GRECIA-RI-ELEZIONI POLITICHE 2012-17 GIUGNO
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Re: GRECIA-ELEZIONI POLITICHE 2012
Economia
Grecia, si stampa già la dracma e l'Europa si prepara al crack. Merkel: referendum dei greci sull'euro. E' giallo
Venerdì, 18 maggio 2012 - 16:15:00
Mentre il commissario europeo al Commercio Karel De Gucht fa sapere che la Commissione europea e la Bce stanno lavorando su uno scenario d'emergenza nel caso in cui la Grecia esca dall'euro, ipotesi però immediatamente smentita da Bruxelles, De La Rue, la società britannica che stampa banconote per oltre 150 Paesi al mondo, ha messo al lavoro i propri dipendenti su piani eventuali per stampare di nuovo la dracma e non farsi trovare impreparata nel caso si verifichi lo scenario peggiore.
Al momento sono solo speculazioni e che ricalcano quelle di fine d'anno quando dalla Svizzera rimbalzò l'indiscrezione che il governo tedesco aveva dato mandato a una stamperia elevetica di predisporre un piano per ristampare il deusche mark.
Nel caso di De La Rue, si tratta di un'azione predisposta dalla stessa azienda che a novembre, nel bel mezzo della negoziazione del governo ellenico con i bondholder per rinegoziare il taglio del valore nominale e abbattere il debito greco detenuto da investitori privati, aveva sottolineato che la crisi dell'Eurozona avrebbe potuto alimentare la crescita del gruppo. Come dire, business is business e ciò che per molti rappresenta un fonte di preoccupazione, per gli imprenditori del conio, al contrario, è un'occasione di guadagno.
Intanto, mentre la Banca Centrale Europea ha reagito con un secco no comment alle dichiarazioni del commissario Ue al Commercio, Karel de Gucht ("non ci cimentiamo in nessuna speculazione su piani di emergenza o scenari possibili e pertanto non commentiamo la dichiarazione del commissario De Gucht", si legge in una nota dell'Eurotower), in Spagna, di fronte alla grave crisi delle banche iberiche, il governo Rajoy ha fatto sapere che nominerà revisori contabili indipendenti per esaminare la situazione creditizia.
In più Madrid avrebbe dato mandato a Goldman Sachs di fare una valutazione su Bankia, la quarta banca del Paese nazionalizzata la settimana scorsa a causa di una profonda esposizione per 30 miliardi di euro con il settore immobiliare in crisi. Sempre a Madrid, il livello dei crediti inesigibili a marzo ha raggiunto un nuovo record di 18 anni, toccando quota 147,968 miliardi di euro, pari all'8,37% del totale dei prestiti erogati dalle banche spagnole.
MERKEL E REFERENDUM DEI GRECI SULL'EURO. E' GIALLO - Il cancelliere tedesco Angela Merkel, durante una conversazione telefonica con il presidente greco Carolos Papoulias, avrebbe suggerito di accompagnare le prossime elezioni politiche in Grecia a un referendum per chiedere ai cittadini se desiderino o meno restare nell'eurozona. Ma subito dopo arriva la smentita. Il cancelliere Merkel non ha mai suggerito di accompagnare le prossime elezioni politiche a un referendum sulla permanenza di Atene nell'euro. Lo afferma un portavoce del governo di Berlino, che smentisce quindi quanto comunicato dal portavoce dell'esecutivo greco, Dimitris Tsiodrasel.
Il portavoce del governo ad interim guidato da Panagiotis Pikrammenos ha sottolineato come una tale decisione "vada oltre la competenza dell'esecutivo attuale" che ha il solo compito di condurre il paese alla prossima chiamata alle urne prevista per il 17 giugno.
Un referendum sull'euro era stato gia' proposto lo scorso ottobre dal premier ellenico di allora, il socialista George Papandreou. Il cancelliere tedesco all'epoca aveva pero' accolto l'idea con un secco no.
http://affaritaliani.libero.it/economia ... 52012.html
Grecia, si stampa già la dracma e l'Europa si prepara al crack. Merkel: referendum dei greci sull'euro. E' giallo
Venerdì, 18 maggio 2012 - 16:15:00
Mentre il commissario europeo al Commercio Karel De Gucht fa sapere che la Commissione europea e la Bce stanno lavorando su uno scenario d'emergenza nel caso in cui la Grecia esca dall'euro, ipotesi però immediatamente smentita da Bruxelles, De La Rue, la società britannica che stampa banconote per oltre 150 Paesi al mondo, ha messo al lavoro i propri dipendenti su piani eventuali per stampare di nuovo la dracma e non farsi trovare impreparata nel caso si verifichi lo scenario peggiore.
Al momento sono solo speculazioni e che ricalcano quelle di fine d'anno quando dalla Svizzera rimbalzò l'indiscrezione che il governo tedesco aveva dato mandato a una stamperia elevetica di predisporre un piano per ristampare il deusche mark.
Nel caso di De La Rue, si tratta di un'azione predisposta dalla stessa azienda che a novembre, nel bel mezzo della negoziazione del governo ellenico con i bondholder per rinegoziare il taglio del valore nominale e abbattere il debito greco detenuto da investitori privati, aveva sottolineato che la crisi dell'Eurozona avrebbe potuto alimentare la crescita del gruppo. Come dire, business is business e ciò che per molti rappresenta un fonte di preoccupazione, per gli imprenditori del conio, al contrario, è un'occasione di guadagno.
Intanto, mentre la Banca Centrale Europea ha reagito con un secco no comment alle dichiarazioni del commissario Ue al Commercio, Karel de Gucht ("non ci cimentiamo in nessuna speculazione su piani di emergenza o scenari possibili e pertanto non commentiamo la dichiarazione del commissario De Gucht", si legge in una nota dell'Eurotower), in Spagna, di fronte alla grave crisi delle banche iberiche, il governo Rajoy ha fatto sapere che nominerà revisori contabili indipendenti per esaminare la situazione creditizia.
In più Madrid avrebbe dato mandato a Goldman Sachs di fare una valutazione su Bankia, la quarta banca del Paese nazionalizzata la settimana scorsa a causa di una profonda esposizione per 30 miliardi di euro con il settore immobiliare in crisi. Sempre a Madrid, il livello dei crediti inesigibili a marzo ha raggiunto un nuovo record di 18 anni, toccando quota 147,968 miliardi di euro, pari all'8,37% del totale dei prestiti erogati dalle banche spagnole.
MERKEL E REFERENDUM DEI GRECI SULL'EURO. E' GIALLO - Il cancelliere tedesco Angela Merkel, durante una conversazione telefonica con il presidente greco Carolos Papoulias, avrebbe suggerito di accompagnare le prossime elezioni politiche in Grecia a un referendum per chiedere ai cittadini se desiderino o meno restare nell'eurozona. Ma subito dopo arriva la smentita. Il cancelliere Merkel non ha mai suggerito di accompagnare le prossime elezioni politiche a un referendum sulla permanenza di Atene nell'euro. Lo afferma un portavoce del governo di Berlino, che smentisce quindi quanto comunicato dal portavoce dell'esecutivo greco, Dimitris Tsiodrasel.
Il portavoce del governo ad interim guidato da Panagiotis Pikrammenos ha sottolineato come una tale decisione "vada oltre la competenza dell'esecutivo attuale" che ha il solo compito di condurre il paese alla prossima chiamata alle urne prevista per il 17 giugno.
Un referendum sull'euro era stato gia' proposto lo scorso ottobre dal premier ellenico di allora, il socialista George Papandreou. Il cancelliere tedesco all'epoca aveva pero' accolto l'idea con un secco no.
http://affaritaliani.libero.it/economia ... 52012.html
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
Re: GRECIA-ELEZIONI POLITICHE 2012
Se non salviamo la Grecia, dopo la speculazione attaccherà il Portogallo, l’Irlanda, la Spagna e l’Italia
Prodi invoca un’Europa solidale
«Persa Atene, nessuno si salverà»
Intervista di Massimo Degli Esposti a Romano Prodi sul Il Resto del carlino, La Nazione, Il Giorno del 18 maggio 2012
MILANO «L’EUROPA va avanti così: arriva fin sull’orlo del baratro, poi fa un passo indietro. Ma resta sempre lì». Così ci disse l’ex presidente della Commissione europea Romano Prodi nei giorni in cui, con la nascita del Fondo «salva stati», sembrava scongiurata la crisi europea.
Professore, a che distanza siamo oggi dal baratro?
«Siamo sempre più o meno lì: sappiamo da tempo che da sola la Grecia non può salvarsi. Quel che ancora tanti non hanno capito è che aiutando la Grecia a salvarsi aiutiamo noi stessi a salvarci. C’è anche una questione di tempi: più lasciamo incancrenire la situazione, più i costi si alzeranno. Due anni fa bastavano 30 miliardi, oggi non basta una cifra dieci volte superiore».
Come si aiuta la Grecia? Allentando i vincoli, concedendole altro denaro senza garanzie di risanamento?
«Non è questione di allentare i vincoli. Il risanamento delle finanze pubbliche greche deve avvenire perché oggi il bilancio è insostenibile. Però non possiamo pretendere altri sacrifici senza dare una speranza. Quel Paese ha già perso il 20% della sua ricchezza; cosa possiamo pretendere ancora? Se li abbandoniamo a loro stessi i problemi si moltiplicheranno. E alla fine, anche i nostri».
Si riferisce all’effetto contagio?
«Certo. Crede che la speculazione, ottenuto il default e l’uscita della Grecia dall’euro, si accontenterà? Oggi giocare contro la Grecia è come sparare sulla Croce Rossa. Abbattuta la Grecia, domani, cercheranno un’altra ambulanza da colpire, sarà il Portogallo, l’Irlanda, la Spagna e l’Italia. A quel punto sarebbe impossibile salvare l’euro».
Anche per chi, come noi, ha già fatto i compiti?
«I compiti li abbiamo fatti tutti, non c’è dubbio. Ma fare i compiti non serve se non c’è un’idea politica che li giustifichi. Senza,dopo ogni compito te ne chiederanno un altro».
Allora?
«Il problema è economico, ma anche e soprattutto politico: solo una forte alleanza per un disegno nuovo dell’Europa può salvare la Grecia e la stessa Europa. Quel che bisogna far vedere alla speculazione è che c’è solidarietà».
Uno scenario che già si vede, dopo la vittoria di Hollande?
«Hollande apre una prospettiva nuova, ma bisogna tradurre la teorie in fatti reali».
Per esempio, un piano per la crescita?
«E’ fattibile, senza rinunciare al rigore».
Monti dovrà battere il pugno sul tavolo?
«Ci vorranno molti pugni sul tavolo, non basta quello di Monti».
Però Obama sembra puntare sul ruolo del nostro premier…
«Lo chieda a Obama. Certo gli Stati Uniti sono terrorizzati all’idea che l’Europa vada in crisi. L’Europa è troppo grossa per non tirare a fondo anche l’America. Sarebbe la fine della loro stessa ripresa, in un anno elettorale…».
Le agenzie di rating americane, però, non la pensano così…
«Cosa pensino nessuno lo sa. Io ho il sospetto che non abbiano nemmeno un pensiero. Si comportano come macchinette stupide. Non si rendono conto che i Paesi sono fatti di persone con le loro difficoltà. Uomini, da mettere insieme».
Prodi invoca un’Europa solidale
«Persa Atene, nessuno si salverà»
Intervista di Massimo Degli Esposti a Romano Prodi sul Il Resto del carlino, La Nazione, Il Giorno del 18 maggio 2012
MILANO «L’EUROPA va avanti così: arriva fin sull’orlo del baratro, poi fa un passo indietro. Ma resta sempre lì». Così ci disse l’ex presidente della Commissione europea Romano Prodi nei giorni in cui, con la nascita del Fondo «salva stati», sembrava scongiurata la crisi europea.
Professore, a che distanza siamo oggi dal baratro?
«Siamo sempre più o meno lì: sappiamo da tempo che da sola la Grecia non può salvarsi. Quel che ancora tanti non hanno capito è che aiutando la Grecia a salvarsi aiutiamo noi stessi a salvarci. C’è anche una questione di tempi: più lasciamo incancrenire la situazione, più i costi si alzeranno. Due anni fa bastavano 30 miliardi, oggi non basta una cifra dieci volte superiore».
Come si aiuta la Grecia? Allentando i vincoli, concedendole altro denaro senza garanzie di risanamento?
«Non è questione di allentare i vincoli. Il risanamento delle finanze pubbliche greche deve avvenire perché oggi il bilancio è insostenibile. Però non possiamo pretendere altri sacrifici senza dare una speranza. Quel Paese ha già perso il 20% della sua ricchezza; cosa possiamo pretendere ancora? Se li abbandoniamo a loro stessi i problemi si moltiplicheranno. E alla fine, anche i nostri».
Si riferisce all’effetto contagio?
«Certo. Crede che la speculazione, ottenuto il default e l’uscita della Grecia dall’euro, si accontenterà? Oggi giocare contro la Grecia è come sparare sulla Croce Rossa. Abbattuta la Grecia, domani, cercheranno un’altra ambulanza da colpire, sarà il Portogallo, l’Irlanda, la Spagna e l’Italia. A quel punto sarebbe impossibile salvare l’euro».
Anche per chi, come noi, ha già fatto i compiti?
«I compiti li abbiamo fatti tutti, non c’è dubbio. Ma fare i compiti non serve se non c’è un’idea politica che li giustifichi. Senza,dopo ogni compito te ne chiederanno un altro».
Allora?
«Il problema è economico, ma anche e soprattutto politico: solo una forte alleanza per un disegno nuovo dell’Europa può salvare la Grecia e la stessa Europa. Quel che bisogna far vedere alla speculazione è che c’è solidarietà».
Uno scenario che già si vede, dopo la vittoria di Hollande?
«Hollande apre una prospettiva nuova, ma bisogna tradurre la teorie in fatti reali».
Per esempio, un piano per la crescita?
«E’ fattibile, senza rinunciare al rigore».
Monti dovrà battere il pugno sul tavolo?
«Ci vorranno molti pugni sul tavolo, non basta quello di Monti».
Però Obama sembra puntare sul ruolo del nostro premier…
«Lo chieda a Obama. Certo gli Stati Uniti sono terrorizzati all’idea che l’Europa vada in crisi. L’Europa è troppo grossa per non tirare a fondo anche l’America. Sarebbe la fine della loro stessa ripresa, in un anno elettorale…».
Le agenzie di rating americane, però, non la pensano così…
«Cosa pensino nessuno lo sa. Io ho il sospetto che non abbiano nemmeno un pensiero. Si comportano come macchinette stupide. Non si rendono conto che i Paesi sono fatti di persone con le loro difficoltà. Uomini, da mettere insieme».
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Re: GRECIA-ELEZIONI POLITICHE 2012
«Syriza vincerà in Grecia
e rinegozierà i patti con l'Ue»
Di Teodoro Andreadis Synghellakis
31 maggio 2012
Jorgos Stahakis, cinquantanove anni, professore di economia politica all’università di Creta e deputato di Syriza, in questa intervista esclusiva, ci parla dei principali punti della politica economica del partito, della lotta a distanza ravvicinata con il centrodestra di Nuova Democrazia e delle possibili collaborazioni post elettorali.
Secondo lei viene riconfermato il bisogno di rinegoziare i memorandum con la Troika?
Ci vuole una rinegoziazione complessiva.
Bisogna sganciare la politica economica che viene attuata in Grecia, dai trattati che sono stati firmati per i prestiti.
Dobbiamo poter mettere in atto una politica diversa per uscire dalla profonda recessione in cui ci troviamo, e rinegoziare, parallelamente, il rifinanziamento del debito greco in modo sostenibile.
Anche lei insiste sul fatto che i soldi che vengono versati, sotto forma di prestiti, vanno quasi tutti a coprire i debiti verso i paesi creditori…
Ogni mese, il 92% di quello che ci viene dato viene subito versato per far fronte agli interessi.
Lo ha riportato, ieri, anche i New York Times, ma noi di Syriza lo diciamo da tanto tempo.
Per affrontare quindi il debito pubblico ci vuole un accordo per un programma sostenibile.
E un programma diventa sostenibile solo quando si esce dalla decrescita economica.
Altrimenti, nessun obiettivo potrà mai essere centrato.
Credete che si possano fermare i tagli a stipendi e pensioni?
Noi, se verremo eletti, bloccheremo tutte le leggi sulla liberalizzazione dei rapporti di lavoro e riporteremo in vigore i contratti collettivi di settore, che riteniamo siano l’unica via europea per la definizione di diritti e obblighi su lavoro e per le retribuzioni.
Quindi, è chiaro che non si procederà a un ulteriore taglio del 25% degli stipendi nel settore privato, come vorrebbe la Troika, per il secondo semestre del 2012.
Vogliamo, inoltre, abbiamo intenzione di riportare gli stipendi base del settore pubblico, alla soglia minima precedente , cioè a settecentodiciotto euro lordi al mese.
Diciamo no, ovviamente, ai contratti di lavoro aziendali e personali.
E se la trattativa con l’Europa dovesse fallire?
Se ci dovesse essere un fallimento, ci troveremo di fronte, molto probabilmente, all’impossibilità di far fronte al pagamento degli interessi verso i nostri creditori, ma pensiamo che tutto questo non avverrà e che, alla fine, la ragione potrà avere la meglio.
Credo che potrà prevalere la ricerca di una via realistica per la gestione di tutta questa situazione.
Se l’ Europa sarà al nostro fianco e credo che andrà così, anche a causa della crisi in Spagna e non solo, penso che ci si potrà sicuramente venire incontro.
Come si pone Syriza di fronte alla richiesta della Troika di ridurre ulteriormente i dipendenti pubblici?
Siamo contro i licenziamenti.
I dipendenti pubblici diminuiranno notevolmente grazie ai pensionamenti.
Noi calcoliamo che nei prossimi tre anni, 120.000 lavoratori statali potranno andare in pensione, e quindi saremo molto vicini alla riduzione che tanto viene citata, di 150.000 unità.
Non penso, quindi, si debba insistere sul licenziamento dei restanti 30.000. Una gran parte dei servizi pubblici, in Grecia, è in grave difficoltà.
Questi lavoratori potranno essere collocati all’interno di una riqualificazione e riorganizzazione del servizio pubblico nel suo insieme, per far fronte ai tanti bisogni dei cittadini.
Come vede le elezioni del 17 giugno e, più in particolare, il risultato di Syriza?
Sarà una lotta molto dura tra noi ed il centrodestra di Nuova Democrazia.
Al momento, nulla è stato deciso.
Personalmente, però, sono abbastanza ottimista.
Credo che Syriza vincerà le elezioni e che alla fine riusciremo a staccare abbastanza nettamente la destra.
Baso queste mie deduzioni sui messaggi che colgo anche nel mio collegio elettorale, a Creta.
Tornando all’Europa, cosa pena del futuro del Fiscal Compact?
Io prevedo che il Fiscal Compact cambierà, in una o più parti.
Non credo che entrerà in vigore così come è stato formulato.
O dovrà essere emendato in modo significativo per quel che riguarda lo sviluppo, o dovrà diventare meno rigido negli obiettivi economici che si pone, restituendo nuovamente alla politica il primato che le spetta.
Guardando alla situazione post elettorale, verso chi vi rivolgerete per possibili collaborazioni di governo?
La “Sinistra Democratica” di Kouvelis e il Pasok?
Alla Sinistra Democratica senza dubbio,
è un partner strategico per qualunque squadra di governo Syriza possa varare.
Rispetto al Pasok manteniamo delle distanze, delle linee di demarcazione, perché crediamo rappresenti il passato, mentre noi vogliamo rinnovare il sistema politico del paese.
Avete già deciso di collaborare, tuttavia, con Louka Katseli, ex ministro di Jorgos Papandreou...
Assolutamente sì.
E vorrei ricordare che da ministro del lavoro, la signora Katseli, è stata dimissionata, in pratica, dalla Troika.
Siamo aperti, quindi, a collaborazioni con esponenti dell’ area socialista ed il nostro obiettivo è riuscire a mettere in atto un processo di unificazione, che parta, appunto, dall’ area socialista, e arrivi sino alla sinistra radicale.
Questa era, è, e sarà la nostra politica.
http://www.unita.it/mondo/syriza-vincer ... e-1.416557
e rinegozierà i patti con l'Ue»
Di Teodoro Andreadis Synghellakis
31 maggio 2012
Jorgos Stahakis, cinquantanove anni, professore di economia politica all’università di Creta e deputato di Syriza, in questa intervista esclusiva, ci parla dei principali punti della politica economica del partito, della lotta a distanza ravvicinata con il centrodestra di Nuova Democrazia e delle possibili collaborazioni post elettorali.
Secondo lei viene riconfermato il bisogno di rinegoziare i memorandum con la Troika?
Ci vuole una rinegoziazione complessiva.
Bisogna sganciare la politica economica che viene attuata in Grecia, dai trattati che sono stati firmati per i prestiti.
Dobbiamo poter mettere in atto una politica diversa per uscire dalla profonda recessione in cui ci troviamo, e rinegoziare, parallelamente, il rifinanziamento del debito greco in modo sostenibile.
Anche lei insiste sul fatto che i soldi che vengono versati, sotto forma di prestiti, vanno quasi tutti a coprire i debiti verso i paesi creditori…
Ogni mese, il 92% di quello che ci viene dato viene subito versato per far fronte agli interessi.
Lo ha riportato, ieri, anche i New York Times, ma noi di Syriza lo diciamo da tanto tempo.
Per affrontare quindi il debito pubblico ci vuole un accordo per un programma sostenibile.
E un programma diventa sostenibile solo quando si esce dalla decrescita economica.
Altrimenti, nessun obiettivo potrà mai essere centrato.
Credete che si possano fermare i tagli a stipendi e pensioni?
Noi, se verremo eletti, bloccheremo tutte le leggi sulla liberalizzazione dei rapporti di lavoro e riporteremo in vigore i contratti collettivi di settore, che riteniamo siano l’unica via europea per la definizione di diritti e obblighi su lavoro e per le retribuzioni.
Quindi, è chiaro che non si procederà a un ulteriore taglio del 25% degli stipendi nel settore privato, come vorrebbe la Troika, per il secondo semestre del 2012.
Vogliamo, inoltre, abbiamo intenzione di riportare gli stipendi base del settore pubblico, alla soglia minima precedente , cioè a settecentodiciotto euro lordi al mese.
Diciamo no, ovviamente, ai contratti di lavoro aziendali e personali.
E se la trattativa con l’Europa dovesse fallire?
Se ci dovesse essere un fallimento, ci troveremo di fronte, molto probabilmente, all’impossibilità di far fronte al pagamento degli interessi verso i nostri creditori, ma pensiamo che tutto questo non avverrà e che, alla fine, la ragione potrà avere la meglio.
Credo che potrà prevalere la ricerca di una via realistica per la gestione di tutta questa situazione.
Se l’ Europa sarà al nostro fianco e credo che andrà così, anche a causa della crisi in Spagna e non solo, penso che ci si potrà sicuramente venire incontro.
Come si pone Syriza di fronte alla richiesta della Troika di ridurre ulteriormente i dipendenti pubblici?
Siamo contro i licenziamenti.
I dipendenti pubblici diminuiranno notevolmente grazie ai pensionamenti.
Noi calcoliamo che nei prossimi tre anni, 120.000 lavoratori statali potranno andare in pensione, e quindi saremo molto vicini alla riduzione che tanto viene citata, di 150.000 unità.
Non penso, quindi, si debba insistere sul licenziamento dei restanti 30.000. Una gran parte dei servizi pubblici, in Grecia, è in grave difficoltà.
Questi lavoratori potranno essere collocati all’interno di una riqualificazione e riorganizzazione del servizio pubblico nel suo insieme, per far fronte ai tanti bisogni dei cittadini.
Come vede le elezioni del 17 giugno e, più in particolare, il risultato di Syriza?
Sarà una lotta molto dura tra noi ed il centrodestra di Nuova Democrazia.
Al momento, nulla è stato deciso.
Personalmente, però, sono abbastanza ottimista.
Credo che Syriza vincerà le elezioni e che alla fine riusciremo a staccare abbastanza nettamente la destra.
Baso queste mie deduzioni sui messaggi che colgo anche nel mio collegio elettorale, a Creta.
Tornando all’Europa, cosa pena del futuro del Fiscal Compact?
Io prevedo che il Fiscal Compact cambierà, in una o più parti.
Non credo che entrerà in vigore così come è stato formulato.
O dovrà essere emendato in modo significativo per quel che riguarda lo sviluppo, o dovrà diventare meno rigido negli obiettivi economici che si pone, restituendo nuovamente alla politica il primato che le spetta.
Guardando alla situazione post elettorale, verso chi vi rivolgerete per possibili collaborazioni di governo?
La “Sinistra Democratica” di Kouvelis e il Pasok?
Alla Sinistra Democratica senza dubbio,
è un partner strategico per qualunque squadra di governo Syriza possa varare.
Rispetto al Pasok manteniamo delle distanze, delle linee di demarcazione, perché crediamo rappresenti il passato, mentre noi vogliamo rinnovare il sistema politico del paese.
Avete già deciso di collaborare, tuttavia, con Louka Katseli, ex ministro di Jorgos Papandreou...
Assolutamente sì.
E vorrei ricordare che da ministro del lavoro, la signora Katseli, è stata dimissionata, in pratica, dalla Troika.
Siamo aperti, quindi, a collaborazioni con esponenti dell’ area socialista ed il nostro obiettivo è riuscire a mettere in atto un processo di unificazione, che parta, appunto, dall’ area socialista, e arrivi sino alla sinistra radicale.
Questa era, è, e sarà la nostra politica.
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Re: GRECIA-ELEZIONI POLITICHE 2012
«Syriza vincerà in Grecia
e rinegozierà i patti con l'Ue»
Guardando alla situazione post elettorale, verso chi vi rivolgerete per possibili collaborazioni di governo?
La “Sinistra Democratica” di Kouvelis e il Pasok?
Alla Sinistra Democratica senza dubbio,
è un partner strategico per qualunque squadra di governo Syriza possa varare.
Rispetto al Pasok manteniamo delle distanze, delle linee di demarcazione,
perché crediamo rappresenti il passato,
mentre noi vogliamo rinnovare il sistema politico del paese.
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http://www.unita.it/mondo/syriza-vincer ... e-1.416557
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PD = Pasok ???
al Loft sono sulla buona strada...
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Re: GRECIA-ELEZIONI POLITICHE 2012
Grecia senza medicine
Sanità pubblica alla bancarotta.
Di ro.ar.
4 giugno 2012
A - A
Nel settore sanitario la Grecia è già in bancarotta, visto che lo Stato non riesce più a pagare le medicine e nessuno è più disposto a far credito a ospedali pubblici e in generale al servizio sanitario nazionale.
La Grecia importa quasi tutto il suo fabbisogno farmaceutico, in special modo su quello relativo ai farmaci “normali”, ragion per cui i costi sono molto più alti di quelli che non si avrebbero affidandosi solo ai “generici”.
È un buco che ad oggi ammonta a 44 miliardi di euro e l’associazione di fornitori di materiale medico ha annunciato che da martedi cesseranno l’erogazione anche di siringhe, garze, guanti e simili a sei dei maggiori ospedali della capitale.
Anche i farmacisti sono sul piede di guerra e qualche settimana fa hanno scioperato proprio per protestare contro il fatto che l'istituto di previdenza sociale nazionale (Eopyy) deve ancora rimborsare loro le crescenti fatture per la fornitura di medicinali ai clienti mentre lanciano l'allarme perché alcuni farmaci hanno cominciato a scarseggiare.
La Eopyy ha un debito di circa 250 milioni di euro nei confronti delle farmacie per le prescrizioni rilasciate in marzo.
I farmacisti sostengono anche che l'Eopyy deve loro altri quasi 250 milioni di euro per medicinali venduti a credito nel 2011 ai loro clienti assicurati con fondi di previdenza sociale che sono stati incorporati in Eopyy all'inizio di quest'anno.
Le grandi multinazionali della medicina, secondo la Reuters, si stanno coordinando con le autorità mediche europee per una fornitura di emergenza di medicinali da inviare in Grecia.
Ma pretendono in cambio garanzie specifiche:
questi farmaci devono essere destinati solo a pazienti greci, i quali a causa della crisi si trovano a pagare prescirizioni anche del 10-15 per cento del prezzo del prodotto da acquistare, con il risultato che il mercato si atrofizza perché la gente non ha modo di pagare i medicinali.
http://www.unita.it/mondo/grecia-senza- ... a-1.417459
Sanità pubblica alla bancarotta.
Di ro.ar.
4 giugno 2012
A - A
Nel settore sanitario la Grecia è già in bancarotta, visto che lo Stato non riesce più a pagare le medicine e nessuno è più disposto a far credito a ospedali pubblici e in generale al servizio sanitario nazionale.
La Grecia importa quasi tutto il suo fabbisogno farmaceutico, in special modo su quello relativo ai farmaci “normali”, ragion per cui i costi sono molto più alti di quelli che non si avrebbero affidandosi solo ai “generici”.
È un buco che ad oggi ammonta a 44 miliardi di euro e l’associazione di fornitori di materiale medico ha annunciato che da martedi cesseranno l’erogazione anche di siringhe, garze, guanti e simili a sei dei maggiori ospedali della capitale.
Anche i farmacisti sono sul piede di guerra e qualche settimana fa hanno scioperato proprio per protestare contro il fatto che l'istituto di previdenza sociale nazionale (Eopyy) deve ancora rimborsare loro le crescenti fatture per la fornitura di medicinali ai clienti mentre lanciano l'allarme perché alcuni farmaci hanno cominciato a scarseggiare.
La Eopyy ha un debito di circa 250 milioni di euro nei confronti delle farmacie per le prescrizioni rilasciate in marzo.
I farmacisti sostengono anche che l'Eopyy deve loro altri quasi 250 milioni di euro per medicinali venduti a credito nel 2011 ai loro clienti assicurati con fondi di previdenza sociale che sono stati incorporati in Eopyy all'inizio di quest'anno.
Le grandi multinazionali della medicina, secondo la Reuters, si stanno coordinando con le autorità mediche europee per una fornitura di emergenza di medicinali da inviare in Grecia.
Ma pretendono in cambio garanzie specifiche:
questi farmaci devono essere destinati solo a pazienti greci, i quali a causa della crisi si trovano a pagare prescirizioni anche del 10-15 per cento del prezzo del prodotto da acquistare, con il risultato che il mercato si atrofizza perché la gente non ha modo di pagare i medicinali.
http://www.unita.it/mondo/grecia-senza- ... a-1.417459
Re: GRECIA-ELEZIONI POLITICHE 2012
GRECIA
Deputato Alba dorata picchia due colleghe
La rissa in diretta tv durante un talk show. La procura chiede l'arresto per Ilias Kasidiaris, il portavoce del partito
In diretta tv
http://www.corriere.it/esteri/12_giugno ... 5e36.shtml
MILANO- Rissa in diretta tv. Il deputato neonazista greco, Ilias Kasidiaris, ha perso le staffe durante un talk show su Ant 1 e ha aggredito le due colleghe, esponenti di sinistra, che partecipavano al dibattito. La procura ha chiesto l'arresto per il portavoce di Alba Dorata, partito che nelle scorse elezione ha raccolto quasi il 7 per cento dei voti.
LA RISSA- Protagoniste della vicenda sono Liana Kanelli, del Kke e Rena Dourou, di Syriza. La rabbia di Kasidiaris si è scatenata contro quest'ultima perché gli ha ricordato di essere imputato in un processo per rapina a mano armata. L'uomo le ha prima rovesciato un bicchiere d'acqua addosso poi l'ha insultata. Quando la collega ha cercato di difenderla è stata colpita da tre pugni. Quando i tecnici dell'emittente hanno cercato di fermarlo, lui è scappato.
IL PARTITO- Dalle ultime elezioni il 6 maggio, Alba Dorata è finita spesso nelle cronache per aggressioni nei confronti di immigrati. Persino la figlia del leader di Chryssi Avgi, Ioannis Vouldis, è stata interrogata dalla polizia proprio per una vicenda simile. Fermata con altri cinque deputati, è stata rilasciata per mancanze di prove. A poco più di una settimana dal nuovo voto la tensione sembra alzarsi. Anche perché i sondaggi pare non confermino i risultati di Alba Dorata.
B.Arg.
7 giugno 2012 | 16:02
Deputato Alba dorata picchia due colleghe
La rissa in diretta tv durante un talk show. La procura chiede l'arresto per Ilias Kasidiaris, il portavoce del partito
In diretta tv
http://www.corriere.it/esteri/12_giugno ... 5e36.shtml
MILANO- Rissa in diretta tv. Il deputato neonazista greco, Ilias Kasidiaris, ha perso le staffe durante un talk show su Ant 1 e ha aggredito le due colleghe, esponenti di sinistra, che partecipavano al dibattito. La procura ha chiesto l'arresto per il portavoce di Alba Dorata, partito che nelle scorse elezione ha raccolto quasi il 7 per cento dei voti.
LA RISSA- Protagoniste della vicenda sono Liana Kanelli, del Kke e Rena Dourou, di Syriza. La rabbia di Kasidiaris si è scatenata contro quest'ultima perché gli ha ricordato di essere imputato in un processo per rapina a mano armata. L'uomo le ha prima rovesciato un bicchiere d'acqua addosso poi l'ha insultata. Quando la collega ha cercato di difenderla è stata colpita da tre pugni. Quando i tecnici dell'emittente hanno cercato di fermarlo, lui è scappato.
IL PARTITO- Dalle ultime elezioni il 6 maggio, Alba Dorata è finita spesso nelle cronache per aggressioni nei confronti di immigrati. Persino la figlia del leader di Chryssi Avgi, Ioannis Vouldis, è stata interrogata dalla polizia proprio per una vicenda simile. Fermata con altri cinque deputati, è stata rilasciata per mancanze di prove. A poco più di una settimana dal nuovo voto la tensione sembra alzarsi. Anche perché i sondaggi pare non confermino i risultati di Alba Dorata.
B.Arg.
7 giugno 2012 | 16:02
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Re: GRECIA-ELEZIONI POLITICHE 2012
Ma un partito che propugna valori nazisti non dovrebbe essere sciolto?
Ah beh, tanto poi vai in Ungheria e trovi i nazisti legalizzati al governo.
E l'Europa tollera...
Ah beh, tanto poi vai in Ungheria e trovi i nazisti legalizzati al governo.
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"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: GRECIA-RI-ELEZIONI POLITICHE 2012-17 GIUGNO
Domenica si ri-vota in Grecia
Gli ultimi sondaggi
I sondaggi sono contraddittori.
Subito dopo il voto del 6 maggio, SYRIZA, almeno secondo le intenzioni di voto rilevate da vari istituti, era diventata primo partito.
Poi Nuova Democrazia è sembrata aver recuperato e ora sarebbe in testa, con poco meno del 30 per cento delle intenzioni di voto, seguita a poca distanza da SYRIZA.
Terzo partito è il PASOK (socialisti, al governo sino a qualche mese fa) che però starebbe perdendo sempre più consensi (ora sarebbe addirittura sotto quota 15 per cento).
Sotto il 10 per cento, poi, ci sarebbero nell’ordine i Greci Indipendenti (ossia i ribelli antieuropei fuoriusciti da Nuova Democrazia), i comunisti del KKE, Sinistra Democratica (un partito europeista) e il partito di estrema destra Alba Dorata, ancora sopra la soglia del 5 per cento. Con questi dati, piuttosto simili ai risultati delle scorse elezioni, non è escluso un nuovo stallo politico.
La BBC ha fatto una media dei risultati degli ultimi sondaggi dei vari istituti, giorno per giorno.
Le rilevazioni si fermano al 1 giugno perché, secondo la legge greca, non possono essere diffusi sondaggi nei 14 giorni precedenti al voto.
segue al link:
http://www.ilpost.it/2012/06/13/domenic ... in-grecia/
Gli ultimi sondaggi
I sondaggi sono contraddittori.
Subito dopo il voto del 6 maggio, SYRIZA, almeno secondo le intenzioni di voto rilevate da vari istituti, era diventata primo partito.
Poi Nuova Democrazia è sembrata aver recuperato e ora sarebbe in testa, con poco meno del 30 per cento delle intenzioni di voto, seguita a poca distanza da SYRIZA.
Terzo partito è il PASOK (socialisti, al governo sino a qualche mese fa) che però starebbe perdendo sempre più consensi (ora sarebbe addirittura sotto quota 15 per cento).
Sotto il 10 per cento, poi, ci sarebbero nell’ordine i Greci Indipendenti (ossia i ribelli antieuropei fuoriusciti da Nuova Democrazia), i comunisti del KKE, Sinistra Democratica (un partito europeista) e il partito di estrema destra Alba Dorata, ancora sopra la soglia del 5 per cento. Con questi dati, piuttosto simili ai risultati delle scorse elezioni, non è escluso un nuovo stallo politico.
La BBC ha fatto una media dei risultati degli ultimi sondaggi dei vari istituti, giorno per giorno.
Le rilevazioni si fermano al 1 giugno perché, secondo la legge greca, non possono essere diffusi sondaggi nei 14 giorni precedenti al voto.
segue al link:
http://www.ilpost.it/2012/06/13/domenic ... in-grecia/
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Re: GRECIA-RI-ELEZIONI POLITICHE 2012-17 GIUGNO
Spero stravinca Syriza. Poi vediamo a Bruxelles che s'inventano per ammazzare i lavoratori greci.
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
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