Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la SX?
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
SYRIZA: COSA FARA’ IL GOVERNO DI SYRIZA
Il Programma annunciato a Salonicco il 15 Settembre 2014 da Alexis Tsipras
IL CONTESTO DELLA TRATTATIVA
Chiediamo elezioni parlamentari immediate e un forte mandato di negoziazione con l'obiettivo di:
• Cancellare la maggior parte del valore nominale del debito pubblico in modo che diventi sostenibile nel contesto di una "Conferenza europea del debito». E 'successo per la Germania nel 1953. Può anche accadere per il Sud Europa e la Grecia.
• Includere una «clausola di crescita» nel rimborso della parte restante in modo che tale rimborso sia finanziato con la crescita e non attraverso leggi di bilancio.
• Includere un periodo significativo di grazia («moratoria») del pagamento del debito per recuperare i fondi per la crescita.
• Escludere gli investimenti pubblici dai vincoli del Patto di Stabilità e di Crescita.
• Un « New Deal Europeo » di investimenti pubblici finanziati dalla Banca europea per gli investimenti.
• Un aiuto quantitativo da parte della Banca centrale europea con acquisti diretti di obbligazioni sovrane.
• Infine, dichiariamo ancora una volta che la questione del prestito forzoso durante l’occupazione nazista della Banca di Grecia è una questione ancora aperta per noi. I nostri partner lo sanno. Diventerà la posizione ufficiale del paese a partire dal nostro primo giorno al potere.
In base a questo piano, ci batteremo e garantiremo una soluzione socialmente praticabile sul problema del debito della Grecia in modo che il nostro paese sia in grado di pagare il debito residuo attraverso la creazione di nuova ricchezza e non di avanzi primari, che privano la società di reddito.
Con questo programma, noi porteremo avanti mettendo in sicurezza il paese il recupero e la ricostruzione produttiva con:
• Aumento immediato di investimenti pubblici di almeno € 4 miliardi.
• Graduale inversione di tutte le ingiustizie del Memorandum.
• Graduale ripristino di stipendi e pensioni in modo da far aumentare i consumi e la domanda.
• Sostegno alle piccole e medie imprese, con incentivi per l'occupazione, e sovvenzione per il costo energetico del settore in cambio di occupazione e di clausole ambientali.
• Investimenti nella conoscenza, la ricerca, e la nuova tecnologia al fine di far tornare a casa giovani scienziati, che sono massicciamente emigrati negli ultimi anni.
• Ricostruzione dello stato sociale, il ripristino dello stato di diritto e la creazione di un regime meritocratico.
Siamo pronti a negoziare e stiamo lavorando per costruire le più ampie alleanze possibili in Europa.
L'attuale governo Samaras è di nuovo pronto ad accettare le decisioni dei creditori. L'unica alleanza che si preoccupa di costruire è con il governo tedesco.
Questa è la differenza tra di noi e questo è, alla fine, il dilemma:
Negoziazione europea di un governo di SYRIZA, o accettazione dei termini dei creditori sulla Grecia da parte del governo Samaras.
Negoziazione o non-negoziazione.
Crescita o austerità.
SYRIZA o Nuova Democrazia.
Ma cosa accadrà fino che la trattativa non sarà finita?
Con SYRIZA per un piano nazionale di ricostruzione per la società greca.
Noi ci assumiamo la responsabilità e, di conseguenza, l’impegno verso il popolo greco per un Piano di Ricostruzione Nazionale che sostituirà il memorandum già nei nostri primi giorni al potere, prima e indipendentemente dal risultato della negoziazione.
Il Piano di Ricostruzione Nazionale si basa su quattro grandi pilastri per invertire la disintegrazione sociale ed economica, per la ricostruzione dell’economia e l’uscita dalla crisi.
I quattro pilastri del Piano di Ricostruzione Nazionale
1° : Affrontare la crisi umanitaria
2° : Riavviare l'economia e promuovere la giustizia fiscale
3° : Riconquistare l’occupazione
4° : Trasformare il sistema politico per rafforzare la democrazia
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Il Programma annunciato a Salonicco il 15 Settembre 2014 da Alexis Tsipras
IL CONTESTO DELLA TRATTATIVA
Chiediamo elezioni parlamentari immediate e un forte mandato di negoziazione con l'obiettivo di:
• Cancellare la maggior parte del valore nominale del debito pubblico in modo che diventi sostenibile nel contesto di una "Conferenza europea del debito». E 'successo per la Germania nel 1953. Può anche accadere per il Sud Europa e la Grecia.
• Includere una «clausola di crescita» nel rimborso della parte restante in modo che tale rimborso sia finanziato con la crescita e non attraverso leggi di bilancio.
• Includere un periodo significativo di grazia («moratoria») del pagamento del debito per recuperare i fondi per la crescita.
• Escludere gli investimenti pubblici dai vincoli del Patto di Stabilità e di Crescita.
• Un « New Deal Europeo » di investimenti pubblici finanziati dalla Banca europea per gli investimenti.
• Un aiuto quantitativo da parte della Banca centrale europea con acquisti diretti di obbligazioni sovrane.
• Infine, dichiariamo ancora una volta che la questione del prestito forzoso durante l’occupazione nazista della Banca di Grecia è una questione ancora aperta per noi. I nostri partner lo sanno. Diventerà la posizione ufficiale del paese a partire dal nostro primo giorno al potere.
In base a questo piano, ci batteremo e garantiremo una soluzione socialmente praticabile sul problema del debito della Grecia in modo che il nostro paese sia in grado di pagare il debito residuo attraverso la creazione di nuova ricchezza e non di avanzi primari, che privano la società di reddito.
Con questo programma, noi porteremo avanti mettendo in sicurezza il paese il recupero e la ricostruzione produttiva con:
• Aumento immediato di investimenti pubblici di almeno € 4 miliardi.
• Graduale inversione di tutte le ingiustizie del Memorandum.
• Graduale ripristino di stipendi e pensioni in modo da far aumentare i consumi e la domanda.
• Sostegno alle piccole e medie imprese, con incentivi per l'occupazione, e sovvenzione per il costo energetico del settore in cambio di occupazione e di clausole ambientali.
• Investimenti nella conoscenza, la ricerca, e la nuova tecnologia al fine di far tornare a casa giovani scienziati, che sono massicciamente emigrati negli ultimi anni.
• Ricostruzione dello stato sociale, il ripristino dello stato di diritto e la creazione di un regime meritocratico.
Siamo pronti a negoziare e stiamo lavorando per costruire le più ampie alleanze possibili in Europa.
L'attuale governo Samaras è di nuovo pronto ad accettare le decisioni dei creditori. L'unica alleanza che si preoccupa di costruire è con il governo tedesco.
Questa è la differenza tra di noi e questo è, alla fine, il dilemma:
Negoziazione europea di un governo di SYRIZA, o accettazione dei termini dei creditori sulla Grecia da parte del governo Samaras.
Negoziazione o non-negoziazione.
Crescita o austerità.
SYRIZA o Nuova Democrazia.
Ma cosa accadrà fino che la trattativa non sarà finita?
Con SYRIZA per un piano nazionale di ricostruzione per la società greca.
Noi ci assumiamo la responsabilità e, di conseguenza, l’impegno verso il popolo greco per un Piano di Ricostruzione Nazionale che sostituirà il memorandum già nei nostri primi giorni al potere, prima e indipendentemente dal risultato della negoziazione.
Il Piano di Ricostruzione Nazionale si basa su quattro grandi pilastri per invertire la disintegrazione sociale ed economica, per la ricostruzione dell’economia e l’uscita dalla crisi.
I quattro pilastri del Piano di Ricostruzione Nazionale
1° : Affrontare la crisi umanitaria
2° : Riavviare l'economia e promuovere la giustizia fiscale
3° : Riconquistare l’occupazione
4° : Trasformare il sistema politico per rafforzare la democrazia
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
continua
I quattro pilastri del Piano di Ricostruzione Nazionale
1° : Affrontare la crisi umanitaria
2° : Riavviare l’economia e promuovere la giustizia fiscale
3° : Riconquistare l’occupazione
4° : Trasformare il sistema politico per rafforzare la democrazia
————————————————– ————————————————
1 ° pilastro: Affrontare la crisi umanitaria
Costo totale stimato € 1.882 miliardi
Il nostro programma per affrontare immediatamente la crisi umanitaria, con un costo stimato circa di € 2 miliardi, comprende una griglia completa di interventi di emergenza, in modo da alzare uno scudo di protezione per gli strati sociali più vulnerabili.
• Elettricità gratis per 300.000 famiglie attualmente sotto la soglia di povertà fino a 300 kWh al mese per famiglia; cioè, 3.600 kWh all’anno. Costo totale: 59,4 milioni di €.
• Programma di sussidi pasto per 300.000 famiglie senza reddito. L’attuazione avverrà tramite un ente pubblico di coordinamento, in collaborazione con le autorità locali, la Chiesa e le organizzazioni di solidarietà. Costo totale: € 756.000.000.
• Programma di garanzia abitativa. L’obiettivo è la fornitura iniziale di 30.000 appartamenti (30, 50, e 70 m²), sovvenzionando affitto a € 3 per m². Costo totale: 54 milioni di €.
• Restituzione del bonus di Natale (la nostra tredicesima n.d.r.), come 13 ͣ pensione, al milione ducentosessantaduemila novecentoventi (1.262.920) pensionati che hanno una pensione fino a € 700. Costo totale: € 543,06 milioni.
• assistenza medica e farmaceutica gratuita per i disoccupati non assicurati. Costo totale: € 350 milioni.
• Tessera speciale di trasporto pubblico per il disoccupati di lunga durata e di coloro che sono sotto la soglia di povertà. Costo totale: € 120 milioni.
• Abrogazione del livellamento della imposta speciale di consumo sul gasolio da riscaldamento a quello per autotrazione. Portare il prezzo di partenza del combustibile per riscaldamento per le famiglie torna a €0,90 al lt, invece degli attuali € 1,20 a lt. Previsto Benefit.
2 ° pilastro: Riavviare l’economia e promuovere la giustizia fiscale
Costo totale stimato: € 6,5 miliardi
Totale beneficio stimato: € 3,0 miliardi
Il secondo pilastro è incentrato sulle misure per riavviare l’economia. La priorità è data ad alleviare l’economia reale con la soppressione fiscale, sollevando i cittadini degli oneri finanziari, iniettando liquidità e migliorare la domanda.
La tassazione eccessiva sulla classe media e su quelli che non evadono fiscalmente ha intrappolato una grande parte di cittadini in una situazione che minaccia direttamente la loro condizione lavorativa, la loro proprietà privata, non importa quanto piccola e la loro stessa esistenza fisica, come dimostrato dal numero senza precedenti di suicidi.
• Estinzione di obbligazioni finanziarie ai fondi statali e di sicurezza sociale, in 84 rate.
Beneficio stimato: € 3 miliardi
Le entrate che ci aspettiamo di raccogliere su base annua (tra il 5% e il 15% del totale dovuto) saranno agevolate dalle seguenti misure:
1. L’immediata cessazione dell’azione penale, nonché del sequestro di conti bancari, della prima casa, di stipendi, ecc, e il rilascio del certificato di regolarità fiscale a tutti quelli inclusi nel processo di risoluzione.
2. Una sospensione di dodici mesi delle misure di perseguimento e di esecuzione nei confronti di debitori con un consolidato di reddito pari a zero, inclusi nel processo di risoluzione.
3. Abrogazione del trattamento anti-costituzionale delle obbligazioni finanziarie in essere allo stato come reato in atto (in flagranza).
4. Abolizione della obbligatoria di acconto del 50% del debito in essere come prerequisito per avere una udienza. La caparra sarà decisa da un giudice. Sarà circa il 10% -20%, a seconda delle condizioni finanziarie del debitore.
• abolizione immediata dell’attuale tassa unificata di proprietà (ENFIA). Introduzione di una tassa sulle grandi proprietà.
Immediata correzione al ribasso dei tassi di zona delle proprietà per m².
Costo stimato: € 2 miliardi.
Tale tassa sarà progressiva, con una alta soglia esentasse. Con l’eccezione di case di lusso, non verrà applicata per la residenza primaria. Inoltre, non riguarderà la piccola e media proprietà.
• Restituzione della soglia di imposta sui redditi di € 12.000 annuali. Aumento del numero di aliquote di imposta per garantire una tassazione progressiva.
Costo stimato: € 1,5 miliardi.
• Riduzione del debito personale attraverso la ristrutturazione di prestiti («prestiti rossi») in sofferenza da parte di individui e imprese.
Questa nuova legislazione di sollievo comprenderà: caso per caso la parziale cancellazione del debito contratto da persone che ora sono sotto la soglia di povertà, così come il principio generale di ristrutturazione del debito in essere, in modo che il suo rientro totale verso le banche, lo Stato ed i fondi di previdenza sociale non superi ⅓ del reddito di un debitore.
• Stiamo allestendo un ente pubblico di intermediazione per la gestione del debito privato, non come una «bad bank», ma come ente sia di gestione di qualsiasi pagamento in ritardo alle banche sia come di controllo delle banche per quanto riguarda l’attuazione delle transazioni concordate.
• Nei prossimi giorni, SYRIZA presenterà una proposta di legge per estendere all’infinito la sospensione dei pignoramenti sulla prima casa, per un valore inferiore a € 300.000.
• La proposta di legge prevede anche il divieto di vendere o trasferire i diritti su prestiti e ipoteche sulle terre per garantire i prestiti alle istituzioni finanziarie non bancarie o società.
• Istituzione di una banca pubblica di sviluppo e delle banche per usi speciali:
Capitale iniziale di € 1 miliardo.
• Ripristino del salario minimo di 751 €.
Costo zero.
3 ° pilastro: Piano Nazionale per riconquistare l’occupazione
Costo stimato: € 3 miliardi
Un aumento netto di posti di lavoro di 300000 occupati in tutti i settori dell’economia – privata, pubblica, sociale – dovrebbe essere l’effetto del nostro piano biennale per riguadagnare occupazione. Tale piano è indispensabile per assorbire i disoccupati di lunga durata, in particolare quelli con più di 55 anni, così come i giovani disoccupati, che sarebbero in gran parte ignorati dalla crescita economica. Il nostro piano permetterebbe di risparmiare fondi per estendere l’indennità di disoccupazione a beneficio di più persone.
• Restituzione del quadro istituzionale per la tutela dei diritti del lavoro che è stato demolito dai governi del Memorandum.
• Restituzione del cosiddetto «effetto-dopo» dei contratti collettivi; degli stessi contratti collettivi, così come dell’arbitrato.
• Abolizione di tutte le norme che consentono i licenziamenti ingiustificati e di massa, nonché dell’affitto dei dipendenti.
costo zero
Programma di occupazione per i 300000 nuovi posti di lavoro.
Stima dei costi del primo anno: € 3 miliardi
4 ° PILASTRO: Trasformare il sistema politico per rafforzare la democrazia
Costo totale stimato: € 0
Dal primo anno di governo di SYRIZA, intendiamo mettere in moto il processo di ricostruzione istituzionale e democratico dello Stato. Potenziamo le istituzioni della democrazia rappresentativa e si introducono nuove istituzioni di democrazia diretta.
01 Organizzazione regionale dello Stato. Miglioramento della trasparenza, della autonomia economica ed efficacia del funzionamento dei Comuni e delle Regioni. Autorizziamo le istituzioni di democrazia diretta e l’introduzione di nuove
02 Rafforzamento della partecipazione democratica dei cittadini. Introduzione di nuove istituzioni, come ad esempio l’iniziativa legislativa popolare, veto delle persone e l’iniziativa popolare per indire un referendum.
03 Rafforzamento del Parlamento, riduzione dell’immunità parlamentare, e l’abrogazione del particolare regime giuridico della non-azione penale verso i parlamentari.
04 Regolamento del paesaggio radio / televisivo, con l’osservazione di tutti i presupposti di legge e aderendo a criteri di rigore finanziario, fiscale e sicurezza sociale. Ripristino della ERT (Public Radio e Televisione) su base zero.
Stima del costo del piano non negoziabile di misure immediate per ristrutturare la società.
Abbiamo calcolato il costo totale del programma immediato per affrontare la crisi umanitaria e il costo fiscale dell’eliminazione delle mostruose tassazioni.
Ciò sarà interamente coperto come segue:
1. Prima di tutto, le misure e le procedure di soluzione e liquidazione. Abbiamo in programma di raccogliere, come minimo, € 20 miliardi su un totale di € 68 miliardi di mora per un periodo di sette anni. Ciò porterebbe ad aggiungere circa € 3 milardi nelle casse pubbliche nel primo anno.
2. In secondo luogo, con una decisa la lotta contro l’evasione fiscale e il contrabbando (ad esempio carburante e di sigarette), cosa che richiede determinazione e volontà politica di scontrarsi con interessi oligarchici.
3. Per quanto riguarda il capitale iniziale per una organizzazione pubblica di intermediazione e il costo della creazione di una banca pubblica di sviluppo e delle banche per usi speciali, per un totale di € 3 miliardi, saranno finanziate dal cosiddetto «cuscino di comodo» dai, circa, € 11 miliardi del Fondo di Stabilità Finanziaria Ellenica destinato al sistema bancario.
4. Per quanto riguarda il costo totale del piano per riconquistare l’occupazione: esso ammonta a € 5 miliardi, € 3 miliardi dei quali sono i costi nel primo anno di attuazione. Durante questo primo anno, il costo sarà finanziato mediante: €1 miliardo dal quadro di riferimento strategico nazionale 2007-2013 «progetti ponte»; € 1,5 miliardi dal suo equivalente 2014-2020 e € 500 milioni da altri strumenti europei destinati all’occupazione.
Inoltre, considerando l’enorme sforzo che sarà richiesto per ripristinare le pensioni, il nostro governo, invece di svendere proprietà pubbliche, trasferirà una parte di essi a fondi di previdenza sociale.
Queste sono il minimo di misure da adottare al fine di invertire le conseguenze catastrofiche del coinvolgimento del Settore Privato per Investimenti (PSI) sui fondi pensione e singoli obbligazionisti e ripristinare gradualmente le pensioni.
PREVISIONI COSTO TOTALE DEL «PROGRAMMA SALONICCO»:
€ 11.382 miliardi
STIMA RICAVI TOTALI:
€ 12.000 MILIARDI
I quattro pilastri del Piano di Ricostruzione Nazionale
1° : Affrontare la crisi umanitaria
2° : Riavviare l’economia e promuovere la giustizia fiscale
3° : Riconquistare l’occupazione
4° : Trasformare il sistema politico per rafforzare la democrazia
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1 ° pilastro: Affrontare la crisi umanitaria
Costo totale stimato € 1.882 miliardi
Il nostro programma per affrontare immediatamente la crisi umanitaria, con un costo stimato circa di € 2 miliardi, comprende una griglia completa di interventi di emergenza, in modo da alzare uno scudo di protezione per gli strati sociali più vulnerabili.
• Elettricità gratis per 300.000 famiglie attualmente sotto la soglia di povertà fino a 300 kWh al mese per famiglia; cioè, 3.600 kWh all’anno. Costo totale: 59,4 milioni di €.
• Programma di sussidi pasto per 300.000 famiglie senza reddito. L’attuazione avverrà tramite un ente pubblico di coordinamento, in collaborazione con le autorità locali, la Chiesa e le organizzazioni di solidarietà. Costo totale: € 756.000.000.
• Programma di garanzia abitativa. L’obiettivo è la fornitura iniziale di 30.000 appartamenti (30, 50, e 70 m²), sovvenzionando affitto a € 3 per m². Costo totale: 54 milioni di €.
• Restituzione del bonus di Natale (la nostra tredicesima n.d.r.), come 13 ͣ pensione, al milione ducentosessantaduemila novecentoventi (1.262.920) pensionati che hanno una pensione fino a € 700. Costo totale: € 543,06 milioni.
• assistenza medica e farmaceutica gratuita per i disoccupati non assicurati. Costo totale: € 350 milioni.
• Tessera speciale di trasporto pubblico per il disoccupati di lunga durata e di coloro che sono sotto la soglia di povertà. Costo totale: € 120 milioni.
• Abrogazione del livellamento della imposta speciale di consumo sul gasolio da riscaldamento a quello per autotrazione. Portare il prezzo di partenza del combustibile per riscaldamento per le famiglie torna a €0,90 al lt, invece degli attuali € 1,20 a lt. Previsto Benefit.
2 ° pilastro: Riavviare l’economia e promuovere la giustizia fiscale
Costo totale stimato: € 6,5 miliardi
Totale beneficio stimato: € 3,0 miliardi
Il secondo pilastro è incentrato sulle misure per riavviare l’economia. La priorità è data ad alleviare l’economia reale con la soppressione fiscale, sollevando i cittadini degli oneri finanziari, iniettando liquidità e migliorare la domanda.
La tassazione eccessiva sulla classe media e su quelli che non evadono fiscalmente ha intrappolato una grande parte di cittadini in una situazione che minaccia direttamente la loro condizione lavorativa, la loro proprietà privata, non importa quanto piccola e la loro stessa esistenza fisica, come dimostrato dal numero senza precedenti di suicidi.
• Estinzione di obbligazioni finanziarie ai fondi statali e di sicurezza sociale, in 84 rate.
Beneficio stimato: € 3 miliardi
Le entrate che ci aspettiamo di raccogliere su base annua (tra il 5% e il 15% del totale dovuto) saranno agevolate dalle seguenti misure:
1. L’immediata cessazione dell’azione penale, nonché del sequestro di conti bancari, della prima casa, di stipendi, ecc, e il rilascio del certificato di regolarità fiscale a tutti quelli inclusi nel processo di risoluzione.
2. Una sospensione di dodici mesi delle misure di perseguimento e di esecuzione nei confronti di debitori con un consolidato di reddito pari a zero, inclusi nel processo di risoluzione.
3. Abrogazione del trattamento anti-costituzionale delle obbligazioni finanziarie in essere allo stato come reato in atto (in flagranza).
4. Abolizione della obbligatoria di acconto del 50% del debito in essere come prerequisito per avere una udienza. La caparra sarà decisa da un giudice. Sarà circa il 10% -20%, a seconda delle condizioni finanziarie del debitore.
• abolizione immediata dell’attuale tassa unificata di proprietà (ENFIA). Introduzione di una tassa sulle grandi proprietà.
Immediata correzione al ribasso dei tassi di zona delle proprietà per m².
Costo stimato: € 2 miliardi.
Tale tassa sarà progressiva, con una alta soglia esentasse. Con l’eccezione di case di lusso, non verrà applicata per la residenza primaria. Inoltre, non riguarderà la piccola e media proprietà.
• Restituzione della soglia di imposta sui redditi di € 12.000 annuali. Aumento del numero di aliquote di imposta per garantire una tassazione progressiva.
Costo stimato: € 1,5 miliardi.
• Riduzione del debito personale attraverso la ristrutturazione di prestiti («prestiti rossi») in sofferenza da parte di individui e imprese.
Questa nuova legislazione di sollievo comprenderà: caso per caso la parziale cancellazione del debito contratto da persone che ora sono sotto la soglia di povertà, così come il principio generale di ristrutturazione del debito in essere, in modo che il suo rientro totale verso le banche, lo Stato ed i fondi di previdenza sociale non superi ⅓ del reddito di un debitore.
• Stiamo allestendo un ente pubblico di intermediazione per la gestione del debito privato, non come una «bad bank», ma come ente sia di gestione di qualsiasi pagamento in ritardo alle banche sia come di controllo delle banche per quanto riguarda l’attuazione delle transazioni concordate.
• Nei prossimi giorni, SYRIZA presenterà una proposta di legge per estendere all’infinito la sospensione dei pignoramenti sulla prima casa, per un valore inferiore a € 300.000.
• La proposta di legge prevede anche il divieto di vendere o trasferire i diritti su prestiti e ipoteche sulle terre per garantire i prestiti alle istituzioni finanziarie non bancarie o società.
• Istituzione di una banca pubblica di sviluppo e delle banche per usi speciali:
Capitale iniziale di € 1 miliardo.
• Ripristino del salario minimo di 751 €.
Costo zero.
3 ° pilastro: Piano Nazionale per riconquistare l’occupazione
Costo stimato: € 3 miliardi
Un aumento netto di posti di lavoro di 300000 occupati in tutti i settori dell’economia – privata, pubblica, sociale – dovrebbe essere l’effetto del nostro piano biennale per riguadagnare occupazione. Tale piano è indispensabile per assorbire i disoccupati di lunga durata, in particolare quelli con più di 55 anni, così come i giovani disoccupati, che sarebbero in gran parte ignorati dalla crescita economica. Il nostro piano permetterebbe di risparmiare fondi per estendere l’indennità di disoccupazione a beneficio di più persone.
• Restituzione del quadro istituzionale per la tutela dei diritti del lavoro che è stato demolito dai governi del Memorandum.
• Restituzione del cosiddetto «effetto-dopo» dei contratti collettivi; degli stessi contratti collettivi, così come dell’arbitrato.
• Abolizione di tutte le norme che consentono i licenziamenti ingiustificati e di massa, nonché dell’affitto dei dipendenti.
costo zero
Programma di occupazione per i 300000 nuovi posti di lavoro.
Stima dei costi del primo anno: € 3 miliardi
4 ° PILASTRO: Trasformare il sistema politico per rafforzare la democrazia
Costo totale stimato: € 0
Dal primo anno di governo di SYRIZA, intendiamo mettere in moto il processo di ricostruzione istituzionale e democratico dello Stato. Potenziamo le istituzioni della democrazia rappresentativa e si introducono nuove istituzioni di democrazia diretta.
01 Organizzazione regionale dello Stato. Miglioramento della trasparenza, della autonomia economica ed efficacia del funzionamento dei Comuni e delle Regioni. Autorizziamo le istituzioni di democrazia diretta e l’introduzione di nuove
02 Rafforzamento della partecipazione democratica dei cittadini. Introduzione di nuove istituzioni, come ad esempio l’iniziativa legislativa popolare, veto delle persone e l’iniziativa popolare per indire un referendum.
03 Rafforzamento del Parlamento, riduzione dell’immunità parlamentare, e l’abrogazione del particolare regime giuridico della non-azione penale verso i parlamentari.
04 Regolamento del paesaggio radio / televisivo, con l’osservazione di tutti i presupposti di legge e aderendo a criteri di rigore finanziario, fiscale e sicurezza sociale. Ripristino della ERT (Public Radio e Televisione) su base zero.
Stima del costo del piano non negoziabile di misure immediate per ristrutturare la società.
Abbiamo calcolato il costo totale del programma immediato per affrontare la crisi umanitaria e il costo fiscale dell’eliminazione delle mostruose tassazioni.
Ciò sarà interamente coperto come segue:
1. Prima di tutto, le misure e le procedure di soluzione e liquidazione. Abbiamo in programma di raccogliere, come minimo, € 20 miliardi su un totale di € 68 miliardi di mora per un periodo di sette anni. Ciò porterebbe ad aggiungere circa € 3 milardi nelle casse pubbliche nel primo anno.
2. In secondo luogo, con una decisa la lotta contro l’evasione fiscale e il contrabbando (ad esempio carburante e di sigarette), cosa che richiede determinazione e volontà politica di scontrarsi con interessi oligarchici.
3. Per quanto riguarda il capitale iniziale per una organizzazione pubblica di intermediazione e il costo della creazione di una banca pubblica di sviluppo e delle banche per usi speciali, per un totale di € 3 miliardi, saranno finanziate dal cosiddetto «cuscino di comodo» dai, circa, € 11 miliardi del Fondo di Stabilità Finanziaria Ellenica destinato al sistema bancario.
4. Per quanto riguarda il costo totale del piano per riconquistare l’occupazione: esso ammonta a € 5 miliardi, € 3 miliardi dei quali sono i costi nel primo anno di attuazione. Durante questo primo anno, il costo sarà finanziato mediante: €1 miliardo dal quadro di riferimento strategico nazionale 2007-2013 «progetti ponte»; € 1,5 miliardi dal suo equivalente 2014-2020 e € 500 milioni da altri strumenti europei destinati all’occupazione.
Inoltre, considerando l’enorme sforzo che sarà richiesto per ripristinare le pensioni, il nostro governo, invece di svendere proprietà pubbliche, trasferirà una parte di essi a fondi di previdenza sociale.
Queste sono il minimo di misure da adottare al fine di invertire le conseguenze catastrofiche del coinvolgimento del Settore Privato per Investimenti (PSI) sui fondi pensione e singoli obbligazionisti e ripristinare gradualmente le pensioni.
PREVISIONI COSTO TOTALE DEL «PROGRAMMA SALONICCO»:
€ 11.382 miliardi
STIMA RICAVI TOTALI:
€ 12.000 MILIARDI
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Dopo aver letto sommariamente i programmi di Podemos e quelli di Syriza ( non è semplice confrontarli) mi sembrerebbe opportuno un coordinamento a livello europeo e l'Italia , che alla fine rappresenta una parte di notevole peso, dovrebbe avere un ruolo proponderante.
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
L'anno che verrà sarà l'anno dell'Altra Europa
Car* tutt*
l'anno si apre con le elezioni in Grecia che potrebbero portarci ad un nuovo scenario in Europa ed aprire anche da noi una nuova fase per la costruzione di una forte Sinistra in Italia. Vi alleghiamo il programma che Alexis ha esposto a Salonicco lo scorso 15 settembre.
Per questo siamo impegnati in una campagna di solidarietà con Syriza a partire dall'appello "Cambia la Grecia, cambia l'Europa" sottoscritto da intellettuali, artisti, sindacalisti, politici e da centinaia di adesioni attraverso il sito http://www.cambialagreciacambialeuropa.eu e che vi alleghiamo, con la nostra partecipazione alle giornate conclusive della campagna elettorale ad Atene con la spedizione giocosa di quella che abbiamo chiamato "Brigata Kalimera G25" a cui è possibile iscriversi attraverso il sito o via mail kalimera@cambialagreciacambialeuropa.eu
Il nostro appuntamento dell'assemblea che terremo il 17 e 18 gennaio a Bologna sarà il rilancio della nostra comune impresa. Prima della assemblea saranno fatti circolare il programma e il documento a cui chiederemo l'adesione per la costruzione di una forza politica di carattere europeo della Sinistra e dei Democratici italiani.
intanto concediamoci un brindisi e un augurio di Buon Anno a tutt* noi
non c'è mai stato tanto bisogno dell'Altra Europa con Tsipras!
Car* tutt*
l'anno si apre con le elezioni in Grecia che potrebbero portarci ad un nuovo scenario in Europa ed aprire anche da noi una nuova fase per la costruzione di una forte Sinistra in Italia. Vi alleghiamo il programma che Alexis ha esposto a Salonicco lo scorso 15 settembre.
Per questo siamo impegnati in una campagna di solidarietà con Syriza a partire dall'appello "Cambia la Grecia, cambia l'Europa" sottoscritto da intellettuali, artisti, sindacalisti, politici e da centinaia di adesioni attraverso il sito http://www.cambialagreciacambialeuropa.eu e che vi alleghiamo, con la nostra partecipazione alle giornate conclusive della campagna elettorale ad Atene con la spedizione giocosa di quella che abbiamo chiamato "Brigata Kalimera G25" a cui è possibile iscriversi attraverso il sito o via mail kalimera@cambialagreciacambialeuropa.eu
Il nostro appuntamento dell'assemblea che terremo il 17 e 18 gennaio a Bologna sarà il rilancio della nostra comune impresa. Prima della assemblea saranno fatti circolare il programma e il documento a cui chiederemo l'adesione per la costruzione di una forza politica di carattere europeo della Sinistra e dei Democratici italiani.
intanto concediamoci un brindisi e un augurio di Buon Anno a tutt* noi
non c'è mai stato tanto bisogno dell'Altra Europa con Tsipras!
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
I cittadini della Grecia andranno a votare il 25 gennaio 2015
Quelli della Spagna a metà novembre 2015
gli italiani ?
gli inglesi il prossimo 7 maggio
Cosa ci aspetterà nel 2015 ?
Quelli della Spagna a metà novembre 2015
gli italiani ?
gli inglesi il prossimo 7 maggio
Cosa ci aspetterà nel 2015 ?
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
A sei mesi dalle elezioni europee lo scenario per le sinistre mediterranee si è consolidato. Movimenti e partiti di nuova generazione stanno accumulando forza e si sono attestati sul 30% dei consensi. È il caso della Spagna e della Grecia, ma anche il Portogallo sta conoscendo un fenomeno molto simile. L’ascesa della Lega Nord attesta che l’Italia è invece più vicina alla Francia dove il Front Nationale di Marine Le Pen detiene il primato nei sondaggi, mentre i socialisti neoliberisti di François Hollande restano posizionati stabilmente sull’orlo del baratro.
Nella sinistra politica italiana manca ancora una coesione strategica tra i partiti, come hanno dimostrato le elezioni regionali in Emilia Romagna o in Calabria, mentre continuano a fiorire cantieri alternativi al vecchio progetto di centrosinistra ormai estinto. Oltre queste incertezze avanzano le mobilitazioni di Cgil e Fiom contro il Jobs Act. In questo quadro L’Altra Europa si ripropone come piattaforma per connetterle con i movimenti dello sciopero sociale, contro lo Sblocca Italia, il «biocidio», i No-Tav o il Ttip.
Un percorso al momento ambizioso che Marco Revelli ha spiegato in un documento scritto su incarico del Comitato operativo nazionale dell’Altra Europa. Si vuole creare «un soggetto politico europeo della sinistra e dei democratici italiani con una doppia vocazione: la dimensione europea dell’azione strategica e l’apertura a un’ampia area democratica e di sinistra italiana». È il punto di partenza per la costruzione di un percorso di una sinistra unitaria nel nostro paese».
Le radici di questo progetto politico sono europee, o meglio euro-mediterranee con Syriza di Alexis Tsipras in Grecia e Podemos di Pablo Iglesias in Spagna. Entrambi siedono nel Gue con l’Altra Europa. Le proposte sono di stampo neo-keynesiano: moratoria dei debiti nazionali e investimenti pubblici reali, ripresa del progetto europeo attraverso una riforma della democrazia a livello sovra-nazionale.
L’affermazione di Syriza e Podemos ha inoltre chiarito le differenze con le ricette neo-liberiste del centro-sinistra e con quelle neo-sovraniste di uscita dall’euro. «I partiti del centro-sinistra e del centro-destra – ha scritto Wolfgang Munchau in un editoriale sul Financial Times — stanno permettendo la deriva dell’Europa verso l’equivalente economico di un inverno nucleare». Per l’editorialista tedesco è «tragico» che i partiti dell’«estrema sinistra» siano gli unici a sostenere politiche sensate come la ristrutturazione del debito. Ma questa è solo una «tragedia» per chi rimpiange opzioni centriste a livello europeo. È una lieta notizia invece per chi auspica un’uscita a sinistra dalla crisi.
da L'Altra Europa con Tsipras
Nella sinistra politica italiana manca ancora una coesione strategica tra i partiti, come hanno dimostrato le elezioni regionali in Emilia Romagna o in Calabria, mentre continuano a fiorire cantieri alternativi al vecchio progetto di centrosinistra ormai estinto. Oltre queste incertezze avanzano le mobilitazioni di Cgil e Fiom contro il Jobs Act. In questo quadro L’Altra Europa si ripropone come piattaforma per connetterle con i movimenti dello sciopero sociale, contro lo Sblocca Italia, il «biocidio», i No-Tav o il Ttip.
Un percorso al momento ambizioso che Marco Revelli ha spiegato in un documento scritto su incarico del Comitato operativo nazionale dell’Altra Europa. Si vuole creare «un soggetto politico europeo della sinistra e dei democratici italiani con una doppia vocazione: la dimensione europea dell’azione strategica e l’apertura a un’ampia area democratica e di sinistra italiana». È il punto di partenza per la costruzione di un percorso di una sinistra unitaria nel nostro paese».
Le radici di questo progetto politico sono europee, o meglio euro-mediterranee con Syriza di Alexis Tsipras in Grecia e Podemos di Pablo Iglesias in Spagna. Entrambi siedono nel Gue con l’Altra Europa. Le proposte sono di stampo neo-keynesiano: moratoria dei debiti nazionali e investimenti pubblici reali, ripresa del progetto europeo attraverso una riforma della democrazia a livello sovra-nazionale.
L’affermazione di Syriza e Podemos ha inoltre chiarito le differenze con le ricette neo-liberiste del centro-sinistra e con quelle neo-sovraniste di uscita dall’euro. «I partiti del centro-sinistra e del centro-destra – ha scritto Wolfgang Munchau in un editoriale sul Financial Times — stanno permettendo la deriva dell’Europa verso l’equivalente economico di un inverno nucleare». Per l’editorialista tedesco è «tragico» che i partiti dell’«estrema sinistra» siano gli unici a sostenere politiche sensate come la ristrutturazione del debito. Ma questa è solo una «tragedia» per chi rimpiange opzioni centriste a livello europeo. È una lieta notizia invece per chi auspica un’uscita a sinistra dalla crisi.
da L'Altra Europa con Tsipras
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
CONTROCORRENTE
Un doveroso chiarimento
Ovviamente io auspico la presenza sia in Italia che in Europa di una sinistra determinante per la mutazione della qualità della vita.
Con l’inizio della serie CONTROCORRENTE mi prefiggo di segnalare, secondo il mio punto di vista, la rimozione di quei massi che ostacolano la strada per il raggiungimento di una nuova formazione della sinistra moderna italiana dopo l’esperienza del primo ciclo iniziato nel 1892 e terminato dopo 6 mesi dall’inutile fusione fredda del PD.
Non conosco la storia di Syriza e Podemos, mentre conosco molto bene la storia della sinistra italiana.
Una storia piena di divisioni. Le ultime vicende non fanno ben sperare.
Scrive nel prologo del suo ultimo libro Bruno Vespa, ITALIANI VOLTAGABBANA:
Nella Prima Repubblica i politici cambiavano spesso corrente (specie nella Dc) piuttosto che partito, ma i tradimenti più clamorosi furono senza dubbio quelli di molti dirigenti socialisti nei confronti di Craxi.
Tuttavia, il trionfo dei voltagabbana si è avuto nella Seconda Repubblica e all’alba della Terza, quella che stiamo vivendo con la riforma costituzionale. Centinaia di parlamentari hanno cambiato casacca con sconcertante disinvoltura e diversi governi sono nati e caduti con il contributo decisivo.
Inutile dire che in questo passaggio mi trovo d’accordo con il viscidone Bruno Vespa.
L’icona del voltagabannismo di sinistra spetta di diritto a Genny a’ poltrona. Al secolo Gennaro Migliore di Sel passato con il Pd.
Genny a’ poltrona nel giorno della Leopolda ha dichiarato:
<<Con il cuore sono a Roma (si stava svolgendo la protesta sindacale), ma il mio dovere è stare qui vicino a Matteo>>.
“ A Genna’, comme dicono a Napule tu si’un omm e’ merd”
Senza poi contare tutti i giovani e vecchi Ds, diventati renziani per la poltrona. A Partire da quella nullità di Orfini. TUTTI VOLTAGABBANA DOC.
Un doveroso chiarimento
Ovviamente io auspico la presenza sia in Italia che in Europa di una sinistra determinante per la mutazione della qualità della vita.
Con l’inizio della serie CONTROCORRENTE mi prefiggo di segnalare, secondo il mio punto di vista, la rimozione di quei massi che ostacolano la strada per il raggiungimento di una nuova formazione della sinistra moderna italiana dopo l’esperienza del primo ciclo iniziato nel 1892 e terminato dopo 6 mesi dall’inutile fusione fredda del PD.
Non conosco la storia di Syriza e Podemos, mentre conosco molto bene la storia della sinistra italiana.
Una storia piena di divisioni. Le ultime vicende non fanno ben sperare.
Scrive nel prologo del suo ultimo libro Bruno Vespa, ITALIANI VOLTAGABBANA:
Nella Prima Repubblica i politici cambiavano spesso corrente (specie nella Dc) piuttosto che partito, ma i tradimenti più clamorosi furono senza dubbio quelli di molti dirigenti socialisti nei confronti di Craxi.
Tuttavia, il trionfo dei voltagabbana si è avuto nella Seconda Repubblica e all’alba della Terza, quella che stiamo vivendo con la riforma costituzionale. Centinaia di parlamentari hanno cambiato casacca con sconcertante disinvoltura e diversi governi sono nati e caduti con il contributo decisivo.
Inutile dire che in questo passaggio mi trovo d’accordo con il viscidone Bruno Vespa.
L’icona del voltagabannismo di sinistra spetta di diritto a Genny a’ poltrona. Al secolo Gennaro Migliore di Sel passato con il Pd.
Genny a’ poltrona nel giorno della Leopolda ha dichiarato:
<<Con il cuore sono a Roma (si stava svolgendo la protesta sindacale), ma il mio dovere è stare qui vicino a Matteo>>.
“ A Genna’, comme dicono a Napule tu si’un omm e’ merd”
Senza poi contare tutti i giovani e vecchi Ds, diventati renziani per la poltrona. A Partire da quella nullità di Orfini. TUTTI VOLTAGABBANA DOC.
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
ASSEMBLEA NAZIONALE DEL 17 E 18 GENNAIO A BOLOGNA – IL MANIFESTO “SIAMO AD UN BIVIO”
IN VISTA DELL’ASSEMBLEA NAZIONALE DE “L’ALTRA EUROPA CON TSIPRAS” IL 17 E 18 GENNAIO A BOLOGNA, PUBBLICHIAMO IL MANIFESTO PREPARATORIO, NEL TESTO APPROVATO DAL GRUPPO INCARICATO DI ORGANIZZARE I LAVORI, CON LE FIRME DEI PRIMI PROPONENTI
SIAMO AD UN BIVIO
La più grave crisi che il nostro mondo abbia conosciuto non accenna a finire. Anzi, diventa permanente producendo una costante regressione sociale, politica, culturale, morale ed ecologica. Essa affonda le radici nelle gigantesche diseguaglianze, nell’umiliazione del mondo del lavoro, nel dissennato sfruttamento della natura e dei beni comuniche hanno caratterizzato l’ultimo quarto di secolo. E, per crudele paradosso, continua ad accentuare quelle diseguaglianze e quella spoliazione, a causa della gestione di un potere sempre più monopolizzato da una piccola minoranza di speculatori globali, in un circolo vizioso che deve essere spezzato.
L’Unione Europea, lungi dal rappresentare una possibile alternativa a questo stato di cose, ne esprime un voltoottuso e meschino, accanendosi con politiche di austerità che nel favorire i Paesi più forti provocano l’ulteriore impoverimento e il degrado – vera e propria asfissia sociale – di quelli più fragili.
E tuttavia anche in Europa, proprio sulla sponda del Mediterraneo, si è aperta una breccia. Come già è successo in America Latina, la storia sembra essersi rimessa in movimento anche qui. In Grecia, in primo luogo, dove Syriza è possibile forza di governoedove una vittoria il 25 gennaio mostrerebbe a tutti che quanto viene presentato come impossibile in realtà possibile è. In Spagna, dove Podemos è oggi il primo partito per popolarità. Di qui può partire quel processo di radicale inversione delle politiche europee, l’unico che ci può salvare – perché nessun Paese può farcela da solo se non cambia l’Europa.
In Italia il quadro politico appare invece bloccato. Mentre la società si è rimessa in movimento, con il mondo del lavoro che ha ripreso con forza la parola, il Governo di Matteo Renzi si è attestato su una linea di frontale contrapposizione, incarnando pienamente quella stessa filosofia della Troika che ha condotto la Grecia sull’orlo della morte sociale, e portando a compimento il processo di dissoluzione del suo Partito come forza in un qualche modo ascrivibile alla “sinistra”.
Jobs Act e riforma del pubblico impiego, decreto Poletti e precarizzazione come forma principale del lavoro, Sblocca Italia, riforme costituzionali, riforma elettorale, privatizzazioni, “partito della Nazione” o “partito del Capo”, uniti a un asservimento indecente dell’informazione, disegnano il profilo di una vera e propria emergenza democratica e pongono con urgenza il problema di ridare rappresentanza a una parte potenzialmente maggioritaria del Paese oggi drammaticamente priva di riferimento politico, come dimostra l’aumento verticale di chi non andato più a votare. Tanto più dopo che si è consumata una frattura davvero “storica” – e riteniamo incomponibile – tra il mondo del lavoro e il partito di Renzi.
SE NON OR QUANDO ?
Per tutte queste ragioni riteniamo oggi ineludibile la costruzione anche in Italia di un’alternativa politica credibile e reale, che costituisca un’effettiva rottura di continuità sia di visioneche di programma e di stile. Per ciò che propone. E per la pratica che ne contraddistingue l’agire.
Una proposta politica che per essere credibile non può che essere unitaria e insieme radicale, rompendo con la logica della frammentazione e delle continue divisioni e, insieme, innovando nel modo di organizzarsi e di concepire la politica e l’azione collettiva. La breccia che si è aperta in Europa e la riattivazione del conflitto sociale in Italia ci indicano una possibilità – che per ognuno di noi diventa una responsabilità – di tentare di “unire ciò che il neoliberismo ha diviso” e di rompere la drammatica separazione tra la dimensione politica e quella sociale.
Nel sottoscrivere questo “Manifesto” noi intendiamo metterci al servizio di un processo che porti alla costituzione di una sola “casa comune della sinistra e dei democratici italiani in un quadro europeo” saldamente ancorata nel sociale che preveda una tappa fondamentale nella presentazione alle prossime elezioni politiche di un’unica lista che, come già in Grecia e in Spagna, si proponga come autentica alternativa di governo: una lista in grado di unire tutte le componenti sia organizzate che disperse di una sinistra non arresa alla austerità europea e alla sua versione autoritariaitaliana incarnata dal renzismo. Un soggetto politico unico e plurale, forte perché capace di dare una voce comune a tante componenti diverse, strategicamente alternativo al neoliberismo come visione del mondo, e in opposizione – sul piano elettorale europeo e nazionale -, alle forze politiche che l’hanno incarnato e allo stesso PD che su quella visione del mondo ha fondato non solo da oggi la sua politica di governo.
Non dunque un’esperienza “testimoniale” – la costruzione di una “piccola casa” per esuli delle troppe sinistre – ma una proposta all’altezza dell’emergenza in atto, la quale richiede di mettere in campo la maggior forza possibile per invertire la tendenza in corso. Per fermare un’azione di regressione sociale e democratica senza precedenti, portata fino al cuore dell’assetto costituzionale. Per arginare la devastazione di un patrimonio culturale condiviso. Per impedire che della frustrazione sociale approfittino forze e culture reazionarie e razziste. E per contrapporre a tutto ciò un sistema di valori e un modello di azione e di vita all’altezza dei tempiche diventi rapidamente maggioritario nel Paese.
E’ possibile individuare fin d’ora una prima semplice piattaforma programmatica. Pochi punti, ampiamente condivisi da molti movimenti in tutto il mondo e da un grande arco di forze anche in Italia, intorno a cui è possibile una larga convergenza e sul cui lavoro di elaborazione potrà consolidarsi una effettiva pratica partecipativa, unitaria e inclusiva:
•Spezzare le catene del debito pubblico con cui la finanza speculativa che ormai controlla l’economia del mondo intero tiene sotto ricatto i governi, si appropria di una quota crescente delle entrate fiscali, privatizza a suo vantaggio, sanità, scuola, pensioni, servizi pubblici e beni comuni con l’unico fine del profitto;
•Porre fine alle politiche di austerità con un piano europeo di investimenti pubblici per creare occupazione, sostenere i redditi di chi lavora o cerca lavoro, contrastare la piaga del precariato che sta lacerando alla radice i legami sociali e privando del futuro intere generazioni, consentire il riscatto del Mezzogiorno, risanare l’ambiente, difendere i beni comuni, avviare la conversione ecologica dei consumi e del sistema produttivo per contribuire a sventare cambiamenti del clima irreversibili, che possono rendere tra breve invivibile tutta la Terra.
•Promuovere l’eguaglianza tassando i grandi patrimoni e i grandi redditi, impedendo eccessive accumulazioni di ricchezza e potere, combattere la piaga della povertà (crescente) istituendo un reddito di cittadinanza universale che permetta anche a chi è senza lavoro di condurre una vita dignitosa; ripristinare ed estendere i diritti e le tutele delle lavoratrici e dei lavoratori, come nel caso dei licenziamenti illegittimi, ripristinare e sostenere la contrattazione collettiva nazionale e fare in modo che ad eguale prestazione corrispondano uguali diritti e retribuzioni, restituire dignità alla vita lavorativa anche attraverso l’abrogazione delle recenti controriforme sulle pensioni
•Sostenere il diritto alla autodeterminazione di donne e uomini, anche lottando contro ogni forma, materiale e simbolica, legislativa e culturale, di patriarcato, sessismo, omofobia, transfobia.
• Promuovere – ripartendo oneri e benefici tra tutti i paesi – l’accoglienza e l’inclusione di chi arriva in Europa per sfuggire alla miseria o a guerre di cui anche i nostri governi sono complici. Costruire una grande comunità dei popoli dell’Europa e del Mediterraneo fondata sulla pari dignità. Combattere il razzismo che le forze di destra alimentano e sfruttano in tutta l’Europa per aizzare contro un bersaglio di comodo le vittime delle loro devastanti politiche economiche;
•Affermare la democrazia in campo politico ed economico: difendere e dare attuazione ai diritti sanciti dalla Costituzione e imporre una trasparenza totale a progetti, bilanci, accordi, e trattative pubbliche e private. E’ questa una condizione irrinunciabile per coinvolgere tutta la cittadinanza attiva nella lotta contro la corruzione, le mafie e il malaffare; per difendere la sovranità popolare dalle aggressioni delle multinazionali; e per realizzare, a fianco di quella rappresentativa, una democrazia partecipativa: non solo nelle istituzioni ma anche sui luoghi di lavoro;
•Dare vita a un’attiva politica di pace a livello europeo nella consapevolezza degli enormi rischi di guerra comportati dalla transizione egemonica mondiale che si compie nel cuore della crisi con lo spostamento del baricentro economico e politico mondiale dall’ovest all’est (dall’area atlantica all’asse Cina-India) e della necessità che ciò avvenga, a differenza del passato, in modo sostanzialmente pacifico e senza un massacro sociale.
•Promuovere un pensiero fondato sul rispetto e la valorizzazione della natura, del vivente, di tutte le differenze di genere e cultura, sulla solidarietà come antidoto alla competizione di tutti contro tutti imposta dal “pensiero unico” dominante; una cultura che metta al primo posto le persone e che contrasti la violenza, la corsa agli armamenti e la guerra; contrastare lo smantellamento della scuola, della università e della ricerca pubbliche, depauperate e trasformate in culla della cultura della competizione
LA CASA COMUNE CHE VORREMMO.
Perché porti al risultato necessario, questo processo costituente unitario non può essere il frutto della sommatoria di ceti politici ma deve riuscire a coinvolgere tutte le energie e le risorse che esistono nel Paese, con la loro diversità, nella dimensione della politica, del sociale, del mondo intellettuale e delle competenze.
Per questo siamo convinti che esso debba farsi intrecciando e riconnettendo più livelli: pratiche unitarie sociali e territoriali e dialogo politico. Radicamento territoriale e lavoro istituzionale. Campagne e vertenze comuni e sostegno a forme di solidarietà e auto-organizzazione mutualistica e comunitaria. E’ questa la condizione perché vi si possano ritrovare tutte le componenti e le iniziative, sociali e politiche, collettive e individuali, che hanno costruito l’esperienza della lista L’Altra Europa con Tsipras. Ma non solo. Lavoriamo ad uno spazio politico ancora più largo, aperto a tutte quelle persone che condividono un’idea di giustizia e di solidarietà sociale, di corresponsabilità generazionale ed ecologica, di lotta ad ogni forma di discriminazione di genere o di luogo. E che possono riconoscere nell’azione del Partito della sinistra europea e del gruppo parlamentare del GUE un orizzonte d’impegno trans-nazionaleche operi fin d’ora per la costruzione di vere e proprie coalizioni sociali a dimensione europea, in antitesi alle “larghe intese” continentali.
Uno spazio nel quale si possano ritrovare tutti coloro (e sono tanti, anche in Italia), i quali non vogliono rinunciare agli ideali di Eguaglianza, Libertà, Giustizia sociale, Dignità e Fraternità (il più negletto dei valori dell’89 francese): il “nucleo normativo” della modernità democratica, oggi insidiato da un potere globale che vede solo nell’utilità (e nel denaro che ne è il simbolo) l’esclusivo statuto del mondo.
A tal fine ci proponiamo di lavorare per sostenere la creazione di larghe coalizioni sociali di movimenti, associazioni e forze politiche, per promuovere iniziative e campagne unitarie sui temi del lavoro (della difesa dei diritti e della lotta alla precarizzazione), dei beni comuni, della accoglienza e dell’inclusione, della democrazia e della pace anche tramite strumenti specifici finalizzati a ciò, come assemblee e consulte territoriali e nazionali, impegnandoci al più ampio dialogo e alla più grande collaborazione con tutte le persone e le forze interessate e disponibili per raggiungere questo obiettivo comune.
Il processo unitario a cui vogliamo contribuire deve avvenire nel modo più democratico e partecipato possibile, con il massimo di apertura a tutti gli apporti e il massimo sforzo per arrivare, ovunque possibile, a posizioni e scelte condivise (valorizzazione del punto di vista dell’altro). Per questo apriamo questo appello alle adesioni individuali e collettive, e ci impegniamo a coinvolgere e far partecipare democraticamente in tutti i passaggi successivi chi vi aderirà, con la massima trasparenza e con forme di aggregazione e cooperazione nei territori le più ampie, aperte e partecipative possibile, perché è soprattutto nei “luoghi della vita” che si può costruire l’alternativa.
Il 2015 può essere davvero l’anno del cambiamento. Non possiamo non dare anche noi, in Italia, il nostro contributo.
Ci mettiamo a disposizione per costruire insieme a tutte le donne e gli uomini che condividono questa esigenza un grande appuntamento a marzo, che sia l’inizio di questo processo di cui nessuno possiede proprietà o brevetto e di cui ognuno può essere protagonista.
Facciamo ciascuno un passo indietro, per fare insieme due passi avanti.
Per Assemblea L’altra Europa con Tispras di Bologna- gennaio 2015
Manifesto promosso da: Argiris Panagopoulos, Bia Sarasini, Costanza Boccardi, Corrado Oddi, Eleonora Forenza, Giulia Rodano, Margherita Romanelli, Marco Revelli, Maso Notarianni, Massimo Torelli, Maurizio Giacobbe, Paolo Cento, Raffaella Bolini, Roberta Fantozzi, Roberto Morea, Sergio Zampini.
INVIATE LA VOSTRA ADESIONE A: roberto.morea@gmail.com
IN VISTA DELL’ASSEMBLEA NAZIONALE DE “L’ALTRA EUROPA CON TSIPRAS” IL 17 E 18 GENNAIO A BOLOGNA, PUBBLICHIAMO IL MANIFESTO PREPARATORIO, NEL TESTO APPROVATO DAL GRUPPO INCARICATO DI ORGANIZZARE I LAVORI, CON LE FIRME DEI PRIMI PROPONENTI
SIAMO AD UN BIVIO
La più grave crisi che il nostro mondo abbia conosciuto non accenna a finire. Anzi, diventa permanente producendo una costante regressione sociale, politica, culturale, morale ed ecologica. Essa affonda le radici nelle gigantesche diseguaglianze, nell’umiliazione del mondo del lavoro, nel dissennato sfruttamento della natura e dei beni comuniche hanno caratterizzato l’ultimo quarto di secolo. E, per crudele paradosso, continua ad accentuare quelle diseguaglianze e quella spoliazione, a causa della gestione di un potere sempre più monopolizzato da una piccola minoranza di speculatori globali, in un circolo vizioso che deve essere spezzato.
L’Unione Europea, lungi dal rappresentare una possibile alternativa a questo stato di cose, ne esprime un voltoottuso e meschino, accanendosi con politiche di austerità che nel favorire i Paesi più forti provocano l’ulteriore impoverimento e il degrado – vera e propria asfissia sociale – di quelli più fragili.
E tuttavia anche in Europa, proprio sulla sponda del Mediterraneo, si è aperta una breccia. Come già è successo in America Latina, la storia sembra essersi rimessa in movimento anche qui. In Grecia, in primo luogo, dove Syriza è possibile forza di governoedove una vittoria il 25 gennaio mostrerebbe a tutti che quanto viene presentato come impossibile in realtà possibile è. In Spagna, dove Podemos è oggi il primo partito per popolarità. Di qui può partire quel processo di radicale inversione delle politiche europee, l’unico che ci può salvare – perché nessun Paese può farcela da solo se non cambia l’Europa.
In Italia il quadro politico appare invece bloccato. Mentre la società si è rimessa in movimento, con il mondo del lavoro che ha ripreso con forza la parola, il Governo di Matteo Renzi si è attestato su una linea di frontale contrapposizione, incarnando pienamente quella stessa filosofia della Troika che ha condotto la Grecia sull’orlo della morte sociale, e portando a compimento il processo di dissoluzione del suo Partito come forza in un qualche modo ascrivibile alla “sinistra”.
Jobs Act e riforma del pubblico impiego, decreto Poletti e precarizzazione come forma principale del lavoro, Sblocca Italia, riforme costituzionali, riforma elettorale, privatizzazioni, “partito della Nazione” o “partito del Capo”, uniti a un asservimento indecente dell’informazione, disegnano il profilo di una vera e propria emergenza democratica e pongono con urgenza il problema di ridare rappresentanza a una parte potenzialmente maggioritaria del Paese oggi drammaticamente priva di riferimento politico, come dimostra l’aumento verticale di chi non andato più a votare. Tanto più dopo che si è consumata una frattura davvero “storica” – e riteniamo incomponibile – tra il mondo del lavoro e il partito di Renzi.
SE NON OR QUANDO ?
Per tutte queste ragioni riteniamo oggi ineludibile la costruzione anche in Italia di un’alternativa politica credibile e reale, che costituisca un’effettiva rottura di continuità sia di visioneche di programma e di stile. Per ciò che propone. E per la pratica che ne contraddistingue l’agire.
Una proposta politica che per essere credibile non può che essere unitaria e insieme radicale, rompendo con la logica della frammentazione e delle continue divisioni e, insieme, innovando nel modo di organizzarsi e di concepire la politica e l’azione collettiva. La breccia che si è aperta in Europa e la riattivazione del conflitto sociale in Italia ci indicano una possibilità – che per ognuno di noi diventa una responsabilità – di tentare di “unire ciò che il neoliberismo ha diviso” e di rompere la drammatica separazione tra la dimensione politica e quella sociale.
Nel sottoscrivere questo “Manifesto” noi intendiamo metterci al servizio di un processo che porti alla costituzione di una sola “casa comune della sinistra e dei democratici italiani in un quadro europeo” saldamente ancorata nel sociale che preveda una tappa fondamentale nella presentazione alle prossime elezioni politiche di un’unica lista che, come già in Grecia e in Spagna, si proponga come autentica alternativa di governo: una lista in grado di unire tutte le componenti sia organizzate che disperse di una sinistra non arresa alla austerità europea e alla sua versione autoritariaitaliana incarnata dal renzismo. Un soggetto politico unico e plurale, forte perché capace di dare una voce comune a tante componenti diverse, strategicamente alternativo al neoliberismo come visione del mondo, e in opposizione – sul piano elettorale europeo e nazionale -, alle forze politiche che l’hanno incarnato e allo stesso PD che su quella visione del mondo ha fondato non solo da oggi la sua politica di governo.
Non dunque un’esperienza “testimoniale” – la costruzione di una “piccola casa” per esuli delle troppe sinistre – ma una proposta all’altezza dell’emergenza in atto, la quale richiede di mettere in campo la maggior forza possibile per invertire la tendenza in corso. Per fermare un’azione di regressione sociale e democratica senza precedenti, portata fino al cuore dell’assetto costituzionale. Per arginare la devastazione di un patrimonio culturale condiviso. Per impedire che della frustrazione sociale approfittino forze e culture reazionarie e razziste. E per contrapporre a tutto ciò un sistema di valori e un modello di azione e di vita all’altezza dei tempiche diventi rapidamente maggioritario nel Paese.
E’ possibile individuare fin d’ora una prima semplice piattaforma programmatica. Pochi punti, ampiamente condivisi da molti movimenti in tutto il mondo e da un grande arco di forze anche in Italia, intorno a cui è possibile una larga convergenza e sul cui lavoro di elaborazione potrà consolidarsi una effettiva pratica partecipativa, unitaria e inclusiva:
•Spezzare le catene del debito pubblico con cui la finanza speculativa che ormai controlla l’economia del mondo intero tiene sotto ricatto i governi, si appropria di una quota crescente delle entrate fiscali, privatizza a suo vantaggio, sanità, scuola, pensioni, servizi pubblici e beni comuni con l’unico fine del profitto;
•Porre fine alle politiche di austerità con un piano europeo di investimenti pubblici per creare occupazione, sostenere i redditi di chi lavora o cerca lavoro, contrastare la piaga del precariato che sta lacerando alla radice i legami sociali e privando del futuro intere generazioni, consentire il riscatto del Mezzogiorno, risanare l’ambiente, difendere i beni comuni, avviare la conversione ecologica dei consumi e del sistema produttivo per contribuire a sventare cambiamenti del clima irreversibili, che possono rendere tra breve invivibile tutta la Terra.
•Promuovere l’eguaglianza tassando i grandi patrimoni e i grandi redditi, impedendo eccessive accumulazioni di ricchezza e potere, combattere la piaga della povertà (crescente) istituendo un reddito di cittadinanza universale che permetta anche a chi è senza lavoro di condurre una vita dignitosa; ripristinare ed estendere i diritti e le tutele delle lavoratrici e dei lavoratori, come nel caso dei licenziamenti illegittimi, ripristinare e sostenere la contrattazione collettiva nazionale e fare in modo che ad eguale prestazione corrispondano uguali diritti e retribuzioni, restituire dignità alla vita lavorativa anche attraverso l’abrogazione delle recenti controriforme sulle pensioni
•Sostenere il diritto alla autodeterminazione di donne e uomini, anche lottando contro ogni forma, materiale e simbolica, legislativa e culturale, di patriarcato, sessismo, omofobia, transfobia.
• Promuovere – ripartendo oneri e benefici tra tutti i paesi – l’accoglienza e l’inclusione di chi arriva in Europa per sfuggire alla miseria o a guerre di cui anche i nostri governi sono complici. Costruire una grande comunità dei popoli dell’Europa e del Mediterraneo fondata sulla pari dignità. Combattere il razzismo che le forze di destra alimentano e sfruttano in tutta l’Europa per aizzare contro un bersaglio di comodo le vittime delle loro devastanti politiche economiche;
•Affermare la democrazia in campo politico ed economico: difendere e dare attuazione ai diritti sanciti dalla Costituzione e imporre una trasparenza totale a progetti, bilanci, accordi, e trattative pubbliche e private. E’ questa una condizione irrinunciabile per coinvolgere tutta la cittadinanza attiva nella lotta contro la corruzione, le mafie e il malaffare; per difendere la sovranità popolare dalle aggressioni delle multinazionali; e per realizzare, a fianco di quella rappresentativa, una democrazia partecipativa: non solo nelle istituzioni ma anche sui luoghi di lavoro;
•Dare vita a un’attiva politica di pace a livello europeo nella consapevolezza degli enormi rischi di guerra comportati dalla transizione egemonica mondiale che si compie nel cuore della crisi con lo spostamento del baricentro economico e politico mondiale dall’ovest all’est (dall’area atlantica all’asse Cina-India) e della necessità che ciò avvenga, a differenza del passato, in modo sostanzialmente pacifico e senza un massacro sociale.
•Promuovere un pensiero fondato sul rispetto e la valorizzazione della natura, del vivente, di tutte le differenze di genere e cultura, sulla solidarietà come antidoto alla competizione di tutti contro tutti imposta dal “pensiero unico” dominante; una cultura che metta al primo posto le persone e che contrasti la violenza, la corsa agli armamenti e la guerra; contrastare lo smantellamento della scuola, della università e della ricerca pubbliche, depauperate e trasformate in culla della cultura della competizione
LA CASA COMUNE CHE VORREMMO.
Perché porti al risultato necessario, questo processo costituente unitario non può essere il frutto della sommatoria di ceti politici ma deve riuscire a coinvolgere tutte le energie e le risorse che esistono nel Paese, con la loro diversità, nella dimensione della politica, del sociale, del mondo intellettuale e delle competenze.
Per questo siamo convinti che esso debba farsi intrecciando e riconnettendo più livelli: pratiche unitarie sociali e territoriali e dialogo politico. Radicamento territoriale e lavoro istituzionale. Campagne e vertenze comuni e sostegno a forme di solidarietà e auto-organizzazione mutualistica e comunitaria. E’ questa la condizione perché vi si possano ritrovare tutte le componenti e le iniziative, sociali e politiche, collettive e individuali, che hanno costruito l’esperienza della lista L’Altra Europa con Tsipras. Ma non solo. Lavoriamo ad uno spazio politico ancora più largo, aperto a tutte quelle persone che condividono un’idea di giustizia e di solidarietà sociale, di corresponsabilità generazionale ed ecologica, di lotta ad ogni forma di discriminazione di genere o di luogo. E che possono riconoscere nell’azione del Partito della sinistra europea e del gruppo parlamentare del GUE un orizzonte d’impegno trans-nazionaleche operi fin d’ora per la costruzione di vere e proprie coalizioni sociali a dimensione europea, in antitesi alle “larghe intese” continentali.
Uno spazio nel quale si possano ritrovare tutti coloro (e sono tanti, anche in Italia), i quali non vogliono rinunciare agli ideali di Eguaglianza, Libertà, Giustizia sociale, Dignità e Fraternità (il più negletto dei valori dell’89 francese): il “nucleo normativo” della modernità democratica, oggi insidiato da un potere globale che vede solo nell’utilità (e nel denaro che ne è il simbolo) l’esclusivo statuto del mondo.
A tal fine ci proponiamo di lavorare per sostenere la creazione di larghe coalizioni sociali di movimenti, associazioni e forze politiche, per promuovere iniziative e campagne unitarie sui temi del lavoro (della difesa dei diritti e della lotta alla precarizzazione), dei beni comuni, della accoglienza e dell’inclusione, della democrazia e della pace anche tramite strumenti specifici finalizzati a ciò, come assemblee e consulte territoriali e nazionali, impegnandoci al più ampio dialogo e alla più grande collaborazione con tutte le persone e le forze interessate e disponibili per raggiungere questo obiettivo comune.
Il processo unitario a cui vogliamo contribuire deve avvenire nel modo più democratico e partecipato possibile, con il massimo di apertura a tutti gli apporti e il massimo sforzo per arrivare, ovunque possibile, a posizioni e scelte condivise (valorizzazione del punto di vista dell’altro). Per questo apriamo questo appello alle adesioni individuali e collettive, e ci impegniamo a coinvolgere e far partecipare democraticamente in tutti i passaggi successivi chi vi aderirà, con la massima trasparenza e con forme di aggregazione e cooperazione nei territori le più ampie, aperte e partecipative possibile, perché è soprattutto nei “luoghi della vita” che si può costruire l’alternativa.
Il 2015 può essere davvero l’anno del cambiamento. Non possiamo non dare anche noi, in Italia, il nostro contributo.
Ci mettiamo a disposizione per costruire insieme a tutte le donne e gli uomini che condividono questa esigenza un grande appuntamento a marzo, che sia l’inizio di questo processo di cui nessuno possiede proprietà o brevetto e di cui ognuno può essere protagonista.
Facciamo ciascuno un passo indietro, per fare insieme due passi avanti.
Per Assemblea L’altra Europa con Tispras di Bologna- gennaio 2015
Manifesto promosso da: Argiris Panagopoulos, Bia Sarasini, Costanza Boccardi, Corrado Oddi, Eleonora Forenza, Giulia Rodano, Margherita Romanelli, Marco Revelli, Maso Notarianni, Massimo Torelli, Maurizio Giacobbe, Paolo Cento, Raffaella Bolini, Roberta Fantozzi, Roberto Morea, Sergio Zampini.
INVIATE LA VOSTRA ADESIONE A: roberto.morea@gmail.com
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
@iospero
Quanto da te inserito, pur considerandomi una persona che non si vuol piu' legare mani e piedi a qualsiasi partito, lo seguo con molta attenzione e spero vivamente vada in porto e a buon fine.
un salutone da Juan il compagno
Quanto da te inserito, pur considerandomi una persona che non si vuol piu' legare mani e piedi a qualsiasi partito, lo seguo con molta attenzione e spero vivamente vada in porto e a buon fine.
un salutone da Juan il compagno
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
camillobenso ha scritto: Nella Prima Repubblica i politici cambiavano spesso corrente (specie nella Dc) piuttosto che partito, ma i tradimenti più clamorosi furono senza dubbio quelli di molti dirigenti socialisti nei confronti di Craxi.
Non so di chi parla. Il traditore verso la storia del Psi era stato Craxi. Logicamente dopo il 1992 quelli della sinistra socialista hanno provato a farsi sentire.
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