In Germania arrivano i pirati e in Italia i “grillini"
Inviato: 08/09/2012, 23:02
In Germania arrivano i pirati e in Italia i “grillini"
in parte sintetizzato da Claudio Lombardi da civico lab
Potrebbero arrivare anche in Italia i nuovi pirati? Ovvero un movimento politico “né di destra né di sinistra”, che va oltre i vecchi partiti, piace finalmente ai giovani, è liberale ma non liberista, pratica la democrazia diretta tramite la rete e supera d’un balzo le stucchevoli chiacchiere sulla “riforma della politica” fatta dai partiti che l’hanno distrutta. Era questa fino a poco tempo fa la domanda che ci si faceva. Oggi è cambiata e ci si chiede se il Movimento 5 Stelle sia il Piratenpartei versione italiana. La domanda non è oziosa: in Germania il partito dei pirati ha preso un bel po’ di voti ogni volta che si è presentato alle elezioni e in Italia la stessa cosa è accaduta con le liste del Movimento 5 stelle alle ultime amministrative.
Con una strabiliante affermazione alle elezioni per il parlamento regionale di Berlino – dove nel settembre 2011 hanno preso un sensazionale 8,9 per cento – sono apparsi sulla scena i Piraten, il partito dei pirati”. “Alle elezioni nel Land della Saar – quanto di più provinciale si possa immaginare – due settimane fa i Piraten hanno ottenuto un lusinghiero 7,4 percento, assicurandosi quattro seggi. E, con grande sconforto dei “vecchi” partiti, tutti i sondaggi ora prevedono a questi Pirati della politica un risultato fra il 9 e il 12 per cento alle prossime elezioni politiche.”
Questa la fotografia della novità che irrompe sulla scena tedesca. Ma ci sono somiglianze col fenomeno italiano del Movimento 5 stelle?
Michael Braun afferma che “alcune analogie sono più che evidenti. Entrambe le forze si dichiarano “né di destra né di sinistra”, usano il web come piattaforma principale di comunicazione politica e hanno costruito la loro ascesa totalmente ignorati dai mezzi d’informazione. E tutt’e due affermano che i cittadini devono riappropriarsi della politica, togliendo spazio ai “vecchi partiti, giudicati autoreferenziali e obsoleti.”
Braun però sottolinea come il movimento sia nato e sia saldamente controllato dal comico genovese diventato leader politico.
Per i Pirati l’assenza di un unico leader viene colmata da Liquid Feedback, una piattaforma che è una sorta di assemblea permanente online, la radice della democrazia partecipata. “Con Liquid Feedback il processo decisionale è collettivo ma non troppo farraginoso”, con un interessante ma efficace sforzo linguistico è un “sistema di decisione compartecipato”.
Nel Movimento 5 Stelle, invece, sembra che questo principio si applichi soltanto in parte e cioè in ambito locale perché c’è il limite costituito dalle “campagne di sensibilizzazione sociale, culturale e politica promosse da Beppe Grillo” che è per definizione uno schema top down nel quale da un vertice giungono indicazioni da sviluppare e attuare.
Ecco il limite che gli aderenti al Movimento 5 Stelle si troveranno di fronte non appena si troveranno a dover rispondere ai loro elettori sui problemi di governo degli enti locali oggi e, domani, del Paese nella sua interezza. Potranno sviluppare autonomamente e con strumenti democratici i temi politici che decideranno di voler affrontare o dovranno ricevere “per iscritto” l’autorizzazione dal proprietario del marchio nonché promotore delle “campagne di sensibilizzazione sociale, culturale e politica” ?
Una trasformazione in organizzazione democratica è urgente e inevitabile. Gli italiani che li hanno votato e gli stessi “grillini” non possono giocare al Movimento, ora vogliono fare sul serio. E speriamo che Grillo non si metta ad urlare.
in parte sintetizzato da Claudio Lombardi da civico lab
Potrebbero arrivare anche in Italia i nuovi pirati? Ovvero un movimento politico “né di destra né di sinistra”, che va oltre i vecchi partiti, piace finalmente ai giovani, è liberale ma non liberista, pratica la democrazia diretta tramite la rete e supera d’un balzo le stucchevoli chiacchiere sulla “riforma della politica” fatta dai partiti che l’hanno distrutta. Era questa fino a poco tempo fa la domanda che ci si faceva. Oggi è cambiata e ci si chiede se il Movimento 5 Stelle sia il Piratenpartei versione italiana. La domanda non è oziosa: in Germania il partito dei pirati ha preso un bel po’ di voti ogni volta che si è presentato alle elezioni e in Italia la stessa cosa è accaduta con le liste del Movimento 5 stelle alle ultime amministrative.
Con una strabiliante affermazione alle elezioni per il parlamento regionale di Berlino – dove nel settembre 2011 hanno preso un sensazionale 8,9 per cento – sono apparsi sulla scena i Piraten, il partito dei pirati”. “Alle elezioni nel Land della Saar – quanto di più provinciale si possa immaginare – due settimane fa i Piraten hanno ottenuto un lusinghiero 7,4 percento, assicurandosi quattro seggi. E, con grande sconforto dei “vecchi” partiti, tutti i sondaggi ora prevedono a questi Pirati della politica un risultato fra il 9 e il 12 per cento alle prossime elezioni politiche.”
Questa la fotografia della novità che irrompe sulla scena tedesca. Ma ci sono somiglianze col fenomeno italiano del Movimento 5 stelle?
Michael Braun afferma che “alcune analogie sono più che evidenti. Entrambe le forze si dichiarano “né di destra né di sinistra”, usano il web come piattaforma principale di comunicazione politica e hanno costruito la loro ascesa totalmente ignorati dai mezzi d’informazione. E tutt’e due affermano che i cittadini devono riappropriarsi della politica, togliendo spazio ai “vecchi partiti, giudicati autoreferenziali e obsoleti.”
Braun però sottolinea come il movimento sia nato e sia saldamente controllato dal comico genovese diventato leader politico.
Per i Pirati l’assenza di un unico leader viene colmata da Liquid Feedback, una piattaforma che è una sorta di assemblea permanente online, la radice della democrazia partecipata. “Con Liquid Feedback il processo decisionale è collettivo ma non troppo farraginoso”, con un interessante ma efficace sforzo linguistico è un “sistema di decisione compartecipato”.
Nel Movimento 5 Stelle, invece, sembra che questo principio si applichi soltanto in parte e cioè in ambito locale perché c’è il limite costituito dalle “campagne di sensibilizzazione sociale, culturale e politica promosse da Beppe Grillo” che è per definizione uno schema top down nel quale da un vertice giungono indicazioni da sviluppare e attuare.
Ecco il limite che gli aderenti al Movimento 5 Stelle si troveranno di fronte non appena si troveranno a dover rispondere ai loro elettori sui problemi di governo degli enti locali oggi e, domani, del Paese nella sua interezza. Potranno sviluppare autonomamente e con strumenti democratici i temi politici che decideranno di voler affrontare o dovranno ricevere “per iscritto” l’autorizzazione dal proprietario del marchio nonché promotore delle “campagne di sensibilizzazione sociale, culturale e politica” ?
Una trasformazione in organizzazione democratica è urgente e inevitabile. Gli italiani che li hanno votato e gli stessi “grillini” non possono giocare al Movimento, ora vogliono fare sul serio. E speriamo che Grillo non si metta ad urlare.