Come se ne viene fuori ?
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Re: Come se ne viene fuori ?
Ci sono poi pennivendoli al seguito che non hanno nessun problema a perdere la faccia:
Le violenze di ieri nella capitale, con quattordici feriti, costituiscono un'avvisaglia di quanto potrebbe succedere. E la campagna elettorale fa il resto, aggiungendo una dose di demagogia e di strumentalità alle polemiche. Per la sinistra è facile imputare i problemi delle industrie agli anni del governo di Silvio Berlusconi: sebbene il Sel di Nichi Vendola e l'Idv di Antonio Di Pietro non si limitino a quelli, e includano nelle responsabilità anche le mancate risposte di Monti e dei suoi ministri nei dieci mesi trascorsi a Palazzo Chigi. È la conferma che non si sta aprendo un «autunno caldo» ma continua un anno difficile, destinato a proiettare le sue ombre sul 2013.
Poi, probabilmente, cominceranno a vedersi i primi barlumi della ripresa: il presidente del Consiglio sembra fiducioso.
Massimo Franco
11 settembre 2012 | 8:21© RIPRODUZIONE RISERVATA
Da follie d’estate:
Il timore che nessuno riesca a controllare le tensioni sociali
Sindacati e governo paiono in affanno di fronte alle tante micro-crisi
http://www.corriere.it/politica/nota/12 ... 2ff6.shtml
Le violenze di ieri nella capitale, con quattordici feriti, costituiscono un'avvisaglia di quanto potrebbe succedere. E la campagna elettorale fa il resto, aggiungendo una dose di demagogia e di strumentalità alle polemiche. Per la sinistra è facile imputare i problemi delle industrie agli anni del governo di Silvio Berlusconi: sebbene il Sel di Nichi Vendola e l'Idv di Antonio Di Pietro non si limitino a quelli, e includano nelle responsabilità anche le mancate risposte di Monti e dei suoi ministri nei dieci mesi trascorsi a Palazzo Chigi. È la conferma che non si sta aprendo un «autunno caldo» ma continua un anno difficile, destinato a proiettare le sue ombre sul 2013.
Poi, probabilmente, cominceranno a vedersi i primi barlumi della ripresa: il presidente del Consiglio sembra fiducioso.
Massimo Franco
11 settembre 2012 | 8:21© RIPRODUZIONE RISERVATA
Da follie d’estate:
Il timore che nessuno riesca a controllare le tensioni sociali
Sindacati e governo paiono in affanno di fronte alle tante micro-crisi
http://www.corriere.it/politica/nota/12 ... 2ff6.shtml
Re: Come se ne viene fuori ?
Irene TINAGLI , che è spesso ospite a Ballarò in collegamento da Madrid.mariok ha scritto:Condivido gran parte dei giudizi sul Duca Conte di Montezemolo.
Tuttavia un merito gli va riconosciuto: di aver messo insieme nell'associazione Italia Futura belle teste di giovani, tra i quali quella Irene Tagli che Uolter mise nel PD a fare la bella statuina e che, contrariamente dalla imperscrutabile Madia, lo ha dignitosamente mandato a quel paese.
sul sito di IF c'è chi la propone come candidata leader....penza'n pò....
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Re: Come se ne viene fuori ?
Irene TINAGLI,...am pias.....Amadeus ha scritto:Irene TINAGLI , che è spesso ospite a Ballarò in collegamento da Madrid.mariok ha scritto:Condivido gran parte dei giudizi sul Duca Conte di Montezemolo.
Tuttavia un merito gli va riconosciuto: di aver messo insieme nell'associazione Italia Futura belle teste di giovani, tra i quali quella Irene Tagli che Uolter mise nel PD a fare la bella statuina e che, contrariamente dalla imperscrutabile Madia, lo ha dignitosamente mandato a quel paese.
sul sito di IF c'è chi la propone come candidata leader....penza'n pò....
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Re: Come se ne viene fuori ?
Un nuovo commento che fa riflettere
nekvancalves 8 minuto fa
Non illudiamoci perché praticamente sta dicendo che non ha ancora finito con noi. E lo fa usando il linguaggio tipico dei guru dell'economia, di quella categoria, cioè, che ha il compito di giustificare istantaneamente tutto ciò che si fa.
Ottimi e condivisibili gli interventi poco fa di "calcedonio 79" e "pruppu", se solo, però, si trattesse di un economista cattedratico e accademico impegnato nella risoluzione dei problemi della nazione, prendendo abbagli madornali come solo questa categoria è autorizzata a fare. Invece, credo, che questo "robot" sia stato programmato per agire con determinazione per risolvere ben altri problemi che non contemplano la società civile. Ben altri sono i disegni che la Goldman ha nei pensieri! Il suo emissario italiano sta svolgendo il suo compito, imperturbabile.
Ma non disperiamo perché poi, finché morte non ci separi, il piccolo televenditore risalirà sul cavallo a dondolo, con la frase magica: "toglieremo l'IMU". Fatto.
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***
wood 1 ora fa
Un disoccupato è diventato tale anche grazie a loro, sono commosso.
nekvancalves 8 minuto fa
Non illudiamoci perché praticamente sta dicendo che non ha ancora finito con noi. E lo fa usando il linguaggio tipico dei guru dell'economia, di quella categoria, cioè, che ha il compito di giustificare istantaneamente tutto ciò che si fa.
Ottimi e condivisibili gli interventi poco fa di "calcedonio 79" e "pruppu", se solo, però, si trattesse di un economista cattedratico e accademico impegnato nella risoluzione dei problemi della nazione, prendendo abbagli madornali come solo questa categoria è autorizzata a fare. Invece, credo, che questo "robot" sia stato programmato per agire con determinazione per risolvere ben altri problemi che non contemplano la società civile. Ben altri sono i disegni che la Goldman ha nei pensieri! Il suo emissario italiano sta svolgendo il suo compito, imperturbabile.
Ma non disperiamo perché poi, finché morte non ci separi, il piccolo televenditore risalirà sul cavallo a dondolo, con la frase magica: "toglieremo l'IMU". Fatto.
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wood 1 ora fa
Un disoccupato è diventato tale anche grazie a loro, sono commosso.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Il Paese allo sbando - 7
Una risposta dovuta
Chiude così il suo articolo “La situazione”, Gian Luca Luzi su La Repubblica.
La sinistra, intanto, ha presentato un referendum contro l’articolo 18, quello del ministro Fornero che di fatto elimina la giusta causa per i licenziamenti. L’iniziativa di Vendola, e di Di Pietro, metterà in difficoltà il Pd che aveva votato a favore di quella riforma e oggi si trova questa tegola lanciata dal suo alleato Vendola.
Se la situazione non fosse altamente tragica, ci sarebbe da ridere, ma con questi irresponsabili c’è ben poco da ridere.
D’Alema alla festa del Pd dichiara:
<<Noi nella prossima legislatura saremo alleati con Vendola e Casini,…indipendentemente dalla loro propaganda…!!!!>>
Sorbole…..
Casini a Chianciano dove si è rifatto il fegato ha dichiarato: <<Dopo Monti c’è solo Monti>>
La Marcegaglia sale sul palco e dichiara che Pierazzurro deve andare avanti così e avrà il suo appoggio.
Ci credo….da IFQ:
Forte Village, dove la Marcegaglia fattura 63 milioni e non paga gli straordinari
Il sindacato: "Lavoratori intimoriti dalle pressioni aziendali. I pochissimi con cui siamo venuti in contatto a fine stagione vogliono aprire vertenze per il dovuto, straordinari, tfr, o il riconoscimento dei livelli ma non sempre possiamo procedere perché non si trovano colleghi che vogliano testimoniare. E portare in giudizio questi casi può essere rischioso”
di Monia Melis | 11 settembre 2012
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09 ... ga/348877/
Vendola non può continuare a tenere il piede in due scarpe. Non può continuare a sostenere che è un alleato del Pd con un D’Alema che garantisce che prossimamente saranno assieme a Casini che vuole Monti dopo Monti ed è sostenuto dallo squalo femmina ex presidente di Confindustria.
Si decida. La confusione è alle stelle. Tanto non si creda, questa volta le primarie non le vince perché la destra si recherà in massa a votare per Renzi, mettendo ko il Pd a pochi mesi dalle elezioni.
Una risposta dovuta
Chiude così il suo articolo “La situazione”, Gian Luca Luzi su La Repubblica.
La sinistra, intanto, ha presentato un referendum contro l’articolo 18, quello del ministro Fornero che di fatto elimina la giusta causa per i licenziamenti. L’iniziativa di Vendola, e di Di Pietro, metterà in difficoltà il Pd che aveva votato a favore di quella riforma e oggi si trova questa tegola lanciata dal suo alleato Vendola.
Se la situazione non fosse altamente tragica, ci sarebbe da ridere, ma con questi irresponsabili c’è ben poco da ridere.
D’Alema alla festa del Pd dichiara:
<<Noi nella prossima legislatura saremo alleati con Vendola e Casini,…indipendentemente dalla loro propaganda…!!!!>>
Sorbole…..
Casini a Chianciano dove si è rifatto il fegato ha dichiarato: <<Dopo Monti c’è solo Monti>>
La Marcegaglia sale sul palco e dichiara che Pierazzurro deve andare avanti così e avrà il suo appoggio.
Ci credo….da IFQ:
Forte Village, dove la Marcegaglia fattura 63 milioni e non paga gli straordinari
Il sindacato: "Lavoratori intimoriti dalle pressioni aziendali. I pochissimi con cui siamo venuti in contatto a fine stagione vogliono aprire vertenze per il dovuto, straordinari, tfr, o il riconoscimento dei livelli ma non sempre possiamo procedere perché non si trovano colleghi che vogliano testimoniare. E portare in giudizio questi casi può essere rischioso”
di Monia Melis | 11 settembre 2012
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09 ... ga/348877/
Vendola non può continuare a tenere il piede in due scarpe. Non può continuare a sostenere che è un alleato del Pd con un D’Alema che garantisce che prossimamente saranno assieme a Casini che vuole Monti dopo Monti ed è sostenuto dallo squalo femmina ex presidente di Confindustria.
Si decida. La confusione è alle stelle. Tanto non si creda, questa volta le primarie non le vince perché la destra si recherà in massa a votare per Renzi, mettendo ko il Pd a pochi mesi dalle elezioni.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Il Paese allo sbando - 8
Nel Paese di Pinocchio e Lucignolo
(la fata turchina doveva andare in pensione ma è un’esodata)
41.000 imprese hanno chiuso tra giugno e agosto.
Apre così Ballarò.
Auguri Italia,………..terra d’allevamento di merli doc.
La luce è in fondo al tunnel. La crisi è finita. Le imprese e i sindacati devono fare di più.
SMM
Sciorbole....... che cartomanzia.....................
Nel Paese di Pinocchio e Lucignolo
(la fata turchina doveva andare in pensione ma è un’esodata)
41.000 imprese hanno chiuso tra giugno e agosto.
Apre così Ballarò.
Auguri Italia,………..terra d’allevamento di merli doc.
La luce è in fondo al tunnel. La crisi è finita. Le imprese e i sindacati devono fare di più.
SMM
Sciorbole....... che cartomanzia.....................
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Re: Come se ne viene fuori ?
Il Paese allo sbando - 9
Lo sconquasso
Una tabella di Pagnoncelli indica che gli italiani alla presidenza del Consiglio preferirebbero Renzi a Bersani.
Questa notte quelli del Nazareno non dormono.
Nonno D’Alema, sostiene Renzi, deve essere ringraziato e mandato a casa. Il vice conte passerà la notte che va dall’11 al 12 girando intorno al tavolo della cucina pensando il modo di far fuori Renzi.
Ma neppure Casini è tranquillo. Per non parlare poi di Berlusconi che gioca in silenzio sul grande rientro ma il 76 % non ne vuole sapere.
La politica torna in alto mare. Sallusti ha chiesto di votare prima possibile. Il Pdl ha recuperato ed è a soli tre punti dal Pd. Questo farà scattare la molla a destra perché 3 punti a otto mesi dalle elezioni sono facilmente recuperabili.
Linea notte anticipa le pagine di Libero e del Giornale di domani. Soliti titoli forti. Non si capisce perché SMM si sia tagliato le palle volontariamente.
Lo sconquasso
Una tabella di Pagnoncelli indica che gli italiani alla presidenza del Consiglio preferirebbero Renzi a Bersani.
Questa notte quelli del Nazareno non dormono.
Nonno D’Alema, sostiene Renzi, deve essere ringraziato e mandato a casa. Il vice conte passerà la notte che va dall’11 al 12 girando intorno al tavolo della cucina pensando il modo di far fuori Renzi.
Ma neppure Casini è tranquillo. Per non parlare poi di Berlusconi che gioca in silenzio sul grande rientro ma il 76 % non ne vuole sapere.
La politica torna in alto mare. Sallusti ha chiesto di votare prima possibile. Il Pdl ha recuperato ed è a soli tre punti dal Pd. Questo farà scattare la molla a destra perché 3 punti a otto mesi dalle elezioni sono facilmente recuperabili.
Linea notte anticipa le pagine di Libero e del Giornale di domani. Soliti titoli forti. Non si capisce perché SMM si sia tagliato le palle volontariamente.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Quando un popolo lo metti con le spalle al muro,..prima o poi si ribella. Già c'è la storia del riarmo greco in cui i tedeschi hanno fatto lo bono mercato con politici corrotti ellenici. Poi c'è il fatto che sul finire dell'anno scorso è comparso un documento riservato della troika che sorvegliava la Grecia, in cui ammetteva di aver sbagliato approccio. Quando si tirano in ballo certe cose quando si ha l'acqua alla gola, si sa da dove si comincia ma non dove si finisce. Altro che autunno caldo, è già bollente l'estate di suo.
Crisi greca, Atene agli sgoccioli tenta la carta dei danni (tedeschi) di guerra
Secondo il Financial Times Deutschland il vice ministro dell’economia avrebbe istituito un gruppo di lavoro per valutare i documenti ufficiali presenti negli archivi storici. Nel 2011 i conteggi dell'economista francese Jacques Delpla, stimavano che la Germania dovrebbe corrispondere alla Grecia 575 miliardi
di Francesco De Palo | 11 settembre 2012 |Commenti (427)
Che i denari “riparatori” dei danni post secondo conflitto mondiale non fossero mai arrivati nelle casse di Atene era cosa risaputa. Ma adesso, alla vigilia dell’ultimo report della Troika che potrebbe anche mettere fine alle speranze di salvataggio del Paese, il ministero delle Finanze greco vuole fare sul serio per ottenere quel risarcimento. Lo scrive, oggi dopo mesi di petizioni e richieste da parte di varia stampa internazionale, anche il Financial Times Deutschland secondo cui il vice ministro dell’Economia greco avrebbe istituito un gruppo di lavoro per valutare i documenti ufficiali presenti negli archivi storici. E con essi (i risultati tecnici sono attesi per la fine dell’anno) proporre ai rappresentanti di Bce, Fmi e Ue una sorta di integrazione al pacchetto di salvataggio contenuto nel memorandum.
I fatti: Hitler invase la Grecia nell’Aprile 1941, saccheggiandola e devastandola in lungo e in largo. Ha scritto la Croce Rossa Internazionale nel suo rapporto ufficiale sulla questione che tra il 1941 e il 1943 almeno 300.000 cittadini greci morirono letteralmente di fame, in virtù proprio di quelle razzìe da parte dei tedeschi. Inoltre sia la Germania che l’Italia, oltre a pretendere cifre elevatissime per le spese militari, ottennero forzatamente dalla Grecia anche quello che venne definito un prestito d’occupazione, consistente in 3,5 miliardi di dollari. Lo stesso Fuhrer riconobbe in quella circostanza il valore legale del prestito e avallò il risarcimento. Ma alla Conferenza di Parigi nel 1946 qualcosa andò storto e alla Grecia furono riconosciuti 7,1 miliardi di dollari come risarcimento, invece dei 14 richiesti. E mentre l’Italia ripagò regolarmente la propria parte del prestito, la Germania si rifiutò costantemente di farlo. Come se le riparazioni post belliche non fossero necessarie.
Ma a quanto ammonta oggi quella cifra? Prendendo come metro di valutazione l’interesse medio dei Buoni del Tesoro americani dal 1944, (il 6%) ballerebbero cifre enormi: 163,8 miliardi di dollari per l’occupazione 332 miliardi di dollari per i danni. E secondo un rapporto redatto nel luglio del 2011 dall’economista francese Jacques Delpla, la Germania dovrebbe corrispondere alla Grecia 575 miliardi, molto di più dei 355 miliardi di euro circa che oggi costituiscono il macigno di debiti sul futuro di Atene.
Certo, per dirla con le parole di chi quella richiesta l’ha avanzata molto tempo prima dell’articolo pubblicato sull’edizione tedesca del Financial Times, con petizioni che hanno chiamato a raccolta intellettuali, storici e giornalisti, la Grecia per anni è servita da pied-à-terre mediterraneo con prestiti massicci delle banche, con la telefonia in mano alla Deutsche Telekom, con l’aeroporto di Atene realizzato dai tedeschi, con i trasporti marittimi, con le commesse militari. Kostas Karamanlis, fido alleato della Cancelliera ha comprato 170 carri armati Leopard, 223 cannoni di seconda mano, 4 sottomarini della ThyssenKrupp (di cui uno che pendeva a destra). Mica due Cinquecento e un paio di Panda. Consola che oggi il governo di Atene stia almeno provando a rialzare la testa affidandosi alla storia. Ma certificando di fatto una scomoda oggettività: che alternative praticabili non ve ne sono.
Twitter@FDepalo
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09 ... ra/349003/
Crisi greca, Atene agli sgoccioli tenta la carta dei danni (tedeschi) di guerra
Secondo il Financial Times Deutschland il vice ministro dell’economia avrebbe istituito un gruppo di lavoro per valutare i documenti ufficiali presenti negli archivi storici. Nel 2011 i conteggi dell'economista francese Jacques Delpla, stimavano che la Germania dovrebbe corrispondere alla Grecia 575 miliardi
di Francesco De Palo | 11 settembre 2012 |Commenti (427)
Che i denari “riparatori” dei danni post secondo conflitto mondiale non fossero mai arrivati nelle casse di Atene era cosa risaputa. Ma adesso, alla vigilia dell’ultimo report della Troika che potrebbe anche mettere fine alle speranze di salvataggio del Paese, il ministero delle Finanze greco vuole fare sul serio per ottenere quel risarcimento. Lo scrive, oggi dopo mesi di petizioni e richieste da parte di varia stampa internazionale, anche il Financial Times Deutschland secondo cui il vice ministro dell’Economia greco avrebbe istituito un gruppo di lavoro per valutare i documenti ufficiali presenti negli archivi storici. E con essi (i risultati tecnici sono attesi per la fine dell’anno) proporre ai rappresentanti di Bce, Fmi e Ue una sorta di integrazione al pacchetto di salvataggio contenuto nel memorandum.
I fatti: Hitler invase la Grecia nell’Aprile 1941, saccheggiandola e devastandola in lungo e in largo. Ha scritto la Croce Rossa Internazionale nel suo rapporto ufficiale sulla questione che tra il 1941 e il 1943 almeno 300.000 cittadini greci morirono letteralmente di fame, in virtù proprio di quelle razzìe da parte dei tedeschi. Inoltre sia la Germania che l’Italia, oltre a pretendere cifre elevatissime per le spese militari, ottennero forzatamente dalla Grecia anche quello che venne definito un prestito d’occupazione, consistente in 3,5 miliardi di dollari. Lo stesso Fuhrer riconobbe in quella circostanza il valore legale del prestito e avallò il risarcimento. Ma alla Conferenza di Parigi nel 1946 qualcosa andò storto e alla Grecia furono riconosciuti 7,1 miliardi di dollari come risarcimento, invece dei 14 richiesti. E mentre l’Italia ripagò regolarmente la propria parte del prestito, la Germania si rifiutò costantemente di farlo. Come se le riparazioni post belliche non fossero necessarie.
Ma a quanto ammonta oggi quella cifra? Prendendo come metro di valutazione l’interesse medio dei Buoni del Tesoro americani dal 1944, (il 6%) ballerebbero cifre enormi: 163,8 miliardi di dollari per l’occupazione 332 miliardi di dollari per i danni. E secondo un rapporto redatto nel luglio del 2011 dall’economista francese Jacques Delpla, la Germania dovrebbe corrispondere alla Grecia 575 miliardi, molto di più dei 355 miliardi di euro circa che oggi costituiscono il macigno di debiti sul futuro di Atene.
Certo, per dirla con le parole di chi quella richiesta l’ha avanzata molto tempo prima dell’articolo pubblicato sull’edizione tedesca del Financial Times, con petizioni che hanno chiamato a raccolta intellettuali, storici e giornalisti, la Grecia per anni è servita da pied-à-terre mediterraneo con prestiti massicci delle banche, con la telefonia in mano alla Deutsche Telekom, con l’aeroporto di Atene realizzato dai tedeschi, con i trasporti marittimi, con le commesse militari. Kostas Karamanlis, fido alleato della Cancelliera ha comprato 170 carri armati Leopard, 223 cannoni di seconda mano, 4 sottomarini della ThyssenKrupp (di cui uno che pendeva a destra). Mica due Cinquecento e un paio di Panda. Consola che oggi il governo di Atene stia almeno provando a rialzare la testa affidandosi alla storia. Ma certificando di fatto una scomoda oggettività: che alternative praticabili non ve ne sono.
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Re: Come se ne viene fuori ?
C'è anche questo...
Prezzi degli alimentari alle stelle, guadagni milionari per le banche che speculano
Il World Development Movement stila una lista degli istituti di credito che hanno guadagnato di più soffiando sul fuoco de rincaro dei beni agricoli. In testa Barclays con 630 milioni di utili in due anni. Per la Banca Mondiale il costo medio mondiale degli alimenti base è ormai ai massimi storici
Quando in giro c’è puzza di bruciato prima o poi trovi sempre qualche grande banca con una scatola di fiammiferi in tasca. Questa volta a infiammarsi sono i prezzi di alimenti base come grano o soia da cui dipende la vita centinaia di milioni di persone. A soffiare sul fuoco è invece soprattutto la banca inglese Barclays – quella dello scandalo sulla manipolazione del Libor, il tasso che regola i prestiti interbancari in valute diverse dall’euro - responsabile delle speculazioni più massicce sui beni agricoli che, come denuncia il World Development Movement, le hanno garantito guadagni per mezzo miliardo di sterline (630 milioni di euro) negli ultimi due anni.
Numeri alla mano, nel 2012 le quotazioni della soia sono aumentate di oltre il 30% e durante l’estate quelle di grano e mais sono schizzate rispettivamente del 30 e del 38 per cento. La Banca Mondiale ha recentemente segnalato che il costo medio mondiale degli alimenti base è ormai ai massimi storici e ha denunciato come 44 milioni di persone nel 2011 siano scivolate nella povertà a causa della corsa dei prezzi del cibo. Ad innescare i rialzi più recenti è stata innanzitutto la siccità che quest’estate ha ridotto sensibilmente i raccolti di Stati Uniti e Russia ma, come sempre in queste situazioni, l’azione speculativa arriva in un secondo momento per sfruttare e amplificare i movimenti dei prezzi. Il valore complessivo dei derivati sulle materie agricole, ossia quegli strumenti finanziari come i futures o le opzioni utilizzati dai grandi investitori per scommettere sui rialzi dei prezzi, supera infatti ormai i 125 miliardi di dollari, un valore più che raddoppiato rispetto a quello di cinque anni fa.
Oltre a Barclays il World Development Movement indica Goldman Sachs e Morgan Stanley tra le banche più attive nella speculazione alimentare, pur senza fornire l’ammontare esatto dei loro profitti. Gli altri big della finanza sembrano invece avere una posizione più defilata. Royal Bank of Scotland ha venduto la sua divisione dedicata alle commodities agricole, HSBC concentra le sue scommesse sui metalli, Jp Morgan soprattutto sul petrolio, mentre la svizzera Ubs predilige i metalli preziosi pur avendo manifestato di recente la volontà di tuffarsi anche nel mercato delle materie prime agricole. Grandi speculatori su beni alimentari erano fino a poco tempo fa anche le tedesche Deutsche Bank e Commerzbank ma una crescente pressione dell’opinione pubblica le ha indotte a ridimensionare sensibilmente la loro attività in questo campo.
Scoprire con precisione quanto le banche investano su grano, mais, riso o soia è tutt’altro che facile. Per ovvie ragioni non sono dati che gli istituti di credito amano divulgare e spesso nei loro bilanci i profitti realizzati sulle diverse materie prime vengono accorpati sotto un un’unica voce. Un modo indiretto per capire quanto sia forte la presenza di una banca nel mercato delle materie prime è rappresentato dal cosiddetto VAR (Value at Risk), un indicatore utilizzato per calcolare a quanto potrebbe ammontare la perdita massima realizzabile in un singolo giorno. Dagli ultimi dati disponibili si scopre così che in sole 24 ore Barclays potrebbe arrivare a perdere 25 milioni di dollari per le sue scommesse sulle materie prime. Goldman Sachs potrebbe invece mandare in fumo fino a 23 milioni, Morgan Stanley 26 milioni, Jp Morgan 14 e Ubs circa 4 milioni.
Le banche erano già finite nell’occhio del ciclone nel 2008, quando in pochi mesi i prezzi dei beni agricoli volarono alle stelle innescando crisi alimentari, proteste e rivolte in diversi paesi del mondo. E’ difficile stabilire con esattezza quale sia l’incidenza della speculazione nel movimento al rialzo dei prezzi, tuttavia è innegabile che un effetto ci sia. Ad ammetterlo sono stati gli stessi analisti di Barclays che in una nota inviata ai propri clienti hanno spiegato come l’azione della finanza stia effettivamente spingendo i prezzi al rialzo. Due settimane fa Chris Mahonley, il direttore della divisione agricola della multinazionale svizzera Glencore, (di cui si parla molto in questi giorni come possibile acquirente dello stabilimento Alcoa di Porto Vesme) ha descritto la crisi alimentare in atto e la corsa dei prezzi come una “buona occasione d’affari”. Un’altra conferma indiretta arriva dalle parole di Howard Shulz, amministratore delegato della catena Starbucks che ha recentemente affermato: “Il prezzo del caffè è ai massimi da 34 anni e su livelli da record si trovano anche altre commodities agricole senza che questo abbia niente a che fare con il meccanismo della domanda e dell’offerta”.
Da:"Il Fatto Quotidiano" online di oggi 12/9/21012
Prezzi degli alimentari alle stelle, guadagni milionari per le banche che speculano
Il World Development Movement stila una lista degli istituti di credito che hanno guadagnato di più soffiando sul fuoco de rincaro dei beni agricoli. In testa Barclays con 630 milioni di utili in due anni. Per la Banca Mondiale il costo medio mondiale degli alimenti base è ormai ai massimi storici
Quando in giro c’è puzza di bruciato prima o poi trovi sempre qualche grande banca con una scatola di fiammiferi in tasca. Questa volta a infiammarsi sono i prezzi di alimenti base come grano o soia da cui dipende la vita centinaia di milioni di persone. A soffiare sul fuoco è invece soprattutto la banca inglese Barclays – quella dello scandalo sulla manipolazione del Libor, il tasso che regola i prestiti interbancari in valute diverse dall’euro - responsabile delle speculazioni più massicce sui beni agricoli che, come denuncia il World Development Movement, le hanno garantito guadagni per mezzo miliardo di sterline (630 milioni di euro) negli ultimi due anni.
Numeri alla mano, nel 2012 le quotazioni della soia sono aumentate di oltre il 30% e durante l’estate quelle di grano e mais sono schizzate rispettivamente del 30 e del 38 per cento. La Banca Mondiale ha recentemente segnalato che il costo medio mondiale degli alimenti base è ormai ai massimi storici e ha denunciato come 44 milioni di persone nel 2011 siano scivolate nella povertà a causa della corsa dei prezzi del cibo. Ad innescare i rialzi più recenti è stata innanzitutto la siccità che quest’estate ha ridotto sensibilmente i raccolti di Stati Uniti e Russia ma, come sempre in queste situazioni, l’azione speculativa arriva in un secondo momento per sfruttare e amplificare i movimenti dei prezzi. Il valore complessivo dei derivati sulle materie agricole, ossia quegli strumenti finanziari come i futures o le opzioni utilizzati dai grandi investitori per scommettere sui rialzi dei prezzi, supera infatti ormai i 125 miliardi di dollari, un valore più che raddoppiato rispetto a quello di cinque anni fa.
Oltre a Barclays il World Development Movement indica Goldman Sachs e Morgan Stanley tra le banche più attive nella speculazione alimentare, pur senza fornire l’ammontare esatto dei loro profitti. Gli altri big della finanza sembrano invece avere una posizione più defilata. Royal Bank of Scotland ha venduto la sua divisione dedicata alle commodities agricole, HSBC concentra le sue scommesse sui metalli, Jp Morgan soprattutto sul petrolio, mentre la svizzera Ubs predilige i metalli preziosi pur avendo manifestato di recente la volontà di tuffarsi anche nel mercato delle materie prime agricole. Grandi speculatori su beni alimentari erano fino a poco tempo fa anche le tedesche Deutsche Bank e Commerzbank ma una crescente pressione dell’opinione pubblica le ha indotte a ridimensionare sensibilmente la loro attività in questo campo.
Scoprire con precisione quanto le banche investano su grano, mais, riso o soia è tutt’altro che facile. Per ovvie ragioni non sono dati che gli istituti di credito amano divulgare e spesso nei loro bilanci i profitti realizzati sulle diverse materie prime vengono accorpati sotto un un’unica voce. Un modo indiretto per capire quanto sia forte la presenza di una banca nel mercato delle materie prime è rappresentato dal cosiddetto VAR (Value at Risk), un indicatore utilizzato per calcolare a quanto potrebbe ammontare la perdita massima realizzabile in un singolo giorno. Dagli ultimi dati disponibili si scopre così che in sole 24 ore Barclays potrebbe arrivare a perdere 25 milioni di dollari per le sue scommesse sulle materie prime. Goldman Sachs potrebbe invece mandare in fumo fino a 23 milioni, Morgan Stanley 26 milioni, Jp Morgan 14 e Ubs circa 4 milioni.
Le banche erano già finite nell’occhio del ciclone nel 2008, quando in pochi mesi i prezzi dei beni agricoli volarono alle stelle innescando crisi alimentari, proteste e rivolte in diversi paesi del mondo. E’ difficile stabilire con esattezza quale sia l’incidenza della speculazione nel movimento al rialzo dei prezzi, tuttavia è innegabile che un effetto ci sia. Ad ammetterlo sono stati gli stessi analisti di Barclays che in una nota inviata ai propri clienti hanno spiegato come l’azione della finanza stia effettivamente spingendo i prezzi al rialzo. Due settimane fa Chris Mahonley, il direttore della divisione agricola della multinazionale svizzera Glencore, (di cui si parla molto in questi giorni come possibile acquirente dello stabilimento Alcoa di Porto Vesme) ha descritto la crisi alimentare in atto e la corsa dei prezzi come una “buona occasione d’affari”. Un’altra conferma indiretta arriva dalle parole di Howard Shulz, amministratore delegato della catena Starbucks che ha recentemente affermato: “Il prezzo del caffè è ai massimi da 34 anni e su livelli da record si trovano anche altre commodities agricole senza che questo abbia niente a che fare con il meccanismo della domanda e dell’offerta”.
Da:"Il Fatto Quotidiano" online di oggi 12/9/21012
Re: Come se ne viene fuori ?
Crisi greca, Atene agli sgoccioli tenta la carta dei danni (tedeschi) di guerra
Secondo il Financial Times Deutschland il vice ministro dell’economia avrebbe istituito un gruppo di lavoro per valutare i documenti ufficiali presenti negli archivi storici. Nel 2011 i conteggi dell'economista francese Jacques Delpla, stimavano che la Germania dovrebbe corrispondere alla Grecia 575 miliardi
Siamo ad un passo da una tragedia.
Qui se crolla l'Unione, l'Europa diventa come i Balcani del dopo-Tito.
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