Ma che speranze abbiamo?
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Ma che speranze abbiamo?
Ieri sera l’incontro con un amico quarantenne ( laureato e, tranne alcuni brevi lavori a progetto, da sempre disoccupato) mi ha gettato nello sconforto.
Anche se, per puro miracolo, dovessimo avere un governo ed un parlamento fatto da persone competenti, oneste, non attaccate solo alla loro poltrona, come potrebbe risolvere una situazione in cui :
Gli impiegati comunali , per darti uno straccio di licenza, pretendono la mazzetta
I finanzieri chiedono il pizzo
Le tasse ti strangolano
E poi arriva la camorra, fresca fresca, a chiedere “un contributo per i figli dei carcerati”
Viene solo voglia di andare via da questo paese che non merita neanche più la maiuscola….
Anche se, per puro miracolo, dovessimo avere un governo ed un parlamento fatto da persone competenti, oneste, non attaccate solo alla loro poltrona, come potrebbe risolvere una situazione in cui :
Gli impiegati comunali , per darti uno straccio di licenza, pretendono la mazzetta
I finanzieri chiedono il pizzo
Le tasse ti strangolano
E poi arriva la camorra, fresca fresca, a chiedere “un contributo per i figli dei carcerati”
Viene solo voglia di andare via da questo paese che non merita neanche più la maiuscola….
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Re: Ma che speranze abbiamo?
30 e passa anni di inciuci e malgoverno uniti al bombardamento mediatico di un modello di società finto ci hanno portato a questo punto.
Mentre intorno a noi il mondo cambiava e velocemente (dal 1989 ha accelerato mostruosamente) noi siamo riusciti a peggiorare tutto il peggiorabile con una classe politico/economico/dirigenziale truffaldina e incapace.
Ora ci vorrebbe una rivoluzione per cercare di dare una svolta positiva al Paese ma chi la fa...? Quelli in fila all'Apple store per comprare col finanziamento l'ultimo I-Phone o I-Pad...? Quelli che casomai non mangiano (con la scusa della dieta) ma non possono non andare in palestra col SUV e avere la Pay-per-view...? Quelli che hanno il mutuo che li strangola e hanno comprato (spinti dalle Banche) case a prezzi spropositati e ora vivono nel terrore della prossima rata da pagare per non farsi portare via la casa...?
Mentre intorno a noi il mondo cambiava e velocemente (dal 1989 ha accelerato mostruosamente) noi siamo riusciti a peggiorare tutto il peggiorabile con una classe politico/economico/dirigenziale truffaldina e incapace.
Ora ci vorrebbe una rivoluzione per cercare di dare una svolta positiva al Paese ma chi la fa...? Quelli in fila all'Apple store per comprare col finanziamento l'ultimo I-Phone o I-Pad...? Quelli che casomai non mangiano (con la scusa della dieta) ma non possono non andare in palestra col SUV e avere la Pay-per-view...? Quelli che hanno il mutuo che li strangola e hanno comprato (spinti dalle Banche) case a prezzi spropositati e ora vivono nel terrore della prossima rata da pagare per non farsi portare via la casa...?
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Re: Ma che speranze abbiamo?
Io ho detto ai miei nipoti di imparare bene l'inglese e scappare appena possono
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: Ma che speranze abbiamo?
Quello che ho imparato nel lungo, ma nello stesso tempo, brevissimo viaggio su questo pianeta è:
1) Che esiste la legge di gravità
2) Che domani il sole sorge ancora
3) Che le stagioni si alternano nell’arco di un anno solare anche se si modificano notevolmente.
4) Che i pinguini stanno solo al Polo Sud.
5) Che in natura il pesce più grosso mangia il più piccolo, … ma lo fanno anche gli umani.
6) Che il mondo si divide in due categorie principali e fondamentali. I furbi e i fessi.
7) Che nel mondo i furbi, per il momento sono minoranza e hanno grandi praterie di fessi davanti a sé. Altrimenti, il mondo dei furbi sarebbe in perenne guerra tra di loro per la supremazia esattamente come fanno i clan mafiosi. Nella guerra dei furbi verrebbero naturalmente coinvolti i fessi che non riescono mai a riscattarsi definitivamente ed avere uno scatto d’orgoglio.
8) Che 2 + 2 fa rigorosamente 4 nel campo matematico, ma che mondo sociale e prevalentemente nel mondo politico può fare 5,6,7,8,9 e anche 10, a secondo dei casi e delle opportunità.
9) Che il Bel Paese è per tradizione un Paese di “forchettoni”, sia che comandino le camicie nere, sia che comandino i repubblicani.
10) Che il Bel Paese non considera la legalità un dato essenziale per la democrazia e per la loro libertà individuale.
11) Che il Bel Paese è una nazione delegante. Fai tu perché io non ho voglia di pensare e di impegnarmi. Su questa scorta è nato e si è sorretto il fascismo che si è replicato facilmente con il berlusconismo quando ce ne è stata l’occasione. Duce,…pensaci tu. Ma anche nell’intervallo post fascista non è che sia andato diversamente. L’amico alfanumerico di Trieste sul vecchio forum propugnava la democrazia diretta, ma in un popolo delegante come questo è difficile da digerire.
12) Che gli italiani di oggi sono identici a quelli del ventennio. Solo quando al crepuscolo il fascismo in combutta con i soci nazisti hanno cominciato ad incidere nella loro carne allora hanno aperto gli occhi. Solo una minoranza prima si era ribellata ed alcuni di loro hanno fatto un brutta fine, come Gramsci, Gobetti, Don Minzoni, Matteotti, i fratelli Rosselli, e altri meno noti.
13) Che il grado di cultura è mediamente aumentato rispetto al periodo fascista e all’immediato periodo post fascista. Ma che questo fatto significativo non ha portato praticamente a nulla. Malgrado in molti fossero a conoscenza della poesia di Niemöller, attribuita erroneamente, soprattutto nei Paesi di lingua spagnola, all’adattamento di Bertold Brecht, un monito fondamentale che non deve limitato al periodo storico del nazismo, ma che deve essere esteso alla vita sociale di sempre, l’indifferenza e l’indolenza tipica latina ha il sopravvento sulla cultura.
Prima di tutti, vennero a prendere gli zingari e fui contento perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendermi e non c'era rimasto nessuno a protestare
14) Che è stato completamente inutile il sacrificio umano di ragazze, donne, ragazzi, uomini, che tra il 1943 e 1945 hanno sacrificato il bene più preziozo a loro disposizione, la vita in soluzione unica, affinché altri potessero godere del bene prezioso della libertà e della “”democrazia””, se i risultati sono quelli dell’indecente spettacolo, soprattutto offerto dalla pseudo e falsa sinistra, che dovrebbe essere la depositaria di quei valori e di quei sacrifici umani.
15) Che gli italiani devono toccare sempre con mano per comprendere cosa gli si apparecchia intorno.
E’ chiaro ora perché da tempo insisto che stiamo scivolando verso la guerra civile, oppure verso una rivolta di grandi proporzioni?
Myriam ci offre oggi uno spaccato della vita quotidiana partenopea. I tempi delle gloriose 4 giornate di Napoli sono lontane, perse nella memoria. Un altro mondo ha preso il sopravvento. Ma il tassello descritto non è differente da quello di tutto il resto d’Italia.
Basta vedere cosa è successo questa settimana a Milano a causa della cocaina. Il traffico da anni è in mano ai clan calabresi che hanno trasferito nella capitale lombarda la sede principale delle loro attività (qui ha sede anche la Borsa), lasciando a Reggio Calabria la loro sede periferica, con buona pace del querulo ex ministro dell’Interno, Maroni, e dell’altrettanto querula ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, tecnico e Professore.
1) Che esiste la legge di gravità
2) Che domani il sole sorge ancora
3) Che le stagioni si alternano nell’arco di un anno solare anche se si modificano notevolmente.
4) Che i pinguini stanno solo al Polo Sud.
5) Che in natura il pesce più grosso mangia il più piccolo, … ma lo fanno anche gli umani.
6) Che il mondo si divide in due categorie principali e fondamentali. I furbi e i fessi.
7) Che nel mondo i furbi, per il momento sono minoranza e hanno grandi praterie di fessi davanti a sé. Altrimenti, il mondo dei furbi sarebbe in perenne guerra tra di loro per la supremazia esattamente come fanno i clan mafiosi. Nella guerra dei furbi verrebbero naturalmente coinvolti i fessi che non riescono mai a riscattarsi definitivamente ed avere uno scatto d’orgoglio.
8) Che 2 + 2 fa rigorosamente 4 nel campo matematico, ma che mondo sociale e prevalentemente nel mondo politico può fare 5,6,7,8,9 e anche 10, a secondo dei casi e delle opportunità.
9) Che il Bel Paese è per tradizione un Paese di “forchettoni”, sia che comandino le camicie nere, sia che comandino i repubblicani.
10) Che il Bel Paese non considera la legalità un dato essenziale per la democrazia e per la loro libertà individuale.
11) Che il Bel Paese è una nazione delegante. Fai tu perché io non ho voglia di pensare e di impegnarmi. Su questa scorta è nato e si è sorretto il fascismo che si è replicato facilmente con il berlusconismo quando ce ne è stata l’occasione. Duce,…pensaci tu. Ma anche nell’intervallo post fascista non è che sia andato diversamente. L’amico alfanumerico di Trieste sul vecchio forum propugnava la democrazia diretta, ma in un popolo delegante come questo è difficile da digerire.
12) Che gli italiani di oggi sono identici a quelli del ventennio. Solo quando al crepuscolo il fascismo in combutta con i soci nazisti hanno cominciato ad incidere nella loro carne allora hanno aperto gli occhi. Solo una minoranza prima si era ribellata ed alcuni di loro hanno fatto un brutta fine, come Gramsci, Gobetti, Don Minzoni, Matteotti, i fratelli Rosselli, e altri meno noti.
13) Che il grado di cultura è mediamente aumentato rispetto al periodo fascista e all’immediato periodo post fascista. Ma che questo fatto significativo non ha portato praticamente a nulla. Malgrado in molti fossero a conoscenza della poesia di Niemöller, attribuita erroneamente, soprattutto nei Paesi di lingua spagnola, all’adattamento di Bertold Brecht, un monito fondamentale che non deve limitato al periodo storico del nazismo, ma che deve essere esteso alla vita sociale di sempre, l’indifferenza e l’indolenza tipica latina ha il sopravvento sulla cultura.
Prima di tutti, vennero a prendere gli zingari e fui contento perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendermi e non c'era rimasto nessuno a protestare
14) Che è stato completamente inutile il sacrificio umano di ragazze, donne, ragazzi, uomini, che tra il 1943 e 1945 hanno sacrificato il bene più preziozo a loro disposizione, la vita in soluzione unica, affinché altri potessero godere del bene prezioso della libertà e della “”democrazia””, se i risultati sono quelli dell’indecente spettacolo, soprattutto offerto dalla pseudo e falsa sinistra, che dovrebbe essere la depositaria di quei valori e di quei sacrifici umani.
15) Che gli italiani devono toccare sempre con mano per comprendere cosa gli si apparecchia intorno.
E’ chiaro ora perché da tempo insisto che stiamo scivolando verso la guerra civile, oppure verso una rivolta di grandi proporzioni?
Myriam ci offre oggi uno spaccato della vita quotidiana partenopea. I tempi delle gloriose 4 giornate di Napoli sono lontane, perse nella memoria. Un altro mondo ha preso il sopravvento. Ma il tassello descritto non è differente da quello di tutto il resto d’Italia.
Basta vedere cosa è successo questa settimana a Milano a causa della cocaina. Il traffico da anni è in mano ai clan calabresi che hanno trasferito nella capitale lombarda la sede principale delle loro attività (qui ha sede anche la Borsa), lasciando a Reggio Calabria la loro sede periferica, con buona pace del querulo ex ministro dell’Interno, Maroni, e dell’altrettanto querula ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, tecnico e Professore.
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- Iscritto il: 22/02/2012, 14:30
Re: Ma che speranze abbiamo?
La rivoluzione la facevano i giovani.Ora abbiamo precari disoccupati ecc....che hanno 35 40 45 anni gente sposata senza lavori stabili ecc.....
La macchina del fango é partita anche per il movimento 5 stelle.Prima non lo si sentiva mai in tv.Ora fanno dei veri dibattiti.
E' L'apparato elefantiaco dello stato da snellire.Se questi partiti in tutti questi anni non sono stati capaci.Allora non votiamoli piu.
Questi personaggi politici di tutti i partiti si conoscono da decenni.
Ora è il momento di farli andare a casa.
Vogliamo ancora Dini come nel governo Prodi o altri.Che prendono 40.000 euro lorde al mese Amato 30.000. A noi ci tolgono la indicizzazione del caro vita.
Ciao
Paolo11
La macchina del fango é partita anche per il movimento 5 stelle.Prima non lo si sentiva mai in tv.Ora fanno dei veri dibattiti.
E' L'apparato elefantiaco dello stato da snellire.Se questi partiti in tutti questi anni non sono stati capaci.Allora non votiamoli piu.
Questi personaggi politici di tutti i partiti si conoscono da decenni.
Ora è il momento di farli andare a casa.
Vogliamo ancora Dini come nel governo Prodi o altri.Che prendono 40.000 euro lorde al mese Amato 30.000. A noi ci tolgono la indicizzazione del caro vita.
Ciao
Paolo11
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Re: Ma che speranze abbiamo?
Ha ragione paolo11 cacciamoli tutti...
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- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: Ma che speranze abbiamo?
La rivoluzione la facevano i giovani. Ora abbiamo precari disoccupati ecc....che hanno 35 40 45 anni gente sposata senza lavori stabili ecc.....
paolo11
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E non dovrebbero essere loro a fare la rivoluzione? Oggi si ritrovano in piazza due generazioni di precari a protestare, padri e figli.
Quello che sento continuamente da queste parti è un pensiero unico.
Fino a quando, padri, madri, nonni, zii, avranno qualcosa da dargli tireranno a campare. Quando non avranno più niente a cui attaccarsi cominceranno a ribellarsi.
Ma fino quando saranno del tipo descritto da Maucat, o da Amadeus ed altri in altro 3D, tutto continuerà come prima in attesa del Big Bang.
paolo11
****
E non dovrebbero essere loro a fare la rivoluzione? Oggi si ritrovano in piazza due generazioni di precari a protestare, padri e figli.
Quello che sento continuamente da queste parti è un pensiero unico.
Fino a quando, padri, madri, nonni, zii, avranno qualcosa da dargli tireranno a campare. Quando non avranno più niente a cui attaccarsi cominceranno a ribellarsi.
Ma fino quando saranno del tipo descritto da Maucat, o da Amadeus ed altri in altro 3D, tutto continuerà come prima in attesa del Big Bang.
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- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: Ma che speranze abbiamo?
E' L'apparato elefantiaco dello stato da snellire.Se questi partiti in tutti questi anni non sono stati capaci.Allora non votiamoli piu.
paolo11
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Le opzioni in questo momento sono 3:
1) Quella indicata da Myriam di abbandonare questo irrecuperabile Paese.
2) Non votare più i partiti tradizionali cambiando il Parlamento
3) Fare la rivoluzione
Sulla opzione 2) votare altri partiti prima che inizi il disastro, occorre una certa dose di coraggio.
Occorre anche conoscere che il cambiamento non sarà definitivo ma tempraneo.
Anche il cambiamento dal marciume fascista alla Repubblica e alla democrazia è stato carico di aspettative.
Poi abbiamo visto come è andata a finire. Fino a quando ha governato De Gasperi, più o meno è filato tutto liscio,….poi è iniziato il diluvio universale.
Dal punto di vista sociologico, penso sia importante tenere presente l’esperienza sovietica di Stalin.
Nel 1938, disse basta alla mafia postale che infettava la Russia. Con la sua solita delicatezza smembro tutte le famiglie con addetti impiegati nelle poste. Mandò al confino padri, madri e figli, agli antipodi della Russia in modo che non potessero avere contatti. Nella nuova posta mise altre persone. Raccontano le cronache dell’epoca che già intorno al 1942, si vedevano ricomporre nuovi nuclei di mafia postale.
paolo11
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Le opzioni in questo momento sono 3:
1) Quella indicata da Myriam di abbandonare questo irrecuperabile Paese.
2) Non votare più i partiti tradizionali cambiando il Parlamento
3) Fare la rivoluzione
Sulla opzione 2) votare altri partiti prima che inizi il disastro, occorre una certa dose di coraggio.
Occorre anche conoscere che il cambiamento non sarà definitivo ma tempraneo.
Anche il cambiamento dal marciume fascista alla Repubblica e alla democrazia è stato carico di aspettative.
Poi abbiamo visto come è andata a finire. Fino a quando ha governato De Gasperi, più o meno è filato tutto liscio,….poi è iniziato il diluvio universale.
Dal punto di vista sociologico, penso sia importante tenere presente l’esperienza sovietica di Stalin.
Nel 1938, disse basta alla mafia postale che infettava la Russia. Con la sua solita delicatezza smembro tutte le famiglie con addetti impiegati nelle poste. Mandò al confino padri, madri e figli, agli antipodi della Russia in modo che non potessero avere contatti. Nella nuova posta mise altre persone. Raccontano le cronache dell’epoca che già intorno al 1942, si vedevano ricomporre nuovi nuclei di mafia postale.
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- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: Ma che speranze abbiamo?
Prima di accedere alla rivoluzione, o al disastro che la precederà se questa classe politica non si mette da parte per tempo, occorre valutare la via parlamentare come ultima spiaggia.
Oggi, sul Il Fatto, Paolo Flores d'Arcais prende in considerazione l'articolo di d'Esposito pubblicato ieri, scrivendo il suo editoriale odierno:
L’Altrapolitica può vincere
di Paolo Flores d'Arcais | 14 settembre 2012
pubblicato da mariok in : Come se ne viene fuori ?.......un'ora fa.
http://forumisti.mondoforum.com/viewtop ... 9791#p9791
Questa soluzione non piacerà a Myriam perché al ritorno delle ferie si è già espressa contro. E non piacerà anche a Mario che ha espresso tutti i suoi dubbi in altro 3D sul fronte dei non allineati che veniva composto da:
Idv
M5S
Sel
Fiom.
Ora lo ripropone Flores d'Arcais., con tutti i limiti e le problematiche da risolvere.
Le riflessioni di d'Esposito e Flores d'Arcais, sono basate sui dati dei sondaggi Ipsos, pubblicati da Pagnocelli nell'ultima puntata di Ballarò di martedì 11 settembre 2012.
Due conti che non tornano sono :
1) L'indisponibilità di Grillo ad alleanze
2) Il mancato conteggio attuale di Sel + Pd = 24,8 + 5,9 = 30,7 %
Sarebbe questa l'alleanza vincente.
Cosa intenda fare Vendola è una cosa misteriosa perché in casa Pd nessuno, e ripeto, nessuno intende rinunciare all'alleanza con Casini che pretende l'estromissione di Vendola.
Se il Sel rientra nei non allineati, allora si che in questo momento avrebbero la partita in mano, ma d'Esposito ieri si è detto dubbioso circa la marcia indietro di Vendola.
Fa una certa impressione vedere Landini preferire l'asse Di Pietro Vendola, come fa impressione la dichiarazione di Piero Sansonetti di due domeniche fa su Il Fatto, in cui dichiarava che la sinistra è morta e l'unica speranza rimasta in piedi è Di Pietro e questo lo manda in depressione.
Oggi, sul Il Fatto, Paolo Flores d'Arcais prende in considerazione l'articolo di d'Esposito pubblicato ieri, scrivendo il suo editoriale odierno:
L’Altrapolitica può vincere
di Paolo Flores d'Arcais | 14 settembre 2012
pubblicato da mariok in : Come se ne viene fuori ?.......un'ora fa.
http://forumisti.mondoforum.com/viewtop ... 9791#p9791
Questa soluzione non piacerà a Myriam perché al ritorno delle ferie si è già espressa contro. E non piacerà anche a Mario che ha espresso tutti i suoi dubbi in altro 3D sul fronte dei non allineati che veniva composto da:
Idv
M5S
Sel
Fiom.
Ora lo ripropone Flores d'Arcais., con tutti i limiti e le problematiche da risolvere.
Le riflessioni di d'Esposito e Flores d'Arcais, sono basate sui dati dei sondaggi Ipsos, pubblicati da Pagnocelli nell'ultima puntata di Ballarò di martedì 11 settembre 2012.
Due conti che non tornano sono :
1) L'indisponibilità di Grillo ad alleanze
2) Il mancato conteggio attuale di Sel + Pd = 24,8 + 5,9 = 30,7 %
Sarebbe questa l'alleanza vincente.
Cosa intenda fare Vendola è una cosa misteriosa perché in casa Pd nessuno, e ripeto, nessuno intende rinunciare all'alleanza con Casini che pretende l'estromissione di Vendola.
Se il Sel rientra nei non allineati, allora si che in questo momento avrebbero la partita in mano, ma d'Esposito ieri si è detto dubbioso circa la marcia indietro di Vendola.
Fa una certa impressione vedere Landini preferire l'asse Di Pietro Vendola, come fa impressione la dichiarazione di Piero Sansonetti di due domeniche fa su Il Fatto, in cui dichiarava che la sinistra è morta e l'unica speranza rimasta in piedi è Di Pietro e questo lo manda in depressione.
Re: Ma che speranze abbiamo?
IL CASO DEL CONSIGLIO DEL LAZIO
Piccoli faraoni in nota spese
Negli altri Paesi funziona in questo modo: davanti a un fatto che mette in discussione la credibilità delle istituzioni se ne traggono le conseguenze. Quando lo scandalo delle note spese gonfiate ha scosso il prestigio del Parlamento britannico, lo speaker della House of Commons, Michael Martin, figura corrispondente al nostro presidente della Camera, si è dimesso. Nonostante nei suoi confronti non esistesse alcun addebito specifico, ha ugualmente ritenuto di assumersi la responsabilità oggettiva. Ha pagato per tutti. E nessuno l’ha trattenuto.
In sedicesimi, la squallida vicenda che ha investito il consiglio regionale del Lazio, con la rivelazione che i faraonici fondi destinati ai gruppi politici venivano dirottati su conti personali o utilizzati per pagare cene a base di ostriche e champagne o book fotografici, ricorda quella storia. Quanto però a trarne le conseguenze, siamo ancora ben lontani. Dodici ore non sono bastate ai vertici del Popolo della libertà per indurre il loro capogruppo Franco Fiorito, indagato per peculato dopo la scoperta di 109 bonifici bancari fatti a se stesso dal conto del partito sul quale affluivano i soldi dei contribuenti, a sollevare dall’imbarazzo l’istituzione di cui fa ancora parte (e vedremo come si comporteranno gli altri partiti, compreso il Pd). Tanto basta per rafforzare la convinzione che non soltanto non verrà imitato l’esempio britannico, ma nemmeno quello tedesco.
Il ministro della Difesa Karl-Theodor Zu Guttenberg, astro nascente del partito della cancelliera Angela Merkel, si è dimesso per aver copiato parte della tesi di dottorato. Il presidente della Repubblica federale tedesca, Christian Wulff, ha rimesso il mandato dopo le polemiche su un prestito di favore avuto da un suo amico banchiere. E anni prima il ministro dell’Economia del Land di Berlino, Gregor Gysi, aveva gettato la spugna insieme ad altri suoi colleghi del Bundestag per aver utilizzato per biglietti aerei personali i punti mille miglia accumulati con i voli istituzionali. Perché in Germania, e non solo, le conclusioni si traggono anche a livello individuale, e per molto meno rispetto a quello che è successo al consiglio regionale del Lazio. Da noi, invece, non si arrossisce neppure.
Principio sconosciuto, a certi nostri politici, quello secondo il quale l’istituto delle dimissioni fa parte della democrazia, e la rafforza: chi sbaglia paga, è la regola universale, Italia esclusa. Sconosciuto soprattutto a chi interpreta la politica come un mestiere nel quale l’obiettivo principale è il denaro, da raggiungere con qualunque mezzo. Ce ne sono tanti, di personaggi così, purtroppo, nelle Regioni, nelle Province, perfino nei Comuni. Lontano dai riflettori, puntati sempre sui costi e i privilegi del Parlamento, sono proliferate piccole Caste locali. Spregiudicate e fameliche, hanno responsabilità gravi: quella di aver ridotto la politica, nel punto in cui dovrebbe essere più vicina ai cittadini e ai loro problemi concreti, alla gestione di interessi personali quando non di veri e propri comitati d’affari.
Ma ancora più pesanti sono le colpe dei partiti, che hanno assecondato per pure convenienze elettorali la formazione di una classe politica locale spesso indecente, girandosi dall’altra parte per non vedere. Tanto la situazione è compromessa che servirebbe ora un repulisti radicale. Il fatto è che dovrebbero farlo gli stessi partiti. Non resta che augurarci buona fortuna.
Sergio Rizzo
15 settembre 2012 | 8:57
http://www.corriere.it/editoriali/12_se ... 71b6.shtml
Piccoli faraoni in nota spese
Negli altri Paesi funziona in questo modo: davanti a un fatto che mette in discussione la credibilità delle istituzioni se ne traggono le conseguenze. Quando lo scandalo delle note spese gonfiate ha scosso il prestigio del Parlamento britannico, lo speaker della House of Commons, Michael Martin, figura corrispondente al nostro presidente della Camera, si è dimesso. Nonostante nei suoi confronti non esistesse alcun addebito specifico, ha ugualmente ritenuto di assumersi la responsabilità oggettiva. Ha pagato per tutti. E nessuno l’ha trattenuto.
In sedicesimi, la squallida vicenda che ha investito il consiglio regionale del Lazio, con la rivelazione che i faraonici fondi destinati ai gruppi politici venivano dirottati su conti personali o utilizzati per pagare cene a base di ostriche e champagne o book fotografici, ricorda quella storia. Quanto però a trarne le conseguenze, siamo ancora ben lontani. Dodici ore non sono bastate ai vertici del Popolo della libertà per indurre il loro capogruppo Franco Fiorito, indagato per peculato dopo la scoperta di 109 bonifici bancari fatti a se stesso dal conto del partito sul quale affluivano i soldi dei contribuenti, a sollevare dall’imbarazzo l’istituzione di cui fa ancora parte (e vedremo come si comporteranno gli altri partiti, compreso il Pd). Tanto basta per rafforzare la convinzione che non soltanto non verrà imitato l’esempio britannico, ma nemmeno quello tedesco.
Il ministro della Difesa Karl-Theodor Zu Guttenberg, astro nascente del partito della cancelliera Angela Merkel, si è dimesso per aver copiato parte della tesi di dottorato. Il presidente della Repubblica federale tedesca, Christian Wulff, ha rimesso il mandato dopo le polemiche su un prestito di favore avuto da un suo amico banchiere. E anni prima il ministro dell’Economia del Land di Berlino, Gregor Gysi, aveva gettato la spugna insieme ad altri suoi colleghi del Bundestag per aver utilizzato per biglietti aerei personali i punti mille miglia accumulati con i voli istituzionali. Perché in Germania, e non solo, le conclusioni si traggono anche a livello individuale, e per molto meno rispetto a quello che è successo al consiglio regionale del Lazio. Da noi, invece, non si arrossisce neppure.
Principio sconosciuto, a certi nostri politici, quello secondo il quale l’istituto delle dimissioni fa parte della democrazia, e la rafforza: chi sbaglia paga, è la regola universale, Italia esclusa. Sconosciuto soprattutto a chi interpreta la politica come un mestiere nel quale l’obiettivo principale è il denaro, da raggiungere con qualunque mezzo. Ce ne sono tanti, di personaggi così, purtroppo, nelle Regioni, nelle Province, perfino nei Comuni. Lontano dai riflettori, puntati sempre sui costi e i privilegi del Parlamento, sono proliferate piccole Caste locali. Spregiudicate e fameliche, hanno responsabilità gravi: quella di aver ridotto la politica, nel punto in cui dovrebbe essere più vicina ai cittadini e ai loro problemi concreti, alla gestione di interessi personali quando non di veri e propri comitati d’affari.
Ma ancora più pesanti sono le colpe dei partiti, che hanno assecondato per pure convenienze elettorali la formazione di una classe politica locale spesso indecente, girandosi dall’altra parte per non vedere. Tanto la situazione è compromessa che servirebbe ora un repulisti radicale. Il fatto è che dovrebbero farlo gli stessi partiti. Non resta che augurarci buona fortuna.
Sergio Rizzo
15 settembre 2012 | 8:57
http://www.corriere.it/editoriali/12_se ... 71b6.shtml
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