Pianeta donna....

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
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mariok

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Zanardo: “Guardare la tv? E’ un atto militante per capire chi siamo”

L'autrice del documentario "Il corpo delle donne", esce in libreria con “Senza chiedere il permesso – Come cambiamo la tv (e l’Italia)” per sviluppare l’educazione all'immagine del piccolo schermo. Un percorso che propone anche nelle scuole

di Valeria Gandus | 9 ottobre 2012

La prima concorrente viene inquadrata lateralmente a partire dai piedi, con una panoramica a salire che ruota leggermente verso destra, in modo da potersi concludere sul primo piano frontale del viso. Della ragazza vengono annunciati nome, professione e provenienza, ma non le viene fatta alcuna domanda e non la si lascia parlare. Il secondo concorrente viene presentato con un’inquadratura frontale a mezza figura, che si avvicina con uno zoom fino al primo piano. Lui comunica i suoi dati, gli viene chiesto di spiegare una sua passione e gli si dà modo di parlare per qualche decina di secondi. La terza concorrente? Idem, come la prima. Le donne sono corpo. Gli uomini parola.

È anche dall’analisi di una semplice sequenza come questa, di un ordinario quiz televisivo, che si può cominciare a prendere consapevolezza del ruolo e dell’immagine della donna in tv. Lo spiega Lorella Zanardo, autrice dell’acclamato documentario “Il corpo delle donne”, poi diventato un blog, nel suo ultimo libro: “Senza chiedere il permesso – Come cambiamo la tv (e l’Italia)” (Feltrinelli), in libreria in questi giorni.

Quasi tre anni dopo la dirompente messa in rete (e in onda) del lavoro che mostrava la scientifica mercificazione del corpo femminile, l’immonda esposizione dagli schermi televisivi di pezzi di carne umana di genere femminile, Zanardo torna sul luogo del delitto. Ma questa volta, alla denuncia accompagna le armi di difesa, e di attacco. Prima fra tutte: la conoscenza del nemico.

Perché per difendersi dalla pervasività della televisione e dai modelli che propone (impone?) a un pubblico molto più vasto e molto meno avvertito di quanto si possa immaginare, occorre (anche) saper decifrare il messaggio, capire che cosa significa quella certa inquadratura, conoscere le tecniche del montaggio. Tutte cose che Zanardo e i suoi collaboratori insegnano nelle scuole dove sono chiamati da insegnanti e studenti. “Un’esperienza importante ed entusiasmante” spiega.

Tutto è cominciato, appunto, con il documentario: dopo averlo visto, alcuni insegnanti hanno pensato che ai ragazzi non basta più saper leggere, scrivere, far di conto, sapere di letteratura scienze e informatica. Ma devono conoscere anche il linguaggio delle immagini, imparare a decifrarlo. E a demistificare ciò che viene loro ammannito quotidianamente da uno dei numerosi televisori di casa (in Italia ce n’è più di uno per famiglia, spesso uno per ciascun membro, posizionato preferibilmente nelle stanze da letto). Lo stesso hanno pensato i ragazzi e le ragazze che, sempre sulla spinta del documentario, hanno invitato Zanardo a molte assemblee e autogestioni.

Ma il volontarismo ha dei limiti, ed è stato principalmente grazie ai finanziamenti di due realtà cooperative (Unicop Firenze e Banche di credito cooperativo del Trentino) che è potuto partire un importante progetto di formazione: fino ad ora, una ventina di formatori ha raggiunto solamente in Toscana circa 7000 studenti. “Insegniamo a ragazzi volonterosi e insegnanti motivati una materia, l’educazione all’immagine, obbligatoria in gran parte delle scuole europee” spiega Zanardo. “Insegniamo loro a cogliere gli stereotipi e i messaggi fuorvianti di un modello non soltanto estetico proposto da quella tv generalista che pare oggi in decadenza, ma che raggiunge pur sempre milioni e milioni di persone delle fasce più indifese, per età e arretratezza culturale, della popolazione”.

Il libro contiene il percorso di “consumo attivo” della televisione elaborato con Cesare Cantù, docente di media education, regista e montatore televisivo, che viene proposto nelle scuole. Ma è anche e soprattutto uno spietato atto d’accusa non solo e non tanto contro la tv-spazzatura ma contro chi dovrebbe porvi un argine. E cioè la parte più acculturata e progressista del Paese, in particolare gli intellettuali di sinisra.

“La maggior parte delle persone che guardano la tv ha la tv come unico mezzo d’informazione, lo sappiamo, ma quanta importanza abbiamo riservato a questo dato?”. Poco o niente, si risponde Zanardo. Perché gli intellettuali non guardano quella robaccia, e se ne fanno vanto. Mentre dovrebbero. La costruzione del consenso (e del senso comune, verrebbe da dire) passa di lì. “Guardare la tv (generalista) può essere un atto militante: il sacrificio di un’ora alla settimana può essere sufficiente per capire chi siamo, perché siamo diventati così. E, forse, come cambiare”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/10 ... mo/377049/
mariok

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Torino, accoltella a morte la moglie e chiama i carabinieri

All'uccisione ha assistito il figlio 17enne della coppia. Gabriella Moscatelli, presidente di Telefono Rosa: "E' la 100esima vittima da inizio anno: quante donne dovranno essere barbaramente uccise? Quante madri sgozzate davanti ai figli?"

di Redazione Il Fatto Quotidiano | 11 ottobre 2012

Ha ucciso la moglie a coltellate durante una lite. E’ successo a Collegno, nel torinese. E’ stato lo stesso uomo poi a chiamare il 118 dicendo di avere accoltellato la moglie. Quando sono giunti i soccorsi, la donna era già morta.

L’uomo è stato fermato dai carabinieri e portato in caserma. All’uccisione ha assistito il figlio diciassettenne della coppia.

Si tratta della 100° vittima di femminicidio dall’inizio dell’anno. Il 7 ottobre è stato Telefono Rosa, il call center che dal 1988 denuncia la violenza “sommersa” che subiscono le donne in Italia, a lanciare l’allarme: “Novantotto vittime in meno di 10 mesi: la media è di quasi una ogni due giorni”.

“Sono cento le donne uccise dall’inizio dell’anno ad oggi, una ogni due giorni e intanto i soldi del fondo anti-violenza sono stati ridotti – commenta Gabriella Moscatelli, presidente di Telefono Rosa – Abbiamo chiesto in ogni modo di intervenire, abbiamo spiegato che non basta nulla di quello che oggi viene messo in campo per fermare il femminicidio. Abbiamo visto ridursi i soldi del fondo anti-violenza, non vediamo alcun intervento straordinario, non esiste un programma organico di prevenzione né di cura dei violenti, nessun piano per le scuole”. “Abbiamo scritto al Presidente della Repubblica, alla ministra Severino, a tutti i segretari dei partiti: abbiamo ovunque urlato l’angoscia degli italiani e delle italiane. Nulla è accaduto in concreto”, prosegue Moscatelli. “Chiediamo al presidente del Consiglio Monti: quante donne dovranno essere barbaramente uccise? Quante madri sgozzate davanti ai figli? Quanti orfani ancora?”. “Se sarà necessario – conclude Moscatelli – indiremo una grande manifestazione in piazza a Roma, chiedendo aiuto a tutti i movimenti di donne a partire da “Se non ora quando”. Noi non possiamo più accettare questa barbarie”.
camillobenso
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Non solo uomini


TEXAS
Incollò le mani della figlia al muro:
condannata a 99 anni di carcere
La piccola non usava il vasino, così la punizione



Novantanove anni di carcere. E il giudice che le dà del «mostro». Elizabeth Escalona, 23 anni, lo scorso anno ha picchiato e incollato le mani della figlia alla parete del bagno. La ragione? La piccola, a due anni, non riusciva a usare il vasino e ha bagnato il letto. La polizia l'ha trovata in coma e con le mani lacerate perché ha cercato di staccarsi dal muro. È successo in Texas, Stati Uniti.
LA SENTENZA- Subito è scattato l'arresto per la donna. Elizabeth e i suoi familiari sono scoppiati a piangere in aula alla lettura della sentenza. La Escalona in luglio si era riconosciuta colpevole, ma sua madre e sua sorella avevano implorato clemenza. La bambina, Jocelyn Cedillo, era stata messa in punizione nel settembre 2011 quando aveva due anni. La madre l'aveva presa a calci e pugni, poi le aveva incollato le mani al muro con un adesivo chiamato comunemente 'Super Gluè, per la sola colpa di aver bagnato il letto. Jocelyn aveva subito una emorragia cerebrale per le botte e per due giorni era finita in coma: nel tentativo di staccarsi dalla parete, ha perso parte della pelle delle mani.

Redazione Online
13 ottobre 2012 | 18:08
© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/esteri/12_ottobr ... 4060.shtml
mariok

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La violenza sulle giovani. Raccontata da chi la fa

di Monica Lanfranco | 19 ottobre 2012Commenti (50)

“Vedi come è piccolo, rispetto ad altri testi sulla violenza o il femminicidio? In questo modo non intimidisce un ragazzo o una ragazza, se si propone di leggerlo”. Ha pensato anche a questo Cristina Obber, autrice di “Non lo faccio più”, libretto che raccoglie l’inedito intreccio tra le parole dei giovani stupratori e delle loro vittime, storie terribili che però possono aprire spazi di cambiamento.

Più che un libro “Non lo faccio più” è uno strumento per entrare nelle scuole italiane a parlare, ma soprattutto far parlare, di violenza, sessualità e lacerazione. E sappiamo bene quanto ce ne sia bisogno, specialmente nella fascia d’età tra i 13 e i 25 anni.

“Ciò che manca ai ragazzi, anche e soprattutto a quelli che hanno fatto violenza, spesso giovanissimi stupratori, talvolta in gruppo, di coetanee, è la consapevolezza della fisicità di quel gesto: si deve, e si può, con le parole giuste, parlare loro di lacerazione del corpo e dell’anima della vittima di stupro –racconta Obber-. Spesso invece si gira intorno a questo punto, non si nominano la carne e il sangue. Bisogna raccontare che c’è un corpo ferito, altrimenti si fa solo del falso pudore”.

Il progetto del libro, che si accompagna con la proposta di momenti di incontro e formazione a partire dal secondo ciclo delle superiori fino all’università, è nato non a tavolino, ma durante un viaggio in auto. Obber racconta che qualche mese fa l’ennesima notizia di un nuovo stupro di gruppo che coinvolgeva giovanissimi carnefici e un altrettanto giovanissima vittima non l’ha attraversata in fretta, come purtroppo accade, anche per istinto di conservazione.

Da quel momento è scattata la determinazione che qualcosa lei lo doveva fare. E così è stato: il bisogno di andare alla fonte, di guardare negli occhi i ragazzini stupratori, che non sono mostri, ma ragazzi che potrebbero essere figli tuoi, i nostri ragazzi, ha preso corpo nel testo.

E se passare all’azione è stato certo più complicato che decidere, l’esperienza di Obber svela che, dietro alla cortina di silenzio, e spesso disinteresse mediatico per il quotidiano lavoro di chi si occupa di prevenzione della violenza, c’è una rete, in Italia, fitta e attivissima di persone, associazioni e gruppi che senza denaro a sufficienza (e spesso senza nemmeno quello insufficiente) formano il tessuto connettivo che resiste, che continua a creare luoghi e occasioni di ascolto, e che si attiva per riparare i danni. Maggiori informazioni a questo link. http://nonlofacciopiu.net/

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/10 ... fa/386361/
mariok

Re: Pianeta donna....

Messaggio da mariok »

DA PARTE DELL'IDV

In Italia 40mila bambine sottoposte
a infibulazione: interrogazione a Balduzzi


Palagiano: «È il dato più alto in Europa, che in totale conta 500mila casi». Proposta in discussione all'Onu

MILANO - «Secondo l'Oms, sono 135 milioni nel mondo le bambine che sono sottoposte ad infibulazione. Solo in Italia si calcola che le vittime siano circa 40mila. È il dato più alto in Europa, che in totale conta 500mila casi. L'infibulazione ha gravissime conseguenze sia fisiche che psicologiche». Parole scritte in una interrogazione di Antonio Palagiano, capogruppo Idv in Commissione Affari sociali alla Camera e responsabile Sanità del partito, indirizzata al ministro della Salute Renato Balduzzi. «Il problema dell'infibulazione investe pienamente anche il nostro Paese. Secondo l'Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto delle malattie della povertà (Inmp), in Italia, ogni anno ci sono 2-3mila bambine a rischio di essere infibulate e nella sola capitale, dal 1996 ad oggi, sono state curate oltre 10mila donne immigrate vittime di questa pratica» scrive Palagiano.
LA LEGGE - «In Italia la legge n. 7 del 9 gennaio 2006, vieta la mutilazione genitale femminile, punendo chi la pratica con pene fino a 12 anni di reclusione e, per il medico che ne fosse autore, con l'interdizione dalla professione. Secondo l'Inmp, nel nostro Paese ci sarebbero ancora alcuni medici e anziane donne delle comunità migranti che, a pagamento, praticano l'infibulazione, spesso senza anestesia e con strumenti non sterili. Per aggirare le misure previste dalla nostra normativa, le bambine vengono spesso ricondotte nel Paese d'origine per subire l'orrenda procedura. In molti Paesi europei le mutilazioni vengono eseguite nei centri di chirurgia estetica vaginale o in quelli che effettuano piercing e tatuaggi - spiega il capogruppo Idv in Commissione affari sociali -. Per questo, chiediamo al ministro della Salute Balduzzi se non intenda avviare uno studio per definire il fenomeno dell'infibulazione in Italia anche in rapporto a quanto previsto dalla legge 7/2006 e promuovere campagne di sensibilizzazione nei confronti di un fenomeno che pare tutt'altro che superato, con particolare attenzione alle scuole e quindi a giovani e adolescenti». Pochi giorni fa all'Onu è stata discussa un proposta di risoluzione contro le mutilazioni genitali femminili avanzata dal gruppo dei Paesi africani e che potrebbe essere approvata entro l'anno.

(Fonte: Ansa)
19 ottobre 2012 | 16:02
mariok

Re: Pianeta donna....

Messaggio da mariok »

L'universo della questione criminale è fondamentalmente maschile
...

Le differenze di genere

Come noto, l'universo della questione criminale è fondamentalmente maschile : da un punto di vista strettamente quantitativo, l'inferiorità numerica dei reati commessi da donne, rispetto a quelli dell'altro sesso, è netta e costante: negli ultimi dieci anni i rapporti tra i sessi, in media, sono: per le persone denunciate, 18 donne ogni cento uomini; per i condannati di 15,5; per gli entrati in carcere dallo stato di libertà si riduce a 8,2 donne ogni cento uomini .Vi è, poi, chi ha notato come la componente femminile sia ancora poco presente anche in altri comportamenti devianti .Il tema, in materia di white collar crime, è dibattuto. Tra chi rileva come non trovi riscontri empirici l'assunzione che il cammino delle donne verso l'emancipazione porti come logica conseguenza la crescita della criminalità femminile: le donne criminali resterebbero una presenza minoritaria, e comunque non si sono osservati cambiamenti di rilievo dopo gli anni '60, se non un leggero impatto sui reati contro la proprietà, peraltro bilanciati dalla diminuzione dei reati considerati tradizionali del sesso femminile. E chi nota come sia aprioristico dire che il giorno in cui la presenza della donna in posizioni di rilevo nel mondo della pubblica amministrazione e della managerialità sarà più rilevante dell'attuale, allora, e proprio da quel giorno, aumenterà il numero delle donne che si faranno "corrompere" e che chiederanno tangenti.

...

Estratto da www.funzionepubblica.gov.it
camillobenso
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Re: Pianeta donna....

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Nun me dicit' niente, nun vogl' sapè niente, nun me chiammat'... E soprattutto... nun rumpit' e pall che oggi è mercoledì... m'aggia rilassà!

Immagine

Questo è un'altro problema che questa società primitiva non vuole affrontare.

Femminicidio, torniamo a parlare di cause

di Elena Rosselli
| 24 ottobre 2012Commenti (275)


“Femminicidio, siamo sicuri che esista?”, chiede Adriano Mazzola nel suo ultimo post. Sarebbe troppo semplice dare una risposta a questa domanda chiedendolo a Carmela Petrucci, 17 anni, uccisa a Palermo dalle 20 coltellate di Samuele Caruso, ex fidanzato della sorella Lucia, ancora ricoverata in ospedale e superstite, puramente casuale, dell’ultimo episodio di violenza ai danni di una donna. Sarebbe troppo semplice e nello stesso tempo impossibile visto che Carmela è morta nell’impeto generoso di salvare la sorella dalla furia calcolata di questo 23enne che non ha saputo accettare l’abbandono della ragazza amata.

Ultima vittima in ordine di tempo, Carmela è diventata il simbolo inconsapevole di una battaglia tra falangi ideologicamente armate. Da una parte i maschi, dall’altra le femmine, in mezzo un dibattito tanto polemico quanto sterile sull’utilità di definire l’uccisione di una donna con il termine, appunto, di “femminicidio”. Strumenti di guerra, i numeri. “Sono cento le vittime dall’inizio del 2012” dicono le donne, “sì, ma sono numeri relativi”, rispondono gli uomini, bypassando del tutto il vero nocciolo del problema. Ossia, il motivo per cui, nel 2012, cento donne e più sono morte per mano di padri, fratelli, mariti o compagni. Per mano di coloro che, nel normale corso degli eventi, rappresentano la cerchia degli affetti più vicini e insieme più sicuri.

Sarà forse utile allora, più che arrovellarsi sul significato e sull’applicazione del termine “femminicidio”, aprire un dibattito sulle cause, confrontarsi sulle modalità attraverso le quali oggi uomini e donne vivono la relazione affettiva e amorosa, interrogarsi infine sul concetto di possesso che troppo spesso si sovrappone e si sostituisce a quello di relazione.

E’ in questa prospettiva che si deve tornare a parlare (parlare, non “ciarlare o “cianciare”) di “incivile soggezione, sopraffazione cruenta, violenza inaudita e perpetua, grave disparità di trattamento, terrore psicologico e fisico” subiti dalle donne ad opera di uomini incapaci di riconoscere alle loro figlie, madri, mogli e compagne un ruolo da protagoniste dotate di una propria individualità. Qui sta il compito informativo dei mass media, o almeno il nostro (de Il Fatto Quotidiano e di Donne di Fatto come sezione concentrata sulle tematiche di genere): nessun intento mistificatorio, nessuna caccia all’uomo cattivo, nessuna guerra tra i sessi. Quest’ultima è in corso da tempo e conta già troppe vittime.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/10 ... se/391650/
camillobenso
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Vox populi


harry_stack Poco fa
il rimedio più efficace secondo me sarebbe obbligare innanzitutto quelli accusati di stalking a seguire una terapia o individuale o di gruppo almeno 3 volte a settimana... non parlo di tso ma solo dell'obbligo di andare dallo psicoterapeuta 3 volte alla settimana altrimenti ti fai gli arresti domiciliari... vedrete come le vittime cominceranno a ridursi sensibilmente...

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flatline 14 minuto fa
Che senso ha sprecare ancora parole, se al tacitatore di turno bastano i soliti due o tre sinonimi del verbo parlare, "cianciare" e "ciarlare", per stabilire a chi solo è dovuto il diritto di parola.
I despoti non cianciano mai, esprimono il verbo.

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bobcar 38 minuto fa
Una risposta al meraviglioso articolo di Mazzola, il primo articolo non sessista che io abbia letto su questa sezione del FQ, avrebbe meritato almeno una analisi onesta dei dati, perchè è quello il centro del discorso. Finora, le femministe avevano impunemente sfruttato il barbaro omicidio di una diciassettenne per i loro fini, cioè far credere che gli uomini italiani fossero dei trogloditi assassini (o comunque una maggior parte) ma cosa ha fatto Mazzola? è andato a vedere i dati, e cosa ha scoperto? che l'Italia è il secondo paese più sicuro d'Europa per le donne, dopo la Grecia. Questo è il punto. Non si può dialogare se una parte non riconosce i dati della realtà.

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Gianni Sperti III 1 ora fa
Cosa dobbiamo ripetervi? Che siete belle e brave e speciali?
Mettetevi in testa che la vostra vita non vale di più di quella di un maschio.
Ma per voi, abituate ad avere tutto e subito, non è così: le principesse devono essere considerate preziose ed insostituibili. Vergognatevi per la vostra misandria. Tutelate in tutto e per tutto. E si lamentano anche.

Mi auguro solo il vostro male. Perchè dovrei curarmi di voi dato che a voi non importa niente degli uomini?

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Fabi O'Frigerio 25 minuto fa in risposta a Gianni Sperti III
io non voglio affatto il loro male, vorrei che capissero che i mali di cui si lamentano (attribuendoli all'uomo) sono creati ad arte da loro

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Ace_Gentile 1 ora fa
Ma se viene uccisa una femmina di animale da un maschio aggressivo è femminicidio anche quello? No perché il termine è agghiacciante, non lo si può proprio sentire.

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Signor Aggio 1 ora fa
a me sembra che ci siano persone che vogliano una divisione dei sessi di tipo orwelliana con il disprezzo disinteressamento reciproco, e come unico rapporto quello di riprodursi per procreare senza provare emozioni.. è cosi che volete?

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MrFreeedom 1 ora fa
A me piace assai questo articolo (come il precedente del Sig. Mazzola), tuttavia ci sono alcune mie perplessità...
si cercheranno veramente le cause di tante violenze o, come sempre, c'è in piccolo la clausola che solo le donne possono parlare dei loro disagi nel rapporto con l'altro sesso, mentre gli uomini non possono mai parlare di certe cose scomode per le donne che sono bollati come repressi e con problemi ?
Finora il FQ non mi è sembrato certo il posto più adatto per cercare soluzioni, visto il razzismo di Zanardo e compagnia, anzi è molto molto lontano dall'esserlo...
Sinceramente cara Rosselli, sto pensando da un pò di tempo che ci può solo essere guerra tra i sessi, e una guerra è meglio vincerla piuttosto che perderla, anche con la violenza, e chissenefrega di Carmela uccisa, quando una madre accusa falsamente il marito di violenza sessuale verso i figli x vendicarsi della separazione non è un tentato omicidio ? cosa pensi che rischi il marito in galera ? ma vedo che nessuna donna sul FQ si fa venire i patemi d'animo x questo, tanto "è solo un maschio"

No, non ho ancora saltato il fosso, ma la tentazione confesso di averla...
vedremo se il FQ mi farà cambiare idea, certo che se scrivono le loro assurdità misandriche la Zanardo e compagnia...

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Joseph Josta Seu 7 minuto fa in risposta a MrFreeedom
Da Pulitzer.

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Fabi O'Frigerio 22 minuto fa in risposta a MrFreeedom
non ci puo' essere guerra tra i sessi per il semplice motivo che la donna piuttosto che scendere in guerra preferisce spingere l'uomo all'azione, lei vuole tenersi le mani libere....se poi l'uomo ha successo salta fuori lei dicendo "ecco, avevo ragione" se l'uomo ha insuccesso lei è pronta a dire che "è cretino di suo". Non mi piace la struttura mentale e valoriale della donna, proprio non mi ci ritrovo penso sia intrisa di falsità ed opportunismo

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Joseph Josta Seu 6 minuto fa in risposta a Fabi O'Frigerio
Come sopra.

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Andrea Porzio 1 ora fa
da quanto ho capito nell'anno corrente gli omicidi di donne nati da un rapporto di coppia sono 67 e non 100 o più come riportato altrove. in quest'ultima cifra vengono incluse anche altre tipologie di omicidio. se qualcuno mi può confermare o correggere con tanto di statistiche attendibili gliene sarei grato.

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rtq 1 ora fa
guardi che è proprio da parte femminista che il problema non viene affrontato: mesi e mesi a sbraitare di donne uccise in quanto tali, il che è palesemente falso, esattamente quanto è palesemente stupido il termine femminicidio; adesso il tiro è cambiato, finalmente hanno capito che il problema è tra partner ma:
1-esiste già il termine uxoricidio
2-continuano a sbraitare di "rispetto" o "misoginia", quando si parla di 100 uomini su 30'000'000.
3-mai visto analizzare il tema da una femminista.

il problema è semplicissimo: l'essere umano non è un mammifero monogamo, ergo la coppia è fallace. fino a che la donna veniva messa "al posto suo" a bastonate, la coppia poteva pure reggere, se si riconosce eguale dignità ad entrambi i membri, bisogna cominciare a capire che la monogamia non è una virtù, è una violenza che l'uomo si infligge perchè la società non ha saputo adattare i diritti di proprietà privata ed eredità ai diritti finalmente concessi alla donna: una coppia monogama con due soggetti di pari diritti e dignità, non funziona.

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Fabi O'Frigerio 19 minuto fa in risposta a rtq
da cio' che mi risulta è piu' semplice che una donna cerchi un uomo già impegnato e lo seduca piuttosto che un uomo faccia la stessa cosa con una donna già impegnata....senno' che senso avrebbe girare seminude e truccarsi come delle maschere prima di uscire di casa la mattina? Lo scopo delle donne lo capisci da quanto tempo ci mettono la mattina a prepararsi prima di uscire di casa....altro che meritocrazia e quote rosa!

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Paolo Scatolini 1 ora fa in risposta a rtq
monogamia, amore romantico ed eguale dignità di uomini e donne sono incompatibili? Se è così io dichiaro che voglio l'impossibile.

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Gf 2 ora fa
La statistica sta diventando sempre più lo strumento per liquidare i discorsi, invece che uno strumento per aiutarci a capire e quindi cercare delle soluzioni; con tutti i limiti delle statistiche, sia ben inteso (Trilussa docet).

Sembra che le statistiche ormai siano diventati l'archivio dove poter trovare quel dato che possa supportare la nostra tesi a priori. Di conseguenza si ignorano tutti gli altri dati. Cioè in un mondo complesso stiamo diventando trogloditamente elementari (e banali aggiungerei). Scorrendo le statistiche del Ministero dell'interno (http://www.interno.gov.it/mini... Mazzocchi capirebbe che il 30% degli omicidi in Italia avviene in ambito domestico. Un altro 30% avviene per criminalità e un altro 30% per ragioni non meglio specificate (sono omicidi irrisolti o dalle cause incerte). Ora, che il 30% degli omicidi sia fatto da persone che abitualmente non sono dei criminali è una cosa che già di per sè dovrebbe indurre a riflettere e ad interrogarsi. Ma se vediamo che in questo 30% le vittime di sesso femminile sono i 2/3 (come è ovvio aspettarsi) non vedo come si fa a negare la presenza di un fenomeno che il buon senso, senza bisogno di tutti questi numeri ridondanti, ha già colto.Per il resto non penso che l'Italia sia il Messico e che si possa parlare di "femminicidio" o per usare un'espressione più elegante di "eccidio di genere". La violenza domestica e la violenza sulla donna in particolare, sono problemi reali che ogni persona di buon senso capirebbe senza fatica. Ma gli Italiani si sa, non spiccano per il loro buonsenso,

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Marco Bavaglio 52 minuto fa in risposta a Gf
E' un punto di partenza. Se per esempio risultasse che in Italia il 30% degli omicidi di donne avviene per mano del coniuge in modo crescente negli anni e il dato non trovasse paragone nel resto d'Europa allora sarebbe un problema italiano da discutere. Ma non ho sentito fare discorsi del genere dati alla mano da nessuna autrice di questa sezione.

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enigammi 2 ora fa
no cara signora, per parlare di femminicidio invece che di gelosia o sindrome di possesso, bisogna confrontare coi dati della versione opposta ovvero "donna uccide uomo".
se "donna uccide uomo" ha numeri simili, il femminicidio in italia non esiste, o comunque non in proporzioni tali da essere davvero un problema di discriminazione; esiste invece il problema della troppa violenza per "curare" i rapporti di coppia.
e non si può prescindere dai dati: se si vuole una valutazione oggettiva dei fenomeni i dati sono indispensabili, soprattutto se uno pensa di essere un giornalista.

e non è una divisione tra maschi e femmine, ma tra chi vuole una valutazione oggettiva del fenomeno (pochi) e chi invece lo nega o lo cataloga come vero a priori (troppi, e si fanno guerra tra loro).

dare una valutazione seria del fenomeno vuol dire:
prendere dei dati, e prendere un buon numero di dati, in particolare bisognerebbe confrontare la percentuale di donne uccise volontariamente da un parente/fidanzato con la percentuale degli uomini uccisi da una parente/fidanzata femmina.
solo confrontando i due dati si può capire se è un problema di genere oppure un problema di omidici generico.
e dico la percentuale e non il dato assoluto perché se le donne uccidono meno degli uomini bisogna tener conto anche di questo.

finché non si farà questo, è tutto fuffa e il dibattito è trattato in modo serio.

l'errore di mazzola è stato quello di non fare ciò che ha promesso, cioè, non fare una valutazione seria dei dati, buttare lì un unico dato. eh no: non basta dividere tra maschi e femmine le vittime.

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Marcello Adriano Mazzola 1 ora fa in risposta a enigammi
Dalla fonte Onu non è possibile sviscerare le cause dell'omicidio, tralasciando poi la stessa discrezionalità nel valutarle. Vorrei precisarlo. Così come non è serio sparare numeri a caso. Oggi ho sentito oscillare numeri di donne uccise da 70 a 110 ma nessuno mi ha ancora indicato la fonte. E' palese - a scanso di equivoci - come solo una donna uccisa sia un obbrobrio ed una barbarie.

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Signor Aggio 2 ora fa
leggetevi l ultimo paragrafo del post di mazzola, capito quello non servon altre argomentazioni

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Milu Survivor 2 ora fa
La causa è semplice: considerano le donne esseri inferiori.

Inutile girarci intorno. E' un reato razzista.

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Signor Aggio 1 ora fa in risposta a Milu Survivor
il tuo odio verso il genere maschile è veramente grande

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Milu Survivor 1 ora fa in risposta a Signor Aggio
..il vostro odio è grande....
se ci amaste non campereste scuse.
Gli uomini che amano le donne lo fanno. Ma voi proprio non ce la fate..
evidentemente la rabbia che avete verso le o una donna è molta.
Ma non potete far pagare a tutte le colpa di una.

(Modificato dall'autore 1 ora fa)
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Hicks 1 ora fa in risposta a Milu Survivor
No dai...non generalizzare in questa maniera.Solo io, per colpa di una donna, ora vi uso come lei mi ha insegnato che volete essere usate

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Signor Aggio 1 ora fa in risposta a Milu Survivor
io nn amo tutte le donne e tutti gli uomini a prescindere.. amo chi mi sta a genio nn sono falso e ipocrita. Comunque personalmente a me le donne nn hanno mai fatto niente di male e quelle che ho conosciuto bene le stimo perchè son delle belle persone e non in quanto donne
nn ho mai fatto commenti contro il genere femminile a differenza tua, quidni i tuoi discorsi sconclusionati che lanciano invettive ai 4 venti nn li capisco proprio.. spero che sappii di avere un odio profondo verso gli uomini

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Hicks 2 ora fa in risposta a Milu Survivor
Stop. Chiuso. Finito. Ma che ne parliamo a fare? Milu ha capito tutto :)

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Milu Survivor 1 ora fa in risposta a Hicks
.... comprò per 500 lire in cambio di compagnia sessuale una bambina eritrea di dodici anni, Fatima e scrisse
"Non si sarà mai dei dominatori, se non avremmo la coscienza esatta di una nostra fatale superiorità"
Era uno dei tanti stupratori, e pedofili, italiani durante la guerra in Libia...La donna come essere inferiore..punita come una animale.
E' questa mentalità che è alla base del femminicidio...sono passati anni...ma la cultura resiste.
p.s Lo stupratore che comprò la cosa "cioè" la bambina era Indro Montanelli
.

(Modificato dall'autore 1 ora fa)
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Marco Bavaglio 49 minuto fa in risposta a Milu Survivor
Curati!

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MauroRancati 1 ora fa in risposta a Hicks
Augh! :-)

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Goccia 2 ora fa
sig. Elena Rosselli, premesso che lei non può decidere per altri se sia utile o meno mettere in discussione il termine "femminicidio", cosa che, come penso sia noto, io faccio con convinzione e con cognizione di causa come senso di vero rispetto alla nostra realtà
premesso altresì che non sta ancora una volta a lei decidere se sia sterile o meno rifiutarsi di chiamare le donne femmine anche da morte giacché apparirebbe assai difficile allora pretendere che questo non avvenga quando siamo vive,
chiederei di poter leggere l'elenco aggiornato di queste vittime poiché fino a quando erano 73 (ad Aprile di questo anno) vi si trovavano inserite una gran parte di morti i cui moventi nulla avevano a che vedere neppure lontanamente con l'idea di donnicidio (inteso come uccisione di una donna in quanto tale) e questo lo reputo non solo estremamente scorretto, ma anche svilente della causa che si vorrebbe propugnare.
A conferma di quello che sto dicendo le posto il link dove chiunque possa verificare con i propri occhi:

http://www.ilfattoquotidiano.i...

detto questo, in questo suo articolo lei si dichiara interessata a discutere soltanto delle cause, guardandosi bene, però, dal farlo anche di sfuggita ed io allora aggiungo che sarebbe interessante, alla luce dei dati e delle percentuali esatte ovviamente, prestare uno sguardo di attenzione a qualcuno che cerca affrontare questo tipo di discussione con angolazioni e prospettive abbastanza diverse da quelle che ho letto in questi giorni su questo sito.
Ci dia un'occhiata anche lei, sig. Rosselli, perchè, aldilà della condivisione o meno delle considerazioni che vi si possono leggere, ritengo davvero istruttivo il modo pacato, razionale, approfondito che viene praticato, assai diverso da quello di molti blog che mi è capitato di leggere:

http://femminismo-a-sud.noblog...

(Modificato dall'autore 2 ora fa)
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KennyCraig 1 ora fa in risposta a Goccia
Un commento da standing ovation. Lucidita' e onesta' intellettuale in luogo del sensazionalismo e della parzialita' che hanno dominato la scena *fattoquotidianistica* recente.

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MauroRancati 2 ora fa in risposta a Goccia
Gentile Goccia, ho postato una prima volta il suo stesso link all'intervento di Femminismo a Sud e mi è stato cancellato il commento. Poiché sono piuttosto testardo l'ho postato una seconda e una terza, ed è stato disinvoltamente ignorato sia dall'autrice che dalla quasi totalità delle commentatrici - salvo una lodevole eccezione - evidentemente più interessate a buttarla in caciara aggrappandosi a errori ortografici e frasi di qualche trinariciuto che si commentano da sole.
P.S. sono curioso di vedere se si farà di nuovo viva la gentile donzella che giorni fa si è attaccata anche al suo avatar, non rendendosi conto di aver usato un argomento - tanto per parlare di maschilismo - che nemmeno nei peggiori bar di Caracas :-)

(Modificato dall'autore 2 ora fa)
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Goccia 54 minuto fa in risposta a MauroRancati
lo so, a volte ci vuole molta pazienza :-)
e mi congratulo con la sua tenacia

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Kenny Craig 1 ora fa in risposta a MauroRancati
Avevo letto il blog linkato prima della cancellazione. Una boccata di aria fresca, davvero.

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Anonima Italiana 2 ora fa
"E’ in questa prospettiva che si deve tornare a parlare (parlare, non “ciarlare o “cianciare”) di “incivile soggezione, sopraffazione cruenta, violenza inaudita e perpetua, grave disparità di trattamento, terrore psicologico e fisico” subiti dalle donne ad opera di uomini incapaci di riconoscere alle loro figlie, madri, mogli e compagne un ruolo da protagoniste dotate di una propria individualità.W"

lo è anche di un quotidiano in cui nella stessa sezione di questo post viene sponsorizzato un libro in cui al donna appunto è solo oggetto del desiderio di un pazzo che non sa godere se non picchiando e torturando?

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Terence Mogpuff Gniek 2 ora fa
Una volta tanto che sul blog del il Fatto viene pubblicato un intervento critico su questa campagna riguardante il presunto fenomeno del "femminicidio", ecco che gli viene fatto immediatamente seguire un contro-post della solita giornalista ampegnata di turno, a fargli da contraltare. Dopo qualche ora, come se non bastasse, dalla homepage del quotidiano sparisce il post critico originario, ma resta solo il contraltare. Molto democratico, complimenti!

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Andrew 3 ora fa
Signore, vi prego, finchè ci saranno sciami di ragazze in fila per Miss Italia, Veline e Un posto in regione, abbiate la decenza di non parlare di par condicio tra i sessi, veramente, ve lo chiedo col cuore.

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Kenny Craig 2 ora fa in risposta a Andrew
Che c'entra? Gli italiani allora non dovrebbero chiedere servizi e un sistema fiscale equo finche' ci sono gli evasori fiscali?

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Fabi O'Frigerio 3 ora fa in risposta a Andrew
ecco, loro pensano sia normale andare in giro facendo vedere le gambe anche d'inverno, ma la loro normalità produce un mondo dove la donna sarà sempre considerata poco piu' che un oggetto ambulante.........piu' o meno gradevole da vedere

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Kenny Craig 2 ora fa in risposta a Fabi O'Frigerio
Eh?????

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zar9 2 ora fa in risposta a Fabi O'Frigerio
Scusa, ma io e molte mie amiche d'inverno portiamo collant 50 denari,ora siamo a 30.

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Paolo Scatolini 2 ora fa in risposta a Fabi O'Frigerio
Fabio, certo che la visione del corpo femminile deve turbarti parecchio..non fai che parlare di scollature e gambe scoperte, manca solo che gridi"copritevi, svergognate!", sembri un parroco degli anni '50.

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Fabi O'Frigerio 2 ora fa in risposta a Paolo Scatolini
mi spieghi perchè dovremmo accettare come positivo un fenomeno solo perchè invalso nell'uso ma che, a conti fatti, ha danneggiato le donne relegandole al di fuori delle sfere decisionali della nostra società?

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Paolo Scatolini 2 ora fa in risposta a Fabi O'Frigerio
quindi le donne sono fuori dalle sfere decisionali per colpa delle gambe scoperte..anche questa è una tipica convinzione da vecchio parroco..magari un parroco un po' più "di sinistra" ma sempre parroco

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Paolo Scatolini 1 ora fa in risposta a Paolo Scatolini
Fabi, fai pace col mondo e sopratutto con le donne

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Fabi O'Frigerio 2 ora fa in risposta a Paolo Scatolini
parroco o non parroco che credibilità pensi che abbia una che fa della sua immagine esteriore l'elemento fondativo della sua relazione con gli altri?

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Francesco Balli 3 ora fa
Questa storia del possesso si ripete spesso ma a mio avviso non corrisponde alla realtà dei fatti: credo che qualsiasi essere umano quando viene lasciato entra in un periodo di lutto durante il quale, in certi momenti, coltiva anche dell'odio verso colui o colei che lo fa soffrire e mentre la grande maggioranza si limita a delle fantasie una minoranza non riesce a controllare l'aggressività e passa all'azione. Credo che le cose stiano così.

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Paolo Scatolini 3 ora fa in risposta a Francesco Balli
perchè si passi dal pensiero all'azione si deve credere che quell'azione sia giusta, io posso desiderare di uccidere una donna che mi ha tradito o fatto soffrire ma so che uccidere, e uccidere in particolare per questi motivi la persona che hai amato, è sbagliato
Poi anch'io credo che siano una minoranza quella che passa all'azione, una minoranza che non sa amare

(Modificato dall'autore 3 ora fa)
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Francesco Balli 3 ora fa in risposta a Paolo Scatolini
Nei momenti in cui si coltiva rancore ed ostilità non ci si chiede cosa sia giusto o sbagliato, semplicemente si prova rabbia e i "buoni" sono quelli che riescono a vincere la propria aggressività.

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Paolo Scatolini 2 ora fa in risposta a Francesco Balli
anche in questo vi è del vero

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Marco Bavaglio 3 ora fa
Sto aspettando un articolo che mi spieghi quanti casi di violenza sulle donne esistono in italia, quali sono le tipologie, un confronto con gli altri paesi europei, ad esempio la Spagna, dove risulti che questi fenomeni siano diminuiti sensibilmente, le leggi e i provvedimenti che li hanno fatti diminuire, e la possibilità di applicarli in Italia. Troppo difficile? E' più semplice scrivere sempre articoli colmi di piagnistei?

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MauroRancati 2 ora fa in risposta a Marco Bavaglio
Temo attenderà a lungo. La vicenda della legislazione spagnola in materia, in particolare, non sembra deporre esattamente a favore delle tesi sposate su queste pagine. Link a disposizione.

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lolasdomgwtfafk 3 ora fa
Raramente vedo tante cavolate condensate in un così ristretto numero di parole.
Punto primo) Non è vero che c'è una contrapposizione uomini-donne su questo tema. Conosco molte donne e ragazze che di tutte questa campagna mediatica contro il femminicidio non ne possono più quanto me.

Punto secondo) Non è vero che di tutte le 100 donne morte per omicidio volontario le cause sono state quelle che la blogger scrive.

Punto terzo) Il tema del femminicidio non esiste. È falso che l'emergenza sociale sia l'omicidio volontario con vittime le donne: la vera emergenza è l'omicidio E BASTA. Le statistiche ONU mostrano che l'Italia è uno dei Paesi con il minor tasso relativo di omicidi con vittime donne al mondo.

Quindi chi "ciarla" siete soltanto voi, pseudo-femministe di cui non vi frega nulla della parità sociale bensì solo il vostro egoistico protagonismo.

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lorenx84 3 ora fa
ci state dipingendo come complici di assassini e poi dite di amarci .... classico comportamento da donne... sono molto avvilito, invece che scrivere contro i "maschi" o contro gli "uomini" pensate che state parlando dei vostri mariti, fidanzati, figli e padri
io non credo che siccome è esistita la bobbit allora tutte le donne siano così, vi prego di fare lo stesso

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Fabi O'Frigerio 6 minuto fa in risposta a lorenx84
l'unica cosa di cui siete complici silenti è la cultura dominante che rappresenta la donna come un oggetto sessuale atto a sedurre e nulla piu'.

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Michelle Morobosci 4 ora fa
Trovo di pessimo gusto e d'infimo stile rispondere ad un suo collega sbandierando la morte di una persona che le ha ispirato uno dei suoi ultimi articoli. Suscitare emozioni per ottenere consenso. L'ultima moda. Almeno Adriano Mazzola propone un ragionamento (scomodo), che lei nemmeno cita, tantomeno critica. Si riferisce solo al titolo (ad effetto - che, pare, su di Lei é stato notevole).

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Hicks 4 ora fa
Però è interessate vedere proprio sotto l'articolo la pubblicità di "ZOOSK migliaia di single online" con 4 foto di ammiccanti fanciulle.

Qualcuno l'ha provato?

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MauroRancati 2 ora fa in risposta a Hicks
Anche l'articolo di testa della homepage di Donne di Fatto dedicato a un libercolo soft sadomaso non scherza :-)

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Robertolanfranchi 4 ora fa
Peró Se una donna sceglie un patriarca come marito ... Mezzo danno é fatto.
Non dimentichi che molte donne lo vogliono proprio cosi il maschio.

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Paolo Scatolini 3 ora fa in risposta a Robertolanfranchi
ma se una donna, per varie ragioni (scarsa autostima, educazione sbagliata, genitori violenti ecc..) si innamora di uno che la picchia dobbiamo dire che è colpa sua? Io non credo..anche perchè forse lei si sente già abbastanza colpevole

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Chiara 2 ora fa in risposta a Paolo Scatolini
Lei ha perfettamente ragione, è molto bello leggere i suoi post!

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Paolo Scatolini 1 ora fa in risposta a Chiara
la ringrazio. Scrivo solo ciò che penso

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Chiara 1 ora fa in risposta a Paolo Scatolini
E' un bel modo di pensare!

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Andrew 2 ora fa in risposta a Paolo Scatolini
non so di chi sia la colpa ma se la signora è recidiva, preferirei avesse la decenza di non lamentarsene

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Fabi O'Frigerio 3 ora fa in risposta a Robertolanfranchi
esatto perchè considerare così poco la donna dal toglierle anche la capacità di AVERE DELLE RESPONSABILITA'???

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Paolo Scatolini 4 ora fa
se un coniuge tradito sogna di uccidere il traditore io non lo condanno per questo, lo condanno senza appello se uccide il coniuge traditore perchè se tutti quelli che pensano di uccidere qualcuno lo facessero non si vivrebbe più. Se passi dal pensiero all'azione, al netto delle malattie mentali che puoi avere, vuol dire che ti hanno educato a pensare che quell'azione sia giustificata perciò i genitori dell'uccisore hanno gravi responsabilità, il padre e la madre perchè i genitori influiscono anche con la loro assenza (più o meno colpevole), non solo con la presenza.
Se poi pensiamo che ci sia gente che nasce predestinata al male (quindi la famiglia può anche essere bellissima ma...)...è una teoria affascinante ma non credo che riguardi la maggioranza degli assassini.
Poi è indubbio che c'è chi diventa una brava persona nonostante la sua famiglia

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monti34 4 ora fa in risposta a Paolo Scatolini
Sì ma il punto è: che differenza c'è tra un "femminicidio" per gelosia e un "maschicidio" per gelosia?
Per me nessuno. Il delitto passionale è sempre esistito, sia maschile che femminile, quindi che senso ha questa polemica che va avanti da settimane?

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ChiaraRuocco 4 ora fa
Mi sembra che l'articolo estremizza troppo il contrasto tra uomini e donne. Iacona è un uomo o no?

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Luigi Briganti 4 ora fa
"aprire un dibattito sulle cause, confrontarsi sulle modalità attraverso le quali oggi uomini e donne vivono la relazione affettiva e amorosa".Potrebbe spiegare meglio questa affermazione? Non vorrei fraintendere ciò che vuole dire, ma mi pare di capire che per lei sia opportuna un'educazione all'affettività (ho già sentito esprimere questo concetto da altri/e su queste pagine). Io non saprei, a caldo direi che sarebbe un'eccessiva intromissione dello Stato nella vita privata delle persone. Senza voler giustificare in alcun modo le reazioni che portano a questi eventi tremendi, per me vale ciò che vale per la regola che è reato penale uccidere. La legge c'è, le pene pure, ma gli omicidi non si possono prevenire, perché ciò che passa nella mente di una persona è imprevedibile. Purtroppo.
Quanto al tema principale dell'articolo, secondo me il problema è di come si danno le informazioni. È vero, nel 2012 ci sono state 100 donne assassinate, ma su quante vittime di omicidio? Della donna assassinata si parla perché fa notizia, perché ultimamente c'è una tendenza, da parte dei movimenti femministi, ad accentuare la disparità tra uomo e donna a tutti i livelli sociali (economia, politica, lavoro, ecc.). Tendenza che parte da premesse giustissime e per niente campate in aria, ma che si colloca in un contesto in cui siamo tutti sulla stessa barca e i problemi sono diffusi allo stesso uomo tra uomini e donne. Immagino che ciò che intendesse dire Mazzola fosse anche questo, benché abbia usato un tono decisamente aggressivo.
C'è un problema culturale che a mio avviso dipende dalla mancata interiorizzazione dell'articolo 3 della Costituzione, alla quale nel corso degli anni, invece che trovare il modo per applicarlo generalizzandolo, abbiamo trovato il modo per esasperare, a volte anche inasprire le differenze fra i cittadini con l'intento di far valere quell'articolo. Una...

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Valentina1977 4 ora fa
Sono tornata a leggere qualche commento dopo un'oretta a fare altro...
Cadono le braccia. Si raggiungono picchi di totale mancanza di una benchè minima comprensione logica dell'oggetto di discussione.
Spero la media in Italia non si tenga su questi fulgidi livelli di fine intelligenza.
Sono esterrefatta.
Ma forse dovrei proprio smetterla di farmi del male leggendo i commenti alla fine degli articoli di questa sezione: è colpa mia.



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MauroRancati 3 ora fa in risposta a Valentina1977
Io trovo altrettanto interessante che la gran parte delle commentatrici si soffermi regolarmente sui commenti stupidi, e non sprechi nemmeno una parola per i commenti di chi, sposando un punto di vista femminista al di là di ogni sospetto come quello di Femminismo a Sud ma di differente orientamento rispetto a quello invalso da queste parti, tenta una lettura magari meno emotiva del fenomeno, ma forse più lucida e interessata alle soluzioni più che ai titoli sui giornali. Fenomeno significativo. E rivelatore del grado di onestà intellettuale di chi partecipa a queste discussioni. L'avversario che ci scegliamo dice molto anche di noi stessi.

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Kenny Craig 4 ora fa in risposta a Valentina1977
Perdoni la curiosita', ma cos'e' in particolare che la lascia esterrefatta?

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Valentina1977 4 ora fa in risposta a Kenny Craig
Guardi, le riporto solo alcune rare perle di fini contributi alla discussione (copio e incollo da qualche commento):
1. Nel nostro paese ogni anno ci sono 80 mila decessi causati dal fumo e la cosa passa praticamente inosservata.
2. Perche' le mie colleghe possono venire al lavoro con scollature profonde e io
che sono maschio devo mettermi la cravatta anche ad agosto? non è giusto
voglio lavorare anche io in canotta col pelo di fuori, voglio la par
condicio.
3. giusta osservazione, nella mia banca le donne possono permettersi di
mettere ogni tipo di vestito invece gli uomini devono essere sempre in
giacca e cravatta.
4. la donna senza poter esibirsi come oggetto sessuale teme di non avere
nulla da dire al mondo ed esibendosi automaticamente si preclude questa
possibilità anche se ne avesse voglia
5. Strano che il strafatto non commenta l'assoluzione della donna che a
Roma ammazzo suo marito con ben 12 coltellate e poi insieme al suo
amante butto il corpo nel Tevere

Questo e`solo un assaggino degli ultimi 50 minuti.
Mi dica lei se non devono cadere le braccia.

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Kenny Craig 3 ora fa in risposta a Valentina1977
La ringrazio per la risposta articolata e per gli esempi. Purtroppo sembra che la questione sia scivolata inopportunamente in una guerra maschi vs femmine. Temo che a questo abbiano contribuito anche alcuni articoli che hanno preferito infiammare gli animi (e aumentare i commenti) a un'analisi lucida e pacata.

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Fabi O'Frigerio 3 ora fa in risposta a Kenny Craig
sta di fatto che in ogni caso MANCA SEMPRE alla discussione l'autocritica della donna, ma come pensate di discutere se VOI siete sempre al di fuori da ogni RESPONSABILITA'?

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GendoIkari 2 ora fa in risposta a Fabi O'Frigerio
Invece di parlare sempre dei massimi sistemi, nel concreto, nel merito dei fatti di questi giorni e di queste discussioni, quale "autocritica" avrebbe dovuto fare la ragazza accoltellata? Giusto per capire.

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Hicks 3 ora fa in risposta a Valentina1977
Hai ragione. E dire che le donne invece portano elementi di discussione elevati:

- Ma scusa...quel fagiolino piccolo che si intravede nella scatola cranica della tua radigrafia... è per caso il cervello?

-Ahahaha, : )
scusa, non riesco a trattenermi...questa frase è
talmente ridicola che ci resto secca. Specialmente se si rileggono tutti
i tuoi commenti di fila. Poverino.
Cerca di accettarti un pò di più, non odiare così. Rilassati.

-Tu sei nel tunnel della Gelmini.
E senza uscita.

- Ti leggo, e mi viene solo un'osservazione: la radiografia accanto al tuo nik deve essere per forza la tua

Ma ci avete messo più di 50min. Un altr punto a vostro favore

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nessuno 4 ora fa
Nel nostro paese ogni anno ci sono 80 mila decessi causati dal fumo e la cosa passa praticamente inosservata.

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Fabi O'Frigerio 4 ora fa in risposta a nessuno
questo dato è scientificamente un assurdo, me lo spiega??

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nessuno 3 ora fa in risposta a Fabi O'Frigerio
basta che cerchi su google "decessi fumo in italia"

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Fabi O'Frigerio 3 ora fa in risposta a nessuno
la correlazione fumo-decesso è una trovata giornalistica, il fumo puo' aggravare patologie preesistenti e se esagerato crearne lui di nuove, ma non c'è alcun contatto diretto tra fumo e morte o tra fumo e malattia, e quando c'è è solo nel caso dell'eccesso, eccesso che puo' esserci anche per lo zucchero o qualsiasi altra sostanza di cui si abusi

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nessuno 3 ora fa in risposta a Fabi O'Frigerio
decessi da neoplasie ai polmoni legate al fumo ne hai mai sentito parlare ?

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Fabi O'Frigerio 3 ora fa in risposta a nessuno
hanno fatto eccesso di fumo, ed altresì ho sentito parlare di neolpasie non legate al fumo.....quindi? Quando una malattia avviene sia in presenza di un fenomeno che in sua assenza qualsiasi scienziato direbbe che la relazione diretta non esiste

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Mr Mojo 3 ora fa in risposta a Fabi O'Frigerio
ma fumatore che muore a Taranto per problemi ai polmoni in quale statistica finisce ?

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ShameInYou76 4 ora fa
Per conto mio coloro che sostengono la non esistenza del Femminicidio o non vogliono capire cosa si voglia far intendere con questo termine oppure vogliono ignorare i numeri perché per loro il mondo non è fatto di questi.
Insomma, se si desidera considerare 'realtivi' 100 omicidi commessi ai danni di donne dall'inizio del 2012 bisognerebbe almeno fornire una spiegazione fondata, concreta a questo aggettivo. Poiché l'unica soluzione si fonda su altri numeri (questa volta sotto forma di percentuale), allora per questi signori diventa facile negare il tutto e passare oltre.
Fino a qualche mese fa mi risultava che solo una percentuale tra il 10% ed il 20% di stalker (spero di non sbagliare per eccesso) fosse di sesso femminile, il che vuol dire che nel cervello del maschio umano sicuramente qualcosa rischia di non funzionare a dovere più volte rispetto che in ambito cervello femminile.
Anche per quanto riguarda le violenze in famiglia risulta evidente che le percentuali più grandi interessano l'universo maschile e quindi appare del tutto legittimo parlare di Femminicidio intendendo con tale termine l'uccisione o la violenza su femmine di qualsiasi età non perché femmine ma perché oggetto di ossessioni, frustrazioni maschili o perché facili obeittivi su cui dimostrare la propria potenza (ricordiamo che assieme alla violenza suelle donne c'è quella sui bambini).
Se è vero (ed è così) che l'ossessione non è caratteristica prettamente maschile è altresi reale che l'uomo reagisce in modo diverso dalla donna in caso di incontro di ostacoli che minano il suo rapporto con la propria ossessione. Naturalmente qui non intendo dire che ogni uomo ossessionato si mette ad uccidere o picchiare, ma che questo istinto ha una parte più dominante rispetto a quanto possa essere dominante in una donna e più volte questo istinto nell'uomo porta il soggetto a far...

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dadoderrick 3 ora fa in risposta a ShameInYou76
Perché stupirsi? C'è chi non accetta nemmeno la correlazione fumo-decessi!

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Fabi O'Frigerio 3 ora fa in risposta a dadoderrick
questa correlazione non esiste così come espressa

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monti34 4 ora fa
Ogni volta che leggo questo tipo di articoli mi chiedo: e quindi??? Cosa propone? Spero non l'istituzione del "femminicidio" come reato, sarebbe qualcosa di costituzionalmente aberrante.

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Andrew 4 ora fa
perchè le mie colleghe possono venire al lavoro con scollature profonde e io che sono maschio devo mettermi la cravatta anche ad agosto? non è giusto voglio lavorare anche io in canotta col pelo di fuori, voglio la par condicio

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Hicks 4 ora fa in risposta a Andrew
Ma anche no!

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Fabi O'Frigerio 4 ora fa in risposta a Andrew
ma loro poi scontano il lato negativo di essere considerate oggetti/soprammobili, tu probabilmente avrai piu' possibilità di fare carriera per i tuoi meriti lavorativi

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Andrew 3 ora fa in risposta a Fabi O'Frigerio
in c**o alla carriera, non vedo l'ora che le donne si decidano una volta per tutte a fare i soldi, sedurmi, invitarmi a uscire, pagarmi cocktail per fare sesso e offrirmi un lavoro in regione. Voglio che la par condicio sancisca il mio diritto a diventare un oggetto sessuale e fare carriera in cambio di 5 sporadici minuti di nulla.

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Fabi O'Frigerio 2 ora fa in risposta a Andrew
loro non vogliono in alcun modo alcuna responsabilità!!!!!!!!!!!!!! ed essere oggetti le mette al riparo dal dover rispondere a qualcuno delle loro capacità/intenzioni

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siv 4 ora fa in risposta a Andrew
giusta osservazione, nella mia banca le donne possono permettersi di mettere ogni tipo di vestito invece gli uomini devono essere sempre in giacca e cravatta.

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Fabi O'Frigerio 4 ora fa in risposta a siv
la donna senza poter esibirsi come oggetto sessuale teme di non avere nulla da dire al mondo ed esibendosi automaticamente si preclude questa possibilità anche se ne avesse voglia

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Paolo Scatolini 4 ora fa in risposta a Fabi O'Frigerio
quindi se una donna gira con un'ampia scollatura allora può essere trattata da stupida? Non sono affatto d'accordo. Siamo sempre persone

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Fabi O'Frigerio 3 ora fa in risposta a Paolo Scatolini
non capisco perchè anche nel vestire non si debba considerare un aspetto di decenza e di dignità. Guarda come si vestono e capirai molto su quello che vogliono essere!

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Fabi O'Frigerio 3 ora fa in risposta a Paolo Scatolini
siamo persone allora che siano loro a rispettarsi e si vestano in modo da nonporsi come oggetti perchè così verranno recepiti. Perchè l'uomo ha dignità nel vestire e la donna no?

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Paolo Scatolini 3 ora fa in risposta a Fabi O'Frigerio
no, non ci siamo davvero. Se la donna viene offesa è colpa sua perchè non ha "dignità nel vestire" (cosa devo sentire nel 2012!), se viene picchiata e uccisa dal partner è sempre colpa sua perchè "le piace il patriarca"..insomma è sempre colpa di chi subisce mai di chi agisce

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Mr Mojo 3 ora fa in risposta a Paolo Scatolini
hai un po estremizzato ..però a volte vedo donne ( per di piu di una certà età) andare in giro conciate come se dovessero vendersi in vetrina ad amsterdam........certo pretendere rispetto quando ci pone in una certa maniera..... esistono le mezze misure . ecmq questi discorsi con l'omicidio non c' entrano nulla l'omicidioo è una altra cosa che sia uomo o donna

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Olmo Forni 4 ora fa
Una delle radici del problema e', per quello che puo' contare la mia opinione, la fase di riflusso che stiamo vivendo rispetto alla grande ondata di riforma portata dal femminismo negli anni '60 e '70. Mi spiego:

Grazie ad una serie di movimenti iniziati con le sufragette del XIX secolo e culminato con il femminismo negli anni '70 (mi si perdoni le semplificazioni) il ruolo della donna nella societa' occidentale si e' trasformato a livello economico, sociale e politico. In alcuni paesi piu' che da noi, vedi le socialdemocrazie scandinave, ma tutto sommato anche in Italia le donne hanno avuto accesso a professioni loro precluse (medicina, pubblica amministrazione, giurisprudenza, politica). Non solo, ma una serie di pilastri della cultura patriarcale (leggi dote, delitti d'onore/passionali, illegalita' di divorzio e aborto) sono stati erosi grazie ad una battaglia culturale durata decenni e, vorrei sottolineare, il ricorso alla mia forma preferita di democrazia diretta: il referendum. E fin qui tutto bene.

Il problema e' che, mentre da altre parti, assieme al ruolo della donna veniva ridefinito anche quello dell'uomo (ad esempio introducendo l'istituto della paternita'- paternity leave), qui da noi si e' visto un processo opposto. In TV, nei programmi della televisione c.d. generalista, ma anche nelle pubblicita' e nei discorsi di alcuni politici, si insiste a presentare la donna sono nella sua identificazione di genere piu' arcaica, e cioe' di simbolo sessuale, di madre e, da ultimo, di angelo del focolare. Il cortocorcuito sta tutto qui.

Per cui il maschio si trova a vivere una realta' (con donne sempre piu' emancipate ed inddipendenti) ben diversa dagli stereotipi somministrati per via catodica. E la frustrazione cresce, monta, per poi trovare la violenza come unica valvola di sfogo.

E' inutile provare ad educare i bambini se poi alla TV c'e' lo...

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camillobenso
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Re: Pianeta donna....

Messaggio da camillobenso »

Vox populi




zar9 5 ora fa
Tu sei nel tunnel della Gelmini.
E senza uscita.

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Fabi O'Frigerio 4 ora fa in risposta a zar9
si, e sono anche stato colpito dai neutrini!

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Fabi O'Frigerio 5 ora fa in risposta a zar9
ed allora continuate a pensare così e che tutto va bene e che il maschio è oppressivo per natura, voi colpe zero, brave andate avanti così, poi ci confronteremo con i risultati

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Fabi O'Frigerio 5 ora fa
mi spiegate perchè è universalmente accettato che dare della FEMMINUCCIA ad un maschio sia anche dalle donne considerato un insulto mentre dare del MASCHIETTO ad una femmina non lo sia? Nella nostra cultura tutto cio' che è caratteristico del femminile viene vissuto come negativo o squalificante (fate anche un'attenta analisi del linguaggio). Questo sistema non è imposto dall'uomo cattivo, ma anche dalla donna o quantomeno accettato e tramandato. Non pensate che la violenza sulle donne sia frutto coerente di questa cultura? E come mai non si include il SOGGETTO DONNA nelle responsabilità che questa cultura PRODUCE??

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Paolo Scatolini 5 ora fa in risposta a Fabi O'Frigerio
bastasse cambiare il linguaggio...mah! Io non credo. Anche perchè come ti ho detto c'è un ideale di virilità nella nostra cultura che considera giustamente dei vigliacchi gli uomini che picchiano le donne in particolare le compagne

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Fabi O'Frigerio 5 ora fa in risposta a Paolo Scatolini
intanto uno che picchia una donna non è vigliacco ma malato di mente o comunque con gravi problemi. Il discorso è come mai le donne accettino il ruolo subalterno dell'oggetto, ruolo bifronte che ha sul lato positivo quello della seduzione e sul lato negativo quello della violenza

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Paolo Scatolini 4 ora fa in risposta a Fabi O'Frigerio
ci sono Paesi in cui le donne girano in burka quindi non sono oggetti del desiderio di nessuno tranne che del marito ma non mi sembra che la violenza sia minore.
Nel gioco della seduzione nessuno è oggetto davvero e nessuno è davvero passivo. E' un gioco che può essere bellissimo, la violenza lo sporca ma è colpa di chi la commette

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Fabi O'Frigerio 4 ora fa in risposta a Paolo Scatolini
.....sono un oggetto religioso, sempre oggetto nelle mani della valutazione dell'uomo, prive di autonomia personale

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Marco Perna 6 ora fa
Si chiama omicidio. Una persona uccide un'altra persona. Assassinio.

Per distinguere il caso in cui sia una donna a morire, chiamandolo con un'altra parola ("Femminicidio"), bisogna spiegare perchè sia necessario operare questa distinzione, altrimenti è solo femminismo becero.

Allora, perchè il femminicidio dovrebbe essere considerato diverso (peggiore?) rispetto a un generico omicidio? Perchè una ragazza uccisa da un imbecille geloso è diversa da un gioielliere ammazzato da un ladro?

Sono omicidi, punto e basta.

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Fabi O'Frigerio 5 ora fa in risposta a Marco Perna
ma si usiamo pure il termine e domandiamoci anche come mai le donne siano spesso considerate come degli oggetti................ma non è quello che vogliono?? Boh, guardandomi in giro mi sembra di si.....solo che poi scaturiscono dei problemi, problemi enormi!

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squirrel 5 ora fa in risposta a Fabi O'Frigerio
il mantenimento da solo è gia un problema gigantesco in tempi di vacche magre

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MrFreeedom 6 ora fa
A me piace assai questo articolo (come il precedente del Sig. Mazzola), tuttavia ci sono alcune mie perplessità...
si cercheranno veramente le cause di tante violenze o, come sempre, c'è in piccolo la clausola che solo le donne possono parlare dei loro disagi nel rapporto con l'altro sesso, mentre gli uomini non possono mai parlare di certe cose scomode per le donne che sono bollati come repressi e con problemi ?
Finora il FQ non mi è sembrato certo il posto più adatto per cercare soluzioni, visto il razzismo di Zanardo e compagnia, anzi è molto molto lontano dall'esserlo...
Sinceramente cara Rosselli, sto pensando da un pò di tempo che ci può solo essere guerra tra i sessi, e una guerra è meglio vincerla piuttosto che perderla, anche con la violenza, e chissenefrega di Carmela uccisa, quando una madre accusa falsamente il marito di violenza sessuale verso i figli x vendicarsi della separazione non è un tentato omicidio ? cosa pensi che rischi il marito in galera ? ma vedo che nessuna donna sul FQ si fa venire i patemi d'animo x questo, tanto "è solo un maschio"

No, non ho ancora saltato il fosso, ma la tentazione confesso di averla...
vedremo se il FQ mi farà cambiare idea, certo che se scrivono le loro assurdità misandriche la Zanardo e compagnia...

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squirrel 5 ora fa in risposta a MrFreeedom
credo che la vicenda di Palermo non centri nulla con le beghe di vecchi coniugi entrambi vaccinati .

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Fabi O'Frigerio 6 ora fa in risposta a MrFreeedom
già un'altra volta mi ero trovato in sintonia con lei, ma il nostro pensiero è troppo schietto per essere attettato nel panorama del politicamente corretto.

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Hicks 6 ora fa
Sono lieto di leggere finalmente un articolo Elena Rosselli, l'auspicavo da tempo. Devo dire però che rimango deluso, forse perchè l'aspettativa era alta. Deluso non tanto della sua posizione, altamente prevedibile, ma dal fatto che non aggiunge nulla di quanto già abbondantemente discusso. Non c'è ad esempio una proposta concreta di soluzione su cui discutere. E se non c'è proprosta di che altro si può discutere se non di numeri?
Credo che non abbia capito bene il punto di vista di molti noi uomini. Non si tratta di negare il problema, si tratta di capire se esiste una emergenza, che alla luce dei dati riportati da Mazzola, soprattutto paragonati a stati esteri, questa non esiste.
Creare una emergenza dove non c'è, rischia di aggiungere "emergenze" ad "emergenze" col risultato che poi nessuna verrà considerata tale, anche quando magari lo è.

Avete presente la favola "Al lupo!Al lupo!" ?

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alexandro 6 ora fa
scusatemi tanto, ma 100 donne vengon uccise (fatto gravissimo) e mettiamol in discussione il rapporto tra DONNE e UOMINI

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Ultor_Mars 6 ora fa in risposta a alexandro
Cento donne uccise in 11 mesi in un paese di 60 milioni di abitanti sarebbe un fatto gravissimo?

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Kenny Craig 4 ora fa in risposta a Ultor_Mars
Si', e' gravissimo. Che non sia in proporzione molto diffuso non allevia la gravita'. Anche un solo omicidio e' gravissimo.

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Ultor_Mars 2 ora fa in risposta a Kenny Craig
No, è naturale.

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Kenny Craig 2 ora fa in risposta a Ultor_Mars
Definire un omicidio naturale si presta a varie discussioni, forse ot, ma non ne diminiuisce neanche un po' la gravita'. E la gravita' richiede una risposta efficace.

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Rygel 7 ora fa
In Italia non c'è nessuna emergenza relativa alle donne uccise.

(Modificato dall'autore 7 ora fa)
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Fabi O'Frigerio 4 ora fa in risposta a Rygel
c'è un'emergenza, ma è l'emergenza culturale su come la donna si pone e costruisce la sua immagine sociale

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sonuno 7 ora fa
Un tempo era uxoricidio, da uxor, moglie, esteso da giuristi ai mariti uccisi, dopo che qualche moglie, stanca di essere uccisa, assassinò il marito. Se l'etimo non basta a capire le cause e neppure ci riesce il processo storico giuridico, la prova provata è l'art. 587, che puniva l'uxoricidio per motivi d'onore con la reclusione da 3 a 7 anni, abrogato appena 31 anni or sono.
Le cause. Un tempo il maschio era padrone assoluto della femmina. Appena lei alzava la voce e si ribellava, lui la bastonava, e se non rinsaviva, la cacciava di casa o la uccideva. Oggi non è più così. La donna s'è emancipata, la femmina è libera di darla o non darla, e quando non gliela da, capita ancor che lui sia capace di bastonarla, cacciarla di casa, ammazzarla.

Al netto di tutte le chiacchiere, ovviamente..

(Modificato dall'autore 3 ora fa)
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Kenny Craig 4 ora fa in risposta a sonuno
In casi molto isolati, al punto che generalizzare dicendo "oggi il maschio..." mi sembra alteri la dimensione del fenomeno. Altrimenti, adottando lo stesso parametro, dovremmo dire che l'essere umano uccide: vero nella sostanza, ma non fotografa la realta' quotidiana della maggior parte degli esseri umani, o degli uomini in Italia.

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Paolo Scatolini 7 ora fa
Leggere e meditare:
http://27esimaora.corriere.it/...

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Paolo Scatolini 7 ora fa
I femminicidi sono commessi da uomini che non sanno amare in maniera sana, non sanno gestire la sofferenza di essere stati lasciati e la gelosia (che di per sè non dovrebbe portare alla violenza ma se diviene incontrollata, se le permettiamo di prendere il possesso di noi allora..) perchè evidentemente non sono stati educati a rispettare la libertà delle donne perchè il vero amore passionale, il vero romanticismo prevede il consenso e la voglia di stare insieme.
Grande responsabilità hanno le famiglie, nessun bambino che sia stato amato in maniera sana e rispettato diventerà un carnefice. Poi è indubbio che vi è pure chi riesce a superare un'infanzia tremenda però il ruolo chiave è nell'educazione

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Wintermute 6 ora fa in risposta a Paolo Scatolini
L'espressione che mi spaventa è "amare in maniera sana". Quando si comincia a parlare di sanità dei sentimenti sento sempre un brivido lungo la schiena, perché significa che c'è gente disposta a insegnare, a colpi di leggi e punizioni esemplari, nonché a colpi di "sensibilizzazione" ed "educazione", qual è il modo giusto di pensare e addirittura di provare sentimenti. Quando si vuole educare la gente al bene superiore si commettono sempre più danni di quelli che si vuole combattere, e questa è una regola empirica verificata in secoli di storia.

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Paolo Scatolini 6 ora fa in risposta a Wintermute
non dico che sono malati in senso patologico nè mi avventuro a immaginare "cure" ma converrai con me che chi uccide la sua ex perchè non sopporta il rifiuto sia stato educato piuttosto male

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monti34 4 ora fa in risposta a Paolo Scatolini
Ma questo succede anche a parti invertite. Il sesso femminile è "debole" solo quando fa comodo?

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Wintermute 6 ora fa in risposta a Paolo Scatolini
No, non convengo affatto con te. Esistono persone odiose e pericolose che vengono fuori da famiglie bellissime, e viceversa. Tutto sta all'intelligenza e alla sensibilità delle persone, che sono qualità umane che non si insegnano e soprattutto non si "educano". E' giusto mostrare la "giusta via" alle persone, ma se quelle non hanno la sensibilità di farla propria c'è poco da fare. Quella di "educare" le persone al bene è una pia illusione, che però riscuote grossi consensi nella popolazione precedentemente scandalizzata a dovere da un certo tipo di opinion-maker. Aggiungo inoltre, per amore di completezza, che anche una persona educata "male" (qualsiasi cosa ciò significhi) ha il diritto di campare in questo mondo, e di fare e pensare ciò che ritiene più opportuno finché non commette crimini ai danni di altre persone. Quando si comparano i crimini ai pensieri "sbagliati" si è già sulla crina del totalitarismo.

(Modificato dall'autore 6 ora fa)
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Paolo Scatolini 5 ora fa in risposta a Wintermute
se un marito tradito, in preda alla rabbia arriva a pensare di uccidere la moglie io non lo condanno per il suo pensiero omicida (o femminicida) anzi lo comprendo,ma se tutti quelli che pensano di uccidere qualcuno lo facessero saremmo nei guai , quindi se uccide la moglie va condannato senza attenuanti .per passare dal pensiero all'azione devi essere stato educato a credere che la tua azione sia giusta o moralmente giustificabile o "non grave" e in questo la famiglia dell'uccisore ha delle responsabilità a meno che non pensiamo che taluni individui vengano al mondo già predestinati al Male, magari col numero della Bestia tatuato da qualche parte che certo è una ipotesi affascinante..ma penso riguardi un ristretto numero di criminali violenti e non quelli di cui ci occupiamo qui

(Modificato dall'autore 4 ora fa)
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Paolo Scatolini 5 ora fa in risposta a Paolo Scatolini
e beninteso vale pure per la moglie tradita che pensa di uccidere il marito

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Ligabo6 6 ora fa in risposta a Wintermute
Mi permetto di aggiungere alla tua acuta osservazione che il "danno collaterale" viene poi generalmente patito proprio dalla compagine che aveva invocata la norma inapplicabile.
Infatti il problema della violenza sulle donne è stato preso in considerazione in varie epoche e in varie società. In tutti i casi, la soluzione che si è trovata per proteggerle è stata quella di segregare le donne o fortemente limitarne la libertà di comportamento.
Ma le femministe, che vanamente si illudono di non poter essere tafazziane per assenza di attributi, non riescono a capirlo. Né lo si può pretendere, visti i desolanti ragionamenti che producono.

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Ligabo6 7 ora fa
Mi scuso. Duplicato da malfunzionamento.

(Modificato dall'autore 7 ora fa)
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calcedonio79 7 ora fa in risposta a Ligabo6
Alla stessa strega delle sgallettate che cercano di far carriera sfruttando le proprie grazie. Cercano di far parlare di sè, utilizzando il loro genere anagrafico per estremizzare certe istanze e farne la propria bandiera.

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Ligabo6 7 ora fa
Il cd "femminicidio" è un fenomeno che esiste ed è esistito in varie epoche e società. Si tratta, in senso propriamente semantico, dell'uccisione di una donna in quanto tale.
Ad esempio, il "femminicidio" sopravvive ed è ampiamente praticato in Cina, dove le limitazioni alle nascite portano i genitori a selettive soppressioni di neonate, eliminate in quanto femmine e senz'altra ragione suppletiva.
Nulla a che vedere con i vaneggiamenti femministi sugli omicidi per gelosia, ridicolmente, caparbiamente e strumentalmente definiti "femminicidi".
Sarebbero tentativi di falso allarme sociale verso i quali gridare «Vergogna!», se solo si potesse ragionevolmente presumere che la "vergogna" sia un sentimento da loro avvertibile.

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aureliopa 1 ora fa in risposta a Ligabo6
In realtà non è propriamente così anche se la sostanza è quella da te descritta. Il femminicidio originariamente veniva usato per indicare l'omicidio di una donna per qualsiasi motivo.

Sono stati fatti tre errori gravi secondo me:

Errore 1. Denunciare un'emergenza che leggendo numeri e dati non esiste, ovvero quella sul numero di femminicidi, intesi come omicidi di donne (contando i numeri di vittime dall'inizio dell'anno).

Errore 2. Dopo che i numeri hanno smentito l'emergenza si è spostata la discussione sul termine femminicidio, cercando di inquadrarlo come l'omicidio di donne per questioni di genere. Errore doppiamente grave come anche tu hai ben sottolineato, perchè se classifichiamo come "omicidi per questioni di genere" fatti come quello accaduto nella cronaca recente, che ha ragioni chiaramente passionali, come classifichiamo la soppressione delle bambine in Cina o altri casi di omicidi per ragioni strettamente legate al genere?

Errore 3. Infine, non potendo affermare la diretta consequenzialità tra "omicidio di genere" e il fatto riportato dalla cronaca, si è arrivati all'assurda conclusione che la gelosia, il possesso e il rifiuto verso l'abbandono sono comportamenti tipicamente maschili e non umani in genere.

Corollario: le donne non provano gelosia, rifiuto verso l'abbandono e rancore.

Le mie conclusioni sono che il "femminicidio" è un termine generico e mal compreso che però in questo contesto ha avuto un forte potere demagogico e fatto aumentare gli accessi al sito.

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Marco Perna 6 ora fa in risposta a Ligabo6
Ohh grazie, finalmente qualcuno mi ha spiegato per bene dove è nata questa parola e perchè viene usata in Italia.

I miei ringraziamenti.

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Fabi O'Frigerio 7 ora fa
se un genere o una categoria è soggetto piu' di altre ad aggressioni significa due cose: o che si comporta regolarmente in modo da attrarre la violenza e l'esasperazione oppure, quantomeno, che si decide regolarmente di frequentare gente violenta o poco stabile. In ogni caso al di la' del fatto che la violenza sia sempre da condannare penso che la riflessione sulle responsabilità delle donne non sia mai stata del tutto approfondita.

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Paun 6 ora fa in risposta a Fabi O'Frigerio
Ti leggo, e mi viene solo un'osservazione: la radiografia accanto al tuo nik deve essere per forza la tua. :-)

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Fabi O'Frigerio 6 ora fa in risposta a Paun
esatto, io sono autoironico per natura:)

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S.F 7 ora fa in risposta a Fabi O'Frigerio
Sempre detto io, gli ebrei se la sono proprio andata a cercare... Senza contare che potevano anche girare al largo dai forni crematori, evidentemente erano contenti così....
Spero che la tua sia una provocazione bella e buona perché il tuo pensiero è agghiacciante!

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Fabi O'Frigerio 7 ora fa in risposta a S.F
io non dico che sia giusto così, è una cosa orrenda ma vogliamo capire come mai le cose accadono o vogliamo solo ripetere la storia all'infinito senza capirla? Il mio obiettivo sarebbe quello, attraverso la comprensione, agire sulle cause che determinano questi orrori per evitarli, la semplice condanna moralistica non porta da nessuna parte.

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Paolo Scatolini 7 ora fa in risposta a Fabi O'Frigerio
e credi che il motivo sia perchè i bambini vengono edicati di più all'aggressività? No, non tutti gli uomini aggressivi picchiano e ammazzano la donna che dicono di amare. E' più complessa la cosa

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Fabi O'Frigerio 6 ora fa in risposta a Paolo Scatolini
lo so, non è l'educazione sul singolo ad incidere sul singolo, ma l'educazione dei singoli generalmente intesi crea un'immagine dell'uomo accettata dalla società e sulla quale immagine ci sono delle aspettative comportamentali. Anche l'uomo piu' mite di questo mondo sa che sul maschile ricadono certe aspettative di comportamento/reazione completamente diverse da quelle che ci si attende dal femminile. Spero di essere stato un po' piu' chiaro, una società dove ci si attende dal maschile intraprendenza, fisicità, occultamento delle emozioni ed invece dal femminile dipendenza, attesa, ritrosia, gradevolezza nel proporsi e disponibilità sessuale non puo' produrre una società molto diversa da quella che vediamo ogni giorno

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Mr Mojo 4 ora fa in risposta a Fabi O'Frigerio
Come ho scritto anche dall'altra parte , per questa cultura o pensiero comune deriva direttamente dalla teocrazia vatican/cattolica(mascherata da democrazia) in cui viviamo noi.
Fin da piccoli ci viene insegnato che la sofferenza è necessaria per il paradiso, che il matrimonio è indissolubile , che il ministero della chiesa è esclusività dei maschi , che dio è maschio , che la femmina deriva da una costola dell'uomo etc etc, per arrivare ad un noto primo ministro contemporaneo che negli ultimi 20 anni ha dato solo esempio di machismo, sessimo etc etc e che le donne vanno pagate o ricattate ?Da questo non deriva direttamente l'idea che gli uomini posso prevaricare, picchiare ammazzare e disporre della vita delle donne come meglio credono e viceversa le donne devono sottostare a queste violenze ?Anche i giochi che si regalano a i bimbi.... fateci caso..per i maschi spesso e volentieri giochi vioelnti , di combattimento etc etc per le femminucce la piccoal casalinga, i lavori di casa, bambolotti a cui pulire il c..o etc......bye

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Fabi O'Frigerio 6 ora fa in risposta a Fabi O'Frigerio
x paolo: scusa non c'è il tasto rispondi nel tuo commento ultimo ti rispondo da qui: ok, hai ragione, nessuno giustifica la violenza, ma certo! chi usa violenza è uno che è messo alle strette in primo luogo dai suoi problemi mentali! Io dico però che una donna che sceglie di frequentare persone così ha ancora piu' problemi di loro secondo me, e lo spirito della crocerossina o di quella che crede di poter cambiare l'uomo facendolo migliorare non porta da nessuna parte. Secondariamente la cultura accettata e promossa in primo luogo dalle donne che pone la donna come oggetto seduttivo non aiuta anzi aggrava le relazioni tra i sessi

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Paolo Scatolini 6 ora fa in risposta a Fabi O'Frigerio
sì ci sono le aspettative che dici però io vedo anche tanti modi diversi di vivere la propria identità di genere. Comunque, se come dici dai maschi ci si aspetta maggior forza interiore oltre che fisica ci si aspetterebbe anche che sappiano accettare il fatto di poter essere lasciati dalla compagna, soffrire sì, piangere anche ma uccidere no. Tra l'altro esiste un'idea di virilità che giudica giustamente molto male gli uomini che esercitano vioenza sulle donne e in particolare verso la compagna

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saydatruth 7 ora fa
Giusto..torniamo a parlare delle cause. poi pero', delle cause il post nn parla. senza alcun intento giustificatorio, ma con il fine di stimolare un attimino il dibattito, a me viene subito in mente una cosa: carnefici e vittime, nel caso in esame, sono tutti figli di donne. Hanno statisticamente, nella maggior parte dei casi, una madre.

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Fabi O'Frigerio 7 ora fa in risposta a saydatruth
si, tieni presente che secondo la mia teoria il maschilismo è una cultura tipicamente femminile che fa comodo solo alle donne, loro mandano avanti l'uomo, se va bene emergono loro a raccogliere i risultati, se va male è l'uomo che è cretino. Difficilmente troverai una donna in grado di fare un'analisi culturale sulle responsabilità del genere femminile, loro sono brave nei ruoli ed una volta ritagliatesi il ruolo perfetto e sempre vincente della vittima sono protette da ogni critica.

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HerbertNEW 7 ora fa
I dati sono incontrovertibili. Questa che linko è la lista delle donne uccise da uomini al giugno 2012. Leggetevi i nomi, i cognomi e le motivazioni dell'omicidio.
http://www.ilfattoquotidiano.i...
Femminicidio vuol dire uccisione di una donna da parte di un uomo PER RAGIONI DI GENERE. Non c'entrano nulla quindi i delitti patrimoniali, le rapine, le eutanasie, le persone con disturbi psichiatrici o incapaci di intendere e di volere, le donne uccise da donne, ecc. Adesso rileggetevi la lista e vedete quanti sono effettivamente femminicidi. Ho fatto il conto: su i 73 citati, sono 37. La metà. Grave, per carità, e orribile. Ma non è certo una "emergenza".

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Faye 7 ora fa
Ma individuare le cause invece che questionare sempre sui numeri? Questo atteggiamento genera l'incomunicabilità tra uomini e donne sull'argomento. Le donne portano statistiche e gli uomini (e per uomini intendo qui la maggioranza, ovvero quelli che non violentano, non picchiano e non uccidono) si limitano a questionare sui numeri o a dire "io non sono violento, quindi che volete da me?". Il problema invece c'è ed è reale. Anche le donne possono essere violente (nessuno ha mai detto il contrario) ma statisticamente, nelle relazioni sentimentali, sono le donne a finire in ospedale e sono le donne a morire. Porre il problema non significa però dividere il mondo in donne sante e uomini orchi. Non è questo il punto.
Gli uomini violenti sono per prima cosa stati figli, e sono pochi i casi in cui l'atteggiamento violento è innato. In qualche modo va imparato e la responsabilità, in grande parte, è anche dei genitori. Quindi anche delle madri che, violente o vittime di violenza a loro volta, non sono in grado di insegnare ai loro figli il rispetto per la persona che un giorno sarà al loro fianco.
Responsabilità di tutti dunque, degli uomini e delle donne (perchè una relazione in cui uno dei due partner è violento, l'altro in qualche modo accetta la violenza e, accettandola, la legittima rendendosi complice di quella stessa violenza di cui è vittima), possiamo interrogarci sui perchè, possiamo cercare soluzioni, invece di stare sempre (inutilmente) sulla difensiva?
Noi non siamo esseri avulsi dal tessuto sociale, siamo le vostre madri, le vostre sorelle, le vostre mogli: preparare un mondo migliore per le donne equivale a prepararne uno migliore anche per voi.
E' così difficile da comprendere?

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GendoIkari 6 ora fa in risposta a Faye
Ma se i numeri sono irrilevanti, perche' il 100% degli articoli fin'ora letti in questa sezione sono sempre e solo sui numeri? Perche' sbandierare le 100 vittime, la cronaca nera, etc... se poi dopo una volta dimostrata la faziosita' di certe affermazioni si fugge in un "contano le cause". OVVIO che contano le cause, e la domanda e': perche' non avete parlato di quelle fin'ora? Perche' non le avete affrontate? Perche' c'e' bisogno di ripetere fino alla nausea che il numero da solo non conta niente, e' fine a se stesso?

Se io fossi blogger di questa sezione, non avrei perso nemmeno un minuto di tempo a parlare di femminicidio legato a presunte statistiche sbagliate, ma avrei affrontato il tema dell'educazione, del sessismo che si trova perfino nei giocattoli d'infanzia, etc...
Ci sono splendide rubriche video su YouTube di femministe americane che non perdono nemmeno un secondo del loro tempo sui numeri stupidi, ma che affrontano gli stereotipi ricorrenti, il sessismo nascosto, e quant'altro. Perche' qui in Italia il femminismo non e' in grado di farlo, apparentemente? Sicuramente non qui, perche'?
E' veramente troppo comodo, dopo che l'unica argomentazione (il numero di donne uccise) presentata viene smontata, correre ai ripari dicendo che non era quella la cosa importante. Siamo assolutamente d'accordo, e questa e' la critica impietosa che in tanti abbiamo sempre fatto. Felici di sapere che pian piano la sezione femminista del FQ si sta evolvendo verso terreni piu' utili e concreti.

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MauroRancati 7 ora fa in risposta a Faye
Capisco il suo punto di vista, e in parte lo condivido anche dato che ho scarsa o nulla simpatia per le gare sui numeri. C'è però un equivoco di fondo nella sua tesi, ovvero che le diatribe sui numeri siano finalizzate a negare l'esistenza del fenomeno. Mi pare, piuttosto, che siano tese a ridimensionare l'intensità dell'allarme sociale che questo desta. Poi capisco perfettamente che suoni tremendamente cinico affermare che 100 omicidi di donne su una popolazione femminile di oltre 30 milioni di persone rappresentino una percentuale trascurabile, perché di trascurabile nella sofferenza umana non c'è nulla; ma se ci si pone sulla strada dell'allarme sociale quotidiano, allora è sui numeri che bisogna ragionare e non sull'emotività; praticando quella strada, solo per fare un esempio, i 10 infanticidi che avvengono ogni anno in Italia rappresentano una percentuale sui nascituri decisamente più elevata, ma nessuno - giustamente - ne parla come di un fenomeno socialmente rilevante bensì come di una drammaticamente fisiologica evenienza. Su cui naturalmente intervenire con strumenti preventivi individuali, non certo con violente campagne stampa contro le donne potenziali infanticide. Lavorerei anche su una più corretta classificazione dei casi, che ad oggi comprendono un numero non trascurabile di situazioni che, anche a voler sposare rigidamente la definizione di femminicidio, con quest'ultimo non c'entrano nulla. Insomma, un pò più di reciproca onestà nel leggere il fenomeno, soprattutto se si è realmente interessati a risolverlo e non semplicemente a scrivere articoli a getto continuo, non guasterebbe.

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S.F 8 ora fa
Ripropongo qua una domanda che feci in un incontro antiviolenza organizzato dalla casa della donna di una città toscana (domanda che in sostanza mi fece cacciare a pedate, alla faccia della tanto invocata parità)
Perché si deve specificare, sottolineare, quando la violenza è perpetrata da un uomo su una donna? In quel caso la violenza è più grave di quando una donna si accanisce contro un'altra donna? Se poi un uomo uccide non una donna ma un altro maschietto è meno grave?
Il concetto stesso di femminicidio è una fesseria. Bisogna combattere con tutte le forze una strisciante cultura della violenza, non creare categorie o classifiche delle possibili vittime.
Se uccidi un uomo 10 punti, se è una donna 30 punti, se poi è un bambino, 50 punti e giro gratis!!
Perché non si può dire Homo Sapiens Sapiens uccide altro rappresentante della sua specie, aggravante dei futili motivi?

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Spectre 7 ora fa in risposta a S.F
Beh, non è il massimo come domanda dai. La gravità consiste nel fatto che c'è evidente disparità tra le forze in campo, perché è ovvio e naturale che l'uomo è fisicamente molto più forte della donna. Di conseguenza c'è l'aggravante della vigliaccheria e del senso di possesso, perché certi uomini percepiscono la partner o parente o amica come una proprietà ("Tanto non può difendersi, e se ci prova la massacro"). L'omicidio in sè è terribile sempre e comunque, ma diventa ancora più antipatico quando ci si accanisce contro qualcuno che è indifeso o quasi. Per intenderci: se io vedo per strada due uomini che se le danno di santa ragione cerco di dividerli o chiamo le forze dell'ordine. Se vedo un uomo che picchia una donna cerco di prenderlo a calci nel sedere, se non è il doppio di me, dopo chiamo le forze dell'ordine (ammesso di essere ancora in grado di chiamarle...). O la stessa cosa farei se vedessi 4 uomini picchiare uno solo, sono casi in cui non c'è parità di forze, ma solo vigliaccheria. Siamo poi d'accordo che bisogna combattere sempre e comunque la cultura della violenza, ma è evidente che è anche necessario salvaguardare i soggetti più deboli e indifesi (vedi la legge sullo stalking che è studiata principalmente per loro. Hai mai sentito di una donna che tormenta un uomo? Sarà magari pure successo, ma sicuramente si tratta di un caso su 10.000).

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korallox 2 ora fa in risposta a Spectre
quindi se uccido un palestrato, mi toccano le attenuanti?

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Psicopompo 8 ora fa
Non si può, comunque, negare che quello della violenza fisica maschile nei confronti dell'altro sesso sia un fenomeno peculiare che, sia sociologicamente che criminologicamente, meriti di essere affrontato, ai fini di una sua riduzione, con modalità altrettanto peculiari. E' semplicistico affermare che sono omicidi come tutti gli altri, perché non esistono "omicidi come tutti gli altri"!
Gli omicidi di mafia si contrastano in modo diverso rispetto a quelli di un serial killer e questi ultimi con modalità differenti rispetto a quelli terroristici, interni od internazionali.
Il termine femminicidio è sicuramente brutto ma l'errore, da parte di molte pseudofemministe, sta nell'usarlo come una clava contro i maschi per punirli di tutte le colpe che ad essi imputano ma, che nulla hanno a che vedere con il fenomeno specifico.

P.S.-Se proprio il fenomeno si deve etichettare io propongo il termine muliericidio, per me un po' più elegante, se può essere elegante un termine che descrive uccisioni violente.

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Cauannos Rolando 8 ora fa in risposta a Psicopompo
Non solo: accade che le "femministe" infilano nei casi di femminicidio di tutto di piu' tipo liti per patrimonio o eredita', come e' gia' successo, oltre a casi ambigui, ad esempio quello di un cliente che litiga con una prostituta per il compenso.

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SonQuiPerCaso 8 ora fa
Concordo: il vero nocciolo sono le motivazioni e le condizioni in cui avviene la violenza sulla donna (dall'umiliazione all'omicidio), regolarmente eluse dai sostenitori che il "femminicidio" non esiste.

E' veramente spiacevole poi che un dibattito su un fenomeno che purtroppo caratterizza la nostra società sia svilito a "ciance" o "ciarle". Questo mi ricorda lo stesso atteggiamento di chi sminuisce gli episodi di violenza in cui la donna è vittima, cercando di farli rientrare in una dinamica criminale comune, paragonandoli a reati di natura differente, come gli omicidi per rapina, o addirittura le morti sul lavoro: fatti certamente gravi, ma che esulano dal discorso (per non dire la forzatura di collegare la violenza sulle donne alle presunte ingiustizie subite dall'uomo nei dibattimenti processuali su questioni di diritto di famiglia). Affibbiare l'etichetta di "ciance" o "ciarle" non mi sembra infine un segno di grande rispetto per la materia e per i valori in gioco, nonché per i personaggi a vario titolo coinvolti (vittime o "difensori").

P.S. Elena ha parlato di "una battaglia tra falangi ideologicamente armate. Da una parte i maschi, dall’altra le femmine". Questa è l'unica parte su cui non concordo: infatti i maschi come me (e non siamo pochi) sono a fianco delle donne in questa "battaglia".

(Modificato dall'autore 8 ora fa)
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camillobenso
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Re: Pianeta donna....

Messaggio da camillobenso »

Sociologia
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


La sociologia è la scienza sociale che studia i fenomeni della società umana,[1] indagando i loro effetti e le loro cause, in rapporto con l'individuo e il gruppo sociale. Un'altra definizione, più restrittiva, definisce la sociologia come lo studio scientifico della società.[2]

Altre definizioni storiche includono quella di Auguste Comte, che la definisce uno strumento di azione sociale, quella di Émile Durkheim, cioè la scienza dei fatti e dei rapporti sociali,[3] infine quella di Max Weber, scienza che punta alla comprensione interpretativa dell'azione sociale.[4]


Aree di studio [modifica]

« La società è come un'onda. L'onda si muove in avanti, ma resta immobile la massa d'acqua di cui essa è composta. La stessa particella non s'innalza dal fondo fino alla cima. La sua unità è solo fenomenica. »
(Ralph Waldo Emerson, Fiducia in se stessi)
La sociologia è una scienza emersa nel XIX secolo come risposta accademica ai cambiamenti della modernità: quanto più il mondo diventava piccolo ed integrato, tanto più l'esperienza delle persone del mondo diveniva parcellizzata e dispersiva. I sociologi speravano non solo di capire che cosa univa i gruppi sociali, ma anche di sviluppare un "antidoto" alla disgregazione sociale.

I temi principali dell'epoca, definiti quelli della sociologia classica includono la ricerca su aspetti macrostrutturali, come sistema sociale, funzione, classe sociale, genere, le classi e le norme sociali. Lo studio delle istituzioni diventa anch'esso tema fondamentale, soprattutto quello della famiglia e della scuola, per poi passare ai problemi della società stessa, come la devianza, il crimine (poi articolatasi in criminologia), l'immigrazione, il divorzio, l'integrazione sociale, e l'ordine e la legge,[2] studiando parallelamente le interazioni personali piuttosto che esclusivamente fenomeni su larga scala.

La sociologia moderna, anche dopo lo sviluppo della metodologia della ricerca sociale, del metodo quantitativo e metodo qualitativo, si è interessata dei diversi aspetti della vita quotidiana, soprattutto delle istituzioni, e di come essi riescano ad influenzare la nostra società. Per questo motivo sono nate diverse sottodiscipline autonome, come sociologia del lavoro, sociologia dell'arte e della cultura o sociologia dello sport, che ne studiano l'influenza verso l'individuo.[1]

Cenni storici [modifica]

La sociologia è una scienza relativamente nuova rispetto ad altre scienze sociali, comprese economia, scienza della politica, scienze etnoantropologiche, psicologia.

Alcuni considerano Ibn Khaldun (1332-1406) il precursore della sociologia, poiché nel suo Muqaddimah (poi tradotto come Prolegomeni in latino), l'introduzione di sette volumi di analisi della storia universale, è stato forse il primo ad avanzare ragionamenti di filosofia sociale e scienze sociali nella formulazione di teorie sulla coesione e sul conflitto sociale.[5][6][7][8][9][10]

Il termine "sociologia" fu però coniato da Auguste Comte, che sperava di unificare tutti gli studi sull'uomo, includendo storia, psicologia ed economia. Il suo schema sociologico era tipico del XVIII secolo: egli credeva che l'esistenza umana passasse sempre attraverso le stesse distinte tappe storiche e che, comprendendone la progressione, si potessero individuare i rimedi per i problemi della società. Tuttavia, la sociologia ha le sue origini nella filosofia politica e sociale di Platone e Aristotele, fino a Hobbes, Machiavelli, Rousseau, Hegel, Tocqueville ed Emerson.

L'Illuminismo può essere considerato il periodo storico di partenza per lo sviluppo delle discipline fondanti sulla "ragione" e sul pensiero dell'esistenza, insite nella natura dell'uomo, una razionalità oscurata dalla società e dalle religioni. Montesquieu (1689-1756) fu uno dei precursori per l'indagine delle condizioni sociali, delle leggi e dei costumi di modelli sociali differenti, come quelli francesi e persiani del suo tempo. Certamente, né lui e nemmeno Rousseau (1712-1778) furono sociologi, però anticiparono alcune analisi sociali riguardanti tematiche che in seguito i sociologi stimeranno importanti, come per esempio il tema della disuguaglianza, della stratificazione e della proprietà privata. Turgot (1727-1781) sostituirà, per primo, l'origine della causa dei fenomeni, fino ad allora ricercata nell'ambito del sovrannaturale, con l'indagine fatta esclusivamente nell'ambito nella natura.

Pur essendo un economista, furono rilevanti le influenze indirette di Adam Smith (1723-1790) sulla sociologia: basti pensare, tra le tante, l'analisi sulla divisione del lavoro, gli studi sulla proprietà privata e l'idea dei benefici sociali della concorrenza. Adam Ferguson (1723-1816) fu uno dei primi sociologi ad evidenziare, invece, i lati negativi indotti dalle attività ripetitive, mentre John Millar (1735-1801) anticipò alcuni punti fermi dell'analisi marxista sul rapporto tra attività produttive e idee. Sismonde De Sismondi (1773-1842) intuì prima ancora di Marx le antitesi dello sviluppo capitalistico.

In realtà, la sociologia non superò le altre scienze sociali ma divenne una di queste, con i suoi propri oggetti, argomenti e metodi. Oggi la sociologia studia le organizzazioni umane e le istituzioni, utilizzando largamente il metodo comparativo. La disciplina si è applicata in particolare alle società industriali complesse.


Metodologia [modifica]



Émile Durkheim
Spesso i sociologi la utilizzano nella ricerca sociale per descrivere le relazioni sociali mediante modelli e sviluppare schemi interpretativi che possano aiutare a prevedere i cambiamenti sociali e le risposte ad essi. Altre branche della sociologia ritengono che i metodi qualitativi, come interviste tematiche, gruppi di discussione e metodi etnografici, permettano una migliore comprensione dei processi sociali.

La sociologia è essenzialmente una scienza applicata, anche se la sua vicinanza con la filosofia mantiene al suo interno un vasto dibattito teorico simile a quello specifico delle scienze filosofiche. Sotto questo aspetto possiamo dividere la sociologia in due parti, naturalmente e fortemente interconnesse: una parte formata soprattutto di grandi teorie che hanno lo scopo di creare modelli macro di spiegazione della società, modelli eminentemente teorici che nascono però come grandi sintesi teoriche di osservazioni della realtà sociale; un'altra parte costituita da studi maggiormente focalizzati su fenomeni sociali circoscritti per tempo e luogo.

Questa seconda parte rappresenta la porzione applicativa della sociologia, quella che maggiormente la avvicina alle scienze naturali ma soprattutto quella che ha prodotto, necessitando però di una "cassetta degli attrezzi" che le permetta di osservare e rilevare la realtà dei fenomeni che intende studiare. È in questo ambito che si sviluppa, come metalinguaggio, la metodologia, che, in questa accezione, più che delle scienze sociali in genere possiamo chiamare della ricerca sociale. La sociologia come scienza ha come oggetto fenomeni osservabili, ed ha quindi necessità di un metodo che sostenga l'osservazione del reale da parte dello scienziato, e di strumenti che gli permettano questa osservazione. Il metodo, pur con importanti distinguo (si veda, ad esempio, la tematica della specificità del metodo delle scienze storico-sociali in Max Weber) ricalca quello delle scienze naturali, con l'importante questione dell'appartenenza dello scienziato allo stesso oggetto da lui studiato (la società), le tecniche, molteplici ed in continua evoluzione, si evolvono allo scopo di rendere osservabili, rilevabili e misurabili i fenomeni sociali oggetto dello sguardo del sociologo. Brevemente, in questa tensione verso l'osservazione peculiare della sociologia, le informazioni che vengono rilevate dagli strumenti sono sempre il frutto di una relazione sociale tra l'osservatore e l'osservato, il che rende particolarmente difficile ed insidiosa l'attività di osservazione e la validità dello strumento, poiché non soltanto le caratteristiche dello strumento in sé ma anche il contesto in cui avviene l'osservazione possono influire sulla "robustezza" informativa e sulla aderenza alla realtà di quanto viene rilevato e registrato, e infine utilizzato per cercare di descrivere e comprendere il fenomeno osservato.

Sotto questo aspetto le tecniche di osservazione si possono dividere in due grandi famiglie:

quelle che producono matrici di dati, che possono a loro volta essere analizzate con tecniche statistiche e che, alla fine, producono numeri, tabelle e grafici;
quelle che producono racconti e testi, che possono essere analizzati non con mezzi statistici (anche se vi sono molteplici tentativi in questo versante) ma con mezzi ermeneutici come l'analisi del testo e del contenuto.
L'esempio emblematico degli strumenti del primo tipo è il questionario, usato nei sondaggi e nei censimenti, esempi paradigmatici degli strumenti del secondo tipo sono il colloquio, il racconto biografico e l'osservazione.


Principali modelli teorici [modifica]

Funzionalismo
Strutturalismo
Teorie dialettiche
Teorie dell'agire sociale e Interazionismo simbolico
Teorie dell'agire comunicativo
Sociologia relazionale
Teorie sistemiche
Teorie della scelta razionale
Sottodiscipline [modifica]

Sociologia clinica
Sociologia visuale
Sociologia criminale
Sociologia dell'alimentazione
Sociologia della conoscenza
Sociologia dell'arte e della cultura
Sociologia dei processi culturali
Socioanalisi
Sociologia dei gruppi
Sociologia del diritto
Sociologia del disastro
Sociologia dell'ambiente
Sociologia della leadership
Sociologia dei consumi
Sociologia dei costumi, sociologia della moda
Sociologia dell'educazione
Sociologia del genere e delle differenze di genere
Sociologia delle migrazioni
Sociologia militare
Sociologia dello sviluppo
Sociologia dell'organizzazione
Sociologia della formazione
Sociologia economica o dei processi economici
Sociologia del lavoro, sociologia dell'industria
Sociologia della medicina
Sociologia urbana e rurale
Sociologia relazionale
Sociologia della religione
Sociologia della famiglia
Sociologia della comunicazione, sociologia delle comunicazioni di massa, sociologia dei media
Sociologia della globalizzazione
Sociologia dell'informazione
Sociologia della musica
Sociologia della scienza
Sociologia della devianza e del mutamento sociale
Analisi di reti sociali
Sociologia delle relazioni etniche
Sociologia delle relazioni internazionali
Sociologia politica
Sociologia storica
Metodologia delle scienze sociali, metodologia della ricerca sociale
Esempi di parole chiave [modifica]

Ambiente
Anomia
Azione sociale
Classe sociale
Comunicazione
Comunità
Cultura
Devianza
Generazione
Genere
Identità
Istituzione
Mobilità sociale
Morfologia sociale
Movimento
Mutamento sociale
Privazione
Rituale
Ruolo
Secolarizzazione
Socializzazione
Storie di vita
Turismo
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