Pianeta donna....
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Re: Pianeta donna....
Da Wikipedia
Silvio Berlusconi
………………Ha iniziato la sua attività imprenditoriale nel campo dell'edilizia. Nel 1975 ha fondato la società finanziaria Fininvest e nel 1993 la società di produzione multimediale Mediaset.
Nell'ottobre dello stesso anno ha lanciato il movimento politico di centro-destra Forza Italia,[1] strutturatosi nel gennaio successivo[2] e confluito nel 2008 ne Il Popolo della Libertà.[3]
Edilizia
Dopo le prime saltuarie esperienze lavorative giovanili come cantante e intrattenitore sulle navi da crociera insieme all'amico Fedele Confalonieri[14] e come venditore porta a porta di scope elettriche insieme all'amico Guido Possa,[15]iniziò l'attività di agente immobiliare[16] e, nel 1961, fondò la Cantieri Riuniti Milanesi Srl insieme al costruttore Pietro Canali. Il primo acquisto immobiliare fu un terreno in via Alciati a Milano, per 190 milioni di lire, grazie alla fideiussione del banchiere Carlo Rasini (titolare e cofondatore della Banca Rasini, nella quale lavorava il padre di Silvio).[17]
Nel 1963 fonda la Edilnord Sas, in cui è socio d'opera accomandatario, mentre Carlo Rasini e il commercialista svizzeroCarlo Rezzonico sono soci accomandanti. In quest'azienda, Carlo Rezzonico fornisce i capitali attraverso la finanziariaFinanzierungsgesellschaft für Residenzen AG di Lugano.[18][19] Gli anonimi capitali della finanziaria svizzera vengono in parte depositati presso l'International Bank di Zurigo e pervengono alla Edilnord attraverso la Banca Rasini.[senza fonte]
Nel 1964, l'azienda di Berlusconi apre un cantiere a Brugherio per edificare una città modello da 4.000 abitanti. I primicondomini sono pronti già nel 1965, ma non si vendono con facilità.[20]
Nel 1968 nasce la Edilnord Sas di Lidia Borsani e C. (la Borsani è cugina di Berlusconi), generalmente chiamata Edilnord 2, che acquista 712 000 m² di terreni nel comune di Segrate, dove sorgerà Milano Due, a seguito alla dichiarazione del1971 con cui il consiglio dei Lavori Pubblici dichiara ufficialmente residenziale il suolo ed a seguito della concessione delle licenze edilizie da parte del comune di Segrate. La vicenda con cui ottenne a Roma il cambio di talune rotte aeree dell'aeroporto di Linate - le cui intollerabili onde sonore, superiori a 100 decibel, rendevano arrischiato l'investimento e difficoltosa la vendita degli appartamenti - fu ricostruita da Camilla Cederna come frutto di un'intensa attività di lobbying presso i Ministeri competenti.[21]
^^^
Questa è la versione ufficiale. In realtà la storia è differente, ed ovviamente non può essere pubblicata su Wikipedia.
Quando
Banca Rasini
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
.
La Banca Rasini era una piccola banca milanese, nata negli anni cinquanta ed inglobata nella Banca Popolare di Lodi nel 1992.
Il motivo principale della sua fama è che tra i suoi clienti principali si annoveravano i criminali Pippo Calò, Totò Riina, Bernardo Provenzano (al tempo, uomini guida della Mafia) e l'imprenditore e uomo politico Silvio Berlusconi, il cui padre Luigi Berlusconi vi lavorava come funzionario.
Le dichiarazioni di Michele Sindona sulla Banca Rasini la fanno citare più volte da Nick Tosches, un giornalista del The New York Times, nel suo libro I misteri di Sindona, e l'hanno resa nota tra gli studiosi internazionali che si occupano della storia della Mafia italiana.
Storia [modifica]
La "Banca Rasini Sas di Rasini, Ressi & C." viene fondata all'inizio degli anni cinquanta dai milanesi Carlo Rasini, Gian Angelo Rasini, Enrico Ressi, Giovanni Locatelli, Angela Maria Rivolta e Giuseppe Azzaretto.
Il capitale iniziale è di 100 milioni di lire. Sin dalle sue origini la banca è un punto di incontro di capitali lombardi (principalmente quelli della nobile famiglia milanese dei Rasini, proprietaria del feudo di Buccinasco) e palermitani (quelli provenienti da Giuseppe Azzaretto, uomo di fiducia di Giulio Andreotti in Sicilia).[1]
Nel 1970 Dario Azzaretto, figlio di Giuseppe, diviene socio della banca.
Sempre nel 1970, il procuratore della banca Luigi Berlusconi (padre di Silvio Berlusconi) ratifica un'operazione destinata ad avere un peso nella storia della Rasini: la banca acquisisce una quota della Brittener Anstalt, una società di Nassau legata alla Cisalpina Overseas Nassau Bank, nel cui consiglio d'amministrazione figurano nomi destinati a divenire famosi, come
Roberto Calvi,
Licio Gelli,
Michele Sindona e
monsignor Paul Marcinkus.
Nel 1973 la Banca Rasini diviene una S.p.a., ed il controllo passa dai Rasini agli Azzaretto. Il Consiglio di Amministrazione della Banca Rasini S.p.a. è costituito da Dario e Giuseppe Azzaretto, Mario Ungaro (avvocato romano e noto amico di Michele Sindona e Giulio Andreotti), Rosolino Baldani e Carlo Rasini.[1]
Ma nel 1974, nonostante l'ottima situazione finanziaria della Banca Rasini (che nell'ultimo anno aveva guadagnato oltre un quarto del suo capitale), Carlo Rasini lascia la banca fondata dalla sua famiglia, dimettendosi anche dal ruolo di consigliere.
Secondo gli analisti, le ragioni delle dimissioni di Carlo Rasini sono da cercarsi nella sua mancanza di fiducia verso il resto del Consiglio di Amministrazione, e degli Azzaretto in particolare.
Sempre nel 1974, Antonio Vecchione diviene Direttore Generale, ed in soli dieci anni il valore della banca esplode, passando dal miliardo di lire nel 1974 al valore stimato di circa 40 miliardi di lire nel 1984.
Il 15 febbraio 1983 la Banca Rasini sale agli onori della cronaca, per via dell'"Operazione San Valentino".
La polizia milanese effettua una retata contro gli esponenti di Cosa Nostra a Milano, e tra gli arrestati figurano numerosi clienti della Banca Rasini, tra cui Luigi Monti, Antonio Virgilio e Robertino Enea.
Si scopre che tra i correntisti miliardari della Rasini vi sono Totò Riina e Bernardo Provenzano.
Anche il direttore Vecchione e parte dei vertici della banca vengono processati e condannati, in quanto emerge il ruolo della Banca Rasini come strumento per il riciclaggio dei soldi della criminalità organizzata.
Dopo il 1983, Giuseppe Azzaretto cede la banca a Nino Rovelli. Nino Rovelli è un imprenditore (noto soprattutto per la vicenda Imi-Sir) e non ha esperienza nel settore bancario.
Nelle inchieste tuttora in corso sulla Banca Rasini, Nino Rovelli è spesso considerato un uomo che ha coperto la vera dirigenza della banca fino al 1992.
Tuttavia, non esistono evidenze al riguardo, né ipotesi sui nomi dei veri amministratori della Banca.
Nel 1992 la Banca Rasini viene inglobata nella Banca Popolare di Lodi, ma è solo nel 1998 che la Procura di Palermo mette sotto sequestro tutti gli archivi della banca.
I giudici di Palermo, anche a seguito delle rivelazioni di Michele Sindona (intervista del 1985 ad un giornalista americano, Nick Tosches) e di altri "pentiti", indicano la stessa banca Rasini come coinvolta nel riciclaggio di denaro di provenienza mafiosa.
Tra i correntisti della banca figurava anche Vittorio Mangano, il mafioso che lavorò nella villa di Silvio Berlusconi dal 1973 al 1975.
Legami con la mafia [modifica]
La Banca Rasini deve la sua fama tra gli studiosi della storia d'Italia, soprattutto alle dichiarazioni di Michele Sindona del 1984.
Quando il giornalista del New York Times, Nick Tosches, chiese a Sindona (poco prima della misteriosa morte di quest'ultimo): «Quali sono le banche usate dalla mafia?».
Sindona rispose: «In Sicilia il Banco di Sicilia, a volte. A Milano una piccola banca in Piazza dei Mercanti».
^^^^^^^^^
NB.
Negli anni ’70, a Sesto San Giovanni, in Viale Marelli apre, quasi di fronte all’edificio della posta centrale una filiale del Banco di Sicilia. Non erano quelli gli anni dell’esplosione degli istituti di credito come avviene ora che sembra di stare a Zurigo. Diventava quindi evidente chiedersi cosa ci faceva alla periferia di Milano una filiale del banco di Sicilia. Bastava essere malfidenti come il sottoscritto per tirare le conclusioni e fare 2 + 2.
Questa nota offre una tangibile prova che al Banco di Sicilia convenisse aprire una filiale nell’immediata periferia milanese a soli 500 m dalla fermata Sesto Marelli della MM e 500 m dalla fermata Sesto Rondò, in territorio limitrofo alla capitale lombarda. Un luogo che non richiamasse l’attenzione di chi si occupasse di Mafia SpA a Milano.
^^^
In effetti, le indagini successive alla retata dell'Operazione San Valentino dimostrarono ampiamente il ruolo della Banca Rasini nel riciclaggio dei soldi della mafia, ed i contatti dell'istituto coi più alti vertici mafiosi.
Il Commissario di Polizia Calogero Germanà ha ipotizzato che l'istituto, al pari della Banca Sicula di Trapani, fosse uno dei centri per il riciclaggio del denaro sporco di Cosa Nostra. [2]
Legami con la famiglia Berlusconi [modifica]
Tra i personaggi famosi con cui la Banca Rasini ebbe dei legami va citato l'imprenditore e uomo politico Silvio Berlusconi.
Il padre di Silvio Berlusconi, Luigi Berlusconi fu prima un impiegato alla Rasini, quindi procuratore con diritto di firma, ed infine assunse un ruolo direttivo all'interno della stessa[3].
La Banca Rasini, e Carlo Rasini in particolare, furono i primi finanziatori di Silvio Berlusconi all'inizio della sua carriera imprenditoriale.
Silvio e suo fratello Paolo Berlusconi avevano un conto corrente alla Rasini, così come numerose società svizzere che possedevano parte della Edilnord, la prima compagnia edile con cui Silvio Berlusconi iniziò a costruire la sua fortuna.
La Banca Rasini risulta anche nella lista di banche ed istituti di credito che gestirono il passaggio dei finanziamenti di 113 miliardi di lire (equivalenti ad oltre 300 milioni di euro nel 2006) che ricevette la Fininvest, il gruppo finanziario e televisivo di Berlusconi, tra il 1978 ed il 1983.
Il giornale inglese The Economist cita ripetutamente la Banca Rasini nel suo noto reportage su Silvio Berlusconi[4], sottolineando che Berlusconi ha effettuato transazioni illecite per mezzo della banca.
È stato infatti accertato che Silvio Berlusconi ha registrato presso la banca ventitré holding come negozi di parrucchiere ed estetista.
Anche per fare chiarezza su questi fatti nel 1998 l'archivio della banca è stato messo sotto sequestro.
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
NB
Silvio e suo fratello Paolo Berlusconi avevano un conto corrente alla Rasini, così come numerose società svizzere che possedevano parte della Edilnord, la prima compagnia edile con cui Silvio Berlusconi iniziò a costruire la sua fortuna.
****
Così spiega in modo sbrigativo Wikipedia.
In realtà la Mafia Siciliana SpA dopo un periodo di riciclaggio al Nord, decise di iniziare anche da queste parti il sistema di investimenti piuttosto proficuo che gli aveva consentito di fare il salto di qualità in Sicilia. Investire nell’edilizia.
Ovvio che la Mafia Spa non fa mai direttamente queste operazioni per ragioni evidenti. Ed è per questo motivo che rende partecipe delle sue intenzioni il direttore Luigi Berlusconi, che non esiterà a proporre come “prestanome” il figlio Silvio.
Quelle che Wikipedia definisce:
“numerose società svizzere che possedevano parte della Edilnord”
In realtà si trattava di società svizzere della benemerita “Mafia SpA”
Sempre Wikipedia tratta così l’argomento per quanto riguarda Silvio Berlusconi:
Aspetti controversi dell'attività edilizia: i finanziamenti di origine ignota
Per avviare la sua attività imprenditoriale nel 1961 nel campo dell'edilizia Berlusconi ottenne una fideiussione dalla Banca Rasini, indicata da Michele Sindona e in diversi documenti della magistratura come la principale banca usata dalla mafianel nord Italia per il riciclaggio di denaro sporco e fra i cui clienti si potevano elencare Totò Riina, Bernardo Provenzano ePippo Calò.[29] Nella società fondata da lui e Pietro Canali impegnò 30 milioni di lire, provenienti, secondo quanto da lui affermato, dalla liquidazione anticipata di suo padre Luigi, procuratore della Banca Rasini. Il resto venne da una fideiussione fornita dalla stessa banca.[30
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Secondo la rivista americana Forbes, con un patrimonio personale stimato in 5,9 miliardi di dollari USA Berlusconi è, nel 2012, il sesto uomo più ricco d'Italia e il 169º più ricco del mondo.[5]
^^^^^^^^
NB
Berlusconi, secondo questi dati, dovrebbe essere rimesso immediatamente sulla poltrona di Palazzo Chigi, perché trattasi di vero mago della finanza.
Nel 1992 è alla canna del gas con oltre 7100 miliardi di lire in rosso. Tra debiti finanziari e commerciali.
Ora, qualcuno dovrà pur spiegare come un mago di questo livello abbia saputo tramutare una situazione debitoria di quel livello per poi diventare il sesto uomo più ricco d'Italia e il 169º più ricco del mondo.
Subito santo, subito a Palazzo Chigi per salvare l’Italia. Altro che il principiante Monti.
*****
Vittorio Mangano
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vittorio Mangano (Palermo, 18 agosto 1940 – Palermo, 23 luglio 2000) è stato uncriminale italiano pluriomicida legato a Cosa Nostra conosciuto - attraverso le cronache giornalistiche che hanno seguito le vicende processuali che lo hanno visto coinvolto - con il soprannome de "lo stalliere di Arcore", data l'attività che svolgeva presso la villa brianzola di Silvio Berlusconi.
Fu definito da Paolo Borsellino una delle "teste di ponte dell'organizzazione mafiosa nel Nord Italia"[1][2].
Biografia [modifica]
Nel 1957 abbandonò gli studi al terzo anno di istituto tecnico industriale; nel 1964 si sposò ed ebbe la prima figlia (la seconda nel 1967). Dal 1965 in poi entrò nelle cronache giudiziarie. Cinque anni prima di trasferirsi a Milano subì tre arresti e vari procedimenti penali per truffa, emissione di assegni a vuoto, ricettazione, lesioni volontarie, tentata estorsione; subisce le prime condanne[3]: per assegni a vuoto dalla Pretura di Milano (15 giorni di reclusione), per truffa dalla Corte d'appello di Palermo (1 anno e 4 mesi; pena condonata).[4]
Nel 1973 tramite Marcello Dell'Utri che l'aveva conosciuto anni prima venne assunto come "stalliere", con funzioni di amministratore, nella villa di Arcore di Silvio Berlusconi, nella quale visse e lavorò fino al 1975. La Procura della Repubblica di Palermo sostiene che Dell'Utri era a conoscenza dei precedenti penali di Mangano. Al tempo in cui Dell'Utri, infatti, lasciò l'impiego in banca per diventare collaboratore di Berlusconi, e successivamente chiamò Mangano ad Arcore, la locale stazione dei Carabinieri ricevette un'informativa dai carabinieri palermitani che segnalava Mangano quale persona con precedenti giudiziari e Dell'Utri quale persona che ne era informata.[5]
Secondo Marco Travaglio, Mangano lasciò la villa di Arcore nel 1976 (a dire di Mangano di propria iniziativa), mentre Berlusconi con la famiglia si trasferì prima in Svizzera e poi in Spagna[6]. Lo stesso Berlusconi, in un'intervista al Corriere della Sera rilasciata nel 1994, dirà che "rapporti con la mafia ne ho avuti una volta soltanto, vent'anni fa, quando tentarono di rapire mio figlio Piersilvio, che allora aveva 5 anni: portai la mia famiglia in Spagna, e vissero lì molti mesi" e, in riferimento specifico a Mangano, aggiunse che "è lo stesso uomo che licenziammo non appena scoprimmo che si stava adoperando per organizzare il rapimento di un mio ospite, il principe di Santagata. E fu poco dopo che venne scoperto anche il tentativo di rapire mio figlio"[7].
Il 28 novembre 1986 una bomba esplose nella villa di Berlusconi in via Rovani a Milano, provocando pochi danni con lo sfondamento del cancello esterno. Berlusconi parlando al telefono con Dell'Utri accusò Mangano,[8][9] il quale in realtà si trovava in carcere in Sicilia a scontare una condanna (l'attentato è ascrivibile altresì alla mafia catanese, come risulta dalle dichiarazioni del pentito Antonino Galliano, un affiliato del clan della Noce).[10]
Tommaso Buscetta e Totò Contorno, durante il maxiprocesso di Palermo (1986-1987), lo indicarono come "uomo d'onore" appartenente a Cosa Nostra, nella "famiglia" di Pippo Calò, il capo della "famiglia" di Porta Nuova (della quale aveva fatto parte lo stesso Buscetta). Il mafioso Gaspare Spatuzza, ascoltato il 4 dicembre 2009 come testimone nel processo d'appello a Dell'Utri, descrive Mangano come vero e proprio capo mandamento di Porta Nuova durante gli anni delle stragi del 1992 e 1993.
Il nome di Mangano viene citato per la prima volta dal Procuratore della Repubblica Paolo Borsellino in un'intervista rilasciata il 21 maggio 1992[11] (due mesi prima di essere ucciso nell'attentato di via d'Amelio), riguardante i rapporti tra mafia, affari e politica. Borsellino affermò che Mangano era "uno di quei personaggi che erano i ponti, le teste di pontedell'organizzazione mafiosa nel Nord Italia".[1] [2] Il 19 luglio 2000 Mangano fu condannato in primo grado dalla Corte di Assise di Palermo all'ergastolo per il duplice omicidio di Giuseppe Pecoraro e Giovambattista Romano, quest'ultimo vittima della "lupara bianca" nel gennaio del 1995. Di questo secondo omicidio Mangano sarebbe stato l'esecutore materiale.[12]
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E in un quadro di criminalità organizzata, precedentemente nota prima della sua entrata in Forza Italia, il buon Gaetano Pecorella vuole farci credere di avere avuto un sussulto di coscienza solo dopo il caso Rubi Rompecorazones ???????
Evvabbè cornuti,…….ma anche obbligatoriamente mazziati?????
Silvio Berlusconi
………………Ha iniziato la sua attività imprenditoriale nel campo dell'edilizia. Nel 1975 ha fondato la società finanziaria Fininvest e nel 1993 la società di produzione multimediale Mediaset.
Nell'ottobre dello stesso anno ha lanciato il movimento politico di centro-destra Forza Italia,[1] strutturatosi nel gennaio successivo[2] e confluito nel 2008 ne Il Popolo della Libertà.[3]
Edilizia
Dopo le prime saltuarie esperienze lavorative giovanili come cantante e intrattenitore sulle navi da crociera insieme all'amico Fedele Confalonieri[14] e come venditore porta a porta di scope elettriche insieme all'amico Guido Possa,[15]iniziò l'attività di agente immobiliare[16] e, nel 1961, fondò la Cantieri Riuniti Milanesi Srl insieme al costruttore Pietro Canali. Il primo acquisto immobiliare fu un terreno in via Alciati a Milano, per 190 milioni di lire, grazie alla fideiussione del banchiere Carlo Rasini (titolare e cofondatore della Banca Rasini, nella quale lavorava il padre di Silvio).[17]
Nel 1963 fonda la Edilnord Sas, in cui è socio d'opera accomandatario, mentre Carlo Rasini e il commercialista svizzeroCarlo Rezzonico sono soci accomandanti. In quest'azienda, Carlo Rezzonico fornisce i capitali attraverso la finanziariaFinanzierungsgesellschaft für Residenzen AG di Lugano.[18][19] Gli anonimi capitali della finanziaria svizzera vengono in parte depositati presso l'International Bank di Zurigo e pervengono alla Edilnord attraverso la Banca Rasini.[senza fonte]
Nel 1964, l'azienda di Berlusconi apre un cantiere a Brugherio per edificare una città modello da 4.000 abitanti. I primicondomini sono pronti già nel 1965, ma non si vendono con facilità.[20]
Nel 1968 nasce la Edilnord Sas di Lidia Borsani e C. (la Borsani è cugina di Berlusconi), generalmente chiamata Edilnord 2, che acquista 712 000 m² di terreni nel comune di Segrate, dove sorgerà Milano Due, a seguito alla dichiarazione del1971 con cui il consiglio dei Lavori Pubblici dichiara ufficialmente residenziale il suolo ed a seguito della concessione delle licenze edilizie da parte del comune di Segrate. La vicenda con cui ottenne a Roma il cambio di talune rotte aeree dell'aeroporto di Linate - le cui intollerabili onde sonore, superiori a 100 decibel, rendevano arrischiato l'investimento e difficoltosa la vendita degli appartamenti - fu ricostruita da Camilla Cederna come frutto di un'intensa attività di lobbying presso i Ministeri competenti.[21]
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Questa è la versione ufficiale. In realtà la storia è differente, ed ovviamente non può essere pubblicata su Wikipedia.
Quando
Banca Rasini
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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La Banca Rasini era una piccola banca milanese, nata negli anni cinquanta ed inglobata nella Banca Popolare di Lodi nel 1992.
Il motivo principale della sua fama è che tra i suoi clienti principali si annoveravano i criminali Pippo Calò, Totò Riina, Bernardo Provenzano (al tempo, uomini guida della Mafia) e l'imprenditore e uomo politico Silvio Berlusconi, il cui padre Luigi Berlusconi vi lavorava come funzionario.
Le dichiarazioni di Michele Sindona sulla Banca Rasini la fanno citare più volte da Nick Tosches, un giornalista del The New York Times, nel suo libro I misteri di Sindona, e l'hanno resa nota tra gli studiosi internazionali che si occupano della storia della Mafia italiana.
Storia [modifica]
La "Banca Rasini Sas di Rasini, Ressi & C." viene fondata all'inizio degli anni cinquanta dai milanesi Carlo Rasini, Gian Angelo Rasini, Enrico Ressi, Giovanni Locatelli, Angela Maria Rivolta e Giuseppe Azzaretto.
Il capitale iniziale è di 100 milioni di lire. Sin dalle sue origini la banca è un punto di incontro di capitali lombardi (principalmente quelli della nobile famiglia milanese dei Rasini, proprietaria del feudo di Buccinasco) e palermitani (quelli provenienti da Giuseppe Azzaretto, uomo di fiducia di Giulio Andreotti in Sicilia).[1]
Nel 1970 Dario Azzaretto, figlio di Giuseppe, diviene socio della banca.
Sempre nel 1970, il procuratore della banca Luigi Berlusconi (padre di Silvio Berlusconi) ratifica un'operazione destinata ad avere un peso nella storia della Rasini: la banca acquisisce una quota della Brittener Anstalt, una società di Nassau legata alla Cisalpina Overseas Nassau Bank, nel cui consiglio d'amministrazione figurano nomi destinati a divenire famosi, come
Roberto Calvi,
Licio Gelli,
Michele Sindona e
monsignor Paul Marcinkus.
Nel 1973 la Banca Rasini diviene una S.p.a., ed il controllo passa dai Rasini agli Azzaretto. Il Consiglio di Amministrazione della Banca Rasini S.p.a. è costituito da Dario e Giuseppe Azzaretto, Mario Ungaro (avvocato romano e noto amico di Michele Sindona e Giulio Andreotti), Rosolino Baldani e Carlo Rasini.[1]
Ma nel 1974, nonostante l'ottima situazione finanziaria della Banca Rasini (che nell'ultimo anno aveva guadagnato oltre un quarto del suo capitale), Carlo Rasini lascia la banca fondata dalla sua famiglia, dimettendosi anche dal ruolo di consigliere.
Secondo gli analisti, le ragioni delle dimissioni di Carlo Rasini sono da cercarsi nella sua mancanza di fiducia verso il resto del Consiglio di Amministrazione, e degli Azzaretto in particolare.
Sempre nel 1974, Antonio Vecchione diviene Direttore Generale, ed in soli dieci anni il valore della banca esplode, passando dal miliardo di lire nel 1974 al valore stimato di circa 40 miliardi di lire nel 1984.
Il 15 febbraio 1983 la Banca Rasini sale agli onori della cronaca, per via dell'"Operazione San Valentino".
La polizia milanese effettua una retata contro gli esponenti di Cosa Nostra a Milano, e tra gli arrestati figurano numerosi clienti della Banca Rasini, tra cui Luigi Monti, Antonio Virgilio e Robertino Enea.
Si scopre che tra i correntisti miliardari della Rasini vi sono Totò Riina e Bernardo Provenzano.
Anche il direttore Vecchione e parte dei vertici della banca vengono processati e condannati, in quanto emerge il ruolo della Banca Rasini come strumento per il riciclaggio dei soldi della criminalità organizzata.
Dopo il 1983, Giuseppe Azzaretto cede la banca a Nino Rovelli. Nino Rovelli è un imprenditore (noto soprattutto per la vicenda Imi-Sir) e non ha esperienza nel settore bancario.
Nelle inchieste tuttora in corso sulla Banca Rasini, Nino Rovelli è spesso considerato un uomo che ha coperto la vera dirigenza della banca fino al 1992.
Tuttavia, non esistono evidenze al riguardo, né ipotesi sui nomi dei veri amministratori della Banca.
Nel 1992 la Banca Rasini viene inglobata nella Banca Popolare di Lodi, ma è solo nel 1998 che la Procura di Palermo mette sotto sequestro tutti gli archivi della banca.
I giudici di Palermo, anche a seguito delle rivelazioni di Michele Sindona (intervista del 1985 ad un giornalista americano, Nick Tosches) e di altri "pentiti", indicano la stessa banca Rasini come coinvolta nel riciclaggio di denaro di provenienza mafiosa.
Tra i correntisti della banca figurava anche Vittorio Mangano, il mafioso che lavorò nella villa di Silvio Berlusconi dal 1973 al 1975.
Legami con la mafia [modifica]
La Banca Rasini deve la sua fama tra gli studiosi della storia d'Italia, soprattutto alle dichiarazioni di Michele Sindona del 1984.
Quando il giornalista del New York Times, Nick Tosches, chiese a Sindona (poco prima della misteriosa morte di quest'ultimo): «Quali sono le banche usate dalla mafia?».
Sindona rispose: «In Sicilia il Banco di Sicilia, a volte. A Milano una piccola banca in Piazza dei Mercanti».
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NB.
Negli anni ’70, a Sesto San Giovanni, in Viale Marelli apre, quasi di fronte all’edificio della posta centrale una filiale del Banco di Sicilia. Non erano quelli gli anni dell’esplosione degli istituti di credito come avviene ora che sembra di stare a Zurigo. Diventava quindi evidente chiedersi cosa ci faceva alla periferia di Milano una filiale del banco di Sicilia. Bastava essere malfidenti come il sottoscritto per tirare le conclusioni e fare 2 + 2.
Questa nota offre una tangibile prova che al Banco di Sicilia convenisse aprire una filiale nell’immediata periferia milanese a soli 500 m dalla fermata Sesto Marelli della MM e 500 m dalla fermata Sesto Rondò, in territorio limitrofo alla capitale lombarda. Un luogo che non richiamasse l’attenzione di chi si occupasse di Mafia SpA a Milano.
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In effetti, le indagini successive alla retata dell'Operazione San Valentino dimostrarono ampiamente il ruolo della Banca Rasini nel riciclaggio dei soldi della mafia, ed i contatti dell'istituto coi più alti vertici mafiosi.
Il Commissario di Polizia Calogero Germanà ha ipotizzato che l'istituto, al pari della Banca Sicula di Trapani, fosse uno dei centri per il riciclaggio del denaro sporco di Cosa Nostra. [2]
Legami con la famiglia Berlusconi [modifica]
Tra i personaggi famosi con cui la Banca Rasini ebbe dei legami va citato l'imprenditore e uomo politico Silvio Berlusconi.
Il padre di Silvio Berlusconi, Luigi Berlusconi fu prima un impiegato alla Rasini, quindi procuratore con diritto di firma, ed infine assunse un ruolo direttivo all'interno della stessa[3].
La Banca Rasini, e Carlo Rasini in particolare, furono i primi finanziatori di Silvio Berlusconi all'inizio della sua carriera imprenditoriale.
Silvio e suo fratello Paolo Berlusconi avevano un conto corrente alla Rasini, così come numerose società svizzere che possedevano parte della Edilnord, la prima compagnia edile con cui Silvio Berlusconi iniziò a costruire la sua fortuna.
La Banca Rasini risulta anche nella lista di banche ed istituti di credito che gestirono il passaggio dei finanziamenti di 113 miliardi di lire (equivalenti ad oltre 300 milioni di euro nel 2006) che ricevette la Fininvest, il gruppo finanziario e televisivo di Berlusconi, tra il 1978 ed il 1983.
Il giornale inglese The Economist cita ripetutamente la Banca Rasini nel suo noto reportage su Silvio Berlusconi[4], sottolineando che Berlusconi ha effettuato transazioni illecite per mezzo della banca.
È stato infatti accertato che Silvio Berlusconi ha registrato presso la banca ventitré holding come negozi di parrucchiere ed estetista.
Anche per fare chiarezza su questi fatti nel 1998 l'archivio della banca è stato messo sotto sequestro.
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Silvio e suo fratello Paolo Berlusconi avevano un conto corrente alla Rasini, così come numerose società svizzere che possedevano parte della Edilnord, la prima compagnia edile con cui Silvio Berlusconi iniziò a costruire la sua fortuna.
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Così spiega in modo sbrigativo Wikipedia.
In realtà la Mafia Siciliana SpA dopo un periodo di riciclaggio al Nord, decise di iniziare anche da queste parti il sistema di investimenti piuttosto proficuo che gli aveva consentito di fare il salto di qualità in Sicilia. Investire nell’edilizia.
Ovvio che la Mafia Spa non fa mai direttamente queste operazioni per ragioni evidenti. Ed è per questo motivo che rende partecipe delle sue intenzioni il direttore Luigi Berlusconi, che non esiterà a proporre come “prestanome” il figlio Silvio.
Quelle che Wikipedia definisce:
“numerose società svizzere che possedevano parte della Edilnord”
In realtà si trattava di società svizzere della benemerita “Mafia SpA”
Sempre Wikipedia tratta così l’argomento per quanto riguarda Silvio Berlusconi:
Aspetti controversi dell'attività edilizia: i finanziamenti di origine ignota
Per avviare la sua attività imprenditoriale nel 1961 nel campo dell'edilizia Berlusconi ottenne una fideiussione dalla Banca Rasini, indicata da Michele Sindona e in diversi documenti della magistratura come la principale banca usata dalla mafianel nord Italia per il riciclaggio di denaro sporco e fra i cui clienti si potevano elencare Totò Riina, Bernardo Provenzano ePippo Calò.[29] Nella società fondata da lui e Pietro Canali impegnò 30 milioni di lire, provenienti, secondo quanto da lui affermato, dalla liquidazione anticipata di suo padre Luigi, procuratore della Banca Rasini. Il resto venne da una fideiussione fornita dalla stessa banca.[30
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Secondo la rivista americana Forbes, con un patrimonio personale stimato in 5,9 miliardi di dollari USA Berlusconi è, nel 2012, il sesto uomo più ricco d'Italia e il 169º più ricco del mondo.[5]
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NB
Berlusconi, secondo questi dati, dovrebbe essere rimesso immediatamente sulla poltrona di Palazzo Chigi, perché trattasi di vero mago della finanza.
Nel 1992 è alla canna del gas con oltre 7100 miliardi di lire in rosso. Tra debiti finanziari e commerciali.
Ora, qualcuno dovrà pur spiegare come un mago di questo livello abbia saputo tramutare una situazione debitoria di quel livello per poi diventare il sesto uomo più ricco d'Italia e il 169º più ricco del mondo.
Subito santo, subito a Palazzo Chigi per salvare l’Italia. Altro che il principiante Monti.
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Vittorio Mangano
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vittorio Mangano (Palermo, 18 agosto 1940 – Palermo, 23 luglio 2000) è stato uncriminale italiano pluriomicida legato a Cosa Nostra conosciuto - attraverso le cronache giornalistiche che hanno seguito le vicende processuali che lo hanno visto coinvolto - con il soprannome de "lo stalliere di Arcore", data l'attività che svolgeva presso la villa brianzola di Silvio Berlusconi.
Fu definito da Paolo Borsellino una delle "teste di ponte dell'organizzazione mafiosa nel Nord Italia"[1][2].
Biografia [modifica]
Nel 1957 abbandonò gli studi al terzo anno di istituto tecnico industriale; nel 1964 si sposò ed ebbe la prima figlia (la seconda nel 1967). Dal 1965 in poi entrò nelle cronache giudiziarie. Cinque anni prima di trasferirsi a Milano subì tre arresti e vari procedimenti penali per truffa, emissione di assegni a vuoto, ricettazione, lesioni volontarie, tentata estorsione; subisce le prime condanne[3]: per assegni a vuoto dalla Pretura di Milano (15 giorni di reclusione), per truffa dalla Corte d'appello di Palermo (1 anno e 4 mesi; pena condonata).[4]
Nel 1973 tramite Marcello Dell'Utri che l'aveva conosciuto anni prima venne assunto come "stalliere", con funzioni di amministratore, nella villa di Arcore di Silvio Berlusconi, nella quale visse e lavorò fino al 1975. La Procura della Repubblica di Palermo sostiene che Dell'Utri era a conoscenza dei precedenti penali di Mangano. Al tempo in cui Dell'Utri, infatti, lasciò l'impiego in banca per diventare collaboratore di Berlusconi, e successivamente chiamò Mangano ad Arcore, la locale stazione dei Carabinieri ricevette un'informativa dai carabinieri palermitani che segnalava Mangano quale persona con precedenti giudiziari e Dell'Utri quale persona che ne era informata.[5]
Secondo Marco Travaglio, Mangano lasciò la villa di Arcore nel 1976 (a dire di Mangano di propria iniziativa), mentre Berlusconi con la famiglia si trasferì prima in Svizzera e poi in Spagna[6]. Lo stesso Berlusconi, in un'intervista al Corriere della Sera rilasciata nel 1994, dirà che "rapporti con la mafia ne ho avuti una volta soltanto, vent'anni fa, quando tentarono di rapire mio figlio Piersilvio, che allora aveva 5 anni: portai la mia famiglia in Spagna, e vissero lì molti mesi" e, in riferimento specifico a Mangano, aggiunse che "è lo stesso uomo che licenziammo non appena scoprimmo che si stava adoperando per organizzare il rapimento di un mio ospite, il principe di Santagata. E fu poco dopo che venne scoperto anche il tentativo di rapire mio figlio"[7].
Il 28 novembre 1986 una bomba esplose nella villa di Berlusconi in via Rovani a Milano, provocando pochi danni con lo sfondamento del cancello esterno. Berlusconi parlando al telefono con Dell'Utri accusò Mangano,[8][9] il quale in realtà si trovava in carcere in Sicilia a scontare una condanna (l'attentato è ascrivibile altresì alla mafia catanese, come risulta dalle dichiarazioni del pentito Antonino Galliano, un affiliato del clan della Noce).[10]
Tommaso Buscetta e Totò Contorno, durante il maxiprocesso di Palermo (1986-1987), lo indicarono come "uomo d'onore" appartenente a Cosa Nostra, nella "famiglia" di Pippo Calò, il capo della "famiglia" di Porta Nuova (della quale aveva fatto parte lo stesso Buscetta). Il mafioso Gaspare Spatuzza, ascoltato il 4 dicembre 2009 come testimone nel processo d'appello a Dell'Utri, descrive Mangano come vero e proprio capo mandamento di Porta Nuova durante gli anni delle stragi del 1992 e 1993.
Il nome di Mangano viene citato per la prima volta dal Procuratore della Repubblica Paolo Borsellino in un'intervista rilasciata il 21 maggio 1992[11] (due mesi prima di essere ucciso nell'attentato di via d'Amelio), riguardante i rapporti tra mafia, affari e politica. Borsellino affermò che Mangano era "uno di quei personaggi che erano i ponti, le teste di pontedell'organizzazione mafiosa nel Nord Italia".[1] [2] Il 19 luglio 2000 Mangano fu condannato in primo grado dalla Corte di Assise di Palermo all'ergastolo per il duplice omicidio di Giuseppe Pecoraro e Giovambattista Romano, quest'ultimo vittima della "lupara bianca" nel gennaio del 1995. Di questo secondo omicidio Mangano sarebbe stato l'esecutore materiale.[12]
****************************************************+
E in un quadro di criminalità organizzata, precedentemente nota prima della sua entrata in Forza Italia, il buon Gaetano Pecorella vuole farci credere di avere avuto un sussulto di coscienza solo dopo il caso Rubi Rompecorazones ???????
Evvabbè cornuti,…….ma anche obbligatoriamente mazziati?????
Re: Pianeta donna....
da il post .it
Janell Burley Hofmann vive a Cape Code (Massachusetts, Stati Uniti) con marito e cinque figli. Si occupa di programmi per migliorare i rapporti famigliari e tiene un proprio blog personale, i cui post sono anche pubblicati sull’Huffington Post. Per Natale ha deciso di regalare un iPhone al figlio tredicenne Gregory. Il regalo però era accompagnato da un vero e proprio contratto di 18 punti che il figlio ha dovuto sottoscrivere per ricevere e potere utilizzare lo smartphone. La lettera, scritta in modo simile ai veri contratti di licenza d’uso di Apple, contiene alcuni punti piuttosto severi e tassativi (gli orari di utilizzo, la consegna notturna ai genitori, il divieto di cercare contenuti porno), ma è per il resto un invito a usare il nuovo telefono in modo responsabile e intelligente, senza dipendenza. Il testo originale, che abbiamo tradotto qui di seguito, si trova sul blog di Hofmann.
Caro Gregory,
Buon Natale! Sei ora il fiero possessore di un iPhone. Accidenti! Sei un ragazzo di 13 anni bravo e responsabile e ti meriti questo regalo. Ma il regalo comprende alcune regole. Leggi bene il seguente contratto. Spero tu capisca che il mio compito è crescerti in modo che tu possa diventare un uomo sano ed equilibrato, che sa stare al mondo e coesistere con la tecnologia, ma non esserne dominato. Se non rispetterai queste regole metterò fine alla tua condizione di proprietario del telefono.
Ti voglio bene e non vedo l’ora di scambiare con te milioni di messaggi nei giorni a venire.
1. Il telefono è mio. L’ho comprato io. L’ho pagato io. In sostanza te lo sto prestando. Sono la migliore o no?
2. Saprò sempre la password.
3. Se suona, rispondi. È un telefono. Di’ “ciao”, sii educato. Non provare mai a ignorare una telefonata se sullo schermo vedi scritto “Mamma” o “Papà”. MAI.
4. Consegna prontamente il telefono a uno dei tuoi genitori alle ore 19.30 dei giorni di scuola e alle ore 21.00 nei fine settimana. Verrà spento per la notte e riacceso alle 7.30 del mattino. Se c’è un momento in cui non ti verrebbe da chiamare qualcuno sul suo telefono fisso perché temi che potrebbero rispondere i suoi genitori, allora non chiamare o non scrivere messaggi. Dai retta all’istinto e rispetta le altre famiglie, come noi vorremmo essere rispettati.
5. Il telefono non viene a scuola con te. Parlaci un po’ con le persone a cui normalmente mandi messaggi. Fa parte delle cose che si devono imparare nella vita. *Sui giorni in cui esci prima da scuola o i giorni di gita è necessaria una valutazione caso per caso.
6. Se il telefono cade nella tazza del water, va in pezzi cadendo a terra o svanisce nel nulla, sei responsabile del costo di sostituzione o riparazione. Taglia l’erba, fai il babysitter, metti da parte i soldi che ti regalano al compleanno. Se succede devi essere pronto.
7. Non usare la tecnologia per mentire, deridere o ingannare un altro essere umano. Non farti coinvolgere in conversazioni che possono fare del male a qualcun altro. Sii un buon amico e non ti mettere nei guai.
8. Non scrivere in un messaggio o una mail qualcosa che non diresti di persona.
9. Non scrivere in un messaggio o in una mail qualcosa che non diresti in presenza dei tuoi genitori. Cerca di censurarti, stacci attento.
10. Niente porno. Cerca sul web contenuti di cui parleresti anche con me. Se hai domande rispetto a qualsiasi cosa, chiedi a una persona – preferibilmente a me o a papà.
11. Spegnilo, rendilo silenzioso, mettilo via quando sei in pubblico. Specialmente al ristorante, al cinema e mentre parli con un altro essere umano. Non sei una persona maleducata, non permettere all’iPhone di trasformarti.
12. Non inviare e non chiedere foto delle tue parti intime o di quelle di qualcun altro. Non ridere. Un giorno sarai tentato di farlo, a dispetto della tua intelligenza. È rischioso e potrebbe rovinare la tua vita al liceo, all’università, della tua età adulta. Il cyberspazio è vasto e più potente di te. Ed è difficile far sparire le cose da questo spazio, inclusa una cattiva reputazione.
13. Non fare miliardi di foto e video. Non c’è bisogno di documentare tutto. Vivi le tue esperienze, rimarranno nella tua memoria per sempre.
14. Lascia il telefono a casa, qualche volta, e sentiti sicuro di questa decisione. Non è vivo e non è una tua estensione. Impara a fare senza. Sii più grande e potente della PSTM, la paura di sentire la tua mancanza.
15. Scarica musica nuova o classica o diversa da quella che ascoltano milioni di tuoi coetanei. La tua generazione ha un accesso alla musica senza precedenti nella storia. Approfittane, espandi i tuoi orizzonti.
16. Gioca a qualche gioco di parole o di logica che stimoli la tua mente, ogni tanto.
17. Tieni gli occhi aperti. Guarda cosa succede intorno a te. Guarda fuori dalla finestra. Ascolta il canto degli uccellini. Fai una passeggiata, parla con uno sconosciuto, fai lavorare la tua immaginazione senza Google.
18. Farai qualche casino. Ti ritirerò il telefono. Ci metteremo seduti e ne parleremo. Ricominceremo da capo. Io e te continuiamo a imparare cose nuove, giorno per giorno. Io sono dalla tua parte, sono nella tua squadra. Siamo insieme in questo.
Spero che tu possa essere d’accordo su questi punti. Molte delle “lezioni” che fanno parte della lista non si applicano soltanto all’iPhone, ma anche alla vita.
Stai crescendo in un mondo in continuo e veloce cambiamento. È eccitante e seducente. Tu cerca di non complicare le cose, ogni volta che puoi. Fidati della tua testa e del tuo grande cuore, più che di ogni apparecchio. Ti voglio bene. Goditi il tuo nuovo favoloso iPhone.
Buon Natale!
Xoxoxo
Mamma
Janell Burley Hofmann vive a Cape Code (Massachusetts, Stati Uniti) con marito e cinque figli. Si occupa di programmi per migliorare i rapporti famigliari e tiene un proprio blog personale, i cui post sono anche pubblicati sull’Huffington Post. Per Natale ha deciso di regalare un iPhone al figlio tredicenne Gregory. Il regalo però era accompagnato da un vero e proprio contratto di 18 punti che il figlio ha dovuto sottoscrivere per ricevere e potere utilizzare lo smartphone. La lettera, scritta in modo simile ai veri contratti di licenza d’uso di Apple, contiene alcuni punti piuttosto severi e tassativi (gli orari di utilizzo, la consegna notturna ai genitori, il divieto di cercare contenuti porno), ma è per il resto un invito a usare il nuovo telefono in modo responsabile e intelligente, senza dipendenza. Il testo originale, che abbiamo tradotto qui di seguito, si trova sul blog di Hofmann.
Caro Gregory,
Buon Natale! Sei ora il fiero possessore di un iPhone. Accidenti! Sei un ragazzo di 13 anni bravo e responsabile e ti meriti questo regalo. Ma il regalo comprende alcune regole. Leggi bene il seguente contratto. Spero tu capisca che il mio compito è crescerti in modo che tu possa diventare un uomo sano ed equilibrato, che sa stare al mondo e coesistere con la tecnologia, ma non esserne dominato. Se non rispetterai queste regole metterò fine alla tua condizione di proprietario del telefono.
Ti voglio bene e non vedo l’ora di scambiare con te milioni di messaggi nei giorni a venire.
1. Il telefono è mio. L’ho comprato io. L’ho pagato io. In sostanza te lo sto prestando. Sono la migliore o no?
2. Saprò sempre la password.
3. Se suona, rispondi. È un telefono. Di’ “ciao”, sii educato. Non provare mai a ignorare una telefonata se sullo schermo vedi scritto “Mamma” o “Papà”. MAI.
4. Consegna prontamente il telefono a uno dei tuoi genitori alle ore 19.30 dei giorni di scuola e alle ore 21.00 nei fine settimana. Verrà spento per la notte e riacceso alle 7.30 del mattino. Se c’è un momento in cui non ti verrebbe da chiamare qualcuno sul suo telefono fisso perché temi che potrebbero rispondere i suoi genitori, allora non chiamare o non scrivere messaggi. Dai retta all’istinto e rispetta le altre famiglie, come noi vorremmo essere rispettati.
5. Il telefono non viene a scuola con te. Parlaci un po’ con le persone a cui normalmente mandi messaggi. Fa parte delle cose che si devono imparare nella vita. *Sui giorni in cui esci prima da scuola o i giorni di gita è necessaria una valutazione caso per caso.
6. Se il telefono cade nella tazza del water, va in pezzi cadendo a terra o svanisce nel nulla, sei responsabile del costo di sostituzione o riparazione. Taglia l’erba, fai il babysitter, metti da parte i soldi che ti regalano al compleanno. Se succede devi essere pronto.
7. Non usare la tecnologia per mentire, deridere o ingannare un altro essere umano. Non farti coinvolgere in conversazioni che possono fare del male a qualcun altro. Sii un buon amico e non ti mettere nei guai.
8. Non scrivere in un messaggio o una mail qualcosa che non diresti di persona.
9. Non scrivere in un messaggio o in una mail qualcosa che non diresti in presenza dei tuoi genitori. Cerca di censurarti, stacci attento.
10. Niente porno. Cerca sul web contenuti di cui parleresti anche con me. Se hai domande rispetto a qualsiasi cosa, chiedi a una persona – preferibilmente a me o a papà.
11. Spegnilo, rendilo silenzioso, mettilo via quando sei in pubblico. Specialmente al ristorante, al cinema e mentre parli con un altro essere umano. Non sei una persona maleducata, non permettere all’iPhone di trasformarti.
12. Non inviare e non chiedere foto delle tue parti intime o di quelle di qualcun altro. Non ridere. Un giorno sarai tentato di farlo, a dispetto della tua intelligenza. È rischioso e potrebbe rovinare la tua vita al liceo, all’università, della tua età adulta. Il cyberspazio è vasto e più potente di te. Ed è difficile far sparire le cose da questo spazio, inclusa una cattiva reputazione.
13. Non fare miliardi di foto e video. Non c’è bisogno di documentare tutto. Vivi le tue esperienze, rimarranno nella tua memoria per sempre.
14. Lascia il telefono a casa, qualche volta, e sentiti sicuro di questa decisione. Non è vivo e non è una tua estensione. Impara a fare senza. Sii più grande e potente della PSTM, la paura di sentire la tua mancanza.
15. Scarica musica nuova o classica o diversa da quella che ascoltano milioni di tuoi coetanei. La tua generazione ha un accesso alla musica senza precedenti nella storia. Approfittane, espandi i tuoi orizzonti.
16. Gioca a qualche gioco di parole o di logica che stimoli la tua mente, ogni tanto.
17. Tieni gli occhi aperti. Guarda cosa succede intorno a te. Guarda fuori dalla finestra. Ascolta il canto degli uccellini. Fai una passeggiata, parla con uno sconosciuto, fai lavorare la tua immaginazione senza Google.
18. Farai qualche casino. Ti ritirerò il telefono. Ci metteremo seduti e ne parleremo. Ricominceremo da capo. Io e te continuiamo a imparare cose nuove, giorno per giorno. Io sono dalla tua parte, sono nella tua squadra. Siamo insieme in questo.
Spero che tu possa essere d’accordo su questi punti. Molte delle “lezioni” che fanno parte della lista non si applicano soltanto all’iPhone, ma anche alla vita.
Stai crescendo in un mondo in continuo e veloce cambiamento. È eccitante e seducente. Tu cerca di non complicare le cose, ogni volta che puoi. Fidati della tua testa e del tuo grande cuore, più che di ogni apparecchio. Ti voglio bene. Goditi il tuo nuovo favoloso iPhone.
Buon Natale!
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Re: Pianeta donna....
Sono d’accordo su spillargli soldi, però a questa condizione, proposta da Don Gallo, altrimenti hanno ragione le donne leghiste che viste le difficoltà del momento di queste parti (e non solo), è una cifra scandalosa quella concessa dal tribunale:Amadeus ha scritto:
sono contenta per la sciura Veronica , lo doveva pelare ancora di più ma tant'è.
i suoi tre figli hanno solo il 7,5 % dell'impero mediatico , mentre gli altri hanno in mano tutto.
a quelli che scrivono male di lei suggerisco l'articolo su Pecorella , pentito sulla via di Damasco, per farsi un'idea sulla vera prostituzione .
http://www.ilpost.it/2012/12/30/pecorella-monti/
>Provi pietà almeno per Veronica, oramai la sua ex.
Resista all’idolatria del danaro. Scopra il Vangelo e guardi alla solidarietà. Stacchi un assegno pari almeno all’ottanta per cento di quel che riceve per le comunità di recupero, per i bisognosi e i cassintegrati. Prediletta dal Signore è colei che dona.
Con 20mila euro al giorno può benissimo sopravvivere. Tanto per riportare in lire 38.725.400.
Quanti sono quelli che hanno un vitalizio o una pensione al giorno di quasi 39 milioni al giorno?
Giuliano Amato 31.400 euro lordi al mese nell’aprile 2011. Nel 2012 36.000 euro.
20 mila euro al giorno di Veronica per 26 giorni = 520 mila euro al mese. Pari 14,44 volte quanto prende Amato.
Non si tratta di fare i conti in tasca agli altri, che non è mia abitudine, ma solo di valutare se può sopravvivere.
Direi che con già il 20 % di quanto stabilito dal tribunale può sopravvivere molto bene la sciura Veronica.
Se proprio non ce la fa ad arrivare alla seconda settimana del mese, dall’80 % di Don Gallo dia il 60 %.
Anche Vauro se ne è occupato con una vignetta su IFQ, dove la moglie faceva presente al marito che, poverina la sciura Veronica rischia di non farcela ad arrivare alla fine del mese. E al marito piuttosto irritato, faceva presente che non potrebbe farcela ad arrivare alla fine del mese perché potrebbe non sapere come spenderli tutti. Capita.
Re: Pianeta donna....
sostanzialmente sono d'accordo ....
ma com'è che sti pruriti e santi consigli vengono sempre quando a beccare soldi è una donna?
ci sono migliaia di ricchissimi rampolli a cui nessuno ricorda o consiglia mai nulla di etico.
alla base c'è sempre il retropensiero che non sono soldi suoi, che sono "rubati", sporchi, che un' iniqua legge glieli ha assegnati ingiustamente come "parte debole".
perchè non la chiedono a LUI la beneficienza ? che da lo "stipendio" alle olgettine? ( 2500 euro a testolina) ? che andava al diciottesimo compleanno di noemi o come diavolo si chiama e non è andato ai 18mi compleanni dei suoi figli?
però ora è lei che "si deve vergognare"....
TUTTA INVIDIA quella delle donne leghiste.
ma com'è che sti pruriti e santi consigli vengono sempre quando a beccare soldi è una donna?
ci sono migliaia di ricchissimi rampolli a cui nessuno ricorda o consiglia mai nulla di etico.
alla base c'è sempre il retropensiero che non sono soldi suoi, che sono "rubati", sporchi, che un' iniqua legge glieli ha assegnati ingiustamente come "parte debole".
perchè non la chiedono a LUI la beneficienza ? che da lo "stipendio" alle olgettine? ( 2500 euro a testolina) ? che andava al diciottesimo compleanno di noemi o come diavolo si chiama e non è andato ai 18mi compleanni dei suoi figli?
però ora è lei che "si deve vergognare"....
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Re: Pianeta donna....
Amadeus ha scritto:sostanzialmente sono d'accordo ....
ma com'è che sti pruriti e santi consigli vengono sempre quando a beccare soldi è una donna?
ci sono migliaia di ricchissimi rampolli a cui nessuno ricorda o consiglia mai nulla di etico.
alla base c'è sempre il retropensiero che non sono soldi suoi, che sono "rubati", sporchi, che un' iniqua legge glieli ha assegnati ingiustamente come "parte debole".
perchè non la chiedono a LUI la beneficienza ? che da lo "stipendio" alle olgettine? ( 2500 euro a testolina) ? che andava al diciottesimo compleanno di noemi o come diavolo si chiama e non è andato ai 18mi compleanni dei suoi figli?
però ora è lei che "si deve vergognare"....
TUTTA INVIDIA quella delle donne leghiste.
Per me non si tratta del fatto che a beccarsi i soldi sia una donna, ma del fatto reale dei fattori che giocano da sempre dalla notte dei tempi, come in primo luogo l’aspetto fisico di una donna.
La sciura Palmira Arosio in Tagliabue non è di certo quella che si può dire un tipo avvenente. E’una donna comune come tante altre. Ed è per questo che il suo destino è stato segnato all’origine, come avviene per tantissime donne come lei. Proveniente da famiglia operaia non ha potuto studiare, anche se l’intelligenza non gli faceva difetto. Quindi, finite le medie subito in fabbrica per sostenere la famiglia. Poi quando si sposa viene condannata all’ergastolo. Operaia di giorno in fabbrica, donna di servizio ed educatrice nel dopo lavoro, amante di notte. Nei giorni di riposo, si fa per dire, manca solo la funzione operaia in fabbrica, perché per tutto il resto è uguale agli altri giorni. Se non in certi casi peggio, perché c’è da fare la spesa della settimana, e rimettere a posto la casa con il recupero di tutte le incombenze non portate a termine durante la settimana. Anche lei considera il mese all’anno di riposo come vacanze, anche se le funzioni di donna di servizio continuano, magari in forma ridotta ma continuano. Altrimenti come potrebbe chiamarle vacanze?
Nella metà degli anni ’70 con un’amico mi sono recato per lavoro presso La Tessitura di Trecate, Novara. Quando siamo scesi dall’automobile la prima cosa che ci ha colpito era il rumore che arrivava dall’edificio che ospitava le macchine da tessitura. Nello stesso tempo sembrava che tutto l’edificio tremasse. Quando siamo entrati nell’area del primo piano occupata da tutte macchine tessili in funzione mancava poco che l’amico svenisse dal rumore. Il crepitio era fortissimo, peggiore di quello sentito al poligono quando t’insegnavano ad usare la mitraglia. Un rumore assordante continuo, infinito,…assurdo. Dietro ogni macchina per tessere ci stava una donna.
Certamente non loro che non ci facevano più caso a quell’infernale rumore perché avevano abituato tutto il corpo a non farci più caso. Ma non è che ogni giorno “il corpo abituato” non dovesse pagare il suo prezzo a quella sopportazione. Dovevano spendere energie per resistere. Probabilmente rientrando a casa la sera gli sarà sembrato di entrare in paradiso per l’assenza di rumore.
Ed anche loro, rientrate in casa si dedicavano al dopolavoro e alla funzione di educatrice. Ci si può immaginare con quale voglia dovevano di notte accettare il ruolo di amante.
Veronica Lario invece giocando sul suo aspetto avvenente ha vinto la lotteria della vita. Eccome che l’ha giocato.
Adesso noi vediamo Sciagura come una mummia cinese, in cui ogni mattina si mettono all’opera ebanisti, piastrellisti, truccatori, parrucchieri, stuccatori, idraulici per renderlo presentabile.
Ma un tempo non era così. Pur non essendo una mummia cinese non era di certo un Adone, non era di certo Alain Delon, Jean Sorel, George Clooney, Marlon Brando, Tom Cruise, Steven McQueen, Bred Pitt, Paul Newman.
Cosa aveva di bello Sciagura da potersene innamorare? Il portafoglio. Quello si che era veramente bello e gonfio. E per quello si fanno tutti i sacrifici possibili.
Ecco, forse è possibile che le donne leghiste abbiano un pò d’invidia. Ma non tanto per i 100mila euro al giorno, ma per il fatto di essere sotto il profilo dell’aspetto donne normali, spesso anche un po’ bruttine e di conseguenza il tuo destino in questo caso è irreparabilmente segnato. Non è che il paperone milanese potesse invaghirsi di loro tanto da andare fuori dalla fabbrica all’uscita del turno di lavoro, ad aspettarle sbavando e con la lingua di fuori come il Rag. Ugo Fantozzi.
Sciagura non era certo il tipo che sceglieva le donne
“basta che respirino”,
malgrado la malattia acuta del sesso sfrenato.
Infine poteva permetterselo.
Re: Pianeta donna....
L'incontro tra Veronica Lario e Silvio Berlusconi risale al 1980, 32 anni fa'. Dalla loro unione sono nati tre figli. All'epoca dell'incontro la Lario non era un'operaia della Tessitura di Trecate, ma un'attrice in carriera anche se non proprio al top.
E' proprio da escludere che la loro sia stata una storia d'amore e che le più recenti deviazioni, sessuali e non, del cavaliere abbiano provocato una triste fine del loro rapporto? E che la ventiquattrenne Veronica avesse in mente una diversa evoluzione della loro storia?
Non so, ma ho l'impressione che la contrapposizione tra una giovane attrice che sposa un imprenditore rampante ed un'operaia, magari bruttina, di un'azienda tessile, risponda a schemi ed a pregiudizi, magari inconsapevolmente maschilisti, che vedono inevitabilmente nella probabile infatuazione amorosa di una donna giovane e bella per un uomo non bello, ma obbiettivamente dotato di una forte personalità e forse anche di un qualche fascino, il risultato di un calcolo di convenienza di una prostituta.
Ovviamente non penso che la verità stia necessariamente da una parte, ma credo che le generalizzazioni siano sempre sbagliate.
E' proprio da escludere che la loro sia stata una storia d'amore e che le più recenti deviazioni, sessuali e non, del cavaliere abbiano provocato una triste fine del loro rapporto? E che la ventiquattrenne Veronica avesse in mente una diversa evoluzione della loro storia?
Non so, ma ho l'impressione che la contrapposizione tra una giovane attrice che sposa un imprenditore rampante ed un'operaia, magari bruttina, di un'azienda tessile, risponda a schemi ed a pregiudizi, magari inconsapevolmente maschilisti, che vedono inevitabilmente nella probabile infatuazione amorosa di una donna giovane e bella per un uomo non bello, ma obbiettivamente dotato di una forte personalità e forse anche di un qualche fascino, il risultato di un calcolo di convenienza di una prostituta.
Ovviamente non penso che la verità stia necessariamente da una parte, ma credo che le generalizzazioni siano sempre sbagliate.
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Re: Pianeta donna....
Non sono molto informato in materia di gossip in quanto affetto da remota e istintiva avversione naturale per il genere, senza distinzione di sesso. Ho sfogliato una rivista femminile oltre mezzo secolo fa, per poter comprendere cosa attraeva così tanto le mie fameliche coetanee, le signore mature, e quelle che la maturità l’avevano superata da un pezzo. Non era materia per me.
Come non lo è stata la lettura dei quotidiani sportivi. Già mi sembra diventata troppo gossipara anche la cronaca politica.
Non ho lo sguardo selettivo che esclude a priori automaticamente l’informazione da gossip sia sulla parte cartacea che quella della rete dei quotidiani. Mi capita quindi di quando in quando di imbattermi nei titoli di giornali a sfondo gossiparo spesso corredati da fotografie, negli ultimi casi ammiccanti e certamente affetti da pregiudizi di schemi maschilisti come sta capitando per la signorina Francesca Pascale, indicata come la nuova first lady.
Francesca Pascale è un tipo di donna certamente attraente e lo è anche quella che si ritiene la rivale che sostiene che certamente sposerà la sacra mummia, la giovanissima Katarina Knezevic. (Corriere della Sera-IFQ)
Ci troviamo di fronte ad un caso in cui una gli potrebbe essere figlia e l’altra nipote.
Seguendo la chimica dell’innamoramento e quella del sesso, le due signorine attraggono certamente una vastissima platea di maschietti a livello mondiale. Ma guarda caso, loro sono attratte solo da una mummia cinese fuggita nottetempo dal museo delle cere di madame Tussauds, in Londra.
Solo la sociologia, la psicologia e la psichiatria, potrebbero fornire una spiegazione decorosa, su quella che io ritengo una devianza, il gusto per l’orrido.
Una devianza simile al sadomasochismo nella sfera sessuale. Provare piacere nel farsi frustare è assimilabile al far finta di innamorarsi della vecchia mummia cinese dagli occhi a mandorla.
A me provoca una certa sofferenza vedere la trasformazione di tutte quelle ragazze e donne che un tempo rappresentavano il bello. Rimango quindi in attesa che mi venga spiegata l’attrazione per l’orrido da parte di avvenenti donne.
Quando si superano certe soglie della vita, non c’è distinzione alcuna tra uomini e donne nel valutare i comportamenti del genere umano appreso durante il viaggio della vita.
Ed è per questo motivo che sento da oltre mezzo secolo, senza soluzione di continuità, le stime comportamentali nella materia che stiamo discutendo da parte di entrambi i sessi.
Quella che cambia individualmente è la stima numerica del fenomeno in quanto appartenente a valutazione soggettiva.
La fascia preponderante sostiene che il 90 % delle donne effettuino scelte di puro calcolo.
Poi ci sono le fasce inferiori che vanno dal 50 % all’80 “.
Chi è esperto di gossip, potrebbe fornire esempi a non finire.
Nel settore cinema, teatro, mondo dello spettacolo, non ho mai sentito di scelte attuate come ha fatto il principe di Cenerentola.
E sta proprio qui la differenza tra la realtà e la fiaba.
Si sono sempre piazzate tutte o sono in cerca di piazzamento, come le signorine Pascale e Knezevic.
La storia è vecchia quanto il mondo.
A raccontarcela nel 1951 è Luchino Visconti attraverso il film Bellissima.
Bellissima
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Trama [modifica]
Il regista Alessandro Blasetti cerca a Roma una bambina per una parte in un film. A Cinecittà accorre una folla di madri tra le quali la popolana Maddalena Cecconi con la figlioletta Maria. Il sogno della madre è quello di garantire l'ascesa sociale per la figlia, di raggiungere per lei la carriera di artista alla quale aveva rinunciato in gioventù. Le aspirazioni della madre, che non di rado si dà delle arie davanti a tutti, vengono spesso considerate una forma di fanatismo dalle vicine di casa.
La madre fa qualsiasi sacrificio per garantire alla figlia l'aiuto, più o meno valente, di un fotografo, di una maestra di recitazione e di un corso di ballo, La protagonista non manca di spendere anche per il parrucchiere e la sarta, litigando col marito Spartaco, contrario ai progetti per la bambina: infatti, la famiglia è in difficoltà finanziarie a causa e soprattutto si ritrova in ritardo con il pagamento delle rate per la casa. Inoltre, Maria non mostra particolare interesse per la carriera, mentre il padre desidera per la figlia un'infanzia come quella di tutte le altre bambine.
Da ultimo, la protagonista ricorre addirittura ad un truffatore, un certo Alberto Annovazzi per fare raccomandare la figlia a pagamento, lasciandola quindi ammettere al provino decisivo: la bambina viene effettivamente convocata per una prova su pellicola, anche se il denaro è stato speso diversamente da quanto pattuito. Avvalendosi di conoscenze personali, Maddalena riesce infine ad assistere alla proiezione del provino. Quest'ultimo si rivela mal riuscito, con la bambina che scoppia a piangere, mentre l'entourage del regista si sbellica dalle risate. Disillusa e profondamente umiliata, Maddalena si rende conto di aver sbagliato tutto.
La svolta decisiva si ha quando poi la figlia viene inaspettatamente scelta per il film e il padre sembra improvvisamente cambiare opinione sui progetti per Maria: Maddalena rifiuta sdegnosamente di firmare il contratto di scrittura per Maria, riconciliandosi invece col marito
La storia si ripete quando Boncompagni cerca un volto nuovo per la sua nuova trasmissione Tv e si presenteranno in 5000 ragazze in prevalenza accompagnate dalla madri.
Durante i concorsi di bellezza e di Miss Italia, iniziati nel dopo guerra ci sono sempre state dietro le concorrenti legioni di madri intenzionate a piazzare le figlie.
Diciamo che è un aspetto culturale.
Jacqueline Lee Bouvier che non era certo l’ultima arrivata in quanto proveniente da una famiglia dell'alta società newyorkese, non a caso sposerà un rampollo di una della famiglie più ricche d’America. E quando rimane vedova, non sposa il fruttivendolo della 110°avenue, ma uno degli uomini più ricchi del mondo, Aristotele Onassis.
La tendenza generale è quella di prendere sempre ascensori in salita, mai quelli che scendono.
Il fenomeno è solo femminile?
Giammai, e qui rientra il caso delle stime personali che fornisce numericamente fasce minori di quelle femminili.
Guarda caso, il bel Pier Ferdinando (così ritenuto dalle donne), dopo essere stato sulle barricate affinché il divorzio non diventasse mai legge nell’Italietta clericale, ad un certo punto della sua vita divorzia dalla moglie e si risposa. Con chi? Con la bella e attraente cassiera della Standa dove va a fare la spesa dopo divorziato?
Assolutamente no. Si risposa con Azzurra (in Cementi Caltagirone, come rammenta spesso shiloh). La bella cassiera della Standa può attendere cercando in altri lidi. L’ascensore che sale l’ha già preso lui per primo.
Ed anche qui il filone della commedia all’italiana che mostra tutte le caratteristiche della società italiana del dopoguerra, interpretato magistralmente da Albertone Sordi, ci racconta la propensione maschile a “piazzarsi”.
Ne “Il medico della mutua”, dove interpreta la parte del Dottor Terzilli, Albertone, aiutato e spinto dalla madre a salire in ascensore, non esita ad abbandonare la fidanzata Teresa che tanto si era prestata per la sua affermazione di medico.
Riprendo interamente dalla trama de “Il medico della mutua” riportato in Wikipedia:
Per fare il salto di qualità Guido decide di visitare il Dott. Bui, un anziano medico in fin di vita che ha raccolto nella sua carriera più di 2300 mutuati. Venendo a sapere che i suoi colleghi di ospedale aspettano la morte del Bui per spartirsi i suoi mutuati, finge di innamorarsi della moglie Amelia: l'anziana signora crede nel suo amore e convince il marito a cedergli tutti i mutuati.
Tersilli si trasferisce addirittura nel suo vecchio studio; Amelia è presente assiduamente e gli organizza il lavoro. Un giorno il medico riceve la visita, a sorpresa, di Teresa che non lo vede da molto tempo. Finge anche con lei, facendole capire che ora appartiene a uno status sociale superiore al suo. Alla morte del vecchio medico, Amelia parte per un viaggio di una settimana. Tersilli, d'intesa con la madre, cambia di nuovo ambulatorio, scaricando la vedova.
Un giorno conosce Anna Maria, la figlia del padrone dell'appartamento in cui si è trasferito, una ragazza ricca e piacente che presto sposerà
• I personaggi del neorealismo e della commedia all’italiana non sono mai stati riportati a caso.
Il successo della commedia all’italiana è dovuto al fatto che molti italiani ci si rispecchiavano e a molti entusiasmava vedere raccontato quello che succedeva intorno a loro.
Il teatro napoletano è diventato grande perché i suoi autori più che abbandonarsi alla fantasia si appellavano alla realtà. Bastava essere solo dei grandi osservatori, perché in quella Napoli dell’ottocento e del novecento bastava scendere in strada ed era subito teatro.
E’ sempre Alberto Sordi a darci lo spaccato della realtà nel film “Il vedovo” in cui l’”ascensorista” si marita con una donna ricca dell’alta borghesia milanese, non certo attraente, nù poco rompipalle con quel suo realismo milanese.
Sempre da Wikipedia :
Alberto Nardi è un giovane industriale romano dalle scarse capacità e megalomane, sposato con Elvira Almiraghi, donna d'affari milanese di successo, abile e spregiudicata, alla quale il Nardi ricorre quando ha bisogno di avalli o di denaro per le sue fallimentari iniziative. Lei, viste le precedenti esperienze, ha chiuso i rubinetti; almeno in teoria, visto che Nardi scopre casualmente che dietro il ragionier Lambertoni, l'intermediario che gli presta denaro a condizioni usurarie, c'è proprio la moglie.
Nardi ha bisogno dei finanziamenti di Lambertoni per tenere a galla la sua ditta di ascensori, sempre pericolosamente vicina alla bancarotta, visto che nessun istituto di credito è disposto a concedergli prestiti se non garantiti dalla moglie (proprietaria di un patrimonio di oltre un miliardo di lire dell'epoca); ma la moglie si rifiuta.
• Wikipedia però non cita la normalità di sempre. Elvira Almiraghi non è di certo attraente, ed è per di più scaltra e rompipalle. Elementi più che sufficienti per indurre il Nardi a cercarsi una vita parallela con tanto di amante con madre molto interessata alle spalle. Anche qui, Dino Risi evidenzia le due figure, quella maschile del Nardi che si sistema con la ricca milanese e quella femminile dell’amante supportata dalla madre, che aspira a prendere l’ascensore del Nardi. Fatto messo ben in evidenza dalle conseguenze dall’annuncio della morte della moglie Elvira Almiraghi, in un presunto incidente ferroviario in Svizzera.
Anche Ugo Tognazzi nel film “Venga a prendere un caffè da noi” dà vita ad un personaggio tratto da un grande osservatore della vita delle zone del Lago Maggiore come Piero Chiara.
Da Wikipedia:
Emerenziano Paronzini, invalido della Seconda guerra mondiale dal fronte grecoalbanese, è impiegato presso ilMinistero delle Finanze, per il quale gira varesotto e comasco. Alla fine è trasferito in qualità di vice-capufficio, a Luino, sulLago Maggiore.
Da sempre diviso tra l'etica del lavoro (si dimostra inflessibile con i raccomandati) e quella del lubrìco, concedendosi qualche avventura a pagamento, si sente ormai "arrivato", contempla e applica i principi dello scrittore Paolo Mantegazza, cioè che un uomo, a una certa età, per poter star bene deve avere le 3 C: carezze, caldo, comodo.
Decide quindi di concupire una delle tre ricche sorelle Tettamanzi, ereditiere di un bel gruzzoletto lasciato dal padre, "patrocinatore legale" con la passione per la scienza e labiologia.
***
La vita scorre attraverso la ripetizione della eterne vicende umane che si ripetono all’infinito su questo pianeta. In materia di sociologia dell’interesse personale, inteso nel voler sempre salire nell’ascensore che porta ai piani superiori, funziona da secoli sempre nello stesso modo.
Non funziona per tutti così ma per una buona parte si.
L’operaio della Breda (poi Ilva) o della Falck che si è bruciato la pelle davanti all’altoforno, oppure che si è giocato i polmoni in fonderia, sapendo che le sue possibilità erano limitate ha fatto sacrifici enormi affinché al figlio non toccasse la stessa sorte. E’ quello che pensavano anche le operaie della Tessitura di Trecate.
Molte altre donne si sono accontentate di salire solo di qualche gradino nella scala sociale. La Veronica ha fatto invece il colpo grosso.
E’ possibile che abbia fatto quel passo perché attratta da Berlusconi?
E’ un dato che non possiamo di certo escludere, ma la verità la conosce solo lei e se la porterà dritta dritta nella tomba
Ma Francesca Pascale e Katarina Knezevic, sono qui a dimostrare il contrario.
Quello che appare ne “Il vedovo”, la doppia vita di chi accetta la ricchezza dalla moglie bruttina e rompipalle rimediando con l’amante giovane e carina, vale per tutti, donne e uomini.
Con i tre miliardi anno, se verranno successivamente confermati, adesso è arrivato il tempo della Veronica per fare l’ape regina, e toccherà ai nuovi gigolò continuare la storia infinita.
Come non lo è stata la lettura dei quotidiani sportivi. Già mi sembra diventata troppo gossipara anche la cronaca politica.
Non ho lo sguardo selettivo che esclude a priori automaticamente l’informazione da gossip sia sulla parte cartacea che quella della rete dei quotidiani. Mi capita quindi di quando in quando di imbattermi nei titoli di giornali a sfondo gossiparo spesso corredati da fotografie, negli ultimi casi ammiccanti e certamente affetti da pregiudizi di schemi maschilisti come sta capitando per la signorina Francesca Pascale, indicata come la nuova first lady.
Francesca Pascale è un tipo di donna certamente attraente e lo è anche quella che si ritiene la rivale che sostiene che certamente sposerà la sacra mummia, la giovanissima Katarina Knezevic. (Corriere della Sera-IFQ)
Ci troviamo di fronte ad un caso in cui una gli potrebbe essere figlia e l’altra nipote.
Seguendo la chimica dell’innamoramento e quella del sesso, le due signorine attraggono certamente una vastissima platea di maschietti a livello mondiale. Ma guarda caso, loro sono attratte solo da una mummia cinese fuggita nottetempo dal museo delle cere di madame Tussauds, in Londra.
Solo la sociologia, la psicologia e la psichiatria, potrebbero fornire una spiegazione decorosa, su quella che io ritengo una devianza, il gusto per l’orrido.
Una devianza simile al sadomasochismo nella sfera sessuale. Provare piacere nel farsi frustare è assimilabile al far finta di innamorarsi della vecchia mummia cinese dagli occhi a mandorla.
A me provoca una certa sofferenza vedere la trasformazione di tutte quelle ragazze e donne che un tempo rappresentavano il bello. Rimango quindi in attesa che mi venga spiegata l’attrazione per l’orrido da parte di avvenenti donne.
Quando si superano certe soglie della vita, non c’è distinzione alcuna tra uomini e donne nel valutare i comportamenti del genere umano appreso durante il viaggio della vita.
Ed è per questo motivo che sento da oltre mezzo secolo, senza soluzione di continuità, le stime comportamentali nella materia che stiamo discutendo da parte di entrambi i sessi.
Quella che cambia individualmente è la stima numerica del fenomeno in quanto appartenente a valutazione soggettiva.
La fascia preponderante sostiene che il 90 % delle donne effettuino scelte di puro calcolo.
Poi ci sono le fasce inferiori che vanno dal 50 % all’80 “.
Chi è esperto di gossip, potrebbe fornire esempi a non finire.
Nel settore cinema, teatro, mondo dello spettacolo, non ho mai sentito di scelte attuate come ha fatto il principe di Cenerentola.
E sta proprio qui la differenza tra la realtà e la fiaba.
Si sono sempre piazzate tutte o sono in cerca di piazzamento, come le signorine Pascale e Knezevic.
La storia è vecchia quanto il mondo.
A raccontarcela nel 1951 è Luchino Visconti attraverso il film Bellissima.
Bellissima
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Trama [modifica]
Il regista Alessandro Blasetti cerca a Roma una bambina per una parte in un film. A Cinecittà accorre una folla di madri tra le quali la popolana Maddalena Cecconi con la figlioletta Maria. Il sogno della madre è quello di garantire l'ascesa sociale per la figlia, di raggiungere per lei la carriera di artista alla quale aveva rinunciato in gioventù. Le aspirazioni della madre, che non di rado si dà delle arie davanti a tutti, vengono spesso considerate una forma di fanatismo dalle vicine di casa.
La madre fa qualsiasi sacrificio per garantire alla figlia l'aiuto, più o meno valente, di un fotografo, di una maestra di recitazione e di un corso di ballo, La protagonista non manca di spendere anche per il parrucchiere e la sarta, litigando col marito Spartaco, contrario ai progetti per la bambina: infatti, la famiglia è in difficoltà finanziarie a causa e soprattutto si ritrova in ritardo con il pagamento delle rate per la casa. Inoltre, Maria non mostra particolare interesse per la carriera, mentre il padre desidera per la figlia un'infanzia come quella di tutte le altre bambine.
Da ultimo, la protagonista ricorre addirittura ad un truffatore, un certo Alberto Annovazzi per fare raccomandare la figlia a pagamento, lasciandola quindi ammettere al provino decisivo: la bambina viene effettivamente convocata per una prova su pellicola, anche se il denaro è stato speso diversamente da quanto pattuito. Avvalendosi di conoscenze personali, Maddalena riesce infine ad assistere alla proiezione del provino. Quest'ultimo si rivela mal riuscito, con la bambina che scoppia a piangere, mentre l'entourage del regista si sbellica dalle risate. Disillusa e profondamente umiliata, Maddalena si rende conto di aver sbagliato tutto.
La svolta decisiva si ha quando poi la figlia viene inaspettatamente scelta per il film e il padre sembra improvvisamente cambiare opinione sui progetti per Maria: Maddalena rifiuta sdegnosamente di firmare il contratto di scrittura per Maria, riconciliandosi invece col marito
La storia si ripete quando Boncompagni cerca un volto nuovo per la sua nuova trasmissione Tv e si presenteranno in 5000 ragazze in prevalenza accompagnate dalla madri.
Durante i concorsi di bellezza e di Miss Italia, iniziati nel dopo guerra ci sono sempre state dietro le concorrenti legioni di madri intenzionate a piazzare le figlie.
Diciamo che è un aspetto culturale.
Jacqueline Lee Bouvier che non era certo l’ultima arrivata in quanto proveniente da una famiglia dell'alta società newyorkese, non a caso sposerà un rampollo di una della famiglie più ricche d’America. E quando rimane vedova, non sposa il fruttivendolo della 110°avenue, ma uno degli uomini più ricchi del mondo, Aristotele Onassis.
La tendenza generale è quella di prendere sempre ascensori in salita, mai quelli che scendono.
Il fenomeno è solo femminile?
Giammai, e qui rientra il caso delle stime personali che fornisce numericamente fasce minori di quelle femminili.
Guarda caso, il bel Pier Ferdinando (così ritenuto dalle donne), dopo essere stato sulle barricate affinché il divorzio non diventasse mai legge nell’Italietta clericale, ad un certo punto della sua vita divorzia dalla moglie e si risposa. Con chi? Con la bella e attraente cassiera della Standa dove va a fare la spesa dopo divorziato?
Assolutamente no. Si risposa con Azzurra (in Cementi Caltagirone, come rammenta spesso shiloh). La bella cassiera della Standa può attendere cercando in altri lidi. L’ascensore che sale l’ha già preso lui per primo.
Ed anche qui il filone della commedia all’italiana che mostra tutte le caratteristiche della società italiana del dopoguerra, interpretato magistralmente da Albertone Sordi, ci racconta la propensione maschile a “piazzarsi”.
Ne “Il medico della mutua”, dove interpreta la parte del Dottor Terzilli, Albertone, aiutato e spinto dalla madre a salire in ascensore, non esita ad abbandonare la fidanzata Teresa che tanto si era prestata per la sua affermazione di medico.
Riprendo interamente dalla trama de “Il medico della mutua” riportato in Wikipedia:
Per fare il salto di qualità Guido decide di visitare il Dott. Bui, un anziano medico in fin di vita che ha raccolto nella sua carriera più di 2300 mutuati. Venendo a sapere che i suoi colleghi di ospedale aspettano la morte del Bui per spartirsi i suoi mutuati, finge di innamorarsi della moglie Amelia: l'anziana signora crede nel suo amore e convince il marito a cedergli tutti i mutuati.
Tersilli si trasferisce addirittura nel suo vecchio studio; Amelia è presente assiduamente e gli organizza il lavoro. Un giorno il medico riceve la visita, a sorpresa, di Teresa che non lo vede da molto tempo. Finge anche con lei, facendole capire che ora appartiene a uno status sociale superiore al suo. Alla morte del vecchio medico, Amelia parte per un viaggio di una settimana. Tersilli, d'intesa con la madre, cambia di nuovo ambulatorio, scaricando la vedova.
Un giorno conosce Anna Maria, la figlia del padrone dell'appartamento in cui si è trasferito, una ragazza ricca e piacente che presto sposerà
• I personaggi del neorealismo e della commedia all’italiana non sono mai stati riportati a caso.
Il successo della commedia all’italiana è dovuto al fatto che molti italiani ci si rispecchiavano e a molti entusiasmava vedere raccontato quello che succedeva intorno a loro.
Il teatro napoletano è diventato grande perché i suoi autori più che abbandonarsi alla fantasia si appellavano alla realtà. Bastava essere solo dei grandi osservatori, perché in quella Napoli dell’ottocento e del novecento bastava scendere in strada ed era subito teatro.
E’ sempre Alberto Sordi a darci lo spaccato della realtà nel film “Il vedovo” in cui l’”ascensorista” si marita con una donna ricca dell’alta borghesia milanese, non certo attraente, nù poco rompipalle con quel suo realismo milanese.
Sempre da Wikipedia :
Alberto Nardi è un giovane industriale romano dalle scarse capacità e megalomane, sposato con Elvira Almiraghi, donna d'affari milanese di successo, abile e spregiudicata, alla quale il Nardi ricorre quando ha bisogno di avalli o di denaro per le sue fallimentari iniziative. Lei, viste le precedenti esperienze, ha chiuso i rubinetti; almeno in teoria, visto che Nardi scopre casualmente che dietro il ragionier Lambertoni, l'intermediario che gli presta denaro a condizioni usurarie, c'è proprio la moglie.
Nardi ha bisogno dei finanziamenti di Lambertoni per tenere a galla la sua ditta di ascensori, sempre pericolosamente vicina alla bancarotta, visto che nessun istituto di credito è disposto a concedergli prestiti se non garantiti dalla moglie (proprietaria di un patrimonio di oltre un miliardo di lire dell'epoca); ma la moglie si rifiuta.
• Wikipedia però non cita la normalità di sempre. Elvira Almiraghi non è di certo attraente, ed è per di più scaltra e rompipalle. Elementi più che sufficienti per indurre il Nardi a cercarsi una vita parallela con tanto di amante con madre molto interessata alle spalle. Anche qui, Dino Risi evidenzia le due figure, quella maschile del Nardi che si sistema con la ricca milanese e quella femminile dell’amante supportata dalla madre, che aspira a prendere l’ascensore del Nardi. Fatto messo ben in evidenza dalle conseguenze dall’annuncio della morte della moglie Elvira Almiraghi, in un presunto incidente ferroviario in Svizzera.
Anche Ugo Tognazzi nel film “Venga a prendere un caffè da noi” dà vita ad un personaggio tratto da un grande osservatore della vita delle zone del Lago Maggiore come Piero Chiara.
Da Wikipedia:
Emerenziano Paronzini, invalido della Seconda guerra mondiale dal fronte grecoalbanese, è impiegato presso ilMinistero delle Finanze, per il quale gira varesotto e comasco. Alla fine è trasferito in qualità di vice-capufficio, a Luino, sulLago Maggiore.
Da sempre diviso tra l'etica del lavoro (si dimostra inflessibile con i raccomandati) e quella del lubrìco, concedendosi qualche avventura a pagamento, si sente ormai "arrivato", contempla e applica i principi dello scrittore Paolo Mantegazza, cioè che un uomo, a una certa età, per poter star bene deve avere le 3 C: carezze, caldo, comodo.
Decide quindi di concupire una delle tre ricche sorelle Tettamanzi, ereditiere di un bel gruzzoletto lasciato dal padre, "patrocinatore legale" con la passione per la scienza e labiologia.
***
La vita scorre attraverso la ripetizione della eterne vicende umane che si ripetono all’infinito su questo pianeta. In materia di sociologia dell’interesse personale, inteso nel voler sempre salire nell’ascensore che porta ai piani superiori, funziona da secoli sempre nello stesso modo.
Non funziona per tutti così ma per una buona parte si.
L’operaio della Breda (poi Ilva) o della Falck che si è bruciato la pelle davanti all’altoforno, oppure che si è giocato i polmoni in fonderia, sapendo che le sue possibilità erano limitate ha fatto sacrifici enormi affinché al figlio non toccasse la stessa sorte. E’ quello che pensavano anche le operaie della Tessitura di Trecate.
Molte altre donne si sono accontentate di salire solo di qualche gradino nella scala sociale. La Veronica ha fatto invece il colpo grosso.
E’ possibile che abbia fatto quel passo perché attratta da Berlusconi?
E’ un dato che non possiamo di certo escludere, ma la verità la conosce solo lei e se la porterà dritta dritta nella tomba
Ma Francesca Pascale e Katarina Knezevic, sono qui a dimostrare il contrario.
Quello che appare ne “Il vedovo”, la doppia vita di chi accetta la ricchezza dalla moglie bruttina e rompipalle rimediando con l’amante giovane e carina, vale per tutti, donne e uomini.
Con i tre miliardi anno, se verranno successivamente confermati, adesso è arrivato il tempo della Veronica per fare l’ape regina, e toccherà ai nuovi gigolò continuare la storia infinita.
Re: Pianeta donna....
Roma, 2 gen. (TMNews) - Il magnate messicano Carlos Slim è l'uomo più ricco del mondo, con un patrimonio di 75,2 miliardi di dollari (56,9 miliardi di euro). Lo afferma l'agenzia economica Bloomberg nella sua classifica dei "re Mida", "Bloomberg Billionaires Index".
Alle spalle dell'imprenditore messicano, con interessi in America Movil, Grupo Financiero Inbursa, Minera Frisco, Philip Morris, New York Times, Saks e Caixabank, c'è il fondatore di Microsoft, Bill Gates, con 62,7 miliardi di dollari (47,4 miliardi di euro) e lo spagnolo Amancio Ortega, il proprietario della catena di abbigliamento Zara, con 57,5 mld Usd (43,6 mld euro). Al quinto posto Ingvar Kamprad, svedese fondatore di Ikea, con 42,9 mld Usd.
Primo degli italiani Michele Ferrero, 24mo, proprietario dell'omonimo gruppo di famiglia che produce la Nutella, con 22,1 mld Usd (16,7 mld di euro). Secondo la graduatoria stilata da Bloomberg, le 100 personalità più ricche del mondo, malgrado crisi e recessione, sono riuscite ad aumentare il loro patrimonio di 241 miliardi di dollari (182,4 mld euro).
qualcuno OGGI ha chiesto ai suddetti signori qualche spicciolo per i poveri ?
Alle spalle dell'imprenditore messicano, con interessi in America Movil, Grupo Financiero Inbursa, Minera Frisco, Philip Morris, New York Times, Saks e Caixabank, c'è il fondatore di Microsoft, Bill Gates, con 62,7 miliardi di dollari (47,4 miliardi di euro) e lo spagnolo Amancio Ortega, il proprietario della catena di abbigliamento Zara, con 57,5 mld Usd (43,6 mld euro). Al quinto posto Ingvar Kamprad, svedese fondatore di Ikea, con 42,9 mld Usd.
Primo degli italiani Michele Ferrero, 24mo, proprietario dell'omonimo gruppo di famiglia che produce la Nutella, con 22,1 mld Usd (16,7 mld di euro). Secondo la graduatoria stilata da Bloomberg, le 100 personalità più ricche del mondo, malgrado crisi e recessione, sono riuscite ad aumentare il loro patrimonio di 241 miliardi di dollari (182,4 mld euro).
qualcuno OGGI ha chiesto ai suddetti signori qualche spicciolo per i poveri ?
Re: Pianeta donna....
Giusto per fare un po' di conti in tasca al nano, che secondo alcuni sarebbe la vittima di una "zoccola" esosa ed interessata.
A quanto leggo dai giornali (quotidiani non di gossip, Zio) il vitalizio di 3 milioni/mese verrebbe assegnato in cambio della rinuncia totale al patrimonio.
Il patrimonio del caimano ammonterebbe a 3 miliardi e secondo la legge, in caso di dipartita, alla vedova spetterebbe un terzo dell'eredità, cioè un miliardo.
Per incassare un miliardo, la Lario dovrà sperare che il nano campi per i prossimi 30 anni, che arrivi cioè all'età di 106 anni. Vero è che la sua aspettativa di vita pare essere di 120 anni, ma diciamo che è poco probabile che essa si avveri.
Quindi, tutto sommato, a Veronica sarebbe convenuto di più lasciare le cose come stavano, godersi la bella villa di Macherio ed aspettare che l'amato consorte tirasse le cuoia. Ma evidentemente avrà pensato che l'erba cattiva è dura a morire.
A quanto leggo dai giornali (quotidiani non di gossip, Zio) il vitalizio di 3 milioni/mese verrebbe assegnato in cambio della rinuncia totale al patrimonio.
Il patrimonio del caimano ammonterebbe a 3 miliardi e secondo la legge, in caso di dipartita, alla vedova spetterebbe un terzo dell'eredità, cioè un miliardo.
Per incassare un miliardo, la Lario dovrà sperare che il nano campi per i prossimi 30 anni, che arrivi cioè all'età di 106 anni. Vero è che la sua aspettativa di vita pare essere di 120 anni, ma diciamo che è poco probabile che essa si avveri.
Quindi, tutto sommato, a Veronica sarebbe convenuto di più lasciare le cose come stavano, godersi la bella villa di Macherio ed aspettare che l'amato consorte tirasse le cuoia. Ma evidentemente avrà pensato che l'erba cattiva è dura a morire.
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Re: Pianeta donna....
mariok ha scritto:Giusto per fare un po' di conti in tasca al nano, che secondo alcuni sarebbe la vittima di una "zoccola" esosa ed interessata.
A quanto leggo dai giornali (quotidiani non di gossip, Zio) il vitalizio di 3 milioni/mese verrebbe assegnato in cambio della rinuncia totale al patrimonio.
Il patrimonio del caimano ammonterebbe a 3 miliardi e secondo la legge, in caso di dipartita, alla vedova spetterebbe un terzo dell'eredità, cioè un miliardo.
Per incassare un miliardo, la Lario dovrà sperare che il nano campi per i prossimi 30 anni, che arrivi cioè all'età di 106 anni. Vero è che la sua aspettativa di vita pare essere di 120 anni, ma diciamo che è poco probabile che essa si avveri.
Quindi, tutto sommato, a Veronica sarebbe convenuto di più lasciare le cose come stavano, godersi la bella villa di Macherio ed aspettare che l'amato consorte tirasse le cuoia. Ma evidentemente avrà pensato che l'erba cattiva è dura a morire.
Modi di dire frasi e termini d' uso comune della lingua italiana
Significati , spiegazioni , appunti , informazioni e link sulla terminologia utilizzata nel linguaggio comune
Cosa vuol dire pochi, maledetti e subito
Significato di pochi, maledetti e subito : Detto popolare riferito ai soldi: meglio un pronto incasso, se pur modesto, che l’incerta speranza di un più lauta guadagna di là da venire.
http://www.larapedia.com/modi_di_dire_c ... ubito.html
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Separazione milionaria Lario-Berlusconi. Veronica: sono sorpresa
www.corriere.it
| Pubblicato: 29/12/2012 22:49 CET
*
LA SENTENZA
Separazione milionaria Lario-Berlusconi
Veronica: «Sono sorpresa»
Lario soddisfatta per gli assegni da 100 mila euro al giorno Nulla del patrimonio immobiliare resterà alla Lario.
MILANO - «Sono sorpresa, non me l'aspettavo».
Il risveglio di Veronica Lario, nel suo buen retiro della casa di S-Chanf, in Engadina, è stato scandito dalla lettura del Corriere della sera , che anticipava la sentenza di separazione depositata, in gran segreto, a Natale, dalla nona sezione civile del Tribunale di Milano.
La moglie separata di Silvio Berlusconi attendeva la decisione del giudice per gennaio, non prima.
E come lei il suo avvocato difensore, Maria Cristina Morelli, che non a caso è da poco partita per una settimana di vacanza.
Ecco perché leggerla sul quotidiano di via Solferino le ha fatto un certo effetto.
Effetto piacevole, sia chiaro, perché subito, con gli amici più cari (pochi) che l'hanno raggiunta al telefono per sapere cosa stesse succedendo, si è detta «soddisfatta».
D'altronde, ha spiegato con pacata ironia, «chi non lo sarebbe per tre milioni di euro al mese?».
Una cifra importante, per molti proibitiva, che il giudice ha ritenuto però di dover assegnare alla Lario dopo aver fatto le valutazioni del caso, con l'assegno di mantenimento da circa 100.000 euro al giorno, anche se al lordo delle tasse.
Una sorpresa vera anche perché, nel corso di questi mesi, Veronica Lario si è chiesta spesso come mai poco o nulla, in materia di proposte, sia arrivato dai difensori del marito. Un attendismo che l'aveva lasciata interdetta.
D'altronde, nonostante ben due faccia a faccia alla presenza del giudice, nessuno dei due protagonisti di questa separazione burrascosa aveva deciso di accettare un accordo.
Nessuna intesa, e per questo la parola era passata al giudice, che ha tirato fuori questa sentenza natalizia. Un'accelerazione dettata, sembrerebbe, anche dal desiderio di tenersi fuori dall'agone elettorale, che sicuramente a gennaio sarebbe stato più acceso.
Prova ne è la dichiarazione di ieri di Iva Zanicchi, da sempre fan del Cavaliere, che ha commentato infuriata: «Cifre scandalose, una vergogna», spiegando che la sentenza in questo momento preelettorale «rappresenta un attacco a Berlusconi». Figuriamoci come sarebbe stata interpretata dopo...
È confermato, invece, che Veronica non potrà tornare nella sua casa in Brianza, a Macherio, da dove era andata via all'inizio del 2010 trasferendosi nella suite deluxe dell'Hotel de La Ville di Monza, con vista sulla Villa Reale.
Nulla del patrimonio immobiliare dell'ex premier sarà dato alla Lario.
Che nel frattempo si divide tra la Svizzera, la casa della primogenita Barbara, a Macherio, e un appartamento a Milano in zona corso Venezia.
Un «dispetto», secondo alcuni, al quale Veronica avrebbe subito reagito facendo le valigie.
«Ma le disposizioni sono suscettibili di variazioni in sede di divorzio», precisano fonti legali vicine a Veronica.
«Tecnicamente potrebbero esserci ancora delle modifiche», ammette anche il legale del Cavaliere Cristina Rossello.
Forse quindi la battaglia non è del tutto conclusa, visti gli interessi in gioco.
Infatti il timore di Veronica Lario e delle persone a lei vicine è che Berlusconi potrebbe fare appello contro la sentenza.
E nonostante il clima degli ultimi mesi sia di una ritrovata tregua familiare, scandita persino da qualche pranzo con i figli e i nipoti, è chiaro che l'ex premier non ha mai dimenticato che è stata proprio Veronica Lario a dare il via alla polemica sulle sue frequentazioni femminili.
«Non posso stare con un uomo che frequenta minorenni», aveva scritto nel 2009 dopo che era scoppiato il caso di Noemi, la 18enne di Casoria.
Poi le «veline-ciarpame».
È l'inizio della fine di un matrimonio da favola, vissuto sotto gli occhi di tutti, tra lettere pubblicate dai giornali, smentite, strappi e ricuciture.
Mentre su tutto incombeva l'ombra dell'addebito, che da ieri è stato ufficialmente evitato, seppellendo i dossier sulle rispettive presunte infedeltà.
Resta ancora da definire, invece, tutta la parte societaria relativa ai figli.
L'ultima novità è rappresentata dalla società B5 Srl, aperta il 29 novembre scorso con un capitale di 40 mila euro.
È la prima di cui fanno parte tutti e cinque i fratelli Berlusconi, ed amministratore unico è Luigi.
Le quote: Barbara, Eleonora e Luigi al 66,67%; Marina al 16,67% e Piersilvio al 16,66%. Per il momento è vuota. Resta la domanda: a cosa servirà?
Angela Frenda
29 dicembre 2012 (modifica il 30 dicembre 2012)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/politica/12_dice ... 6ebf.shtml
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