Europa e recessione-Dove sta' il vero problema?
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Europa e recessione-Dove sta' il vero problema?
Europa e recessione
E' una domanda piu' che logica visto che ora anche la Francia sta' in recessione http://www.unita.it/economia/calo-pil-l ... bled=false e la Germania annusa la sua polvere e i tedeschi cominciaro ad avere paura
http://www.repubblica.it/economia/2013/ ... -52614032/
Dove sta' allora il problema se questo dovesse generalizzare in tutta Europa?
Sembrerebbe che questo non interessi a nessuno (in Europa) visto che si continua a perseverare sempre sempre sulla stessa strada.
Che fare allora????
un salutone da Juan
E' una domanda piu' che logica visto che ora anche la Francia sta' in recessione http://www.unita.it/economia/calo-pil-l ... bled=false e la Germania annusa la sua polvere e i tedeschi cominciaro ad avere paura
http://www.repubblica.it/economia/2013/ ... -52614032/
Dove sta' allora il problema se questo dovesse generalizzare in tutta Europa?
Sembrerebbe che questo non interessi a nessuno (in Europa) visto che si continua a perseverare sempre sempre sulla stessa strada.
Che fare allora????
un salutone da Juan
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: Europa e recessione-Dove sta' il vero problema?
Repubblica.It
La Merkel cambia rotta: il rigore non basta più
L'Europa in crisi contagia la Germania. La processione a Berlino di capi di governo che chiedono una nuova politica e i moniti di Draghi stanno facendo breccia a Berlino. La nuova parola d'ordine sarà "competitività" di ANDREA BONANNI
BERLINO - La Germania è pronta a rivedere le sue posizioni sull'austerità e a dare priorità alla crescita, attraverso aumenti di competitività. Un'evoluzione figlia della crisi di molti Paesi europei, strozzati dalla 'cura Merkel' del consolidamento dei conti pubblici.
La convinzione che il rigore non abbia pagato ha ormai fatto breccia nel governo tedesco. Un cambio di paradigma che arriva in ritardo perché nella logica tedesca il consolidamento dei conti pubblici e il varo di riforme strutturali vanno di pari passo. Per aggiustare i conti pubblici, si erano detti a Berlino, saranno costretti a tagliare le spese inutili e dunque a migliorare la propria competitività. Ma nei Paesi in crisi non è successo perché i governi, ostaggio delle potenti corporazioni nazionali, hanno preferito alzare le tasse, non pagare i fornitori e perdere posti di lavoro piuttosto che tagliare le spese e andare a colpire interessi costituiti che controllano le chiavi del successo elettorale.
Naturalmente questa virata di bordo non significa che il governo tedesco abbia abbandonato la via del rigore e sposato una politica di deficit spending. Ma la relativa calma dei mercati finanziari, che hanno allentato la pressione sugli spread, induce anche i vertici di Berlino ad una visione più serena del problema.
Speriamo che si sveglino in tempo
La Merkel cambia rotta: il rigore non basta più
L'Europa in crisi contagia la Germania. La processione a Berlino di capi di governo che chiedono una nuova politica e i moniti di Draghi stanno facendo breccia a Berlino. La nuova parola d'ordine sarà "competitività" di ANDREA BONANNI
BERLINO - La Germania è pronta a rivedere le sue posizioni sull'austerità e a dare priorità alla crescita, attraverso aumenti di competitività. Un'evoluzione figlia della crisi di molti Paesi europei, strozzati dalla 'cura Merkel' del consolidamento dei conti pubblici.
La convinzione che il rigore non abbia pagato ha ormai fatto breccia nel governo tedesco. Un cambio di paradigma che arriva in ritardo perché nella logica tedesca il consolidamento dei conti pubblici e il varo di riforme strutturali vanno di pari passo. Per aggiustare i conti pubblici, si erano detti a Berlino, saranno costretti a tagliare le spese inutili e dunque a migliorare la propria competitività. Ma nei Paesi in crisi non è successo perché i governi, ostaggio delle potenti corporazioni nazionali, hanno preferito alzare le tasse, non pagare i fornitori e perdere posti di lavoro piuttosto che tagliare le spese e andare a colpire interessi costituiti che controllano le chiavi del successo elettorale.
Naturalmente questa virata di bordo non significa che il governo tedesco abbia abbandonato la via del rigore e sposato una politica di deficit spending. Ma la relativa calma dei mercati finanziari, che hanno allentato la pressione sugli spread, induce anche i vertici di Berlino ad una visione più serena del problema.
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Re: Europa e recessione-Dove sta' il vero problema?
Grillo avrà tanti difetti ma una verità l'ha detta, va ripensato il mondo, va ripensata la produzione. Investendo sulle energie ambientali e su altre cose che "servono". Costuiamo un sacco di cose che la gente compra molto meno.
E vanno eliminati i superstipendi dei manager
E vanno eliminati i superstipendi dei manager
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: Europa e recessione-Dove sta' il vero problema?
Austerity, Rampini: ''Obama denuncia la dottrina Merkel''
''Mentre l'Europa sprofonda nella recessione negli Stati Uniti l'occupazione cresce. L'austerità dettata in primo luogo dalla Germania non convince politici ed economisti d'oltreoceano''. Il punto di Federico Rampini per RNews
La California , un PIL superiore a quello italiano, ha risanato i conti pubblici investendo nella ricerca, scuola, energie rinnovabili e più tasse sui ricchi.
''Mentre l'Europa sprofonda nella recessione negli Stati Uniti l'occupazione cresce. L'austerità dettata in primo luogo dalla Germania non convince politici ed economisti d'oltreoceano''. Il punto di Federico Rampini per RNews
La California , un PIL superiore a quello italiano, ha risanato i conti pubblici investendo nella ricerca, scuola, energie rinnovabili e più tasse sui ricchi.
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Re: Europa e recessione-Dove sta' il vero problema?
Squinzi: «Una politica europea per la crescita e l'occupazione»
di Adriana Cerretelli
17 maggio 2013
IN QUESTO ARTICOLO Argomenti: Politica dell'Unione Europea | Angela Merkel | Barack Obama | Asia | Confindustria | François Hollande | Italia | Francia | Germania My24 Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi (Ansa) L'Europa deve essere l'imperativo categorico comune per rilanciare crescita e lavoro. Ci vuole una coerente e realistica politica industriale europea, da attuare al più presto e con determinazione, per guidare la di Adriana Cerretelli - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/qAmAi
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... d=AbxbWdwH
di Adriana Cerretelli
17 maggio 2013
IN QUESTO ARTICOLO Argomenti: Politica dell'Unione Europea | Angela Merkel | Barack Obama | Asia | Confindustria | François Hollande | Italia | Francia | Germania My24 Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi (Ansa) L'Europa deve essere l'imperativo categorico comune per rilanciare crescita e lavoro. Ci vuole una coerente e realistica politica industriale europea, da attuare al più presto e con determinazione, per guidare la di Adriana Cerretelli - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/qAmAi
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... d=AbxbWdwH
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Re: Europa e recessione-Dove sta' il vero problema?
17 MAGGIO 2013
Auto, il mercato europeo torna a crescere in aprile (ma non in Italia)
Promotor: «Nessuna illusione, non è una vera crescita»
di Andrea Malan
http://www.motori24.ilsole24ore.com/Mer ... aprile.php
Auto, il mercato europeo torna a crescere in aprile (ma non in Italia)
Promotor: «Nessuna illusione, non è una vera crescita»
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Re: Europa e recessione-Dove sta' il vero problema?
24 MAG 17:10
L’EUROPA DEI MORTI VIVENTI – L’ALLARME DELL’“ECONOMIST”: “I LEADER DORMONO SULL’ORLO DEL PRECIPIZIO”
La fase acuta della crisi è passata, ma Merkel, Hollande, Letta, Draghi, Rajoy e gli altri sono “sonnambuli sull’orlo del burrone” - “Indebitamento ancora eccessivo, banche sottocapitalizzate, aziende vittime di crudele stretta creditizia, mercati anestetizzati dalla Bce” - “il costo si misurerà in disillusione, comunità arrugginite e vite sprecate”…
(ANSA) - La fase acuta della crisi è passata, non si parla più di dissoluzione dell'euro, ma i leader europei marciano come sonnambuli verso l'orlo del precipizio. E' il senso della copertina dell' Economist in edicola oggi, che mostra Angela Merkel in testa ad un drappello con Hollande, Rajoy, Barroso, Passos Coelho e Van Rompuy alla sua sinistra e Draghi, Letta e Samaras alla sua destra: tutti in marcia verso un precipizio.
Titolo: 'The sleepwalkers' ('i sonnambuli", appunto). Sottotitolo: in attesa di un disastro europeo. Nell'editoriale del settimanale economico britannico si osserva che in generale che "la somma dell'indebitamento di governi, privati e imprese è ancora eccessivo", che "le banche sono sottocapitalizzate e gli investitori internazionali si preoccupano per le perdite ancora da determinare" e che se anche "gli interessi sono bassi, le aziende dell'Europa del sud soffrono per una crudele stretta creditizia".
L'Economist scrive anche che "i mercati finanziari sono stati anestetizzati da quando Mario Draghi ha promesso 'di fare qualsiasi cosa serva' per proteggere l'euro del collasso" e che la mossa del presidente della Bce ha dato sia tempo che mezzi per combattere la speculazione. Ma al contrario i leader politici non riescono a trovare una via di uscita per "riforme ordinate". "E se i leader dell'eurozona inciampassero? Come il Giappone - conclude l'Economist - l'Europa sarà in ombra per gli anni a venire.
Il costo sarà misurato in termini di disillusione, comunità sociali arrugginite e vite sprecate. Ma a differenza del Giappone, l'Eurozona non ha coesione. Per tutto il tempo che stagnazione e recessione stresseranno la democrazia, l'eurozona rischia un fatale rigetto popolare. Se i sonnambuli tengono alla loro valuta e alla loro gente, devono svegliarsi".
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Re: Europa e recessione-Dove sta' il vero problema?
da Il Fatto
Banche, “stipendi dei manager 53 volte quelli dei lavoratori. Ma sono in calo”
Le buste paga dei dirigenti sono diminuite complessivamente del 34,6% rispetto al 2011. Il segretario del sindacato Uilca, Massimo Masi: "Riteniamo positivo il calo delle retribuzioni dei dirigenti, anche se il livello dei compensi rimane troppo alto"
Nelle banche italiane, lo stipendio medio di un amministratore delegato è stato 53 volte quello di un lavoratore del settore. E’ quanto risulta da una indagine del sindacato Uilca considerando i dati del 2012, che evidenzia comunque un calo rispetto al 2011, quando i compensi dei manager erano 80 volte superiori. Le buste paga dei dirigenti sono infatti diminuite complessivamente del 34,6% rispetto al 2011. “Riteniamo positivo il calo delle retribuzioni dei top manager”, afferma il segretario Uilca Massimo Masi, “anche se il livello dei compensi permane troppo alto”.
Per quanto concerne i compensi dei presidenti dei consigli di amministrazione e di sorveglianza, si registra un calo tra il 2011 e il 2012 nell’ordine del 18,76%, pari complessivamente a 1,8 milioni di euro. “Questa situazione non dipende però dall’intervento di soluzioni strutturali“, precisa la Uilca, “ma dalla decisione unilaterale dei manager coinvolti, dimostrando la totale discrezionalità che permane nella definizione di tali stipendi”.
Considerando invece il confronto con le retribuzioni medie dei lavoratori, quelle dei presidenti sono risultate 25 volte superiori, in discesa rispetto alle 31 volte del 2011, ma ancora superiori alle 15 volte del 2000. “Crediamo sia il momento per unire le forze di tutti per chiedere gli interventi necessari affinchè in Italia, e nello specifico nel settore bancario”, conclude Masi, “vi siano regolamentazioni adeguate per contenere le retribuzioni dei manager a livelli di correttezza sotto il profilo etico ed economico.
E una notizia positiva
Regione Puglia, 20 milioni per le piccole
e medie imprese contro la disoccupazione
La creazione del 'Fondo di microcredito' per combattere la mancanza di posti di lavoro: secondo le previsioni potranno accedere al finanziamento 1300 aziende con meno di 10 operai
di Lorenzo Vendemiale
Banche, “stipendi dei manager 53 volte quelli dei lavoratori. Ma sono in calo”
Le buste paga dei dirigenti sono diminuite complessivamente del 34,6% rispetto al 2011. Il segretario del sindacato Uilca, Massimo Masi: "Riteniamo positivo il calo delle retribuzioni dei dirigenti, anche se il livello dei compensi rimane troppo alto"
Nelle banche italiane, lo stipendio medio di un amministratore delegato è stato 53 volte quello di un lavoratore del settore. E’ quanto risulta da una indagine del sindacato Uilca considerando i dati del 2012, che evidenzia comunque un calo rispetto al 2011, quando i compensi dei manager erano 80 volte superiori. Le buste paga dei dirigenti sono infatti diminuite complessivamente del 34,6% rispetto al 2011. “Riteniamo positivo il calo delle retribuzioni dei top manager”, afferma il segretario Uilca Massimo Masi, “anche se il livello dei compensi permane troppo alto”.
Per quanto concerne i compensi dei presidenti dei consigli di amministrazione e di sorveglianza, si registra un calo tra il 2011 e il 2012 nell’ordine del 18,76%, pari complessivamente a 1,8 milioni di euro. “Questa situazione non dipende però dall’intervento di soluzioni strutturali“, precisa la Uilca, “ma dalla decisione unilaterale dei manager coinvolti, dimostrando la totale discrezionalità che permane nella definizione di tali stipendi”.
Considerando invece il confronto con le retribuzioni medie dei lavoratori, quelle dei presidenti sono risultate 25 volte superiori, in discesa rispetto alle 31 volte del 2011, ma ancora superiori alle 15 volte del 2000. “Crediamo sia il momento per unire le forze di tutti per chiedere gli interventi necessari affinchè in Italia, e nello specifico nel settore bancario”, conclude Masi, “vi siano regolamentazioni adeguate per contenere le retribuzioni dei manager a livelli di correttezza sotto il profilo etico ed economico.
E una notizia positiva
Regione Puglia, 20 milioni per le piccole
e medie imprese contro la disoccupazione
La creazione del 'Fondo di microcredito' per combattere la mancanza di posti di lavoro: secondo le previsioni potranno accedere al finanziamento 1300 aziende con meno di 10 operai
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Re: Europa e recessione-Dove sta' il vero problema?
Certo con le banche non si può continuare così, stipendi di dipendenti, funzionari e menager devono essere ridimensionati.
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Re: Europa e recessione-Dove sta' il vero problema?
Per quanto riguarda manager, dirigenti e funzionari sono d'accordo con te ma per quanto riguarda i dipendenti sbagli di grosso, prendono molto meno di quello che pensi e sono in media o addirittura sotto media con gli altri lavoratori...iospero ha scritto:Certo con le banche non si può continuare così, stipendi di dipendenti, funzionari e menager devono essere ridimensionati.
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