E.T. ha scritto:E’ malinconico affermare che la recente “discesa in campo” di Landini non ha provocato, nella maggioranza del popolo di sinistra, nessun sussulto di fiera aspettativa, né la convinzione di essere giunti ad una svolta di rappresentanza. Landini che urla contro il Job Act ha ormai la stessa presa di un ministro Boschi ben pettinato, che lo difende col tono piano usato per gli interrogatori scolastici.
Entrambi icone di una politica sclerotizzata, che ripercorre i propri modelli mentre la società scoppia sotto il peso della loro incompetenza.
E’ incompetente Landini quando guida un sindacato di pensionati e dipendenti della grande industria, volendo convincerci che i loro interessi corrispondono agli interessi di tutti i lavoratori, ed è incompetente la Boschi quando pretende che sia sufficiente lanciare l’osso della umiliazione dei sindacati ad una classe imprenditoriale che investe solo a zero rischi e profitti protetti.
L’unico appeal di Renzi, necessario e sufficiente per fargli vincere primarie ed europee, è stato il suo supposto decisionismo, la “ politica del fare”, strombazzata ed attuata con la velocità necessaria a non farla arenare e, soprattutto, a non sottoporla a valutazioni troppo puntuali.
A questa arrampicata molti italiani stanno assistendo col fiato sospeso, incerti tra sfiducia e incredulità, salvo apprezzare almeno un cambio di metodo, anche quando il metodo sembra elementare e caotico.
Il famoso cambio di verso ha in effetti ripercorso vecchi schemi compromissori di alleanze innaturali ed i democristianicissimi accordi preconfezionati per le cariche istituzionali.
Ma, e qui, a conferma dello scoramento che procurano i volti di Landini, Vendola, Civati, riuniti a cullare l’ennesimo progetto di vera e autentica sinistra, proprio a fronte della formula magica di Renzi, manca sempre la percezione che si voglia veramente fare sul serio.
“Seriamente” sarebbe un avverbio devastante a fronte di un premier che si ubriaca di selfies e tweets, fa le docce gelate e vorrebbe far passare la Leopolda come un think tank.
E’ possibile che l’Italia non abbia diritto ad un governo serio? Dopo le pagliacciate di Berlusconi ed il giovanilismo di Renzi, non c’è una sinistra seria, disposta alla fatica di riconquistare un elettorato sofferente attraverso il coraggio di una scelta netta e univoca? Grillo ha dimostrato che anche in questo paese c’è la possibilità di una rivoluzione elettorale e che starsene al calduccio, mugugnando, sotto le ali del grande partito è una scelta incomprensibile per gli elettori e foriera di alleanze pericolose per lo stesso partito.
Del resto, anche le sparate sui pericoli democratici e i furti di casta non sono credibili in bocca a creature provenienti dallo stesso contesto, e scadono presto nell’ossessivo scandalismo grillino.
Dopo Ingroia, la Spinelli, ora Landini, l’unica cosa certa è che non si è ancora vista la fine del tunnel per una sinistra senza idee e senza leaders e, soprattutto, troppo simile a ciò che pretende di combattere.
“Con questi dirigenti, non vinceremo mai”, diceva Moretti. Sembrava impietoso, ma è stato profetico per l’avvento di Renzi. Peccato che il nuovo dirigente abbia ormai solo un lievissimo olezzo di sinistra.
Cosa intendi, dal punto di vista tecnico, circa l’impotenza tecnica di Landini?