QUALE LEGGE ELETTORALE

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iospero
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QUALE LEGGE ELETTORALE

Messaggio da iospero »

Per uscire dal marasma attuale è necessaria una nuova legge elettorale.
Domanda: esiste una legge elettorale decente che assicuri la vittoria a un partito o a una coalizione i quali diano una qualche speranza di saper affrontare la situazione economica e sociale in cui ci troviamo? Questa è la domanda che dovrebbero porsi i sostenitori di nuove elezioni.
Che senso hanno i proclami del M5S o di Berlusconi nel dire andiamo a votare per vincere , quando ben sappiamo che nessuno è in grado di avere maggioranze tali da stravincere sia alla camera che al senato.
Ho visto anche la proposta del M5S , la quale non risolve il problema.
Personalmente vedo solo la possibilità di offrire agli elettori la possibilità di scegliere, quindi una legge elettorale a doppio turno, che permette di vedere le forze in campo e dà ai partiti la possibilità di coalizzarsi, escludendo chi non raggiunge una soglia minima, in base ai risultati al primo turno vengono eletti i parlamentari, al secondo turno accedono solo le prime due formazioni , risultate dalla somma dei partiti che ne fanno parte, e i cittadini alla fine devono scegliere tra le due formazioni, quella vincente deve avere con un premio la maggioranza sia alla camera che al senato
aaaa42
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Re: QUALE LEGGE ELETTORALE

Messaggio da aaaa42 »

una discussione sulla legge elettorale è fondamentale.
sarebbe importante elaborare delle proposte o comunque esprimersi sulle proposte esistenti.
questa tua proposta sembra :
a) sembra legge dei comuni
b) manca opposizione manca il ruolo dell' opposizione
c) premio maggioranza uguale legge truffa

personalmente vanno analizzati i vantaggi del maggioritario
i vantaggi del proporzionale
gli svantaggi del maggioritario
gli svantaggi del proporzionale
e poi si puo ragionare su una nuova legge in positivo
Amadeus

Re: QUALE LEGGE ELETTORALE

Messaggio da Amadeus »

POLITICA
13/01/2014
Porcellum, depositata la sentenza
“Premio di maggioranza distorsivo”
Le motivazioni della Corte Costituzionale: «Camere legittime». In attesa della riforma resta un «proporzionale puro». E spunta l’ipotesi della “liste corte”

http://www.lastampa.it/2014/01/13/itali ... agina.html


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se la politica non riuscisse a portare a termine la riforma :mrgreen: della legge che regola il voto, il Paese avrebbe da subito a disposizione una legge elettorale funzionante.
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Per essere legittimo un premio deve essere ragionevole e prevedere una soglia minima di voti sotto il quale non scatta. Quale sia questa soglia la Corte non lo esplicita, semmai dovrà farlo il Parlamento. :mrgreen: :mrgreen:
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L’elettore ha inoltre la possibilità di esprimere almeno una preferenza, perché la Corte ha stoppato anche i listoni bloccati previsti dal Porcellum. Quello delle preferenze è l’unico punto dove si rende necessario un intervento interpretativo o un intervento normativo di tipo secondario, quale un regolamento o un decreto ministeriale, per definire come esprimerle.


8-)
aaaa42
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Re: QUALE LEGGE ELETTORALE

Messaggio da aaaa42 »

a mio avviso si dovrebbe lavorare sul matterallum che potrebbe essere un buon COMPROMESSO tra RAPPRESENTANZA DEMOCRATICA e GOVERNABILITA'
senza stupidaggini su chi ha vinto il ....derby e quindi senza stravolgere anche il mattarellum.
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questa è la legge spagnola
una legge 'sporca' una sporcata

Legge elettorale: come funziona il sistema spagnolo
di Lavoce.info | 9 gennaio 2014

Il sistema elettorale spagnolo, proporzionale con liste bloccate e sbarramento al 5 per cento, non assicura automaticamente la governabilità: Psoe e Ppe sono spesso scesi a patti con partiti locali. Il rischio è acuire i clientelismi e non garantire un’adeguata rappresentanza ai partiti nazionali

di Davide Vittori* (lavoce.info)

Applicabilità in Italia

In questi giorni una delle proposte di legge elettorale avanzata dal neo-segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi, è il cosiddetto sistema spagnolo. Si tratta di una legge solo formalmente proporzionale con liste bloccate e sbarramento al 5 per cento, ma i cui esiti sono stati (quasi sempre) maggioritari dato che la dimensione ridotta dei collegi innalza nella pratica lo sbarramento a quote molto più elevate. Tralasciamo, in questo contesto, la questione relativa alla composizione della popolazione dei collegi: sarebbe molto interessante sia nel caso italiano che nel caso spagnolo (in cui viene favorito, in uno dei classici clevages proposti da Lipset e Rokkan la campagna rispetto alla città), ma ci porterebbe fuori strada.
Il presupposto per una discussione franca su questa legge elettorale è che in Italia non è interamente applicabile giacché la corte costituzionale italiana ha bocciato le liste chiuse del Porcellum. Quindi in ogni caso in Italia applicheremmo un sistema spagnolo per lo meno “rivisto”.
Il sistema spagnolo, inoltre, non garantisce la governabilità a tutti i costi. All’alba della democrazia spagnolo, il primo ministro Suárez era a capo di un governo di minoranza. Inoltre, quando i partiti principali (Partito Socialista e Partito Popolare in Spagna) non ottengono la maggioranza assoluta dei seggi devono formare coalizioni ex-post con altri partiti, spesso “locali”, cioè catalani (sinistra repubblicana o i nazionalisti di Convergència i Unió) , baschi (il Partito Nazionlista Bascho, di matrice popolare) e galleghi (il Blocco Nazionalista Gallego, di sinistra). Altri seggi fondamentali per la maggioranza posso detenerli i partiti nazionalisti delle Canarie e quelli aragonesi.

Clientelismo e governabilità

Visto che i due principali blocchi di centro sinistra e centro destra e, probabilmente, lo stesso Grillo dovrebbero fare affidamento per governare su partiti locali e/o indipendentisti tanto al Nord (la Lega) quanto al Sud (dal Grande Sud al Megafono di Crocetta e via dicendo). Sebbene potrebbero essere chiesti patti di governi prima dell’inizio formale della legislatura, l’esperienza insegna che in Italia pratiche clientelari sono all’ordine del giorno, anche solo per soddisfare i desiderata di un quadro locale appartenente a un partito nazionale e capace di mobilitare molte preferenze.
In Spagna questo sistema elettorale ha portato ad una “presidenzializzazione” di fatto del premierato (1). Il primo ministro e la sua squadra di governo godono, difatti, di grande autonomia e, una volta raggiunti alcuni compromessi con i partiti minori su questioni più locali che nazionali, possono guardare con relativa tranquillità al proprio mandato. Tuttavia, specie dal 1982 in poi in Spagna i due partiti principali hanno sempre attratto la stragrande maggioranza dei voti . A rimetterci è sempre stato il terzo partito “nazionale”, ossia il Partito Comunista prima e Izquierda Unita poi: ma stiamo parlando comunque di un partito che ha riscosso sempre consensi relativi nell’elettorato spagnolo con punte non superiori al 10 per cento. In Italia, invece, la frammentazione a livello nazionale è stata la norma. Proporre un sistema spagnolo in Italia comporterebbe una grandissima sottorappresentazione dei due dei tre partiti perdenti ; e una sovrarappresentazione di quelli locali. Quindi se vincesse il Partito Democratico con una percentuale di circa il 30 per cento e Pdl e il Movimento 5 Stelle prendessero il 25 per cento ciascuno, si avrebbe come conseguenza, stante il premio di maggioranza assegnato nel caso spagnolo, la diminuzione della rappresentanza di quasi il 50 per cento effettivo dell’elettorato, distorcendo di fatto la volontà popolare. Volontà popolare, che in una democrazia parlamentare, dovrebbe essere riflessa proprio nella composizione del Parlamento.
In Spagna questo sistema si è reso necessario per evitare una frammentazione partitica eccessiva (cosa che in realtà non è avvenuta) e per dare stabilità ai governi e scoraggiare gli impulsi autoritari, come il tentativo di colpo di Stato del colonnello Tejero nel febbraio del 1981 (2). Proprio a questa necessità di stabilizzazione si deve la presenza della sfiducia costruttiva in Spagna: per far cadere il governo, in pillole, si deve avere la certezza di poter contare su una maggioranza pronta a sostituire il governo in carica.

Controindicazioni del modello spagnolo

Per far sì che in Italia questo sistema dia stabilità all’esecutivo e lo tolga dalle sabbie mobili elettorali, servirebbe per prima cosa una riforma istituzionale che renda il Senato non elettivo come in Spagna (le Cortes) e introduca la sfiducia costruttiva, altrimenti il rischio di un governo perennemente traballante e poco produttivo è sempre dietro l’angolo. Inoltre, avremmo tre effetti perversi: il primo e più preoccupante, sarebbe l’aggravarsi di pratiche clientelari non solo attraverso l’introduzione della preferenza, ma anche con gli accordi più o meno trasparenti che si renderanno necessari con partiti localistici una volta terminate le elezioni. Il secondo punto richiama il primo: il sistema spagnolo non garantisce che chiuse le urne si sappia con chi governerà il partito uscito vincitore, come chiedono diversi esponenti politici in Italia; il partito di maggioranza potrebbe governare da solo, ma non è scontato e, in Italia, questo esito è improbabile. Piuttosto, si potrebbe avere un governo di minoranza quindi dipendente per la sopravvivenza da partiti locali o addirittura un governo di minoranza che si appoggi ad una maggioranza dei parlamentari per ogni singolo provvedimento. Proprio quello che i proponenti di questo sistema vorrebbero evitare. Il terzo punto riguarda proprio la qualità della democrazia el’eterna oscillazione tra effettiva rappresentanza della volontà popolare e governabilità. Il sistema proporzionale italiano per anni ha puntato sulla prima per evitare pulsioni extra-parlamentari pericolose e includere partiti anti-sistema nel gioco democratico a scapito dell’efficienza governativa. Il sistema spagnolo punta sulla seconda, anche se con un voto di massa ai due partiti principali ha garantito anche la rappresentatività. In Italia, con una classe politica enormemente sfiduciata, si rischierebbe di escludere o sottorappresentare la voce di milioni di italiani che non hanno votato il partito di maggioranza (relativa) allontanandoli ancora di più dall’interesse verso la politica. Un esito non automatico, sia chiaro, ma la cui possibilità di accadere dovrebbe far riflettere i decisori politici: la governabilità è certamente da perseguire, specie in un sistema imballato come quello italiano, ma se a farne le spese sarà solamente la rappresentatività popolare, gli esiti di un cambiamento della legge elettorale sarebbero ancor più deleteri del ripristino del Mattarellum.

(1) Poguntke T. and Webb P., (2005), The Presidentialization of Politics. A Comparative Study of Modern Democracies, Oxford University Press
(2) Piccarella, L. (2009), Presidencialización y personalización en el Sistema Político Español, 1975-2008, Revista Enfoques: Ciencia Política y Administración Pública, vol. 7, n. 11, pp. 515-543

*Laureato in Relazioni Internazionali, ha ottenuto una specializzazione con un master in Diplomazia e Politica Internazionale. Ho concluso di recente un tirocinio di ricerca presso la Radboud University a Nimega (Paesi Bassi)
Ultima modifica di aaaa42 il 14/01/2014, 20:59, modificato 1 volta in totale.
iospero
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Re: QUALE LEGGE ELETTORALE

Messaggio da iospero »

Ritengo che se si vuole una maggior partecipazione dei cittadini alla vita politica del paese non basta solo una buona legge elettorale , ma è necessario dare ai cittadini la possibilità di intervenire sulle scelte importanti. Non sempre e non tutti i cittadini sono disponibili a partecipare, ma se desiderassero farlo oggi non c'è alcuna possibilità concreta di contare qualcosa .
- Se non si porta a quorumzero i referendum i cittadini hanno pochissime possibilità di farsi sentire;
- se nei partiti non si dà agli iscritti e simpatizzanti la possibilità di esprimersi tramite i referendum non esiste alcuna possibilità di contare qualcosa ;
e allora è inutile continuare a parlare di democrazia , di leggi elettorali , di coinvolgimento dei cittadini .
Amadeus

Re: QUALE LEGGE ELETTORALE

Messaggio da Amadeus »

much ado about nothing .....citando shakespeare ovvero

lo spagnolo morì , pace all'anima sua ..... :mrgreen:


Un ballottaggio tra le prime due coalizioni - e quindi un doppio turno di fatto, anche se "eventuale" - se nessuna delle prime due coalizioni raggiunge la soglia (35-36%) che permette di accedere e conquistare il premio di maggioranza, premio che resta fissato intorno al 16-19 (anche questa una novità, sopra il 15%, sotto il 20%). Il ballottaggio, però, scatta solo quando la coalizione supera una soglia verso il basso, quella del 33%. Altrimenti non si ha diritto ad accedere al ballottaggio eventuale.

D'altra parte né Renzi né Berlusconi possono e vogliono permettersi un sistema elettorale che, nel momento in cui non individua nessun vincitore perché nessuna coalizione raggiunge la soglia necessaria per ottenere il premio di maggioranza, si trasformerebbe in un proporzionale puro e costringerebbe entrambi i leader alla ripetizione di una grande Coalizione infinita.

Ecco perché quello che, fino a questa mattina, appariva ed era stato "venduto" ai media non solo come uno spagnolo corretto ma anche come un sistema elettorale a turno unico, cambia pelle e forma.

L'uovo di Colombo che, a quanto apprende l'Huffington Post da fonti certe e sicure, oltre che molto vicine sia a Matteo Renzi che a Silvio Berlusconi, Pd e Fi si sono inventati per ovviare a molte delle critiche piovute in questi giorni sulla riforma della legge elettorale (ormai nota come 'spagnolo corretto' anche se di spagnolo non ha più nulla) consiste, appunto, nell'individuare e far accedere le prime due coalizioni più votate a un vero e proprio ballottaggio. 'Eventuale' perché tale balottaggio si terrebbe solo se nessuna coalizione raggiunge quella soglia - ormai già stabilita, all'interno delle trattative, e fissata al 35-36% - che, facendo scattare il premio di maggioranza, renderebbe ovviamente inutile ogni ballottaggio.


Ballottaggio cui però potrebbero accedere solo le coalizioni o liste o partiti che non hanno preso meno del 33% dei voti. Insomma, in range molto stretto, x il ballottaggio 'eventuale': sotto il 33% non puoi concorrere per accedervi, sopra il 35% non si fa perché chi lo supera accede al premio.

Insomma, se nessuna coalizione raggiunge il 35-36% (un premio consistente e variabile tra un minimo del 16% e massimo del 19%, ma comunque non inferiore al 15% e non superiore al 20%) si passa al ballottaggio tra le due coalizioni più votate, una sorta di grande 'spareggio' nazionale.

A quanto apprende l'Huffington Post, ieri a Firenze Matteo Renzi scortato dal professor Roberto D'Alimonte da un lato e Denis Verdini, pleinipotenziario di Silvio Berlusconi, mago dei numeri ed esperto della materia dall'altro (riconosciuto e stimato come tale dallo stesso prof. D'Alimonte), hanno discusso di questo e messo a punto questi ultimi dettagli sulla riforma della legge elettorale.

Renzi potrà così presentare oggi in Direzione un sistema elettorale che prevede il doppio turno (tra le principali critiche della sinistra interna, oltre le liste bloccate, c'era proprio la sua assenza), pur se 'eventuale', mentre Berlusconi rafforzerà la posizione centrale fondamentale di Forza Italia dentro il centrodestra, pur dovendo accettare il principio del ballottaggio, mai trovato congeniale.

Per tutto il resto del sistema elettorale studiato, discusso, trattato e ormai scritto tra Pd e FI, resta quello che si sa e che l'Huffington scrive da diversi giorni: liste corte e bloccate di cinque eletti per partito, circoscrizioni provinciali, doppia soglia di sbarramento al 5% dentro una coalizione e all'8% fuori da una coalizione ma per partito singolo, soglia del 10% (altra novità nota a pochi...) che ogni coalizione, piccola o grande, dovrà superare per accedere alla ripartizione dei seggi, collegio unico nazionale per la distribuzione dei seggi e non più loro distribuzione a livello di circoscrizione (scelta iniziale di Verdini e D'Alimonte per uno spagnolo puro che avrebbe, però, penalizzato e fortemente i piccoli e medi partiti introducendo lo sbarramento di fatto al 12-15%), premio di maggioranza consistente (16-19%) ma non abnorme per superare le obiezioni della Consulta e soglia per accedervi che resta fissata tra 35 e 36%. La novità è però il ballottaggio. Eventuale, si capisce.
iospero
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Iscritto il: 24/02/2012, 18:16

Re: QUALE LEGGE ELETTORALE

Messaggio da iospero »

Tutto bene ? Nooooooooo
e Ncd si propone come sostenitore della democrazia sostenendo il voto con le PREFERENZE

Ma , come ho scritto sopra , solo il voto di preferenza è troppo poco per chi vuole più democrazia.
erding
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Iscritto il: 21/02/2012, 22:55

Re: QUALE LEGGE ELETTORALE

Messaggio da erding »

Fare una legge elettorale pensando all'imminenza del voto non è cosa buona.

In presenza di una politica marcia e di politicanti corrotti non c'è legge elettorale che valga.

Ci si illude che esista una legge elettorale che automaticamente rimedi i guasti prodotti da una malapolitica.
pancho
Messaggi: 1990
Iscritto il: 21/02/2012, 19:25

Re: QUALE LEGGE ELETTORALE

Messaggio da pancho »

L'errore grossolano(per usare un'eufemismo) di Renzi riguardo questa ipotesi di legge elettorale e' stato quello di voler coinvolgere non Forza Itali come sarebbe stato giusto ma il condannato Berlusconi.

Perché non si e' passato tramite i capogruppi parlamentari?
Forse xche Renzi non e' un parlamentare come non lo e' piu' il suo interlocutore?

E po' un'altra cosa da non sottovalutare.

Se passasse la linea di chiedere il parere degli iscritti, che ne verrebbe fuori se il segretario venisse sconfessato?

Lo sanno anche le mucche al pascolo che questo segretario non avrebbe avuto l'incarico se le primarie fossero state fatte con i soli iscritti.

Sono queste incongruenze politiche che prima o poi vengono al pettine e danno l'immagine di un partito allo sbando e che si improvvisa giorno per giorno.

Certamente a Renzi gli si puo dar atto di aver smosso questo impantanamento ma avrebbe dovuto sentire tutte le voci all'interno del suo partito.
Lo avra' fatto?
Non lo so poiche se fosse vero le critiche di oggi qualcuno dovrebbe riprendersele.

Non lo ha fatto?
Probabilmente allora ha una lettura personale di come deve'essere un segretario di partito.

Ora se ne puo' uscire da questa situazione senza ritornare al punto di partenza?

E poi per concludere.
Ha ragione Erding quando scrive che si puo' far la migliore legge elettorale di questo mondo ma se non c'e' etica, morale e senso dello stato non se ne viene a capo.
Quindi la strada non sara' lunga ma lunghissima. Cmq vedremo....


un salutone da Juan
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
soloo42000
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Iscritto il: 15/05/2012, 9:38

Re: QUALE LEGGE ELETTORALE

Messaggio da soloo42000 »

>>Ora se ne puo' uscire da questa situazione senza ritornare al punto di partenza?


Too late, my friend.
Bisognava pensarci il 24/25 febbraio 2013 (noi elettori).
E alla bocciatura di Prodi (tutto il PD).

Adesso Renzi ha vinto le primarie.
La Corte Costituzionale ci ha gentilmente riconsegnato un sistema proporzionale puro (ma con sbarramento
al 4/8%) con preferene.

E il buon Renzi, per non soccombere al proporzionale pure con larghe intese perenni fino al riformarsi della DC al centro, ha avuto l'idea geniale di farsi guidare dalle dinamiche politiche tipiche del centrodestra.
E del tipico ricatto del: o fai come dico io o cade il governo.

E così, come vedi, si torna al vecchio porcellum appena abbattuto dalla Corte Costituzionale.
Frutto per l'appunto di tali dinamiche di centrodestra.

La proposta di Renzi, infatti, contiene:
- liste bloccate (no preferenze), circoscrizioni non piccole, ripartizione seggi nazionale (chi vota non sa chi verrà eletto della lista scelta e con quale logica premiale rispetto ai voti ottenuti).
- megapremio di maggioranza con legittimazione mediante secondo turno se nessuna delle liste supera il 35%; invece col 35,1% il vincitore si piglia il 54% dei seggi in modo legittimo al primo turno.

Peggio di così, per essere Renzi il nuovo, non poteva andare.
In pratica ci sta riproponendo la vecchia legge.

Non posso credere che non se ne sia accorto.
Per cui deduco che gli vada bene.

Ma che sia chiaro che parliamo di megaporcellum.
Altro che legge del sindaco d'Italia.

C'è, tuttavia, ancora rimedio se sarà possibile "emendare".
Premio di maggioranza assegnato o al primo turno con almeno il 51%, o al secondo turno.
Reintroduzione delle preferenze.

Torno nel mio eremo.

Salut.


soloo42000
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