Il Paese allo sbando – 31
Linea di confine – 2
La metastasi è così diffusa che non è possibile applicare la chemioterapia.
Sono passati più di sei mesi da quando al Teatro Smeraldo di Milano in una fredda serata di febbraio, Sandra Bonsanti, Gustavo Zagrebelski, Concita De Gregorio, Roberto Saviano, Lella Costa, Giuliano Pisapia, hanno tentato di parlare di rinnovamento della politica.
Volevo piazzarmi nelle prime file della platea perché non avevo intenzione di perdermi nulla di quanto sarebbe stato detto, e se ci fosse stata la possibilità di fare domande ne avevo più di una in serbo. La cosa più ovvia, quindi, era quella di presentarmi una decina di minuti prima dell’inizio dell’apertura del teatro fissata per le 19,30, un’ora prima dell’inizio dell’incontro. Niente da fare, regolarmente trombato. La fila per entrare si snodava lungo Piazza XXV aprile, lato Bastioni di Porta Nuova e il Teatro era stato aperto in anticipo per non lasciare il pubblico al freddo. Quando è il mio turno per oltrepassare l’ingresso in sala mi rendo conto che la sala è già piena e mi va di lusso se riesco a trovare posto nelle ultime file. Milanesi è non erano accorsi per ascoltare qualche parola di speranza. Ma la cosa più interessante è stata che osservando la composizione della sala si scopre che il numero delle donne è superiore a quello degli uomini. Donne di tutte le età, comprese tante giovanissime ma anche tante anziane. Da solito malpensante la prima risposta si sofferma sulla presenza di Roberto Saviano. Però, come dicono da queste parti non è di certo un “belèe” (una bellezza che attizza). Anche se fossero venute solo per ascoltarlo è già un successo.
Zagrebelsy per la prima volta in Italia denuncia che i partiti sono falliti e che ci vuole subito un rinnovamento. Sandra Bonsanti, facendo riferimento al Manifesto di Zagrebelsky “DIPENDE DA NOI”, assicura che nei giorni successivi avrebbero incontrato tutti i partiti per chiedere il rinnovamento.
Ero scettico in quel momento e quindi non mi stupisce per niente il fallimento più che evidente dopo sei mesi.
Quella non è gente da rinnovamento, ma da rapina della democrazia.
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L’INIZIATIVA Libertà e giustizia ai partiti “RIFORMARE LA POLITICA PER SALVARE L’ITALIA ” LeG ha presentato il documento “DIPENDE DA NOI” contro l’autoreferenzialità e il malcostume dei partiti che ha raccolto 35mila firme. Saviano: “Fondamentale fare SUBITO LA LEGGE CONTRO LA CORRUZIONE”. Zagrebelsky: “Le primarie una grande risorsa” – 13 marzo 2012
http://www.libertaegiustizia.it/
MILANO - Entra nel vivo la campagna per rifondare l’Italia spingendo i partiti a decontaminarsi da autoreferenzialità e corruzione. A Milano, in un Teatro Smeraldo gremito di persone, Libertà e Giustizia 1 ha spiegato il senso di “Dipende da noi”, il manifesto 2promosso dall’associazione che ha già superato le 35mila firme.
Ad aprire la serata è stata l’attrice Lella Costa, leggendo il manifesto, interrotta da continui applausi, punto per punto. La parola è passata quindi a Concita De Gregorio, che ha introdotto gli interventi. I più attesi, quelli di Gustavo Zagrebelsky e Roberto Saviano, che nei giorni scorsi ha infiammato con il suo appello 3 la discussione sulla necessità di combattere la corruzione. Insieme a loro, anche Sandra Bonsanti, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia e Umberto Eco.
“La riforma della classe politica è prioritaria, insieme alle riforme istituzionali. Ma questa è un’esigenza che non sembra avvertita e anzi accantonata”, ha detto Zagrebelsky. “Non siamo apolitici o antipolitici, come sostengono alcuni, siamo ultrapolitici”, ha proseguito. “Identificare chi critica i partiti come nemico della politica – ha sottolineato – è una strumentalizzazione. Noi non facciamo di tutta un’erba un fascio, non siamo qualunquisti”. Parlando del atteggiamento di riconoscenza verso il governo Monti, il costituzionalista ha chiarito che ciò “non deve e non può significare censura nel dibattito politico”, in quanto questo governo “è chiamato a operare scelte gravose per tutti, soprattutto per i ceti deboli” e “dove ci sono scelte ci sono opinioni, non verità”. Citando poi uno dei primi atti del governo Monti, il decreto “salva Italia”, Zagrebelsky ha spiegato che “riformare la politica è salvare l’Italia”. Quanto al rapporto tra tecnici e politici, secondo il presidente emerito della Consulta, il rischio è che alla fine “la balia piaccia più dei bambini”.
E poi un passaggio sulle primarie: “Nessuna riforma si fa dall’alto le primarie possono essere una grande risorsa e noi chiediamo a tutti i partiti che questo metodo trovi una disciplina, una estensione e una generalizzazione”.
Dopo Zagrebelsky e Pisapia, sul palco è salito Saviano. “La legge sulla corruzione è fondamentale, si è atteso fino troppo, questo governo deve farla, questo governo è prezioso perché porta via il berlusconismo e ci salva dal default, ma per questo è fondamentale che faccia la legge anti corruzione”, ha esordito. “Le leggi antimafia sono declinate sulle persone più che sui capitali e quando c’è crisi le mafie vincono perché hanno liquidità”, ha aggiunto Saviano ribadendo l’urgenza di rivedere la normativa contro il riciclaggio di denaro sporco. “Questo governo ha un’occasione incredibile, ma deve considereare il problema mafioso non UN problema, ma IL problema”, ha proseguito. “Le mafie non si contrastano solo con i maxi blitz, l’organizzazione è molto più vasta di chi spara”, ha detto ancora. “Masse di denaro date senza possibilità di controllo” e “la possibilità di infiltrare le primarie” sono stati quindi due degli aspetti citati da Saviano per ribadire la necessità di una riforma della legge sul finanziamento dei partiti. “L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, non sul privilegio”, ha detto lo scrittore citando il presidente Sandro Pertini.
Ma Saviano ha parlato anche, più in generale, del governo Monti: “C’è una grande ansia che il governo
sia sotto ricatto del Pdl e che possa fare tutto, tranne toccare giustizia e Rai”. E di un eventuale ritorno in politica di Silvio Berlusconi: “Se i processi non si chiuderanno con condanne saranno trampolini per il ritorno politico”. “Il paese nuovo non ha cacciato Berlusconi: deve ancora cominciare il percorso che romperà con la vecchia Repubblica per iniziare la nuova”. Un percorso che, a suo giudizio, “dovrà passare per la riforma del finanziamento pubblico ai partiti”.
Umberto Eco, conversando con i giornalisti prima dell’inizio del dibattito, ha commentato: “I partiti imbarazzati nel fare la politica hanno chiesto la supplenza”, a Monti. “La gente – ha aggiunto – si è messa in testa che gli intellettuali hanno risposte per ogni cosa mentre hanno solo domande”.
In platea, ad ascoltare la discussione, anche l’ingegner Carlo De Benedetti. “Nel 2013 speriamo ritorni la politica, i partiti e la democrazia che è stata messa di lato per l’emergenza”, ha affermato prima dell’inizio di ‘Dipende da noi’. “Credo che il presidente della Repubblica abbia fatto un capolavoro politico nel riuscire a mettere il miglior primo ministro che ci sia”, ha proseguito De Benedetti che si è poi augurato che Mario Monti arrivi “fino al 2013 nonostante la destra vorrebbe fosse un ragioniere e che si occupasse solo di conti, ma si deve occupare anche di politica”.
La formazione del governo tecnico sarebbe poi per i partiti “un’occasione, circa 15 mesi per riaccreditarsi agli occhi dell’opinione pubblica – ha proseguito l’ingegnere – perché ora non sono più accettati da nessuno. Ora dovrebbero ridare un orizzonte a questo paese in cui si riducano le disuguaglianze e si metta al centro il lavoro”.
In chiusura, Sandra Bonsanti ha elencato alcune proposte concrete su cui stanno lavorando i comitati di Libertà e giustizia: liste degli elettori per le primarie; no al cumulo delle cariche per chi ha ruoli pubblici; stop al finanziamento di partiti morti. Ma la riflessione, c’è da giurarci, è appena cominciata.
(12 marzo 2012)
Articolo tratto sul sito di la Repubblica online:
http://www.repubblica.it/politica/2012/ ... ef=HRER1-1