[phpBB Debug] PHP Warning: in file [ROOT]/viewtopic.php on line 175: Undefined array key "forum_id"
Forum per un "Congresso della Sinistra" ... sempre aperto • QUALE LEGGE ELETTORALE - Pagina 4
Pagina 4 di 8

Re: QUALE LEGGE ELETTORALE

Inviato: 21/01/2014, 19:02
da iospero
iospero ha scritto:
I
Spero che CIVATI INCALZI IL SEGRETARIO per fare quel partito ipotizzato con Barca in cui gli iscritti e i vertici comunicano reciprocamente e non solo per approvare quello cha fanno i vertici.

Amadeus
giusto.
ma se quello che dici significa consultare gli iscritti ogni cinque minuti e su ogni argomento ...no.... eh... sennò che rappresentanti sono.
Sarebbe sufficiente che consultassero gli iscritti sugli argomenti importanti e la legge elettorale credo sia uno di questi

Re: QUALE LEGGE ELETTORALE

Inviato: 21/01/2014, 19:48
da camillobenso
E io pagoo.......(Totò)
E io bevo.........(Italian people)



il Fatto 21.1.14
Tra preferenze e nominati la casta salva la poltrona
La battaglia che si annuncia è tra chi rimpiange la Prima Repubblica e chi vorrebbe tornare a un “porcellum” senza badare alla Consulta

di Antonello Caporale

Restaurare il sistema delle preferenze avrebbe fatto la felicità di gente come Fiorito, vero.
==========================================================================
Ma lasciare a un padrone solo la gestione della vita di ciascun eletto e finanche delle sue presenze in tv conferma che non ci sarà scelta malgrado la richiesta della Consulta: in Parlamento si entra per nomina. E da deputato si trasformerà in pigiabottoni. Ciò che ordina il capo si vota. Ciò che lo turba si respinge. O sei cooptato oppure pedalare.
==========================================================================

PER ARRIVARE a questo risultato Matteo Renzi ha dovuto stringere un patto d’acciaio con Silvio Berlusconi (e forse anche con Dudù).

Riesumarlo, restituirgli il cavalierato, l’onore perduto, il vestito da statista e l’opportunità di divenire in zona Cesarini, quando tutte le stelle sotto il suo cielo si erano offuscate, il nuovo padre della Patria.

Immaginiamo lo sforzo che ha dovuto fare B. nell’accettare la dura proposta di far vergare da Denis Verdini (in linea retta quarto padre della Patria) la lista dei candidabili del centrodestra. Tu entri e tu no. Tu vai in Liguria e tu in Piemonte.

“Intanto però noi cambiamo l’Italia”, ha detto Renzi alla riunione della direzione del Partito democratico.

Chi meglio di lui conosce il suo partito? Nessuno.

Perciò ha zittito il dissenso, dissoltosi in un pugno di voti di astensione, quando ha offerto la chiave della pacificazione: “Noi faremo le primarie per la selezione dei candidati. Le ho trovate già, le ha inventate Bersani, non è certo merito mio, e vi garantisco fin quando ci sarò io qua che confermerò questo sistema”.

Per magia tutte le rimostranze sulla restrizione della principale libertà elettorale, indicare con un voto il candidato che ci dà fiducia o respingerlo se quella fiducia viene meno, si sono appannate, affievolite e fatalmente ripulite.

Renzi ha offerto ai maggiorenti del Pd, non all’Italia, un papocchio a uso interno, una corrida selezionatrice per criterio correntizio nella quale sviluppare la contesa.


La selezione dei candidati al Parlamento attraverso le cosiddette “parlamentarie”.

Si sono effettivamente svolte nel gennaio dello scorso anno.

Doveva essere un libero esercizio di democrazia, si è rivelato, nella maggioranza dei casi, una nomination con esito pregiudicato.

Si sapeva chi vinceva e nella maggioranza dei casi chi perdeva.

Il capocordata investiva i suoi voti (filiazione verticale della dotazione interna del segretario) sul volto di questo o di quello, meglio se giovane.

E il giovanotto prescelto dall’alto, magicamente, si è trovata spalancata la porta di Montecitorio.

Belle queste primarie!

E infatti in sala è calata improvvisa la timidezza degli annunciati oppositori, mentre ad avanzare in grande stile la prossima battaglia sulla restituzione delle preferenze è rimasto solo Angelino Alfano e il suo Ncd, partito di macinatori di tessere dal curriculum specchiatamente democristiano.

E SE È VERO, perchè è vero, che la riforma elettorale risulta un elemento significativo di una più generale riforma della Costituzione (riduzione del Senato ad assembnlea consultiva, taglio dei costi della politica attraverso l’eliminazione delle indennità dei nuovi senatori) è certo che Renzi rinuncia nei fatti a ogni elemento di democratizzazione del mercato politico.

Le primarie sono apparse come una concessione ai capicorrente del Pd e non un impegno, un criterio di selezione a cui tutti i partiti, di destra come di sinistra, in alto e in basso, avrebbero dovuto ubbidire per legge.

Ma era questo l’obiettivo di Renzi? Pare di no, e permette perfino al leghista Calderoli, il patron del Porcellum, di gigioneggiare: “La montagna ha partorito un Porcellinum”.

Un po’ è così, ed è fuori dal conto un’altra domanda a cui Renzi non ha risposto.

Non l’aveva in mente, vero, ma nessuno neanche l’ha interrogato.

Si parla di legge elettorale: ma chi potrà candidarsi?

Il conflitto d’interessi, urgenza democratica sulla quale il segretario del Pd ha da subito convenuto, è nei fatti restituita alla selezione che ne farà Silvio Berlusconi, l’altro grande attuatore della riforma.

Si presume che B. rifletterà mentre sarà ai servizi sociali (il prossimo 10 aprile i giudici dell’esecuzione si ritroveranno per decidere) su chi potrà candidarsi.

Possibile che scelga la figlia Marina, e dunque?

E niente. Alla spicciolata, cinque minuti per ciascuno, i maggiorenti di largo del Nazareno hanno tributato a Renzi le loro perplessità che nel corso della seduta si sono affievolite fino quasi a divenire un romantico coro d’amore.
Tutti insieme e (quasi) appassionatamente verso l’Italicum, un sistema che salva i nuovi potenti e i vecchi perdenti.

Re: QUALE LEGGE ELETTORALE

Inviato: 21/01/2014, 20:57
da camillobenso
........Qui c’è un aspetto,… che qui non stiamo votando quello che piace a Renzi,……o che piace di più al Pd, ….noi stiamo VOTANDO LA MIGLIOR LEGGE ELETTORALE POSSIBILE……..

Punto 03:14
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2014/01/ ... ig/261895/


Accidentiiiiiiii,….questa è la miglior legge possibile.

Sartori deve essere solo un vecchio scemo e rimbambito se propone il doppio turno alla francese per eliminare il problema delle preferenze e garantire la governabilità.

E’ arrivata la banda di Giamburrasca diretta dal vecchio Caimano, che qualcuno osa chiamare “I nuovi padri della Patria”.

Siamo fermi al palo di partenza. Vent’anni fa propagandavano la rivoluzione berlusconiana, adesso la bufala si ripete. Stando piazzando la rivoluzione renziana. Non cambia e non cambierà mai niente, non ci sono più uomini politici.

Re: QUALE LEGGE ELETTORALE

Inviato: 21/01/2014, 21:58
da camillobenso
il Fatto 21.1.14
I rischi (mortali) che il sindaco non cita
La sua legge obbliga Lega e Ncd a coalizzarsi col Cavaliere
Una nuova vittoria di B. non è impossibile

di Marco Palombi

Renzi ha vinto. Di più: ha stravinto. Col più classico dei Blitzkrieg s’accorda con Berlusconi, silenzia la minoranza interna, incassa il sì riluttante delle varie frasche politiche centriste.

Nelle magnifiche sorti e, va da sé, progressive del Paese c’è una nuova legge elettorale maggioritaria, l’abolizione del Senato, la sottrazione alle Regioni di poteri e stipendifici.

Niente è precluso al giovane segretario benedetto dalle primarie democratiche.

Ma siamo sicuri sia così?

Più di qualcuno, in realtà, sottolinea che i rischi della guerra lampo iniziata dal sindaco di Firenze sono enormi e, potenzialmente, mortali.

Intanto la questione della data delle elezioni.

Renzi sul punto è piuttosto contradditorio: in pubblico e in privato il nostro ha ribadito che andare al voto a maggio non è la sua prima opzione, eppure con alcuni parlamentari a lui vicini ha sostenuto il contrario.

Fatto secondario, si dirà, se la strategia del sindaco è coerente.

Eppure restano alcuni punti oscuri in questa manovra e due, in particolare, rischiano di trascinare a fondo il frettoloso stratega democratico.

IL PRIMO PROBLEMA che si porrà al sindaco è quello della tenuta parlamentare dell’accordo in relazione al modello elettorale scelto.

Tradotto: il doppio turno rende necessaria l’abolizione del Senato.

Senza la riforma costituzionale, la legge elettorale non è applicabile: significherebbe andare ad una competizione
- il secondo turno - che ha due platee elettorali diverse per Camera e Senato e dunque presuppone l’esistenza di maggioranze diverse nei due rami del Parlamento. “A me sembra - spiega una fonte del Pd - che chiedere l’abolizione del bicameralismo perfetto attraverso l’eliminazione del Senato e un taglio deciso anche a poteri e poltrone delle Regioni significhi chiedere ai parlamentari di bocciare le riforme”. Che in Senato, in particolare, i trecento rottamandi stiano preparando le loro Termopili è facilmente accertabile da chiunque faccia una telefonata agli interessati: sinistra Pd, centristi vari, berluscones titubanti. Gli andasse bene, il risultato sarebbe uno solo: andare al voto a maggio con la legge disegnata dalla Consulta (proporzionale puro e preferenze). “E a noi andrebbe benissimo - dicono da Forza Italia - perché dopo saremmo comunque determinanti”.
L’ALTRA INCOGNITA è di ordine più generale e riguarda il modello elettorale scelto. Un indizio. Come ne parla la nostra fonte berlusconiana? Così: “A noi ci ha fatto un favore della Madonna”. Perché? “In primo luogo perché rendendo praticamente obbligatorio coalizzarsi consente a Forza Italia di riportare nella sua orbita tutti i molti cespugli del centrodestra a partire dalla Lega”. Senza il Carroccio, vale la pena ricordarlo, Berlusconi non ha mai vinto le elezioni.

Anche Angelino Alfano e i democristiani usciti da Scelta Civica sono probabilmente destinati al rientro a corte: anche facendo una lista unica, l’8 per cento è un obiettivo rischioso per loro, mentre il 5 per chi si coalizza pare più alla portata. Nel centrosinistra, al contrario, tanto Sel che l’episodica formazione di Bruno Tabacci (Centro democratico) che i cespugli extraparlamentari non hanno alcuna speranza di superare lo sbarramento: Renzi - come pare intenzionato a fare almeno con Nichi Vendola - potrebbe ospitare qualche “oriundo” nelle liste del Pd, ma questo significherebbe perdere per strada i voti di quell’elettorato di sinistra che non metterebbe mai il suo segno sul simbolo dei democratici.

Insomma, la fiducia di Renzi nella capacità di Renzi di prendere voti è enorme: “La verità? Nel 2015 questo è capace di riconsegnarci la vittoria”, commentano ancora increduli i berluscones.

Re: QUALE LEGGE ELETTORALE

Inviato: 22/01/2014, 12:46
da mariok
Avrei preferenza di no

MASSIMO GRAMELLINI

22/01/2014

Vent’anni fa, la parola «preferenza» era impronunciabile tra persone perbene: sapeva di cosche, cordate e clientele. Veniva agitato come babau un certo Vito che a Napoli ne aveva raccolte oltre centomila. Craxi le amava, dunque rappresentavano il male assoluto. Il referendum Segni le rase al suolo, lasciandone una sola, orfanella senza speranza, presto immolata sull’altare dei collegi maggioritari, dove spesso i partiti catapultavano chi pareva loro: ho visto con i miei occhi il romano Adornato deambulare stranito tra le maioliche umbre e il siculo inappetente Ayala catechizzare all’ora di pranzo sui temi della legalità una platea di stremati camionisti romagnoli in astinenza da tagliatella. Poi arrivò il porcello, con le sue lunghe liste bloccate, rispetto a cui i microelenchi previsti dal nuovo porcellino sono pressoché uno splendore. E d’improvviso la preferenza cambiò segno. Non più trappola per allocchi e sentina di ogni vizio, ma avamposto dei veri democratici contro le oligarchie dei partiti.

Rimango legato ai pregiudizi di gioventù. Come direbbe il Bartleby di Hermann Melville nella traduzione di Celati: «Avrei preferenza di no». La fioritura di preferenze mi richiama alla mente il preferitissimo Fiorito. Perciò preferirei di gran lunga che anche nella scelta degli onorevoli candidati si introducessero per legge le primarie. E, già che ci siamo, che non venissero allestite di nascosto alla vigilia di Capodanno, come capitava quando al timone del Pd c’erano gli offesi di oggi, furbetti di ieri.

Re: QUALE LEGGE ELETTORALE

Inviato: 22/01/2014, 13:21
da Amadeus
oscar a

si introducessero per legge le primarie. E, già che ci siamo, che non venissero allestite di nascosto alla vigilia di Capodanno, come capitava quando al timone del Pd c’erano gli offesi di oggi, furbetti di ieri.

Re: QUALE LEGGE ELETTORALE

Inviato: 22/01/2014, 15:32
da pancho
Preferenze o no? La riflessione di Francesco Licata


Delusi da Renzi, questo era ed è il titolo. Beh quando ho letto l’articolo un po’ di delusione l’avevo anch’io in corpo è vero, mi ero concentrato solo sulle preferenze e nulla più, poi ieri ho seguito la diretta della Direzione del Pd e un po’ di risposte me le sono dato da solo.

Io oggi non sono per nulla deluso e vorrei un po’ parlare di legge elettorale. Siamo tutti lì a lamentarci perché vogliamo le preferenze in lista però dimentichiamo un po’ di cose e cioè:

1) Noi pensiamo che le preferenze siano giuste ma dall’altra parte chi rappresenta altrettanti milioni di italiani (Silvio Berlusconi) la pensa diversamente e siccome non esiste nulla che può smentirlo abbiamo ragione sia noi che lui;

2) Questo è un accordo complessivo in cui si elimina il Senato; si riducono i costi della politica per un miliardo di euro (tra eliminazione delle province, eliminazione del compenso dei senatori, riduzione dello stipendio dei consiglieri regionali a quello di un sindaco di capoluogo cioè da 15000 € a 5000 €) e riforma del titolo V cioè le competenze regionali;

3) Io ricordo il Mattarellum e ricordo anche che allora i candidati li sceglieva Roma in base alle correnti a cui appartenevano (vi ricordate il senatore candidato nel nostro collegio da Roma senza che nessuno lo voleva?), se questo è esprimere la preferenza con nomi scelti da altri allora meglio che no; e poi non mi sembra che i nostri onorevoli o senatori eletti da noi con quel sistema abbiamo lasciato traccia indelebile della loro presenza a Roma sul nostro territorio;

4) Si potrebbe dire facciamo le liste e si voti chi vuole; bene così com’è per la Regione Sicilia. Ma mi chiedo come si fanno quelle liste? In 2 semplici modi o ogni corrente mette il suo candidato e ci si misura (allora tanto vale far le primarie) o si mette in lista 2/3 uomini forti e 4 che servono a prendere qualche voto (stile lista del Pd alle ultime regionali); e questo è libertà di scelta?

La vera libertà sta invece secondo me proprio nel fare le primarie provinciali, meglio se di un collegio più piccolo, ma vanno bene anche così. Lì non c’è limite di partecipazione, si possono candidare tutti chi prende più voti è il primo in lista, e in questo modo inoltre garantiamo l’alternanza di genere. Perché siamo onesti in un mondo maschilista purtroppo vincono ancora e sempre gli uomini, e lo vediamo dal numero di donne presenti al Consiglio regionale o comunale, sempre e comunque troppo poche rispetto agli uomini. Il sistema proposto può essere migliorato? Sicuramente si, obbligando tutti alle primarie per legge con regole chiare e decise dal parlamento, obbligando tutti all’alternanza uomo/donna, e magari con collegi più piccoli della provincia. Ma non possiamo esportare la democrazia anche negli altri partiti altrimenti giustifichiamo quando con le armi la esportiamo negli altri Paesi e non possiamo ritenerci i possessori della verità assoluta, magari ha ragione Silvio e chi vota Forza Italia non gli interessa la preferenza. Io credo che, se per eliminare il Senato, ridurre i costi e avere finalmente la possibilità di sapere che chi vince le elezioni governerà per 5 anni senza ostacoli di mini partiti, bisogna rinunciare a obbligare gli elettori di destra ad esprimere la loro preferenza e noi farlo attraverso primarie, allora ne vale la pena.

Francesco Licata
http://www.licatanet.it/21-01-2014/pref ... co-licata/

------------------------------------------------------------------------------------------------
RIFLESSIONI:

Certamente le preferenze danno all'elettore la possibilità di scegliere il suo condidato migliore ma io credo che il problema per l'elettore di un partito non stia solo e soltanto qui.
Se tutta l'organizzazione di un partito funziona partendo dalle singole realta di sezione o o cilcoli il problema quasi quasi non sussisterebbe. In base alle maggioranze che ne verranno fuori da ogni assemblea di sezione, provincia e regione si comporrebbe una lista da presentare poi nelle varie circoscrizioni. Chi vorra' votare un candidato pur non essendo iscritto si dovra' attenere a queste liste .

Pure Licata pone alcune riflessioni da non scartare a priori.

Quindi, non vorrei che il tutto venisse preso con troppa facilita e poi magari trovarci pure noi impantanati.

Bisognerebbe capire che ne pensano gli iscritti del PD da non confondere col l'elettorato

Per quanto invece riguardo gli sbarramenti e i premi a chi raggiunge una determinata quota, credo proprio che anche qui si debba rivedere il tutto poiche non basta dare la possibilita' ad un governo di governare, qui c'e' in gioco la democrazia e non e' cosa da poco.

Negli States con questi giochetti che permettono di governare si son trovati con un'astensione pari al 50%. Se qualcuno considera' questo una democrazia allora bisogna che la Treccani modifichi il senso di questo termine.

L'elettorato lo devi conquistare e non fregarlo con una legge che lo mette fuori dai giochi o lo obbliga a votare per te.

un salutone da Juan

Re: QUALE LEGGE ELETTORALE

Inviato: 22/01/2014, 18:27
da iospero
Circa le preferenze si potrebbe accettare la proposta delle liste bloccate, ma regolamentare con leggi ordinarie quanto previsto dall'art.49 della Costituzione, cioè i partiti "dovendo concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale" devono sottostare a certe regole , una di queste potrebbe essere " gli iscritti ai partiti scelgono i candidati al Parlamento".

Invece per quianto riguarda le soglie di sbarramento : pari al 12% per le coalizioni, al 5% per le liste coalizzate e all’8% per le liste non coalizzate, mi sembrano tali da eliminare quei piccoli partiti spesso sentinelle della democrazia.

Una cosa che invece sarebbe da prevedere : il deputato che non si riconosce più nel partito in cui è stato eletto si deve dimettere

Re: QUALE LEGGE ELETTORALE

Inviato: 22/01/2014, 19:03
da camillobenso
pancho ha scritto:Preferenze o no? La riflessione di Francesco Licata


Delusi da Renzi, questo era ed è il titolo. Beh quando ho letto l’articolo un po’ di delusione l’avevo anch’io in corpo è vero, mi ero concentrato solo sulle preferenze e nulla più, poi ieri ho seguito la diretta della Direzione del Pd e un po’ di risposte me le sono dato da solo.

Io oggi non sono per nulla deluso e vorrei un po’ parlare di legge elettorale. Siamo tutti lì a lamentarci perché vogliamo le preferenze in lista però dimentichiamo un po’ di cose e cioè:

1) Noi pensiamo che le preferenze siano giuste ma dall’altra parte chi rappresenta altrettanti milioni di italiani (Silvio Berlusconi) la pensa diversamente e siccome non esiste nulla che può smentirlo abbiamo ragione sia noi che lui;

2) Questo è un accordo complessivo in cui si elimina il Senato; si riducono i costi della politica per un miliardo di euro (tra eliminazione delle province, eliminazione del compenso dei senatori, riduzione dello stipendio dei consiglieri regionali a quello di un sindaco di capoluogo cioè da 15000 € a 5000 €) e riforma del titolo V cioè le competenze regionali;

3) Io ricordo il Mattarellum e ricordo anche che allora i candidati li sceglieva Roma in base alle correnti a cui appartenevano (vi ricordate il senatore candidato nel nostro collegio da Roma senza che nessuno lo voleva?), se questo è esprimere la preferenza con nomi scelti da altri allora meglio che no; e poi non mi sembra che i nostri onorevoli o senatori eletti da noi con quel sistema abbiamo lasciato traccia indelebile della loro presenza a Roma sul nostro territorio;

4) Si potrebbe dire facciamo le liste e si voti chi vuole; bene così com’è per la Regione Sicilia. Ma mi chiedo come si fanno quelle liste? In 2 semplici modi o ogni corrente mette il suo candidato e ci si misura (allora tanto vale far le primarie) o si mette in lista 2/3 uomini forti e 4 che servono a prendere qualche voto (stile lista del Pd alle ultime regionali); e questo è libertà di scelta?

La vera libertà sta invece secondo me proprio nel fare le primarie provinciali, meglio se di un collegio più piccolo, ma vanno bene anche così. Lì non c’è limite di partecipazione, si possono candidare tutti chi prende più voti è il primo in lista, e in questo modo inoltre garantiamo l’alternanza di genere. Perché siamo onesti in un mondo maschilista purtroppo vincono ancora e sempre gli uomini, e lo vediamo dal numero di donne presenti al Consiglio regionale o comunale, sempre e comunque troppo poche rispetto agli uomini. Il sistema proposto può essere migliorato? Sicuramente si, obbligando tutti alle primarie per legge con regole chiare e decise dal parlamento, obbligando tutti all’alternanza uomo/donna, e magari con collegi più piccoli della provincia. Ma non possiamo esportare la democrazia anche negli altri partiti altrimenti giustifichiamo quando con le armi la esportiamo negli altri Paesi e non possiamo ritenerci i possessori della verità assoluta, magari ha ragione Silvio e chi vota Forza Italia non gli interessa la preferenza. Io credo che, se per eliminare il Senato, ridurre i costi e avere finalmente la possibilità di sapere che chi vince le elezioni governerà per 5 anni senza ostacoli di mini partiti, bisogna rinunciare a obbligare gli elettori di destra ad esprimere la loro preferenza e noi farlo attraverso primarie, allora ne vale la pena.

Francesco Licata
http://www.licatanet.it/21-01-2014/pref ... co-licata/

------------------------------------------------------------------------------------------------
RIFLESSIONI:

Certamente le preferenze danno all'elettore la possibilità di scegliere il suo condidato migliore ma io credo che il problema per l'elettore di un partito non stia solo e soltanto qui.
Se tutta l'organizzazione di un partito funziona partendo dalle singole realta di sezione o o cilcoli il problema quasi quasi non sussisterebbe. In base alle maggioranze che ne verranno fuori da ogni assemblea di sezione, provincia e regione si comporrebbe una lista da presentare poi nelle varie circoscrizioni. Chi vorra' votare un candidato pur non essendo iscritto si dovra' attenere a queste liste .

Pure Licata pone alcune riflessioni da non scartare a priori.

Quindi, non vorrei che il tutto venisse preso con troppa facilita e poi magari trovarci pure noi impantanati.

Bisognerebbe capire che ne pensano gli iscritti del PD da non confondere col l'elettorato

Per quanto invece riguardo gli sbarramenti e i premi a chi raggiunge una determinata quota, credo proprio che anche qui si debba rivedere il tutto poiche non basta dare la possibilita' ad un governo di governare, qui c'e' in gioco la democrazia e non e' cosa da poco.

Negli States con questi giochetti che permettono di governare si son trovati con un'astensione pari al 50%. Se qualcuno considera' questo una democrazia allora bisogna che la Treccani modifichi il senso di questo termine.

L'elettorato lo devi conquistare e non fregarlo con una legge che lo mette fuori dai giochi o lo obbliga a votare per te.

un salutone da Juan


Eravamo alla chiusura di due cicli storici,… poi Renzi a riaperto i giochi.

Vediamo se Bruti Liberati riesce a mettere fine a Berlusconi. Non al berlusconismo che si trascinerà ancora nella Terza Repubblica, come il fascismo si è trascinato ai giorni nostri.

Altrimenti, come sostiene qualcuno trascineremo questa agonia per altri tre anni.

Però:

1) La Terza Repubblica non può nascere sotto la spinta di chi ha fatto morire la prima e la seconda Repubblica. Davigo come Berlusconi? Si domandava un giornalista l’altro ieri.
2) Berlusconi, Verdini, Cicchitto padri della patria? A questo punto nominiamo don totò Riina e abbiamo completato il quadro.

3) Fino adesso la democrazia si è vista molto, molto poco. Semmai questa è stata (dopo De Gasperi) una plutocrazia mista a un’oligarchia e ad una cleptocrazia.

Quando faccio questa osservazione un’amico mi corregge sempre in questo modo: <<Ma noi siamo qui tranquillamente a parlare di tutto e non viene nessuno a portarci via>>. Al che la risposta è sempre la stessa. “Una democrazia può essere definita tale solo per il fatto che si può parlare tranquillamente in un luogo pubblico sena essere portati via dalla polizia politica?.......La democrazia è tutta qui???>>

Dal punto di vista etimologico, democrazia significa governo del popolo. Ma noi possiamo affermare che il peso popolare si è fatto sentire in modo determinante?

Quando siamo andati a votare contro il finanziamento pubblico, poi ci hanno rifatti fessi. Hanno aggirato l’ostacolo inventandosi il rimborso elettorale che valeva 4 volte quanto avevamo abrogato.

Qual’è in pratica il rapporto cittadino-Stato nel sistema attuale?
- Più volte all’anno viene chiamato a versare i tributi
- Ogni 5 anni viene chiamato a votare per il rinnovo del Parlamento, un rinnovo che non risponde mai a quanto promesso e a quanto rihiesto.
- E’ un delitto chiedere qualcosa d’altro, che assomigli vagamente ad una democrazia?

La legge elettorale è comunque una truffa. Per quanto tempo dobbiamo ancora essere truffati?

Re: QUALE LEGGE ELETTORALE

Inviato: 22/01/2014, 20:28
da pancho
iospero ha scritto:Circa le preferenze si potrebbe accettare la proposta delle liste bloccate, ma regolamentare con leggi ordinarie quanto previsto dall'art.49 della Costituzione, cioè i partiti "dovendo concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale" devono sottostare a certe regole , una di queste potrebbe essere " gli iscritti ai partiti scelgono i candidati al Parlamento".

Invece per quianto riguarda le soglie di sbarramento : pari al 12% per le coalizioni, al 5% per le liste coalizzate e all’8% per le liste non coalizzate, mi sembrano tali da eliminare quei piccoli partiti spesso sentinelle della democrazia.

Una cosa che invece sarebbe da prevedere : il deputato che non si riconosce più nel partito in cui è stato eletto si deve dimettere
Invece per quianto riguarda le soglie di sbarramento : pari al 12% per le coalizioni, al 5% per le liste coalizzate e all’8% per le liste non coalizzate, mi sembrano tali da eliminare quei piccoli partiti spesso sentinelle della democrazia.
Spesso fanno la funzione di sentinella ma in questi anni si e' abusato a non finire. Se dai un'occhiatina alle liste presenti alle ultime politiche certo non e' un buon vedere .
http://it.wikipedia.org/wiki/Elezioni_p ... e_del_2013

Detto questo, non credo che esista alcun modo per disfarsi di coloro che se ne sono approfittati creandosi una lista.
Entreranno nei grossi partiti senza chiedere piu' di tanto. Bastera' salvarsi la carega ed ad entrambi fare comodo.

Problema diverso invece per coloro che onestamente hanno fatto il loro lavoro da sentinella. Costoro saranno spazzati via per il solo gusto della governabilita'.

Funziona cosi, caro mio. Nessuno se la pensa di convincere l'altro. E' piu' semplice trovare un altro modo piu' veloce. O stai con me o te ne stai fuori, Tanto a me non interessa quanti poi vadano a votare :mrgreen: Se la democrazia per sua natura e' imperfetta tanto vale metterla ai minimi termini. Che ne dici? :twisted:


un salutone