Pianeta donna....
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Pianeta donna....
IN LIBRERIA
Francia, le confidenze di Sarkò: «La Merkel
non è brutta, ma porta certi vestiti...»
In un libro le confessioni dell'ex presidente: «Angela è simpatica. E fa colazione al buffet perchè mangia di più»
«Porta certi vestiti....ma non è brutta, sai». Le confidenze dell'ex presidente francese Nicolas Sarkozy, sulla cancelliera tedesca, Angela Merkel, dovevano rimanere segrete. Ma l'ex ministra della Salute, Roselyne Bachelot (destinataria della confessioni) non ci ha pensato molto e le ha trascritte nel suo libro «A feu et … sang» che esce mercoledì nelle librerie francesi. Il saggio raccoglie diverse affermazioni attribuite a Sarkò che dipingono una Merkel amante del vino e dei buffet. Giudizi spiritosi, lontani dai volgari apprezzamenti attributi (e smentiti) all'ex premier Silvio Berlusconi.
MOLTO SIMPATICA - «È molto simpatica, sai, Angela - dice Sarkozy, secondo quanto riporta la sua ex ministra - Quando le piace un film, me lo spedisce». Al di là della simpatia, il giudizio di Sarkò si sofferma sullo stile. Di certo quello della Merkel è lontano da quello dell'ex modella Carla Bruni. «Angela non è brutta, sai, ma porta certi vestiti...».
VINO E FORMAGGIO- Molte delle confessioni di Sarkò riguardano i gusti gastronomici della cancelliera. «Mangia pane imburrato con il suo formaggio. Adora il vino - scrive la Bachelot - E quando finiscono le riunioni vorrebbe andare a bersi un bicchiere al bar. Nonostante le abbia detto che io non bevo alcol».
COLAZIONE AL BUFFET - Sempre nel libro, Sarkozy rivelerebbe altre abitudini divertenti della cancelliera: «Quando abbiamo una riunione, vuole che facciamo la prima colazione in sala da pranzo. E sai perchè? Perchè quando la colazione è servita in camera, c'è meno roba da mangiare, mentre in sala da pranzo c'è il buffet!».
UMIDIFICATORE PER SIGARI - La Bachelot racconta anche che Frau Merkel ha regalato a Sarkozy un podometro, conoscendo il suo amore per lo sport, e un umidificatore per i sigari, specialmente concepito per lui.
Carlotta De Leo
20 giugno 2012 | 16:14
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere.it
Francia, le confidenze di Sarkò: «La Merkel
non è brutta, ma porta certi vestiti...»
In un libro le confessioni dell'ex presidente: «Angela è simpatica. E fa colazione al buffet perchè mangia di più»
«Porta certi vestiti....ma non è brutta, sai». Le confidenze dell'ex presidente francese Nicolas Sarkozy, sulla cancelliera tedesca, Angela Merkel, dovevano rimanere segrete. Ma l'ex ministra della Salute, Roselyne Bachelot (destinataria della confessioni) non ci ha pensato molto e le ha trascritte nel suo libro «A feu et … sang» che esce mercoledì nelle librerie francesi. Il saggio raccoglie diverse affermazioni attribuite a Sarkò che dipingono una Merkel amante del vino e dei buffet. Giudizi spiritosi, lontani dai volgari apprezzamenti attributi (e smentiti) all'ex premier Silvio Berlusconi.
MOLTO SIMPATICA - «È molto simpatica, sai, Angela - dice Sarkozy, secondo quanto riporta la sua ex ministra - Quando le piace un film, me lo spedisce». Al di là della simpatia, il giudizio di Sarkò si sofferma sullo stile. Di certo quello della Merkel è lontano da quello dell'ex modella Carla Bruni. «Angela non è brutta, sai, ma porta certi vestiti...».
VINO E FORMAGGIO- Molte delle confessioni di Sarkò riguardano i gusti gastronomici della cancelliera. «Mangia pane imburrato con il suo formaggio. Adora il vino - scrive la Bachelot - E quando finiscono le riunioni vorrebbe andare a bersi un bicchiere al bar. Nonostante le abbia detto che io non bevo alcol».
COLAZIONE AL BUFFET - Sempre nel libro, Sarkozy rivelerebbe altre abitudini divertenti della cancelliera: «Quando abbiamo una riunione, vuole che facciamo la prima colazione in sala da pranzo. E sai perchè? Perchè quando la colazione è servita in camera, c'è meno roba da mangiare, mentre in sala da pranzo c'è il buffet!».
UMIDIFICATORE PER SIGARI - La Bachelot racconta anche che Frau Merkel ha regalato a Sarkozy un podometro, conoscendo il suo amore per lo sport, e un umidificatore per i sigari, specialmente concepito per lui.
Carlotta De Leo
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Corriere.it
Re: Pianeta donna....
Ma chi è la donna in questo caso: Sarkozy con i suoi gossip o la Merkel che in confronto sembra avere un grande paio di @@ ?
Re: Pianeta donna....
'nfatti.
a quanto pare ad ogni livello c'è gente che nun c'ha gnente de mejo da fa .... compresa la giornalista
forse era meglio intitolare il topic
pianeta gossip
a quanto pare ad ogni livello c'è gente che nun c'ha gnente de mejo da fa .... compresa la giornalista
forse era meglio intitolare il topic
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Re: Pianeta donna....
Alla faccia del bicarbonato di sodio, chi si ricordava più di Twiggy?
In un mondo in completa dissoluzione e disfacimento ricompare in pubblico, un simbolo della bellezza femminile. A 62 anni potrebbe raccontare che la vita comincia a sessant'anni.....
Se mondo della politica non fosse rappresentato dal sempre ingrugnato Pierazzurro della mamma, dagli spaventa bambini Gnaaazio La Russa e Angelino Alfano, dai principi dello scassamento, Giovanardi e Cicchitto, ma da donne con una carica di simpatia alla Twiggy, ritornerebbe a votare più del 90 % delle italiche genti.
http://d.repubblica.it/argomenti/2012/0 ... 8/1/#media
In un mondo in completa dissoluzione e disfacimento ricompare in pubblico, un simbolo della bellezza femminile. A 62 anni potrebbe raccontare che la vita comincia a sessant'anni.....
Se mondo della politica non fosse rappresentato dal sempre ingrugnato Pierazzurro della mamma, dagli spaventa bambini Gnaaazio La Russa e Angelino Alfano, dai principi dello scassamento, Giovanardi e Cicchitto, ma da donne con una carica di simpatia alla Twiggy, ritornerebbe a votare più del 90 % delle italiche genti.
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Re: Pianeta donna....
Violenza sulle donne, l’Onu all’Italia: “Crimine di Stato, fate di più”
di Luisa Pronzato
Violenza sulle donne, arriva il richiamo dell’Onu al governo: “In Italia resta un problema grave, risolverlo è un obbligo internazionale”. Le osservazioni all’Italia di Rashida Manjoo, Special Rapporteur delle Nazioni Unite per il contrasto della violenza sulle donne, sono pesanti.
“Femmicidio e femminicidio sono crimini di Stato tollerati dalle pubbliche istituzioni per incapacità di prevenire, proteggere e tutelare la vita delle donne, che vivono diverse forme di discriminazioni e di violenza durante la loro vita – ha detto Manjoo lunedì a Ginevra -. In Italia, sono stati fatti sforzi da parte del Governo, attraverso l’adozione di leggi e politiche, incluso il Piano di Azione Nazionale contro la violenza”, riconosce, “questi risultati non hanno però portato a una diminuzione di femicidi o sono stati tradotti in un miglioramento della condizione di vita delle donne e delle bambine”.
Il Rapporto tematico annuale sugli omicidi basati sul genere e il Rapporto sulla violenza sulla scorta delle missione in Italia lo scorso gennaio sono stati presentati durante la 20° sessione del Consiglio per i diritti umani .
SEGUI LA DIRETTA DAL SITO DELLE NAZIONI UNITE
Quello di oggi a Ginevra è un incontro atteso e sotenuto dalle donne delle associazioni che con la violenza combattono da anni. Ci sono anche loro, oggi a Ginevra, oltre a un nutrito numero di delegati internazionali dei diritti umani, i rappresentanti del governo italiano. Per le donne della società civile oggi è un giorno di “riconoscimento”. C’è Barbara Spinelli, avvocata e autrice del libro Femminicdio parla a nome dell’Associazione Internazionale Avvocate e Avvocati Democratici, Giuristi Democratici, che ha partecipato ai lavori di preparazione del Rapporto. Con Simona Lanzoni, coordinatrice della Fondazione Pangea per la Piattaforma 30 anni Cedaw lavori in corso, e Titti Carrano di D.i.Re hanno elaborato il rapporto ombra della CEDAW (Convenzione per l’eliminazione di tutte le discriminazioni contro le donne), di cui si ritrovano numerosi riferimenti nel rapporto di madame Manjoo.
“Il mio report sottolinea la questione della responsabilità dello Stato nella risposta data al contrasto della violenza”, dice la funzionaria Onu, “analizza l’impunità e l’aspetto della violenza istituzionale in merito agli omicidi di donne (femicidio) causati da azioni o omissioni dello Stato”.
La violenza di genere in Italia entra a pieno titolo sotto la lente dei diritti umani. Un Rapporto in un centinaio di punti, con un’analisi puntuale degli aspetti economici e sociali e politici che ne sono all’origine. “Il femmicidio è l’estrema conseguenza delle forme di violenza esistenti contro le donne”. E ancora: “Queste morti non sono isolati incidenti che arrivano in maniera inaspettata e immediata, ma sono l’ultimo efferato atto di violenza che pone fine a una serie di violenze continuative nel tempo”. Un’analisi serrata su cause e conseguenze di una politica che ancora troppo poco fa per eliminare le disparità di genere.
E una valanga di “raccomandazioni” a cui l’Italia potrà sottrarsi, se vorrà, ma con molta difficoltà: Una legge specifica sulla violenza alle donne. Un struttura governativa che tratti solo la parità e la violenza. Finanziarecase rifugio e centri antiviolenza per mantenere l’esistente e per aprirne di nuove. Ratificare la Convenzione di Istanbul per la prevenzione della violenza, la protezione delle vittime e la condanna dei colpevoli che l’Italia avrebbe dovuto a firmare ad aprile.
Prevenzione, protezione delle vittime e punizione dei colpevoli sono i ritardi dell’Italia. Una violazione dei dritti umani? Di fatto, con regole poco chiare, “consente” di giungere a esplosioni di violenza che, come stiamo vedendo in questi mesi, culminano con l’uccisione di donne per il solo fatto di essere donne, il femminicidio di cui si sta occupando anche l’inchiesta della 27ora.
«Dall’inizio degli anni novanta è diminuito il numero di omicidi di uomini su uomini, mentre il numero di donne uccise da uomini è aumentato», ricorda Rashida Manjoo..
I numeri ormai li conosciamo: una donna su tre – in una età compresa tra i 16 e i 70 – è stata vittima di violenza. il 35% delle vittime non presenta denuncia. 63 le donne uccise da gennaio a giugno di quest’anno. Il 13% aveva chiesto aiuto per stalking.
E’ un vero e proprio richiamo quello che il Consiglio per i diritti umani fa al governo italiano sollecitandolo a mettere il problema della violenza sulle donne all’ordine del giorno della politica nazionale. L’allarme che lancia non lascia dubbi:
«La violenza contro le donne rimane un problema significativo in Italia»
Affrontarlo è un «obbligo internazionale». Non a parole. Con leggi e con azioni reali. L’autorevole voce di Rashida Manjoo (ex commissario parlamentare della Commissione sulla parità di genere in Sud Africa, docente Dipartimento di Diritto Pubblico dell’Università di Città del Capo, che ha progettato sistemi e contenuto per affrontare le differenze razziali, oltre che aver insegnato diritti umani ad Harvard) chiede che l’Italia si impegni
«a eliminare gli atteggiamentistereotipati circa i ruoli e le responsabilità delle donne e degli uomini nella famiglia, nella società e nell’ambiente di lavoro».
Anche per l’Onu non è sufficiente che le donne restino le “centrocampiste del welfare”, come le definiva Dario Di Vico in un articolo in cui si sottolineava la fatica a conciliare lavoro e famiglia con il carico di lavoro casalingo per il 77% sulle spalle.
«Le donne trasportano un pesante fardello in termini di cura delle famiglie, mentre il contributo degli uomini è tra i più bassi nel mondo», sottolinea il Rapporto. Storie e dati portati a galla di volta in volta da cronache e statistiche, nel Rapporto di Rashida Manjoo mette in relazione l’incapacità di riconoscere alle donne posizioni e ruoli pari agli uomini e l’incapacità a rispondere con strumenti adeguati a proteggere le vittime. Il quadro che disegna è desolante. «In un contesto sociale patriarcale, dove la violenza domestica non viene sempre percepita come un crimine», dice, «persiste la percezione che le risposte dello stato non siano appropriate e sufficienti».
Ed è all’economia che fa appello come strumento di prevenzione. Rimuovere gli ostacoli che incidono sull’occupazione femminile, quelli che permettono la disparità retributiva. E rafforzare il sistema di previdenza sociale per superare i limiti all’integrazione delle donne nel mercato del lavoro. «La situazione economica e politica in Italia non giustifica la mancanza di attenzione e la diminuzione delle risorse per combattere la violenza contro le donne», dice la rappresentante speciale, «particolarmente oggi in un contesto in cui il numero di violenze fondate sul genere sta aumentando».
Le leggi per proteggere le vittime ci sarebbero, riconosce Rashida Manjoo. Non sono, però, sufficienti. Dipendenza economica, inchieste malfatte, un sistema di istituzioni e regole frammentato, lungaggine dei processi e inadeguata punizione dei colpevoli le rendono poco efficaci.
«Siamo seriamente preoccupati dalla sottostima del Governo italiano circa gli obblighi internazionali a proteggere le donne sopravvissute alla violenza nelle relazioni di intimità e di prevenire i femminicidi esito di questa violenza», è parte dell’intervento di Barbara Spinelli. «Come notato dal Comitato CEDAW, in Italia persistono “attitudini socio-culturali che condonano la violenza domestica”», diceBarbara Spinelli, e «“l’alto numero di donne uccise dai propri partner o ex partner (femminicidi) può indicare il fallimento delle autorità dello Stato nel proteggere adeguatamente le donne vittime dei propri partner o ex partner».
Ritardi dell’Italia che «Contribuiscono al silenzio delle vittime», dice il Rapporto. E a lasciare che il fenomeno resti invisibile. D’altronde il “diritto” degli uomini a picchiare le donne non è arcaico. È storia dei nostri nonni. Ce ne siamo dimenticate, la legge che lo ha abrogato è solo degli anni Settanta. Trentanni fa a un marito, un padre era consentito picchiare in quanto mezzo per “correggere” il comportamento delle donne, ricorda Ileana Aesso nel Quinto Stato: Storia di donne, legi e conquiste. Dalla tutela alla democrazia paritaria. Glielo riconosceva il codice penale e civile a patto che non ne abusasse. Ma il limite poche volte era stato chiarito lasciando nel dna della società e della cultura italiana l’abuso delle botte e la “disattenzione” ai diritti delle donne.
Creare una singola struttura governativa dedicata a trattare esclusivamente la questione della parità e la violenza è la prima raccomandazione che Rashida Manjoo rivolge al governo italiano a cui la rappresentante non fa sconti. Un ministero specifico e non una seconda “carica” come quella attribuita a Elsa Fornero, più concentrata sul Ministero del Lavoro che sulle Pari Opportunità. Al governo Monti, il cui obiettivo principale «è concentrarsi sulle riforme strutturali, economiche e del mercato del lavoro, per affrontare la crisi economica nazionale», l’Onu “raccomanda” di «intervenire sulle cause strutturali della disuguaglianza di genere e della discriminazione». E di intervenire sulla violenza identificandola per esempio nella sua reale entità, riunendo i codici civile e penale, formando i giudici per rafforzare le loro competenze, sostenendo economicamente i centri antiviolenza.
Quella che Manjoo elenca è una lunga serie di “raccomandazioni” che dovrebbero illuminare politiche più attente. « Dovrebbero spingere il governo ad attivarsi al più presto», dice Simona Lanzoni di Pangea. «L’insieme delle raccomandazioni offre un buon impianto al governo per sviluppare una politica reattiva. Tra le più urgenti affinché si riconosca il reale peso e si facciano leggi di conseguenza c’è la raccolta omogenea dei dati. Vitali come l’invito a ratificare la Convenzione di Istanbul per la prevenzione della violenza, la protezione delle vittime e la condanna dei colpevoli. Avrebbe dovuto essere firmata ad aprile. Ma il governo è silente». Ci sarebbero tutti i pilastri perché le istituzioni insieme alla società civile rielaborassero il Piano nazionale contro la violenza che deve essere fatto entro il 2013. «Non considerare queste urgenze, che ora sono sostenute anche dall’Onu, significa diminuire lo sviluppo del paese». Finché non si considera la violenza sulle donne un costo economico che erode il pil e l’economia, oltre che le’equilibrio della socità, sostiene Simona Lanzoni, l’Italia riuscirà a garantire i diritti solo a metà.
Difficile per una donna che ha subito maltrattamenti in casa tornare al lavoro il giorno dopo. La vergogna di mostrare i segni. Come potrà procurarsi un certificato medico? E quanto tempo impiegherà a tornare ad avere un redito? Come non farla sparire nell’economia sommersa? Anche a questedomande risponde il lungo rapporto, risultato di una missione conoscitiva di Rashida Manjoo, la prima del genere in Italia, durante la quale ha incontrato la corte di Cassazione, rappresentanti dei Tribunali, della polizia di Stato e del corpo dei Carabinieri, visitando pronto soccorso, centri antiviolenza e case rifugio. Oltre ad aver raccolto le testimonianze di donne vittime di violenza e di esponenti di associazioni che sulla dignità, la violenza e il femminicidio lavorano.
«Per la prima volta è stato presentato alle Nazioni Unite un rapporto tematico sul femminicidio, o meglio sugli omicidi basati sul genere, femmicidi e femminicidi», dice Barbara Spinelli. «Si tratta di un evento epocale, che costringe i Governi di tutto il mondo a confrontarsi con la propria responsabilità per quello che Amartya Sen ha definito “il genocidio nascosto”. Nel Rapportola Relatrice Speciale afferma che culturalmente e socialmente occultate, queste diverse manifestazioni degli omicidi basati sul genere continuano a essere accettate, tollerate o giustificate, e l’impunità èla regola. Con riguardo agli omicidi basati sul genere, è veramente carente l’assunzione di responsabilità da parte degli Stati nell’agire con la dovuta diligenza per la promozione e protezione dei diritti delle donne». Il Rapporto contiene anche dati sul femminicidio in Italia e in Europa. «Sono estremamente onorata di aver contribuito, unica europea, ai lavori che hanno portato allastesura di questo Rapporto», concludeBarbara Spinelli rilanciando l’attivismo delle associazioni. Per loro e per la società civile, il Rapporto rafforza idee e azioni. Non si conoscono ancora le reazioni del governo.
http://27esimaora.corriere.it/articolo/ ... tto-umano/
di Luisa Pronzato
Violenza sulle donne, arriva il richiamo dell’Onu al governo: “In Italia resta un problema grave, risolverlo è un obbligo internazionale”. Le osservazioni all’Italia di Rashida Manjoo, Special Rapporteur delle Nazioni Unite per il contrasto della violenza sulle donne, sono pesanti.
“Femmicidio e femminicidio sono crimini di Stato tollerati dalle pubbliche istituzioni per incapacità di prevenire, proteggere e tutelare la vita delle donne, che vivono diverse forme di discriminazioni e di violenza durante la loro vita – ha detto Manjoo lunedì a Ginevra -. In Italia, sono stati fatti sforzi da parte del Governo, attraverso l’adozione di leggi e politiche, incluso il Piano di Azione Nazionale contro la violenza”, riconosce, “questi risultati non hanno però portato a una diminuzione di femicidi o sono stati tradotti in un miglioramento della condizione di vita delle donne e delle bambine”.
Il Rapporto tematico annuale sugli omicidi basati sul genere e il Rapporto sulla violenza sulla scorta delle missione in Italia lo scorso gennaio sono stati presentati durante la 20° sessione del Consiglio per i diritti umani .
SEGUI LA DIRETTA DAL SITO DELLE NAZIONI UNITE
Quello di oggi a Ginevra è un incontro atteso e sotenuto dalle donne delle associazioni che con la violenza combattono da anni. Ci sono anche loro, oggi a Ginevra, oltre a un nutrito numero di delegati internazionali dei diritti umani, i rappresentanti del governo italiano. Per le donne della società civile oggi è un giorno di “riconoscimento”. C’è Barbara Spinelli, avvocata e autrice del libro Femminicdio parla a nome dell’Associazione Internazionale Avvocate e Avvocati Democratici, Giuristi Democratici, che ha partecipato ai lavori di preparazione del Rapporto. Con Simona Lanzoni, coordinatrice della Fondazione Pangea per la Piattaforma 30 anni Cedaw lavori in corso, e Titti Carrano di D.i.Re hanno elaborato il rapporto ombra della CEDAW (Convenzione per l’eliminazione di tutte le discriminazioni contro le donne), di cui si ritrovano numerosi riferimenti nel rapporto di madame Manjoo.
“Il mio report sottolinea la questione della responsabilità dello Stato nella risposta data al contrasto della violenza”, dice la funzionaria Onu, “analizza l’impunità e l’aspetto della violenza istituzionale in merito agli omicidi di donne (femicidio) causati da azioni o omissioni dello Stato”.
La violenza di genere in Italia entra a pieno titolo sotto la lente dei diritti umani. Un Rapporto in un centinaio di punti, con un’analisi puntuale degli aspetti economici e sociali e politici che ne sono all’origine. “Il femmicidio è l’estrema conseguenza delle forme di violenza esistenti contro le donne”. E ancora: “Queste morti non sono isolati incidenti che arrivano in maniera inaspettata e immediata, ma sono l’ultimo efferato atto di violenza che pone fine a una serie di violenze continuative nel tempo”. Un’analisi serrata su cause e conseguenze di una politica che ancora troppo poco fa per eliminare le disparità di genere.
E una valanga di “raccomandazioni” a cui l’Italia potrà sottrarsi, se vorrà, ma con molta difficoltà: Una legge specifica sulla violenza alle donne. Un struttura governativa che tratti solo la parità e la violenza. Finanziarecase rifugio e centri antiviolenza per mantenere l’esistente e per aprirne di nuove. Ratificare la Convenzione di Istanbul per la prevenzione della violenza, la protezione delle vittime e la condanna dei colpevoli che l’Italia avrebbe dovuto a firmare ad aprile.
Prevenzione, protezione delle vittime e punizione dei colpevoli sono i ritardi dell’Italia. Una violazione dei dritti umani? Di fatto, con regole poco chiare, “consente” di giungere a esplosioni di violenza che, come stiamo vedendo in questi mesi, culminano con l’uccisione di donne per il solo fatto di essere donne, il femminicidio di cui si sta occupando anche l’inchiesta della 27ora.
«Dall’inizio degli anni novanta è diminuito il numero di omicidi di uomini su uomini, mentre il numero di donne uccise da uomini è aumentato», ricorda Rashida Manjoo..
I numeri ormai li conosciamo: una donna su tre – in una età compresa tra i 16 e i 70 – è stata vittima di violenza. il 35% delle vittime non presenta denuncia. 63 le donne uccise da gennaio a giugno di quest’anno. Il 13% aveva chiesto aiuto per stalking.
E’ un vero e proprio richiamo quello che il Consiglio per i diritti umani fa al governo italiano sollecitandolo a mettere il problema della violenza sulle donne all’ordine del giorno della politica nazionale. L’allarme che lancia non lascia dubbi:
«La violenza contro le donne rimane un problema significativo in Italia»
Affrontarlo è un «obbligo internazionale». Non a parole. Con leggi e con azioni reali. L’autorevole voce di Rashida Manjoo (ex commissario parlamentare della Commissione sulla parità di genere in Sud Africa, docente Dipartimento di Diritto Pubblico dell’Università di Città del Capo, che ha progettato sistemi e contenuto per affrontare le differenze razziali, oltre che aver insegnato diritti umani ad Harvard) chiede che l’Italia si impegni
«a eliminare gli atteggiamentistereotipati circa i ruoli e le responsabilità delle donne e degli uomini nella famiglia, nella società e nell’ambiente di lavoro».
Anche per l’Onu non è sufficiente che le donne restino le “centrocampiste del welfare”, come le definiva Dario Di Vico in un articolo in cui si sottolineava la fatica a conciliare lavoro e famiglia con il carico di lavoro casalingo per il 77% sulle spalle.
«Le donne trasportano un pesante fardello in termini di cura delle famiglie, mentre il contributo degli uomini è tra i più bassi nel mondo», sottolinea il Rapporto. Storie e dati portati a galla di volta in volta da cronache e statistiche, nel Rapporto di Rashida Manjoo mette in relazione l’incapacità di riconoscere alle donne posizioni e ruoli pari agli uomini e l’incapacità a rispondere con strumenti adeguati a proteggere le vittime. Il quadro che disegna è desolante. «In un contesto sociale patriarcale, dove la violenza domestica non viene sempre percepita come un crimine», dice, «persiste la percezione che le risposte dello stato non siano appropriate e sufficienti».
Ed è all’economia che fa appello come strumento di prevenzione. Rimuovere gli ostacoli che incidono sull’occupazione femminile, quelli che permettono la disparità retributiva. E rafforzare il sistema di previdenza sociale per superare i limiti all’integrazione delle donne nel mercato del lavoro. «La situazione economica e politica in Italia non giustifica la mancanza di attenzione e la diminuzione delle risorse per combattere la violenza contro le donne», dice la rappresentante speciale, «particolarmente oggi in un contesto in cui il numero di violenze fondate sul genere sta aumentando».
Le leggi per proteggere le vittime ci sarebbero, riconosce Rashida Manjoo. Non sono, però, sufficienti. Dipendenza economica, inchieste malfatte, un sistema di istituzioni e regole frammentato, lungaggine dei processi e inadeguata punizione dei colpevoli le rendono poco efficaci.
«Siamo seriamente preoccupati dalla sottostima del Governo italiano circa gli obblighi internazionali a proteggere le donne sopravvissute alla violenza nelle relazioni di intimità e di prevenire i femminicidi esito di questa violenza», è parte dell’intervento di Barbara Spinelli. «Come notato dal Comitato CEDAW, in Italia persistono “attitudini socio-culturali che condonano la violenza domestica”», diceBarbara Spinelli, e «“l’alto numero di donne uccise dai propri partner o ex partner (femminicidi) può indicare il fallimento delle autorità dello Stato nel proteggere adeguatamente le donne vittime dei propri partner o ex partner».
Ritardi dell’Italia che «Contribuiscono al silenzio delle vittime», dice il Rapporto. E a lasciare che il fenomeno resti invisibile. D’altronde il “diritto” degli uomini a picchiare le donne non è arcaico. È storia dei nostri nonni. Ce ne siamo dimenticate, la legge che lo ha abrogato è solo degli anni Settanta. Trentanni fa a un marito, un padre era consentito picchiare in quanto mezzo per “correggere” il comportamento delle donne, ricorda Ileana Aesso nel Quinto Stato: Storia di donne, legi e conquiste. Dalla tutela alla democrazia paritaria. Glielo riconosceva il codice penale e civile a patto che non ne abusasse. Ma il limite poche volte era stato chiarito lasciando nel dna della società e della cultura italiana l’abuso delle botte e la “disattenzione” ai diritti delle donne.
Creare una singola struttura governativa dedicata a trattare esclusivamente la questione della parità e la violenza è la prima raccomandazione che Rashida Manjoo rivolge al governo italiano a cui la rappresentante non fa sconti. Un ministero specifico e non una seconda “carica” come quella attribuita a Elsa Fornero, più concentrata sul Ministero del Lavoro che sulle Pari Opportunità. Al governo Monti, il cui obiettivo principale «è concentrarsi sulle riforme strutturali, economiche e del mercato del lavoro, per affrontare la crisi economica nazionale», l’Onu “raccomanda” di «intervenire sulle cause strutturali della disuguaglianza di genere e della discriminazione». E di intervenire sulla violenza identificandola per esempio nella sua reale entità, riunendo i codici civile e penale, formando i giudici per rafforzare le loro competenze, sostenendo economicamente i centri antiviolenza.
Quella che Manjoo elenca è una lunga serie di “raccomandazioni” che dovrebbero illuminare politiche più attente. « Dovrebbero spingere il governo ad attivarsi al più presto», dice Simona Lanzoni di Pangea. «L’insieme delle raccomandazioni offre un buon impianto al governo per sviluppare una politica reattiva. Tra le più urgenti affinché si riconosca il reale peso e si facciano leggi di conseguenza c’è la raccolta omogenea dei dati. Vitali come l’invito a ratificare la Convenzione di Istanbul per la prevenzione della violenza, la protezione delle vittime e la condanna dei colpevoli. Avrebbe dovuto essere firmata ad aprile. Ma il governo è silente». Ci sarebbero tutti i pilastri perché le istituzioni insieme alla società civile rielaborassero il Piano nazionale contro la violenza che deve essere fatto entro il 2013. «Non considerare queste urgenze, che ora sono sostenute anche dall’Onu, significa diminuire lo sviluppo del paese». Finché non si considera la violenza sulle donne un costo economico che erode il pil e l’economia, oltre che le’equilibrio della socità, sostiene Simona Lanzoni, l’Italia riuscirà a garantire i diritti solo a metà.
Difficile per una donna che ha subito maltrattamenti in casa tornare al lavoro il giorno dopo. La vergogna di mostrare i segni. Come potrà procurarsi un certificato medico? E quanto tempo impiegherà a tornare ad avere un redito? Come non farla sparire nell’economia sommersa? Anche a questedomande risponde il lungo rapporto, risultato di una missione conoscitiva di Rashida Manjoo, la prima del genere in Italia, durante la quale ha incontrato la corte di Cassazione, rappresentanti dei Tribunali, della polizia di Stato e del corpo dei Carabinieri, visitando pronto soccorso, centri antiviolenza e case rifugio. Oltre ad aver raccolto le testimonianze di donne vittime di violenza e di esponenti di associazioni che sulla dignità, la violenza e il femminicidio lavorano.
«Per la prima volta è stato presentato alle Nazioni Unite un rapporto tematico sul femminicidio, o meglio sugli omicidi basati sul genere, femmicidi e femminicidi», dice Barbara Spinelli. «Si tratta di un evento epocale, che costringe i Governi di tutto il mondo a confrontarsi con la propria responsabilità per quello che Amartya Sen ha definito “il genocidio nascosto”. Nel Rapportola Relatrice Speciale afferma che culturalmente e socialmente occultate, queste diverse manifestazioni degli omicidi basati sul genere continuano a essere accettate, tollerate o giustificate, e l’impunità èla regola. Con riguardo agli omicidi basati sul genere, è veramente carente l’assunzione di responsabilità da parte degli Stati nell’agire con la dovuta diligenza per la promozione e protezione dei diritti delle donne». Il Rapporto contiene anche dati sul femminicidio in Italia e in Europa. «Sono estremamente onorata di aver contribuito, unica europea, ai lavori che hanno portato allastesura di questo Rapporto», concludeBarbara Spinelli rilanciando l’attivismo delle associazioni. Per loro e per la società civile, il Rapporto rafforza idee e azioni. Non si conoscono ancora le reazioni del governo.
http://27esimaora.corriere.it/articolo/ ... tto-umano/
Re: Pianeta donna....
Penso che ci sia ancora troppa superficialità nel valutare i possibili tragici sviluppi di certi atteggiamenti.Stefania aveva perfino denunciato il marito per stalking ma la Procura non aveva preso provvedimenti particolari, non giudicando pericolosi gli atteggiamenti dell'uomo.
LEGNANO - STEFANIA CANCELLIERE È MORTA DOPO UN GIORNO DI AGONIA
I vicini del medico assassino
«Gli abbiamo impedito la fuga»
La moglie lo aveva denunciato per stalking. Il primario l'ha colpita con ottanta colpi di mattarello
MILANO - Via Marconi è una piccola strada chiusa a pochi passi dal centro di Legnano. Tranquilla. Palazzine silenziose. Da un lato si va verso la città residenziale, dall'altra si entra nel parco della biblioteca comunale. Una piccola oasi dove però, mercoledì pomeriggio, si è scatenata la follia omicida di un medico contro la moglie. Ottanta colpi di mattarello da cucina sul capo, vibrati con cieca determinazione. Lei, Stefania Cancelliere, 39 anni, donna conosciuta dai vicini di casa come gentile e premurosa con i suoi tre figli avuti da due matrimoni, ha provato ad aprire il portone d'ingresso e a mettersi in salvo, ma non ce l'ha fatta. Le botte sono state fatali e lei è crollata in un lago di sangue. I familiari hanno deciso di donare gli organi.
I vicini, attoniti e terrorizzati, sono intervenuti proprio in quel momento. L'androne del palazzo al civico 6, in un attimo si era trasformato in un set da film dell'orrore: sangue ovunque, la donna in fin di vita sul pavimento e lui, il dottor Roberto Colombo inebetito, in stato di choc, capace solo di farfugliare a bassa voce frasi che nemmeno lui ascoltava. Questa è la scena che hanno trovato i poliziotti di Legnano arrivati in via Marconi. I vicini, nonostante il terrore, avevano formato una specie di cortina tra l'uscita del palazzo e la strada: non avrebbero fatto fuggire quell'uomo.
I vicini non trovano le parole per raccontare di quella coppia prima felice e poi in guerra, il figlioletto di due anni. Le liti. Tante. Troppe. Forse c'era anche della gelosia. Una signora di mezza età che conosceva Stefania da quando abitava in via Imperatriz, a Legnano, parla di una donna che ogni giorno diventava sempre più pensierosa e triste. Per via del brutto rapporto con il marito e, soprattutto, per il futuro dei figli che non potevano più contare sulla tranquillità familiare. Stefania aveva perfino denunciato il marito per stalking ma la Procura non aveva preso provvedimenti particolari, non giudicando pericolosi gli atteggiamenti dell'uomo. Un'altra vicina racconta che una sera lui aveva cercato di riconciliarsi, posando davanti alla porta dell'appartamento di lei un mazzo di fiori. Ma lei non aveva gradito.
Francesco Sanfilippo
29 giugno 2012 | 9:03
http://milano.corriere.it/milano/notizi ... 0697.shtml
Re: Pianeta donna....
29/6/2012 Massimo Gramellini www.lastampa.it
Cosa vogliono le donne
Per ragioni non riassumibili in venti righe, un cavaliere della Tavola Rotonda si ritrovò sposato a una donna vecchia, sdentata e puzzolente. Dopo il supplizio della festa di nozze, durante la quale il mostro gli aveva ruttato addosso a ogni boccone, il cavaliere raggiunse la camera da letto con passi lenti da condannato. Quand’ecco spalancarsi la porta e apparire la megera, trasformata in una fanciulla incantevole. Abbracciò lo sposo e gli disse: «Sono vittima di un sortilegio. Devi scegliere: preferisci avermi orrida di giorno e radiosa di sera, o viceversa?». Il pensiero del cavaliere andò al suo amico più caro: esibizionista com’era, avrebbe tranquillamente accettato di dormire per sempre con una racchia, pur di avere una fata da esibire agli amici. Poi si immaginò la risposta del suo palafreniere, un ragazzo passionale. Lui al contrario avrebbe sfidato volentieri i commenti malevoli del prossimo, in cambio della possibilità di incontrare la bellezza fra le lenzuola. Ma il cavaliere della Tavola Rotonda la pensava diversamente da entrambi. Disse alla sua sposa che una scelta così importante poteva spettare soltanto a lei. La strega sorrise: «Allora io scelgo di rimanere bella per tutto il tempo, dal momento che tu mi hai rispettata, lasciandomi libera di decidere il mio destino».
(Dedicato ai maschi privi di educazione sentimentale e incapaci di evolvere, che perseguitano le donne che non li desiderano o non li desiderano più, arrivando a picchiarle e addirittura a ucciderle, come è accaduto ancora ieri a Legnano).
Cosa vogliono le donne
Per ragioni non riassumibili in venti righe, un cavaliere della Tavola Rotonda si ritrovò sposato a una donna vecchia, sdentata e puzzolente. Dopo il supplizio della festa di nozze, durante la quale il mostro gli aveva ruttato addosso a ogni boccone, il cavaliere raggiunse la camera da letto con passi lenti da condannato. Quand’ecco spalancarsi la porta e apparire la megera, trasformata in una fanciulla incantevole. Abbracciò lo sposo e gli disse: «Sono vittima di un sortilegio. Devi scegliere: preferisci avermi orrida di giorno e radiosa di sera, o viceversa?». Il pensiero del cavaliere andò al suo amico più caro: esibizionista com’era, avrebbe tranquillamente accettato di dormire per sempre con una racchia, pur di avere una fata da esibire agli amici. Poi si immaginò la risposta del suo palafreniere, un ragazzo passionale. Lui al contrario avrebbe sfidato volentieri i commenti malevoli del prossimo, in cambio della possibilità di incontrare la bellezza fra le lenzuola. Ma il cavaliere della Tavola Rotonda la pensava diversamente da entrambi. Disse alla sua sposa che una scelta così importante poteva spettare soltanto a lei. La strega sorrise: «Allora io scelgo di rimanere bella per tutto il tempo, dal momento che tu mi hai rispettata, lasciandomi libera di decidere il mio destino».
(Dedicato ai maschi privi di educazione sentimentale e incapaci di evolvere, che perseguitano le donne che non li desiderano o non li desiderano più, arrivando a picchiarle e addirittura a ucciderle, come è accaduto ancora ieri a Legnano).
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Re: Pianeta donna....
Ogni quarantotto ore in Italia, con un ritmo tragicamente regolare, una donna viene uccisa dal marito o dal compagno: questo dicono le statistiche.
Oltre ad essere troppo è inaccettabile,....occorre mettere subito rimedio.
Amà,...qualche idea subito..............
Miriam è un pò che non si sente.......bisognerebbe avere idee anche da lei
Comunque sempre troppo poche donne sul forum
Alessandra, la 76esima vittima del 2012
di Nadia Somma e Mario De Maglie | 5 luglio 2012
Ogni quarantotto ore in Italia, con un ritmo tragicamente regolare, una donna viene uccisa dal marito o dal compagno: questo dicono le statistiche.
Alessandra, la settantaseiesima vittima del 2012, aveva ventisei anni e due bambini di 6 e 4 anni che dormivano nella stanza accanto mentre il marito la uccideva con un colpo di forbici al petto. Il minimo comune denominatore di questi delitti è la rabbia furiosa di un marito o compagno che si sente ancora un uomo-padrone della vita o del corpo di una donna. Gli appelli sul web “Basta violenza sulle donne!” accompagnano come un monotono coro impotente la sequenza di femminicidi. Il ritmo delle violenze probabilmente non rallenterà a dispetto degli appelli. Dal 2005 le uccisioni di donne sono in costante aumento. Si esortano le donne a denunciare, colpevolizzandole per il silenzio, ma sono le istituzioni le prime a lasciarle nel silenzio. I progetti per far emergere la violenza sulle donne in Italia sono inadeguati e qualche bando ministeriale per finanziarli non è sufficiente a creare un sistema virtuoso. Titti Carrano, presidente dell’associazione nazionale D.i.Re , in più occasioni ha dichiarato che le richieste di aiuto delle donne ai centri antiviolenza aumentano di anno in anno ma le capacità di ospitalità ed accoglienza diminuiscono a causa della riduzione dei fondi messi a disposizione dagli enti locali per la protezione delle vittime. Diversi centri antiviolenza hanno già chiuso e altri sono a rischio chiusura.
Un’esortazione è stata fatta anche nei giorni scorsi nella sede Onu di Ginevra dove la piattaforma italiana Cedaw ha chiesto al Governo italiano l’adozione di misure immediate volte a finanziare in maniera certa e continuata nel tempo le case rifugio esistenti e i centri antiviolenza che lavorano con un approccio di genere; tra le richieste anche la creazione di sistemi di raccolta dati su tutte le forme di violenza alle donne e la valutazione dei costi sociali. Un buon lavoro di rete si potrà raggiungere solo con il rafforzamento della formazione e del coordinamento tra magistratura, polizia, assistenti sociali, operatori socio sanitari che vengono in contatto con situazioni di violenza sulle donne.
L’altro fronte su cui lavorare è quello culturale. Si dovrebbero prevedere programmi di educazione per le scuole e le università, sull’identità di genere, la sessualità consapevole, la decostruzione degli stereotipi e al contrasto della violenza. Infine formare giornalisti sui temi della violenza contro le donne e all’uso di un linguaggio appropriato per divulgare le informazioni sugli episodi relativi alla violenza di genere e alle discriminazioni. Le violenze sulle donne non sono “drammi della gelosia” tantomeno “delitti passionali” ma sono un genocidio nascosto come lo ha definito Amartya Sen.
Queste le richieste rivolte al governo italiano e in particolare al ministro Elsa Fornero: è possibile aspettare ancora?
di Nadia Somma
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/07 ... 12/284862/
Oltre ad essere troppo è inaccettabile,....occorre mettere subito rimedio.
Amà,...qualche idea subito..............
Miriam è un pò che non si sente.......bisognerebbe avere idee anche da lei
Comunque sempre troppo poche donne sul forum
Alessandra, la 76esima vittima del 2012
di Nadia Somma e Mario De Maglie | 5 luglio 2012
Ogni quarantotto ore in Italia, con un ritmo tragicamente regolare, una donna viene uccisa dal marito o dal compagno: questo dicono le statistiche.
Alessandra, la settantaseiesima vittima del 2012, aveva ventisei anni e due bambini di 6 e 4 anni che dormivano nella stanza accanto mentre il marito la uccideva con un colpo di forbici al petto. Il minimo comune denominatore di questi delitti è la rabbia furiosa di un marito o compagno che si sente ancora un uomo-padrone della vita o del corpo di una donna. Gli appelli sul web “Basta violenza sulle donne!” accompagnano come un monotono coro impotente la sequenza di femminicidi. Il ritmo delle violenze probabilmente non rallenterà a dispetto degli appelli. Dal 2005 le uccisioni di donne sono in costante aumento. Si esortano le donne a denunciare, colpevolizzandole per il silenzio, ma sono le istituzioni le prime a lasciarle nel silenzio. I progetti per far emergere la violenza sulle donne in Italia sono inadeguati e qualche bando ministeriale per finanziarli non è sufficiente a creare un sistema virtuoso. Titti Carrano, presidente dell’associazione nazionale D.i.Re , in più occasioni ha dichiarato che le richieste di aiuto delle donne ai centri antiviolenza aumentano di anno in anno ma le capacità di ospitalità ed accoglienza diminuiscono a causa della riduzione dei fondi messi a disposizione dagli enti locali per la protezione delle vittime. Diversi centri antiviolenza hanno già chiuso e altri sono a rischio chiusura.
Un’esortazione è stata fatta anche nei giorni scorsi nella sede Onu di Ginevra dove la piattaforma italiana Cedaw ha chiesto al Governo italiano l’adozione di misure immediate volte a finanziare in maniera certa e continuata nel tempo le case rifugio esistenti e i centri antiviolenza che lavorano con un approccio di genere; tra le richieste anche la creazione di sistemi di raccolta dati su tutte le forme di violenza alle donne e la valutazione dei costi sociali. Un buon lavoro di rete si potrà raggiungere solo con il rafforzamento della formazione e del coordinamento tra magistratura, polizia, assistenti sociali, operatori socio sanitari che vengono in contatto con situazioni di violenza sulle donne.
L’altro fronte su cui lavorare è quello culturale. Si dovrebbero prevedere programmi di educazione per le scuole e le università, sull’identità di genere, la sessualità consapevole, la decostruzione degli stereotipi e al contrasto della violenza. Infine formare giornalisti sui temi della violenza contro le donne e all’uso di un linguaggio appropriato per divulgare le informazioni sugli episodi relativi alla violenza di genere e alle discriminazioni. Le violenze sulle donne non sono “drammi della gelosia” tantomeno “delitti passionali” ma sono un genocidio nascosto come lo ha definito Amartya Sen.
Queste le richieste rivolte al governo italiano e in particolare al ministro Elsa Fornero: è possibile aspettare ancora?
di Nadia Somma
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/07 ... 12/284862/
Re: Pianeta donna....
Le idee sono sempre le stesse ma come ha detto la giornalista soldi non ce ne sono .
Questi numeri non sono frutto di una improvvisa ondata di follia , ci sono da sempre.
quanti titoli di prima pagina hai visto in merito? quanti tg aprono con queste vicende? nessuno, al massimo qualche trafiletto comodo per tappabuchi dove hai la sensazione che sia una "normale" vicenda fra coniugi .
questo grosso problema non è percepito come tale , il fattore "culturale" è tutto qui.
c'è molta più eco sui cani abbandonati ( c'è perfino il tg miao e bau, roba da far accapponare la pelle )
....la crisi del "maschio" e le sue fragilità impegnerebbero molte pagine.
Questi numeri non sono frutto di una improvvisa ondata di follia , ci sono da sempre.
quanti titoli di prima pagina hai visto in merito? quanti tg aprono con queste vicende? nessuno, al massimo qualche trafiletto comodo per tappabuchi dove hai la sensazione che sia una "normale" vicenda fra coniugi .
questo grosso problema non è percepito come tale , il fattore "culturale" è tutto qui.
c'è molta più eco sui cani abbandonati ( c'è perfino il tg miao e bau, roba da far accapponare la pelle )
....la crisi del "maschio" e le sue fragilità impegnerebbero molte pagine.
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Re: Pianeta donna....
Ogni quarantotto ore in Italia, con un ritmo tragicamente regolare, una donna viene uccisa dal marito o dal compagno: questo dicono le statistiche.
Oltre ad essere troppo è inaccettabile,....occorre mettere subito rimedio.
Amà,...qualche idea subito..............
Miriam è un pò che non si sente.......bisognerebbe avere idee anche da lei
Comunque sempre troppo poche donne sul forum[/b]
Tranquilli, non vi abbandono mai, la capatina sul forum la faccio quasi quotidianamente.
Sono d'accordo con Amalia, penso che la violenza maschile sulle donne ci sia da sempre.
Anzi, una volta le regola era tenersi le botte e sopportare con cristiana rassegnazione.
Ho fatto leggere a mia figlia "Malamore" di Concita De Gregorio e lo abbiamo commentato insieme.
"Il malamore è gramigna, cresce nei vasi dei nostri balconi.
Sradicarlo costa più che tenerselo. Dargli acqua ogni giorno, alzare l'asticella della resistenza al dolore è una folle tentazione che può costare la vita".
"Non si indossano uomini che ci fanno stare peggio. Non ci si mette addosso qualcosa, qualcuno che ci sciupa. Sappiatelo,bambine, e ora andare sole".
Oltre ad essere troppo è inaccettabile,....occorre mettere subito rimedio.
Amà,...qualche idea subito..............
Miriam è un pò che non si sente.......bisognerebbe avere idee anche da lei
Comunque sempre troppo poche donne sul forum[/b]
Tranquilli, non vi abbandono mai, la capatina sul forum la faccio quasi quotidianamente.
Sono d'accordo con Amalia, penso che la violenza maschile sulle donne ci sia da sempre.
Anzi, una volta le regola era tenersi le botte e sopportare con cristiana rassegnazione.
Ho fatto leggere a mia figlia "Malamore" di Concita De Gregorio e lo abbiamo commentato insieme.
"Il malamore è gramigna, cresce nei vasi dei nostri balconi.
Sradicarlo costa più che tenerselo. Dargli acqua ogni giorno, alzare l'asticella della resistenza al dolore è una folle tentazione che può costare la vita".
"Non si indossano uomini che ci fanno stare peggio. Non ci si mette addosso qualcosa, qualcuno che ci sciupa. Sappiatelo,bambine, e ora andare sole".
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