Re: ITALIA-EMERGENZA LAVORO
Inviato: 29/01/2014, 18:33
Sfascisti - 218
2014 a schede
Scheda – 13 – La crisi aziendale
13 – 2 – 29 gennaio 2014
Repubblica 29.1.14
Il tweet del finanziere: “Si salvano azienda e lavoratori”. Madia: governo trovi mediazione
Il sì di Serra, sostenitore di Renzi. Bufera Pd: inaccettabile metà salario
di Luisa Grion
ROMA — Il caso Electrolux esce dai capannoni e infiamma la politica, Pd compreso che da ieri dibatte — anche a colpi di tweet — sul piano del gruppo.
Per restare in Italia, la multinazionale svedese ha infatti chiesto ai dipendenti tagli drastici sul salario, facendo capire che questo potrebbe comunque non bastare per tenere in vita tutti i quattro siti.
Una proposta che il sindacato ha definito «irricevibile», ma che Davide Serra, fondatore e amministrazione del fondo speculativo Algebris e noto sostenitore di Matteo Renzo, ha invece difeso: «Electrolux prova a salvare lavoro e azienda con taglio salari — ha twittato — oppure chiude come altre 300 mila aziende e aggiunge disoccupazione. Realtà».
Proposta «razionale» ha commentato, anche se qualche ora dopo, visto il fiorire delle critiche ha precisato che «razionale non vuol dire auspicabile».
Un commento che non è andato giù a molti, anime renziane comprese, visto che poco dopo, sul caso, è partito un botta-risposta fuori e dentro il social network.
Sempre su Twitter, per esempio ha contrattaccato Francesco Nicodemo, responsabile per la comunicazione del partito che riprendendo un commento già espresso da Deborah Serracchiani, presidente del Friuli Venezia Giulia, ha scritto: «No al ricatto sulla pelle degli operai e della popolazione».
C’è chi come l’eurodeputato Pd Frigo chiede che «lo Stato netta la differenza degli stipendi», chi come l’ex ministro del Lavoro Damiano giudica «irricevibile» la proposta aziendale e vede in Electrolux un caso «che purtroppo potrebbe fare scuola».
A trarre le fila del dibattito ci prova Marianna Madia, responsabile Lavoro del Pd. «Non si possono dimezzare i salari e far ricadere tutto il peso della mancata competitività sui lavoratori — precisa — ma é chiaro che l’emergenza Electrolux è l’emergenza di un Paese e di un sistema.
Spero che il tavolo al governo trovi un compromesso, ma per trattenere qui il lavoro dovremo fornire alle aziende condizione adatte».
Una via da praticare, sottolinea Madia, potrebbe essere quella auspicata proprio dalla Confindustria di Pordenone che, assieme ad una rosa di esperti fra i quali Treu e Cipolletta, sta lavorando ad un accordo territoriale dove, ad un taglio dei salari del 20 per cento, corrisponda una compensazione in servizi e welfare.
2014 a schede
Scheda – 13 – La crisi aziendale
13 – 2 – 29 gennaio 2014
Repubblica 29.1.14
Il tweet del finanziere: “Si salvano azienda e lavoratori”. Madia: governo trovi mediazione
Il sì di Serra, sostenitore di Renzi. Bufera Pd: inaccettabile metà salario
di Luisa Grion
ROMA — Il caso Electrolux esce dai capannoni e infiamma la politica, Pd compreso che da ieri dibatte — anche a colpi di tweet — sul piano del gruppo.
Per restare in Italia, la multinazionale svedese ha infatti chiesto ai dipendenti tagli drastici sul salario, facendo capire che questo potrebbe comunque non bastare per tenere in vita tutti i quattro siti.
Una proposta che il sindacato ha definito «irricevibile», ma che Davide Serra, fondatore e amministrazione del fondo speculativo Algebris e noto sostenitore di Matteo Renzo, ha invece difeso: «Electrolux prova a salvare lavoro e azienda con taglio salari — ha twittato — oppure chiude come altre 300 mila aziende e aggiunge disoccupazione. Realtà».
Proposta «razionale» ha commentato, anche se qualche ora dopo, visto il fiorire delle critiche ha precisato che «razionale non vuol dire auspicabile».
Un commento che non è andato giù a molti, anime renziane comprese, visto che poco dopo, sul caso, è partito un botta-risposta fuori e dentro il social network.
Sempre su Twitter, per esempio ha contrattaccato Francesco Nicodemo, responsabile per la comunicazione del partito che riprendendo un commento già espresso da Deborah Serracchiani, presidente del Friuli Venezia Giulia, ha scritto: «No al ricatto sulla pelle degli operai e della popolazione».
C’è chi come l’eurodeputato Pd Frigo chiede che «lo Stato netta la differenza degli stipendi», chi come l’ex ministro del Lavoro Damiano giudica «irricevibile» la proposta aziendale e vede in Electrolux un caso «che purtroppo potrebbe fare scuola».
A trarre le fila del dibattito ci prova Marianna Madia, responsabile Lavoro del Pd. «Non si possono dimezzare i salari e far ricadere tutto il peso della mancata competitività sui lavoratori — precisa — ma é chiaro che l’emergenza Electrolux è l’emergenza di un Paese e di un sistema.
Spero che il tavolo al governo trovi un compromesso, ma per trattenere qui il lavoro dovremo fornire alle aziende condizione adatte».
Una via da praticare, sottolinea Madia, potrebbe essere quella auspicata proprio dalla Confindustria di Pordenone che, assieme ad una rosa di esperti fra i quali Treu e Cipolletta, sta lavorando ad un accordo territoriale dove, ad un taglio dei salari del 20 per cento, corrisponda una compensazione in servizi e welfare.