iospero ha scritto:A Camillobenso
hai dimenticato : se vince CIVATI ?
sono tanti, molti quelli che vedendo le previsioni dei sondaggi non si sono iscritti al PD e quindi non risultano nelle votazioni di ieri, ma andranno a votare l'8 dicembre per CIVATI. che fra l'altro ha avuto
finalmente anche Barca, che ha scritto LA TRAVERSATA, fra i suoi sostenitori, uno dei pochi che contano, fuori dalle correnti
Per capire se Civati potrebbe avere una possibilità di vincere occorre aspettare i dati assoluti.
Con i dati percentuali si capisce ben poco della realtà.
Comunque, a Civati non voglio così male da augurargli di vincere.
Il Pd è un nido di vipere, per cui ogni vittoria è inutile.
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Le affinità elettive.
Dal Grande Fratello:
Le affinità elettive
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Le affinità elettive (Die Wahlverwandtschaften) è il quarto romanzo diJohann Wolfgang von Goethe, pubblicato nel 1809. Il titolo deriva dall'affinità chimica, proprietà degli elementi chimici che descrive la tendenza di alcuni di essi a legarsi con alcune sostanze a scapito di altre.
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Per come ho capito io come funziona l’ambaradan su questo pianeta in materia di politica, le affinità elettive giocano un ruolo importante.
La scelta di un partito, la scelta di un candidato avviene in funzione delle affinità elettive di ogni singolo individuo in relazione a cosa propone un partito (
era valido un tempo oggi raccontano tutti delle grandi balle).
Es.
Se sono alquanto razzista, sceglierò la Lega Nord (
meglio chiamarla oggi “Alba dorata.it”), oppure An, o tutti i partitucoli di destra.
Se sono piuttosto egoista è meglio che scelgo Forza Italia, Scelta civica, l’Udc, o un partitucolo di destra, che mi consente di preservare “la robba”.
Se invece credo nell’uguaglianza andrò a scegliere un partito nel campo opposto.
Stringendo sui candidati, se dovessi scegliere (
io non andrò a votare) sceglierei Civati perché in materia di affinità elettive è più vicino al mio modo di essere e di pensare.
E’ sostanzialmente ancora un ulivista, malgrado il fallimento totale dell’Ulivo e l’abbandono del fondatore, e fino a quando non mi si dimostra il contrario il disegno politico dell’Ulivo rimane l’unica idea politica praticabile della sinistra all'inizio del terzo millennio.
Sono di certo un crapone (
testardo in italiano) perché lo sono sempre stato fino dalla nascita, ma non sono così ottuso da non capire che possa esistere una soluzione migliore dell’Ulivo.
Quando qualcuno avrà la compiacenza di dimostrarmi che esiste qualcosa di meglio mi adeguerò.
Per il momento siamo all’interno del deserto ed intorno c’è solo sabbia e sabbia. Tanta sabbia.
Ripeto un vecchio detto italiano: “
Chi ha i denti non ha il pane, e chi ha il pane non ha i denti”.
Civati non ha lo scilinguagnolo (
2 (fig.) Sin. loquacità, logorrea, chiacchiera, parlantina (fam.) Contr. mutismo, silenziosità.) di Renzi, che riesce ad incantare una fascia di popolazione.
Per contro Civati è più riflessivo, tiene per quanto possibile i piedi per terra e si crede una persona normale e non Superman o Batman come si crede Renzi.
In questa corsa alla segreteria Renzi è più furbo. Da tempo coltiva amicizie che gli servono e tornano utili in molti settori.
Tanto da aver incantato l’ing. De Benedetti che solo un anno fa lo avversava.
Ha quindi la grande stampa dalla sua parte.
Civati no.
A Renzi si sono interessati i poteri forti, cioè chi veramente comanda in Italia.
A Civati non si è interessato nessuno.
All’interno del Partito democristiano Civati non ha santi in paradiso. Non voglio usare una frase corrente che usano i ragazzi e che anche Crozza ha iniziato ad usare in tv per definire la posizione da Calimero di Civati.
Continua