Amadeus ha scritto:Ringrazio soloo per gli interventi che condivido pienamente .
nel ragionamento di pancho non mi quadra una cosa : prima di diventare PD questa benedetta sinistra era divisa e non governava manco col 34 % .
poi si è fusa , è diventata Pd e appena ha mosso i primi timidi e malfermi passi di governo è stata pugnalata dall'interno, ripetutamente .
Io sono favorevole alla chiarezza e alla minore ipocrisia possibile, ma che la divisione nel pd possa essere un vantaggio per una ipotetica sinistra unita e di governo di cambiamento epocale ....non credo proprio.
si butteranno tanto di quel reciproco fango addosso che batteranno il record di presentabilità tanto caro alla mummia.
saranno capaci di bruciare pure i giovani ( che se sono un pelo furbi dovrebbero prendere le distanze subito da questo sado-masochismo genetico)
io pancho "una prospettiva più lunga e diversa" non la vedo, perchè considero questa società irrecuperabilmente malata,
per questo mi oriento( avo) su obiettivi "pochi, maledetti e subito".
e non è fermarsi al primo passo di un ragionamento... è avere già visto tutto il film e sapere come va a finire.
numeri per "attuare una società diversa da quella attuale" per me non ce ne sono, o almeno io non ne vedo .
beato te che li vedi.
……………nel ragionamento di pancho non mi quadra una cosa : prima di diventare PD questa benedetta sinistra era divisa e non governava manco col 34 % .
poi si è fusa , è diventata Pd e appena ha mosso i primi timidi e malfermi passi di governo è stata pugnalata dall'interno, ripetutamente .
Proviamo a parlare di storia e di dati, senza travisare.
1) 1964
Giorgio Amendola chiede al Pci di azzerare tutto e creare una sinistra unità che possa competere con la Dc. La risposta fu: Niet
Da Wikipedia:
Secondo alcuni politologi Giorgio Amendola fu precursore di un tentativo di dare vita ad una sinistra di stampo europeo, radicata nella tradizione laica e liberale;
2) Il primo tentativo di unificare la sinistra italiana andando oltre il disegno amendoliano avverrà nel 1995 con la nascita dell’Ulivo di Prodi. Nel 1996, l’Ulivo prodiano batte la destra dei poteri forti di Berlusconi.
I poteri forti intuiscono la pericolosità potenziale nel tempo dello sviluppo di una sinistra di quel genere. Nel tempo Berlusconi, il loro campione, non avrebbe avuto storia perché come tutti riconoscono, il suo terreno ideale è quello della campagna elettorale e come suonatore di piffero non è secondo a nessuno. Ma non governare è il suo tallone di Achille. Se aggiungiamo poi, che una scamorza come Prodi lo batterà due volte sul suo terreno di gioco, diventa chiaro anche ai sassi il grado di pericolosità rappresentato dall’Ulivo di Prodi da parte di chi non intende che vengano meno i privilegi e gli affari che l’omino di Hardcore garantisce ad un certo mondo.
Di studiare le contromisure viene incaricato Cossiga, che dopo essere stato presidente della Repubblica era rimasto nel giro politico come senatore a vita.
Cossiga ritorna temporaneamente alla politica attiva iscrivendosi all’Udeur di Mastella.
Alla prima occasione, l’uscita di Bertinotti dalla coalizione, Cossiga entra in scena e sposta l’Udeur da destra a sinistra, offrendo a D’Alema la possibilità di sostituire Prodi a Palazzo Chigi.
Da sempre Cossiga, dai tempo della Dc è un antico nemico giurato di Prodi. Quindi si presta con grande soddisfazione alla possibilità di metterlo fuori gioco, facendo leva sulle debolezze dell’amico D’Alema di cui conosce le profonde e sfrenate ambizioni di potere. Terminata l’operazione, qualche mese dopo Cossiga si ritirerà dall’Udeur e continuerà a fare il senatore a vita. Assicurandosi però che Prodi venga allontanato dalla scena italiana perché ritenuto sempre pericoloso in tutti i sensi.
Questi sono i democristiani, amanti delle guerre e delle trame per il potere.
Prodi verrà successivamente messo fuori gioco e spedito a Bruxelles.
L’Udeur di Mastella rimarrà per 11 anni una spina nel fianco dell’Ulivo prima e del Pd poi.
La sua mission, ben remunerata, era quella. Proibire con la sua presenza l’avanzamento delle istanze della sinistra.
D’Alema non si dimostra un gran politico, lui è uomo d’inciuci e patti delle Crostate.
Wikipedia ricorda così i suoi governi:
Governo D'Alema I [modifica]
Il primo esecutivo presieduto da Massimo D'Alema rimase in carica dal 21 ottobre 1998 al 22 dicembre 1999.
D'Alema fu il primo esponente dell'ex PCI ad assumere la carica di presidente del Consiglio. Sostenne l'intervento NATO nella guerra del Kosovo, attirandosi così le critiche dell'ala pacifista della sua coalizione, anche perché bombardando Belgrado il primo esecutivo italiano a guida post-comunista rivelava fedeltà all'atlantismo di matrice DC, già interrotto da Craxi riguardo al "caso di Sigonella". Nell'ottobre 1999 venne annunciata una crisi di governo pilotata allo scopo di farvi entrare I Democratici, ma passarono due mesi perché si arrivasse al D'Alema bis.
Governo D'Alema II [modifica]
Il secondo esecutivo presieduto da Massimo D'Alema rimase in carica dal 22 dicembre 1999 al 25 aprile 2000.
Diede le dimissioni in seguito alla sconfitta alle elezioni regionali. In particolare D'Alema ricevette la delusione peggiore dalla vittoria nel Lazio di Francesco Storace, esponente di Alleanza Nazionale e candidato della Casa delle Libertà. Gli successe nella carica di premier Giuliano Amato, che prima ricopriva l'incarico di Ministro del Tesoro.
Durante il governo D'Alema II viene approvata la legge sulla Par condicio che regolava l'accesso ai mezzi d'informazione delle forze politiche. Si tratta dell'unico tentativo nel corso della seconda repubblica di limitare, dal punto di vista legislativo, la predominanza nel mondo dell'informazione di Silvio Berlusconi.
E’ sempre stato il padrone occulto del Pds, poi dei Ds, ed infine del Pd. Il primo segretario del Pd doveva essere Fassino se non ci fosse stato l’incidente delle intercettazioni della Forleo. “Abbiamo una banca???”
Sarà costretto a salire le scale del Campidoglio come se fosse Canossa per chiedere all’eterno amico/nemico Veltroni di guidare il Pd. Ennesimo buco nell’acqua dalemiano.
Dopo la reggenza di Franceschini, D’Alema piazza nuovamente un suo uomo, Bersani. Abbiamo visto come è andata a finire.
La sinistra sotto il giogo dalemiano smette completamente di fare politica, perché il duca conte sposa per intero la teoria democristiana che non è necessario fare politica, basta sommare i partiti, di qualsiasi tipo siano, basta raggiungere il numero giusto per arrivare nella stanza dei bottoni e dei bottini.
Nel 2006 mette in piedi l’Unione, una vera ed autentica armata Brancaleone. E in quell’occasione, la sua testardaggine di non fare politica riduce i Ds al 17,2 %. Minimo storico assoluto pur vincendo le elezioni con l’Unione di Prodi.
Qui scatta l’allarme e nuovamente si affida alla teoria della somma dei partiti. Convince la Margherita a dar vita al Pd, solo per questioni numeriche di potere.
A lui ed a altri non importa se non è un partito secondo la tradizione, basta che l’accozzaglia raccolga i numeri sufficienti per vincere.
Ma la storia gli darà sempre torto.
Perde le elezioni nel 2008 e le riperde regolarmente nel 2013.
La sua teoria di sommare alla caXXo partiti non funziona.
Lo dimostrano Grillo e Berlusconi che dati per perdenti, facendo politica riescono a pareggiare i conti con un partito dato vincente sulla carta da due anni.
E’ il massimo dell’idiozia politica mista ad arroganza.
Il Pd non è mai stato un partito, perché come dichiara ripetutamente anche Cacciari, è un partito che non è mai nato. Non ha mai avuto un’anima, un’identità, un programma, un obiettivo.
Convinti da sempre nella validità del berlusconismo, hanno trattato i propri elettori secondo il teorema Berlusca.
Bisogna parlare ai propri elettori come se fossero dei ragazzi della terza media non troppo intelligenti.
Ha funzionato e funziona ancora alla grande per l’elettorato berlusconiano. Ha funzionato per qualche anno per l’elettorato di Cs.
Solo che nell’ultima legislatura 3,5 milioni di elettori di sinistra ha detto basta a questa buffonata.
Se per vincere occorre diventare di destra, allora meglio l’originale.
Prodi, per due volte, ha dato dimostrazione che un certo Cs al governo tenta di risanare il Paese.
La destra, e la democristianità piddina che oggi non ha trovato di meglio di unirsi agli sfascisti, ha rovinato il Paese.
La Democrazia cristiana poi è specializzata in sfasci, lo ha già fatto con la prima Repubblica.
Per una mera questione di affinità elettive è preferibile che l’intera Democrazia cristiana che va da Letta a Berlusconi, rimanga unita.
Non è assolutamente necessario vincere ed andare al governo, perché i dati pratici, ad eccezione dei 4 anni di Prodi, anche se per poca roba, gli elettori non hanno trovato vantaggi. La classe media è stata letteralmente sfasciata e la povertà sta galoppando.
Il mondo del lavoro e dei diritti civili ha ottenuto di più da mezzo secolo di sinistra all’opposizione, che da 20 anni di finta sinistra in area di governo.
C’è un Paese da salvare. Rimanere aggrappati alla scialuppa del finto Cs che fa acqua da tutte le parti e sta affondando, vuol dire annegare.
Meglio salire su una scialuppa nuova e ricominciare da capo subito, che annegare con questi masnadieri – bucanieri che non si daranno per vinti fino all’ultimo nel cercare di spolpare il massimo possibile mentre tutto sta affondando. Un sciacallaggio sadico all’ennesima potenza.