ITALIA-EMERGENZA LAVORO
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Re: ITALIA-EMERGENZA LAVORO
Cgil: “Boom di cassa integrazione a maggio, 500mila lavoratori coinvolti”
Lo scorso mese il sindacato ha registrato un aumento di ore del 22,47 per cento che si traduce in mezzo milione di lavoratori che vedono ridursi il loro reddito annuo di 3mila e 300 euro. I più colpiti sono il settore della meccanica, seguito da commercio e edilizia
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 15 giugno 2012
La Cgil pubblica i dati sulla cassa integrazione: le ore registrate dal sindacato a maggio sono pari a 105 milioni 519mila e 331, quindi il 22,47 per cento in più rispetto ad aprile. Riguardano mezzo milione di lavoratori, che vedono il loro reddito annuale ridursi di 3mila e 300 euro. In tutto, 1 miliardo e seicentomila euro complessivi. Quella del sindacato è una elaborazione delle rilevazioni Inps, che vede un incremento delle ore di cassa integrazione per i primi cinque mesi dell’anno pari a 428 milioni 37mila e 870, lo 0,64 per cento in più sul 2011, con un trend che punta al miliardo di ore richieste per l’intero 2012.
La responsabile Industria Cgil, Elena Lattuada coglie un segnale di crisi generalizzata, che tocca strutturalmente tutti i settori e le aree produttive del Paese, “in ginocchio e alle prese con una crisi industriale profondissima”. Secondo la sindacalista, infatti, il lavoro è la vera emergenza che può essere risolta adottando una strategia di politica industriale, così come di una politica economica che rilanci la domanda.
Nel dettaglio, l’analisi della Cgil rileva che il ricorso alla cassa integrazione ordinaria (cigo) a maggio è stato pari a 34 milioni 628mila e 596 ore autorizzate, con un incremento del 27,15 per cento sul mese precedente. Da inizio anno invece, il totale di ore richieste ammonta a 135 milioni 688mila e 128, con un +74,09 per cento sullo stesso periodo del 2011. Per quanto riguarda la cassa integrazione straordinaria (cigs) sul mese scorso, sono state richieste 36 milioni 925mila e 72 ore, il 23,37 per cento in più su aprile; scendono invece quelle calcolate sui primi 5 mesi dell’anno, con una flessione pari al 28,51 per cento sullo stesso periodo dell’anno passato. Infine la cassa integrazione in deroga (cigd) che cresce del 17,14 per cento a maggio sul mese precedente. Le ore totali sono pari a 33 milioni 965mila e 663, mentre da inizio anno sono state richieste 144 milioni 929mila e 144 ore di cigd, in aumento del +7,23 per cento sul periodo gennaio-maggio del 2011.
Scorporando i comparti produttivi, il sindacato nota che il settore della meccanica è quello che fa più uso dello strumento della cassa integrazione. Le ore richieste da questo settore sono pari a 133 milioni 658mila e 740, e hanno interessato 153mila e 278 lavoratori. Segue il settore del commercio con 64 milioni 73mila e 535 ore di cig autorizzate per 73mila e 479 lavoratori coinvolti. Terza l’edilizia con 45 milioni 962mila e 747 ore e 52mila e 710 lavoratori.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/06 ... ti/264266/
Lo scorso mese il sindacato ha registrato un aumento di ore del 22,47 per cento che si traduce in mezzo milione di lavoratori che vedono ridursi il loro reddito annuo di 3mila e 300 euro. I più colpiti sono il settore della meccanica, seguito da commercio e edilizia
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 15 giugno 2012
La Cgil pubblica i dati sulla cassa integrazione: le ore registrate dal sindacato a maggio sono pari a 105 milioni 519mila e 331, quindi il 22,47 per cento in più rispetto ad aprile. Riguardano mezzo milione di lavoratori, che vedono il loro reddito annuale ridursi di 3mila e 300 euro. In tutto, 1 miliardo e seicentomila euro complessivi. Quella del sindacato è una elaborazione delle rilevazioni Inps, che vede un incremento delle ore di cassa integrazione per i primi cinque mesi dell’anno pari a 428 milioni 37mila e 870, lo 0,64 per cento in più sul 2011, con un trend che punta al miliardo di ore richieste per l’intero 2012.
La responsabile Industria Cgil, Elena Lattuada coglie un segnale di crisi generalizzata, che tocca strutturalmente tutti i settori e le aree produttive del Paese, “in ginocchio e alle prese con una crisi industriale profondissima”. Secondo la sindacalista, infatti, il lavoro è la vera emergenza che può essere risolta adottando una strategia di politica industriale, così come di una politica economica che rilanci la domanda.
Nel dettaglio, l’analisi della Cgil rileva che il ricorso alla cassa integrazione ordinaria (cigo) a maggio è stato pari a 34 milioni 628mila e 596 ore autorizzate, con un incremento del 27,15 per cento sul mese precedente. Da inizio anno invece, il totale di ore richieste ammonta a 135 milioni 688mila e 128, con un +74,09 per cento sullo stesso periodo del 2011. Per quanto riguarda la cassa integrazione straordinaria (cigs) sul mese scorso, sono state richieste 36 milioni 925mila e 72 ore, il 23,37 per cento in più su aprile; scendono invece quelle calcolate sui primi 5 mesi dell’anno, con una flessione pari al 28,51 per cento sullo stesso periodo dell’anno passato. Infine la cassa integrazione in deroga (cigd) che cresce del 17,14 per cento a maggio sul mese precedente. Le ore totali sono pari a 33 milioni 965mila e 663, mentre da inizio anno sono state richieste 144 milioni 929mila e 144 ore di cigd, in aumento del +7,23 per cento sul periodo gennaio-maggio del 2011.
Scorporando i comparti produttivi, il sindacato nota che il settore della meccanica è quello che fa più uso dello strumento della cassa integrazione. Le ore richieste da questo settore sono pari a 133 milioni 658mila e 740, e hanno interessato 153mila e 278 lavoratori. Segue il settore del commercio con 64 milioni 73mila e 535 ore di cig autorizzate per 73mila e 479 lavoratori coinvolti. Terza l’edilizia con 45 milioni 962mila e 747 ore e 52mila e 710 lavoratori.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/06 ... ti/264266/
Re: ITALIA-EMERGENZA LAVORO
Lavoro, sindacati in piazza a Roma contro il governo: “Siamo 200mila”
Il corteo verso piazza del Popolo, dove interverranno i segretari di Cgil, Cisl e Uil. La richiesta a Monti di nuove politiche anche su crescita, welfare e fisco. Camusso: "Finora solo iniquità". Angeletti: "Dall'esecutivo soltanto annunci"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 16 giugno 2012
“Siamo oltre 200mila“, annuncia l’organizzazione del corteo organizzato a Roma da Cgil, Cisl e Uil per chiedere al Governo nuove politiche su lavoro, crescita, welfare e fisco. I manifestanti hanno raggiunto piazza del Popolo dove si terranno i comizi di Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. Il corteo si è mosso intorno alle 10 da piazza della Repubblica, aperto proprio dai segretari confederali. Al corteo hanno preso parte anche esponenti politici, tra cui Cesare Damiano e Stefano Fassina del Pd. Presenti anche delegazioni di Cgil, Cisl e Uil dell’Emilia Romagna, in rappresentanza dei popoli colpiti dal recente terremoto.
“Siamo in piazza per chiedere al Governo il cambiamento”, ha spiegato Camusso. “La politica del rigore ha prodotto iniquità e diseguaglianze. Non ha dato risposte sul lavoro e sullo sviluppo. C’è bisogno di un cambiamento dell’agenda politica, senza non si danno prospettive al lavoro nel nostro Paese”. Quanto al decreto sviluppo appena approvato, ”non c’è la svolta che sarebbe necessaria al Paese”, ha commentato il leader della Cgil. “Il rischio è che dopo tanti annunci i vantaggi siano pochi e non si coglie un cambio effettivo di segno”.
Di una politica fatta solo di annunci ha parlato Angeletti della Uil: ”Il governo dovrebbe prima fare e poi annunciare. Finora ci sono solo titoli e anche sui tagli e la riduzione delle spese dei dipendenti di Palazzo Chigi e del Tesoro. Solo annunci”. La crisi, ha aggiunto il segretario, non dipende solo dall’Europa “ma anche dalle scelte del governo”. Angeletti ha ricordato anche il caso degli “esodati“, al centro della polemica di questi giorni con il ministro del Lavoro Elsa Fornero: ”Siamo in piazza per difendere chi ha perso il lavoro o rischia di perderlo a causa di un governo che ha creato persone che non avendo più un lavoro non sanno se avranno una pensione”.
Dal palco Angeletti ha chiesto un applauso per tutti i dipendenti dell’Agenzia delle Entrate impegnati nella lotta all’evasione e ha attaccato il ministro del lavoro che “deve smetterla di fare interviste e dichiarazioni” e dovrebbe invece “risolvere il problema degli esodati che ha creato lei“, senza prendere in giro i sindacati. “A dicembre – prosegue il leader della Uil- le abbiamo spiegato che avrebbe creato un piccolo dramma con la riforma delle pensioni, un grosso dramma per centinaia di migliaia di persone”. E annuncia che la manifestazione di oggi è soltanto ”è solo l’inizio” perché nei prossimi giorni arriveranno nuove iniziative.
Il Governo non ha voluto fare la concertazione con le parti sociali “perchè aveva l’idea di fregare la gente”. Riassume così la posizione delle Cisl, il segretario Raffaele Bonanni, anche lui dal palco. Senza concertazione, ha aggiunto Bonanni ricordando la riforma delle pensioni e la vicenda degli esodati, “i poteri forti e le lobby hanno la meglio. Faremo resistenza a questo modo di procedere”. Il numero esatto degli esodati lo ha il ministro Fornero, continua Bonanni, perché sono cifre che vengono dalla somma di informazioni raccolte da tutti gli uffici del lavoro di ogni provincia. “Sono stati persi dei mesi”, ha aggiunto, “spero che nei prossimi gironi riusciremo ad avere un risultato”. In caso contrario la Cisl conclude Bonanni prenderà parte e organizzerà altre manifestazioni di lotta, come anche la Cgil che avverte: “Il governo sappia che se non cambia agenda, se non dà risposte e non riprende il confronto torneremo nelle piazze e ci torneremo presto”.
Il comizio si avvia alla conclusione con le parole di Susanna Camusso che detta la linea al governo, chiedendo di cambiare la politica economica del paese. Per farlo aggiunge la leader della Cgil non dobbiamo chiedere “il permesso dell’Europa”, e chiede di ripartire da zero sulla riforma del lavoro. Anzi spesso, questo è il timore della Cgil, l’Europa viene agitata come spettro proprio per non agire sul lavoro. Al governo infine ricorda che di soli annunci, si piò anche morire. Ma è sugli esodati che Camusso torna ad attaccare il ministro Fornero, “basta balletti sui numeri, bisogna invece avere il coraggio della trasparenza”. Il suggerimento che la Cgil da al ministro del Lavoro è quello di presentarsi martedì in Aula, dicendo che si farà una norma generale che dica a tutti quelli rimasti in mezzo alla riforma che andranno in pensione con le vecchie norme. Serve, insiste Camusso, “una norma di principio che risponda a tutti”. Anche sull’Imu, la Cgil si dice sconcertata perché non vengono toccati i grandi patrimoni immobiliari, ma si tartassano solo i cittadini comuni, così non c’è equità, conclude Camusso.
La voglia di cambiare radicalmente rotta economica è pienamente condivisa da Angeletti, “Questa politicia economica ci sta portando allo sfascio”. L’inversione di rotta che la Uil si aspetta è che tutte le risorse vengano dirottate sul lavoro ma anche portando avanti una incisiva politica di lotta all’evasione. “Quando prenderanno i soldi degli evasori e li distribuiranno a chi le tasse le paga, solo allora potremmo cominciare a dire di aver intrapreso la giusta direzione”.
Il corteo verso piazza del Popolo, dove interverranno i segretari di Cgil, Cisl e Uil. La richiesta a Monti di nuove politiche anche su crescita, welfare e fisco. Camusso: "Finora solo iniquità". Angeletti: "Dall'esecutivo soltanto annunci"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 16 giugno 2012
“Siamo oltre 200mila“, annuncia l’organizzazione del corteo organizzato a Roma da Cgil, Cisl e Uil per chiedere al Governo nuove politiche su lavoro, crescita, welfare e fisco. I manifestanti hanno raggiunto piazza del Popolo dove si terranno i comizi di Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. Il corteo si è mosso intorno alle 10 da piazza della Repubblica, aperto proprio dai segretari confederali. Al corteo hanno preso parte anche esponenti politici, tra cui Cesare Damiano e Stefano Fassina del Pd. Presenti anche delegazioni di Cgil, Cisl e Uil dell’Emilia Romagna, in rappresentanza dei popoli colpiti dal recente terremoto.
“Siamo in piazza per chiedere al Governo il cambiamento”, ha spiegato Camusso. “La politica del rigore ha prodotto iniquità e diseguaglianze. Non ha dato risposte sul lavoro e sullo sviluppo. C’è bisogno di un cambiamento dell’agenda politica, senza non si danno prospettive al lavoro nel nostro Paese”. Quanto al decreto sviluppo appena approvato, ”non c’è la svolta che sarebbe necessaria al Paese”, ha commentato il leader della Cgil. “Il rischio è che dopo tanti annunci i vantaggi siano pochi e non si coglie un cambio effettivo di segno”.
Di una politica fatta solo di annunci ha parlato Angeletti della Uil: ”Il governo dovrebbe prima fare e poi annunciare. Finora ci sono solo titoli e anche sui tagli e la riduzione delle spese dei dipendenti di Palazzo Chigi e del Tesoro. Solo annunci”. La crisi, ha aggiunto il segretario, non dipende solo dall’Europa “ma anche dalle scelte del governo”. Angeletti ha ricordato anche il caso degli “esodati“, al centro della polemica di questi giorni con il ministro del Lavoro Elsa Fornero: ”Siamo in piazza per difendere chi ha perso il lavoro o rischia di perderlo a causa di un governo che ha creato persone che non avendo più un lavoro non sanno se avranno una pensione”.
Dal palco Angeletti ha chiesto un applauso per tutti i dipendenti dell’Agenzia delle Entrate impegnati nella lotta all’evasione e ha attaccato il ministro del lavoro che “deve smetterla di fare interviste e dichiarazioni” e dovrebbe invece “risolvere il problema degli esodati che ha creato lei“, senza prendere in giro i sindacati. “A dicembre – prosegue il leader della Uil- le abbiamo spiegato che avrebbe creato un piccolo dramma con la riforma delle pensioni, un grosso dramma per centinaia di migliaia di persone”. E annuncia che la manifestazione di oggi è soltanto ”è solo l’inizio” perché nei prossimi giorni arriveranno nuove iniziative.
Il Governo non ha voluto fare la concertazione con le parti sociali “perchè aveva l’idea di fregare la gente”. Riassume così la posizione delle Cisl, il segretario Raffaele Bonanni, anche lui dal palco. Senza concertazione, ha aggiunto Bonanni ricordando la riforma delle pensioni e la vicenda degli esodati, “i poteri forti e le lobby hanno la meglio. Faremo resistenza a questo modo di procedere”. Il numero esatto degli esodati lo ha il ministro Fornero, continua Bonanni, perché sono cifre che vengono dalla somma di informazioni raccolte da tutti gli uffici del lavoro di ogni provincia. “Sono stati persi dei mesi”, ha aggiunto, “spero che nei prossimi gironi riusciremo ad avere un risultato”. In caso contrario la Cisl conclude Bonanni prenderà parte e organizzerà altre manifestazioni di lotta, come anche la Cgil che avverte: “Il governo sappia che se non cambia agenda, se non dà risposte e non riprende il confronto torneremo nelle piazze e ci torneremo presto”.
Il comizio si avvia alla conclusione con le parole di Susanna Camusso che detta la linea al governo, chiedendo di cambiare la politica economica del paese. Per farlo aggiunge la leader della Cgil non dobbiamo chiedere “il permesso dell’Europa”, e chiede di ripartire da zero sulla riforma del lavoro. Anzi spesso, questo è il timore della Cgil, l’Europa viene agitata come spettro proprio per non agire sul lavoro. Al governo infine ricorda che di soli annunci, si piò anche morire. Ma è sugli esodati che Camusso torna ad attaccare il ministro Fornero, “basta balletti sui numeri, bisogna invece avere il coraggio della trasparenza”. Il suggerimento che la Cgil da al ministro del Lavoro è quello di presentarsi martedì in Aula, dicendo che si farà una norma generale che dica a tutti quelli rimasti in mezzo alla riforma che andranno in pensione con le vecchie norme. Serve, insiste Camusso, “una norma di principio che risponda a tutti”. Anche sull’Imu, la Cgil si dice sconcertata perché non vengono toccati i grandi patrimoni immobiliari, ma si tartassano solo i cittadini comuni, così non c’è equità, conclude Camusso.
La voglia di cambiare radicalmente rotta economica è pienamente condivisa da Angeletti, “Questa politicia economica ci sta portando allo sfascio”. L’inversione di rotta che la Uil si aspetta è che tutte le risorse vengano dirottate sul lavoro ma anche portando avanti una incisiva politica di lotta all’evasione. “Quando prenderanno i soldi degli evasori e li distribuiranno a chi le tasse le paga, solo allora potremmo cominciare a dire di aver intrapreso la giusta direzione”.
Re: ITALIA-EMERGENZA LAVORO
“I diritti non vanno al mare”, oggi a Roma precari in piazza
16/06/2012By Massimo Malerba
Si incontreranno oggi alle 18 a piazza Farnese (Roma) per dire, ancora una volta, che il loro momento è adesso; che la precarietà sta uccidendo il loro futuro ma anche il loro presente. E lo faranno, come sempre, portando in piazza idee e proposte che sono il frutto di mesi di confronto e mobilitazione. Emanuele Toscano (foto a destra), sociologo, ricercatore precario, ci spiega perché è importante esserci:
Nel vostro sito la definite “una riforma che truffa e offende i giovani”. Monti e Fornero assicurano invece che i nuovi provvedimenti sul lavoro già approvati al senato grazie al voto di Pd, Pdl e Terzo Polo, sono fatti a favore dei giovani. Come stanno veramente le cose?
La retorica del supporto ai “giovani” è stata massicciamente utilizzata dal governo Monti. In realtà, la riforma del lavoro non favorisce i giovani, intendendo per “giovani” quei soggetti sociali che si affacciano al mondo del lavoro. Faccio alcuni esempio: mantiene le 46 forme di contratto precario oggi presenti. E ancora: il contratto a tempo determinato (e solo quello) costerà di più mentre tutte le altre forme precarie, dal contratto a progetto a quello a chiamata, invece no: è una misura utile a contrastare la precarietà e aiutare i giovani?
Il ministro del lavoro, Elsa Fornero, sembra avere un chiodo fisso: mettere le mani sull’articolo 18. Sostiene che dando più libertà di licenziare si dinamizza il mercato del lavoro e si creano più occasioni per i giovani. Che vantaggi concreti trarrebbero i giovani precari o disoccupati dall’abolizione dell’articolo 18?
Nessun vantaggio: non è quello che blocca il mercato del lavoro in Italia. Chi sa fare impresa, la fa a “prescindere” dall’articolo 18. Così come i capitali stranieri che non verrebbero ad investire da noi: chiediamoci quali capitali. Forse quelli a maggiore carattere speculativo? Il problema degli investimenti non è nei diritti, ma nella corruzione, nella concorrenza sleale dovuta al lavoro nero e sottopagato. Contrapporre le generazioni in un folle figli/non garantiti contro padri/garantiti è segno di una grande incapacità e malafede politica.
Come, e in quali punti, secondo te, la riforma del lavoro dovrebbe essere modificata?
Il comitato “Il nostro tempo è adess” ha formulato un decalogo dopo mesi di confronto e dibattito con diverse realtà precarie e sociali, associazioni, partiti e sindacati. Invece di dire la nostra a suon di editoriali domenicali sui maggiori quotidiani nazionali, abbiamo fatto quello che – saggiamente – la politica dovrebbe fare: discutere, confrontarsi, elaborare soluzioni. Che non saranno perfette, ovviamente. Ma ci abbiamo provato e ci crediamo molto. Le trovi qui
Da “Il nostro Tempo è adesso” a “La Meglio Gioventù”, titoli evocativi che richiamano l’urgenza di interventi concreti e immediati per dare prospettiva (ma anche presente) ai giovani. Mesi di lotte e mobilitazioni quali risultati hanno prodotto?
Le mobilitazioni vanno inserite in una progettualità di lungo periodo. Nonostante la “mazzata” del 15 ottobre scorso ai movimenti, che di fatto ha segnato una brusca battuta di arresto, i movimenti si stanno riprendendo dallo shock e stanno riattivando una serie di collaborazioni e iniziative. Molto dipenderà – e qui ho personalmente poche speranze – nella capacità che avrà la politica di intercettare e interloquire con i movimenti e le proposte da essi sollevate. Per adesso, veramente poca attenzione è stata posta alle istanze sollevate dal Comitato.
Oggi ancora in piazza a Roma. Cosa chiedete e cosa vi aspettate? Perché il giovane precario dovrebbe partecipare?
Non ci aspettiamo una partecipazione massiccia (è sabato, è giugno e il mare è a pochi chilometri da Roma) ma ci aspettiamo una partecipazione “di qualità” perché i diritti non vanno al mare: ci saranno diverse iniziative in contemporanea, tutte le reti del comitato presenteranno dossier e documenti che illustrano la precarietà non tanto in generale, ma nei settori specifici della produzione e del sapere. Uno degli strumenti subdoli che un sistema precarizzante ha è quello dell’isolamento e della solitudine dei precari e delle precarie, che si sentono spesso inadeguati, colpevoli e appunto, soli. Venire in piazza alle 18 è un’occasione per ascoltare storie comuni di vita precaria. E sentirsi soprattutto meno soli.
http://violapost.it/?p=9122
16/06/2012By Massimo Malerba
Si incontreranno oggi alle 18 a piazza Farnese (Roma) per dire, ancora una volta, che il loro momento è adesso; che la precarietà sta uccidendo il loro futuro ma anche il loro presente. E lo faranno, come sempre, portando in piazza idee e proposte che sono il frutto di mesi di confronto e mobilitazione. Emanuele Toscano (foto a destra), sociologo, ricercatore precario, ci spiega perché è importante esserci:
Nel vostro sito la definite “una riforma che truffa e offende i giovani”. Monti e Fornero assicurano invece che i nuovi provvedimenti sul lavoro già approvati al senato grazie al voto di Pd, Pdl e Terzo Polo, sono fatti a favore dei giovani. Come stanno veramente le cose?
La retorica del supporto ai “giovani” è stata massicciamente utilizzata dal governo Monti. In realtà, la riforma del lavoro non favorisce i giovani, intendendo per “giovani” quei soggetti sociali che si affacciano al mondo del lavoro. Faccio alcuni esempio: mantiene le 46 forme di contratto precario oggi presenti. E ancora: il contratto a tempo determinato (e solo quello) costerà di più mentre tutte le altre forme precarie, dal contratto a progetto a quello a chiamata, invece no: è una misura utile a contrastare la precarietà e aiutare i giovani?
Il ministro del lavoro, Elsa Fornero, sembra avere un chiodo fisso: mettere le mani sull’articolo 18. Sostiene che dando più libertà di licenziare si dinamizza il mercato del lavoro e si creano più occasioni per i giovani. Che vantaggi concreti trarrebbero i giovani precari o disoccupati dall’abolizione dell’articolo 18?
Nessun vantaggio: non è quello che blocca il mercato del lavoro in Italia. Chi sa fare impresa, la fa a “prescindere” dall’articolo 18. Così come i capitali stranieri che non verrebbero ad investire da noi: chiediamoci quali capitali. Forse quelli a maggiore carattere speculativo? Il problema degli investimenti non è nei diritti, ma nella corruzione, nella concorrenza sleale dovuta al lavoro nero e sottopagato. Contrapporre le generazioni in un folle figli/non garantiti contro padri/garantiti è segno di una grande incapacità e malafede politica.
Come, e in quali punti, secondo te, la riforma del lavoro dovrebbe essere modificata?
Il comitato “Il nostro tempo è adess” ha formulato un decalogo dopo mesi di confronto e dibattito con diverse realtà precarie e sociali, associazioni, partiti e sindacati. Invece di dire la nostra a suon di editoriali domenicali sui maggiori quotidiani nazionali, abbiamo fatto quello che – saggiamente – la politica dovrebbe fare: discutere, confrontarsi, elaborare soluzioni. Che non saranno perfette, ovviamente. Ma ci abbiamo provato e ci crediamo molto. Le trovi qui
Da “Il nostro Tempo è adesso” a “La Meglio Gioventù”, titoli evocativi che richiamano l’urgenza di interventi concreti e immediati per dare prospettiva (ma anche presente) ai giovani. Mesi di lotte e mobilitazioni quali risultati hanno prodotto?
Le mobilitazioni vanno inserite in una progettualità di lungo periodo. Nonostante la “mazzata” del 15 ottobre scorso ai movimenti, che di fatto ha segnato una brusca battuta di arresto, i movimenti si stanno riprendendo dallo shock e stanno riattivando una serie di collaborazioni e iniziative. Molto dipenderà – e qui ho personalmente poche speranze – nella capacità che avrà la politica di intercettare e interloquire con i movimenti e le proposte da essi sollevate. Per adesso, veramente poca attenzione è stata posta alle istanze sollevate dal Comitato.
Oggi ancora in piazza a Roma. Cosa chiedete e cosa vi aspettate? Perché il giovane precario dovrebbe partecipare?
Non ci aspettiamo una partecipazione massiccia (è sabato, è giugno e il mare è a pochi chilometri da Roma) ma ci aspettiamo una partecipazione “di qualità” perché i diritti non vanno al mare: ci saranno diverse iniziative in contemporanea, tutte le reti del comitato presenteranno dossier e documenti che illustrano la precarietà non tanto in generale, ma nei settori specifici della produzione e del sapere. Uno degli strumenti subdoli che un sistema precarizzante ha è quello dell’isolamento e della solitudine dei precari e delle precarie, che si sentono spesso inadeguati, colpevoli e appunto, soli. Venire in piazza alle 18 è un’occasione per ascoltare storie comuni di vita precaria. E sentirsi soprattutto meno soli.
http://violapost.it/?p=9122
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Re: ITALIA-EMERGENZA LAVORO
Come aumentare il Pil?
«Via una settimana di ferie...»
E' la proposta-provocazione del sottosegretario all'Economia, Gianfranco Polillo, che dice:
"Non ci sono altre strade: per far ripartire l'economia nel breve periodo serve uno «choc». "
"... Polillo aggiunge che una parte del sindacato è d'accordo e che all'interno di tutti i sindacati «compresa la Cgil» c'è chi sta ragionando sul tema..."
http://www.unita.it/economia/aumentare- ... o-1.421825
***********************************
what a piece of radioactive idiot !!!!!!!!!!!!!
ma questo Polillo lo sa che gli italiani già oggi lavorano molte più ore di tedeschi,francesi e spagnoli,tanto per citarne alcuni ???
al link le ore lavorate per capita nelle principali nazioni europeee:
.
http://www.bbc.co.uk/news/magazine-17155304
no caro Polillo,
per far ripartire l'economia serve LA-VO-RO.
ergo,
muovete il posteriore e fate la vostra parte per crearlo.
e senta Polillo,
anziche sparare supercazzole ,e approposito di CGIL...ragioni lei su questo:
.
Camusso:
"se la politica del governo non cambia saremo di nuovo in piazza.".
http://www.cgil.it/dettagliodocumento.aspx?ID=19302
p.s.
cialtroni...ed incapaci.
«Via una settimana di ferie...»
E' la proposta-provocazione del sottosegretario all'Economia, Gianfranco Polillo, che dice:
"Non ci sono altre strade: per far ripartire l'economia nel breve periodo serve uno «choc». "
"... Polillo aggiunge che una parte del sindacato è d'accordo e che all'interno di tutti i sindacati «compresa la Cgil» c'è chi sta ragionando sul tema..."
http://www.unita.it/economia/aumentare- ... o-1.421825
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what a piece of radioactive idiot !!!!!!!!!!!!!
ma questo Polillo lo sa che gli italiani già oggi lavorano molte più ore di tedeschi,francesi e spagnoli,tanto per citarne alcuni ???
al link le ore lavorate per capita nelle principali nazioni europeee:
.
http://www.bbc.co.uk/news/magazine-17155304
no caro Polillo,
per far ripartire l'economia serve LA-VO-RO.
ergo,
muovete il posteriore e fate la vostra parte per crearlo.
e senta Polillo,
anziche sparare supercazzole ,e approposito di CGIL...ragioni lei su questo:
.
Camusso:
"se la politica del governo non cambia saremo di nuovo in piazza.".
http://www.cgil.it/dettagliodocumento.aspx?ID=19302
p.s.
cialtroni...ed incapaci.
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Re: ITALIA-EMERGENZA LAVORO
Polillo e` il meglio del berlusconismo montiano.
Una faccia di tolla, tanto piu` offensivo quanto piu` da per scontate le balle ideologiche liberiste che sono il suo credo.
soloo42000
Una faccia di tolla, tanto piu` offensivo quanto piu` da per scontate le balle ideologiche liberiste che sono il suo credo.
soloo42000
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Re: ITALIA-EMERGENZA LAVORO
Quando si sentono parole e affermazioni come quelle di Polillo si inizia a dubitare che la nostra specie possa essere definita "Homo Sapiens Sapiens"...
Lui è il tipico "Homo deficiens"...
Ovvio che il PIL cresce creando più lavoro e facendo lavorare più persone non facendo lavorare di più sempre i soliti pochi... prima di metterli in CIG...
Lui è il tipico "Homo deficiens"...
Ovvio che il PIL cresce creando più lavoro e facendo lavorare più persone non facendo lavorare di più sempre i soliti pochi... prima di metterli in CIG...
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Re: ITALIA-EMERGENZA LAVORO
Industria, ordini giù del 12,3%
Crolla il mercato interno:
-7%
gulp-gasp-sob
L'Istat registra anche il calo del fatturato sceso dello 0,5% ad aprile su marzo e del 4,1% su base annua.
Tiene la domanda dall'estero:
+2,6%.
Ordinativi in discesa anche su base congiunturale.
http://www.repubblica.it/economia/2012/ ... ef=HRER2-1
stante la situazione,
non sarebbe il caso di far sapere a Polillo che magari serve una settimana di ferie in più e non in meno come propone lui ???
se non altro si abbasserebbero le spese generali dell'azienda come impianto di condizionamento riscaldamento,
luce ,gas ,acqua ecc...ecc...
Crolla il mercato interno:
-7%
gulp-gasp-sob
L'Istat registra anche il calo del fatturato sceso dello 0,5% ad aprile su marzo e del 4,1% su base annua.
Tiene la domanda dall'estero:
+2,6%.
Ordinativi in discesa anche su base congiunturale.
http://www.repubblica.it/economia/2012/ ... ef=HRER2-1
stante la situazione,
non sarebbe il caso di far sapere a Polillo che magari serve una settimana di ferie in più e non in meno come propone lui ???
se non altro si abbasserebbero le spese generali dell'azienda come impianto di condizionamento riscaldamento,
luce ,gas ,acqua ecc...ecc...
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- Iscritto il: 15/05/2012, 9:38
Re: ITALIA-EMERGENZA LAVORO
>>non sarebbe il caso di far sapere a Polillo che magari serve una settimana di ferie in più e non in meno come propone lui ???
Ma no.
A questo punto oltre alla settimana di ferie, doniamo tutti parte dello stipendio allo Stato.
Anzi direttamente a Confindustria.
Cosi` il PIL sale meglio.
soloo42000
Ma no.
A questo punto oltre alla settimana di ferie, doniamo tutti parte dello stipendio allo Stato.
Anzi direttamente a Confindustria.
Cosi` il PIL sale meglio.
soloo42000
Re: ITALIA-EMERGENZA LAVORO
Io penso che prendere in considerazione, sia pure con ironia, ciò di cui vaneggia un personaggio come Polillo sia un'inutile perdita di tempo e tutto sommato un favore che si fa a chi evidentemente ha come unico obbiettivo quello di far parlare di sè.
Dovremmo piuttosto parlare su come fare ad evitare di mandare a posti di governo gente del genere.
P.S. A volte sento forte la nostalgia di Fortebraccio.
Dovremmo piuttosto parlare su come fare ad evitare di mandare a posti di governo gente del genere.
P.S. A volte sento forte la nostalgia di Fortebraccio.
Re: ITALIA-EMERGENZA LAVORO
concordo con Mariok
è più argomento di "Italia_Emergenza caldo_che da alla testa".
è più argomento di "Italia_Emergenza caldo_che da alla testa".
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