riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancellati.

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
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paolo11
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella

Messaggio da paolo11 »

shiloh ha scritto:
paolo11 ha scritto:Il movimento 5 stelle .Stà pensando a portare a 38-40 anni di lavoro quale sia l'età della persona
Ciao
Paolo11

digli di metterlo per scritto...
Caro shiloh.Io l'ho condiviso con altri che hanno fatto questa proposta scrivi pure tu.Alla fine verrà messa pure questa.
http://www.youtube.com/watch?v=XhpT7tATjVg
Ciao
Paolo11
paolo11
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella

Messaggio da paolo11 »

forummovimento5stelle] Re: Riportare le pensioni a 38/40 anni di contributi, con qualsiasi eta' anagrafica.
......................
mitch1985 wrote:
e' vero... i lavori usuranti, devono essere sicuramente valutati con attenzione. Non solo la fisicita' e' in gioco...
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.............................
PASA (unregistered) wrote:

Salve,
ho letto con interesse le vostre proposte per le pensioni che sono molto simili alle mie idee.I punti fondamentali che a mio giudizio sono importanti sono:1. tetto massimo sulla pensione erogata (massimo 3000 € ad esempio) e retroattivo (tutti coloro che prendono di più si ritroverebbero con 3000€).2. tetto minimo sulla pensione (almeno 800€ per tutti coloro che hanno fatto versamenti dei contributi; non più di 500€ per coloro che non hanno fatto versamenti)3. età pensionabile minima uguale per tutti. Non si deve permettere a gente in buona salute di andare in pensione non prima di 60 anni. Si devono eliminare tutte quelle scorciatoie che portano molti 50enni ancora oggi ad essere pensionati (ad esempio in alcune categorie viene riconosciuto un anno di anzianità ogni 5 anni di lavoro). Inoltre si devono eliminare i discorsi di usuranti, l'unica differenza che ci deve stare è se uno è in buona salute oppure no. La definizione di lavoro usurante non è facile da specificare (ad esempio il sottoscritto lavora in un contesto hi-tech azienda privata ed avendo 50 anni di età vi assicuro che ho molte difficoltà nel mantenere il lavoro, quindi si può definire molto usurante in quanto non dà molte prospettive di longevità).4. età massima sulla pensione: senza limite. Questo significa che se una persona è in buona salute ed il lavoro è compatibile con un età anche avanzata, la persona può continuare a lavorare senza (tra l'altro) pesare sulla collettività. Inoltre più tardi si và in pensione e maggiore sarà il vitalizio.5. Assegno pensionistico: il valore deve essere incentivante alla continuazione lavorativa. Cioè una persona che a 60 anni può essere ancora produttiva può continuare a lavorare avendone anche dei vantaggi economici. Inoltre deve essere proporzionale al numero di anni lavorati ed al valori dei contributi versati. Occorre distinguere nettamente le pensioni sociali di persone che non hanno mai versato contributi da quelle lavorative. Il numero minimo di anni contributivi può essere ad esempio 30 anni.Penso che la riforma di Monti/Fornero sta creando molti problemi a moltissime persone, anche persone che come me ancora oggi non hanno problemi, vedono un futuro molto incerto contribuendo al ristagno dell'economia riducendo al minimo le spese non essenziali (ad esempio spese come cambiare l'auto vengono rimandate).
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Paolo11
shiloh
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella

Messaggio da shiloh »

paolo11 ha scritto:
shiloh ha scritto:
paolo11 ha scritto:Il movimento 5 stelle .Stà pensando a portare a 38-40 anni di lavoro quale sia l'età della persona
Ciao
Paolo11

digli di metterlo per scritto...
Caro shiloh.Io l'ho condiviso con altri che hanno fatto questa proposta scrivi pure tu.Alla fine verrà messa pure questa.
http://www.youtube.com/watch?v=XhpT7tATjVg
Ciao
Paolo11

io per "scritto" intendo nel programma di governo del M5S...non su un blog.
paolo11
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella

Messaggio da paolo11 »

Caro shiloh.Lo avevo capito che lo volevi vedere nel programma.
Ho visto che diversi si sono espressi.Non capisco il motivo per il quale non l'abbiano messo.
Comunque ho portato all'attenzione il problema.Vediamo se mi rispondono.
Ciao
Paolo11
shiloh
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella

Messaggio da shiloh »


Airaudo:
(candidato SEL alla camera dei deputati)

"Pensioni e articolo 18 riforme da cambiare"


«Sostenere Sel vuol dire sostenere le ragioni del lavoro» e per Giorgio Airaudo, responsabile nazionale per il settore auto per la Fiom Cgil, è una questione cruciale, la più importante dell'agenda di queste elezioni e di questo parla, alla presentazione delle liste del partito di Vendola:
«il prossimo governo dovrà occuparsi di lavoro.
Noi vogliamo portare nella rappresentanza politica i temi del lavoro che mancano da molto tempo, perché la solitudine dei lavoratori é stata anche una solitudine di rappresentanza e politica».

E la solitudine dei lavoratori è anche il titolo dell'ultimo libro di Giorgio Airaudo, pubblicato da Einaudi in cui racconta proprio il senso di isolamento che il lavoro ha vissuto in questi anni.
«Il prossimo governo si deve occupare delle lavoratrici e dei lavoratori, di chi ha perso il lavoro e di chi ancora non l'ha trovato. Serve cancellare le norme del governo di centrodestra dell'accoppiata Berlusconi – Sacconi, che è stato un nemico dei lavoratori e del lavoro e dobbiamo cancellare gli interventi emergenziali del governo Monti che sono andati contro le lavoratrici e i lavoratori».

Fra le questioni più urgenti, quello della riforma degli ammortizzatori sociali che rischia di avere conseguenze devastanti:
«Se non fermiamo l'applicazione dell'Aspi e della riforma Fornero – spiega Airaudo - a luglio scadono migliaia di ore di cassa integrazione, che non si potranno più fare.
Ci saranno migliaia di licenziamenti.
Ci sono i lavoratori della De Tomaso, che ieri erano davanti alla Regione, una Regione che sta mostrando la sua assenza e la sua incompetenza».
Per Airaudo serve rallentare la riforma:
«se non rischiamo di avere donne e uomini che lavorano senza più alcun reddito» .

Sulla riforma dell'articolo 18 non usa mezzi termini:
«Ci vanno delle correzioni.
È una norma sbagliata, che non attrae investimenti, che non è una priorità per gran parte del sistema delle imprese e serviva solo per soddisfare l'ideologismo di una certa tecnocrazia europea che ora fa autocritica».

Non poteva mancare la grande questione Fiat:
«Marchionne ha fatto promesse di investimento ma quello che di sicuro ha deciso è la cassa integrazione.
A Mirafiori non abbiamo avuto nemmeno questo.
Sappiamo che la Fiat ha dato lavoro, ma anche gli italiani hanno dato tantissimo alla Fiat.
Bisogna togliere i lavoratori dall'insicurezza e dire cosa si produce.
A me terrorizza pensare che noi diventiamo il paese che produce il Suv per tutto il mondo.
Non è proprio una scommessa sul futuro, vuol dire fare per ultimi quello che gli altri stanno smettendo di fare»

Poi il capitolo pensioni:
«Vogliamo convincere il centrosinistra che bisogna rimettere mano ad una riforma delle pensioni sbagliata e inaccettabile.
Non è accettabile lavorare fino a 70 anni se si è in fabbrica, se si è una maestra d'asilo o un infermiere.
È inaccettabile perché è umanamente insostenibile e i conti vanno adeguati alle esigenze delle donne e degli uomini».

Infine la questione Tav, con una proposta:
quella di pensare ad una:
«responsabilità civile per chi propone o elabora grandi opere come il Tav senza tenere conto dell'utilità economica, della sostenibilità, dei danni all'ambiente».
Soprattutto in un momento in cui la politica deve decidere se deve mettere le (poche) risorse se sulla scuola o sulla sanità, o sulle grandi opere:
«che chi progetta o caldeggia opere del valore così ingente, capaci di distrarre fondi che potrebbero essere impiegati per altri scopi magari più utili o urgenti, paghi di tasca sua se le cose non vanno come previsto.
Se i sismologi vengono processati per le previsioni sui terremoti non si vede perché un consulente non può essere chiamato a rispondere se sbaglia qualcosa di più semplice di un terremoto, come i flussi del traffico di treni merci?».

http://www.nuovasocieta.it/torino/item/ ... atori.html
shiloh
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella

Messaggio da shiloh »

dal programma di RC Ingroia:

http://www.rossosantena.it/2013/01/14/r ... QKcRh.dpbs

per l’uguaglianza e i diritti sociali.

Vogliamo eliminare l’IMU sulla prima casa, estenderla agli immobili commerciali della chiesa e delle fondazioni bancarie, istituire una patrimoniale sulle grandi ricchezze.

Vogliamo colpire l’evasione e alleggerire la pressione fiscale nei confronti dei redditi medio-bassi. Vogliamo rafforzare il sistema sanitario pubblico e universale ed un piano per la non-autosufficienza.

Vogliamo il diritto alla casa e il recupero del patrimonio edilizio esistente.

Vogliamo un tetto massimo per le pensioni d’oro e il cumulo pensionistico.

Vogliamo abrogare la controriforma pensionistica della Fornero, eliminando le gravi ingiustizie generate, a partire dalla questione degli “esodati”.
shiloh
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella

Messaggio da shiloh »

""Presidenteeee vogliamo Kakà...e poi voto assicurato!"

Ecco qua sopra una richiesta, seguita da una promessa, rivolta a Berlusconi da un iscritto a Facebook.
che differenze tra un bananas e un elettore di sinistra
(uno di quelli che potrebbe CON DIRITTO cantare l’internazionale…)

i bananas milanisti chiedono Kakà in cambio del voto.

gli altri,
in cambio del voto,
chiedono che gli vengano restituiti i diritti che la macelleria sociale Fornero sulle pensioni gli ha tolto.

però attenzione :
se il PD non dice qualcosa di serio e credibile in quella direzione,quei voti vanno a Ingroia,che quel punto l’ha messo nel suo programma e proprio per quello sta crescendo nei sondaggi…
e allora:bye-bye senato caro Bersande.

Bersande avvisato…che si ricordi che Hollande con questo punto ci ha vinto le elezioni.
paolo11
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella

Messaggio da paolo11 »

Giuseppe Cannamela wrote:
Per noi Marittimi sono già troppi avere 35 anni di contributi perchè per maturarli dobbiamo avere 25 anni effettivi di navigazione ( periodo di vita lavorativa effettuata sulle navi). Io speravo a 65 anni di andare in pensione di vecchiaia ma per le ultime modifiche sono costretto ad andare in pensione a 66 anni. Sono un ufficiale di coperta responsabile durante il mio turno di guardia della condotta della nave. Inoltre nel mio lavoro sono soggetto ad effettuare manovre di notte, sotto la pioggia e il freddo, manovre fuori orario e nelle ore che dovrei riposare. Effettuo il turno dalle 00:00 alle 04:00 e molto spesso altre tali ore. Ho presentato i documenti per ottenere le agevolazioni per i lavori disagiati ma non ma non ho ricevuto nessun vantaggio perchè dovevo avere già 35 anni di contributi.
...........................................................
Questa è una testimonianza che mi è arrivata.
Ciao
Paolo11
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella

Messaggio da shiloh »


Lavoro: riforme Fornero vanno profondamente corrette

Pubblicato il lunedì, 21 gennaio 2013 da Cesare Damiano

Le riforme del ministro Fornero sulle pensioni e sul mercato del lavoro vanno profondamente corrette.

Per quanto riguarda quest’ultima, non concordo assolutamente con Renato Brunetta quando dice di volerla cancellare per tornare alla legge Biagi:
come dire dalla padella nella brace.
Le proposte di Biagi, che avevano l’obiettivo di aumentare l’occupazione giovanile, si sono trasformate, per colpa della distorta traduzione legislativa fatta dal centro destra, in un aumento esagerato della precarietà e in un abbassamento della qualità del lavoro.
Ormai anche l’Europa critica l’Italia per questo eccesso e non è spiegabile come nella nostra legislazione si sia arrivati ad una sorta di supermercato del lavoro, con una quantità indescrivibile di forme d’occupazione a termine che non servono alle imprese e penalizzano i lavoratori.
Se vogliamo la buona flessibilità occorre selezionare le forme d’ingresso nel mercato del lavoro e soprattutto fare in modo che l’apprendistato diventi la modalità prevalente.
Da questa buona flessibilità si deve passare alla stabilizzazione dopo un congruo periodo di prova attraverso incentivi mirati all’impresa come il credito d’imposta o la diminuzione strutturale del costo del lavoro.
L’idea, già praticata al tempo del governo Prodi, del lavoro a tempo indeterminato che deve costare meno del lavoro flessibile, è più che mai attuale.

http://cesaredamiano.wordpress.com/2013 ... -corrette/
mariok

Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella

Messaggio da mariok »

20GEN2013

Il declino italiano e l’articolo 18

Lavoro sembra essere la parola chiave della campagna elettorale. Ma può essere declinata in chiavi diverse. Per alcuni, come Bersani e il Pd, la questione è come far ripartire l’economia per combattere disoccupazione e precariato (La Banca d’Italia ha avvertito che anche il 2013 sarà un anno difficile. È vero che nella seconda metà tornerà la crescita, ma questa sarà lenta, e la disoccupazione aumenterà ancora http://bit.ly/W4kQwH). Per altri invece, come Monti e i centristi, vogliono intervenire sul mercato del lavoro, mettendo di nuovo mano alla riforma Fornero e con il rischio di riaccendere le contese ideologiche sull’articolo 18. È l’idea secondo cui il primo problema della nostra economia sono le rigidità e il potere del sindacato.

Il declino dell’economia italiana ha radici profonde e lontane. Gli studiosi ne trattano da tempo, ben prima che scoppiasse la crisi attuale. Siamo alle prese con problemi strutturali che per troppo tempo sono stati rimossi, e che certo l’ultimo anno non ha contribuito a risolvere. Il governo Monti ha messo in sicurezza i conti pubblici, evitando il disastro, ma tutto il resto è ancora lì, in attesa di essere affrontato.

Negli anni scorsi la retorica politica ha trattato questo tema al solito modo: come oggetto contundente da scagliarsi contro a vicenda tra i vari schieramenti (cercando ognuno di scaricare la “colpa” sull’altro), ignorando di fatto gli studi, moltissimi, sull’argomento che invece hanno messo tutti l’accento su una crisi “di sistema”.

La bibliografia è molto ricca e qui elenchiamo qualche testo, nuovo e vecchio, dove per altro si possono trovare i rimandi all’intera produzione sull’argomento. C’è il recente volume a più mani Il declino dell’economia italiana fra realtà e falsi miti (Carocci, 144 pagine, 17 euro), di qualche anno fa è Miracolo e declino di Giangiacomo Nardozzi (Laterza, 134 pagine 10 euro). Ancora, Il declino economico dell’Italia a cura di Gianni Toniolo e Vincenzo Visco, (Bruno Mondadori, 224 pagine 18 euro).

Bene, raramente gli studiosi individuano nella legislazione sul lavoro il problema numero uno.

Quasi tutti cominciano da un’altra questione: la produttività, in calo da più di un decennio. E questo significa minor competitività delle imprese, menoesportazioni, degrado dell’industria. E proprio tutti, invece, sottolineano come cause i bassi investimenti, la povertà di infrastrutture, la scarsa propensione all’innovazione, la ricerca di mercati “protetti” invece dell’apertura alla concorrenza. Questo se ci si limita agli aspetti economici. Allargando lo sguardo, a frenare gli investimenti (specie esteri) sono l’illegalità diffusa, la lentezza della giustizia, il basso capitale sociale, la condizione depressa della ricerca. È il sistema che non funziona, le cause sono tante e diverse, ma la matassa non si scioglie se si tira per primo il filo della legislazione sul lavoro.

Un sociologo come Carlo Donolo sostiene in Italia sperduta (Donzelli, 76 pagine, 18 euro) che il declino economico è solo uno dei frutti di un declino più generale, della società e soprattutto delle classi dirigenti. Il discorso pubblico, infettato dal populismo, ha negato per anni i problemi veri, e ha taciuto al paese la verità. Innescando una “crisi cognitiva” che impedisce di affrontare la realtà, ormai impossibile da percepire nelle sue forme e dimensioni autentiche. Anche Donolo, come tanti altri sostiene la necessità di spendere nella cultura e nell’innovazione e solo la politica può indirizzare gli investimenti nella direzione giusta.

Dopo anni di sacrifici, speriamo di non dover ricominciare a discutere di licenziamenti e statuti dei lavoratori.

Twitter: @LeopoldoFabiani
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