Venezia Il Mose
Inviato: 04/06/2014, 20:25
NTERVISTA
di Gabriella Colarusso
Trentacinque arresti e quasi 100 indagati. Un'opera pubblica costata già più di 4 miliardi di euro, circa il doppio dell'investimento previsto inizialmente, che ora rischia lo stop. E una città, Venezia, che si ritrova con il suo primo cittadino agli arresti domiciliari a pochi giorni dall'inaugurazione della biennale dell'Architettura.
BERLATO: «UNO SCANDALO ANNUNCIATO». La maxi-inchiesta della magistratura veneziana sugli appalti per la realizzazione del Mose è un altro duro colpo all'immagine internazionale dell'Italia, dopo il clamore suscitato dall'indagine lombarda sui lavori per la realizzazione dell'Expo. Eppure quello della Serenissima, dice a Lettera43.it Sergio Berlato, ex consigliere e assessore regionale del Veneto, europarlamentare del Pdl per due legislature, non ricandidato alle ultime elezioni per Strasburgo, è «uno scandalo annunciato».
LA DENUNCIA DI IRREGOLARITÀ. Un anno fa, nel febbraio 2013, Berlato si era rivolto alle procure di Vicenza e Venezia per denunciare una serie di irregolarità nell'assegnazione degli appalti pubblici in regione. Irregolarità che gli erano state segnalate «da alcuni imprenditori», spiega. «È un sistema di malaffare trasversale ai partiti e che riguarda non solo il Mose ma gli appalti per la sanità, per la ristorazione, il project financing».
Sergio Berlato.
DOMANDA. Cosa aveva denunciato ai magistrati?
RISPOSTA. Ho portato in Procura tutta la documentazione che mi era stata consegnata da alcuni imprenditori veneti e lombardi, di cui non faccio i nomi perché sulle indagini c'è il segreto istruttorio, che erano stanchi di subire un sistema in cui gli appalti vengono affidati sempre alle stesse imprese, un paio, le solite. Lavora solo chi paga.
D. Accuse pesanti. Aveva prove di avvenute corruzioni?
R. Non faccio il carabiniere. Ho consegnato tutto agli inquirenti perché accertassero i fatti e facessero luce sul sistema del malaffare veneto.
D. Che tipo di documentazione era?
R. Ripeto, c'è il segreto istruttorio, ma posso dire che c'erano anche documenti riguardanti trasferimenti di denaro estero su estero attraverso finanziarie.
D. Perché parla di sistema?
R. Perché è un meccanismo trasversale ai partiti: soggetti appartenenti a forze politiche sia di centrodestra sia di centrosinistra usano la pubblica amministrazione per i loro affari. Un tema su cui bisognerebbe riflettere è quello del project financing, che consente a pochi affaristi di arricchirsi con denaro pubblico.
D. Non è un po' presto e un po' forte, parlare come fa lei di nuova Tangentopoli? Si è innocenti fino a sentenza passata in giudicato.
R. Ho la sensazione che siamo dinanzi a qualcosa di ben più grande di Tangentopoli. Il sistema del malaffare in Veneto non riguarda solo il Mose, ma anche il settore della sanità, dei servizi, della ristorazione, le opere post alluvioni. Spero di sbagliarmi, ma i 35 arresti sono solo la punta dell'iceberg.
D. Cosa intende?
R. Bisognerà ora capire se in 15 anni, imprenditori, politici e corruttori vari hanno avuto coperture anche tra gli inquirenti e nei palazzi della giustizia.
D. Perché gli imprenditori si sono rivolti a lei e non direttamente alla magistratura?
R. Hanno avuto coraggio, e il mio compito era denunciare le cose che mi erano state segnalate. Lo rifarei, anche se questo mi è costato la cancellazione dalle liste elettorali di Forza Italia alle ultime elezioni europee.
D. Veramente i suoi contrasti con il partito riguardavano anche altri temi, a cominciare dalle sue posizioni sulla caccia.
R. È vero, ma credo che anche le mie posizioni su questo tema abbiano influito. In ogni caso non è un problema, torno a casa mia, in quella che era Alleanza nazionale. Torno a fare il semplice militante, in Fratelli d'Italia.
Mercoledì, 04 Giugno 2014 © RIPRODUZIONE RISERVATA
TAG: INCHIESTA MOSE - MOSE - TANGENTI MOSE - SERGIO BERLATO
14
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Contrasto violento tra il vomito melenoso di Carlo Coppola e l'eleganza, lo stile, la cultura e la signorilità di Carlo Nordio della Procura di Venezia.
Canoi 04/giu/2014 | 14:34
x Carlo Coppola. Ma il suo livore dipende dal fatto che non ha mai partecipato? Troppo buzzurro nessuno l'ha mai inserito, anche per il malaffare ci vuole un po' di stile. Insomma tutta invidia?
Canoi 04/giu/2014 | 14:03
Avete presente le calli a Venezia? la calle va diritta poi d'improvviso scantona. Tu cammini e senti parlare molto chiaro, è qualcuno che, sull'altro lato, parla e tu non sai chi sia. Ecco cosa vuol dire: i muri parlano. A Venezia da anni i muri dicevano quello che questa mattina è successo. I nomi sono sempre quelli, unico stupore Orsoni (gli hanno pagato la campagna elettorale?)..
http://www.lettera43.it/cronaca/inchies ... 131193.htm
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Il Mose è costato gia il doppio di quello preventivato all'inizio.Ora per completarlo ci vuole 1 miliardo.
Cominciamo a recuperarlo da questi ladri.
Gli 80 euro anche per famiglie mono reddito con piu figli non ci sono.
Scomettiamo che il miliardo per il Mose esce fuori! sempre dalle nostre tasche.Aveva ragione Grillo. Controllare i soldi quando uno entra in politica il suo capitale.Vedere ora cosa hanno.
Ciao
Paolo11
di Gabriella Colarusso
Trentacinque arresti e quasi 100 indagati. Un'opera pubblica costata già più di 4 miliardi di euro, circa il doppio dell'investimento previsto inizialmente, che ora rischia lo stop. E una città, Venezia, che si ritrova con il suo primo cittadino agli arresti domiciliari a pochi giorni dall'inaugurazione della biennale dell'Architettura.
BERLATO: «UNO SCANDALO ANNUNCIATO». La maxi-inchiesta della magistratura veneziana sugli appalti per la realizzazione del Mose è un altro duro colpo all'immagine internazionale dell'Italia, dopo il clamore suscitato dall'indagine lombarda sui lavori per la realizzazione dell'Expo. Eppure quello della Serenissima, dice a Lettera43.it Sergio Berlato, ex consigliere e assessore regionale del Veneto, europarlamentare del Pdl per due legislature, non ricandidato alle ultime elezioni per Strasburgo, è «uno scandalo annunciato».
LA DENUNCIA DI IRREGOLARITÀ. Un anno fa, nel febbraio 2013, Berlato si era rivolto alle procure di Vicenza e Venezia per denunciare una serie di irregolarità nell'assegnazione degli appalti pubblici in regione. Irregolarità che gli erano state segnalate «da alcuni imprenditori», spiega. «È un sistema di malaffare trasversale ai partiti e che riguarda non solo il Mose ma gli appalti per la sanità, per la ristorazione, il project financing».
Sergio Berlato.
DOMANDA. Cosa aveva denunciato ai magistrati?
RISPOSTA. Ho portato in Procura tutta la documentazione che mi era stata consegnata da alcuni imprenditori veneti e lombardi, di cui non faccio i nomi perché sulle indagini c'è il segreto istruttorio, che erano stanchi di subire un sistema in cui gli appalti vengono affidati sempre alle stesse imprese, un paio, le solite. Lavora solo chi paga.
D. Accuse pesanti. Aveva prove di avvenute corruzioni?
R. Non faccio il carabiniere. Ho consegnato tutto agli inquirenti perché accertassero i fatti e facessero luce sul sistema del malaffare veneto.
D. Che tipo di documentazione era?
R. Ripeto, c'è il segreto istruttorio, ma posso dire che c'erano anche documenti riguardanti trasferimenti di denaro estero su estero attraverso finanziarie.
D. Perché parla di sistema?
R. Perché è un meccanismo trasversale ai partiti: soggetti appartenenti a forze politiche sia di centrodestra sia di centrosinistra usano la pubblica amministrazione per i loro affari. Un tema su cui bisognerebbe riflettere è quello del project financing, che consente a pochi affaristi di arricchirsi con denaro pubblico.
D. Non è un po' presto e un po' forte, parlare come fa lei di nuova Tangentopoli? Si è innocenti fino a sentenza passata in giudicato.
R. Ho la sensazione che siamo dinanzi a qualcosa di ben più grande di Tangentopoli. Il sistema del malaffare in Veneto non riguarda solo il Mose, ma anche il settore della sanità, dei servizi, della ristorazione, le opere post alluvioni. Spero di sbagliarmi, ma i 35 arresti sono solo la punta dell'iceberg.
D. Cosa intende?
R. Bisognerà ora capire se in 15 anni, imprenditori, politici e corruttori vari hanno avuto coperture anche tra gli inquirenti e nei palazzi della giustizia.
D. Perché gli imprenditori si sono rivolti a lei e non direttamente alla magistratura?
R. Hanno avuto coraggio, e il mio compito era denunciare le cose che mi erano state segnalate. Lo rifarei, anche se questo mi è costato la cancellazione dalle liste elettorali di Forza Italia alle ultime elezioni europee.
D. Veramente i suoi contrasti con il partito riguardavano anche altri temi, a cominciare dalle sue posizioni sulla caccia.
R. È vero, ma credo che anche le mie posizioni su questo tema abbiano influito. In ogni caso non è un problema, torno a casa mia, in quella che era Alleanza nazionale. Torno a fare il semplice militante, in Fratelli d'Italia.
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Canoi 04/giu/2014 | 14:34
x Carlo Coppola. Ma il suo livore dipende dal fatto che non ha mai partecipato? Troppo buzzurro nessuno l'ha mai inserito, anche per il malaffare ci vuole un po' di stile. Insomma tutta invidia?
Canoi 04/giu/2014 | 14:03
Avete presente le calli a Venezia? la calle va diritta poi d'improvviso scantona. Tu cammini e senti parlare molto chiaro, è qualcuno che, sull'altro lato, parla e tu non sai chi sia. Ecco cosa vuol dire: i muri parlano. A Venezia da anni i muri dicevano quello che questa mattina è successo. I nomi sono sempre quelli, unico stupore Orsoni (gli hanno pagato la campagna elettorale?)..
http://www.lettera43.it/cronaca/inchies ... 131193.htm
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Il Mose è costato gia il doppio di quello preventivato all'inizio.Ora per completarlo ci vuole 1 miliardo.
Cominciamo a recuperarlo da questi ladri.
Gli 80 euro anche per famiglie mono reddito con piu figli non ci sono.
Scomettiamo che il miliardo per il Mose esce fuori! sempre dalle nostre tasche.Aveva ragione Grillo. Controllare i soldi quando uno entra in politica il suo capitale.Vedere ora cosa hanno.
Ciao
Paolo11