articolo 18

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
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mariok

Re: articolo 18

Messaggio da mariok »

Eugenio Scalfari ha scritto:il peso e l'importanza dell'articolo 18 è pressoché irrilevante
Eugenio Scalfari ha scritto:Conosco bene l'obiezione di Monti: i mercati vogliono un segnale che li rassicuri sulla fine dei poteri di veto del sindacato, vogliono cioè la fine della concertazione con le parti sociali. Non credo che attribuire ai mercati questa richiesta corrisponda a verità.
Eugenio Scalfari ha scritto:questo non è un governo tecnico - come erroneamente molti e lo stesso Monti continuano a ripetere - ma è un governo politico a tutti gli effetti
Dunque ricapitoliamo.

L'importanza dell'art. 18 è pressoché irrilevante, ai mercati non frega più di tanto, Monti non è uno stupido né può dirsi che non conosca i mercati, questo è un governo che fa politica a tutti gli effetti.

Se 2 + 2 = 4 questo scontro voluto da Monti sull'art. 18 ha un obbiettivo politico, che è quello di dare un'altra botta al sindacato, spaccare il centrosinistra ed in particolare il PD.

Se è questo il risultato del tuo ragionamento, tu da che parte stai?
paolo11
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Re: articolo 18

Messaggio da paolo11 »

Per ritornare alla precrisi ci vorranno almeno 15 anni per L'Italia.Mia opinione.
Ciao
Paolo11
Joblack
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Re: articolo 18

Messaggio da Joblack »

Ancora una volta il grande Eugenio Scalfari rema contro la posizione del PD e della Camusso.

Leggete l'articolo:

http://www.repubblica.it/politica/2012/ ... ef=HRER2-1

Nel mio piccolo non sono d'accordo con E. Scalfari.

La difesa intransigente della Camusso sull'articolo 18 è giusta, perchè questo articolo fissa un principio di dignità nel rapporto di lavoro, un principio appunto NON NEGOZIABILE.

Scalfari accusa la Camusso di eccessiva rigidità ...sull'articolo 18 definendolo così:

Infatti il peso e l'importanza dell'articolo 18 è pressoché irrilevante. I casi in cui è stato applicato il reingresso nel posto di lavoro negli ultimi dieci anni non arrivano al migliaio e soprattutto non ha mai avuto ripercussioni sullo sviluppo dell'economia reale e sui suoi fondamentali. In vigenza di quell'articolo gli investimenti, i profitti, il livello dei salari, le esportazioni, i consumi, sono andati bene o male per cause completamente diverse. Quanto alla giusta causa, la cui presenza può consentire un licenziamento e la cui assenza può renderlo possibile, essa è già contenuta in leggi precedenti all'articolo 18 e può essere sempre sollevata dinanzi al magistrato

Mi permetto di non essere d'accordo con lui.

Il fatto che i casi di licenziamento sono pochi appunto perchè il giudice ha sempre la possibilità del reintegro.

Scusate, quando le aziende hanno problemi "economici" e devono chiudere un ramo d'azienda hanno tutti gli strumenti per farlo, il problema è che si consenta di licenziare solo ... uno .... quello che dice l'azienda. Questo non va bene.

La discussione sull'articolo 18 ha sviato da altre cose negative riguardanti la riforma degli ammortizzatori sociali laddove la mobilità viene di fatto ridotta a 18 mesi per chi ha + di 55 anni (attualmente è di 36 mesi al nord e 48 mesi al sud).

Questo è il secondo errore di questo governo dei professori che per eccessiva premura e presunzione, su questioni ad alto impatto sociale ha cannato. Il primo errore era stato fatto con la riforma delle pensioni tanto che il PD e PDL hanno un ddl in parlamento per creare un fondo a quelli che perdono il lavoro 4..5 anni prima dei 67 anni.

Per me questo governo Monti ha chiuso e deluso le mie aspettative di giustizia ed equità.

Non avrei paura se si andasse a rompere con la strana alleanza PDL e III polo.

Chiedo al PD di valutare gli interessi dei lavoratori e suoi naturali elettori.

un saluto
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)

‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
shiloh
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Re: articolo 18

Messaggio da shiloh »

Lavoro, oggi direzione Pd.

Bindi: pronti a scendere in piazza.

Bersani rivendicherà i primi risultati sull’articolo 18 e rilancerà l’alternativa per il 2013.

Bindi: «Il partito dovrebbe fare manifestazioni per il lavoro».
D’Alema: «La riforma va migliorata».

Il Pd sulla modifica dell’articolo 18 non arretrerà di un passo:
partirà da qui la relazione del segretario Pier Luigi Bersani in apertura dei lavori della direzione nazionale convocata per stamattina.
«La nostra posizione, che solo una settimana veniva descritta come isolata, oggi è condivisa non soltanto dalle parti sociali, ma dalla stessa Cei e da gran parte del Paese»,
ha detto anche ieri il segretario ai suoi collaboratori, mentre limava il discorso.

E questo è un successo sul quale il segretario non intende affatto sorvolare:
«C’era chi prevedeva scissioni e spaccature del nostro partito proprio sull’articolo 18, e invece non solo non è accaduto, ma siamo riusciti a riaprire una partita che sembrava chiusa perché noi sappiamo di cosa si parla quando si discute di lavoro, in Parlamento ci sono le nostre proposte di riforma del mercato del lavoro».


http://www.unita.it/italia/lavoro-oggi- ... a-1.395158
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bah...ad oggi ,
quali risultati concreti "rivendicherà Bersani" mi risulta duro da individuare...
:roll: :roll: :roll:

la Bindi in piazza poi...mi piacerebbe vedercela.

:shock: :shock: :shock:
mariok

Re: articolo 18

Messaggio da mariok »

Io ho visto Bersani a Porta a Porta (purtroppo).

Per la verità lì ho visto Bonanni, ma non solo lui, in grande difficoltà, tanto che ha dovuto fare marcia indietro e rimangiarsi un accordo, che poi, ha detto, un accordo non era.

Se non altro oggi la CGIL è meno isolata e questo in buona parte si deve a Bersani.

Inoltre le solite cornacchie all'interno del PD che subito si erano precipitate in soccorso di Monti per il momento tacciono. E questo è un altro buon risultato, almeno per le mie orecchie. Occorre vedere però quanto dura.

Che poi questo possa esser definito un successo...è tutto un altro discorso.
shiloh
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Re: articolo 18

Messaggio da shiloh »

Cgil, lo sciopero si farà a maggio.

« Il calcolo sbagliato di Monti»,
«la necessità del dialogo senza estremismi».
Da una parte Susanna Camusso, dall’altra Raffaele Bonanni.
Domenica televisiva per i leader dei due maggiori sindacati.
Le domande dirette che vanno all’osso delle questioni di Lucia Annunziata per il segretario generale della Cgil,
il dibattito nazional-popolare de “l’Arena” di Giletti a “Domenica In” per il leader della Cisl.

Pubblici diversi, messeggi altrettanto differenziati.
Per Susanna Camusso
«nella trattativa sulla riforma del lavoro il presidente del Consiglio ha sbagliato calcolo,
pensava che chiudere dando per acquisito che la Cgil non ci stava gli avrebbe dato forza nell’opinione.
Non è così, è stato un calcolo sbagliato di Monti».
Poi la previsione:
«Continuerà un movimento molto serio che premerà sul Parlamento affinché cambi:
il Parlamento non può essere impermeabile al Paese».

Il leader Cgil ha ribadito che
«la partita non è chiusa»,
rispondendo per le rime al presidente del Consiglio per il quale l’atteggiamento del governo rispetto alle parti sociali ha avvicinato
«la Costituzione materiale a quella formale»:
«la Costituzione formale prevede che la Repubblica sia fondata sul lavoro
e l’Italia in questo modo si sta allontanando da questa previsione».

Sul tema sempre caldissimo dell’articolo 18,
la richiesta, reiterata, della Cgil è quella di
«trovare una soluzione che reintroduce in tutte le tipologie il reintegro, quello è deterrente»,
seguendo dunque ad esempio il «modello tedesco».

In collegamento ci sono i delegati sindacali della Mapei,
l’azienda del neo-presidente di Confindustria Giorgio Squinzi.
Ecco allora che Camusso traccia un parallelo fra lui e il suo predecessore Emma Marcegaglia.

Non ci saranno grossi cambiamenti nelle «dinamiche di Confindustria»,
«certo si potrebbero abbassare i toni»,
visto che la precedente presidenza era
«molto ansiosa di dichiarare l’articolo 18 finito: è sbagliato e non fa bene».

Conferme anche sugli scioperi.
«In questi giorni crescono in tutti i luoghi di lavoro»,
la Cgil seguirà tutto l’iter parlamentare e
«lo sciopero generale potrebbe arrivare alla fine di maggio».
La data sarà comunque decisa dalla segreteria nei prossimi giorni,
tenendo conto del cammino del disegno di legge in Parlamento:
lo sciopero generale quindi potrebbe essere indetto
«anche prima».

L’ultimo capitolo affrontato riguarda il tema della rottura sindacale registrata martedì davanti a Monti
e la possibilità che la si ricostruisca presto, Camusso usa il realismo:
«Siamo impegnati a ricostruire l'unità ma ciò che non lo ha permesso è che quando il governo ha forzato, l’unità è sparita.



segue al link:

http://www.unita.it/italia/cgil-lo-scio ... o-1.395162
shiloh
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Re: articolo 18

Messaggio da shiloh »

Lavoro: giovani in piazza contro riforma 'truffa'

...omissis...Indignati dalle proposte avanzate dal ministro Fornero per la riforma del mercato del lavoro,
i giovani de 'Il nostro tempo è adesso' non accettano “l'ennesima strumentalizzazione”
sulla vita dei giovani e dei precari che continuano a rimanere esclusi dal welfare, ed esposti a contratti precari.
“Siamo qui in piazza oggi per smascherare le falsità che in questi mesi il Governo ci ha raccontato.
Abbiamo portato un pacco per ogni bugia detta”.
Dichiarano i giovani dal presidio.

Troppe bugie su:
ammortizzatori sociali e la loro estensione, sulla riduzione della precarietà e sulla lotta all'abuso dei contratti precari.
“Ci hanno raccontato - hanno dichiarato - che finalmente gli ammortizzatori sociali sarebbero stati estesi a tutti,
soprattutto ai più deboli oggi esclusi dal sistema di protezione in caso di disoccupazione.
Falso!”.
L'ASPI, l'assicurazione sociale per l'impiego proposta dal Ministro Fornero, hanno spiegato i giovani
“esclude proprio i precari, chi lavora con contratti a progetto, cococo, p.iva, assegni di ricerca rimane completamente fuori”.
“Ci hanno raccontato - hanno aggiunto - che avrebbero ridotto la precarietà.
Falso!
A parte una stretta sull'associazione in partecipazione, le oltre 40 tipologie contrattuali precarie rimangono tutte”.
Inoltre, hanno proseguito i giovani de 'Il nostro tempo è adesso',
“ci hanno detto che avrebbero combattuto l'abuso dei contratti precari, dietro i quali spesso si nascondono lavori dipendenti.
Ci hanno detto che le imprese avrebbero pagato di più la precarietà.
Doppiamente Falso!
Il lavoro parasubordinato continuerà a costare meno del lavoro subordinato a tempo indeterminato e contemporaneamente rischiano di abbassarsi i compensi dei collaboratori”.

Per questo, hanno concluso i giovani de 'Il nostro tempo è adesso',
“non ci beviamo la favola di una riforma che elimina la precarietà senza eliminare le forme contrattuali più precarizzanti; non ci beviamo la favola di un welfare finalmente esteso a tutti, che continua a escludere i precari;
e non ci beviamo la favola dei garantiti contro i non garantiti costruita ad arte per togliere i diritti a chi li aveva e lasciare senza chi ne era escluso”.

http://www.cgil.it/dettagliodocumento.aspx?ID=18708
mariok

Re: articolo 18

Messaggio da mariok »

Effettivamente, di tutta questa grande riforma sbandierata in tutte le salse, quello che resta e su cui il governo sembra puntare è la "riforma" dell'art. 18.... a proposito di totem....
shiloh
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Re: articolo 18

Messaggio da shiloh »

giorgio ha scritto:Intanto il 29 marzo in Spagna sciopero generale contro...la "riforma" del mercato del lavoro e l'abbattimento dello stato sociale voluti dal PP di don Mariano Rajoy.
"Casualmente" somiglia in modo inquietante a quella dei professori Goldman Sachs:
REAZIONARI DI TUTTO IL MONDO, UNITEVI! :-(

Ero in partenza per Barcelona appunto il 29, ma essendo soppressi i voli parto un giorno prima.
Meglio, così parteciperò alla manifestazione :-)
Sperando di non prender manganellate catalane dei Mossos d'Esquadra o della Policìa Nacional...
Che i picchiatori in divisa sono uguali in tutto il mondo.

Ciao

G

alllora cerca di percorrere le "ramblas" camminando verso il porto...
che sei in discesa...
e se c'è da correre...
;)
iospero
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Re: articolo 18

Messaggio da iospero »

Articolo 18, così il modello Monti-Fornero
è più duro delle proposte della Commissione

Nel piano messo a punto dall'organo guidato da Barroso c'è l'indennizzo, ma solo con i nuovi contratti. E' il modello Soe, il contratto unico a tempo indeterminato. Con un risarcimento che deve essere commisurato all'anzianità" di ROBERTO PETRINI

ROMA - Per molti il segno dell'Europa sul mercato del lavoro è stato lasciato dalla lettera dei "due presidenti" della Bce Jean-Claude Trichet e Mario Draghi. Nell'agosto dello scorso anno il loro diktat all'Italia suonava così: "Adottare una accurata revisione delle norme che regolano l'assunzione e il licenziamento". Poche parole ma che, inequivocabilmente facevano pensare ad una forte deregolamentazione in uscita e all'articolo 18.

Ma se questa fu la linea radicale di Francoforte, la Commissione europea ha elaborato negli ultimi mesi un proprio progetto volto a riformare il mercato del lavoro del Continente, molto meno schematico e assai più articolato. Sebbene questo progetto, contenuto nella "Commission note", intitolata "A proposal for a "single" open-ended contract", proponga una vera e propria rivoluzione nel mercato del lavoro europeo, per alcuni aspetti il dettagliato manuale d'uso di Bruxelles sembra più tenero del meccanismo Monti-Fornero che sta dilaniando il paese. L'Europa, infatti, dice sì all'indennizzo, ma solo per i nuovi contratti e non esclude il reintegro per motivi economici.

Contro la "segmentazione"
L'analisi e la parole d'ordine sono più o meno le stesse. Il mercato del lavoro europeo, dice la Commissione, è afflitto dalla "segmentazione", ovvero dalla presenza contestuale di lavoratori temporanei e a tempo indeterminato. Il fenomeno, aggiunge Bruxelles, provoca preoccupazione
dal punto di vista "sociale ed economico" e va "combattuto". I lavori temporanei creano discontinuità nelle carriere, producono salari più bassi, riducono contributi e pensioni. Durante la recente crisi, inoltre, la perdita di lavoro si è concentrata sui temporary workers, soprattutto tra i giovani e i lavoratori con basse qualifiche.

Il contratto unico: soluzione europea
La Commissione nota che è assai difficile passare da un contratto temporaneo ad uno a tempo indeterminato: in media in Europa, ci vuole almeno un anno. Come superare questa fase? Con il single open-ended contract, il contratto unico a tempo indeterminato, più volte emerso nel dibattito italiano sotto la forma, come richiama il documento, del progetto Boeri-Garibaldi, del modello francese (proposto Blanchard) e della versione avanzata da un centinaio di economisti spagnoli.

Il filo comune è quello di un contratto "a tempo indeterminato, che non ha limiti ex ante" ma che, a differenza degli attuali contratti a tempo indeterminato, dispone di un periodo di ingresso "sufficientemente lungo" e un incremento graduale delle protezioni. Quali protezioni? Il documento della Commissione privilegia l'indennizzo monetario che "cresce con l'anzianità".

"Più alta è l'anzianità del lavoratore maggiore è l'indennità in caso di licenziamento", si spiega. Il rapporto di Bruxelles, che cita le "Employement guidelines del 2010" approvate dai capi di Stato e di governo dell'Unione, calcola che un lavoratore con un salario iniziale di 20 mila euro l'anno, dopo 16 anni, può contare su una indennità di licenziamento di 50 mila euro.

Meno incertezza per le imprese e più assunzioni
Questo meccanismo, in sigla il "Soe", secondo la Commissione, oltre a favorire l'assorbimento dei lavoratori temporanei, aiutato da incentivi contributivi, favorirebbe la stabilità e la produttività. Dal punto di vista delle imprese, inoltre, "ridurrebbe il livello di incertezza" grazie alla semplicità del calcolo del costo dei licenziamenti e di conseguenza favorirebbe le assunzioni. Quanto ha a che fare questo progetto con il disegno di legge in arrivo del governo? Sembrerebbe poco.

L'Italia infatti, per ora, ha rinunciato a graduare l'indennizzo con il periodo di lavoro limitandosi, almeno a vedere i documenti del governo, a prevedere un indennizzo modulabile dal giudice dai 15 ai 27 mensilità di retribuzione. Con più costi per le imprese e vanificando la certezza degli oneri per il licenziamento.

La questione del reintegro: l'Europa non dice no
E il reintegro? La Commissione seppure convinta che l'indennizzo sia la via migliore, non esclude affatto il reingresso. Anzi traccia tre possibili scenari legislativi: il primo è quello di "ridurre in modo consistente la protezione legale" (lasciandola intatta solo per la discriminazione) e affidare la protezione solo all'indennizzo monetario. E' chiaro che in questa soluzione, scelta dall'Italia, hanno grande importanza politiche attive del lavoro e un meccanismo di flexsecurity che nel progetto del governo sembrano abbastanza deboli.

La seconda ipotesi suggerita, riguarda i paesi con una "alta" legislazione a protezione del lavoro (ci si riconosce l'Italia). La ricetta consigliata da Bruxelles, prevede che in questi paesi il contratto unico possa articolarsi in stadi successivi e mantenere intatte alcune protezioni: si parte con un periodo di prova con protezione legale minima, seguito dalla conferma e successivamente dal raggiungimento della stabilità dove "il livello di protezione legale può essere quello previsto dalla legislazione del lavoro per i contratti a tempo indeterminato" (per l'Italia si tratterebbe del reintegro anche di fronte ad un licenziamento per motivi economici).

Una terza ipotesi prevede che le protezioni legali, cioè il reintegro, possano essere messe in atto anche prima della stabilizzazione, cioè fin dalla fase di conferma del lavoratore che segue il periodo di prova.

Tre opzioni di fronte alle quali, sembra di capire, l'Italia ha scelto la più radicale. Con la scelta del contratto unico, infatti, Monti e Fornero avrebbero potuto ottemperare alle indicazioni dell'Europa mantenendo tuttavia intatti istituti come il reintegro per motivi economici (magari con l'attenuazione del noto modello tedesco).
Il doppio binario: l'art. 18 vale anche per i contratti in essere?

Infine il problema degli attuali lavoratori a tempo indeterminato. Per loro vale o meno il nuovo articolo 18 senza reintegro per chi viene licenziato per motivi economici? Sembrerebbe che lo smembramento dell'articolo 18, nella ipotesi del governo, valga anche per i contratti in essere. Tuttavia il documento della Commissione sembra assai più morbido: il contratto unico, si dice, "sarà applicato solo ai nuovi contratti e non a quelli già firmati". Anzi per rendere più attrattivo il single open-ended contract, la Commissione propone incentivi rivolti ai lavoratori e alle imprese per abbandonare il vecchio contratto a tempo indeterminato e scegliere il nuovo contratto unico. Ma di questi suggerimenti dell'Europa la nuova flessibilità italiana non sembra aver fatto tesoro.

da repubblica.it
(27 marzo 2012)
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