Credibilita internazionale e coesione sociale nazionale
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Credibilita internazionale e coesione sociale nazionale
Le solite domande che spesso si sentono nelle discussioni ma che pochi sanno rispondere poiche' vanno a mettere a nudo determinate politiche .
1. Il governo Monti e’ veramente all’altezza di risolvere questi problemi in questa fase recessiva?
2. E se veramente non fosse all’altezza che succederebbe?
3. Basta avere una certa credibilità all’estero per risolvere questi problemi?
4. E se poi questa credibilità, visto i risultati non ottenuti, verrà a mancare chi pagherà questo ulteriore danno?
5. Saranno questi tecnici per aver sbagliato le loro ricette o ricadrà ancora su tutti noi stipendiati o pensionati?
6. Se questo governo dopo questi mesi ha dato questi risultati e’ giusto che continui o sarebbe meglio dargli il benservito?
7. E’ proprio vero che se andassimo alle elezioni ritorneremmo allo stato iniziale in cui lo spread era intono ai 600 punti?
8. Nell’eventualità si ritornasse ad un governo di centrosinistra si potrebbero eliminare tutte le disuguaglianze fatte da questo governo?
9. Se sì’ avremmo di nuovo la speculazione a farci salire lo spread e quindi a farci mancare la credibilità internazionale?
10. Ma allora che dovremmo fare per poter ritrovare sia la credibilità’ internazionale che il consenso popolare perso.
11. Le due (credibilità e consenso-coesione sociale) sono compatibili fra di loro?
12. E se tutto questo(avere la credibilità’ e il consenso-coesione sociale) fosse soltanto una ns. pia illusione poiché non sono compatibile fra di loro e di conseguenza le ns. proteste, magari anche aspre, servono solo a sbollire le ns. rabbie poiché il tutto cmq seguirà’ il suo iter normale di un paese il cui sistema che non puo' permettere altro.
13. Sarebbero allora auspicabili subito le elezioni o sarebbe una follia come dicono molti di loro?
14. E che saremmo in grado di fare dopo? O ci troveremo difronte al il cane che si morde la coda e quindi al punto di prima?
Democrazia? bah.
Se devo dire la mia dico che questo governo non e' assulutamente in grado di affrontare e risolvere questi problemi in questa fase recessiva e credo pure che a pagare saranno sempre i soliti ma questa volta c'e' il pericolo che mancando una coesione sociale il tutto possa far sfociare lotte anche cruente che non si vedevano dai tempi del governo Scelba con la differenza che ora siamo nel 3° millennio e le cose sono ancor piu' pericolose poiche coinvolgono un sistema e sono globalizzate
un salutone
1. Il governo Monti e’ veramente all’altezza di risolvere questi problemi in questa fase recessiva?
2. E se veramente non fosse all’altezza che succederebbe?
3. Basta avere una certa credibilità all’estero per risolvere questi problemi?
4. E se poi questa credibilità, visto i risultati non ottenuti, verrà a mancare chi pagherà questo ulteriore danno?
5. Saranno questi tecnici per aver sbagliato le loro ricette o ricadrà ancora su tutti noi stipendiati o pensionati?
6. Se questo governo dopo questi mesi ha dato questi risultati e’ giusto che continui o sarebbe meglio dargli il benservito?
7. E’ proprio vero che se andassimo alle elezioni ritorneremmo allo stato iniziale in cui lo spread era intono ai 600 punti?
8. Nell’eventualità si ritornasse ad un governo di centrosinistra si potrebbero eliminare tutte le disuguaglianze fatte da questo governo?
9. Se sì’ avremmo di nuovo la speculazione a farci salire lo spread e quindi a farci mancare la credibilità internazionale?
10. Ma allora che dovremmo fare per poter ritrovare sia la credibilità’ internazionale che il consenso popolare perso.
11. Le due (credibilità e consenso-coesione sociale) sono compatibili fra di loro?
12. E se tutto questo(avere la credibilità’ e il consenso-coesione sociale) fosse soltanto una ns. pia illusione poiché non sono compatibile fra di loro e di conseguenza le ns. proteste, magari anche aspre, servono solo a sbollire le ns. rabbie poiché il tutto cmq seguirà’ il suo iter normale di un paese il cui sistema che non puo' permettere altro.
13. Sarebbero allora auspicabili subito le elezioni o sarebbe una follia come dicono molti di loro?
14. E che saremmo in grado di fare dopo? O ci troveremo difronte al il cane che si morde la coda e quindi al punto di prima?
Democrazia? bah.
Se devo dire la mia dico che questo governo non e' assulutamente in grado di affrontare e risolvere questi problemi in questa fase recessiva e credo pure che a pagare saranno sempre i soliti ma questa volta c'e' il pericolo che mancando una coesione sociale il tutto possa far sfociare lotte anche cruente che non si vedevano dai tempi del governo Scelba con la differenza che ora siamo nel 3° millennio e le cose sono ancor piu' pericolose poiche coinvolgono un sistema e sono globalizzate
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Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: Credibilita internazionale e coesione sociale nazionale
Cercherò di rispondere "a puntate" alle tue domande:
1. Il governo Monti e’ veramente all’altezza di risolvere questi problemi in questa fase recessiva?
La risposta è NO, per il semplice fatto che il governo nei primi 6 mesi ha semplicemente fatto la politica del rigore dei conti, tutti sulle spalle dei contribuenti onesti, dei pensionati sopra il 1500euro lordi, dei possessori di una "sola casa", e di quelli che ogni giorno devono fare la spesa sempre più cara per effetto dell'aumento dei carburanti innescato proprio da questo governo.
Il fatto che di tutta la compagine governativa si parli solo della Fornero con i suoi "compitini" fatti male e non si sappia nulla di quello che sta facendo l'altro ministro Passera (sviluppo economico) la dice lunga sul fatto che questo governo essendo per sua natura neo-liberista (è l'esatto contrario di statalista) si limita ad osservare l'evoluzione di un mercato LIBERO .... cioè di un mercato dove gli imprenditori possono tranquillamente esportare i loro guadagni (fatti sulle spalle dei lavoratori italiani ed immigrati) all'estero, LICENZIARE e delocalizzare le loro fabbriche all'estero; speculare sull'euro (ovviamente sulla sua debolezza) e sui debiti sovrani dei paesi PIIGS (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna).
Alla prossima puntata ...
un saluto
1. Il governo Monti e’ veramente all’altezza di risolvere questi problemi in questa fase recessiva?
La risposta è NO, per il semplice fatto che il governo nei primi 6 mesi ha semplicemente fatto la politica del rigore dei conti, tutti sulle spalle dei contribuenti onesti, dei pensionati sopra il 1500euro lordi, dei possessori di una "sola casa", e di quelli che ogni giorno devono fare la spesa sempre più cara per effetto dell'aumento dei carburanti innescato proprio da questo governo.
Il fatto che di tutta la compagine governativa si parli solo della Fornero con i suoi "compitini" fatti male e non si sappia nulla di quello che sta facendo l'altro ministro Passera (sviluppo economico) la dice lunga sul fatto che questo governo essendo per sua natura neo-liberista (è l'esatto contrario di statalista) si limita ad osservare l'evoluzione di un mercato LIBERO .... cioè di un mercato dove gli imprenditori possono tranquillamente esportare i loro guadagni (fatti sulle spalle dei lavoratori italiani ed immigrati) all'estero, LICENZIARE e delocalizzare le loro fabbriche all'estero; speculare sull'euro (ovviamente sulla sua debolezza) e sui debiti sovrani dei paesi PIIGS (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna).
Alla prossima puntata ...
un saluto
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
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Re: Credibilita internazionale e coesione sociale nazionale
Cercherò di rispondere "a puntate" alle tue domande:
2. E se veramente non fosse all’altezza che succederebbe?
Si andrebbe alle elezioni anticipate, come del resto ha fatto la Spagna, ed un nuovo governo andrebbe ad affrontare questi problemi.
Alla prossima puntata ...
un saluto
2. E se veramente non fosse all’altezza che succederebbe?
Si andrebbe alle elezioni anticipate, come del resto ha fatto la Spagna, ed un nuovo governo andrebbe ad affrontare questi problemi.
Alla prossima puntata ...
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Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)
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Re: Credibilita internazionale e coesione sociale nazionale
Joblack ha scritto:Cercherò di rispondere "a puntate" alle tue domande:
2. E se veramente non fosse all’altezza che succederebbe?
Si andrebbe alle elezioni anticipate, come del resto ha fatto la Spagna, ed un nuovo governo andrebbe ad affrontare questi problemi.
Alla prossima puntata ...
un saluto
La finanza/mercato te lo permetterebbe di canbiare governo qualora sapendo che qualche ingiustizia sarebbe subito cambiata (?) ?Si andrebbe alle elezioni anticipate, come del resto ha fatto la Spagna, ed un nuovo governo andrebbe ad affrontare questi problemi.
La speculazione come si muoverebbe?
In Spagna si e' scelto un governo liberista e questa speculazione quindi non si e' mossa piu' di tanto. Fosse stato il contrario non credo sarebbe successo la stessa cosa.
La speculazione viene gestita dai soliti poteri forti che oltre a guardare, come e' logoco, i propri interessi immediati li difende pensando anche al futuro. Qualsiasi governo che intenda porsi la domanda se vale la pena di continuare con qusti sistemi o sia opportuno discutere e quindi ricercarne altri, sicuramente questi sara' un paese appetoibile per la speculazione.Toveranno sempre un modo per mettere in crisi il tuo mercato e se proprio occorrera' ti faranno pure l'embargo.
un salutone da Juan
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: Credibilita internazionale e coesione sociale nazionale
La speculazione agisce perchè i poteri forti agiscono come lobby sia all'interno delle istituzioni europee sia nei singoli stati.Pancho ha scritto: ....
....
La speculazione viene gestita dai soliti poteri forti che oltre a guardare, come e' logoco, i propri interessi immediati li difende pensando anche al futuro. Qualsiasi governo che intenda porsi la domanda se vale la pena di continuare con qusti sistemi o sia opportuno discutere e quindi ricercarne altri, sicuramente questi sara' un paese appetoibile per la speculazione.Toveranno sempre un modo per mettere in crisi il tuo mercato e se proprio occorrera' ti faranno pure l'embargo.
un salutone da Juan
Secondo me la risposta è un ritorno alla politica vera.
Per esempio:
La politica di Monti a Bruxelles è stata quella di inserirsi nel governo a 2 Sarkosy-Merkel portandolo a 3 includendo l'Italia, cioè un puro rapporto di forze. In parte c'è riuscito con le sue manovre scimmiottando le regole imposte dal duo BCE di Triché e Banca d'Italia di Draghi. Il prezzo è stato pagato dai ceti medio-bassi, spingendo i 10 milioni "sull'orlo della povertà" verso i 4 milioni "sicuramente poveri".
Un'altra politica avrebbe potuto fare Monti, cioè, costituire un asse privilegiato formato dagli stati deboli dell'area euro PIIGS, Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna.
Avremmo potuto ottenere una dilazione nel tempo per rientrare nel deficit, cosa che la Spagna ha tentato di fare ... ed in parte è riuscita andrà dall'8 al 3,5% di deficit nel 2013, ottenendo un risultato importante, meno recessione ... più coesione sociale .. meno povertà.
Se tu parti dal principio che la politica non serve a niente, io dico questi nostri politici tutti sia di destra che di sinistra "non servono a niente".
Bisogna tornare a fare vera politica con nuove facce ... senza la necessità di essere professori ... de ché?
un saluto
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)
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‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
Re: Credibilita internazionale e coesione sociale nazionale
Incompetenti, incapaci e soprattutto arroganti!
http://www.youtube.com/watch?v=yrVIjcVy ... r_embedded
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Re: Credibilita internazionale e coesione sociale nazionale
panelli solari ?
nuovo modello di sviluppo o bussiness neomercantista ?
a proposito di coesione socile e camerieri dei poteri forti .
i profitti nel settore panelli solari IN ITALIA sono superiori al 30 % del capitale investito.
si tratta di speculazione economica
la fonte è il ministro Cini.
in sostanza lo stato finanzia il settore , ma il settore NON produce !!
compra i componenti dei panelli solari in Cina a prezzi low cost.
li assembla in Italia, quindi si tratta non di una industria vera e propria ma di industria di trasformazione e soprattutto commerciali.
in sostanza con i finanziamenti statali finanziamo 50 % la Cina e l' altro 50% NON il lavoro ma gli extraprofitti.
fonte il ministro Cini.
il modello di economia non è la produzione ma la commercializzazione SENZA pianificazione aziendale.
in questo periodo il gas cerca commerciali senza stipendio, telecom cerca commerciali senza stipendio e i panelli solari cercano commerciali SENZA rimborso nemmeno della benzina !!!
questo è il modello economico che piace a Monti e a settori del PD!!!!
nuovo modello di sviluppo o bussiness neomercantista ?
a proposito di coesione socile e camerieri dei poteri forti .
i profitti nel settore panelli solari IN ITALIA sono superiori al 30 % del capitale investito.
si tratta di speculazione economica
la fonte è il ministro Cini.
in sostanza lo stato finanzia il settore , ma il settore NON produce !!
compra i componenti dei panelli solari in Cina a prezzi low cost.
li assembla in Italia, quindi si tratta non di una industria vera e propria ma di industria di trasformazione e soprattutto commerciali.
in sostanza con i finanziamenti statali finanziamo 50 % la Cina e l' altro 50% NON il lavoro ma gli extraprofitti.
fonte il ministro Cini.
il modello di economia non è la produzione ma la commercializzazione SENZA pianificazione aziendale.
in questo periodo il gas cerca commerciali senza stipendio, telecom cerca commerciali senza stipendio e i panelli solari cercano commerciali SENZA rimborso nemmeno della benzina !!!
questo è il modello economico che piace a Monti e a settori del PD!!!!
Re: Credibilita internazionale e coesione sociale nazionale
3 aprile 2012 - ore 14:41
"Sei mesi e poi caos sociale". Il calcolo di Erik Jones
“Finora l’uomo europeo della strada ha reagito piuttosto bene all’aggravarsi della situazione economica – dice al Foglio Erik Jones, docente di Studi europei e direttore del Bologna Institute for Policy Research della Johns Hopkins University, dal 1990 nel nostro continente per studiare in maniera comparata le politiche dei paesi dell’Ue – se consideriamo ‘stoicismo’ e ‘isterismo’ come i due atteggiamenti estremi, l’europeo finora è stato più stoico che altro”. Specie se si considera “la massima indecisione dimostrata dalle leadership, con il continuo oscillare tra un vertice Ue e l’altro”. Ora però qualcosa sta cambiando, spiega Jones, a partire dai paesi che si affacciano sul Mediterraneo: oltre alle manifestazione violente in Grecia, negli ultimi giorni ci sono stati lo sciopero generale e le proteste in decine di città spagnole contro le riforme decise dal premier Mariano Rajoy, poi ci sono i segnali discordanti in arrivo dall’Italia: “Ho grande rispetto per Mario Monti e la sua squadra, però è indubbio che la popolarità dell’esecutivo tecnico stia diminuendo”. Da considerare anche l’atteggiamento dei partiti, che torna a farsi rissoso agli occhi dell’osservatore esterno, come pure il ricorso a gesti estremi (come il suicidio) da parte di alcuni imprenditori e lavoratori.
Jones riconosce di non avere in mano né un modello matematico né una sfera di cristallo, ma azzarda una previsione in base alla “regola dei 18 mesi”: “L’opinione pubblica accetta come necessarie alcune riforme e pare disposta ad avere svantaggi nel breve termine per guadagnare nel lungo termine. Questa situazione dura da un anno in Spagna e Portogallo, da più tempo in Grecia e Irlanda, da meno tempo in Italia. Passeranno massimo altri sei mesi, poi ci saranno situazioni di caos sociale”.
Ecco come funziona la “regola dei 18 mesi” secondo il professore della Johns Hopkins: “Subito dopo la caduta del comunismo in Europa dell’est, abbiamo imparato molto sulle reazioni della popolazione a fronte di profondi cambiamenti politici ed economici. Il ministro polacco delle Finanze di allora, Leszek Balcerowicz, parlò di logica della ‘politica straordinaria’. Disse di avere soltanto una finestra di tempo utile ad approvare riforme senza doverne pagare le conseguenze elettorali. Ebbe ragione: la Polonia è sopravvissuta, e bene, a una cura choc”. Secondo le statistiche di Jones, “il periodo durante il quale la popolazione mantiene una relativa calma a fronte di mutamenti drastici dura circa 18 mesi”.
Dopo un anno e mezzo, sarà difficile spiegare che i sacrifici di oggi saranno compensati da un futuro migliore domani. In Grecia è andata così, Spagna e Portogallo hanno ancora davanti a sé sei mesi di “politica straordinaria”, l’Italia poco di più. “Poi i capovolgimenti elettorali saranno sistematici, le proteste più diffuse e violente”. Ma perlomeno le scelte di politica economica compiute in questa fase, ispirate al rigore fiscale made in Deutschland, sono le scelte giuste? Il ragionamento di Jones è duplice. Da una parte riconosce che molte delle riforme in corso “sono positive” e “necessarie al di là della crisi. Dalle pensioni al lavoro, i cambiamenti sono imposti dalla rivoluzione demografica in corso in Europa”. Detto ciò, “è illusorio pensare che questo risolva il problema della disoccupazione crescente, specie giovanile”. A questo proposito Jones ritiene “eccessiva e pericolosa l’austerity che si irradia da Berlino” e avverte: “Il caos sociale investirà anche Bruxelles. Già oggi, per la prima volta secondo l’ultimo Eurobarometro, l’opinione pubblica del continente ha meno fiducia dell’Ue nel suo complesso che delle sue singole istituzioni come Parlamento, Commissione, etc. Ciò vuol dire che il cosiddetto ‘vincolo esterno’, che ha giocato un ruolo fondamentale per esempio in Italia per far avanzare alcune riforme decisive, sta perdendo ogni legittimità”.
© - FOGLIO QUOTIDIANO
di Marco Valerio Lo Prete
"Sei mesi e poi caos sociale". Il calcolo di Erik Jones
“Finora l’uomo europeo della strada ha reagito piuttosto bene all’aggravarsi della situazione economica – dice al Foglio Erik Jones, docente di Studi europei e direttore del Bologna Institute for Policy Research della Johns Hopkins University, dal 1990 nel nostro continente per studiare in maniera comparata le politiche dei paesi dell’Ue – se consideriamo ‘stoicismo’ e ‘isterismo’ come i due atteggiamenti estremi, l’europeo finora è stato più stoico che altro”. Specie se si considera “la massima indecisione dimostrata dalle leadership, con il continuo oscillare tra un vertice Ue e l’altro”. Ora però qualcosa sta cambiando, spiega Jones, a partire dai paesi che si affacciano sul Mediterraneo: oltre alle manifestazione violente in Grecia, negli ultimi giorni ci sono stati lo sciopero generale e le proteste in decine di città spagnole contro le riforme decise dal premier Mariano Rajoy, poi ci sono i segnali discordanti in arrivo dall’Italia: “Ho grande rispetto per Mario Monti e la sua squadra, però è indubbio che la popolarità dell’esecutivo tecnico stia diminuendo”. Da considerare anche l’atteggiamento dei partiti, che torna a farsi rissoso agli occhi dell’osservatore esterno, come pure il ricorso a gesti estremi (come il suicidio) da parte di alcuni imprenditori e lavoratori.
Jones riconosce di non avere in mano né un modello matematico né una sfera di cristallo, ma azzarda una previsione in base alla “regola dei 18 mesi”: “L’opinione pubblica accetta come necessarie alcune riforme e pare disposta ad avere svantaggi nel breve termine per guadagnare nel lungo termine. Questa situazione dura da un anno in Spagna e Portogallo, da più tempo in Grecia e Irlanda, da meno tempo in Italia. Passeranno massimo altri sei mesi, poi ci saranno situazioni di caos sociale”.
Ecco come funziona la “regola dei 18 mesi” secondo il professore della Johns Hopkins: “Subito dopo la caduta del comunismo in Europa dell’est, abbiamo imparato molto sulle reazioni della popolazione a fronte di profondi cambiamenti politici ed economici. Il ministro polacco delle Finanze di allora, Leszek Balcerowicz, parlò di logica della ‘politica straordinaria’. Disse di avere soltanto una finestra di tempo utile ad approvare riforme senza doverne pagare le conseguenze elettorali. Ebbe ragione: la Polonia è sopravvissuta, e bene, a una cura choc”. Secondo le statistiche di Jones, “il periodo durante il quale la popolazione mantiene una relativa calma a fronte di mutamenti drastici dura circa 18 mesi”.
Dopo un anno e mezzo, sarà difficile spiegare che i sacrifici di oggi saranno compensati da un futuro migliore domani. In Grecia è andata così, Spagna e Portogallo hanno ancora davanti a sé sei mesi di “politica straordinaria”, l’Italia poco di più. “Poi i capovolgimenti elettorali saranno sistematici, le proteste più diffuse e violente”. Ma perlomeno le scelte di politica economica compiute in questa fase, ispirate al rigore fiscale made in Deutschland, sono le scelte giuste? Il ragionamento di Jones è duplice. Da una parte riconosce che molte delle riforme in corso “sono positive” e “necessarie al di là della crisi. Dalle pensioni al lavoro, i cambiamenti sono imposti dalla rivoluzione demografica in corso in Europa”. Detto ciò, “è illusorio pensare che questo risolva il problema della disoccupazione crescente, specie giovanile”. A questo proposito Jones ritiene “eccessiva e pericolosa l’austerity che si irradia da Berlino” e avverte: “Il caos sociale investirà anche Bruxelles. Già oggi, per la prima volta secondo l’ultimo Eurobarometro, l’opinione pubblica del continente ha meno fiducia dell’Ue nel suo complesso che delle sue singole istituzioni come Parlamento, Commissione, etc. Ciò vuol dire che il cosiddetto ‘vincolo esterno’, che ha giocato un ruolo fondamentale per esempio in Italia per far avanzare alcune riforme decisive, sta perdendo ogni legittimità”.
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Re: Credibilita internazionale e coesione sociale nazionale
Due considerazioni
1) io continuo a non vedere un reale programma di sviluppo
2) monti qui dice che la crisi c'è ancora, poi va in Cina e dice di no, ma intanto lo spread risale e la situazione spagnola non migliora, anzi... ma come, i popolari non dovevano risolvere tutto?
1) io continuo a non vedere un reale programma di sviluppo
2) monti qui dice che la crisi c'è ancora, poi va in Cina e dice di no, ma intanto lo spread risale e la situazione spagnola non migliora, anzi... ma come, i popolari non dovevano risolvere tutto?
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: Credibilita internazionale e coesione sociale nazionale
Giovedì 05 Aprile 2012 17:48
Lo spread risale. Effetto della truffa del fallimento greco?
di Amerigo Rivieccio
ROMA - Che la allegra gestione della questione greca e la decisione di non procedere ad un taglio ridotto da applicare a tutti ma di procedere invece alla selezione di un gruppo di investitori, solo quelli piccoli, da sacrificare fortemente per tutelare investitori più forti avrebbe potuto comportare rischi gravi per gli equilibri finanziari del vecchio continente lo hanno segnalato in tanti.
Infatti dopo la folle decisione di tenere esenti direttamente, tramite uno scambio di titoli, o indirettamente, tramite finanziamenti multi miliardari, banche ed istituzioni dal fallimento greco ed il conseguente appesantirsi del fardello sulle spalle dei soli piccoli investitori, si sta assistendo ad un ovvio ed ampiamente prevedibile movimento rialzista degli spread.
Oggi i titoli decennali italiani hanno fatto segnare infatti un massimo di 380,8 punti, con un tasso di circa il 5,50 %, appena dopo i dati sull'asta dei bond francesi, che avevano mostrato rendimenti in rialzo. Ma nel mirino degli investitori oggi ci si è ritrovata soprattutto la Spagna, dopo la deludente asta di ieri sui titoli di Stato di Madrid, con domanda ai minimi termini e rendimenti in rialzo. Il differenziale calcolato sui Bonos spagnoli fa segnare infatti livelli superiori ai 402 punti, per un tasso del 5,76%, dopo essere volato fino a un massimo di 411 punti.
Ma il legame che intercorre tra la gestione del fallimento greco ed il rialzarsi degli spread, la cinghia di trasmissione del malessere, è data dal sentimento di tradimento subito che anima il mondo dei piccoli risparmiatori. E sono proprio i piccoli risparmiatori, i clienti retail, che dopo aver visto dileguarsi una parte dei propri risparmi in un sacrificio solitario sulle pendici del Partenone hanno imparato che dei bond emessi dai paesi dell’area Euro, molto semplicemente, non ci si può fidare più, e che se c’è da perdere le penne ce le rimettono solo loro.
Come dar loro torto, quindi, se ora, con gambe di lepre e memoria di elefante, si sono dileguati in cerca di porti più sicuri, lasciando il debito pubblico di Eurolandia in mano a quegli investitori che in un modo o nell’altro potranno farsi esenti, a spese degli euro contribuenti, da eventuali perdite.
Era un effetto ampiamente prevedibile e previsto, l’unica vera sorpresa che balza agli occhi è che si può diventare Professori anche con la capacità di analisi e l’orizzonte temporale di un pesciolino rosso.
http://www.dazebaonews.it/economia/fina ... ento-greco?
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Precedentemente, mi facevo delle domande sulle quali sarebbe stato opportuno soffermarci ancora di piu' visto che qualcosa si sta avverando.
Mi chiedevo qualche giorno fa:
un salutone da Juan
Lo spread risale. Effetto della truffa del fallimento greco?
di Amerigo Rivieccio
ROMA - Che la allegra gestione della questione greca e la decisione di non procedere ad un taglio ridotto da applicare a tutti ma di procedere invece alla selezione di un gruppo di investitori, solo quelli piccoli, da sacrificare fortemente per tutelare investitori più forti avrebbe potuto comportare rischi gravi per gli equilibri finanziari del vecchio continente lo hanno segnalato in tanti.
Infatti dopo la folle decisione di tenere esenti direttamente, tramite uno scambio di titoli, o indirettamente, tramite finanziamenti multi miliardari, banche ed istituzioni dal fallimento greco ed il conseguente appesantirsi del fardello sulle spalle dei soli piccoli investitori, si sta assistendo ad un ovvio ed ampiamente prevedibile movimento rialzista degli spread.
Oggi i titoli decennali italiani hanno fatto segnare infatti un massimo di 380,8 punti, con un tasso di circa il 5,50 %, appena dopo i dati sull'asta dei bond francesi, che avevano mostrato rendimenti in rialzo. Ma nel mirino degli investitori oggi ci si è ritrovata soprattutto la Spagna, dopo la deludente asta di ieri sui titoli di Stato di Madrid, con domanda ai minimi termini e rendimenti in rialzo. Il differenziale calcolato sui Bonos spagnoli fa segnare infatti livelli superiori ai 402 punti, per un tasso del 5,76%, dopo essere volato fino a un massimo di 411 punti.
Ma il legame che intercorre tra la gestione del fallimento greco ed il rialzarsi degli spread, la cinghia di trasmissione del malessere, è data dal sentimento di tradimento subito che anima il mondo dei piccoli risparmiatori. E sono proprio i piccoli risparmiatori, i clienti retail, che dopo aver visto dileguarsi una parte dei propri risparmi in un sacrificio solitario sulle pendici del Partenone hanno imparato che dei bond emessi dai paesi dell’area Euro, molto semplicemente, non ci si può fidare più, e che se c’è da perdere le penne ce le rimettono solo loro.
Come dar loro torto, quindi, se ora, con gambe di lepre e memoria di elefante, si sono dileguati in cerca di porti più sicuri, lasciando il debito pubblico di Eurolandia in mano a quegli investitori che in un modo o nell’altro potranno farsi esenti, a spese degli euro contribuenti, da eventuali perdite.
Era un effetto ampiamente prevedibile e previsto, l’unica vera sorpresa che balza agli occhi è che si può diventare Professori anche con la capacità di analisi e l’orizzonte temporale di un pesciolino rosso.
http://www.dazebaonews.it/economia/fina ... ento-greco?
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Precedentemente, mi facevo delle domande sulle quali sarebbe stato opportuno soffermarci ancora di piu' visto che qualcosa si sta avverando.
Mi chiedevo qualche giorno fa:
Sarebbe facile ora dare delle risposte vedendo che lo spread continua a salire, ma non voglio fare la cassandra di turno. Lascio ad altri questo compito ingrato.6. Se questo governo dopo questi mesi ha dato questi risultati e’ giusto che continui o sarebbe meglio dargli il benservito?
un salutone da Juan
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
Chi c’è in linea
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