Fini-Casini ai ferri corti
Fini-Casini ai ferri corti
POLITICA
Fini-Casini ai ferri corti
La voglia di partito del leader Udc infastidisce Gianfranco.
di Filippo Conti
Francesco Rutelli, Gianfranco Fini e Pierferdinando Casini.
(© Ansa) Francesco Rutelli, Gianfranco Fini e Pierferdinando Casini.
Nonostante un paio di giorni fa il leader dell'Unione di centro Pier Ferdinando Casini e il presidente di Futuro e libertà Gianfranco Fini si siano visti per consolidare l’alleanza, il Terzo polo scricchiola sempre di più. E i due sembrano ormai arrivati ai ferri corti.
Il presidente della Camera, infatti, mal sopporta il protagonismo di Casini. Che spesso e volentieri, oltre a partecipare da solo ai vertici con il premier Mario Monti, detta l’agenda a Fli e ad Alleanza per l’Italia. Mentre il leader dell'Udc, dal canto suo, considera l’alleanza con Fini più tattica che strategica, come un autobus dal quale scendere al momento opportuno. E quel momento sembra molto vicino.
CASINI VUOLE UN SUO PARTITO. A far precipitare gli eventi è stato il recente annuncio di Casini di voler convocare un congresso straordinario del partito per sciogliere l’Udc e dar vita a un nuovo soggetto politico. Guidato da lui medesimo, naturalmente. Un contenitore al centro capace di attrarre anche i moderati e gli scontenti di Partito democratico e Popolo della libertà.
Fini, però, non ha alcuna intenzione di farsi trascinare nuovamente all’interno di un partito unico, tanto più a guida casiniana.
FLI NON VUOLE FARSI FAGOCITARE. «A Casini l’abbiamo detto chiaramente: se facciamo una federazione di partiti, allora ci stiamo. Ma scioglierci per aderire al suo nuovo soggetto politico non ci interessa», spiega il deputato di Fli Giorgio Conte.
«Già una volta abbiamo sciolto un partito per aderire al Pdl e abbiamo visto com’è andata a finire. Non vogliamo ripetere quell’esperienza», aggiunge il futurista Carmelo Briguglio.
A quel punto, però, per Fini si può porre un problema di sopravvivenza: se non dovesse entrare nel nuovo soggetto casiniano, ci si chiede che fine possa fare e Fli e quale possa essere il suo spazio politico.
Insomma, senza Casini l’ex leader di An rischia la marginalizzazione.
Il partito di Fini si divide sul Terzo polo
Il presidente della Camera è cosciente del rischio e temporeggia. Ma alcuni dei suoi, come Italo Bocchino, da tempo fanno pressing per dividersi da Casini.
«Con Pier perdiamo solo tempo, è una vecchia volpe democristiana che ci scaricherà alla prima occasione. Faremmo bene a mollarlo prima noi», è il tono dei discorsi che Fini si è sentito rivolgere negli ultimi giorni dai suoi falchi.
Posizione non condivisa dalle colombe, come Benedetto Della Vedova. Secondo il deputato «in questo momento, e fino al termine della legislatura, non c’è alternativa al Terzo polo che, anzi, va consolidato».
UDC: L'ALLEANZA È PALLA AL PIEDE. Anche per Casini non è ancora venuto il momento di scaricare i futuristi. Ma i discorsi fatti dietro le quinte dai suoi lasciano poco spazio ai dubbi.
«Con Fini è stato bello finché è durato, ma il Terzo polo ora per noi è una palla al piede. Alle amministrative, per esempio, vogliamo le mani libere. E allearci, se serve, anche col Pdl. E poi il presidente della Camera ha poco a che fare con noi e, oltretutto, non porta nemmeno tanti voti. Prima il Terzo polo finisce, meglio è», confida un senatore dell’Udc.
PER IL VOTO, UNIONE IN POCHE LOCALITÀ. E la tornata elettorale di primavera conferma il dato di un’alleanza in bilico. Il Terzo polo, infatti, ha intenzione di essere presente a macchia di leopardo: Udc, Fli e Api hanno scelto di essere alleati solo nella metà delle località dove si vota (come a Palermo, a sostegno del candidato Massimo Costa insieme con il Movimento per l'autonomia di Raffaele Lombardo). Nell’altra metà l’alleanza non esiste.
«Una situazione che fotografa la confusione e la disarticolazione della situazione a livello nazionale», osserva Conte.
DIVISIONI SUL RUOLO DEL PREMIER MONTI. A dividere Fini e Casini è anche il ruolo di Monti. Se il leader centrista considera il Professore una risorsa che può andare oltre l’esperienza del governo tecnico, dicendosi pronto a candidarlo alle prossime politiche, per l’ex leader di Alleanza nazionale l’esperienza di Monti, fondamentale in questo momento di emergenza economica, è destinata a esaurirsi con il suo mandato governativo. Poi i tecnici dovranno farsi da parte e lasciare il campo alla politica. Ma non è escluso che allora il Terzo polo rischia di essere defunto già da un pezzo.
Mercoledì, 22 Febbraio 2012
http://www.lettera43.it/politica/40893/ ... -corti.htm
Fini-Casini ai ferri corti
La voglia di partito del leader Udc infastidisce Gianfranco.
di Filippo Conti
Francesco Rutelli, Gianfranco Fini e Pierferdinando Casini.
(© Ansa) Francesco Rutelli, Gianfranco Fini e Pierferdinando Casini.
Nonostante un paio di giorni fa il leader dell'Unione di centro Pier Ferdinando Casini e il presidente di Futuro e libertà Gianfranco Fini si siano visti per consolidare l’alleanza, il Terzo polo scricchiola sempre di più. E i due sembrano ormai arrivati ai ferri corti.
Il presidente della Camera, infatti, mal sopporta il protagonismo di Casini. Che spesso e volentieri, oltre a partecipare da solo ai vertici con il premier Mario Monti, detta l’agenda a Fli e ad Alleanza per l’Italia. Mentre il leader dell'Udc, dal canto suo, considera l’alleanza con Fini più tattica che strategica, come un autobus dal quale scendere al momento opportuno. E quel momento sembra molto vicino.
CASINI VUOLE UN SUO PARTITO. A far precipitare gli eventi è stato il recente annuncio di Casini di voler convocare un congresso straordinario del partito per sciogliere l’Udc e dar vita a un nuovo soggetto politico. Guidato da lui medesimo, naturalmente. Un contenitore al centro capace di attrarre anche i moderati e gli scontenti di Partito democratico e Popolo della libertà.
Fini, però, non ha alcuna intenzione di farsi trascinare nuovamente all’interno di un partito unico, tanto più a guida casiniana.
FLI NON VUOLE FARSI FAGOCITARE. «A Casini l’abbiamo detto chiaramente: se facciamo una federazione di partiti, allora ci stiamo. Ma scioglierci per aderire al suo nuovo soggetto politico non ci interessa», spiega il deputato di Fli Giorgio Conte.
«Già una volta abbiamo sciolto un partito per aderire al Pdl e abbiamo visto com’è andata a finire. Non vogliamo ripetere quell’esperienza», aggiunge il futurista Carmelo Briguglio.
A quel punto, però, per Fini si può porre un problema di sopravvivenza: se non dovesse entrare nel nuovo soggetto casiniano, ci si chiede che fine possa fare e Fli e quale possa essere il suo spazio politico.
Insomma, senza Casini l’ex leader di An rischia la marginalizzazione.
Il partito di Fini si divide sul Terzo polo
Il presidente della Camera è cosciente del rischio e temporeggia. Ma alcuni dei suoi, come Italo Bocchino, da tempo fanno pressing per dividersi da Casini.
«Con Pier perdiamo solo tempo, è una vecchia volpe democristiana che ci scaricherà alla prima occasione. Faremmo bene a mollarlo prima noi», è il tono dei discorsi che Fini si è sentito rivolgere negli ultimi giorni dai suoi falchi.
Posizione non condivisa dalle colombe, come Benedetto Della Vedova. Secondo il deputato «in questo momento, e fino al termine della legislatura, non c’è alternativa al Terzo polo che, anzi, va consolidato».
UDC: L'ALLEANZA È PALLA AL PIEDE. Anche per Casini non è ancora venuto il momento di scaricare i futuristi. Ma i discorsi fatti dietro le quinte dai suoi lasciano poco spazio ai dubbi.
«Con Fini è stato bello finché è durato, ma il Terzo polo ora per noi è una palla al piede. Alle amministrative, per esempio, vogliamo le mani libere. E allearci, se serve, anche col Pdl. E poi il presidente della Camera ha poco a che fare con noi e, oltretutto, non porta nemmeno tanti voti. Prima il Terzo polo finisce, meglio è», confida un senatore dell’Udc.
PER IL VOTO, UNIONE IN POCHE LOCALITÀ. E la tornata elettorale di primavera conferma il dato di un’alleanza in bilico. Il Terzo polo, infatti, ha intenzione di essere presente a macchia di leopardo: Udc, Fli e Api hanno scelto di essere alleati solo nella metà delle località dove si vota (come a Palermo, a sostegno del candidato Massimo Costa insieme con il Movimento per l'autonomia di Raffaele Lombardo). Nell’altra metà l’alleanza non esiste.
«Una situazione che fotografa la confusione e la disarticolazione della situazione a livello nazionale», osserva Conte.
DIVISIONI SUL RUOLO DEL PREMIER MONTI. A dividere Fini e Casini è anche il ruolo di Monti. Se il leader centrista considera il Professore una risorsa che può andare oltre l’esperienza del governo tecnico, dicendosi pronto a candidarlo alle prossime politiche, per l’ex leader di Alleanza nazionale l’esperienza di Monti, fondamentale in questo momento di emergenza economica, è destinata a esaurirsi con il suo mandato governativo. Poi i tecnici dovranno farsi da parte e lasciare il campo alla politica. Ma non è escluso che allora il Terzo polo rischia di essere defunto già da un pezzo.
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Re: Fini-Casini ai ferri corti
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"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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