Guccini: «Non vi riconosco più...
Avete offerto candidato a Silvio»
Di Toni Jop
20 aprile 2013
«Sì, la notizia, si fa per dire, è che ho incassato un voto: sia chiaro, grazie ma non ho intenzione di accettare»: a Francesco Guccini resta un angolo d'ironia; tuttavia il resto della sua visione delle cose sfida questa dote antica. Come tutti noi, il poeta dell'Avvelenata, di quel tremendo incipit che suona «Ma se io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto...», appollaiato sul loggione Appennino, il buonumore lo ha perso nelle ultime ore. E, dopo mille anni e molti bicchieri di vino bevuto assieme, ecco che mi fucila con una osservazione che ha la forza di una condanna; dice: «Il tuo partito». Non si era mai «espulso» dalla grande e sofferta famiglia della sinistra. Non contento, me lo fa notare. Ecco, lo scambio di tristezze inizia da qui, mentre la sinistra ha battuto il suo candidato per la Presidenza, Romano Prodi, il cielo è grigio nonostante il sole, gli animi feriti, l'ultima speranza sembra sfumata, la sinistra è in preda ad una convulsione che nemmeno un concistoro di prelati avvelenati.
Hai detto «il tuo partito», che cattiveria...
«Quindi ti sei accorto che l'ho definito così, bene...».
Guarda che se passava l'accordo con il Pdl non era più nemmeno il mio partito, benché mi senta militante dell'intera sinistra. Cos'è, hai bisogno di contraltari nelle immediate vicinanze?
«È che sono perplesso forte. Seguo quel che sta accadendo e al di là della cronaca, mi pare proprio che il Pd sia a pezzi come mai avrei voluto. Che bordello, che tristezza. Ma adesso stiamo a vedere come finisce dopo che Prodi è stato massacrato in casa. Li abbiamo i voti per andare avanti?».
Forse. Se i gruppi Pd voteranno compatti ma chi ce lo assicura più? E se qualcun altro, oltre a Sel, darà il suo contributo....
«Senti: la verità è che non capisco troppe cose, non ho capito cosa sia successo alla dirigenza del Pd. Parlo di questa cosa dell'incrocio con il Pdl, di un'offerta di candidatura gradita a Berlusconi. Mi pare grave e nettamente in controtendenza rispetto a quanto aveva lasciato intendere Bersani a proposito della via da percorrere. Poi, capisco niente nemmeno del naufragio di Prodi...».
Non sei il solo a non aver compreso questo suicidio in diretta...
«Soprattutto: che senso ha sventrarsi mentre il Paese soffre come sta soffrendo, mentre milioni di cittadini attendono risposte e non intrighi, veleni, lotta ai coltelli. Ma poi la parentesi del suicidio non rituale si era chiusa, all'improvviso, con quella acclamazione per Prodi. Invece, rieccoci in mutande...».
Grillo, dal suo canto, aveva fatto sapere che lui Prodi non lo avrebbe mai e poi mai votato...
«Ma non aveva detto, la signora Lombardi, che invece Prodi alla quarta votazione poteva andar bene? N
Non sei il solo a non aver compreso questo suicidio in diretta...o, tutto questo è al di sopra delle mie possibilità. Un momento: Prodi stava nella rosa dei nomi più votati dai militanti di Grillo, non è così?».
Sì, è così e intanto le domande le fai tu...
«Te l'avevo detto che non ero in grado di argomentare. Grillo: sta facendo il suo gioco, spietato, da vecchio forlaniano, abile. Anche lì, nel Movimento Cinque Stelle, ci sono equilibri da conservare, da arrangiare e finché possono si fanno vedere, fanno i loro interessi. Peccato si sbraccino per giurare che a loro sta a cuore il Paese, a differenza delle forze della sinistra. Mah! Poveri noi...».
E le conseguenze spesso fan soffrire...
«Sicura una cosa: nessuno in Italia – a parte i poveracci sfrattati, licenziati, falliti, impoveriti – sta soffrendo quanto il popolo della sinistra. Mentre, tra l'altro, Grillo e Berlusconi fanno i loro armeggi per aggravare le nostre spaccature interne. Ma questo, se si vuole, fa parte della sceneggiatura. Non c'è sorpresa nell'annotare che anche Grillo adotti proprio i comportamenti denunciati nei comizi come prodotto di una cultura politica morta e sepolta. C'è sorpresa nell'essere costretti a prendere atto di come la sinistra sia a disposizione di queste manovre, di come sia fragile, ben disposta verso l'implosione. Mentre la base è in grado di dare, com'è avvenuto, disposizioni positive, chiare, intellegibili. C'è una scollatura pesante tra dirigenza e base, questo è chiaro, e non solo questo...».
Vedi che non tutto è nebuloso? Che altro osservi nella tua sfera di cristallo?
«Credo che la sofferenza di oggi possa insegnare qualcosa alla sinistra: per esempio, che non si vive di sole tattiche, la sinistra non può farlo. Che non si può passar sopra i principi, non sono trattabili. Che con Berlusconi non si fanno riforme né accordi. Che le ambiguità del passato si pagano tutte. Berlusconi, la destra, possono fare quello che vogliono, possono sfondare il muro della decenza e della costituzionalità e restano in piedi lo stesso. Ma se la sinistra non è limpida, unita, sinceramente agganciata a dei principi di igiene politica che tutti riconoscono, allora la sinistra paga e duramente. Non ha alternative all'essere “brava”, sincera, unita, pulita. Aggiungerei generosa. È come se la storia la richiamasse senza sconti al rispetto della sua natura, della sua vocazione. Quel fronte ideale che Grillo si impegna a rivendicare per sé e per la sua formazione esiste già: sta nella base della sinistra».
Sarà per questo motivo che tutto ciò che Grillo sta facendo punta al governo di questo straordinario «bacino» etico, prima che elettorale...
«Sì, ma è come se un vecchio democristiano scaltro e con pochi scrupoli volesse mettere le mani nella cassaforte della sinistra. Non scommetterei sul successo di questa operazione. Certo, se i dirigenti del Pd si mettono d'impegno come hanno dimostrato di saper fare, allora tutto è possibile».
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