Come se ne viene fuori ?

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
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pancho
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da pancho »

soloo42001 ha scritto:Ai numeri si può far dire tutto e il contrario di tutto.
Basta saperli utilizzare e presentare bene.
E' proprio per questo che anni fa qualcuno ha "rimodulato"
i criteri con cui si misurava la disoccupazione.

soloo42001
E' proprio per questo che anni fa qualcuno ha "rimodulato"
i criteri con cui si misurava la disoccupazione.
Hai perfettamente ragione.

La stessa cosa dicasi per il "paniere Istat" che essendo sottostimato, questo ci impoverisce giorno dopo giorno.


un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
shiloh
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da shiloh »

soloo42001 ha scritto:Quello che c'è adesso è nulla.

Aspetta che avremo deregolamentato tutto.
Aspetta che avremo trasformato l'uomo in mezzo e il lavoro in merce.
Quando, tramite il PD, avremo garantito ricchezza a pochi e miseria a tutti gli altri.

A quel punto avrai chiaro cosa intendo per "macerie".
Sociali e... politiche a sinistra.


soloo42001

tratto da "Amarcord" di F.Fellini
monologo di Calzinazz (dal dialetto romagnolo:calcinaccio) manovale muratore:

"mio nono fava i matoni,
mio babo fava i matoni,
fasso i matoni anche me,
ma la casa mia dov'è ?"
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Alessandro Gilioli dell’Espresso, è il primo giornalista che ha il coraggio di dire alla sinistra cimiteriale dei morti viventi, quello che pensa a muso duro. Nel primo punto avrebbe però dovuto spiegargli chiaramente che sono generali senza esercito, che più della base si preoccupano della loro “sacra” poltrona.

Tutto questo mentre il Paese é attraversato dagli stessi scandali che avevano prodotto il crollo della Prima Repubblica.

Già dal marzo del 2012, Gustavo Zagrebelsky aveva annunciato la morte dei partiti tradizionali.
http://st.ilfattoquotidiano.it/wp-conte ... nterna.jpg

Pensare però che il suo manifesto, ”Dipende da noi, …..dissociarsi per riconciliarsi” potesse avere successo in quel contesto era solo un azzardo da parte di chi avendo capito lo stato dell’arte cercava di porre rimedio, era piuttosto ingenuo rispetto agli incalliti destinatari che hanno fede solo e soltanto nella “Sacra poltrona”

I poltronosti preferivano morire sul campo piuttosto che cambiare registro.

Così siamo arrivati ai giorni nostri.

La decomposizione progressiva ed inarrestabile, tanto agognata dagli anti berlusconiani è alla fine arrivata. I mandarini di Silvio cercano in tutti i modi di sopravvivergli, alla stessa stregua degli ultimi fascisti con la Repubblica di Salò.

La destra non ha una guida carismatica per riunire le armate in sfacelo. Non può di certo essere Salvini a guidare le armate Brancaleone, visto che è cresciuto solo alimentando l’odio verso gli immigrati. “Fin che c’è guerra c’è speranza“ era il titolo di un film degli anni addietro. Lo stesso vale per Salvini. Fin quando arrivano immigrati la Lega può anche crescere nei consensi, …ma poi???

Bersani è sempre più Artemio de “I mostri”. Ha convinto il giovane D’Attorre propagandare che rispettando le regole, al prossimo congresso del Pd si potranno riprendere il partito.

Non ha capito che non ha più un esercito alle spalle.

Oltre al fatto che come può pensare che la banda Renzi possa rimanere nel Pd agli ordini dei bersaniani, dopo aver assaggiato l'ebbrezza del potere?

La differenza con la chiusura della Prima Repubblica del ’92, consiste nella presenza di una crisi economica profonda che allora non c’era.

Il regime, che assomiglia in toto nella comunicazione (e non solo) al vecchio regime fascista, cerca di fornire dati incoraggianti sulla ripresa. Dati che sono stati smentiti stamani in riguardo alla disoccupazione.

Quando Mussolini inaugura Latina (Littoria), il 18 dicembre 1932, non sapeva che una buona parte degli edifici che gli erano stati fatti visionare in parata, erano solo delle facciate di cartone, ben dipinto, legato nella parte posteriore con assi di legno. E che i festanti littoriani alle finestre, non erano altro che carabinieri affacciati, che poggiavano i piedi su strisce di assi di legno. Facendo ben attenzione di non precipitare all’indietro nel vuoto.

Allo stesso modo noi stiamo adottando il sistema del camouflage all’Expò di Milano. Stiamo nascondendo tutte quelle parti che sono in ritardo nella costruzione.

Stamani, un renziano di ferro mi ha chiesto di fare un nome di qualcuno che possa sostituire Renzi, se non funziona. Sapendo che di nominativi non ce ne sono, giustificando in questo modo la presenza anche in futuro di Leopoldo Paràkulos.

Se questa notte Paràkulos fosse colto da infarto e passasse a miglor vita, che farebbero i renziani e molti altri tricolori? Si suiciderebbero perché non c’è più Renzi?

Lo Stato chiuderebbe i battenti perché non più il suo Duce?

Siamo in trappola. Come se ne viene fuori?

^^^^^^

L’articolo di Gigliioli

Care minoranze Pd

31/03/2015 di triskel182

Cara minoranza Pd, anzi care minoranze Pd visto che siete diverse tra voi, beh, io ve lo dico, poi vedete voi se credermi o no:
1. A eccezione dei vostri cari, fuori dai palazzi l’interesse nei vostri confronti – già scarsino all’inizio – ultimamente è calato parecchio. Diciamo che al momento siete seguiti grosso modo come il campionato di curling – ma non quello di serie A.

2. Dopo la riunione all’Acquario di Roma, in particolare, le vostre gesta vengono recepite dalla stessa area del cervello che induce talvolta a cliccare sulle dichiarazioni di Sara Tommasi o sui siti sciichimisti. Credo che sia la zona dell’eccentrico-curioso-trash.

3. Ogni volta che parla D’Alema, da Palazzo Chigi parte un ordine di Moët & Chandon; quando si aggiunge D’Attorre, arrivano anche le tartine.

4. Le vostre reiterate minacce di scissione non vengono più quotate nemmeno dai bookmaker più spregiudicati di Londra, quelli che pure accettano scommesse sull’arrivo degli alieni entro la fine dell’anno.

5. Bersani che invita Renzi a “non decidere da solo” sembra il cardinale Bagnasco quando invita i giovani a non fare sesso prima del matrimonio: tuttavia ha molte meno probabilità di successo.

6. In linea generale, chi tra voi ha fatto per anni la corte all’Udc di Casini (ma anche a Fini), poi ha votato tutte le riforme di Monti (compresa quella costituzionale) e infine ha fatto il governo con Berlusconi (magari entrandoci pure) quando rivendica di essere di sinistra risulta credibile come Pacciani che parla di rispetto per le donne.

7. Nulla di personale verso (quasi) nessuno di voi, ma ho la sensazione che se voleste davvero servire le idee che oggi manifestate, e a esse risultare utili, per la più parte di voi un dignitoso ritiro a vita privata sarebbe la scelta migliore – e probabilmente gioverebbe anche a voi, sul lungo, in termini reputazionali.
Senza acrimonia, anzi con umana solidarietà per la vostra attuale difficile condizione.

Da gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Le conseguenze del terremoto ISTAT



Corriere 1.4.15
I dati Istat per contrastare la narrativa del premier
di Massimo Franco



La compattezza con la quale la Cgil e le sinistre, ma anche il centrodestra attaccano Matteo Renzi sui dati della disoccupazione lascia capire quale sarà il fronte dello scontro con il governo: quello sociale.



I numeri dell’Istituto di statistica, che danno una ripresa ancora in bilico, diventano il modo per contrastare la narrativa di Palazzo Chigi su una crisi ormai quasi alle spalle.

Rispetto a gennaio, a febbraio la situazione in effetti è peggiorata di nuovo; e l’Italia è in deflazione.




E il tentativo degli avversari è quello di accreditare «il bluff» renziano; di negare che le misure del governo stiano facendo ripartire il mercato del lavoro.



Si tratta di una scommessa sul fallimento della politica economica dell’esecutivo.


E risente delle tensioni accumulate nelle ultime settimane su altri temi, come le riforme istituzionali e il ruolo del sindacato.


Per questo la leader sindacale Susanna Camusso si ritrova a condividere gli attacchi con compagni di strada come il Movimento 5 Stelle ma anche Forza Italia.


La tesi della segretaria della Cgil è che sia stato «smentito il nauseante balletto dei dati sull’occupazione».


L’offensiva mira a contrastare il piglio col quale Renzi dice al New York Times di non «potere aspettare per i vecchi problemi del passato».


La sua marcia continua senza incontrare veri avversari.


E sembra puntare alla conquista di una centralità che lo sgretolamento progressivo di FI e la deriva estremista della Lega favoriscono.


C’è un passato, però, che lo insegue suo malgrado. E si impone all’attenzione non solo di capo del governo ma soprattutto di segretario del Pd.


Le inchieste della magistratura che toccano esponenti locali del partito sono un richiamo alla distanza tuttora vistosa tra il cambiamento che Renzi invoca e dice di praticare, e la realtà prosaica delle nomenklature locali.



A due mesi dalle elezioni regionali, il tema è destinato a lievitare ed a chiedergli scelte più nette di quelle compiute finora.


Da Roma alla Campania, e oltre, il Pd offre un volto controverso; né bastano i commissariamenti per cancellare la sensazione di una situazione lasciata marcire per anni.


È indicativo che ieri, riferendosi alle indagini in corso, il presidente del Senato, Pietro Grasso, abbia parlato di «reti opache di relazioni che uniscono mafiosi e criminali a politici, imprenditori, professionisti, funzionari pubblici».



Di certo, per Palazzo Chigi è una sfida doppia. Deve rassicurare il Pd ed evitare di assecondare processi sommari; ma in parallelo deve dare risposte convincenti all’opinione pubblica e alla magistratura.

Saranno anche queste considerazioni a determinare la scelta del prossimo ministro delle Infrastrutture al posto di Maurizio Lupi, l’esponente del Ncd costretto alle dimissioni due settimane fa.


Rimane da capire se il premier affiderà ad un esponente del Pd un incarico ormai anche simbolicamente strategico.
Rom
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da Rom »

camillobenso ha scritto: Massimo Franco: Da Roma alla Campania, e oltre, il Pd offre un volto controverso; né bastano i commissariamenti per cancellare la sensazione di una situazione lasciata marcire per anni.
Per anni, molti non hanno affatto lasciato marcire, hanno detto e denunciato, si sono dissociati, hanno fatto obiezione di coscienza, hanno scritto e protestato e analizzato le cause e le conseguenze, mentre i Massimo Franco partecipavano ai talk show facendo osservazioni intelligenti, alcune perfino acute, ma nessuna in cui comparisse la parola "marcire", e nemmeno quella "vergogna", e insomma senza che si avvertisse il senso del dramma. Niente che desse realmente fastidio agli ospiti di turno.
Ma del resto è giusto così: il Corriere e Massimo Franco sono parte eminente di un giornalismo che è "cronaca", o meglio, che si compiace di sembrare cronaca, e la cronaca prende atto dei fatti quando sono accaduti, non prima, quando le previsioni sono definibili come "illazioni".
Il dibattito vero, quello politico, negli anni, si è svolto al di fuori dei circuiti giornalistici mainstream: in forum come questo, nel web, nelle situazioni in cui il "popolo intelligente" della sinistra s'incontrava e discuteva di ciò che stava avvenendo - molto, molto meno questo succedeva nelle sezioni del PDS/DS/Ulivo/PD, nelle quali perfino l'educatissimo e raffinato Massimo Franco sarebbe stato trattato come un untore, un provocatore.
Anche sui forum, tuttavia, c'era una forte presenza dei pasdaran di partito, che con commovente ostinazione cercavano di sostenerne le buone ragioni, e alla peggio sostenevano le "loro", individuali, buone ragioni e buone azioni di militanti "nei secoli fedeli".
Facciamo un confronto: andiamo a recuperare quello che si diceva nelle mailing list (prima ancora dei forum) al tempo della svolta maggioritaria e della personalizzazione della politica, e recuperiamo gli editoriali dei giornali dello stesso periodo.
Basta un'occhiata, per capire perché, adesso, nei forum c'è poco da dire: i frequentatori sono (siamo) grosso modo gli stessi di allora, o appartengono alla stessa impostazione intellettuale di allora, e hanno poca voglia di riprendere un discorso che per loro è vecchio di quasi vent'anni, dato che allora era un discorso rivolto al futuro, mentre adesso ha il sapore del fatto compiuto, e il cattivo sapore dell'inutilità - non solo dell'inutiltà di "questi" discorsi, ma dei discorsi e della partecipazione in generale.
Non è una cosa bella, non è una cosa buona e giusta, ma è una cosa vera, reale.
La diffenza tra oggi e allora è che vent'anni fa c'era un partito verso il quale dirigere l'ottimismo della volontà e il pessimismo della ragione, cioè la sensazione di un destino che poteva essere cambiato, mentre oggi si pone il problema di un destino che deve essere inventato alla radice, o quasi.
Il grido di Nanni Moretti, oggi, echeggia beffardo, più che liberatorio o energetico: "con questi dirigenti non vinceremo mai" diventa il grigio mormorio offerto dal PD di Renzi, "sarebbe questo è il prezzo della vittoria, e questo l'uso che ne viene fatto, e questa la sinistra vittoriosa?".
Il dramma di questa situazione non sta nel degrado o nel "marcire" di un corpo partitico, ma nel deserto che è stato fatto in questi anni, nel territorio della politica e nelle coscienze. Si è recisa una continuità, si è bloccato con una diga il corso del fiume, che già col craxismo e con la sua fine era stato depauperato di un'imponente massa d'acqua.
La continuità è (era) importante: progettare o ri-progettare un partito è difficile, ma possibile senza problemi insormontabili. E' stato fatto tante volte, in Italia e in Europa. Ma la continuità assicura che che sia chiaro lo scopo al quale è rivolta la rifondazione, anche laddove la chiarezza è solo convenzionale, e lo scopo mitologico.
La desertificazione, invece, chiede che sia prima o contestualmnte ridefinito lo scopo: un partito di sinistra, e quale sinistra, rappresentante di quale popolo, che si colloca con quale identità e in quale sistema sociale? Una riscrittura sociologica e ideologica, se vuole essere politica e non solo formalmente partitica.
Una necessità di ridefinizione che risulta evidente, se proviamo a rispondere a certe domande che l'attualità ci impone: reddito minimo, riforme costituzionali, fiscali, sanitarie, assistenziali, etc. Le risposte si frammentano su diversi piani, che non è facile conciliare: si torna a problematiche antiche, che la soluzione di continuità rende quasi surreali, come se la storia si fosse fermata - fermata solo per la sinistra, mentre il capitalismo non ha per nulla perduto la propria continuità e l'ha usata per cambiare le regole del gioco.
Eravamo giovani, eravamo arroganti, eravamo ridicoli, eravamo eccessivi, eravamo avventati. Eravamo bandiere rosse. E avevamo ragione.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Nel 1992 quando iniziò Mani pulite, l’Ulivo non esisteva. Nemmeno quindi l’Ulivo.it. Non potevamo pertanto commentare quanto stava accadendo in quei giorni.

Adesso invece SI.

Ieri sera Mieli rivolto a Cantone, ha fatto presente che la corruzione oggi è 2 o 3 volte superiore a quella di 22 anni fa.

E’ tutto un dire.

Significa che in regime ordinario questo problema, anche solo in parte, non si risolverà mai.

Allora credevamo che con l’intervento della magistratura il problema si attenuasse almeno per un po’ di anni.

Non è andata così. Il sistema delle tangenti è ripartito spedito quando Mani Pulite ha cominciato ad allentare la pressione.

Il prezzo delle tangenti è subito aumentato in base all’esperienza che i tangentisti si erano fatti. Il costo delle spese giudiziarie avevano eroso in buona parte l’ammontare delle tangenti.

Di conseguenza, dopo il 1996, l’importo delle tangenti aumentò dell’aliquota da accantonare per le spese legali, in modo da mantenere inalterato il tesoretto accumulato.

In caso di intervento della magistratura le spese legali erano accantonate. Se la magistratura non fosse arrivata al giro di tangenti, meglio. Il tesoretto accumulato risultava maggiorato rispetto a quello degli anni eroici della Prima Repubblica..

Al giudice Piercamillo D’Avigo chiesero, sul finire degli anni novanta, perché Mani Pulite non agì ancora più in profondità, cercando di estirpare il grosso cancro che ha dominato in progressione l’Italia del dopo De Gasperi.

Il magistrato rispose che il terzo potere dello Stato già in cattiva luce presso alcuni settori dell’opinione pubblica, ad un certo punto dovette fermarsi, per non incorrere nel delitto di prevaricazione verso gli altri due poteri. Sostenne inoltre che spettava alla politica mettere ordine in questo settore.

Evidentemente si sbagliava. Si sbagliava due volte anche per la comparsa nel teatrino della politica di Berlusconi, che per esigenze personali remava contro.

Poi, il fatto che il suddetto Berlusconi fondò con Marcello Dell’Utri, il noto referente nel Nord Italia della Mafia SpA palermitana, il “partito di Forza Italia”, non era certo di buon auspicio per un cambiamento.

Giorgio Meletti, su il Fatto, ci ha raccontato un nuovo capitolo del sistema criminale in cui siamo immersi. Il PROJECT FINANCING.

I partiti della Seconda Repubblica si stanno sciogliendo come neve al sole.

Ascoltare i devoti della religione renziana è estremamente penoso. Le carte assorbenti italiane che si bevono di tutto e di più sono in numero spaventoso.

Si immaginava che con l’estinzione del padre padrone di FI il fenomeno dei proprietari di partito si estinguesse. Invece è proliferato e si è fatto sistema.

La domanda quindi è sempre la stessa del post iniziale di 3 anni fa:

“COME SE NE VIENE FUORI?
soloo42001
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Iscritto il: 09/01/2015, 10:40

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da soloo42001 »

Ascoltare i devoti della religione renziana è estremamente penoso. Le carte assorbenti italiane che si bevono di tutto e di più sono in numero spaventoso.

Si immaginava che con l’estinzione del padre padrone di FI il fenomeno dei proprietari di partito si estinguesse. Invece è proliferato e si è fatto sistema.

La domanda quindi è sempre la stessa del post iniziale di 3 anni fa:

“COME SE NE VIENE FUORI?

Penoso soprattuto perchè è gente che fino a 3-4 anni fa era a noi vicina politicamente.
Spesso sono amici e famigliari coi quali per decenni si è condiviso un senso di repulsione
verso il malaffare, oggi invece digerito senza particolari problemi.

Come se ne viene fuori?
Alla Syriza... intanto portiamo a casa i consensi... anche in
modo "politically incorrect"... e se il Corriere si offende ce ne
faremo una ragione.

Ma avendo poi un piano attuabile da subito.
I debiti si pagano, giusto... ma anche le tasse, tutti e in modo equo.
Chi nel pubblico non lavora se ne va a casa, giusto, ma anche chi spreca
o sperpera le risorse pubbliche se ne va a casa subito, e i servizi rimangono
pubblici...
Chi rompe paga, giusto... ma anche chi ha rotto in passato dovrà pagare,
non per spirito di vendetta... ma per contribuire a riparare il danno...
per giustizia, diciamo.


soloo42001
Maucat
Messaggi: 1079
Iscritto il: 19/04/2012, 12:04

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da Maucat »

Dove li prendi i consensi?
Hai tutti i principali Media contro schierati al fianco del parolaio rignanese, hai i cosiddetti "poteri forti" che hanno decerebrato la gran parte dell'elettorato italico, non hai neanche la rabbia delle giovani generazioni che invece di protestare e lottare per i loro diritti calpestati stanno li a chattare sui loro smartphone e a sballarsi.
Io sono con te che serve da ieri la moralizzazione della "cosa pubblica" e far pagare il conto a chi per decenni ha mangiato e rubato sulle spalle della collettività ma per farlo devi vincere le elezioni, per vincere le elezioni ci vogliono milioni di voti che non vedo proprio come una forza alla Syriza possa prendere. Io parlando anche con i colleghi di lavoro non vedo gli occhi della tigre ma solo occhiate furtive per cercare di fregare chi ti sta vicino per ottenere un piatto di lenticchie in più anche a costo di barattarlo per diritti che le generazioni precedenti lottarono duramente per ottenerli. Ma oggi tutto è liquido e tutto si baratta senza pensare al domani: al domani ci pensiamo solo noi ormai oltre il mezzo secolo.
soloo42001
Messaggi: 151
Iscritto il: 09/01/2015, 10:40

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da soloo42001 »

Dove li prendi i consensi?
Hai tutti i principali Media contro schierati al fianco del parolaio rignanese, hai i cosiddetti "poteri forti" che hanno decerebrato la gran parte dell'elettorato italico, non hai neanche la rabbia delle giovani generazioni che invece di protestare e lottare per i loro diritti calpestati stanno li a chattare sui loro smartphone e a sballarsi.
Io sono con te che serve da ieri la moralizzazione della "cosa pubblica" e far pagare il conto a chi per decenni ha mangiato e rubato sulle spalle della collettività ma per farlo devi vincere le elezioni, per vincere le elezioni ci vogliono milioni di voti che non vedo proprio come una forza alla Syriza possa prendere. Io parlando anche con i colleghi di lavoro non vedo gli occhi della tigre ma solo occhiate furtive per cercare di fregare chi ti sta vicino per ottenere un piatto di lenticchie in più anche a costo di barattarlo per diritti che le generazioni precedenti lottarono duramente per ottenerli. Ma oggi tutto è liquido e tutto si baratta senza pensare al domani: al domani ci pensiamo solo noi ormai oltre il mezzo secolo.

In effetti avevo buttato li una "provocazione".
Come se ne viene fuori?
Alla Syriza... intanto portiamo a casa i consensi... anche in
modo "politically incorrect"... e se il Corriere si offende ce ne
faremo una ragione.

Sarebbe a dire.
Fino a oggi il centrosinistra tradizionale ha puntato a una proposta politica razionale di equità,
solidarietà, sostenibilità, rispetto dell'avversario, pacifism, accoglienza.

Ma se gli elettori sono cambiati, come tu dici, allora occorre farsi votare in modo diverso.
Grillo e Syritza sono stati campioni in questo.
Hanno usato metodi propagandistici molto discutibili che "noi" come attivisti di CSX tradizionali
mai avremmo usato passandoli per populismo demagogico.

Loro però i consensi li hanno portati a casa.
Grillo ha usato anche argomenti di destra, non solo di sinistra, ma poi i consensi li ha buttati nel cesso.
Syritza invece ha usato argomenti decisamente di sinistra, e i consensi li sta usando per cercare di fare qualcosa.

Si SPERA che questa nuova "coalizione sociale" elabori qualcosa di meglio di Syritza, ma prepariamoci a dover utilizzare toni e modi MOLTO diversi dai Moro/Berlinguer.
Questo perchè gli italiani, come dici, sono diventati molto più meschini di 30 anni fa.
E non li convinci più con la ragione.


soloo42001
Ultima modifica di soloo42001 il 09/04/2015, 15:16, modificato 2 volte in totale.
paolo11
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Iscritto il: 22/02/2012, 14:30

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da paolo11 »

https://www.youtube.com/watch?v=dNeEJWi6Vvg
Benetazzo: "I politici contano ZERO. Non esiste la Democrazia"
Ciao
Paolo11
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