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Forum per un "Congresso della Sinistra" ... sempre aperto • Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la SX? - Pagina 139
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la

Inviato: 07/05/2017, 17:19
da cielo 70
Bene, qualcuno dovrà pure essere votato. Io mi sono astenuto a quelle di Roma, ma lì erano tutti impresentabili.

Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la

Inviato: 07/05/2017, 17:49
da UncleTom
cielo 70 ha scritto:Bene, qualcuno dovrà pure essere votato. Io mi sono astenuto a quelle di Roma, ma lì erano tutti impresentabili.




Con quale criterio si affronta il voto?????????

Io, ad esempio non invidio per niente i cugini Galli oggi al voto.

Votare Macron significa confermare il potere che ha portato al fallimento la Francia e l’Europa comunitaria.

Votare la Le Pen vuol dire iniziare un’altra volta in Europa l’avventura dell’estrema destra.

Poi non sappiamo chi sta veramente dietro alla Le Pen.

Non votare significa comunque fare il gioco dell’uno o dell’altro.

In teoria i cugini Galli dovrebbero avere la forza di non votare tutti e obbligare l’establishment franzoso a rivedere il contratto con la democrazia.

E se non lo fanno loro che hanno fatto una Rivoluzione che è passata alla storia, figuriamoci noi.

Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la

Inviato: 07/05/2017, 18:27
da cielo 70
Pure lì stanno messi male, anche se comunque hanno vissuto di rendita. Comunque l'Mdp ha delle persone che venivano dalla parte più seria del Pds o come s'è chiamato dopo. Purtroppo anche ai mezzi d'informazione attirano di più quelli che fanno scena che quelli che provano a esporre i problemi in modo razionale.

Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la

Inviato: 08/05/2017, 3:47
da UncleTom
cielo 70 ha scritto:Pure lì stanno messi male, anche se comunque hanno vissuto di rendita. Comunque l'Mdp ha delle persone che venivano dalla parte più seria del Pds o come s'è chiamato dopo. Purtroppo anche ai mezzi d'informazione attirano di più quelli che fanno scena che quelli che provano a esporre i problemi in modo razionale.



« È la stampa, bellezza! La stampa! E tu non ci puoi far niente! Niente! »

E' la stampa, bellezza - YouTube
https://www.youtube.com/watch?v=u3WpqsgTXUQ

Ad interpretare Ed Hutcheson, è un attore che faceva impazzire le donne dell’epoca. Humphrey Bogart.

Ma era simpatico anche agli uomini perché interpretava le parti del duro.

L’esperimento ebbe un esito felice. Per anni abbiamo creduto che il Quarto Potere, la stampa, fosse quella.

Poi nel tempo ci siamo resi conto dell’inganno.

Solo dieci giorni fa, un articolo di LIBRE, ha tolto ogni dubbio ai più ostinati creduloni.




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Padroni di tutto, anche dei giornali: chi crede alle loro news?
Scritto il 29/4/17 • nella Categoria: segnalazioni Condividi

Industria, energia, finanza, cemento, sanità. E poi, anche, informazione. Editori puri? Non pervenuti. Chi stampa giornali, in Italia, ha soprattutto altri interessi. Qualcuno può stupirsi se poi “la verità” fatica a imporsi, sui media mainstream? «Ecco chi controlla i giornali in Italia: praticamente sono 9 entità, ma in realtà sono molte di meno se si considerano i legami, le infiltrazioni, le affiliazioni, le “amicizie”», scrive “Coscienze in Rete”, citando l’ultimo report del Cnms, Centro Nuovo Modello di Sviluppo, una Onlus che monitora lo stato dell’informazione partendo dalla lettura dell’assetto proprietario dei media. «I nomi? Li conosciamo tutti, ma non tutti hanno avuto modo di apprezzare come questo dominio sia pervasivo», sostiene il blog di Fausto Carotenuto, sottolineando come venga spesso dato «enorme risalto» a fonti «autorevoli», internazionali: il gioco si svela scoprendo, ad esempio, il legame tra “La Stampa” e l’“Economist”. In altre parole, gli uomini del quarto potere: «Sono loro che, tramite sottoposti, ci dicono quotidianamente qual’è la realtà».
E sono «indispettiti», oggi, per il fatto che «un numero sempre crescente di persone ha cominciato a capire che la realtà che gli raccontano questi signori non coincide con quello che si vede», e quindi «cercano informazioni in rete, da fonti alternative». Eccoli qui, i proprietari del pensiero mainstream, in ordine alfabetico: Agnelli, Angelucci, Berlusconi, Cairo, Caltagirone, Conferenza Episcopale Italiana, Confindustria, De Benedetti, Maria Luisa Monti. «Ovviamente a loro va aggiunto Rupert Murdoch, proprietario di Sky, e chiunque gestisca la Rai in qualunque momento (tanto è sempre qualcuno che prende ordini dal governo, che a sua volta è stato messo lì anche tramite l’informazione mainstream)». Niente di strano, quindi, se oggi sono nati «tormentoni come “fake news” o “post-verità”, forieri di leggi sulla censura del web». Tormentoni «proposti ed amplificati da questi signori», che ormai «passano da una tv all’altra, da un giornale all’altro». Il problema? «Le testate sono tante. I padroni, però, sono molto pochi. E fanno i finanzieri, i costruttori, gli industriali e i religiosi».
Imprenditori impeccabili? Non esattamente: «I loro nomi saltano spesso fuori, una volta uno, una volta l’altro, in storie di magagne, truffe, magna-magna, inquinamento, guerre, malasanità: proprio quelle storie che cercano di comprendere le persone che si svegliano, andando a cercare informazioni on-line». Dal punto di vista dei “padroni della notizia”, aggiunge “Coscienze in Rete”, «è sacrosanto che le uniche informazioni che debbano avere il “bollino blu” siano le loro. Come ci permettiamo, noi, di volerci fare gli affari loro?». Molto utile, quindi, dare un’occhiata allo studio del Cnms, dove si scopre che l’unico giornale italiano auto-prodotto dai giornalisti, in cooperativa, è “Il Manifesto”, che però distribuisce appena 11.000 copie al giorno. Largamente indipendente è il “Fatto Quotidiano”, nono in graduatoria con 45.000 copie in edicola: accanto ad Antonio Padellaro e Cinzia Monteverdi, titolari del 16% delle azioni, figurano – con analoga partecipazione azionaria – la società Edima Srl, «società di vari industriali marchigiani, fra cui il calzaturiero Enrico Paniccià», e l’editrice Chiarelettere, partecipata al 49% dal grande Gruppo Editoriale Mauri Spagnol. Tra i soci minori, alla fondazione, comparivano: Francesco Aliberti (12%), Bruno Tinti (8%), Marco Travaglio (5%), Peter Gomez (3,2%) e Marco Lillo (2,5%).
Ma i grandi numeri, ovviamente, li fanno i super-quotidiani: il podio è composto, nell’ordine, dal “Corriere della Sera” (322.000 copie diffuse al giorno), da “Repubblica” (249.000 copie) e dal “Sole 24 Ore” (197.000). Il “Corriere” appartiene a Rcs Group, al 60% nelle mani di Urbano Cairo, patron de “La7” e già collaboratore di Berlusconi in Fininvest, coinvolto nell’inchiesta Mani Pulite. Rcs Media Group è una corazzata: gestisce “Gazzetta dello Sport” e “Corriere del Mezzogiorno”, nonché “Corriere di Bologna”, “Corriere del Veneto”, “Corriere Fiorentino”, “Corriere del Trentino”, “Corriere dell’Alto Adige”, e poi riviste a larghissima diffusione come “Oggi”, “Amica”, testate come “Abitare”, “Sw”, “Living”, “Dove”, “Io”, “Style”, “Sette”. E all’estero, partecipa alla gestione di giornali come “El Mundo”, “Expansiòn” e “Marca”. Cairo non è solo al comando: gli sono accanto, tra gli altri, Mediobanca (con il 10% delle azioni) e l’industriale Diego Della Valle (con il 7,3%). A ruota, il quotidiano milanese è seguito dalla storica rivale romana, fondata da Eugenio Scalfari: oltre a “Repubblica”, il gruppo guidato da Carlo De Benedetti controlla importanti periodici (“L’Espresso”, “National Geographic”), storici quotidiani a diffusione regionale come “Il Mattino” di Napoli, “Il Piccolo” di Trieste, “Il Tirreno”, insieme a quotidiani di Mantova, Modena, Reggio Emilia, Ferrara e Pavia. Senza contare le radio (“Radio Capital”, “Radio Deejay”) e l’informazione solo su web (“Huffington Post”, di Lucia Annunziata).
«Oltre che nell’editoria – scrive il Cnms – la famiglia De Benedetti opera nei settori industriale e sanitario. L’insieme delle tre attività formano un unico impero economico, al cui vertice si trova Cir Spa, detenuta al 46% da F.lii De Bendetti Spa e al 15% da Cir stessa», secondo dati Consob aggiornati al 2017. «Il gruppo operativo nel settore industriale è Sogefi, che produce componenti per auto. Nel settore sanitario è Kos, che gestisce varie cliniche private. Fino al marzo 2015, Cir comprendeva anche la società energetica Sorgenia, poi ceduta alle banche con le quali era indebitata, fra cui Monte dei Paschi. Nel 2015 l’insieme delle attività controllate da Cir ha prodotto un giro d’affari di 2,5 miliardi di euro. La famiglia De Benedetti opera anche nel settore finanziario tramite vari fondi d’investimento che fanno capo a Cofide». La “Repubblica” è gestita dal Gruppo editoriale L’Espresso, che raccoglie pubblicità tramite la controllata A.Manzoni & C. Altro azionista di rilievo, aggiunge il Cnms, è Giacaranda Maria Caracciolo, col 6%. «Va segnalato che il 30 luglio 2016 il Gruppo L’Espresso ha concluso un accordo con Fca (Fiat Chrysler Automobiles, guidata da Sergio Marchionne), per condividere la proprietà del quotidiano “La Stampa”. Secondo l’accordo, “La Stampa” verrà trasferita al Gruppo L’Espresso, ma nel contempo verrà ampliato il capitale del gruppo per permettere ai vecchi proprietari della testata torinese di entrare nella compagine azionaria del Gruppo L’Espresso».
Al terzo posto in Italia tra i quotidiani più venduti, con 197.000 copie distribuite, figura il “Sole 24 Ore” , di proprietà di Confindustria al 67,5% (il resto è azionariato diffuso). Il “Sole” è tallonato dalla “Stampa” di Torino, della famiglia Agnelli guidata da John Elkann (auto, immobiliare e finanza), che detiene anche il 43% del settimanale inglese “The Economist”. Il quotidiano – 176.000 copie diffuse al giorno – è gestito da Itedi, una società di comunicazione e raccolta pubblicitaria e (in attesa dell’esecuzione dell’accordo col Gruppo L’Espresso) appartiene ancora per il 77% a Fca (Fiat-Chrysler), a sua volta posseduta per il 30% da Exor, cassaforte della famiglia Agnelli. Il restante 23% è in quota a Ital Press Holding, società del genovese Carlo Perrone. Al gruppo Agnelli fa anche capo “Il Secolo XIX”, storico quotidiano di Genova. Se le prime quattro testate fanno capo al mondo degli affari, con 124.000 copie diffuse ogni giorno si fa largo, al quinto posto, “Avvenire”, quotidano dei vescovi italiani, gestito da Avvenire Nuova Editoriale Italiana. L’80% del capitale sociale è di proprietà della Fondazione di Religione “Santi Francesco d’Assisi e Caterina da Siena”, espressione della Cei, Conferenza Episcopale Italiana. «Oltre a varie altre realtà ecclesiastiche risultano proprietari Italcementi di Carlo Pesenti per il 3,8% e Gold Line Spa, azienda di lavorazione di gioielli, per un altro 3,8%». Ad “Avvenire” fanno capo agenzie di stampa come Fides e Sir, la radio “inBlu” e il canale televisivo “Tv2000”.
Sempre a Roma è stampato il “Messaggero”, sesto quotidano più venduto in Italia, con 113.000 copie diffuse. Il patron, Francesco Gaetano Caltagirone, opera anche nei settori finanziario, cementiero, immobiliare, dell’acqua, delle costruzioni. «L’insieme delle attività forma un unico impero economico, al cui vertice si trova Caltagirone Spa detenuta al 54% da Francesco e al 33% dal fratello Edoardo», scrive il Cnms. «Il gruppo operativo nel settore cementiero è Cementir, mentre in quello delle costruzioni è Vianini Lavori». Tramite le sue società, continua la Ong, Caltagirone è presente anche nella gestione dell’acqua con una partecipazione del 5% in Acea e del 48% in Acqua Campania Spa. «Nel 2015 l’insieme delle attività controllate da Caltagirone Spa ha prodotto un giro d’affari pari a 1,4 miliardi di euro». Il quotidiano è gestito da Caltagirone Editore, un gruppo attivo nei settori della comunicazione: stampa di quotidiani, Tv, internet e raccolta pubblicitaria. «Il gruppo editoriale appartiene per il 60% a Francesco Gaetano Caltagirone». Altri quotidani del gruppo sono “Il Mattino” di Napoli, “Il Gazzettino” di Venezia, e il “Corriere Adriatico”.
A Maria Luisa Monti appartiene invece il gruppo che stampa “Il Resto del Carlino”, quotidiano di Bologna (101.000 copie), e controlla anche “Il Giorno” e “Quotidiano Nazionale”, che ha accorpato “La Nazione” di Firenze. «Il quotidiano è gestito da Poligrafici Editoriale Spa, gruppo attivo nell’editoria e nella raccolta pubblicitaria». La società editoriale «appartiene per il 62% a Monrif Spa, controllata a sua volta da Maria Luisa Monti». Altri azionisti di rilievo di Poligrafici Editoriale sono Andrea Della Valle col 10% e Fondazione Cassa di Risparmio di Trieste col 5%. Solo all’ottavo posto, nella graduatoria dei quotidiani più letti, si posiziona il berlusconiano “Il Giornale”, con 66.000 copie diffuse. Il quotidiano è gestito da Società Europea di Edizioni Spa (editoria e pubblicità), che appartiene per il 63% a Paolo Berlusconi tramite le società Pbf Srl (46%) e Arcus Multimedia (17%). Il restante 37% è in quota ad Arnoldo Mondadori Editore. A sua volta, l’azionista di maggioranza di Mondadori (53%) è Silvio Berlusconi (Mediaset) tramite Fininvest. Del gruppo Mondadori fanno parte 40 brand italiani a larghissima diffusione (tra cui “Chi”, “Donna Moderna”, “Focus”, “Grazia”, “Sorrisi e Canzoni Tv” nonché il settimanale “Panorama”), più svariate testate francesi.
Dopo il “Fatto”, al nono posto, la classifica della stampa presenta “Italia Oggi”, con 40.000 copie quotidiane, di proprietà di Paolo Panerai. «Il quotidiano è gestito da Class Editori Spa, gruppo attivo nei quotidiani, riviste, radio e Tv», spiega il Cnms. «Class Editori appartiene per il 10% a Paolo Panerai, il 60% a Euroclass Multimedia Holding Ss, il resto è azionariato diffuso». Curiosità: Euroclass Multimedia è domiciliata in Lussemburgo, «per cui i proprietari non sono ufficialmente identificabili». Ma, secondo indiscrezioni, «oltre ad alcune società riconducibili a Panerai, figurano anche varie banche, fra cui Unicredit col 13%». Al gruppo “Italia Oggi” fa capo anche il quotidiano “Milano Finanza”, insieme al periodico “Class”, a “Radio Classica” e al canale televisivo “ClassTv”. A seguire – con 27.000 copie – è il quotidiano “Libero”, della famiglia Angelucci, gestito da Editoriale Libero Srl. Il socio di maggioranza è la Fondazione San Raffaele, che detiene il 60% del capitale, mentre il rimanente 40% è detenuto dalla finanziaria Tosinvest. «Ma è noto che dietro entrambe queste realtà si cela la famiglia Angelucci», scrive il rapporto del Cnms. Benché impegnati in attività immobiliari, finanziarie ed editoriali tramite la finanziaria Tosinvest, il vero affare di Antonio Angelucci e del figlio Gianpaolo sarebbe la sanità, gestita tramite la San Raffaele Spa, che dispone di 26 strutture private, 3.000 posti-letto, oltre 1.000 medici specialistici e 2.800 dipendenti.
«Nel corso degli anni – continua il Cnms – la stampa si è occupata a più riprese delle attività degli imprenditori Angelucci a causa di indagini e processi per reati fiscali e finanziari. Nell’agosto 2016 la casa di cura San Raffaele di Cassino è stata condannata dalla Corte dei Conti a restituire al servizio sanitario nazionale 31 milioni di euro per avere erogato servizi di qualità non appropriata. Un’indagine per frode fiscale avviata nel 2014 ha messo in luce l’esistenza di almeno tre società (Th Ss, Three e Sps di Lantigos) utilizzate dagli Angelucci in Lussemburgo per le proprie attività finanziarie». Il gruppo è titolare dello storico quotidiano romano “Il Tempo”, nonché di giornali proviciali come “Corriere di Siena”, “Corriere di Viterbo”, “Corriere di Arezzo” e “Corriere dell’Umbria”. Chiudono la lista il “Manifesto”, in dodicesima posizione (con poco più di diecimila copie) e “Il Foglio”, i cui dati di diffusione non sono però disponibili. La proprietà fa riferimento a Valter Mainetti, e il quotidiano (fondato da Giuliano Ferrara) è gestito da Foglio Edizioni, posseduta al 97,5% da Sorgente Group attraverso la società Musa Comunicazione. A sua volta, Sorgente Group è partecipata per il 35% da Valter Mainetti, mentre il restante 65% è detenuto dalla Roma Fid Società Fiduciaria Spa, che agisce per conto di altri membri della famiglia Mainetti. «Sorgente Group Spa – spiega il Cnms – è parte di un complesso multinazionale con società localizzate negli Stati Uniti, Lussemburgo, Gran Bretagna, Emirati Arabi, Brasile. Svolge attività nei settori della finanza, del risparmio gestito, dell’immobiliare, delle costruzioni». In Italia opera anche nell’editoria tramite Musa Comunicazione. Ma, appunto, quella è solo una piccola parte del business.

Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la

Inviato: 09/05/2017, 17:06
da UncleTom
PERCHE' LA SINISTRA E' SPARITA IN QUESTO PAESE, IN EUROPA, NEL MONDO??????


Perché fino a quando ci saranno i cultori della poltrona che usano la sinistra come un taxi, la sinistra rimarrà sempre al palo.



9 ore fa
79

"I socialisti sono defunti
Corro insieme a Macron"


Il tradimento di Valls

Lucio Di Marzo

Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la

Inviato: 09/05/2017, 18:32
da erding
PERCHE' LA SINISTRA E' SPARITA IN QUESTO PAESE, IN EUROPA, NEL MONDO??????


Perché fino a quando ci saranno i cultori della poltrona che usano la sinistra come un taxi, la sinistra rimarrà sempre al palo.


"… cose da pazzi …
Il quadro politico italiano è qualcosa di disarmante. Lo è da molti anni in un crescendo al ribasso della qualità della vita, delle opportunità di lavoro, delle difficoltà crescenti per i piccoli e medi imprenditori, per i giovani, le donne ed i pensionati. Questi ultimi ad essere al minimo oppure in quanto lavoratori a non poter ancora godere di un meritato riposo per questioni di miseria, letteralmente miseria, nazionale.
Un quadro, per di più, ad essere frustrante sopra tutto nella misura in cui più esso diventa tragico tanto più sembra confermare sé stesso: sia per la noncuranza della casta politica, sia per la stupidità manifestata da un supporto elettorale che, invece di aggregarsi, si suddivide in mille rivoli ciascuno dei quali insufficiente a contare qualcosa.
Generando come risultato finale quello di una assoluta minoranza, in percentuale e nei numeri veri, che rassicura e rigenera sé stessa di continuo.
Per quanto ci possano essere delle spinte di protesta, ognuna sempre più a partire dal basso e dalle condizioni di degrado che l’intera società denuncia, detratti da essa i soliti a pensare solo ai casi propri, non sembra che le stesse spingano i gruppi storici della sinistra a trovare una via comune atta a catalizzarne lo sdegno ed i bisogni.
Ed anzi, tanto più sarebbe necessaria una presa di posizione univoca e coordinata, tanto più esse, sinistre anime della sinistra, diventano litigiose, pretenziose del proprio piccolo spaccio di inconcludente inefficienza, contente di uno squallido apparire a spot. Situazioni che, senza tema di smentita, accreditano, poi, come risolventi entità politiche ognuna e tutte da prendere con le molle: quale per dichiarata indole simil fascista e razzista, quale per sprovveduta e tutta da verificare inesperienza, quale per non esser altro che un “ ricicciaggio” di vecchi esponenti scornati dal giovin signore pro tempore a dettar legge.
Dunque la situazione politica di un paese che necessita, come nessun altro nell’universo, di una rifondazione a partire dai principi costituenti, gli unici che hanno saputo mobilitare ben il settanta percento degli aventi diritti al voto. Il NO espresso il 4 dicembre scorso, avrebbe dovuto, in un paese normale, spingere lo stesso alle elezioni: subito, comunque ed a prescindere e, ciò, sia per rendere vera ed esaustiva una sonora sconfitta, sia perché il voto, altrimenti, rischia di essere una farsa e/o di venire rimandato sine die in funzione di un accordo che non si riesce a trovare o che sarà l’ennesima presa in giro.
Quindi la sinistra!. Da Rifondazione a De Magistris passando per Pisapia, Civati, D’Alema, Bersani, Speranza, me, tu, lei, lui, voi e loro, tutti devono, dobbiamo, fare un passo indietro come singole entità per convogliare, senza se e senza ma, in un'unica formazione che tenti l’alea del voto, si assuma seriamente la responsabilità dei propri errori e che nel farlo, umilmente e con intenti missionari, ribadisca a chiare lettere i propri principi socialisti, il diritto al lavoro, alle pari opportunità, al dogmatico “ chi ha di più contribuisce in misura maggiore”.
Il tutto nel rispetto incondizionato del sacrosanto vangelo, stabilito dopo milioni di morti, dalla nostra CARTA COSTITUZIONALE.

Il NON FARLO comporterà altri milioni di voti, il mio compreso per quel che importa, ad essere di protesta pura ed incurante delle sorti del Paese. Così come in Francia, dove ben il trentacinque percento degli elettori ha scelto la Le Pen, anche in Italia si voterà, se e quando, per ragioni del tutto indifferenti del chi andrà a fare cosa e sarà l’anticamera del caos più certo: chiunque fosse a vincere!.
Tentare di governare sarà il successo dell’inciucio o della necessaria volontà assolutista a primeggiare per grazia ricevuta.
Marx, i nostri compagni partigiani e gli altri che, da combattenti, compagni non erano; gli uomini veri che fecero della politica la salvezza e la rinascita di un paese; il Che e tutti coloro che furono simbolo della Libertà e della lotta contro la prevaricazione e l’abuso; persino le stesse formazioni combattenti degli anni di piombo pur sbagliando strategia e divenendo strumenti ottusi di una strategia stragista; tutti coloro che ancora oggi, uccidendo sé stessi o schifando il mondo nel mentre che rovistano in un cassonetto; tutti ci e vi ripetono le parole di un altro, pur con i suoi eccessi, grande della storia :
" Non dispiacerti di ciò che non hai potuto fare, rammaricati soltanto di quando avresti potuto e non hai voluto. (mao tse tung) “.
Ci vorrebbe un cotton fioc gigante per sturavi le orecchie o peggio …
una volta e per tutte!"

( Francesco Briganti)

Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la

Inviato: 14/05/2017, 18:44
da UncleTom
SE QUESTA E' LA SINISTRA,.......SI CAPISCE PERCHE' E' FINITA AL CAMPOSANTO





LA GENTE CHIEDE UNITÀ”
Pisapia: “Se Renzi
non vuole la coalizione
lo sfideremo”


IL CANDIDATO deve sceglierlo la coalizione,
e se Renzi mette una norma come
quella per cui il segretario del Pd è ancora il
candidato premier, allora gli dico che lo sfidere
m o”. Intervistato a Napoli dal direttore del
M a t t i n o, Giuliano Pisapia torna a invocare un
centrosinistra unito. “Parlerò con Renzi quando
ci sarà più chiarezza sulla legge elettorale -
spiega l’ex sindaco di Milano -. Se vorrà andare
in direzione dell’unità andremo assieme, altrimenti
ognuno per la sua strada”. D’a l t ro n d e ,
scandisce Pisapia, “è inconcepibile per il Paese
un’alleanza della sinistra con la destra o con il
ce n t ro d e s t ra ”. In mattinata il sindaco di Napoli,
Luigi de Magistris, lo aveva attaccato: “Par -
lare di alleanze politiche è prematuro e assolutamente
inutile se il progetto di Pisapia è un
centrosinistra con Renzi premier. Questa è una
minestra riscaldata”. E l’avvocato milanese replica
così:“Rispetto De Magistris, e lui sa che
amo Napoli: ma nel momento in cui si hanno
visioni diverse, cerchiamo di trovare momenti
di dialogo su battaglie e sfide sulle quali possiamo
trovarci assieme”. Ma la sua preoccupazione
rimane un’altra: “Ho girato il Paese per
mesi, e posso dire che il popolo del centrosinistra
vuole l’unità”.

Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la

Inviato: 15/05/2017, 4:09
da UncleTom
Corriere della Sera Lunedì 15 Maggio 2017



La strategia
Il fenomeno Schulz
non trascina più:
«Sconfitta dolorosa
ma non mollo. Cambio»

Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la

Inviato: 15/05/2017, 6:35
da cielo 70
Quello che rammarica è anche il fatto che sta andando a terra l'idea che col voto si può migliorare la società, ammesso che ci sia ancora qualcuno che crede nei valori, se non di uguaglianza almeno nel fatto, che non ci sia la legge del più forte. Invece molti si chiudono nel privato e non sentono l'esigenza di voler star meglio. In fondo ci sono i problemi dell'ambiente e della perdita di potere d'acquisto di chi ha un lavoro ora neanche più necessariamente subordinato, ma pare che gli stia bene così, o al limite che sia meglio correre il rischio di trovarsi l'ancien regime votando i partiti dell'estrema destra. Non votano neanche i partiti di sinistra che non si sono compromessi completamente col liberismo.

Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la

Inviato: 21/05/2017, 9:40
da UncleTom
La sinistra italiana ed europea non poteva che fare la fine che ha fatto, con dirigenti di questa taglia.
Formidabile la battuta dell’economista francese Alain Parguez.
«C’erano due opzioni, nel ballottaggio francese per l’Eliseo: estrema destra, contro estrema destra».

Anche l’uso dei verbi cela la presa in giro.
<< Voglio il centrosinistra>>, cita Bersani.

Sarebbe stato più realistico e meno presa per il C. un, <<Vorrei il centrosinistra>>.

E con chi lo vuol fare??? Con Pinocchio Mussoloni???

Suvvia, non esageriamo nel prendere per il C. i merli, per conservare la poltrona.











Bersani disposto a coalizzarsi col Pd: “Voglio il centrosinistra”. Ecco le condizioni

VIDEO:2:05
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/05 ... i/3598708/

di Franz Baraggino | 20 maggio 2017

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Più informazioni su: Matteo Renzi, Pier Luigi Bersani


Al suo ingresso all’assemblea fondativa di Articolo Uno – Mdp a Milano, Pier Luigi Bersani non si tira indietro: “Mi stai chiedendo se sono disposto a fare una coalizione di centrosinistra? Con un simbolo? Con un programma? Con le primarie per il candidato premier? Certo”. Ma cosa avete ancora in comune con Renzi? “Sono disposto a coalizzarmi col Pd, non con Renzi”, precisa, e risponde: “Io voglio il centrosinistra, penso che ci sia bisogno di un centrosinistra di governo”. Intanto, però, ai buoni propositi tocca fare i conti con una realtà che si chiama legge elettorale. E a quella che il Pd mette sul tavolo, una proposta che lo stesso Bersani chiama “verdinellum”, l’ex segretario del Pd non concede nulla: “Le aperture di Pisapia? Anch’io la pensavo come lui, poi l’ho letta: dovevano esserci le coalizioni, invece ci sono solo le geometrie variabili di un maggioritario che non restituisce alcuna maggioranza, solo trasformismo”