Sbatti sbatti le palline che questa sera vien papà.....
Riscontro intorno a me un'indifferenza debordante. Il virus ebola marcia come un treno e tutti se ne fregano. Non so se è causa del bombardamento giornaliero dei problemi che ci affliggono, oppure se si tratta di una naturale propensione al menefreghismo.
Forse di più il secondo,.....perché:
1) Circa quarant'anni fa a cena con amici o conoscenti, con il televisore acceso per le notizie, quando veniva trattato il debito pubblico procapite, che allora era di 18 milioni di lire a cranio, la risposta prevalente era:
"E CHI SE FREGA,..........MICA DEBBO PAGARLO IO......"
Adesso è arrivato a 2.168 miliardi di euro, e quel debito pesa sull'intero Paese.
Un amico sostiene che i bambini appena nati in Italia, non piangono per ragioni naturali, ma per l'entità del debito pro capite che gli viene accollato senza essere colpevoli di niente.
2) Cinquant'anni fa, L'Espresso aveva pubblicato un articolo di un'intervista ad un ingegnere svedese, costretto a lavorare alla catena di montaggio, perché non trovava un lavoro adeguato ai suoi studi. La doglianza principale riguardava il fatto che gli studi gli avevano aperto il cervello e pensare di passare la vita in quel modo lo opprimeva. Il problema dei ragazzi che non trovano occupazione dopo gli studi è diventato un piaga dei nostri tempi.
Ma non lo si poteva risolvere prima affrontando il problema di natura sociale?????
E così via....
Ha ragione pancho a pubblicare il pensiero di Gramsci.
LA STORIA E' MAESTRA MA NON HA ALLIEVI.
LA PRESIDENTE DI «MEDICI SENZA FRONTIERE» DOPO UN SOPRALLUOGO NELLE REGIONI COLPITE
«Ebola si espande più velocemente delle nostre capacità di affrontarlo»
L’Oms: «Posti letto esauriti». Joanne Liu: «Non c’è bisogno di tute spaziali o altro. Servono, piuttosto, molte più persone operative sul territorio»
di Redazione Online
«Il virus di Ebola si espande più velocemente delle nostre capacità di fronteggiarlo. Stiamo correndo dietro a un treno che sta andando avanti e che è più rapido di noi. L’ emergenza potrebbe durare altri sei mesi: tanto ci vorrà per mettere sotto controllo l’epidemia , che ha causato più di mille morti in Africa e che si sta aggravando». A Ginevra, nel corso di una riunione sulla diffusione del virus, la presidente di Medici senza Frontiere, Joanne Liu ha fatto un bilancio della situazione dopo aver visitato le regioni colpite dall’emergenza, un viaggio di ricognizione durato 10 giorni. «Servono», ha spiegato, « molte più persone operative sul campo, sul territorio, che siano vicine alla popolazione per aiutare i malati e per evitare che si diffonda la paura del contagio. Serve un centro di sorveglianza sul territorio, in Africa, non esperti che stiano solo al computer».
Joanne Liu, presidente di Medici senza frontiere
Il bilancio
«Non è facile operare nei tre Paesi più colpiti per fermare l’epidemia» ha spiegato Liu. Occorre gestire le persone ammalate e solo persone sul campo lo possono fare», ha aggiunto. «Bisogna seguire duemila contatti di persone avuti con coloro che sono stati colpiti dal virus. Noi riusciamo a gestirne poco più che 50. Non va bene. Quello che serve per fermare l’epidemia è una task force sul campo per scoprire tutte le persone che sono entrate in contatto con i malati», ha spiegato Liu.
L’Oms: «Quasi tutti occupati i posti letto»LA PRESIDENTE DI «MEDICI SENZA FRONTIERE» DOPO UN SOPRALLUOGO NELLE REGIONI COLPITE
«Ebola si espande più velocemente delle nostre capacità di affrontarlo»
L’Oms: «Posti letto esauriti». Joanne Liu: «Non c’è bisogno di tute spaziali o altro. Servono, piuttosto, molte più persone operative sul territorio»
di Redazione Online
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«Il virus di Ebola si espande più velocemente delle nostre capacità di fronteggiarlo. Stiamo correndo dietro a un treno che sta andando avanti e che è più rapido di noi. L’ emergenza potrebbe durare altri sei mesi: tanto ci vorrà per mettere sotto controllo l’epidemia , che ha causato più di mille morti in Africa e che si sta aggravando». A Ginevra, nel corso di una riunione sulla diffusione del virus, la presidente di Medici senza Frontiere, Joanne Liu ha fatto un bilancio della situazione dopo aver visitato le regioni colpite dall’emergenza, un viaggio di ricognizione durato 10 giorni. «Servono», ha spiegato, « molte più persone operative sul campo, sul territorio, che siano vicine alla popolazione per aiutare i malati e per evitare che si diffonda la paura del contagio. Serve un centro di sorveglianza sul territorio, in Africa, non esperti che stiano solo al computer».
Joanne Liu, presidente di Medici senza frontiere
Joanne Liu, presidente di Medici senza frontiere
Il bilancio
«Non è facile operare nei tre Paesi più colpiti per fermare l’epidemia» ha spiegato Liu. Occorre gestire le persone ammalate e solo persone sul campo lo possono fare», ha aggiunto. «Bisogna seguire duemila contatti di persone avuti con coloro che sono stati colpiti dal virus. Noi riusciamo a gestirne poco più che 50. Non va bene. Quello che serve per fermare l’epidemia è una task force sul campo per scoprire tutte le persone che sono entrate in contatto con i malati», ha spiegato Liu.
L’Oms: «Quasi tutti occupati i posti letto»
Nella stessa conferenza stampa, a Ginevra, l’Organizzazione mondiale della Sanità, attraverso il portavoce Gregory Hartl, ha spiegato che il flusso dei pazienti verso i centri di trattamento appena aperti dimostra come la dimensione del focolaio sia molto più grande di quanto sembrava dai primi conteggi ufficiali. «Sono quasi tutti occupati i posti letto nei centri di trattamento contro l’ebola in Africa occidentale. Un centro di 80 posti letto, aperto nei giorni scorsi a Monrovia, capitale della Liberia, si è riempito immediatamente. Decine di persone sono rimaste senza un posto adeguato alle loro esigenze di assistenza» . E mentre il virus continua a mietere vittime, il l Programma Alimentare mondiale (Pam) dell’Onu programma aiuti per le popolazioni duramente colpite. Il Pam interverrà, infatti, a favore di un milione di persone in Sierra Leone, Liberia e Guinea, per prevenire una crisi alimentare. «Su richiesta dell’Oms e dei governi interessati, abbiamo istituito aiuti per circa un milione di persone nelle zone all’interno del cordone sanitario nei tre Paesi colpiti», ha detto un portavoce del Pam.
15 agosto 2014 | 13:58
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http://www.corriere.it/salute/14_agosto ... 0fda.shtml