CLAUS OFFE E IL REDDITO DI CITTADINANZA
Inviato: 29/04/2012, 10:44
Claus Offe e il Reddito di cittadinanza (Parte 1^e 2^ parte)
«La risposta in Italia al REDDITO DI CITTADINANZA dovrebbe essere l’ ESTENSIONE dell’ INDENNITA’ DI DISOCCUAPZIONE a tutti coloro che perdono un lavoro e tutti coloro che sono alla ricerca del primo lavoro.
Questi aspetti assolutamente urgenti verranno analizzati nella seconda parte.
Al di la delle terminologie, va di moda anche il reddito minimo garantito, l’ analisi di Claus Offe è importante.
Vuoi un contratto a tempo indeterminato ? si ma ti posso licenziare nei primi 36 mesi.
Perché piangi? lo stato ti da un reddito minimo garantito di 460 Euro ( Francia ).
Dobbiamo aiutare i giovani, i ‘supergarantiti’ li mandiamo in pensione a 70 anni , se muoiono prima operazione costo zero, se li licenziano prima come probabilmente sarà …io piango per voi !!!
In Italia la problematica è affrontata con una sufficiente dose di disonestà intellettuale.
Si raccontano panzane ‘riformiste’ come flexisecurity .
Il tentativo è di liberalizzare i licenziamenti con la soppressione dell’ articolo18.
Coloro che ragionano cosi sono i camerieri dei poteri forti e del FMI. Rimane il cantiere aperto per contratti formativi e apprendistato. Ma richiede uno spazio specifico. Il sociologo Claus Offe esponente della scuola di Francoforte affronta in un controverso saggio la tematica del reddito di cittadinanza. Il titolo del saggio è : ‘Il reddito di cittadinanza: una strategia inevitabile per contrastare la disoccupazione’. Claus Offe è un grande intellettuale , assolutamente trasparente e indipendente. La sua analisi è interessante, originale e scientifica. Molto bella sia nei suoi aspetti di sociologia economica che di sociologia del lavoro . A chi scrive povero ‘ vecchio marxista’ le tesi di Claus Offe sono NON condivise e in alcuni casi forse sbagliate, ma la profondità di analisi, la serietà del lavoro rendono il saggio molto ‘intricante’.
Del resto la scuola di Francoforte è sempre stata ‘ postmarxista’ come disse Michel Foucault di se stesso.
Due sono i drivers dell’analisi di Claus Offe :
1) Produttività – Labour Saving ( risparmio di lavoro ).
2) Crisi della Teoria Economica keynesiana.
La tesi fondamentale di Claus Offe è :
‘Il contratto di lavoro non riesce più ad assegnare un «posto»
nella società a un numero crescente di individui, e non riesce
a fornire loro un livello di reddito e protezione adeguati.
1) Produttività del lavoro e produttività economica.
Differenza tra la produttività del lavoro e produttività della produzione economica. Claus Offe è un grande sociologo ed usa un linguaggio diverso dall’ economista.
Le due interpretazioni sono che la produttività dei processi di organizzazione e superiore alla produttività dei processi di prodotto.
Queste diverse produttività possono generare disoccupazione . E ragionevole ritenere che anche un aumento di produttività del prodotto non sostenuto dalla domanda di beni generi sovrapproduzione e quindi disoccupazione. Inoltre la produttività del lavoro genera processi labour saving. Quindi incremento della Disoccupazione.
Infine maturità dei mercati : ‘Nel passato, infatti, forti aumenti dell’occupazione sono stati avviati da ondate di nuovi prodotti e dalla loro diffusione di massa (il
caso più significativo è quello dell’automobile e del relativo regime «fordista» di produzione);
Nella seconda parte cerchiamo di analizzare questa parte.
2) Crisi della Teoria Economica Keynesiana . In estrema sintesi i fattori della crisi del modello keynesiano sono, riportiamo il testo originale di Claus Offe :
1) la globalizzazione dei rapporti economici e il sistema dei tassi di cambio fluttuanti hanno privato di senso qualunque tentativo di mantenere il controllo sull’economia nazionale tramite strumenti keynesiani di gestione della domanda;
2) inoltre, e proprio a causa della sua stessa natura, la gestione della domanda si dimostra efficace solo quando viene implementata «senza preavviso». Al contrario, allorché diviene una prassi abituale di governo prevedibile da parte degli attori razionali, essa offre solo sussidi agli investitori, ma non un incremento dell’occupazione.
Per di più, si ritiene che
3) l’inflazione,
4) l’accresciuto debito nazionale e
5) lo «spiazzamento» degli investimenti del settore privato in conseguenza di tale indebitamento abbiano portato alla sconfitta tanto politica quanto intellettuale del keynesismo.
E evidente che Claus Offe non è un economista ma sicuramente un grande sociologo dell’economia. Sotto il profilo ‘ da economista’ le sue tesi sembrano forse ingenue probabilmente sbagliate ma molto stimolanti sotto l' aspetto sociologico dei comportamenti degli attori economici. La tesi 2 sembra una tesi da ‘finanza creativa’, è certamente fondata negli Stati Uniti e con l’ era Berlusconi in Italia ma non sembra altrettanto documentata in Francia e in Germania. Interventi dello stato per stimolare la domanda non creano più occupazione ma extraprofitti speculativi, secondo Offe.
Nelle grandi aziende in COGESTIONE tedesche e nelle grandi aziende PUBBLICHE francesi questa tesi non sembra verificabile , la PIANIFICAZIONE AZIENDALE ha come obiettivo la stabilità e lo sviluppo dell’ occupazione .
La tesi 3 in un cotesto keynesiano , che lo sviluppo della domanda crea inflazione è palesemente falsa.
Solo quando la domanda aggregate ‘sbatte’ contro il tetto della piena occupazione dei fattori produttivi alimenta un processo d’ inflazione. Oggi in Italia siamo al 50% della capacità produttiva.
3) scrive Offe :’ il debito Pubblico ‘.
qual è il problema ???, se finanziato dalla Banca Centrale ( come avviene oggi probabilmente in modo illegittimo in Germania ) non è soggetto a speculazione, manca il luogo della speculazione , il mercato primario, esempio evidente è il Giappone ( debito pubblico 200% ) .
Se con il piano Fanfani abbiamo costruito intere città ad edilizia popolare è evidente che il debito pubblico italiano sarà più elevato che nel pianeta Marte ove sembra che non ci siano case popolari.
Se il tasso di interesse del debito pubblico è inferiore al tasso di incremento del PIL possiamo avere un avanzo primario .
Se il tasso di interesse per finanziare il debito pubblico come media è del 5% è il PIL decresce del –4% possiamo forse andare tutti in ..Estonia, sempre zona Euro è, senza problemi di pensione e di stato sociale.
LA QUESTIONE NON E’ DEBITO PUBBLICO MA INCREMENTO DEL PIL
La tesi n. 5 spiazzamento tra investimenti pubblici e privati .
In un modello keynesiano come è noto solo in presenza di piena occupazione del mercato degli investimenti ( saturazione nel breve periodo ) abbiamo lo spiazzamento ( gli investimenti pubblici SOSTITUISCONO gli investimenti privati) altrimenti gli investimenti pubblici e privati si SOMMANO e non si sostituiscono .
CLAUS OFFE E LA GLOBALIZZAZIONE.
Dice Offe : non solo un’intensificazione della concorrenza sui mercati dei prodotti e del lavoro, ma anche una perdita di sovranità nazionale nell’ambito della politica economica e sociale. Tale perdita costituisce una scusa abbastanza consistente per giustificare l’inattività dei responsabili nel campo delle politiche della piena occupazione. Oltre la globalizzazione l’ Europa registra le problematiche relative alla comunità europea ed euro.
Questione di grande attualità . E’ evidente che la perdita di sovranità in Europa al momento non è auspicabile soprattutto in riferimento alla esperienza della Grecia .
Diverso era la situazione politica in riferimento all’ unità europea nel 1999 anno in cui è stato pubblicato il saggio di Offe.
L’interrogativo di Offe «Che fare?» : ‘diviene in larga misura irrilevante, semplicemente perché nessuno dei singoli Paesi potrebbe farvi fronte per conto proprio
e perché una politica dell’occupazione transnazionale «negoziata» non ha dato finora alcun risultato.’
Oggi possiamo dire che l’ analisi di Offe in riferimento alla unità europea va aggiornata .
I fautori di una maggiore unità europea appaiono in grande difficoltà, per una maggiore unità servirebbe un processo FEDERATIVO con la costituzione di uno STATO FEDERALE.
Ed dovrebbe essere un processo costituente verso la COSTITUZIONE ITALIANA.
Gli errori fatti da ‘europeisti della domenica’ con la creazione della zona Euro a 17 stati rendono al momento il processo federativo improponibile. Troppo diverse sono le strutture economiche dei 17 paesi euro , diverse sono le fondamenta del modello sociale europeo anche se con importanti differenze tra Germania, Francia e Italia , e gli altri : Slovacchia, Cipro, Slovenia, Lussemburgo, Estonia. Il paese campione d’ europa sarebbe l’ Estonia in quanto ha i’ mitici parametri’ in regola. I paesi che non hanno il welfare e che sono lontanissimi dal modello sociale europeo sono i paesi …’campioni di riferimento’ per l’ Europa. In questa situazione è evidente il processo di ritorno alla piena sovranità degli stati europei testimoniato dal duopolio Merkel Sarkosy.
LA POLITICA PROTEZIONISTA.
Dice Offe : ‘I responsabili della politica economica hanno imparato che il protezionismo può essere e sarà punito dai
mercati globali. Non c’è altresì alcuna motivazione razionale plausibile di carattere morale per la quale ai paesi di antica industrializzazione dovrebbe essere consentito di ostacolare con manovre protezionistiche gli sforzi di industrializzazione dei paesi dell’Asia orientale e meridionale, dell’America Latina e dell’Europa centro - orientale che si affacciano sul mondo industrializzato. Altra cosa è se si possa consentire che tali vantaggi competitivi derivino dalla palese violazione dei diritti dei lavoratori, delle norme di tutela ambientale, e spesso anche dei diritti umani (come nel caso del lavoro minorile).’
La tesi di Offe che lo sviluppo dei paesi arretrati avviene con lo sviluppo dei mercati e tesi molto controversa .
Comunque richiede approfondimenti. Altra tesi sostenuta da importanti accademici di storia economica è che lo sviluppo economico inteso come sviluppo del benessere di una società ( sviluppo quantitativo e qualitativo) avviene con lo sviluppo dell’ agricoltura e con lo sviluppo dei settori strategici da parte dello stato.
La problematica è molto complessa e non è possibile sviluppare approfondimenti.
Il modello di sviluppo comparato Inghilterra e Germania ( periodo 1850-1900 ) potrebbero propendere per la seconda ipotesi .
Nonostante Claus Offe, abbiamo oggi un ritorno al PROTEZIONISMO in particolare Stati Uniti d’ America ed comunità europea ( con l’ introduzione per dumping sociale dei dazii settore ceramico e probabile introduzione dei dazii nel settore tessile). Se al centro dell’ economia poniamo la teoria del valore lavoro il lavoro minorile, lo sfruttamento selvaggio dell’ uomo sull’uomo la riduzione di fatto in schiavitù non sono …altra cosa ma sono la COSA.
Non si possono commerciare nella comunità europea prodotti e merci che sono il frutto del lavoro minorile e della schiavitù.
CLAUS OFFE E LA ‘BUONA E PIENA OCCUPAZIONE’ e la DISOCCUPAZIONE, PRECARIETA’.
Dice Offe ‘ i governi non sono più tenuti a raccogliere la sfida dell’unica «realizzazione» concreta del socialismo di stato, cioè una piena occupazione stabile, al fine di rendere la classe operaia immune dalla sua sospetta tendenza a «cambiare fronte».’ Tesi affascinante come tutte le tesi di Offe , con l’ attuale crisi economica per durata la peggiore di tutti i tempi abbiamo un ritorno a ‘ cambiare fronte’ non solo della classe operaia ma anche della classe media.
Il muro però non è più il comunismo , ma il muro oggi c è ed è imponente è la SOCIALDEMOCRAZIA e il MODELLO SOCIALE EUROPEO.
Il muro oggi è tra il capitalismo di borsa e il capitalismo di welfare . ( Dore)
Le teorie della Fine di Offe :
a) Fine delle politiche Keynesiane
b) Fine delle politiche di Piena Occupazione
c) Possiamo aggiungere fine delle ideologie del 900. ( questo Offe non lo dice forse perché per lui è ovvio).
‘La conclusione normalmente dedotta nell’attuale era «postkeynesiana», in cui si ritiene che i programmi nazionali di politiche di piena occupazione dal lato della
domanda facciano più male che bene, è che il costo del lavoro (cioè i salari più i contributi versati dai datori di lavoro alla previdenza sociale più i benefici e le provvidenze non monetari) debba essere ridotto o che debbano essere accresciuti gli incentivi rivolti agli imprenditori per la creazione e la copertura di posti di lavoro sul mercato (interno) – qualunque sia l’impatto sui redditi dei lavoratori.. La tesi di Offe è valida ma solo ove la rendita finanziaria ha il sopravvento sullo sviluppo dell’ economia reale. Anche se il tasso di occupazione per unità di produzione non può essere quello dell’ epoca fordista, ma la tecnologia crea comunque nuova occupazione. Quindi arriviamo alla tesi principale di Clause Offe , è ovvio che avremo una parte consistente della popolazione che non avrà più lavoro.
‘Occorrerà abituarsi con umiltà (e adeguarsi di fatto) all’evidenza che un’ampia quota della popolazione adulta di entrambi i sessi non troverà collocazione e sussistenza in occupazioni «normali», cioè ragionevolmente sicure, adeguatamente tutelate e retribuite in modo accettabile. ‘
Ai socialdemocratici Offe dice : Non serve affrontare questa condizione cronica e dolorosa ( la disoccupazione) con la retorica del pieno impiego cara ai socialdemocratici,’
Claus Offe e l’ incidente con il paracadute.
Offe si era gettato con il paracadute , sotto di lui passava un aereo privato , Offe non lo vide e sbatte la testa contro l'’aereo a 1200 km orari, per fortuna si apri automaticamente il paracadute e il professor Offe atterro sano e salvo. Gli chiesero cosa pensava di Berlusconi , disse ‘ non mi è molto simpatico’. L’aereo privato era di Berlusconi , con Berlusconi a bordo .
Offe prese una penna è scrisse : Non serve affrontare questa condizione cronica e dolorosa con la retorica del pieno impiego cara ai socialdemocratici,’
I socialdemocratici di tutto il mondo capirono il contesto in cui la celebre frase fu scritta una botta in testa ..da orbi e non risposero.
(continua)
CLAUS OFFE E IL REDDITO DI CITTADINANZA ( Parte 2 )
IL CONTRATTO DI APPRENDISTATO.
La notizia buona e che anche Plinio il Giovane si è alzato dal letto stamani è ha avuto un ruggito da leone.
Ha scritto ‘ il problema non è il contratto unico ma il contratto di apprendistato’.
Scritto da Plinio il Giovane è incredibile.
Dovremmo chiederci perché il contratto di Apprendistato non funziona.
Non è questo il nostro tema ma l’ attualità è pressante.
L’ ex ministro Sacconi con il contratto di apprendistato le ha provate tutte, fallimento totale.
1) Un attore suonava alla porta insieme al ministro Sacconi con 2 vasi di fiori.
I vasi di fiori erano gratis.
Le persone prendevano i vasi e li rompevano in testa uno all’ attore e l’ altro alla persona che era insieme all’ attore.
NON VOLEVANO RICEVERE I VASI DI FIORI ANCHE SE ERANO GRATUITI.
Il ministro ha reso il contratto di lavoro apprendistato troppo ECONOMICO .
Le aziende italiane di eccellenza rifiutano i contratti di lavoro che costano troppo poco e che creano problemi nelle loro complessa ‘ gestione risorse umane’.
Del resto il contratto di apprendistato è nato, ed ha la sua storia nel mondo dell’ artigianato.
2) I giovani ingegneri, i giovani laureati in Economia e Commercio e altri dopo aver studiato dai 5 ai 7 anni di università NON accettano retribuzioni di 800 euro al mese.
Questo è stato il secondo errore clamoroso del ministro Sacconi: il pauperismo.
Inoltre se un laureato accetta una retribuzione cosi bassa dopo 2 o 3 mesi presenta la lettera di dimissioni con il fallimento del progetto formativo .
I famosi CFL hanno avuto una importanza enorme nello sviluppo dell’ occupazione giovanile in Italia ma avevano retribuzioni assolutamente decorose.
3) il neoliberismo dei 2 Mario è basato sullo sviluppo dell’ offerta, diminuisce il costo e vai ove ti porta il….. vento !!!
Problema per l’ apprendistato ….non c è vento …calma totale.
Non ci sono assunzioni.
Rendere i contratti di lavoro tutti con incentivi e sgravi significa bloccare il turn over per dimissioni volontarie bloccando una dinamicità del mercato del lavoro.
Senza NESSUN RISULTATO in quanto se non c è lo sviluppo della Domanda Aggregata ( Consumi interni ed investimenti interni ) non c è low cost sul lato del lavoro che tenga.
Idem per l’ abbattimento dell’ Irap che in fase di sviluppo economico forse ha un senso , mentre in questo momento implica lo sviluppo….della finanza creativa.
Vedi esperienza negativa governo Prodi.
La minore Irap andrebbe vincolata nel lato INVESTIMENTI delle imprese.
Infine prof. Monti la novità di questo governo è la MERITOCRAZIA .
Il padre illustre, importante e potente papa GASTONE , che ogni giorno porta i pannolini al ministero per il viceministro QUI QUO e QUA forse questo nella storia della repubblica italiana ci mancava.
Ma questa è la meritocrazia per le lobby e i potentati .
Finita la premessa ‘attualistica’ ma di pertinenza ritorniamo al saggio di Claus Offe.
L’ attualità della tematica reddito di cittadinanza e DINTORNI è fondamentale per la situazione italiana.
PIENA OCCUPAZIONE O REDDITO DI CITTADINANZA.
Nella prima parte abbiamo presentato l ‘ analisi di Claus Offe , e abbiamo analizzati le criticità .
La tesi ma contiene anche una ipotesi di soluzione per Clus Offe è questa :
‘La
scelta è tra il recupero della «piena» occupazione e il tentativo
di rendere la non-occupazione tollerabile attraverso il controllo
delle sue conseguenze in termini di precarietà.
Questo contributo si schiera a favore della seconda di tali
alternative.
La prima opzione è :
per i vecchi rimbambiti , vetero marxisti, ‘ ma esistono ancora i socialdemocratici’.
la seconda opzione IN ITALIA
è invece per i nuovisti, per i riformisti con il culo a sinistra e la testa a destra , per i figli dei fiori con effetti collaterali .
Questa è il tema, rimandiamo alle conclusioni . ( parte 3)
L’ analisi Di Offe per promuovere il REDDITO DI CITTADINANZA si sviluppa su alcuni tesi :
Queste sono le tesi che soggettivamente sono le più importanti :
a) Formazione
b) Lavoro a Chiamata
c) Riduzione orario di lavoro
e) Etica del lavoro.
a) Formazione.
Sostiene Offe :
'perché è nella natura del capitale umano (in contrasto
con quello fisico) che l’investitore all’origine della creazione di
questo capitale non acquisisca diritti di proprietà su di esso
tramite il suo investimento, giacché la proprietà delle rispettive
capacità rimane alla persona che le detiene, secondo il principio
liberale della «proprietà personale». La questione di fondo è un
classico problema di azione collettiva.'
La tesi di Offe è che la formazione appartiene all’ azione collettiva e quindi dovrebbe o potrebbe essere espletata FUORI dalle aziende,
Anche perché appartiene ai diritti della persona e non ai diritti di proprietà dell’ azienda.
L’argomentazione come sempre è molto interessante.
In sintesi a livello pragmatico in Italia le aziende possono utilizzare i Fondi Interprofessionali per la formazione.
Alcune aziende prevedono in caso di dimissioni la restituzione delle somme spese per la formazione.
Ma non è questo il punto.
Offe affronta un problema molto più complesso ed astratto.
Nelle aziende NON strutturate che in Italia sono molte, le argomentazioni di Claus Offe sono valide.
Nelle aziende STRUTTURATE la formazione è parte integrante dei drivers di sviluppo dell’ azienda, senza formazione non c è cultura aziendale e non c è sviluppo dell’ azienda.
Inoltre la Toyota in Giappone per il dipendente che si dimette, cosa rarissima, chiede alla magistratura l’ arresto per oltraggio alla nazione !!!
B) Lavoro a chiamata.
L’ analisi di Offe è molto più complessa :
Sostiene Offe :
'Tuttavia, l’opzione di mettere
il personale al lavoro ogni qualvolta sia necessario, e per la durata
richiesta, può di certo rendere il singolo dipendente marginalmente
più prezioso; ma costituisce anche un potente dispositivo
di economizzazione della forza lavoro totale che le imprese
devono impiegare.'
L’adattare il ‘quantum’ di lavoro in real time alle esigenze della produzione è VIETATA in Italia e in Germania, la sospensione del lavoro non autorizzata in via amministrativa è definita serrata.
In Italia il lavoro a chiamata è ammesso nel settore pubblici esercizi e su altri settori ma con causali molto specifiche.
L’ analisi di Offe per astrazione è alquanto controversa.
Utilizzo della cassa integrazione Ordinaria non conferma l’ analisi di Claus Offe, in quanto è soggetta ad autorizzazione amministrativa.
Nella gestione ordinaria di una azienda in Italia NON sono possibili adeguamenti di forza lavoro alla produzione, diverso è il caso di lavoro interinale e di contratti a termine che devono essere adeguatamente motivati, anche se su ' adegamenti motivati ' vi sono pareri difformi.
Altra cosa è l’ attuale crisi economica e conseguente utilizzo di CIG/O.
C) Riduzione Orario Di Lavoro.
Sostiene Claus Offe :
‘Ciò
che serve non è un incremento nel numero di posti di lavoro,
bensì una riduzione del volume di lavoro (cioè il prodotto delle
persone in cerca di impiego e del numero di ore o di anni di
lavoro pro capite).’
La riduzione dell’ orario di lavoro può essere ESPANSIVA o DIFENSIVA.
In Italia è stata quasi sempre difensiva.
In Italia lo strumento evoluto per la riduzione orario di lavoro è il CONTRATTO DI SOLIDARIETA’.
Nel modello competitivo italiano non ha mai funzionato in quanto il contratto di solidarietà si basa sulla solidarietà , le imprese italiane lo hanno applicato al contrario sulla competizione tra lavoratori.
In questo contesto l’ analisi di Claus Offe è perfetta, le aziende riducono il lavoro a parità di produzione per aumentare i profitti finanziari.
Questo dipende dalla storia e dalla cultura aziendale e non è una condizione assoluta .
Riportiamo si questo punto il pensiero di Pierre Carniti intervista unità 22 dicembre 2011 :
‘Lo spiegava già Keynes nel 1930: nell’arco di un secolo, diceva, gli orari di lavoro si sarebbero dovuti ridurre, rimanendo comunque sufficienti a produrre quello di cui abbiamo bisogno. In Germania l’hanno fatto, dopo la crisi globale del 2008, arrivando ad una media di 32 ore, per poi riprendere a ritmi più sostenuti quando il Paese ha ricominciato a crescere. Perché è una misura flessibile, temporanea. Se anche in Italia, tra 3-4 anni, dovesse esserci una ripresa, se ne potrebbe ridiscutere».’
Questi sono i veri contratti di solidarietà e la possibile riduzione orario di Lavoro.
d) l’ etica del lavoro.
Diciamolo . Ti alzi alle 5 di mattina, vai a lavorare in fabbrica , a 45 anni ti vogliono licenziare , nonna papera ti vuol mandare in pensione a 70 anni, paperino dice che sei un progressista, un po garantito ma che il padrone ti può licenziare ad nutum con un accenno del mento o del ……
Il lavoro nobilità l’ uomo se hai un lavoro . Se non hai lavoro ??
Ma chi l’ ha detto che se non lavori diventi un ubriacone ?
O è vero il contrario ?
Il disoccupato non è un uomo come il lavoratore ?
Il cambiamento del PARADIGMA ,
DAL TEMPO DI LAVORO AL TEMPO LIBERATO.
Ti alzi alle 5 di mattina ? Perché ?
Hai un salario di 1.250 Euro . Perché un salario ?
Ti vogliono licenziare a 45 anni . Perché ?
Devi andare in pensione a 70 anni . Perché ?
Per Offe :
'Infine, rimane l’obiezione più rilevante: un’«esclusione» di
una parte della popolazione adulta dal mercato del lavoro,
seppure in presenza di una concreta tutela materiale, potrebbe
essere considerata equivalente a una sorta di cinismo morale,
dal momento che una simile politica mira a «mettere fuori uso»
la capacità umana di agire utilmente, o a smantellarla completamente.
In una parola, con il superamento della precarietà dello
status distributivo, lo schema porterebbe al consolidamento di
una precarietà della condizione lavorativa equivalente a una
permanente esclusione.'
Dice Claus Offe :
‘Piuttosto che eliminare le cause dei livelli carenti di assorbimento
del lavoro da parte del mercato, essa propone di neutralizzare
le loro conseguenze, la precarietà e la rottura della coesione
sociale. L’approccio rispondente ai problemi della precarietà è
offerto da strategie a sostegno di un reddito di base quale diritto
di cittadinanza economica (in contrapposizione alla condizione
di lavoratore retribuito).
ancora :
'Nei modelli del reddito
minimo, il trasferimento del reddito è vincolato non alle
condizioni individuali d’impiego (necessità, occupazione attuale,
volontà e capacità di lavorare, e così via), bensì esclusivamente allo status di cittadinanza individuale .ì
Sostiene Offe :
'L’idea centrale di un «reddito dei cittadini»
consiste nel diritto a un reddito sufficiente non subordinato a
un’occupazione retribuita.'
OCSE : Le società ricche.
le società dei paesi OCSE sono
società «ricche» che possono permettersi i costi di rimedi alla
precarietà (del reddito) fondati sulla cittadinanza. Esse sono
rimaste ricche – qui sta la differenza tra la situazione attuale
e la depressione mondiale alla fine degli anni ’20. Ma sono prive
di un meccanismo istituzionale che consentirebbe di distribuire
il loro benessere a tutti i cittadini.
Io direi a nonna papera PRIMA DI TUTTO restituisce i 3,8 miliardi di euro ai pensionati,
roba da propensione al consumo 100%, significa aumento immediato dei Consumi.
siamo o no una società OCSE ricca ?
Comunque non è possibile entrare nella problematica società opulente, probabilmente sarebbe necessario studiare Marcuse , Foucault e in contesto diverso Veblen e Wright Mills.
L’ attuale crisi economica , la più lunga della storia pone oggi analisi e obiettivi diversi dagli anni 70 a cui fa riferimento Claus Offe nel suo saggio.
L’ urgenza drammatica di oggi è di definire non una strategia per il TEMPO LIBERATO dal lavoro ma una strategia per la ricerca di uno SPAZIO COLLETTIVO , questo spazio colletivo è il lavoro sia nei aspetti ‘ produttivistici’ DENTRO IL VALORE DI SCAMBIO sia nei suoi aspetti di difesa e sviluppo dei beni pubblici , il lavoro DENTRO IL VALORE D’ USO.
REDDITO DI CITTADINANZA, REDDITO MINIMO GARANTITO e INDENNITA Di DISOCCUPAZIONE per tutte le tipologie di disoccupati ed inoccupati ( continua )
«La risposta in Italia al REDDITO DI CITTADINANZA dovrebbe essere l’ ESTENSIONE dell’ INDENNITA’ DI DISOCCUAPZIONE a tutti coloro che perdono un lavoro e tutti coloro che sono alla ricerca del primo lavoro.
Questi aspetti assolutamente urgenti verranno analizzati nella seconda parte.
Al di la delle terminologie, va di moda anche il reddito minimo garantito, l’ analisi di Claus Offe è importante.
Vuoi un contratto a tempo indeterminato ? si ma ti posso licenziare nei primi 36 mesi.
Perché piangi? lo stato ti da un reddito minimo garantito di 460 Euro ( Francia ).
Dobbiamo aiutare i giovani, i ‘supergarantiti’ li mandiamo in pensione a 70 anni , se muoiono prima operazione costo zero, se li licenziano prima come probabilmente sarà …io piango per voi !!!
In Italia la problematica è affrontata con una sufficiente dose di disonestà intellettuale.
Si raccontano panzane ‘riformiste’ come flexisecurity .
Il tentativo è di liberalizzare i licenziamenti con la soppressione dell’ articolo18.
Coloro che ragionano cosi sono i camerieri dei poteri forti e del FMI. Rimane il cantiere aperto per contratti formativi e apprendistato. Ma richiede uno spazio specifico. Il sociologo Claus Offe esponente della scuola di Francoforte affronta in un controverso saggio la tematica del reddito di cittadinanza. Il titolo del saggio è : ‘Il reddito di cittadinanza: una strategia inevitabile per contrastare la disoccupazione’. Claus Offe è un grande intellettuale , assolutamente trasparente e indipendente. La sua analisi è interessante, originale e scientifica. Molto bella sia nei suoi aspetti di sociologia economica che di sociologia del lavoro . A chi scrive povero ‘ vecchio marxista’ le tesi di Claus Offe sono NON condivise e in alcuni casi forse sbagliate, ma la profondità di analisi, la serietà del lavoro rendono il saggio molto ‘intricante’.
Del resto la scuola di Francoforte è sempre stata ‘ postmarxista’ come disse Michel Foucault di se stesso.
Due sono i drivers dell’analisi di Claus Offe :
1) Produttività – Labour Saving ( risparmio di lavoro ).
2) Crisi della Teoria Economica keynesiana.
La tesi fondamentale di Claus Offe è :
‘Il contratto di lavoro non riesce più ad assegnare un «posto»
nella società a un numero crescente di individui, e non riesce
a fornire loro un livello di reddito e protezione adeguati.
1) Produttività del lavoro e produttività economica.
Differenza tra la produttività del lavoro e produttività della produzione economica. Claus Offe è un grande sociologo ed usa un linguaggio diverso dall’ economista.
Le due interpretazioni sono che la produttività dei processi di organizzazione e superiore alla produttività dei processi di prodotto.
Queste diverse produttività possono generare disoccupazione . E ragionevole ritenere che anche un aumento di produttività del prodotto non sostenuto dalla domanda di beni generi sovrapproduzione e quindi disoccupazione. Inoltre la produttività del lavoro genera processi labour saving. Quindi incremento della Disoccupazione.
Infine maturità dei mercati : ‘Nel passato, infatti, forti aumenti dell’occupazione sono stati avviati da ondate di nuovi prodotti e dalla loro diffusione di massa (il
caso più significativo è quello dell’automobile e del relativo regime «fordista» di produzione);
Nella seconda parte cerchiamo di analizzare questa parte.
2) Crisi della Teoria Economica Keynesiana . In estrema sintesi i fattori della crisi del modello keynesiano sono, riportiamo il testo originale di Claus Offe :
1) la globalizzazione dei rapporti economici e il sistema dei tassi di cambio fluttuanti hanno privato di senso qualunque tentativo di mantenere il controllo sull’economia nazionale tramite strumenti keynesiani di gestione della domanda;
2) inoltre, e proprio a causa della sua stessa natura, la gestione della domanda si dimostra efficace solo quando viene implementata «senza preavviso». Al contrario, allorché diviene una prassi abituale di governo prevedibile da parte degli attori razionali, essa offre solo sussidi agli investitori, ma non un incremento dell’occupazione.
Per di più, si ritiene che
3) l’inflazione,
4) l’accresciuto debito nazionale e
5) lo «spiazzamento» degli investimenti del settore privato in conseguenza di tale indebitamento abbiano portato alla sconfitta tanto politica quanto intellettuale del keynesismo.
E evidente che Claus Offe non è un economista ma sicuramente un grande sociologo dell’economia. Sotto il profilo ‘ da economista’ le sue tesi sembrano forse ingenue probabilmente sbagliate ma molto stimolanti sotto l' aspetto sociologico dei comportamenti degli attori economici. La tesi 2 sembra una tesi da ‘finanza creativa’, è certamente fondata negli Stati Uniti e con l’ era Berlusconi in Italia ma non sembra altrettanto documentata in Francia e in Germania. Interventi dello stato per stimolare la domanda non creano più occupazione ma extraprofitti speculativi, secondo Offe.
Nelle grandi aziende in COGESTIONE tedesche e nelle grandi aziende PUBBLICHE francesi questa tesi non sembra verificabile , la PIANIFICAZIONE AZIENDALE ha come obiettivo la stabilità e lo sviluppo dell’ occupazione .
La tesi 3 in un cotesto keynesiano , che lo sviluppo della domanda crea inflazione è palesemente falsa.
Solo quando la domanda aggregate ‘sbatte’ contro il tetto della piena occupazione dei fattori produttivi alimenta un processo d’ inflazione. Oggi in Italia siamo al 50% della capacità produttiva.
3) scrive Offe :’ il debito Pubblico ‘.
qual è il problema ???, se finanziato dalla Banca Centrale ( come avviene oggi probabilmente in modo illegittimo in Germania ) non è soggetto a speculazione, manca il luogo della speculazione , il mercato primario, esempio evidente è il Giappone ( debito pubblico 200% ) .
Se con il piano Fanfani abbiamo costruito intere città ad edilizia popolare è evidente che il debito pubblico italiano sarà più elevato che nel pianeta Marte ove sembra che non ci siano case popolari.
Se il tasso di interesse del debito pubblico è inferiore al tasso di incremento del PIL possiamo avere un avanzo primario .
Se il tasso di interesse per finanziare il debito pubblico come media è del 5% è il PIL decresce del –4% possiamo forse andare tutti in ..Estonia, sempre zona Euro è, senza problemi di pensione e di stato sociale.
LA QUESTIONE NON E’ DEBITO PUBBLICO MA INCREMENTO DEL PIL
La tesi n. 5 spiazzamento tra investimenti pubblici e privati .
In un modello keynesiano come è noto solo in presenza di piena occupazione del mercato degli investimenti ( saturazione nel breve periodo ) abbiamo lo spiazzamento ( gli investimenti pubblici SOSTITUISCONO gli investimenti privati) altrimenti gli investimenti pubblici e privati si SOMMANO e non si sostituiscono .
CLAUS OFFE E LA GLOBALIZZAZIONE.
Dice Offe : non solo un’intensificazione della concorrenza sui mercati dei prodotti e del lavoro, ma anche una perdita di sovranità nazionale nell’ambito della politica economica e sociale. Tale perdita costituisce una scusa abbastanza consistente per giustificare l’inattività dei responsabili nel campo delle politiche della piena occupazione. Oltre la globalizzazione l’ Europa registra le problematiche relative alla comunità europea ed euro.
Questione di grande attualità . E’ evidente che la perdita di sovranità in Europa al momento non è auspicabile soprattutto in riferimento alla esperienza della Grecia .
Diverso era la situazione politica in riferimento all’ unità europea nel 1999 anno in cui è stato pubblicato il saggio di Offe.
L’interrogativo di Offe «Che fare?» : ‘diviene in larga misura irrilevante, semplicemente perché nessuno dei singoli Paesi potrebbe farvi fronte per conto proprio
e perché una politica dell’occupazione transnazionale «negoziata» non ha dato finora alcun risultato.’
Oggi possiamo dire che l’ analisi di Offe in riferimento alla unità europea va aggiornata .
I fautori di una maggiore unità europea appaiono in grande difficoltà, per una maggiore unità servirebbe un processo FEDERATIVO con la costituzione di uno STATO FEDERALE.
Ed dovrebbe essere un processo costituente verso la COSTITUZIONE ITALIANA.
Gli errori fatti da ‘europeisti della domenica’ con la creazione della zona Euro a 17 stati rendono al momento il processo federativo improponibile. Troppo diverse sono le strutture economiche dei 17 paesi euro , diverse sono le fondamenta del modello sociale europeo anche se con importanti differenze tra Germania, Francia e Italia , e gli altri : Slovacchia, Cipro, Slovenia, Lussemburgo, Estonia. Il paese campione d’ europa sarebbe l’ Estonia in quanto ha i’ mitici parametri’ in regola. I paesi che non hanno il welfare e che sono lontanissimi dal modello sociale europeo sono i paesi …’campioni di riferimento’ per l’ Europa. In questa situazione è evidente il processo di ritorno alla piena sovranità degli stati europei testimoniato dal duopolio Merkel Sarkosy.
LA POLITICA PROTEZIONISTA.
Dice Offe : ‘I responsabili della politica economica hanno imparato che il protezionismo può essere e sarà punito dai
mercati globali. Non c’è altresì alcuna motivazione razionale plausibile di carattere morale per la quale ai paesi di antica industrializzazione dovrebbe essere consentito di ostacolare con manovre protezionistiche gli sforzi di industrializzazione dei paesi dell’Asia orientale e meridionale, dell’America Latina e dell’Europa centro - orientale che si affacciano sul mondo industrializzato. Altra cosa è se si possa consentire che tali vantaggi competitivi derivino dalla palese violazione dei diritti dei lavoratori, delle norme di tutela ambientale, e spesso anche dei diritti umani (come nel caso del lavoro minorile).’
La tesi di Offe che lo sviluppo dei paesi arretrati avviene con lo sviluppo dei mercati e tesi molto controversa .
Comunque richiede approfondimenti. Altra tesi sostenuta da importanti accademici di storia economica è che lo sviluppo economico inteso come sviluppo del benessere di una società ( sviluppo quantitativo e qualitativo) avviene con lo sviluppo dell’ agricoltura e con lo sviluppo dei settori strategici da parte dello stato.
La problematica è molto complessa e non è possibile sviluppare approfondimenti.
Il modello di sviluppo comparato Inghilterra e Germania ( periodo 1850-1900 ) potrebbero propendere per la seconda ipotesi .
Nonostante Claus Offe, abbiamo oggi un ritorno al PROTEZIONISMO in particolare Stati Uniti d’ America ed comunità europea ( con l’ introduzione per dumping sociale dei dazii settore ceramico e probabile introduzione dei dazii nel settore tessile). Se al centro dell’ economia poniamo la teoria del valore lavoro il lavoro minorile, lo sfruttamento selvaggio dell’ uomo sull’uomo la riduzione di fatto in schiavitù non sono …altra cosa ma sono la COSA.
Non si possono commerciare nella comunità europea prodotti e merci che sono il frutto del lavoro minorile e della schiavitù.
CLAUS OFFE E LA ‘BUONA E PIENA OCCUPAZIONE’ e la DISOCCUPAZIONE, PRECARIETA’.
Dice Offe ‘ i governi non sono più tenuti a raccogliere la sfida dell’unica «realizzazione» concreta del socialismo di stato, cioè una piena occupazione stabile, al fine di rendere la classe operaia immune dalla sua sospetta tendenza a «cambiare fronte».’ Tesi affascinante come tutte le tesi di Offe , con l’ attuale crisi economica per durata la peggiore di tutti i tempi abbiamo un ritorno a ‘ cambiare fronte’ non solo della classe operaia ma anche della classe media.
Il muro però non è più il comunismo , ma il muro oggi c è ed è imponente è la SOCIALDEMOCRAZIA e il MODELLO SOCIALE EUROPEO.
Il muro oggi è tra il capitalismo di borsa e il capitalismo di welfare . ( Dore)
Le teorie della Fine di Offe :
a) Fine delle politiche Keynesiane
b) Fine delle politiche di Piena Occupazione
c) Possiamo aggiungere fine delle ideologie del 900. ( questo Offe non lo dice forse perché per lui è ovvio).
‘La conclusione normalmente dedotta nell’attuale era «postkeynesiana», in cui si ritiene che i programmi nazionali di politiche di piena occupazione dal lato della
domanda facciano più male che bene, è che il costo del lavoro (cioè i salari più i contributi versati dai datori di lavoro alla previdenza sociale più i benefici e le provvidenze non monetari) debba essere ridotto o che debbano essere accresciuti gli incentivi rivolti agli imprenditori per la creazione e la copertura di posti di lavoro sul mercato (interno) – qualunque sia l’impatto sui redditi dei lavoratori.. La tesi di Offe è valida ma solo ove la rendita finanziaria ha il sopravvento sullo sviluppo dell’ economia reale. Anche se il tasso di occupazione per unità di produzione non può essere quello dell’ epoca fordista, ma la tecnologia crea comunque nuova occupazione. Quindi arriviamo alla tesi principale di Clause Offe , è ovvio che avremo una parte consistente della popolazione che non avrà più lavoro.
‘Occorrerà abituarsi con umiltà (e adeguarsi di fatto) all’evidenza che un’ampia quota della popolazione adulta di entrambi i sessi non troverà collocazione e sussistenza in occupazioni «normali», cioè ragionevolmente sicure, adeguatamente tutelate e retribuite in modo accettabile. ‘
Ai socialdemocratici Offe dice : Non serve affrontare questa condizione cronica e dolorosa ( la disoccupazione) con la retorica del pieno impiego cara ai socialdemocratici,’
Claus Offe e l’ incidente con il paracadute.
Offe si era gettato con il paracadute , sotto di lui passava un aereo privato , Offe non lo vide e sbatte la testa contro l'’aereo a 1200 km orari, per fortuna si apri automaticamente il paracadute e il professor Offe atterro sano e salvo. Gli chiesero cosa pensava di Berlusconi , disse ‘ non mi è molto simpatico’. L’aereo privato era di Berlusconi , con Berlusconi a bordo .
Offe prese una penna è scrisse : Non serve affrontare questa condizione cronica e dolorosa con la retorica del pieno impiego cara ai socialdemocratici,’
I socialdemocratici di tutto il mondo capirono il contesto in cui la celebre frase fu scritta una botta in testa ..da orbi e non risposero.
(continua)
CLAUS OFFE E IL REDDITO DI CITTADINANZA ( Parte 2 )
IL CONTRATTO DI APPRENDISTATO.
La notizia buona e che anche Plinio il Giovane si è alzato dal letto stamani è ha avuto un ruggito da leone.
Ha scritto ‘ il problema non è il contratto unico ma il contratto di apprendistato’.
Scritto da Plinio il Giovane è incredibile.
Dovremmo chiederci perché il contratto di Apprendistato non funziona.
Non è questo il nostro tema ma l’ attualità è pressante.
L’ ex ministro Sacconi con il contratto di apprendistato le ha provate tutte, fallimento totale.
1) Un attore suonava alla porta insieme al ministro Sacconi con 2 vasi di fiori.
I vasi di fiori erano gratis.
Le persone prendevano i vasi e li rompevano in testa uno all’ attore e l’ altro alla persona che era insieme all’ attore.
NON VOLEVANO RICEVERE I VASI DI FIORI ANCHE SE ERANO GRATUITI.
Il ministro ha reso il contratto di lavoro apprendistato troppo ECONOMICO .
Le aziende italiane di eccellenza rifiutano i contratti di lavoro che costano troppo poco e che creano problemi nelle loro complessa ‘ gestione risorse umane’.
Del resto il contratto di apprendistato è nato, ed ha la sua storia nel mondo dell’ artigianato.
2) I giovani ingegneri, i giovani laureati in Economia e Commercio e altri dopo aver studiato dai 5 ai 7 anni di università NON accettano retribuzioni di 800 euro al mese.
Questo è stato il secondo errore clamoroso del ministro Sacconi: il pauperismo.
Inoltre se un laureato accetta una retribuzione cosi bassa dopo 2 o 3 mesi presenta la lettera di dimissioni con il fallimento del progetto formativo .
I famosi CFL hanno avuto una importanza enorme nello sviluppo dell’ occupazione giovanile in Italia ma avevano retribuzioni assolutamente decorose.
3) il neoliberismo dei 2 Mario è basato sullo sviluppo dell’ offerta, diminuisce il costo e vai ove ti porta il….. vento !!!
Problema per l’ apprendistato ….non c è vento …calma totale.
Non ci sono assunzioni.
Rendere i contratti di lavoro tutti con incentivi e sgravi significa bloccare il turn over per dimissioni volontarie bloccando una dinamicità del mercato del lavoro.
Senza NESSUN RISULTATO in quanto se non c è lo sviluppo della Domanda Aggregata ( Consumi interni ed investimenti interni ) non c è low cost sul lato del lavoro che tenga.
Idem per l’ abbattimento dell’ Irap che in fase di sviluppo economico forse ha un senso , mentre in questo momento implica lo sviluppo….della finanza creativa.
Vedi esperienza negativa governo Prodi.
La minore Irap andrebbe vincolata nel lato INVESTIMENTI delle imprese.
Infine prof. Monti la novità di questo governo è la MERITOCRAZIA .
Il padre illustre, importante e potente papa GASTONE , che ogni giorno porta i pannolini al ministero per il viceministro QUI QUO e QUA forse questo nella storia della repubblica italiana ci mancava.
Ma questa è la meritocrazia per le lobby e i potentati .
Finita la premessa ‘attualistica’ ma di pertinenza ritorniamo al saggio di Claus Offe.
L’ attualità della tematica reddito di cittadinanza e DINTORNI è fondamentale per la situazione italiana.
PIENA OCCUPAZIONE O REDDITO DI CITTADINANZA.
Nella prima parte abbiamo presentato l ‘ analisi di Claus Offe , e abbiamo analizzati le criticità .
La tesi ma contiene anche una ipotesi di soluzione per Clus Offe è questa :
‘La
scelta è tra il recupero della «piena» occupazione e il tentativo
di rendere la non-occupazione tollerabile attraverso il controllo
delle sue conseguenze in termini di precarietà.
Questo contributo si schiera a favore della seconda di tali
alternative.
La prima opzione è :
per i vecchi rimbambiti , vetero marxisti, ‘ ma esistono ancora i socialdemocratici’.
la seconda opzione IN ITALIA
è invece per i nuovisti, per i riformisti con il culo a sinistra e la testa a destra , per i figli dei fiori con effetti collaterali .
Questa è il tema, rimandiamo alle conclusioni . ( parte 3)
L’ analisi Di Offe per promuovere il REDDITO DI CITTADINANZA si sviluppa su alcuni tesi :
Queste sono le tesi che soggettivamente sono le più importanti :
a) Formazione
b) Lavoro a Chiamata
c) Riduzione orario di lavoro
e) Etica del lavoro.
a) Formazione.
Sostiene Offe :
'perché è nella natura del capitale umano (in contrasto
con quello fisico) che l’investitore all’origine della creazione di
questo capitale non acquisisca diritti di proprietà su di esso
tramite il suo investimento, giacché la proprietà delle rispettive
capacità rimane alla persona che le detiene, secondo il principio
liberale della «proprietà personale». La questione di fondo è un
classico problema di azione collettiva.'
La tesi di Offe è che la formazione appartiene all’ azione collettiva e quindi dovrebbe o potrebbe essere espletata FUORI dalle aziende,
Anche perché appartiene ai diritti della persona e non ai diritti di proprietà dell’ azienda.
L’argomentazione come sempre è molto interessante.
In sintesi a livello pragmatico in Italia le aziende possono utilizzare i Fondi Interprofessionali per la formazione.
Alcune aziende prevedono in caso di dimissioni la restituzione delle somme spese per la formazione.
Ma non è questo il punto.
Offe affronta un problema molto più complesso ed astratto.
Nelle aziende NON strutturate che in Italia sono molte, le argomentazioni di Claus Offe sono valide.
Nelle aziende STRUTTURATE la formazione è parte integrante dei drivers di sviluppo dell’ azienda, senza formazione non c è cultura aziendale e non c è sviluppo dell’ azienda.
Inoltre la Toyota in Giappone per il dipendente che si dimette, cosa rarissima, chiede alla magistratura l’ arresto per oltraggio alla nazione !!!
B) Lavoro a chiamata.
L’ analisi di Offe è molto più complessa :
Sostiene Offe :
'Tuttavia, l’opzione di mettere
il personale al lavoro ogni qualvolta sia necessario, e per la durata
richiesta, può di certo rendere il singolo dipendente marginalmente
più prezioso; ma costituisce anche un potente dispositivo
di economizzazione della forza lavoro totale che le imprese
devono impiegare.'
L’adattare il ‘quantum’ di lavoro in real time alle esigenze della produzione è VIETATA in Italia e in Germania, la sospensione del lavoro non autorizzata in via amministrativa è definita serrata.
In Italia il lavoro a chiamata è ammesso nel settore pubblici esercizi e su altri settori ma con causali molto specifiche.
L’ analisi di Offe per astrazione è alquanto controversa.
Utilizzo della cassa integrazione Ordinaria non conferma l’ analisi di Claus Offe, in quanto è soggetta ad autorizzazione amministrativa.
Nella gestione ordinaria di una azienda in Italia NON sono possibili adeguamenti di forza lavoro alla produzione, diverso è il caso di lavoro interinale e di contratti a termine che devono essere adeguatamente motivati, anche se su ' adegamenti motivati ' vi sono pareri difformi.
Altra cosa è l’ attuale crisi economica e conseguente utilizzo di CIG/O.
C) Riduzione Orario Di Lavoro.
Sostiene Claus Offe :
‘Ciò
che serve non è un incremento nel numero di posti di lavoro,
bensì una riduzione del volume di lavoro (cioè il prodotto delle
persone in cerca di impiego e del numero di ore o di anni di
lavoro pro capite).’
La riduzione dell’ orario di lavoro può essere ESPANSIVA o DIFENSIVA.
In Italia è stata quasi sempre difensiva.
In Italia lo strumento evoluto per la riduzione orario di lavoro è il CONTRATTO DI SOLIDARIETA’.
Nel modello competitivo italiano non ha mai funzionato in quanto il contratto di solidarietà si basa sulla solidarietà , le imprese italiane lo hanno applicato al contrario sulla competizione tra lavoratori.
In questo contesto l’ analisi di Claus Offe è perfetta, le aziende riducono il lavoro a parità di produzione per aumentare i profitti finanziari.
Questo dipende dalla storia e dalla cultura aziendale e non è una condizione assoluta .
Riportiamo si questo punto il pensiero di Pierre Carniti intervista unità 22 dicembre 2011 :
‘Lo spiegava già Keynes nel 1930: nell’arco di un secolo, diceva, gli orari di lavoro si sarebbero dovuti ridurre, rimanendo comunque sufficienti a produrre quello di cui abbiamo bisogno. In Germania l’hanno fatto, dopo la crisi globale del 2008, arrivando ad una media di 32 ore, per poi riprendere a ritmi più sostenuti quando il Paese ha ricominciato a crescere. Perché è una misura flessibile, temporanea. Se anche in Italia, tra 3-4 anni, dovesse esserci una ripresa, se ne potrebbe ridiscutere».’
Questi sono i veri contratti di solidarietà e la possibile riduzione orario di Lavoro.
d) l’ etica del lavoro.
Diciamolo . Ti alzi alle 5 di mattina, vai a lavorare in fabbrica , a 45 anni ti vogliono licenziare , nonna papera ti vuol mandare in pensione a 70 anni, paperino dice che sei un progressista, un po garantito ma che il padrone ti può licenziare ad nutum con un accenno del mento o del ……
Il lavoro nobilità l’ uomo se hai un lavoro . Se non hai lavoro ??
Ma chi l’ ha detto che se non lavori diventi un ubriacone ?
O è vero il contrario ?
Il disoccupato non è un uomo come il lavoratore ?
Il cambiamento del PARADIGMA ,
DAL TEMPO DI LAVORO AL TEMPO LIBERATO.
Ti alzi alle 5 di mattina ? Perché ?
Hai un salario di 1.250 Euro . Perché un salario ?
Ti vogliono licenziare a 45 anni . Perché ?
Devi andare in pensione a 70 anni . Perché ?
Per Offe :
'Infine, rimane l’obiezione più rilevante: un’«esclusione» di
una parte della popolazione adulta dal mercato del lavoro,
seppure in presenza di una concreta tutela materiale, potrebbe
essere considerata equivalente a una sorta di cinismo morale,
dal momento che una simile politica mira a «mettere fuori uso»
la capacità umana di agire utilmente, o a smantellarla completamente.
In una parola, con il superamento della precarietà dello
status distributivo, lo schema porterebbe al consolidamento di
una precarietà della condizione lavorativa equivalente a una
permanente esclusione.'
Dice Claus Offe :
‘Piuttosto che eliminare le cause dei livelli carenti di assorbimento
del lavoro da parte del mercato, essa propone di neutralizzare
le loro conseguenze, la precarietà e la rottura della coesione
sociale. L’approccio rispondente ai problemi della precarietà è
offerto da strategie a sostegno di un reddito di base quale diritto
di cittadinanza economica (in contrapposizione alla condizione
di lavoratore retribuito).
ancora :
'Nei modelli del reddito
minimo, il trasferimento del reddito è vincolato non alle
condizioni individuali d’impiego (necessità, occupazione attuale,
volontà e capacità di lavorare, e così via), bensì esclusivamente allo status di cittadinanza individuale .ì
Sostiene Offe :
'L’idea centrale di un «reddito dei cittadini»
consiste nel diritto a un reddito sufficiente non subordinato a
un’occupazione retribuita.'
OCSE : Le società ricche.
le società dei paesi OCSE sono
società «ricche» che possono permettersi i costi di rimedi alla
precarietà (del reddito) fondati sulla cittadinanza. Esse sono
rimaste ricche – qui sta la differenza tra la situazione attuale
e la depressione mondiale alla fine degli anni ’20. Ma sono prive
di un meccanismo istituzionale che consentirebbe di distribuire
il loro benessere a tutti i cittadini.
Io direi a nonna papera PRIMA DI TUTTO restituisce i 3,8 miliardi di euro ai pensionati,
roba da propensione al consumo 100%, significa aumento immediato dei Consumi.
siamo o no una società OCSE ricca ?
Comunque non è possibile entrare nella problematica società opulente, probabilmente sarebbe necessario studiare Marcuse , Foucault e in contesto diverso Veblen e Wright Mills.
L’ attuale crisi economica , la più lunga della storia pone oggi analisi e obiettivi diversi dagli anni 70 a cui fa riferimento Claus Offe nel suo saggio.
L’ urgenza drammatica di oggi è di definire non una strategia per il TEMPO LIBERATO dal lavoro ma una strategia per la ricerca di uno SPAZIO COLLETTIVO , questo spazio colletivo è il lavoro sia nei aspetti ‘ produttivistici’ DENTRO IL VALORE DI SCAMBIO sia nei suoi aspetti di difesa e sviluppo dei beni pubblici , il lavoro DENTRO IL VALORE D’ USO.
REDDITO DI CITTADINANZA, REDDITO MINIMO GARANTITO e INDENNITA Di DISOCCUPAZIONE per tutte le tipologie di disoccupati ed inoccupati ( continua )