Come se ne viene fuori ?

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lucfig
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da lucfig »

camillobenso ha scritto:
Hai ragione, ma noi facciamo parte di quel 50 % di italiani che la pensa cosi.

L'altro 50 %, è quello che sta sostenendo Monti, crede in lui, nella luce in fondo al tunnel, nella ripresa del prossimo anno,...........e anche in Babbo Natale e la Befana.
Se prorpio sicuro che è il 50% ?!?!?

Secondo me Mentana da i numeri ....
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shiloh
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da shiloh »

lucfig ha scritto:
camillobenso ha scritto:
Hai ragione, ma noi facciamo parte di quel 50 % di italiani che la pensa cosi.

L'altro 50 %, è quello che sta sostenendo Monti, crede in lui, nella luce in fondo al tunnel, nella ripresa del prossimo anno,...........e anche in Babbo Natale e la Befana.
Se prorpio sicuro che è il 50% ?!?!?

Secondo me Mentana da i numeri ....

molto,molto probabile.
ritengo Mentana un convinto sostenitore dell'Italia dei Carini & Pierazzurri mannari.
Maucat
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da Maucat »

Mitraglietta è sempre stato un manipolatore di dati dai tempi di Mediaset...
Amadeus

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da Amadeus »

cose di cui non mi capacito

la polverini che insiste sul " a mia insaputa" ( che non attacca dai tempi di scajolone ) .
com'è che i privati controllano tutte le spese dei dipendenti con carta di credito aziendale o pezze d'appoggio per il cash ?

si era accorta che i soldi erano troppi e si era lamentata .... ma controllare no, mandarli a casa prima no.

"ho visto cose io che a voi umani ho preferito tacere ".... :shock: io, magistrato, la chiamerei subito.

spese per cene elettorali .... mettere un tetto massimo? 25 euro e se vuoi le ostriche te le paghi?
eliminare le cene ???? se deve proprio magnà pè fa riunioni politiche?

bersani che se ne esce ,stasera, con "dobbiamo rivedere la spesa delle regioni"
....
mariok

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da mariok »

DIMESSA E GIÀ SPUNTANO I SUOI MANIFESTI - FOTO
Roma tappezzata dai nuovi manifesti di Renata: "Ora facciamo pulizia!"

"Questa gente la mando a casa io. Ora facciamo pulizia!". Così recitano i nuovissimi manifesti affissi per le vie di Roma. Renata Polverini, e tutta il suo staff, non ha perso tempo, un vero e proprio record. Appena dimessa, ecco l'immagine che l'ex governatrice del Lazio sta diffondendo per la città.

Nei poster si vede il volto serio della Polverini, con l'espressione grintosa che guarda dritto negli occhi il suo ipotetico interlocutore. Il manifesto riporta il simbolo della fondazione Città Nuove ed è firmato, in corsivo, Renata.

Lo staff responsabile della comunicazione si è dato da fare per divulgare la nuova immagine della Polverini. I manifesti non sono ovviamente passati inosservati. Adesso, resta da capire quale futuro attende l'ex governatore del Lazio.

Nota: sarebbe anche interessante sapere chi ha pagato tutti quei manifesti.

Immagine
peanuts
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da peanuts »

Al lavoro, quelli che votarono la spolverina non parlano più. Li vedi zitti, imbarazzati.
Adesso però non si fanno prigionieri, speriamo di darvi il colpo di grazia ad Aprile (speriamo anche prima)
Gente senza dignità
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Il Paese allo sbando – 30

Linea di confine – 1



Il Fatto Quotidiano di oggi, più che un quotidiano libero da finanziamenti che diffonde notizie ed esprime pareri (dipende solo dalle opinioni dei singoli giornalisti), è un vero e proprio bollettino di guerra.

E’ il segno dei tempi. I tempi che Maucat ha appena definito in altro 3D come:

L'autunno caldo sta arrivando anche qua... non manca molto per vedere la gente in strada anche in Italia...


L’altro ieri, Nadia Urbinati, la politologa e giornalista riminense naturalizzata Usa, su La Repubblica si è prodotta in un eccellente intervento a favore del ricambio e della moralizzazione della politica.

La Urbinati è senz’altro una delle migliori menti analitiche di questi tempi. L’unico aspetto carente nel suo intervento, però, è la mancanza di realismo con lo stato dell’arte della società italiana.

Urbinati, in un passaggio fa accenno alla questione morale promossa da Enrico Berlinguer e la forte opposizione riscontrata a suo tempo dal mondo politico dell’epoca (anche in qualche settore del suo partito –ndt), che non ha saputo trovare attuazione neppure dopo Mani Pulite.

In altre parole, noi con le questioni morali ci azzecchiamo poco, “semo pesci da buoilone”.

Non che i nordici siano meglio di noi, solo che sono abituati a vivere in altro modo. Fanno ad esempio sempre e ovunque la fila dappertutto. Qui invece capita che dopo che hai fatto la fila per mezz’ora ti arriva alle spalle di lato, de prescia, con passo baldanzoso alla Lamarmora al suono ritmico del tic tac delle scarpe a tacchi, sui cinquanta, la signora Fru Fru, tutta accappellata come la Zsa Zsa Gàbor anni’50, agghindata all’ultima moda, ingioiellata, attachettata, approfumata tanto che il vecchietto che sta davanti a te che non ha fatto tempo a far colazione ed è a stomaco vuoto, sotto la spinta della mancanza d’ossigeno dovuto a folate di profumo Chanel N° 5, cade a terra svenuto. Attraversando a passo da bersagliere la fila, la suddetta madama rende noto a tutti che ha fretta e approfittando della confusione del vecchietto a terra guadagna lo sportello. “Tracchete, c’è l’ho fatta, anche oggi sono riuscita a farli tutti quanti fessi,……che bel gran Paese l’Italia”.

A Londra, un ministro della Corona, per aver messo nei rimborsi spese un dvd porno per il marito, ha ritenuto doveroso dare le dimissioni. Se lo fai presente a Fiorito durante un Porta a Porta morirebbe scopisciandosi dalle risate pancia a terra, lasciando in eredità agli italiani l’ultima beffa di pagargli anche mezzo funerale come da accordi regionali.

Il problema è sempre il solito, la presenza di cellule cancerogene all’interno del corpo Italia, così potenti da allargare in continuazione la diffusione delle metastasi distruggendo anche i restanti tessuti sani.

Mani pulite ha tentato di asportare un numero considerevole di cellule cancerogene ma è stata bloccata dai poteri forti dell’epoca, soprattutto da quelli occulti che lavorano nell’ombra, come la massoneria e la massoneria deviata.

Assieme a banche, Confindustria, mondo finanziario e Vaticano, sono loro che comandano in Italia.

Antonio Di Pietro è stato costretto alle dimissioni, e il pool di Mani Pulite ha ridotto la spinta propulsiva. Non gli hanno permesso di andare fino in fondo.

Le dinamiche con cui si sviluppa un cancro all’interno di un corpo umano, cioè quando non asporti chirurgicamente tutte le cellule cancerogene il cancro riparte nuovamente con velocità incredibile, allo stesso modo è accaduto nella società italiana dopo il declino del pool.

Adesso è un’autentico disastro e non si può pensare che si possa cambiare solo con un’elenco di buone intenzioni come ci ha mostrato la Urbinati nel suo saggio.

Non esiste settore della vita pubblica e privata italiana che non sia marcito.

Venirne fuori per via democratica è praticamente impossibile.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Il Paese allo sbando - 31

La luce in fondo al tunnel



Crisi e suicidi in Italia: disoccupati, esodati e imprenditori i più a rischio
Il ‘suicidio economico’, secondo un'indagine Eures, non è che un tassello di un ampio mosaico e se è vero che dal 2007 al 2010 in termini assoluti suicidi sono aumentati (+58,7%), è anche vero che nel 2003 se ne registravano più del 2010, e nel 1995 ancora di più. In Europa, il nostro Paese è in fondo alla graduatoria di chi si toglie la vita. E la Grecia registra un tasso inferiore al nostro

di Jacopo Ottaviani

| 26 settembre 2012Commenti (27)

Disoccupati, imprenditori, esodati. Sono queste le categorie più esposte all’impatto della crisi economica e, di conseguenza, in crescente rischio di suicidio. A sostenerlo è l’Istituto Eures, che nella sua ultima indagine “Il suicidio in Italia al tempo della crisi“ mette in evidenza la connessione tra crisi economica e tasso suicidario nel nostro paese. Nell’ampio quadro dei dati forniti emerge la particolare vulnerabilità delle categorie colpite dalla crisi del credito e del lavoro. “Considerando l’indice di rischio specifico, ovvero il numero di suicidi ogni 100mila abitanti nella medesima condizione”, si legge nella sintesi dello studio diretto da Fabio Piacenti, presidente dell’Eures, “sono i disoccupati a presentare l’indice più alto (17.2), seguiti da imprenditori e liberi professionisti (10)”. A questi ultimi seguono, con notevole scarto, i lavoratori in proprio (5.6) e gli inattivi, ovvero studenti, casalinghe e pensionati (4.8). Chiudono la graduatoria i lavoratori dipendenti (4,5 su 100mila), meno soggetti alle fluttuazioni del mercato, sottolineando ulteriormente la correlazione tra condizione occupazionale e rischio suicidario.

Suicidi in Italia dal 1985 al 2010. Fonte EURES.
1985
1990
1995
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2.000
2.500
3.000
3.500
4.000


Emblematica anche l’osservazione dell’aumento di suicidi nella fascia 45-64 anni (+16.8% dal 2008 al 2010), età che include gli esodati, il cui numero ufficiale è ancora incerto. Ma lo scenario, almeno dal punto di vista dei dati, non è del tutto lineare. Lo stesso Eures ammette che “la spiegazione del suicidio è un obiettivo complesso, legato alla presenza di diverse concause”. E il ‘suicidio economico’ non è che un tassello di un ampio mosaico: nel quinquennio 2006-2010, tra i moventi ‘noti’ al primo posto appare la malattia (74.8%), seguita dai motivi affettivi (16.3%), quindi i motivi economici (8.1%) e d’onore (0.8%). E se è vero che dal 2007 al 2010 in termini assoluti suicidi sono aumentati (+58,7%), è anche vero che nel 2003 se ne registravano più del 2010, e nel 1995 ancora di più. Occorre cautela, quindi.

Indice di rischio suicidario in base alla condizione e posizione
professionale. Valori per 100mila abitanti, anno 2010. Fonte:
EURES.
Indice di rischio suicidario
5
10
15
20
A complicare la lettura c’è poi il contesto europeo, nel quale l’Italia si posiziona in fondo alla graduatoria con 4.9 suicidi ogni 100mila abitanti, non solo dietro a Paesi Baltici e Scandinavia, ma anche sotto Germania, Francia e Svizzera. A contare meno suicidi di noi, paradossalmente, soltanto la Grecia, martoriata dalla crisi. E i media, in tutto ciò? Le notizie che riprendono i ‘suicidi per la crisi’ comparsi nella stampa online nei primi sei mesi del 2012 sono più di 120. Il Fatto Quotidiano le ha tracciate attraverso Google News’ e raccolto il risultato sottoforma di due visualizzazioni interattive: una mappa e una timeline.

Se sulla stampa tra il 2006 e 2010 si trovano poche tracce dei 1.164 disoccupati che si sono tolti la vita, negli ultimi mesi l’attenzione dei media è aumentata vertiginosamente. Un boom di articoli che non evita di suscitare polemiche. “Studi epidemiologici internazionali dimostrano con certezza che le notizie dei suicidi da crisi economica”, spiega Claudio Mencacci, direttore del Dipartimento di Neuroscienze del Fatebenefratelli, “se presentate in modo sensazionalistico inducono altri suicidi, innescando un pericoloso effetto domino”. Ma se il cosiddetto ‘Effetto Werther’ preoccupa gli accademici, reazioni opposte provengono dal Comitato piccoli imprenditori invisibili, onlus per la difesa della piccola imprenditoria colpita dalla crisi che il 9 marzo ha organizzato tre fiaccolate in ricordo delle vittime. Giuseppina Virgili, fondatrice del Copii e imprenditrice che nel 2009 aveva messo in vendita reni e cuore per salvare la sua azienda, lamenta l’incompletezza di stampa e dati ufficiali. “Per noi è essenziale che del problema si parli il più possibile”, afferma Virgili, che ricorda i “casi rimasti inconsiderati perché associati a problemi di salute o di famiglia, quando questi ultimi erano causati direttamente dalla crisi economica”. Storie che, per la Virgili, sfuggono al conteggio della stampa.

@jackottaviani

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09 ... io/363125/
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Il Paese allo sbando – 31

Linea di confine – 2



La metastasi è così diffusa che non è possibile applicare la chemioterapia.

Sono passati più di sei mesi da quando al Teatro Smeraldo di Milano in una fredda serata di febbraio, Sandra Bonsanti, Gustavo Zagrebelski, Concita De Gregorio, Roberto Saviano, Lella Costa, Giuliano Pisapia, hanno tentato di parlare di rinnovamento della politica.

Volevo piazzarmi nelle prime file della platea perché non avevo intenzione di perdermi nulla di quanto sarebbe stato detto, e se ci fosse stata la possibilità di fare domande ne avevo più di una in serbo. La cosa più ovvia, quindi, era quella di presentarmi una decina di minuti prima dell’inizio dell’apertura del teatro fissata per le 19,30, un’ora prima dell’inizio dell’incontro. Niente da fare, regolarmente trombato. La fila per entrare si snodava lungo Piazza XXV aprile, lato Bastioni di Porta Nuova e il Teatro era stato aperto in anticipo per non lasciare il pubblico al freddo. Quando è il mio turno per oltrepassare l’ingresso in sala mi rendo conto che la sala è già piena e mi va di lusso se riesco a trovare posto nelle ultime file. Milanesi è non erano accorsi per ascoltare qualche parola di speranza. Ma la cosa più interessante è stata che osservando la composizione della sala si scopre che il numero delle donne è superiore a quello degli uomini. Donne di tutte le età, comprese tante giovanissime ma anche tante anziane. Da solito malpensante la prima risposta si sofferma sulla presenza di Roberto Saviano. Però, come dicono da queste parti non è di certo un “belèe” (una bellezza che attizza). Anche se fossero venute solo per ascoltarlo è già un successo.

Zagrebelsy per la prima volta in Italia denuncia che i partiti sono falliti e che ci vuole subito un rinnovamento. Sandra Bonsanti, facendo riferimento al Manifesto di Zagrebelsky “DIPENDE DA NOI”, assicura che nei giorni successivi avrebbero incontrato tutti i partiti per chiedere il rinnovamento.

Ero scettico in quel momento e quindi non mi stupisce per niente il fallimento più che evidente dopo sei mesi.

Quella non è gente da rinnovamento, ma da rapina della democrazia.


**

L’INIZIATIVA Libertà e giustizia ai partiti “RIFORMARE LA POLITICA PER SALVARE L’ITALIA ” LeG ha presentato il documento “DIPENDE DA NOI” contro l’autoreferenzialità e il malcostume dei partiti che ha raccolto 35mila firme. Saviano: “Fondamentale fare SUBITO LA LEGGE CONTRO LA CORRUZIONE”. Zagrebelsky: “Le primarie una grande risorsa” – 13 marzo 2012



http://www.libertaegiustizia.it/

MILANO - Entra nel vivo la campagna per rifondare l’Italia spingendo i partiti a decontaminarsi da autoreferenzialità e corruzione. A Milano, in un Teatro Smeraldo gremito di persone, Libertà e Giustizia 1 ha spiegato il senso di “Dipende da noi”, il manifesto 2promosso dall’associazione che ha già superato le 35mila firme.

Ad aprire la serata è stata l’attrice Lella Costa, leggendo il manifesto, interrotta da continui applausi, punto per punto. La parola è passata quindi a Concita De Gregorio, che ha introdotto gli interventi. I più attesi, quelli di Gustavo Zagrebelsky e Roberto Saviano, che nei giorni scorsi ha infiammato con il suo appello 3 la discussione sulla necessità di combattere la corruzione. Insieme a loro, anche Sandra Bonsanti, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia e Umberto Eco.

“La riforma della classe politica è prioritaria, insieme alle riforme istituzionali. Ma questa è un’esigenza che non sembra avvertita e anzi accantonata”, ha detto Zagrebelsky. “Non siamo apolitici o antipolitici, come sostengono alcuni, siamo ultrapolitici”, ha proseguito. “Identificare chi critica i partiti come nemico della politica – ha sottolineato – è una strumentalizzazione. Noi non facciamo di tutta un’erba un fascio, non siamo qualunquisti”. Parlando del atteggiamento di riconoscenza verso il governo Monti, il costituzionalista ha chiarito che ciò “non deve e non può significare censura nel dibattito politico”, in quanto questo governo “è chiamato a operare scelte gravose per tutti, soprattutto per i ceti deboli” e “dove ci sono scelte ci sono opinioni, non verità”. Citando poi uno dei primi atti del governo Monti, il decreto “salva Italia”, Zagrebelsky ha spiegato che “riformare la politica è salvare l’Italia”. Quanto al rapporto tra tecnici e politici, secondo il presidente emerito della Consulta, il rischio è che alla fine “la balia piaccia più dei bambini”.

E poi un passaggio sulle primarie: “Nessuna riforma si fa dall’alto le primarie possono essere una grande risorsa e noi chiediamo a tutti i partiti che questo metodo trovi una disciplina, una estensione e una generalizzazione”.

Dopo Zagrebelsky e Pisapia, sul palco è salito Saviano. “La legge sulla corruzione è fondamentale, si è atteso fino troppo, questo governo deve farla, questo governo è prezioso perché porta via il berlusconismo e ci salva dal default, ma per questo è fondamentale che faccia la legge anti corruzione”, ha esordito. “Le leggi antimafia sono declinate sulle persone più che sui capitali e quando c’è crisi le mafie vincono perché hanno liquidità”, ha aggiunto Saviano ribadendo l’urgenza di rivedere la normativa contro il riciclaggio di denaro sporco. “Questo governo ha un’occasione incredibile, ma deve considereare il problema mafioso non UN problema, ma IL problema”, ha proseguito. “Le mafie non si contrastano solo con i maxi blitz, l’organizzazione è molto più vasta di chi spara”, ha detto ancora. “Masse di denaro date senza possibilità di controllo” e “la possibilità di infiltrare le primarie” sono stati quindi due degli aspetti citati da Saviano per ribadire la necessità di una riforma della legge sul finanziamento dei partiti. “L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, non sul privilegio”, ha detto lo scrittore citando il presidente Sandro Pertini.

Ma Saviano ha parlato anche, più in generale, del governo Monti: “C’è una grande ansia che il governo
sia sotto ricatto del Pdl e che possa fare tutto, tranne toccare giustizia e Rai”. E di un eventuale ritorno in politica di Silvio Berlusconi: “Se i processi non si chiuderanno con condanne saranno trampolini per il ritorno politico”. “Il paese nuovo non ha cacciato Berlusconi: deve ancora cominciare il percorso che romperà con la vecchia Repubblica per iniziare la nuova”. Un percorso che, a suo giudizio, “dovrà passare per la riforma del finanziamento pubblico ai partiti”.

Umberto Eco, conversando con i giornalisti prima dell’inizio del dibattito, ha commentato: “I partiti imbarazzati nel fare la politica hanno chiesto la supplenza”, a Monti. “La gente – ha aggiunto – si è messa in testa che gli intellettuali hanno risposte per ogni cosa mentre hanno solo domande”.

In platea, ad ascoltare la discussione, anche l’ingegner Carlo De Benedetti. “Nel 2013 speriamo ritorni la politica, i partiti e la democrazia che è stata messa di lato per l’emergenza”, ha affermato prima dell’inizio di ‘Dipende da noi’. “Credo che il presidente della Repubblica abbia fatto un capolavoro politico nel riuscire a mettere il miglior primo ministro che ci sia”, ha proseguito De Benedetti che si è poi augurato che Mario Monti arrivi “fino al 2013 nonostante la destra vorrebbe fosse un ragioniere e che si occupasse solo di conti, ma si deve occupare anche di politica”.

La formazione del governo tecnico sarebbe poi per i partiti “un’occasione, circa 15 mesi per riaccreditarsi agli occhi dell’opinione pubblica – ha proseguito l’ingegnere – perché ora non sono più accettati da nessuno. Ora dovrebbero ridare un orizzonte a questo paese in cui si riducano le disuguaglianze e si metta al centro il lavoro”.

In chiusura, Sandra Bonsanti ha elencato alcune proposte concrete su cui stanno lavorando i comitati di Libertà e giustizia: liste degli elettori per le primarie; no al cumulo delle cariche per chi ha ruoli pubblici; stop al finanziamento di partiti morti. Ma la riflessione, c’è da giurarci, è appena cominciata.

(12 marzo 2012)

Articolo tratto sul sito di la Repubblica online:

http://www.repubblica.it/politica/2012/ ... ef=HRER1-1
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Il Paese allo sbando – 32

L’aria di Napoli in lattina



Ansa
Travaglio ricoverato d’urgenza in ospedale in coma. Dopo aver ascoltato Roberto Forchettoni a Otto e mezzo, ha manovrato erroneamente la sua sedia che l’ha proiettato di scatto sul plafone battendo la testa e ribattendola nuovamente a terra una volta ricaduto.

A Napoli un pò di anni fa ad ingenui turisti tentavano di vendere lattine sigillate contenenti “L’aria di Napoli”

La fantasia nella città partenopea non ha limiti.

In questo momento però sono stati ampliamente superati da Roberto Forchettoni che ovunque si trovi con un microfono davanti vende lattine sigillate di autentico guano milanese sostenendo che si tratta di Nutella.

Undici volte inquisito sostiene di essere stato 11 volte assolto perché il reato non sussiste.

Lui è più puro dell’acqua di sorgente.

Sono tutte accuse di un giornalaccio di cui non fa il nome. Veramente i giornali sono due “La Repubblica” che gli fa la stessa domanda da mesi e Il Fatto Quotidiano, che lo martellano sistematicamente.

Mai visto niente di simile nell’ultimo mezzo secolo in tutto il pianeta.

Silviolo, che ritenevo il più grande bugiardo della galassia in senso assoluto diventa un signor nessuno nei confronti della faccia di tolla di Roberto Forchettoni.

Non so a chi Collodi si sia ispirato per realizzare il suo “Pinocchio” il racconto più conosciuto nel pianeta. Mi chiedo però cosa avrebbe scritto se fosse un nostro contemporaneo e avesse assistito alle performance del Celeste.

Roberto Forchettoni è riuscito là dove Stalin aveva fallito, demolire la chiesa cattolica.

La chiesa cattolica è una religione morta con un memores domini come questo.

Benedetto XVI, se ne renda conto, ne prenda atto e chiuda la bottega, il diavolo nei panni del dandy milanese con le giacche arancioni e le camicie a fiori, ha vinto.
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