anche l’esecuzione dell’Inno di Mameli. Ma proprio lunedì l’Unione Sarda ci informa che “l’esecuzione dell’Inno di Mameli da parte del coro e dell’Orchestra del Teatro Lirico è saltato per motivi di sicurezza”.
Sì, avete capito bene: “motivi di sicurezza”. La versione ufficiale dice che sarebbe stato difficile gestire l’entrata e l’uscita del coro e dell’orchestra in teatro, che più di cento persone sarebbero dovute restare dietro le quinte per troppo tempo, e via cavillando. La verità “più” ufficiale è invece un’altra: pochi giorni prima della visita di Napolitano, il Quirinale ha preteso che le autorità politiche isolane garantissero che nessuno tra gli orchestrali e i cantanti avrebbe approfittato della situazione per protestare contro i tagli alla cultura e per spiegare in quale difficile situazione versi oggi il Teatro Lirico di Cagliari.
Ma questa garanzia ovviamente nessuno l’ha potuta dare, e così il Quirinale ha preferito fare a meno dell’Inno di Mameli! Straordinario, no?
L’inno ovviamente è stato eseguito regolarmente il giorno dopo a Sassari. Dove però non c’è una fondazione lirica, e quindi nessuno aveva niente da ridire sui tagli alla cultura da parte del governo.
Napolitano si è sorpreso delle contestazioni. Ha risposto a chi lo ha fischiato sia a Cagliari che a Sassari, affermando che lui non è il “rappresentante delle banche” (quello è Monti…) e che “non si contesta con grida futili”.
Sarà anche così. Ma che un Presidente della Repubblica arrivasse a temere un coro, un’orchestra e addirittura l’Inno di Mameli dà l’idea di quanto oggi la politica italiana sia terrorizzata dalle contestazioni, di quanto sia necessario continuare a far credere agli italiani che va tutto bene e che la situazione è sotto controllo. Anche a costo di bloccare treni, pullman e impedire l’esecuzione dell’inno nazionale. Manco fossimo nella Sudamerica degli anni ’70.
Vito Bolchini
Fonte: vitobiolchini.wordpress.com/
LinK: http://vitobiolchini.wordpress.com/2012 ... sicurezza/
22.02.2012
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Re: Italia: Pil -1,3% Inflazione +2,9%
Infatti avevo citato la Sardegna per un semplice motivo.Lo avevo saputo ancora prima di Napolitano come era messa la Sardegna.In varie Tramissioni.
Forse Napolitano non era informato della vera situazione.
Dovrebbe informarsi prima.Questo non vale solamente per la Sardegna,altre regioni non sono messe meglio.
A questo punto i cittadini non fanno sconti neppure al capo di stato.
Ciao
Paolo11
Forse Napolitano non era informato della vera situazione.
Dovrebbe informarsi prima.Questo non vale solamente per la Sardegna,altre regioni non sono messe meglio.
A questo punto i cittadini non fanno sconti neppure al capo di stato.
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Paolo11
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Re: Italia: Pil -1,3% Inflazione +2,9%
Sono fischi di una pentola a pressione ....
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«Non si discute per aver ragione, ma per capire» (Peanuts)
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