Casa ai figli senza la mazzata dell’Imu»

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paolo11
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Casa ai figli senza la mazzata dell’Imu»

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«Casa ai figli senza la mazzata dell’Imu»
Ragioniere con studio ad Albignasego scopre come abbattere l’imposta sulla seconda casa applicando il Codice civile
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ALBIGNASEGO. Rischia di essere una vera e propria rivoluzione per le famiglie e per i Comuni: la possibilità di pagare l’Imu non come seconda, bensì come prima abitazione, quella concessa gratuitamente a un familiare diretto. Con tutte le agevolazioni fiscali che ne derivano e di cui potrebbero beneficiare circa 160 famiglie nella sola Albignasego. Basta passare dalla formula del “comodato d’uso gratuito” al “diritto di abitazione”.
A renderlo noto è Alberto De Franceschi, fiscalista con uno studio ad Albignasego in via Roma e una sede anche a Noale, nel veneziano. I Comuni tremano, i cittadini invece potranno avere la possibilità concreta di pagare meno. La notizia giunge a poche ore dall’introduzione, ad Albignasego, di alcune agevolazioni sulle seconde case che vengono date in comodato gratuito da un genitore a un figlio o viceversa, per le quali si applica l’aliquota minore possibile (lo 0,78%) anziché l’1% applicato per tutti gli altri immobili considerati seconda abitazione (case che vengono messe in affitto o sedi di attività).
Come è possibile riuscire a pagare meno? Grazie alla legge, che già lo prevede. «Si tratta di applicare l’articolo 1022 del Codice Civile sull’uso dell’abitazione» spiega De Franceschi, «in virtù del quale chi abita la casa, la utilizza e ne paga quindi le spese, tipo l’Imu. Passando da “comodato gratuito” a “diritto di abitazione”, per chi vive nell’alloggio, questa diventa la prima abitazione». Ad esempio, se un genitore possiede due abitazioni e in una sistema il figlio gratuitamente, questo ultimo, passando al diritto di abitazione, pagherebbe l’Imu come prima casa. Mentre ora la paga il genitore come seconda casa, e quindi con una tassazione maggiore. Stessa cosa se la seconda casa è quella che un figlio eredita da un genitore e la cede gratuitamente al genitore rimasto in vita.
«Si tratta di difendere i diritti di persone che hanno redditi modesti» precisa De Franceschi, una sorta di Robin Hood fiscale, «perché l’Imu sulla seconda casa è piuttosto alta. Durante il governo Berlusconi erano state introdotte le esenzioni per l’usufrutto delle abitazioni tra familiari in linea diretta, che il governo Monti, invece, ha fatto sparire. Una “dimenticanza” che riguarda, si stima, il 40% delle abitazioni. Un gettito importante, anche perché l’Imu della prima casa resta ai Comuni, quella della seconda va per metà ai Comuni e per l’altra metà allo Stato».
Cosa verrebbero a risparmiare i cittadini, grazie all’escamotage illustrato da De Franceschi, è presto detto. Due esempi: una casetta con giardino per 180 metri quadrati, ha una rendita catastale di 800 euro, ma di Imu come seconda abitazione) pagherebbe mille euro circa. Se fosse la prima casa, 170. Un appartamento da 90 metri quadri con garage, invece, con rendita catastale 350 euro, paga 180 euro di Imu come seconda casa, come prima appena 17. Ferme restando le detrazioni, ad esempio, per i figli a carico, che potrebbero persino annullare in certi casi la tassa da pagare. Tra l’altro si attende dal Governo di sapere se l’Imu sulla prima casa andrà o meno pagata. Come fare allora? Ci sono tre vie. «È sufficiente firmare un documento tra genitore e figlio, dove si esprima la concessione del diritto di abitazione» illustra il fiscalista, «poi o si va in ufficio postale a farsela timbrare oppure, per essere più sicuri, si paga l’imposta di registro col modello F23 (168 euro di tassa, più 16 di marca da bollo) e poi si va a registrarla all’Agenzia delle Entrate». Terza ipotesi: recarsi da un notaio. In ogni caso bisogna darne comunicazione al Comune. Per ulteriori informazioni si può visitare il blog defranceschialberto.wordpress.com.
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Ciao
Paolo11
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